UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 23 luglio 2014

Mercoledì 23 luglio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 luglio 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 

L’UNIONE SARDA

 
 
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
POLICLINICO. Nuovi locali
NEUROLOGIA, IL REPARTO TRASLOCA NEL BLOCCO Q
 
La Neurologia del Policlinico cambia casa e si trasferisce nel modernissimo Blocco Q. «Con il trasferimento - spiega il direttore della Clinica neurologica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari - chiudiamo un periodo storico cominciato oltre 90 anni fa, e ne apriamo uno tutto nuovo, importantissimo per la cura e la ricerca».
La Neurologia, dopo il trasferimento nel 2008 dal San Giovanni di Dio, si trovava da.sei anni nel gruppo N del Policlinico; gli ambulatori si trovavano invece al primo piano, vicino all’ingresso, nei locali dove a breve dovrà essere allestito il pronto soccorso.
Marrosu ricorda i tempi duri della Neurologia al San Giovanni, «con strutture fatiscenti, sbarre alle finestre, muffa sui muri, ampio bestiario di blatte e roditori. Col successivo trasferimento al Policlinico la dimensione nosocomiale ha assunto un aspetto migliore ma il salto di qualità vero lo facciamo ora con un reparto moderno e accreditato a livello europee e internazionale».
Più che un punto d’arrivo, prosegue Marrosu, rappresenta «una svolta storica e un debito pagato alla collettività. Con il trasferimento anche degli ambulatori e la possibilità di ammodernare apparecchiature decisamente vecchie con nuove tecnologie digitali (Eeg, polisonnografia eccetera) dobbiamo dare atto all’amministrazione universitaria e ospedaliera dell’Azienda di aver contribuito a un evento epocale nella medicina accademica cagliaritana».
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
 
2 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 8 - Edizione IN)
BIODIVERSITÀ. Nella “Banca del Germoplasma” all’Orto botanico di Cagliari
IL FORZIERE DELLA NATURA
Dall’uva nuragica ai garofani in via d’estinzione
 
Semi d’uva. Contemporanei dei bronzetti nuragici. Galleggiano in una scatolina d’acqua, fredda come il tempo. Il loro mausoleo è un frigo nel reparto di Archeobotanica al piano terra di quello che un tempo era il villino del direttore all’Orto Botanico di Cagliari. «Qui li conserviamo e li studiamo per capire in che rapporto siano con la vite di oggi», spiega Gianluigi Bacchetta. Questo scienziato di 45 anni, in maglietta, bermuda e scarpe da tennis, è professore associato del Dipartimento di Scienze botaniche dell’Università di Cagliari. In particolare è il direttore del Centro di conservazione della Biodiversità e della Banca del Germoplasma. Un forziere che custodisce, a 25 gradi sotto zero, 2 mila tipi di semi: le specie vegetali endemiche della Sardegna. Con un occhio di riguardo per quelle in via di estinzione.
Come il garofano di Moris dai piccoli fiori viola, che cresce solo nelle dune di Buggerru, assediate dal cemento. «I semi sono stati deidratati, classificati e crioconservati», spiega il professor Bacchetta. «Potremmo reidratarli e reimpiantarli se mai dovesse estinguersi l’unico garofano di sabbia conosciuto». Nel frattempo, il docente e la sua équipe (una ventina di ricercatori, tutti precari) collaborano con l’Ente Foreste perché lo scenario più drammatico non si realizzi. «Già tre anni fa è partito un progetto di ripopolamento. Ora c’è una nuova fioritura. L’esperimento sta andando bene, gli impianti producono fiori e frutti, la mortalità è appena dello 0.2 per cento». All’ombra dell’alto muro che separa l’Orto Botanico dal giardino dell’ospedale San Giovanni di Dio, i delicati garofani di Moris fioriscono dentro grandi vasi. Alcuni steli sono avvolti in sacchetti di garza. «Stiamo studiando se la pianta sia in grado di autoimpollinarsi senza il contributo di agenti esterni come gli insetti o il polline portato dal vento».
Poco più in alto, due ricercatori lavorano - letteralmente - con le mani e i piedi nel fango. Attraverso una serie di setacci sempre più fitti e un filo d’acqua stanno filtrando il terriccio raccolto negli scavi archeologici della necropoli di Tharros. I materiali lavorati vengono suddivisi in strati affiancati di grana diversa. Gli studiosi sono alla ricerca di germoplasma sopravvissuto ai millenni. Per adesso hanno trovato carboni e residui di ossa: i fenicio-punici seppellivano le urne con le ceneri dei defunti. «Questi un tempo erano materiali di scarto, ma per i botanici sono preziosi», spiega il professor Bacchetta. Dagli scavi archeologici arrivano informazioni importanti sulla paleo-dieta dei sardi. «I nostri antenati del bronzo antico mangiavano carne di cervo, orate, pigne e castagne». La cooperazione tra botanici e archeologici ha sfatato qualche convinzione errata. «Si pensava che il melone fosse stato importato dai romani. Ma ne abbiamo trovato tracce in un insediamento nuragico del 1500 avanti Cristo».
L’estate è una stagione di intenso lavoro per i botanici. È il momento di raccogliere i semi. Nei campi coltivati dall’uomo, ma anche nelle rocce impervie del Montalbo dove sopravvivono, tenaci e cocciuti, gli antenati rari di tante erbe d’uso comune. «Sono specie che hanno imparato a sopravvivere in condizioni estreme. Le loro caratteristiche genetiche sono importanti per la ricerca». Perché possono, per esempio, rafforzare varietà più deboli. E produrre nuove varietà da immettere sul mercato a caro prezzo. È anche per questo che il professor Bacchetta e altri studiosi sardi hanno sollevato gli scudi quando il colosso sementiero olandese Rijk Zwaan ha annunciato una campagna di raccolta che comprendeva alcune erbe endemiche rare e preziose. «Il patrimonio vegetale della Sardegna appartiene ai sardi, che hanno il dovere di preservarlo e studiarlo». Per amore di ricerca, ma anche per tornaconto economico. «Spesso non conosciamo appieno le proprietà fitochimiche e biomolecolari di specie anche comuni». Per esempio, dal rovo di mora si ricava un prezioso unguento cicatrizzante. Ora brevettato dall’Università. Ricetta antica: «Gli anziani sono una libreria vivente. Non dobbiamo disperdere le loro conoscenze». Semi di sapere, da custodire.
Daniela Pinna
 
 
L’UNIONE SARDA
 
3 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 8 - Edizione IN)
COSÌ TORNANO A VIVEREI BOSCHI E LE DUNE
 
Il Centro per la conservazione della biodiversità fa capo al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari. È finanziato dalla Provincia, da fondi regionali ed europei, da ricerche per istituzioni e privati. La Banca del Germoplasma fornisce all’Ente Foreste il materiale per il rimboschimento. La Cantina Gostolai di Oliena ha offerto borse di studio. Il Ccb sta facendo il ripopolamento delle dune a Chia. Inoltre segue progetti di risanamento di aree degradate in Tunisia e Libano.


 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
 
4 – La Nuova Sardegna / Sassari (pagina 22)
I risultati di un’indagine del servizio Orientamento dell’università per capire e arginare il fenomeno dei “fuori corso"
COACHING PER PREVENIRE LA DISPERSIONE
 
In tanti si iscrivono a giurisprudenza perché il padre e il nonno hanno fatto o fanno l’avvocato, chi sceglie medicina perché la migliore amica le ha convinte, chi opta per architettura perché il fratello grande del proprio compagno di banco fa stage all’estero e «si sta divertendo un casino», chi se ne vuole andare dal pese nell’entroterra per vivere in città. Molti di loro, troppi a Sassari, dopo un certo periodo si arenano, chi senza aver dato neppure un esame, chi a metà strada e chi a un passo dalla discussione della tesi. Di fatto entrano in quello stato sociale che si chiama fuori corso. Il problema è che di studenti ritardatari nell’università di Sassari ce ne sono troppi, ed è una delle criticità che l’ateneo si porta addosso come un fardello. Va detto che quello dello studente fermo con gli studi ma comunque regolarmente iscritto è una caratteristica tutta italiana che negli ultimi anni si è anche tradotta in un notevole calo delle iscrizioni. Ecco perché si è reso necessario correre ai ripari e avviare una serie di attività che aiutino i ragazzi in primo luogo a scegliere il corso di studi adatto a loro, che li accompagnino per prevenire o superare i momenti di crisi e li sostengano nella delicata fase di inserimento nel sistema produttivo. A Sassari è nato il servizio Orientamento, diretto dalla delegata rettorale Patrizia Patrizi che, per rendere più chiaro il quadro della dispersione universitaria, con il progetto “OrientAzione va in Dipartimento” ha condotto un’indagine su 422 studenti fuori corso. Di questi 166 hanno accettato di rispondere a un’intervista. «L’indagine - spiegano gli esperti del servizio - è servita a raccogliere le principali problematiche che possono aver contribuito al rallentamento universitario e le proposte utili a sostegno del percorso per il raggiungimento della laurea nei tempi previsti. A ogni partecipante è stata data la possibilità di accedere a consulenze individuali o di gruppo, che hanno consentito di individuare le strategie più efficaci per concludere al meglio gli studi. Ad esempio, sono stati contattati studenti che da anni non sostenevano esami, pur mantenendo l’iscrizione, come il caso di una ragazza a cui mancava solo la tesi di laurea. Da quattro anni viveva in un altro centro e ha trovato nella chiamata lo stimolo a concludere il percorso universitario». Il servizio di Orientamento ha pensato però di aggiungere al proprio programma quello di Goals finalizzato alla prevenzione della dispersione e alla promozione del benessere universitario con attività di coaching e assistenza psicologica. Alla base dell’iniziativa c’è l’idea di orientare a una scelta efficace ogni potenziale matricola e supportarla durante il suo percorso universitario al fine di ridurre il numero dei fuori corso e rendere più efficace il percorso accademico. Infatti accanto a queste azioni si è affiancata quella dal titolo significativo “Come sopravvivere all’università” che ha coinvolto 410 matricole e ha previsto l’esplorazione delle aspettative e delle difficoltà incontrate al loro ingresso e a metà del primo anno di corso di laurea. «I risultati emersi - conclude Patrizi - consentono di affermare che probabilmente, accompagnando lo/la studente fin dall’anticipazione e dall’effettivo riscontro del rendimento, si potrebbe non solo prevenire dall’origine l’insoddisfazione universitaria ma anche un basso livello di autoefficacia che, come evidenziato in letteratura, sono entrambi variabili in grado di generare abbandono e dispersione».
Gabriella Grimaldi
 
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
5 – La Nuova Sardegna / Sassari (pagina 22)
PRENOTARE ESAMI E RIFIUTARE VOTI, A BREVE GLI STUDENTI LO FARANNO ONLINE
 
 
Tra i servizi offerti dall’università per incrementare il benessere degli studenti ci sono i servizi offerti dal sito internet dell’ateneo a cui è possibile accedere dall’homepage del banner Self studenti. Attraverso il portale Esse 3 Cineca già da diverso tempo lo studente può gestire la propria carriera e consultare nel dettaglio tutta l’offerta formativa dei 13 dipartimenti. Attraverso il nuovo sistema di verbalizzazione on line, che a breve sarà a regime, gli studenti regolarmente iscritti, dopo aver effettuato l’autenticazione sul sito del proprio dipartimento con username e password possono fra l’altro prenotarsi agli appelli delle attività didattiche presenti nel proprio libretto on line, consultare gli esiti degli esami pubblicati dal docente, rifiutare eventualmente un voto di esame scritto entro la data indicata dal docente. Dal sito internet inoltre, dal 1° agosto al 20 ottobre, ci si potrà iscrivere agli anni successivi al primo e immatricolarsi ai corsi ad accesso libero. Per quanto riguarda invece il servizio di Orientamento e Diritto allo Studio è in grado di fornire consulenze agli studenti in ingresso, in itinere e in uscita. Anche i futuri studenti universitari ancora indecisi sul corso di laurea da intraprendere, riceveranno consigli professionali grazie al servizio di counseling psicologico. Uguale cura è riservata agli studenti già iscritti alla laurea magistrale, ai master e alle scuole di dottorato e specializzazione. Vi sono infine azioni di orientamento in uscita dedicate a tutti i laureati che si affacciano al mondo del lavoro. L’Ufficio Orientamento si trova in via Arborea 40/B. Numero verde 800882994; 079/229928.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
 
6 – La Nuova Sardegna / Sassari (pagina 22)
Scoperte archeologiche
MILANESE: «LA BRUCELLOSI NON DISTRUSSE GERIDU»
 

SASSARI Secondo Marco Milanese, ordinario di Archeologia medievale nell’università di Sassari e direttore degli scavi di Geridu, il batterio di brucellosi ritrovato in uno scheletro del villaggio medievale nei pressi di Sorso, «non è la causa dell’abbandono del villaggio da parte dei suoi abitanti. Si tratta di un batterio veicolato da ovini ed è naturale che in una società rurale e pastorale si siano verificati diversi casi di infezione. Ma questa patologia non è il motivo per cui Geridu è stato abbandonato nei primi anni del 1400». Le ragioni dell’abbandono di questo grande villaggio, che attorno al 1300 contava circa 2000 abitanti, furono numerose, ma le più devastanti erano collegate al sistema feudale imposto con la conquista catalana a partire dal 1323, la conseguente forte pressione fiscale, le terribili pestilenze della metà del Trecento e le carestie. Molti abitanti, ormai non più in grado di reggere il peso delle nuove tasse, si rifugiarono dentro le mura di Sassari, per scampare alle rappresaglie che il villaggio subì a scopo intimidatorio», continua il professor Milanese, che commenta: «Questa scoperta è indicativa del forte cambiamento della ricerca archeologia, oggi rispetto al passato. Un tempo gli archeologi e i siti davano il nome alle anfore oggi l’archeologia (e il caso di Geridu è certamente se non il primo caso in Italia, uno dei primissimi) dà il nome a nuovi genomi, come Geridu -1, aprendo in qualche modo il campo della biologia storica, con questa ricerca avanzata di bioarcheologia». La scoperta è stata realizzata in un laboratorio inglese grazie ad una ricerca collettiva di un’équipe multidisciplinare di studiosi guidata dall’università di Sassari, ed è stata pubblicata in questi giorni su MBio, rivista della società statunitense di Microbiologia. A seguito della scoperta, il microrganismo Brucella melitensis è stato ribattezzato appunto Geridu -1 e collegato a una specie identificata in Italia negli anni ’60, attraverso l’analisi del Dna tratto dal nodulo calcificato di uno dei cadaveri ritrovati nel sito.

 

LA NUOVA SARDEGNA

7 – La Nuova Sardegna / Sassari (pagina 22)

ALLA SCOPERTA DELL’ISOLA IN TRE DIMENSIONI

Venerdì mattina nella sede dell’ateneo è in programma un seminario sulle questioni ambientali

SASSARI Un seminario sullo “Scenario Sardegna - 3D Rte” è in programma venerdì alle ore 10 nell’aula Eleonora d’Arborea della sede dell’ateneo, in piazza Università. L’appuntamento rientra nell’ambito dei sette seminari tematici del “Sic del Grifone” rivolti alle istituzioni e alla popolazione con l’intento di aumentare la consapevolezza sulle questioni ambientali, sulle attività didattiche, turistiche e produttive realizzabili all’interno del Sito di interesse comunitario “entroterra e zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone” e nell’area circostante. Il tema del seminario è lo “Scenario Sardegna - 3D Rte”, realizzato per il Soccorso alpino e speleologico della Sardegna dalla Pangea srl, che consiste nello sviluppo di un sistema cartografico tridimensionale tale da risultare un valido supporto sia in termini di operatività reale (missioni di soccorso, elisoccorso, ricerca dispersi) che in termini di prevenzione degli incidenti fornendo ai potenziali fruitori degli ambienti montani maggiori opportunità di valutare e verificare itinerari e mete in funzione delle proprie capacità. Non sono poi trascurabili le implicazioni turistiche del software. In esso, dati scientifici di tipo geografico (morfologia, foto aeree, immagini satellitari, dati laserscan, dati batimetrici, dati meteorologici dinamici, eccetera) si integrano con qualsiasi altro tipo di informazioni del cliente, ivi incluse tracce Gps in tempo reale e oggetti 3D, in una "scena Rte". La risultante integrazione di informazioni conserva accuratezza, dettaglio e rigore concettuale, ed offre facilità di fruizione, interattività ed immediatezza di rappresentazione. Parteciperanno, in qualità di relatori: Maria Cristina Mele, direttore tecnico della Smeralda Consulting & Associati, azienda che cura il progetto del Sistema informativo; Alessandro Molinu, presidente del Soccorso alpino e speleologico della Sardegna (Sass), Matteo Cara, amministratore del Sistema cartografico Sass. L’evento rappresenta un’occasione ulteriore di dibattito, per conoscere le effettive ricadute ed i benefici ricevuti dalla divulgazione delle scene 3D Rte sugli operatori turistici e le amministrazioni locali. Verrà, inoltre, distribuito del materiale sul Progetto del Sistema informativo territoriale che la Smeralda Consulting & Associati S.r.l. sta portando avanti e nell’ambito del quale rientrano le attività seminariali.

 

 



QUOTIDIANI NAZIONALI

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rassegna stampa MIUR

 

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