UniCa UniCa News Rassegna stampa Lunedì 15 settembre 2014

Lunedì 15 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 settembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 – L’Unione Sarda di lunedì 15 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
A Cagliari un convegno sugli sviluppi politici
«Autodeterminazione dei popoli, referendum della Scozia, decisioni dei Sardi» è il titolo del convegno che si terrà oggi alle 17 a Cagliari, a Palazzo Viceregio, per un'analisi delle implicazioni politiche legate al voto con cui, il 18 settembre, gli scozzesi decideranno se diventare uno Stato indipendente o rimanere sotto la bandiera britannica dell'Union Jack. L'iniziativa è organizzata dalla Fondazione Sardinia.
Dopo la presentazione dei componenti della delegazione sarda a Edimburgo, il professor Carlo Pala dell'Università di Sassari svolgerà una relazione su “Autodeterminazione e referendum in Scozia, una lezione per i popoli senza Stato”. Seguiranno gli interventi della delegazione e dei rappresentanti delle varie organizzazioni politiche presenti, e il dibattito con il pubblico.
In conclusione sarà letto il “Messaggio delle donne e degli uomini di Sardegna al popolo della Scozia”, che verrà poi consegnato alla delegazione isolana perché lo porti a Edimburgo.
 
 
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
2 – L’Unione Sarda di lunedì 15 settembre 2014 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
I nuovi calcoli Istat
Il Pil (drogato) dell'Italia
Beniamino Moro
Se il Pil ristagna perché la produzione e l'occupazione languono, ci pensa l'Istat a farlo crescere comunque con la revisione delle stime di calcolo, in particolare delle attività sommerse e l'inclusione di quelle illegali. Ad esempio, il Pil del 2011 (l'unico anno per cui sono stati già diffusi i dati) aumenta di 59 miliardi (+3,7%), il che consente di migliorare il rapporto deficit/Pil di quell'anno di 0,2 punti (dal 3,7 al 3,5%) e la pressione fiscale ufficiale (non quella effettiva, che resta invariata) di 0,9 punti (dal 42,5 al 41,6%).
Alla rivalutazione hanno contribuito per 24,6 miliardi le modifiche nelle metodologie di calcolo, soprattutto delle spese in ricerca e sviluppo, e per 15,5 miliardi la rivalutazione dell'economia sommersa (lavoro in nero) e l'inclusione, per la prima volta nel calcolo del Pil, dell'economia criminale. Quest'ultima è valutata in 10,5 miliardi di ricavi derivanti dal traffico di droga, 3,5 miliardi dalla prostituzione e 300 milioni dal contrabbando di sigarette. Nel complesso, la nuova stima dell'economia sommersa è pari a 187 miliardi e rappresenta l'11,5% del nuovo valore del Pil. Sommando a questa componente quella dell'economia criminale (14,3 miliardi) l'Istat ottiene una più ampia definizione di «economia non osservata» pari a 201,4 miliardi, ovvero al 12,4% del Pil rivalutato. Se anche per il 2013 e per le previsioni del 2014 e 2015 ci saranno aggiustamenti del Pil analoghi, ne verrà modificato il quadro economico dei conti pubblici, sia pure in misura non eclatante, comprese le cifre della manovra finanziaria da inserire nella prossima legge di stabilità. La correzione, estrapolata al 2015, varrebbe infatti un aiutino di circa 3 miliardi di maggiori risorse a disposizione del governo. A scanso di equivoci, c'è da precisare che la rettifica delle metodologie di calcolo del Pil non è un regalo dell'Istat al governo Renzi, ma la conseguenza dei cambiamenti introdotti dal Sec 2010, il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali che definisce i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo. (...)
SEGUE A PAGINA 11
 
Primo Piano (Pagina 11 - Edizione CA) / SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Il commento di Beniamino Moro
«Quando il Pil ristagna è l'Istat a farlo crescere»
(...) Esso è entrato in vigore questo mese di settembre in tutti i Paesi dell'Ue e le modifiche introdotte sono state concordate dai ricercatori dell'Istat con i loro omologhi dell'Ufficio statistico della Commissione (Eurostat). Detto ciò, è tuttavia opportuno domandarsi se la scelta fatta a livello europeo di includere nel calcolo del Pil non solo l'economia sommersa, cosa che già avveniva in passato, ma anche l'economia criminale, sia da considerare solo come una correzione tecnica o nasconda invece anche considerazioni di natura ideologica.
Il Pil svolge un ruolo determinante nella definizione dei parametri chiave (rapporti deficit/Pil e debito/Pil) di valutazione della salute di un'economia e nel calcolo del premio per il rischio che viene incorporato nel famoso spread e che i mercati associano al debito pubblico dei singoli Stati. Esso rappresenta, quando è calcolato correttamente, la misura più affidabile della capacità di un Paese di produrre reddito imponibile, da cui trarre le risorse sotto forma di imposte per pagare gli interessi e rimborsare alla scadenza il capitale investito acquistando titoli pubblici di quel Paese.
Sia l'economia sommersa che quella criminale sfuggono per definizione alle autorità fiscali del Paese considerato e, quindi, risultano inutili ai fini della determinazione della sostenibilità delle finanze pubbliche. Come argomenta Marcello Esposito su lavoce.info , se gli abitanti di Evadolandia hanno tutti la Mercedes, ma risultano nullatenenti per il fisco, il Tesoro pagherà uno spread salato sui titoli di Stato anche se formalmente il rapporto deficit/Pil è basso a causa di una alta valutazione dell'economia sommersa. Il caso della Grecia si presta bene come esempio di questo tipo.
Se poi all'economia sommersa si somma quella criminale, si commette un vero e proprio errore di logica economica nel calcolo del Pil. Se quella sommersa, infatti, può sempre essere fatta emergere con un'efficace lotta all'evasione, quella criminale non potrà mai essere fatta emergere per definizione, ma sarà sempre combattuta dalle istituzioni.
Peraltro sono a rischio anche le attività lecite che dipendono dall'economia criminale: spesso infatti, eliminata quest'ultima, saltano anche le prime. Perciò, le attività criminali dovrebbero semmai entrare nel calcolo del Pil con un peso negativo, non positivo. Una loro valutazione positiva, invece, non solo è fonte di errori statistici, ma rappresenta il frutto di un'interpretazione ideologica inaccettabile, che dà comunque un aiutino ai Paesi come l'Italia in difficoltà di bilancio.
Beniamino Moro
 



QUOTIDIANI NAZIONALI

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