Sabato 2 agosto 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 agosto 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Battesimo
Dall’autunno più facile raggiungere il Policlinico
 
Il vecchio tram e l’asfalto segnato dai binari: in quelle linee, che spesso diventavano geroglifici, una marea di ricordi. I nostalgici del trasporto urbano sui binari chissà come reagiranno quando fra qualche anno vedranno sfilare in via Dante e in via Roma le nuove vetture della matropolitana leggera: da piazza Repubblica (capolinea della nuova tratta, che sull’altro versante conduce già i passeggeri a Genneruxi, alla Città mercato Marconi di Pirri e al capolinea di Gottardo a Monserrato) alla fermata di San Saturnino, poi Bonaria (parcheggio del Cis), Lussu, Darsena (di fronte al Consiglio regionale), Municipio (leggermente spostato in direzione della Rinascente), piazza Matteotti, «vero centro intermodale della città», ha detto ieri il sindaco Massimo Zedda presentando nell’aula del Consiglio comunale il progetto della linea “Repubblica-Matteotti”.
La realizzazione della nuova tratta comporterà una rivoluzione nei collegamenti «che vedrà», ha chiarito l’assessore Mauro Coni, «anche il potenziamento del servizio degli autobus». L’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana ha ricordato che altre due linee aspettano il battesimo. «Siamo ai collaudi», ha detto l’assessore, «per le tratte Gottardo-Monserrato - Piliclinico-Università e Monserrato - Settimo San Pietro. In autunno l’inaugurazione». Battesimo in ritardo sulla tabella di marcia. «Sarà una grande salto in avanti poter raggiungere in metro, e in soli 17 minuti, l’Università e il Policlinico da piazza Matteotti». (p.p.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
RIFORMA. Legge di stabilità
Pensione a 62 anni
col meccanismo degli abbattimenti
 
ROMA Il governo riapre il “cantiere-pensioni” per chiudere la stagione delle deroghe e dare risposte complessive senza intaccare l’impianto della riforma. Arriverà quindi con la legge di stabilità, come ha annunciato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, un ritocco “strutturale” alla legge Fornero, sempre che si trovi una quadra sulle risorse. Per smettere con gli “interventi tampone”, ha spiegato il ministro, si stanno mettendo a punto «strumenti differenziati».
Una delle ipotesi su cui si lavora, suggerita dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, potrebbe essere quella di consentire la facoltà di ritirarsi dal lavoro a 62/63 anni, prima dei 66 anni previsti dalla Fornero con «una giusta penalizzazione», così come è già consentito di rimanere oltre, fino a 70 anni, con una rivalutazione. Le penalizzazioni potrebbero avere una forchetta dal 3 all’8% (applicate in modo inversamente proporzionale all’età di uscita).
Le verifiche sono ancora in corso e si stanno facendo tutte le simulazioni, anche perché va quantificato il costo iniziale delle varie ipotesi. Costo che però potrebbe in parte essere recuperato perché di fatto si offrirebbe, con la flessibilità, una via d’uscita laterale agli esodati e a chi usufruisce della cassa integrazione in deroga ed è a pochi anni dalla pensione (producendo di fatto risparmi su questi due capitoli).
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 12
Poletti apre: in pensione a 62-63 anni
Il ministro del Welfare chiede «più coraggio» ai sindacati ( che apprezzano ma chiedono un confronto) e riconosce che «il Pil che non cresce è un problema in più»
Più flessibilità in uscita, «perché se i più anziani rimangono al lavoro non entrano certo i giovani»
di Vindice Lecis
 
ROMA Se i lavoratori sono costretti ad andare in pensione sempre più tardi, alla fine ci rimettono i giovani disoccupati che non trovano posti liberi. Regola di buon senso, quasi banale, occultata da oltre un ventennio di decisioni assunte per elevare l’età pensionabile, sino alle estreme conseguenze della riforma Fornero. Ora il ministro Poletti ammette: vista la «preoccupazione per la vicenda dei giovani» (la disoccupazione record) bisogna rilanciare più «flessibilità in uscita» per le pensioni. Tradotto: si può e si deve andare in pensione - spiega il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta - a 62-63 anni «con una giusta penalizzazione». Proposte che i sindacati hanno accolto con attenzione pur tra molte cautele. Il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, ogni giorno alle prese con i dati sempre peggiori della disoccupazione giovanile, parla di «morsa terribile» perché «è stata aumentata l’età pensionabile delle pensioni e se i più anziani rimangono al lavoro non entrano certo i giovani». Ma c’è anche il «bacino dei cassaintegrati» che secondo il ministro «va sgonfiato». In conclusione si tratta di «un blocco che va superato flessibilizzando in uscita le pensioni e spingendo per la crescita». Il governo, spiega il sottosegretario Baretta, non vuole smontare la legge Fornero ma rafforzare la possibilità di lasciare il lavoro a 62-63 anni con una pensione più bassa. Così come già si prevede che chi rimane oltre la soglia dei 66 anni (fino a 70) abbia invece «una rivalutazione della pensione». Poletti spiega che una manovra correttiva in autunno «non servirà, ci sarà semplicemente la legge di stabilità. Tuttavia «il Pil che non cresce è un problema in più, rende complicato tenere i conti in equilibrio». Sulle pensioni iI sindacati apprezzano ma chiedono di saperne di più. «Siamo contenti che il ministro Poletti riconosca il tema della flessibilità, come da tempo sosteniamo - commenta Vera Lamonica segretaria confederale della Cgil - Bene che la si affronti al più presto perché è urgente approvare misure che rendano più flessibile la possibilità di pensionamento a determinare, per questa via, non solo maggiori occasioni di lavoro per i giovani e per chi lo perde ma anche il giusto riconoscimento di un diritto nell’accesso al trattamento pensionistico». La sindacalista precisa che allo stesso tempo «vanno mantenute assolutamente le norme introdotte nel decreto sulla Pubblica amministrazione e che riguardano il riconoscimento di quota 96 relativo al pensionamento degli insegnanti». Un tavolo di confronto chiede la Cisl anche sui «problemi aperti dalla riforma Fornero che va adattata alle nuove esigenze del mercato del lavoro». Secondo il segretario confederale Maurizio Petriccioli, serve «un diverso equilibrio che consenta di ripartire più equamente gli oneri connessi al pensionamento anticipato e per ripristinare elementi di flessibilità nell’accesso al pensionamento» sulla base di accordi tra le parti. Ma, incalza il segretario confederale della Uil Domenico Proietti, «è auspicabile che il ministro Poletti dia seguito agli annunci e già con la prossima legge di stabilità ripristini una giusta flessibilità nell’accesso alla pensione». La Uil pensa a un range tra i 62 e i 70 anni all’interno del quale il lavoratore può scegliere senza penalizzazione.
 

Questionario e social

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