Venerdì 8 agosto 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 agosto 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
E-learning
Smartphone e tablet per laurearsi in Economia
 
Seguire il corso di Microeconomia sul tablet mentre si è in treno. Sfogliare le slide di Economia aziendale direttamente sullo smartphone, o magari approfondire l'ultima lezione di Statistica con i link consigliati dal docente. L'Università di Cagliari continua a investire sull'e-learning per portare l'offerta formativa anche al di fuori delle aule universitarie. Andando così incontro alle esigenze di chi, come gli studenti fuori-sede o gli studenti lavoratori, non sempre può frequentare i corsi.
L'ateneo cagliaritano rilancia il canale e-learning per il corso di laurea triennale in Economia e gestione aziendale, uno dei più frequentati con oltre 500 matricole ogni anno. «La ragione che ha indotto l'ateneo ad adottare un canale e-learning parallelo a quello tradizionale», spiega Gianni Fenu, direttore di Unitel Sardegna, «nasce da un'esigenza di innovazione nella didattica universitaria che annulla le distanze e favorisce l'apprendimento».
Il metodo si avvale di una piattaforma e-learning riservata, all'interno della quale gli studenti hanno accesso ai contenuti multimediali che includono video-lezioni, animazioni, schermate testuali o composte da testo e audio, collegamenti ipertestuali, glossari, questionari di autovalutazione. Come gli studenti "tradizionali", quelli e-learning seguono lo stesso corso di studi ed esami e conseguono lo stesso titolo di laurea.
Mauro Madeddu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 42 - Edizione CA)
Sassari
Non spreco ma risparmio
per l'azienda mista
 
«Nessuno sperpero di denaro pubblico ma risparmi per l'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari». Lo hanno chiarito ieri in una nota i vertici dell'Azienda mista, in risposta alle accuse di sprechi negli acquisti di alcuni beni e servizi. Soprattutto per quanto riguarda la fornitura di gasolio per il 2013, aggiudicata tramite una gara europea, nel quale, l'Aou, ha speso oltre un milione di euro risparmiando oltre 39 mila euro all'anno. «Oltre ad un risparmio in termini economici - hanno chiarito dall'azienda - si è avuto un beneficio derivato dalla possibilità di fruire di un servizio aderente alle esigenze della azienda rispetto a quello Consip, previsto dalla normativa».
Stesso discorso anche per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica, prima intestata all'Università e poi passata all'Azienda ospedaliera universitaria inizialmente con le stesse condizioni economiche. ( a.br. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 13 - Edizione CA)
Università chiuse
Lauree false in Albania
 
Il governo albanese ha revocato le licenze a 18 istituti di istruzione superiore sospetti per aver effettuato la vendita di diplomi falsi.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 9 - Edizione CA)
GIUNTA. La sblocca-cantieri
Sanità pubblica, per gli ospedali ecco 287 milioni
 
La Giunta regionale dà una scossa alla sanità sarda. Via libera, ieri, alla sblocca-cantieri, la delibera che mette a disposizione 287 milioni di euro per sistemare gli ospedali sardi, «con progetti concreti», ha detto il presidente Francesco Pigliaru, «che genereranno obbligazioni vincolanti entro il 31 dicembre 2015. Significano risorse in tempi rapidi per la nostra economia. E miglioramento dei servizi per i cittadini». Gli interventi più importanti: la ricostruzione ex novo dell'ospedale di San Gavino con 68,4 milioni di euro (con una rimodulazione dell'investimento iniziale) e 95 milioni per l'ampliamento del complesso ospedaliero universitario della Aou Sassari con 146 degenze in più. Pigliaru ha parlato di rafforzamento della sanità pubblica. «Ci siamo impegnati nei mesi scorsi in un investimento privato», ha detto, «ma questo non vuol dire che non stiamo pensando al pubblico. E questo è il segnale». Tra i finanziamenti anche 15 milioni per il Brotzu per interventi di ristrutturazione e 40 per il Policlinico di Monserrato per la realizzazione del “blocco R”, che dovrebbe contenere anche alcuni reparti del San Giovanni di Dio. «Al Santissima Trinità», ha spiegato Pigliaru, «a causa dei rischi per dei vincoli a Tuvixeddu, la rimodulazione vede un decremento di finanziamenti da 48,4 milioni a 12,5 milioni». Ma il Santissima Trinità potrebbe usufruire di altri fondi per un nuovo progetto. Ci sono poi 17,5 milioni per gli ospedali del Sulcis, 16 milioni per il nuovo ospedale pediatrico e il potenziamento dell'Oncologico a Cagliari. Tra le delibere di ieri, anche la proroga dei contratti in scadenza per i 318 lavoratori dei Centri Servizi per il lavoro (Csl), dei Centri servizi di inserimento lavorativo (Cesil) e delle Agenzie di sviluppo locale, attualmente inseriti nell'Agenzia regionale del lavoro. (ro. mu.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 5
Arrivano 287 milioni per la sanità
Le risorse saranno utilizzate per sbloccare i cantieri nella Aou di Sassari e per il policlinico di Cagliari
 
CAGLIARI Non c’è solo (e per fortuna) l’ospedale privato San Raffaele nell’agenda della giunta Pigliaru, ci sono anche 287 milioni per la Sanità pubblica. Stanziati con una maxi delibera, saranno utilizzati per sbloccare i progetti in quasi tutte le Asl, nell’Azienda Brotzu e nei due policlinici di Cagliari e Sassari. È un intervento su larga scala e dai tempi definiti, massimo entro un anno e mezzo dovranno essere firmati i contratti con le imprese che si aggiudicheranno i bandi di gara, che la Giunta aveva annunciato a fine giugno proprio nello stesso giorno in cui di fatto il San Raffaele è entrato a far parte della rete ospedaliera regionale. Dopo poco più di un mese da quella delibera, dopo aver rischiato di perdere anche buona parte di quanto era stato assegnato alla Sardegna del «Fondo Sviluppo e Coesione» e infine aver sbloccato il pacchetto dei finanziamenti per l’edilizia sanitaria, sono arrivate le contromisure per il rilancio degli ospedali pubblici. «Sono 287 milioni in più e ancora una volta reali, per l’economia della Sardegna. Sblocchiamo progetti, apriamo cantieri, ci sarà nuova occupazione e il tutto vale almeno l’un per cento del prodotto interno lordo della Regione. In più, con questi finanziamenti crescerà subito il livello di qualità della sanità nell’isola». Con una seconda certezza: «Siamo solo al primo passo, molto importante, di quella che sarà la nuova rete ospedaliera in Sardegna. Abbiamo in mente un grande progetto che, come sempre avrà come linee guida l’efficienza e l’efficacia». Concetto ribadito dall’assessore alla Sanità, Luigi Arru: «È la dimostrazione che non stiamo abbandonando o indebolendo la sanità pubblica, ma anzi siamo impegnati su tutti i fronti a garantire un servizio di altissimo livello e per raggiungerlo dobbiamo poter contare anche su strutture moderne, complete e sicure». A parte il lungo elenco di interventi (vedi tabella a fianco) la novità sono le scadenze dei contratti. Sono tassative: entro le date indicate le Aziende sanitarie policlinici dovranno firmare i contratti con le imprese vincitrici delle gare, pena la perdita del finanziamento. «È questa la giusta regola imposta dal Governo per evitare il rischio di altre incompiute e noi la rispetteremo». Ad esempio il contratto per la costruzione del nuovo ospedale di San Gavino – classificato dipartimento per le emergenze e l’accettazione – dovrà essere firmato dall’Asl del Medio Campidano entro il primo settembre del prossimo anno. Per l’Azienda mista di Sassari, che con 95 milioni avrà altri 146 posti letto, dovrà assegnare i lavori al massimo alla fine del prossimo anno. Qualche mese prima, a maggio, dovrà fare lo stesso il policlinico di Cagliari, che aspettava da tempo i 40 milioni per costruire il «blocco R», in cui saranno trasferiti i pochi reparti ancora presenti nel vecchio San Giovanni di Dio e nelle altre cliniche universitarie. Di fatto dal super intervento resta tagliato fuori il Santissima Trinità di Cagliari: il progetto di ristrutturazione sarebbe stato molo lungo e per non perdere il finanziamento la metà è stata dirottata sull’ospedale di San Gavino. Detto delle scadenze tassative per i contratti, bisognerà vedere quanto tempo ci vorrà per realizzare una sessantina di opere, grandi e piccole, ma oggi è ancora presto per azzardare pronostici. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 3
l’indiscrezione
Paci nominato vicepresidente
 
Non c’è ancora l’ufficialità, ma è ormai certa la nomina dell’assessore Raffaele Paci (Bilancio e programmazione) a vicepresidente della Giunta regionale. Lo avrebbe comunicato, alla fine della riunione, il presidente Francesco Pigliaru. Oggi dovrebbe arrivare la conferma dagli uffici di viale Trento.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 5
colletta sulla rete
Crowdfunding per salvare il museo Nivola
 
ORANI La Regione avrà anche promesso che i fondi arriveranno a breve, ma non tutti sembrano crede alle parole dell’assessore alla Cultura Claudia Firino. Così è partita la raccolta di fondi sul web per salvare il Museo Nivola. Si chiama crowdfunding ed è la moderna versione della colletta. Si fa sul web, basta collegarsi alla pagina, lo si può fare attraverso la pagina Facebook del museo Nivola, e fare un offerta con un click. Bastano anche due euro. L’obiettivo è raggiungere almeno una parte dei 130 mila euro, indispensabili per arrivare almeno alla fine del 2014. La giunta Pigliaru ha ereditato da quella precedente il taglio alle risorse per i musei. Che in pochi anni sono state quasi dimezzate. Tra i primi atti dell’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru c’è stato l’incremento dei fondi per le attività culturali, portato fino a 30 milioni. L’assessore Firino ha anche promesso che per recuperare i fondi chiederà all’Europa. Ma le risorse servono subito al museo. In caso contrario, come ha spiegato il presidente della fondazione Nivola, Giulio Chironi, ai primi di settembre il museo chiuderà e i dipendenti saranno licenziati. Non ci sono alternative. E anche il sindaco di Orani, Franco Pinna, ha chiesto a Pigliaru di intervenire in prima persona per salvare il museo dalla chiusura. Pinna ha ricordato come il governatore abbia messo in primo piano nella sua campagna elettorale l’attenzione per la cultura. Ora servono azioni concrete. La Regione ha preso un impegno ufficiale, ma non tutti ci credono fino in fondo. E proprio per questo hanno scelto la versione moderna della colletta, della tassazione popolare, porta a porta, per risolvere l’emergenza e salvare un museo simbolo di tutta l’isola.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
P.a., approvato il decreto Madia
Via libera definitivo. Il premier: adesso sotto con la delega e i decreti attuativi
 
ROMA La riforma della Pubblica Amministrazione incassa il via libera definitivo del Parlamento. Il decreto è «legge», twittano il premier Matteo Renzi e il ministro P.a, Marianna Madia. Entrambi rilanciano, puntando sulla delega, definita dal ministro «il cuore» dell’operazione di rinnovamento. Il dl, passato con la terza fiducia, alla Camera è infatti «il primo tassello» del nuovo corso. I pilastri del provvedimento vanno, come riassume Madia, dalle «semplificazioni» all’«anticorruzione», dalla «mobilità» all’«equità nei compensi pubblici». Il cantiere resta aperto e si guarda già avanti: «Adesso sotto con la delega e i decreti attuativi», sprona Renzi. Il disegno di legge comincerà il suo iter dal Senato dopo la pausa estiva, con l’obiettivo di completare tutto per la fine dell’anno, così da dedicare «il prossimo», dice il ministro, proprio «all’attuazione». Intanto però non si placano le polemiche suscitate dallo stralcio di “quota 96”, lo sblocco dei pensionamenti nella scuola, con il presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd), che parla di «frattura» da sanare. Madia torna così sulla questione e chiarisce come dopo «i rilievi del Mef» il governo, «unito», abbia fatto «una scelta politica». Tra i punti principali nella nuova legge è previsto che d alla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati: per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016. Le pubbliche amministrazioni potranno mandare a riposto i loro dipendenti a 62 anni, purchè abbiano l’anzianità massima. Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite dei 66 anni. La soglia d’età non è però uguali per tutti, per i medici sale a 65 anni. Sono esclusi magistrati, professori universitari e primari. Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio all’altro, nel raggio di 50 chilometri, senza motivazioni. Tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o sotto la legge 104. I criteri generali per la mobilità saranno decisi, ed è una novità, insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al massimo si potrà scendere di un gradino.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 14
Fine della Bcc, sindacati in rivolta
Non c’è solo l’incorporazione in Banca Intesa: l’operazione comporterà un ridimensionamento dell’istituto
di Felice Testa
 
CAGLIARI Dopo appena cinque anni di vita, Banca di credito sardo scompare, incorporata dalla capogruppo Intesa Sanpaolo. Sparisce come marchio locale ma, temono i sindacati, con il nome spariranno anche la maggior parte delle funzioni direzionali e del lavoro qualificato che lasceranno l'isola. «Il piano di ristrutturazione del gruppo Intesa prevede la riduzione dei marchi locali che passeranno da una ventina a sei – spiega Enzo Strazzera, dirigente provinciale di Dircredito, sindacato autonomo –. Non si tratta, però, di un'operazione che si limita alla cancellazione di un nome. In Sardegna è già stato chiuso il polo di back office e i lavoratori riassorbiti in Contact Unit, di fatto un call center. Le lavorazioni specialistiche, come estero merci, successioni, tesorerie e rapporti con l’autorità giudiziaria, sono state trasferite in altre sedi di gruppo. Ora sono a rischio tutte le strutture di supporto: analisi fidi, piccole imprese e altre lavorazioni specialistiche. I grandi gruppi bancari stanno cercando di far quadrare i bilanci, con il taglio delle spese, di strutture e di personale, con la riduzione del numero delle filiali e con una aumento dei costi a carico della clientela. Il sindacato ritiene, invece, necessario tornare a una banca radicata nel territorio che conosce il cliente in maniera approfondita piuttosto che puntare a una banca che ha con il cliente rapporti fugaci, attraverso, internet, le mail o il telefono. La banca che era stata lanciata con lo slogan “vicino a noi”, sta diventando una struttura esclusivamente di tipo commerciale i cui centri direzionali sono sempre più concentrati in alcune strutture fuori dall’isola, mentre in Sardegna resterà solo il lavoro dequalificato. Noi ci opponiamo a questo modo di fare banca e diciamo no alla fuga di lavoro dalla Sardegna». Per il sindacato, la scelta di cancellare i marchi regionali rischia, perciò, di avere importanti e negative conseguenze in termini di qualità del lavoro e di numeri. «Non vogliamo – aggiunge Strazzera – che, data per scontata la perdita del consiglio di amministrazione e degli incarichi di presidenza e direzione generale, per la quale non ci stracceremo le vesti, vengano proditoriamente trasferiti oltre Tirreno i lavori ad alta specializzazione con ricadute negative sia in termini di occupazione che di qualità del lavoro. È mai possibile che un giovane sardo con un percorso di studio di alto livello, i cui costi sono a carico delle famiglie e delle università dell'isola, non possa aspirare ad un lavoro qualificato in ambito bancario nella propria terra e debba necessariamente cercarlo altrove? Noi chiediamo che vengano mantenute in loco le funzioni specialistiche e che i colleghi continuino a svolgere il loro lavoro in Sardegna, a prescindere dal marchio e dal modello organizzativo. Chiediamo inoltre che Intesa Sanpaolo, effettui assunzioni di giovani nelle aree con maggiori carenze di organico quali ad esempio il Nuorese e la Gallura. Insomma riteniamo che la decisione di mettere fine alla storia di una Banca regionale, che peraltro comporta la perdita di notevoli introiti fiscali per la Sardegna, con la scomparsa della ragione sociale e il trasferimento della direzione a Torino, non diventi l'ennesimo gioco di scatole cinesi ad esclusivo vantaggio di Intesa Sanpaolo. Come Rappresentanze sindacali aziendali, ricercando anche il sostegno delle Delegazioni di gruppo, saremo fermi nella tutela dei lavoratori per evitare che le ricadute siano solo a carico del personale e che si affermi un modello di fare banca sempre più lontano dai propri clienti e dalle esigenze dei territori».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 14
Matrica, prove di raccolta dei cardi
Porto Torres, continua la sperimentazione per creare la materia prima
 
PORTO TORRES Prove di raccolta del cardo nei campi sperimentali di Matrìca a Porto Torres. La giornata di mercoledì è stata anche l’occasione per condividere con il mondo agricolo i risultati di un anno di intenso lavoro per lo sviluppo di una coltura attorno alla quale si sono sviluppate attese ma anche critiche. La sperimentazione si avvale delle competenze di numerosi gruppi di ricerca del mondo accademico e dei grandi centri di ricerca italiani, ma anche di imprese esperte nei diversi settori, e sta riguardando una serie di aspetti: meccanizzazione, produzione integrata, genetica, chimica delle biomasse. Lo sviluppo della filiera del cardo è strettamente legato all’industrializzazione di una tecnologia italiana prima al mondo che ha dato vita all’impianto Monomeri Matrìca, inaugurato il 16 giugno e che rappresenta «un passo fondamentale per l’ integrazione agricola a monte, con possibili ulteriori ricadute nel campo degli oli vegetali, della mangimistica, degli zuccheri di seconda generazione e dell’estrazione di molecole attive. Proprio in tali ambiti sono in corso iniziative in collaborazione con il Cnr, il Cra e l’Enea, con l’Università di Napoli e in avviamento con l’Università di Sassari, ampliando lo studio anche a colture alternative o complementari con il cardo e agli scarti agricoli e mettendo a sistema le capacità di ricerca di Novamont e Matrìca». All’incontro di mercoledì, ha partecipato una folta delegazione del mondo agricolo del territorio (Cia, Coldiretti,Confagricoltura e Copagri), della ricerca e delle istituzioni locali. «La bioraffineria di Porto Torres – come ha sottolineato Matrìca – punta a sperimentare un modello di relazione agroindustriale innovativo, finalizzato alla realizzazione di una filiera corta radicata nel territorio e a basso impatto, che sia in grado di massimizzare i posti di lavoro locali e la sostenibilità ambientale ed economica di una gamma di prodotti per svariati utilizzi. Le attività in corso rappresentano l’elemento cardine del percorso avviato con gli operatori agricoli sardi per dar vita ad un modello di cooperazione basato sulla salvaguardia della biodiversità e delle produzioni autoctone e capace di generare nuova occupazione ed importanti opportunità di integrazione al reddito delle imprese agricole locali». Alle fasi di sperimentazione di raccolta del cardo ha assistito anche il sindaco di Porto Torres Beniamino Scarpa (presenti anche gli assessori all'Ambiente Gavino Gaspa, e alle Attività produttive Davide Tellini). «È una soddisfazione - ha commentato il sindaco - assistere alla concretizzazione di un'iniziativa che abbiamo seguito sin dall'inizio. Matrìca è un progetto industriale e imprenditoriale che sta proseguendo nel solco dell'innovazione e della ricerca. Stiamo passando da un'ipotesi concettuale alle attività sul campo. Ci aspettiamo che da questo progetto nascano opportunità di lavoro nel settore agricolo, industriale e nella logistica».

Questionario e social

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