UniCa UniCa News Rassegna stampa Venerdì 12 settembre 2014

Venerdì 12 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 settembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 

L’UNIONE SARDA

1 – L’Unione Sarda di venerdì 12 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
ARTE E CULTURA
Ultimo appuntamento con la terza Scuola internazionale estiva di architettura. Domani alle 11, nel chiostro di via Santa Croce, verranno presentati i risultati e la critica finale dei progetti. La giornata si chiuderà alle 18, nell'aula magna di piazza d'Armi, con una lectio magistralis dell'architetto Josef Rykwert.
 
 
 


2 – L’Unione Sarda di venerdì 12 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 13 - Edizione CA)
Il giudice che corregge le leggi
L'aula magna della facoltà di Giurisprudenza ha un muro “cucito” dai fili neri di Maria Lai. In un pomeriggio bollente è gremita di donne. Sono avvocate, piscologhe, medici riunite per discutere di parità di genere, per il terzo anno consecutivo. L'intervento inaugurale è affidato alla quinta carica dello Stato. Il che veste l'appuntamento di una solennità speciale.
In realtà Giuseppe Tesauro non era stato ancora nominato presidente della Corte costituzionale quando aveva detto sì agli organizzatori ma la prestigiosa nomina non gli ha impedito di mantenere la promessa. Giurista, napoletano, ex presidente dell'Antitrust, esperto di diritto comunitario viene ricevuto dai vertici dell'Ateneo cagliaritano, della Regione, del Comune, degli ordini professionali e delle forze dell'ordine. In un'ora di intervento affronta con parole chiarissime temi difficili legati al principio di uguaglianza. In modo laico e senza retorica. «Non bisogna aver paura di cambiare».
Quote rosa, matrimoni omosessuali, diritti dei transessuali, doppio cognome, immigrazione: questioni bollenti, affrontate dalla Consulta, e dalla Corte europea, che hanno finito per supplire alla carenza del legislatore. Tesauro spiega bene, apprezza il fitto programma di “Sui generis” e si sofferma sull'amore malato. «Ne so poco, non sono un esperto ma qui manca un tema: il ruolo di tv e giornali nel dar conto all'opinione pubblica di quel che succede».
Applausi convinti. E poi, a chi glielo fa notare, dice che «sì, certo, sarebbe stato più bello se ci fosse stata una presidentessa della Corte costituzionale a parlare di parità di genere».
Invece non ci sono donne al vertice della Consulta né della Cassazione né del Csm.
«Siamo arrivati in ritardo a certe conquiste, a modificare una certa cultura maschilista, eppure si dice che la società italiana sia matriarcale. È anche una questione di generazioni, agli alti livelli dell'amministrazione e delle istituzioni è difficile trovare una donna. Però abbiamo cominciato: nella Corte costituzionale ce n'è una. L'Istituzione richiede molte sensibilità, oltre che formazioni culturali, e quella femminile è notevole».
Non sarà questione di sensibilità l'impasse della Camera che non riesce a nominare i giudici costituzionali di nomina parlamentare.
«Questa è una domanda facile per una risposta molto difficile.
Nove votazioni a vuoto: l'ultima ha bocciato Violante e Catricalà.
«Sono un po' sconcertato ma non sorpreso, è già capitato. È una riflessione che richiede tempo».
In effetti...
«È un peccato, l'Istituzione non merita questo trattamento».
La Consulta ha abrogato il “porcellum” e il Parlamento non ha ancora legiferato. Risultato: rivive il proporzionale puro. Che effetto le fa?
«Quella sentenza avrebbe potuto, e dovuto, stimolare il Parlamento a fare una riforma elettorale che da tempo il Paese richiedeva. Quella legge elettorale conteneva criticità che la Corte aveva già fatto emergere, sperando, anzi, invitando il Parlamento a legiferare. Invece hanno aspettato la sentenza».
E anche oltre.
«E dire che è un passaggio di democrazia fondamentale».
Lei rappresenta la Casta: auto blu, appartamenti, segretarie anche oltre la pensione, super stipendi, tante ferie.
«Per la verità, io personalmente, nel senso negativo del termine non mi sento di far parte di una casta. La Corte costituzionale è un'Istituzione. Molte cose che dicono i giornali, se mi posso permettere, sono bugie. Ma quale auto e segreteria a vita. E poi, io non prendo un euro in più di prima».
Non è vero che lo stipendio è di 450mila euro l'anno?
«Di netto certamente no. Quanto alla scorta, non dipende da noi, io anzi mi trovo a disagio perché sono un comune mortale. Così penso: meno male che dura poco».
A proposito, sembra che i presidenti della Consulta abbiano una data di scadenza, la sua è l'8 novembre.
«C'è una ragione generale e una particolare. La prima è che non siamo contrari alle presidenze di breve durata perché abbiamo un senso di collegialità molto forte, l'individualismo è sentito dalla maggioranza con diffidenza».
Ma così non si riesce a dare un'impronta.
«Non abbiamo l'idea di un presidente che deve dare la sua la impronta. Mi rendo conto che dall'esterno non si capisce, si pensa solo ai privilegi, profili di volgarità che ci sono estranei».
La ragione particolare?
«Devono cambiare quattro giudici, quindi è forse giusto un presidente-ponte».
La Corte costituzionale è il giudice delle leggi ma spesso si sostituisce di fatto al legislatore. L'ultimo esempio: l'eterologa.
«Noi rispondiamo alle domande di un giudice che ci chiede se una certa norma è compatibile con la Costituzione. In questo caso ci chiedevano se lo fosse il diritto di cui alla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. E noi abbiamo risposto, non c'era motivo per non farlo».
Si sta pensando di metter mano alla Costituzione: vede dei rischi?
«Ci sono alcuni passaggi che fanno parte dell'assetto costituzionale che forse meritano una sedimentazione maggiore. Ma la procedura può darsi sia una garanzia sufficiente».
Il problema è quel “puo darsi”. Si sta pensando pure a una nuova distribuzione delle competenze fra Stato e regioni. Innanzitutto: lascerebbe gli statuti speciali?
«Le regioni a statuto speciale hanno una ragione specifica e non credo il discorso sia questo, semmai quello di rimodulare in maniera più chiara il riparto di attività. È una lamentela che arriva proprio dalla Corte costituzionale».
Troppi conflitti di attribuzioni?
«Sì, sono oltre la metà del contenzioso, un'anomalia».
Maria Francesca Chiappe
 
 
 
 
 
3 – L’Unione Sarda di venerdì 12 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 14 - Edizione CA)
Guai per l'invito a Schettino
Violato codice etico
Diverse «violazioni del codice etico di rilevanza anche sul piano disciplinare» sono state accertate dalla Commissione etica dell'Università La Sapienza nel caso del professore che invitò Francesco Schettino a fare una lezione. È stato quindi avviato un procedimento disciplinare a carico del criminologo Francesco Mastronardi, che invitò l'ex comandante della Costa Concordia, sotto processo per il naufragio al Giglio, a parlare di gestione del panico a un seminario.
 
 
 
 
 
4 – L’Unione Sarda di venerdì 12 settembre 2014 / Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
Monserrato
Il Comune risarcirà le società
Società sportive senza strutture, chi sparisce, chi divide il vivaio, chi aspetta risposte. La prima che vuole dare l'assessore allo sport Marco Asunis riguarda la parcella di sei mila euro arrivata un mese fa dal Cus a quattro società sportive per l'affitto della cupola. Una tegola sull'economia delle squadre convinte che dovesse pagare il Comune, soprattutto dopo che gli 8 euro all'ora della vecchia convenzione sono diventati 26.
«Le società ora dovranno pagare - chiarisce Asunis - con la garanzia che dopo riavranno tutto tramite i contributi che abbiamo deciso di destinare allo sport per la prossima stagione». Quanti? «Da 43 mila euro siamo passati a 49 mila, proprio per far ciò che le norme non permettono, cioè finanziare soggetti privati». Per il resto è «tutto sotto controllo», dice, «la cupola geodetica di Riu Saliu sarà disponibile a breve, manca un foglio dei vigili del fuoco e intanto è in corso di riattivazione la convezione per avere il campo del Cus».
Per le società monserratine, però, quelle cifre, nonostante la cortesia della dirigenza Cus, sono impossibili. E Riu Saliu resta una bellissima incompiuta preda di furti e a suo tempo, alluvioni. «Ancora senza illuminazione e arredi».
L'unica conquista è quella degli spettatori di Azzurra e Monserrato, «potranno usare le gradinate». Per aprile la palestra sigillata si deve ancora fare un bando e aspettare la costruzione di due-tre campi di calcetto che lo rendano remunerativo e autosufficiente. «A gennaio parte tutto». Ma le alte palestre? «La Marmora di via Tonara sarà agibile a breve». (v.s.)
 
 
 
 
5 – L’Unione Sarda di venerdì 12 settembre 2014 / Estate (Pagina 5 - Edizione IN)
Gramsci, da qui al mondo
«Tutto è nato a Ghilarza»
Obiettivo? «Diventare il punto di riferimento mondiale per gli studi gramsciani». Più che ambizioso: temerario. Gramsci è una di quelle rare figure del pensiero politico che non subiscono il tempo. Va oltre il marxismo e sopravvive alle ideologie. Viene esplorato ovunque, e non solo a sinistra. Dalle sue opere spuntano continuamente elementi di approfondimento, le sue apparenti contraddizioni aprono ulteriori dibattiti. Se mai è esistito un intellettuale “aperto”, anche oltre la sua volontà, Gramsci è un modello. Conseguenza: dagli Usa all'Europa, da Oriente a Occidente, il pensatore sardo è un “laboratorio” con le porte sempre spalancate. I punti di riferimento sono infiniti e planetari. Eppure a Ghilarza ci credono alla possibilità di creare un osservatorio permanente e privilegiato, malgrado i tempi critici della nazione (e dell'Isola). E da qui la prima GSS. Ghilarza Summer School, appunto.
Ci credono perché «qui, a Ghilarza, è dove tutto ebbe inizio», spiega Maria Giovanna Faedda, presidente dell'associazione Casa Museo Gramsci, motore dell'operazione insieme alla Fondazione Istituto Gramsci (di Roma) e all'International Gramsci Society. «È da qui che partì il pensiero di Gramsci. Qui il bambino costruttore di giocattoli e amante della natura vide le ingiustizie della società». E Ghilarza resta il luogo dove abitò più a lungo «e si formò la sua personalità». Non a caso «Antonio continuò a chiedere notizie del paese anche durante la prigionia».
Come e quando è nato il progetto? Nel maggio del 2011, durante la serata di presentazione del libro di Fabio Frosini “La religione dell'uomo moderno”. Idea semplice e complessa: ospitare una scuola di studi gramsciani per un progetto di tre anni. «L'ambizione, ovviamente, è quella di arrivare al progetto annuale», ma questa è un'altra storia ancora (e forse) da scrivere. Ha aderito subito la Fondazione Banco di Sardegna, che resta l'unico centro finanziatore. L'anno scorso un'anticipazione e quest'anno, per l'esattezza l'8 settembre, il via. Chiusura oggi. Sono state assegnate quindici borse (a 12 donne e 3 uomini, perlopiù laureati e dottorandi) dopo un bando di concorso che ha coinvolto studenti di ogni parte del mondo. Curioso osservare che 7 partecipanti sono italiani, 5 brasiliani, uno argentino, uno inglese e uno messicano. Nel corpo docente, insieme a Frosini, Gianni Francioni e Giuseppe Vacca, il nucleo di partenza, specialisti italiani, inglesi, americani e brasiliani: Joseph A. Buttigieg, Giuseppe Cospito, Marcus E. Green, Guido Liguori, Giancarlo Schirru, Giovanni Semeraro, Peter D. Thomas. Una scelta di figure «al vertice dell'analisi del pensiero gramsciano». Per «uno studio sistematico, senza voli di fantasia, come capita a qualche ricercatore». E con un punto di incontro fra scuole internazionali di diversa estrazione. Coinvolti anche il nipote (Antonio jr.) e il pronipote (Luca Paulesu) di Gramsci.
Ogni anno un tema, fra quelli - spiega la Faedda - che hanno il valore del possibile, con l'occhio a «ciò che di Gramsci è attuabile anche nella società contemporanea», Partenza con la questione “Egemonico/ subalterno”. Nel 2015 il discorso si allargherà a “Folclore, religione, senso comune, buon senso, filosofia”. Nel 2016 “La società civile”. In programma anche incontri pubblici, come quello che domani alle 19, all'Orto botanico di Cagliari, analizzerà “I linguaggi per Gramsci”, con Thomas Hirschhorn (ideatore del progetto “Gramsci Monument” portato a New York), Paulesu, i docenti della Scuola e dell'Università di Cagliari: un appuntamento della possibile capitale europea della cultura 2019.
Il primo bilancio è soddisfacente, dice la Faedda, «ma soprattutto siamo contenti di essere riusciti a mettere in piedi il progetto. Purtroppo siamo abituati alla precarietà». E allo scarso entusiasmo, si potrebbe aggiungere, malgrado l'evidente possibilità di far conoscere qui e altrove il più grande pensatore dell'Isola. Non risulta che la Regione abbia mostrato interesse («È un brutto momento per la cultura», d'accordo) e per il resto solo vicoli ciechi. «In futuro? Speriamo che la Fondazione Banco di Sardegna continui a finanziarci, ma non ne siamo ancora sicuri». Certo che se di entusiasmo si può parlare, bisogna trasferirsi all'estero. Fino al Brasile. «E il fatto che sia più facile lavorare con le borse di studio laggiù e non in Italia, e non a Cagliari in primo luogo, dice molto». Moltissimo. Ma anche questo in fondo «era scontato».
Roberto Cossu


LA NUOVA SARDEGNA

6 – La Nuova Sardegna di venerdì 12 settembre 2014 / Pagina 23 - Oristano
COLDIRETTI A scuola di dieta mediterranea
Uno studente oristanese alla Summer school del made in Italy
ORISTANO Anche uno studente oristanese ha partecipato alla Summer School del made in Italy a Pollica (Salerno). Roberto Mannai (insieme all’olbiese Alessandra Feola), ha partecipato alla Summer School, sede dell’Osservatorio mondiale sulla dieta mediterranea. Quattro giorni intensi di didattica sia teorica che pratica, sviluppatasi su tre filoni che rappresentano le principali macro aree dell’ecosistema del made in Italy: legale e amministrativo, innovazione sociale e creazione nuove imprese, sviluppo territoriale.
«L’iniziativa, – spiega Luca Saba, direttore regionale Coldiretti – promossa da Coldiretti Giovani Impresa, era rivolta a 30 giovani “eccellenti “ di tutta Italia, selezionati tra le candidature pervenute dalle università. L’obiettivo: favorire la crescita di nuove figure professionali atte a contribuire allo sviluppo delle potenzialità di un modello basato sul made in Italy».
Per il direttore provinciale della Coldiretti, Ermanno Mazzetti «grazie alla presenza del giovane studente universitario oristanese, anche la nostra provincia ha conseguito due risultati: esprimere una figura professionale nuova e qualificata, creare un precedente come opportunità lavorativa che può essere emulato».
 
 
 
 
7 – La Nuova Sardegna di venerdì 12 settembre 2014 / Pagina 25 - Agenda
IN BREVE
ALES IN ROCK NEL SEGNO DI GRAMSCI
L’associazione Casa natale Antonio Gramsci di Ales, in collaborazione con l’associazione musicale Alerese, organizza l’undicesima edizione di Rock X Gramsci, quest’anno intitolata Il privilegio dell’Ignoranza. Ogni anno il festival sceglie uno scritto giovanile di Antonio Gramsci e quest'anno si fa riferimento al testo dove l'autore pone l’accento sulla necessità, per i diseredati, di istruirsi allo scopo di accrescere la propria capacità critica per poter costruire una nuova società in cui tutti possano accedere ai ruoli di direzione. Oggi alle 19,30 l'apertura con la presentazione multimediale del libro Glocal Jazz, scritto da Claudio Loi e che verrà intervistato da Giuseppe Mocci. Alle 21,30 si esibiranno gli allievi del laboratorio di improvvisazione jazz diretti dal maestro Marco Colonna, seguirà il concerto del musicista romano. Domani alle 22 la docente dell’Università di Cagliari e studiosa di Gramsci, Patrizia Manduchi, leggerà il brano che da il titolo all'edizione 2014, a seguire il concerto della band garage cagliaritana No Deal e degli oristanesi Undisco Kidd, con dj-set curato da Agitated Uruguay. Sempre domani, in solidarietà con il popolo palestinese, il festival ospiterà un banchetto informativo della associazione Sardegna Palestina. L’ingresso è gratuito. (cat.co.)
 



QUOTIDIANI NAZIONALI

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Questionario e social

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