UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 16 settembre 2014

Martedì 16 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 settembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda di martedì 16 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
«Borse di studio per l’università,
meno soldi dell’anno scorso»
In tanti speravano di trovare i loro nomi al di sopra della linea di demarcazione che separa gli studenti che riceveranno la borsa di studio da quelli che, pur avendone diritto per requisiti di reddito e merito, non avranno alcun aiuto per mancanza di fondi. Ma la graduatoria provvisoria dell’Ersu, pubblicata la settimana scorsa, ha deluso le aspettative degli studenti: «Nonostante le rassicurazioni sentite all’inizio dell’anno - denuncia l’associazione Unica 2.0 - si ripresenta il problema degli idonei non beneficiari. Se la situazione dovesse rimanere tale, i fondi sarebbero inferiori a quelli stanzianti l’anno scorso».
Inoltre, gli universitari puntano il dito contro una nuova norma inserita nel bando dell’ente per il diritto allo studio, «che non riconosce ad alcuni studenti dei crediti maturati in diversi corsi di laurea, riconosciuti invece dall’ateneo».
«Riteniamo che l’Ersu sia ampiamente sotto finanziato - spiega Federica Atzeni, coordinatrice di Unica 2.0 - ma non per questo si possa arrogare il diritto di selezionare con criteri di dubbia validità, chi tra gli studenti idonei sia più beneficiario rispetto agli altri». Condivide Francesco Pitirra, rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu: «Dopo tutte le promesse sentite in campagna elettorale ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità nei confronti delle politiche sul diritto allo studio». (v. n.)

 

L’UNIONE SARDA

2 - L’Unione Sarda di martedì 16 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
RETTORATO. L’evento in ricordo del celebre maestro Susini
Un congresso sulle cere anatomiche

Un congresso per celebrare i 200 anni dalla morte del celebre ceroplasta fiorentino Clemente Susini, autore - insieme all’anatomista Francesco Antonio Boi - delle cere anatomiche realizzate tra il 1803 e il 1805 nel museo di La Specola in Firenze. L’evento si terrà il 23 settembre, in Rettorato.
Al convegno - organizzato dal Museo delle cere anatomiche di Cagliari e patrocinato dall’Università e dalla Società Italiana di Anatomia - saranno presenti il rettore di Cagliari Giovanni Melis e i suoi omologhi di Firenze e Sassari. Tra i relatori, hanno assicurato la loro presenza, Eleanor Crook (www.eleanorcrook.com) e Martin Kemp famoso per i suoi studi su anatomia e arte (www.martinkemp.com). Durante i lavori sarà anche presentato il libro “Le cere vive” pubblicato per iniziativa del noto chirurgo Ugo Pastorino, appassionato di ceroplastica e Direttore della divisione di Chirurgia Toracica dell’Istituto Tumori di Milano. L’inizio dei lavori è previsto le per 9,30.

 

L’UNIONE SARDA

3 - L’Unione Sarda di martedì 16 settembre 2014 / Cronaca di Oristano (Pagina 29 - Edizione CA)
SAN VERO. Il progetto della coop Su Pallosu aperto ai giovani disagiati
Pescaturismo: un piano per il rilancio del settore

Il progetto si chiama “S’Arricreu”: è il nome che i pescatori sardi danno all’insieme di avannotti, crostacei e piccoli pesci che rappresenta il serbatoio vitale per ricreare la risorsa ittica. Lo scopo dell’iniziativa, portata avanti dalla coop pescatori Su Pallosu, è duplice: dare una possibilità di inserimento ai minori con disagio e rilanciare la pesca, che non sta attraversando una stagione felice, attraverso l’acquisto di nuovi mezzi e i corsi di formazione per i pescatori. Oggi sono appena undici i soci della coop con una dotazione di 5 barche.
IL PIANO «Abbina lo sforzo per riconvertire in chiave ecocompatibile il lavoro dei pescatori colpiti dalla crisi del mare di Su Pallosu» spiega Gianni Usai, anima della coop, «a quello di aiutare i minori, con qualche disabilità o con problemi giudiziari a costruirsi un futuro lavorativo nel pescaturismo e nell’educazione ambientale». Il progetto è stato presentato con il sostegno di Legapesca, Legambiente, Slow food e università di Cagliari e con i finanziamenti europei. «S’Arricreu è un serbatoio vitale per ricreare le risorse ittiche, è un serbatoio di vita da rispettare e tutelare perché è l’insieme di piccoli organismi che permette la continuità di vita biologica, vegetale e animale su cui si reggono, sempre più faticosamente per effetto della desertificazione causata dallo strascico, le attività di piccola pesca artigianale. Basti pensare che a fine anni Ottanta la nostra coop riusciva a pescare, nel rispetto delle leggi e del mare, 14-15 tonnellate di aragosta a stagione. Negli ultimi due anni, come certifichiamo nella bozza di progetto, la media del pescato è crollata a 3-400 chili a stagione». I destinatari dell’intervento saranno quindici minori o giovanissimi con disabilità fisica, individuati nelle strutture diurne o residenziali presenti sul territorio o attraverso le segnalazioni dei servizi sociali della Sardegna e quindici minori inseriti nel circuito penale segnalati dal Centro di giustizia minorile.
L’ESPERIENZA Per questo sono state avviate le prime esperienze di pescaturismo che hanno avuto un buon impatto, soprattutto per la capacità della cooperativa di legare la pesca con l’educazione ambientale e la qualità alimentare della cucina legata al pesce e ai suoi derivati. Un esempio su tutti è quello dell’ittiturismo della peschiera Pontis a Cabras, che sta funzionando bene. «Il progetto S’Arricreu serve anche per un altro aspetto: a bordo dobbiamo migliorare la qualità della vita dei pescatori, dei giovani in formazione e, naturalmente, degli ospiti» dice Usai, «arricchendo così l’offerta turistica. Per questo vanno effettuati interventi sulle dotazioni e gli arredi delle imbarcazioni».
Patrizia Mocci

 


L’UNIONE SARDA 

4 - L’Unione Sarda di martedì 16 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
L’ex Sem di viale La Playa
Mi chiamo Robero Locci e sono di Villamar, un paesino del Medio Campidano. Ho saputo da L’Unione Sarda del campus che dovrà sorgere nell’ex Sem (semoleria) in viale La Playa. Io sono davvero contento di questo progetto per gli universitari. Però c’è un piccolo neo. Il 15 dicembre 1981 nella costruzione della semoleria è morto un ragazzo caduto da un’impalcatura mentre la costruiva. Fino ad oggi non c’è stato nessun ricordo in quel posto che appartenesse a questa persona. Io che sono il figlio e non ho avuto la fortuna di conoscerlo perché è morto un mese prima che nascessi io, mi ha turbato questa cosa fino ad oggi. Non ho mai avuto il coraggio di entrarci. Mi dispiace un po’ che venga raso al suolo il posto dove è morto mio padre, ma penso a tutti gli studenti che potranno beneficiarne. Avrei una proposta da fare. Mi farebbe piacere che nel campus ci fosse un angolo, anche solo una stanza dedicata a mio padre. Mio padre si chiamava Roberto Locci (proprio come me) ed è morto a 23 anni. Se qualcuno del progetto del campus riuscisse a realizzare questo mio desiderio ne sarei grato. Mi farebbe tanto piacere poter far vivere il ricordo anche in un posto come quello che andrà a costruirsi. Credo che non ci dovrebbe essere nessun problema nel dedicare anche solo un angolo a mio padre. Io ne sarei davvero felice se questo avenisse.
Roberto Locci
 



LA NUOVA SARDEGNA 
5 – La Nuova Sardegna di martedì 16 settembre 2014 / Pagina 31 - Alghero
Oggi a Sant’Anna il sindaco sottoscriverà l’accordo con il nuovo rettore Carpinelli
COMUNE E ARCHITETTURA PRONTI A LAVORARE INSIEME
La facoltà potrà offrire preziosi spunti anche per la predisposizione del Puc

di Gianni Olandi
ALGHERO Un importante accordo tra il Comune e l’università di Sassari, per la Facoltà di Architettura, sarà sottoscritto stamane nel corso di un incontro che si terrà alle 11 nella sala del sindaco di Sant’Anna. Saranno presenti il sindaco Mario Bruno, il direttore della Facoltà il professor Arnaldo Cecchini ed è annunciata anche la presenza del nuovo rettore dell’Università di Sassari, il professor Massimo Carpinelli, che potrebbe così formalizzare il primo atto ufficiale del suo mandato. Amministrazione comunale e autorità accademica si apprestano a sottoscrivere un nuovo accordo di collaborazione reciproca dando ai contenuti del documento una visione più ampia, territoriale, sui temi dello sviluppo sociale ed economico del territorio. Il sapere e le dinamiche della facoltà potranno infatti essere utili anche in un contesto comprensoriale dove esistono situazioni di tipo urbanistico che vanno affrontate nel merito in una visione più ampia, territoriale appunto. L’incontro di oggi giunge dopo un rapporto, tra Comune e Università, ricco di momenti collaborativi ma anche di situazioni di contrasto. Oggi Amministrazione e Architettura si impegneranno reciprocamente a favorire lo sviluppo in relazione ai temi della qualità e sostenibilità architettonica e urbana, della pianificazione urbanistica, territoriale, paesaggistica e ambientale, delle politiche della casa, della mobilità, della partecipazione, delle politiche turistiche. Una consulenza a tutto campo quindi per il Comune catalano dalla quale potranno giungere elementi utili soprattutto in relazione al piano urbanistico comunale che , si pensi, è in viaggio dai tempi della giunta comunale guidata da Carlo Sechi. Lo strumento urbanistico, affidato all’architetto Emilio Zoagli, ha attraversato dopo quella di Carlo Sechi le giunte di Tonino Lubrano, Marco Tedde, per quasi 10 anni, Stefano Lubrano e un paio di commissariamenti. Mese più , mese meno, una ventina di anni di astanteria. Ora Mario Bruno, anche per ripetute dichiarazioni pubbliche, vuole “attingere” dalla presenza della Facoltà alla quale, peraltro, il Comune ha messo a disposizione i “gioielli di famiglia”, l’ultimo in ordine di tempo il complesso di Santa Chiara sui bastioni. Qualche argomento divenuto materia di contendere tra le due istituzioni è rappresentato dalla ubicazione della Biblioteca Universitaria e di quella Comunale. Un argomento sul quale sarà possibile trovare una soluzione che soddisfi entrambe le esigenze. L’altra questione irrisolta è rappresentata dalla Casa dello Studente, della quale dopo oltre 10 anni dall’arrivo di Architettura, si parla soltanto nel solco delle compiacenti enunciazioni dei buoni principi. Il risultato è invece quello di una esposizione dei circa 600 studenti della facoltà, e delle loro famiglie, al mercato immobiliare sorretto come sempre dalla ferrea logica della domanda e dell’offerta. In questo contesto si registrano infatti situazioni speculative, che vanno a gravare sui costi del sostentamento agli studi dei ragazzi in larga misura provenienti da fuori. L’argomento Casa dello Studente andrebbe affrontato con una manifesta volontà politica e quindi con un primo incontro con l’Ersu che su questo fronte sta investendo importanti risorse nel capoluogo. Le esigenze degli studenti algheresi di Architettura sono evidentemente più contenute, la Casa e la mensa, e quindi più raggiungibili.


 

LA NUOVA SARDEGNA

6 – La Nuova Sardegna di martedì 16 settembre 2014 / Pagina 10 - Attualità
«Regolarizziamo 146mila docenti». Lupi: «Questo è il futuro»
GIANNINI: SCUOLA SENZA PIÙ PRECARI
Il ministro mette on-line le linee guida e invita a partecipare

di Annalisa D’Aprile wROMA La scuola è uno dei cavalli di battaglia del governo Renzi. E il premier decide di dimostrarlo nel giorno in cui la maggior parte degli studenti italiani torna in classe suggerendo ai suoi ministri di presentarsi negli istituti scolastici e mescolarsi con studenti e professori. Così, mentre lui va all’istituto Puglisi di Palermo, Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, visita l’ Agrario “Emilio Sereni” di Roma, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi si presenta nella scuola elementare “Goffredo Mameli” di Laterina, provincia di Arezzo, Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti, torna nell’istituto che frequentava da bambino, il “Cabrini” di Milano, e il vice del premier, Graziano Delrio, apre l’anno della primaria “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia. Con un tweet di primo mattino, «cari ragazzi buon primo giorno. Oggi comincia l’anno de #labuonascuola», Giannini lancia il suo augurio/invito a partecipare alle consultazioni sul sito del governo, dove ci sono le linee guida del nuovo programma di riforma della scuola. È ancora su Twitter che il ministro ribadisce la necessità di «assumere 146mila precari» per «dare alla scuola personale sicuro e motivato nel lavoro». Poi in un istituto agrario della Capitale, Giannini taglia il nastro del laboratorio in cui lavorano fianco a fianco allievi e alcuni detenuti del carcere di Rebibbia. L’obiettivo comune è diventare mastri birrai e inserirsi nel mondo del lavoro. “Vale la pena” si chiama la “bionda” spillata e assaggiata dal ministro e “A piede libero” è il nome scelto per quella di farro biologico che la scuola produrrà e metterà sul mercato. Un progetto sostenuto da due ministeri, Istruzione e Giustizia, in un’ottica di integrazione e formazione alla legalità. «Questo è un bell’esempio di buona scuola» commenta Giannini che proprio ieri in un’intervista a “Repubblica” ha spiegato la sua proposta per cambiare l’esame di maturità (via i commissari esterni e la tesina, meglio un nuovo progetto su tutto l’anno scolastico). In una scuola elementare a Laterina il ministro Boschi, stretta in uno spolverino rosso, promette un nuovo concorso per gli insegnanti. «Dobbiamo esaurire le graduatorie che già ci sono, dopodiché resterà il concorso lo strumento per accedere all’insegnamento in modo trasparente» annuncia il ministro per le riforme. E rivolgendosi ai piccoli dice: «Sono qui per farvi vedere come sarà la scuola nei prossimi anni. Tra 2 mesi come in tutte le altre scuole d’Italia torneremo per decidere quali sono le vostre idee per la scuola e voi mi direte che cosa vi piacerebbe studiare e cosa vorreste fare». Inaugurando l’anno a Reggio Emilia, il sottosegretario alla vicepresidenza del Consiglio insiste sulla «priorità dell’educazione». Delrio sottolinea che il «documento del governo sulla scuola è un’inversione di tendenza. Prevediamo un investimento massiccio sulle persone, sugli educatori, che sono le colonne su cui costruire questo progetto». E dall’istituto romano Pablo Neruda, Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, assicura che «qualsiasi intervento lo faremo coinvolgendo insegnanti e famiglie, e aiutaremo chi parte svantaggiato». Per il ministro Lupi «la sfida educativa è il futuro e la scuola è la principale risorsa che un Paese ha». Incoraggiamenti e consigli agli studenti sono stati dati dal ministro della Difesa Pinotti: «Non vi fate scoraggiare da chi dice che la scuola non serve», e dal ministro del Lavoro Poletti, «occorre applicarsi». Mentre il ministro della Cultura, Franceschini, all’artistico Ripetta, promette «la reintroduzione della storia dell’arte».

 


LA NUOVA SARDEGNA

7 - La Nuova Sardegna di martedì 16 settembre 2014 / Prima pagina
L’ESEMPIO VIRTUOSO È QUELLO DEL TRENTINO
di SERGIO DE SANTIS
È cominciato l’anno scolastico e neanche la ministra Giannini si è sottratta alla tentazione di ogni neoministro dell’Istruzione: cambiare l’esame di Stato.
CONTINUA A PAGINA 17

La Nuova Sardegna di martedì 16 settembre 2014 / Pagina 17 - Lettere e commenti
DALLA PRIMA PAGINA
Buona scuola, seguiamo l’esempio virtuoso del Trentino
È cominciato l’anno scolastico e neanche la ministra Giannini si è sottratta alla tentazione di ogni neoministro dell’Istruzione: cambiare l’esame di Stato. Negli anni si è passati da una commissione tutta esterna a una tutta interna, a una metà e metà. Ora si tornerebbe alla commissione formata da insegnanti interni con il solo presidente esterno. Con il sicuro risultato di un notevole risparmio di risorse per pagare i commissari di esame. Ma a questo punto non sarebbe meglio abolirlo del tutto, questo benedetto esame, che si traduce in un inutile stress per alunni, famiglie e docenti, oltre che in un grosso impegno economico? Dopo cinque anni gli insegnanti saranno in grado di valutare i loro alunni, no? Che l’obiettivo non sia solo il risparmio economico è un leit motiv che attraversa tutte le 126 pagine del documento governativo “La buona scuola”, scritto da gente che di scuola ne capisce, anche se pervaso da un mirabolante didattichese anglofilo che va dal classico problem solving al meno noto decision making all’inedito mentor. La “buona scuola” non vuole essere un libro dei sogni, tuttavia scommette nella soluzione di problemi che si trascinano da sempre. Precariato? Si assumerebbero in un triennio quasi 150mila insegnanti, e si cerca di spiegare dove si troverebbero i miliardi necessari. Qualità dell’insegnamento? Ci sarà un comitato di valutazione e di autovalutazione, ma composto da docenti e dirigente scolastico (anche se con l’aggiunta di un esterno). Un po’ come se per sapere come si mangia in un ristorante si chiedessero informazioni al cuoco e al proprietario, più che ai clienti. In Europa, ma anche in molte università italiane, si chiede ai fruitori del servizio, gli studenti, di compilare questionari sulla qualità dell’insegnamento e dei servizi. È tutto il sistema scuola che va valutato, dai docenti al dirigente, alla segreteria, ma a esprimersi devono essere soprattutto alunni e famiglie. Leggiamo che l’età media dei 600mila insegnanti italiani è di 50 anni, con un picco a 59. Non c’è scritto, però, che oltre ad essere il corpo docente più anziano d’Europa, è anche tra i peggio pagati dell’intero Occidente. Si cerca di spiegare come abolendo gli scatti di anzianità (peraltro bloccati da anni) in realtà l’insegnante avrebbe a guadagnarne con scatti accumulati per merito. Per fugare i sospetti che questo provvedimento serva solo a risparmiare si potrebbero, almeno per i primi anni, mantenere gli scatti di anzianità e introdurre incentivi legati alle reali capacità didattiche. Il governo della scuola italiana sembra oggetto di corsi e ricorsi storici. A parte gli esami di Stato, si è via via cercato di potenziare l’informatica, l’inglese, il management direttivo, l’aggiornamento, l’alternanza scuola-lavoro, ma le cose non sembrano molto migliorate. È indubbio che nella scuola debbano entrare merito e quindi valutazione, tutti sanno che il nostro Paese si regge sull’onestà e quasi il volontariato di molti che suppliscono all’inefficienza di tanti, ma il problema è che si rischia sempre di dover fare le nozze con i fichi secchi. “La buona scuola” chiede il contributo costruttivo di ognuno. Prendiamolo in parola e proviamoci. C’è in Italia una scuola che funziona benissimo, all’altezza dei maggiori standard europei, ed è quella della Provincia autonoma di Trento. Il segreto? Maggiori risorse, investimenti in strutture e personale. Il tempo scuola viene attentamente monitorato e retribuito, sia che si tratti di insegnamento, effettivo aggiornamento o altro impegno certificato. Tutto qui. Se stavolta si partisse dalle esperienze che funzionano, mettendo in campo le risorse necessarie e un efficace sistema di valutazione esterno all’autoreferenzialità della pubblica amministrazione, forse vorrebbe dire che davvero qualcuno sta provando, e non solo a parole, a cambiare la scuola. E sarebbe pure ora. 


 




QUOTIDIANI NAZIONALI

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