UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 30 luglio 2014

Mercoledì 30 luglio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 luglio 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA


1 – L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
LA DESOLANTE SANITÀ SARDA
I tanti dubbi sul San Raffaele
Massimo Dadea
C on l’approvazione della delibera che istituisce il San Raffaele di Olbia sembra sia stata smaltita la sbornia di innovazione, eccellenza, specializzazione, ricerca, che ha coinvolto parlamentari, amministratori regionali, comunali, operatori sanitari. Ora, forse, sarà possibile ragionare sulle sorti della organizzazione sanitaria in Sardegna. Non prima però di aver constatato che la gran parte delle domande che questa vicenda ha suscitato sono rimaste senza risposta e che la sua realizzazione rimane alquanto aleatoria. La ventilata possibilità che il San Raffaele possa diventare un Istituto di ricovero e cura di alta specializzazione a carico dello Stato appare velleitaria. Vi è un aspetto che, a dispetto delle tante certezze generosamente dispensate, suscita perplessità e riserve: come una decisione così rilevante si possa calare in una organizzazione sanitaria gravata da notevoli distorsioni. La Sardegna è caratterizzata dalla natalità più bassa d’Europa e da una percentuale di popolazione anziana tra le più alte al mondo. Una realtà in cui per decenni il diritto alla salute è stato calpestato da un velleitario diritto al lavoro: un ricatto odioso che ha messo in contrapposizione due diritti costituzionalmente garantiti.
 Oggi la Sardegna è la regione d’Italia più inquinata e un terzo della popolazione è esposta all’impatto di materiali inquinanti, con conseguenze disastrose per la salute. Nelle aree del Sulcis-Iglesiente e Guspinese, in quelle di Sarroch e di Porto Torres è presente un eccesso di mortalità causato da un’alta incidenza di tumori della pleura e del polmone. I bambini che nascono in quelle aree hanno maggiori possibilità di morire a causa delle condizioni morbose perinatali. Nel SIN di Porto Torres - l’unico dotato di un registro dei tumori - si è registrato un aumento della mortalità, della incidenza oncologica e dei ricoveri ospedalieri per le patologie respiratorie. Tutto questo a fronte di una spesa sanitaria più volte definita fuori controllo, che presenta un disavanzo di oltre trecento milioni di euro, con una spesa farmaceutica tra le più alte in Italia, che destina gran parte delle risorse alla spesa ospedaliera e le briciole alla prevenzione. E siccome gli ospedali sembrano polarizzare l’attenzione di tutti, è legittimo chiedersi: in attesa dell’avvento del San Raffaele che ne sarà delle eccellenze della sanità sarda? Si continuerà a trascurare e a depotenziare strutture quali l’ospedale Brotzu (Azienda Ospedaliera di alta specializzazione e di interesse nazionale), l’ospedale Microcitemico, l’Oncologico, o le Aziende ospedaliero-universitarie di Sassari e di Cagliari? La vicenda del San Raffaele di Olbia rende ancora più urgente la definizione di nuovi strumenti di programmazione sanitaria: un nuovo Piano sanitario regionale e con esso il Piano della rete ospedaliera e della rete dei servizi territoriali.
 
 
 
2 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
In caso di eventi critici sarà il sindaco a dirigere i servizi coinvolti
Sì al piano di emergenza: regole antialluvione a Pirri
Arriva l’avviso di allerta meteo e si mette in moto un meccanismo: dirigenti e responsabili di Protezione civile, Abbanoa, Ctm, Enel, Isgas, Croce rossa, associazioni di volontariato si attivano. L’urgenza varia a seconda dell’entità dell’allerta, da moderata a elevata. Obiettivo: essere pronti, nei tempi più stretti, a prestare i primi soccorsi alla popolazione coinvolta. Spetta al sindaco, come da legge 100 del 2012, dirigere i servizi di emergenza. È il piano per le allerta meteo che il Comune ha approvato per Pirri ma anche per le zone di via del Fangario, via Abruzzi, via della Peschiera.
Le procedure valgono anche per incendi, smottamenti e crolli. A Pirri l’emergenza è l’acqua. Nel catino naturale fra via Italia, via Ampere e via Pisano confluisce la pioggia che cade su Monte Claro, Barracca Manna e il colle di San Michele. E le alluvioni, tra fine estate e autunno, sono cicliche.
IL PROGETTO DELL’UNIVERSITÀ Dopo qualla terribile del 22 ottobre 2008, il Centro interdipartimentale di ingegneria e scienze ambientali dell’università di Cagliari stabilì che per mettere in sicurezza Pirri occorrevano 16 milioni. Bisognava sistemare e bonificare le caditoie, realizzare delle grate, e costruire quattro vasconi sotterranei in cui far confluire le acque. Di questi, in sei anni, è stato realizzato solo il primo, in via Stamira: contiene 10 mila metri cubi. Degli altri tre, per ora, è prevista solo la realizzazione di quello di via Socrate, della stessa capienza. Per quelli di via Koch e via Su Planu, 15 mila metri cubi l’uno, non si sono trovati i finanziamenti. Nel frattempo ogni pioggia ha fatto venire gli incubi ai residenti.
 GLI INTERVENTI Qualcosa, però, si è fatto: Fabrizio Marcello, presidente della commissione ai Servizi tecnologici, ricorda gli interventi per la pulizia delle caditoie, la programmazione di un sistema di pannelli luminosi che, sulle strade d’ingresso per Pirri, avviseranno cittadini e automobilisti in caso di pericolo, il sistema di monitoraggio del canale Terramaini (centraline elettroniche misurano i livelli e trasmettono i dati in tempo reale al sistema gestito dalla Protezione civile) e i lavori di dragaggio di quest’ultimo che, già avviati, costeranno due milioni. Altri 8 milioni sono a disposizione per le opere di urbanizzazione e i sottoservizi a Barracca Manna, in fase di progettazione.
«Il Piano di emergenza - conclude Marcello - è un traguardo importante: ci permetterà di non farsi trovare impreparati». (m. n.)
 
 
 
3 – L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
I LIMITI DI TUTTI I GOVERNANTI
L’autoesaltazione e il vero consenso
Giuseppe Marci
Ammesso che abbiano notevoli capacità, visioni di prospettiva, risorse gestionali e doti amministrative; concesso che è necessario un processo di riforme istituzionali per semplificare le procedure, favorire la formazione delle decisioni e attenuare i poteri di veto: comunque non ce la faranno a ottenere un risultato davvero positivo.
Dico dei presidenti del Consiglio, dei ministri, dei presidenti delle regioni, dei sindaci delle città. Per onestà di ragionamento devo aggiungere quanti governano il mondo nel quale lavoro: rettori di università e direttori di dipartimento. A dispetto delle migliori intenzioni e delle specchiate onestà, sulle quali non discuto. Non ce la faranno: a meno che non abbiano un progetto culturale capace di coinvolgere coloro che sono i soggetti della vita democratica: i cittadini.
Da soli, ovverosia con le impennate decisionali che paiono tanto innovative e moderne, potranno riuscire a migliorare i bilanci e, in qualche maniera, a far quadrare i conti; otterranno perfino il sostegno elettorale, come è successo in passato al leader del centrodestra e oggi a quello del centrosinistra. Non avranno però il consenso certo, profondo e diffuso che si registra soltanto quando una collettività è convinta, non rassegnata; partecipa con capacità propositive alla formazione delle decisioni; sente sua l’entità della quale fa parte: Stato, regione, città o università che sia.
Ottenere quel tipo di consenso è difficile; non impossibile se si dispone della virtù, propria di un amministratore sapiente, che consiste nel saper mobilitare le coscienze e le intelligenze. Dote rara e della quale non si parla nelle numerose conferenze di bilancio dei cento o dei mille giorni che sembrano un’autoesaltazione e non un vero e proprio rendiconto e che non tengono conto delle valutazioni espresse dalle “parti interessate” che poi saremmo sempre tutti noi, i cittadini.
Certo, disponiamo del diritto di voto, e i Sardi lo hanno usato, nelle ultime due elezioni regionali, negando fiducia a Giunte che non avevano ben amministrato. Ma ci vorrebbe qualcosa di più ravvicinato nel tempo per consentire alla collettività di fare un bilancio: dei cento giorni, del semestre, dell’anno. Un meccanismo di valutazione (come avviene per tante categorie) fondato su parametri obiettivi, primo dei quali potrebbe proprio essere la capacità di coinvolgere i cittadini nella scelta delle priorità e nella formazione delle decisioni. Chissà quanti amministratori supererebbero un test così.


 
 
4 – L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
Seminario bocciato nel silenzio
Vorrei raccontare un episodio che quasi emblematicamente rinvia al tema del rapporto politica-cultura.Già da alcuni mesi (15 aprile) ho sottoposto al collega universitario (ora governatore della Sardegna) Francesco Pigliaru il programma di un ciclo di seminari sulla “Medicina umanistica” motivandola con riferimento alle positive ricadute che essi potrebbero avere sugli studenti della Facoltà di medicina, sui docenti universitari della medesima Facoltà e, più in generale, su quanti, a diversi livelli, e con varie attribuzioni e responsabilità, operano nel settore della salute. Questo programma è stato discusso ed elaborato con docenti di chiara fama delle università di Cagliari e di Sassari e con rappresentanti eminenti delle università di Bolzano e di Innsbruck e de “La Sapienza” di Roma. (...) La presentazione motivata e articolata del programma comportava ovviamente la fiduciosa attesa di un riscontro, anche solo di presa d’atto, ma pur tuttavia nella speranza di un concreto sostegno, da parte dell’universitario-governatore al quale mi sono rivolto, con il riguardo dovuto alla carica, anche nella mia qualità di professore emerito delle università di Cagliari e di Bologna e di docente per un periodo di cinque anni nella Facoltà di Scienze della Formazione della Frei Universität di Bolzano-Bressanone, nonchè come componente per nove anni del Senato accademico dell’Ateneo cagliaritano nella veste di preside della Facoltà di Scienze della Formazione. Tale riscontro è mancato, nonostante un recente, rispettoso, sollecito e la cosa, con disappunto e sorpresa miei e degli altri proponenti del progetto (colleghi cagliaritani, sassaresi, romani e altoatesini) è passata totalmente sotto silenzio.
Prof. Alberto Granese
 
 
 
5 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
L’assessore
«Gli ammalati saranno regolarmente assistiti»
«La situazione è assolutamente sotto controllo», dichiara l’assessore alla Sanità Luigi Arru in merito all’annunciata chiusura del Brotzu: «Abbiamo predisposto tutto in modo che non ci siano disagi per i pazienti», aggiunge.
In effetti, la notizia dello stop ai ricoveri e alle attività del pronto soccorso qualche inquietudine la solleva. Ancora più la prospettiva di avere i propri cari trasferiti in altre strutture o ricoverati in un ospedale che affronterà quattro giorni di black out programmato, e giovedì 7 lo stop alle visite.
Tuttavia la sostituzione della cabina è un passo inevitabile. E urgente, spiega Arru: «In attesa della nuova cabina elettrica, la cui gara è in fase di aggiudicazione, gli interventi su quella attuale, come ci conferma anche il consulente dell’azienda ospedaliera professor Fabrizio Pilo, docente all’Università di Cagliari, non sono più rinviabili per motivi di sicurezza, essendo l’utenza e le prestazioni del Brotzu cresciute in modo esponenziale negli ultimi anni».
La preoccupazione dell’assessore è tranquillizzare tutti: «Voglio rassicurare i pazienti - conclude il responsabile regionale della Sanità - e le loro famiglie: gli ammalati saranno costantemente assistiti anche nelle fasi di manutenzione e penseremo a tutto quanto necessario per garantire loro tranquillità e nessun disagio, in modo da restituire in tempi brevi agli utenti un ospedale in grado di far fronte alle esigenze dei pazienti con i massimi standard di efficienza e sicurezza».
 
 

6 – L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 42 - Edizione CA)
Sassari, Università
Accordo col Ciad
La Sardegna e l’Università di Sassari saranno più vicini al Ciad grazie all’accordo di cooperazione firmato ieri mattina. L’accordo tra il rettore Attilio Mastino e il suo collega dello stato dell’Africa centrale, Abba Danna, servirà a rafforzare i rapporti tra i due atenei che già condividono percorsi comuni nella Botanica, Archeologia e tradizioni popolari. Le due istituzioni punteranno a collaborazioni nell’attività didattica, reciproche visite di professori e ricercatori. (a. br.)
 




LA NUOVA SARDEGNA 
7 – La Nuova Sardegna ONLINE  / 30 luglio 2014
Tsunami sull’ateneo: il Tar iscrive 187 studenti in Medicina
Sassari, i giudici amministrativi danno ragione agli aspiranti camici bianchi sardi che si erano rivolti al tribunale dopo l’esito negativo del test
di Daniela Scano
SASSARI - Arriva anche in Sardegna lo tsunami delle immatricolazioni di aspiranti medici ordinate dai Tribunali amministrativi regionali al ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca.
A Sassari l’ateneo sarà costretto ad aprire le porte a un numero imprecisato di studenti che nella scorsa primavera avevano sostenuto senza successo i test di accesso nazionali alle facoltà di Medicina, chirurgia e Odontoiatria.
Il 21 luglio, con la ordinanza 7839/2014, il Tar del Lazio ha imbarcato in Medicina 187 studenti che nei prossimi giorni potranno presentarsi nelle segreterie delle facoltà di 35 atenei, immatricolarsi e da quel momento seguire le lezioni e sostenere gli esami.
Tra questi ci sono anche gli studenti sardi (tanti, a giudicare dai cognomi ricorrenti nell’elenco) che si erano rivolti agli avvocati romani Francesco Stallone, Francesco Leone e Gabriele La Malfa Ribolla per far valere le proprie ragioni contro il Ministero che aveva stabilito le regole e contro le Università.
 
 
 
8 – La Nuova Sardegna / Sardegna - Pagina 4
I giudici danno ragione agli aspiranti camici bianchi sardi che si erano rivolti al tribunale dopo l’esito negativo del test
IL TAR ISCRIVE 187 STUDENTI IN MEDICINA
di Daniela Scano
SASSARI Arriva anche in Sardegna lo tsunami delle immatricolazioni di aspiranti medici ordinate dai Tribunali amministrativi regionali al ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca. A Sassari l’ateneo sarà costretto ad aprire le porte a un numero imprecisato di studenti che nella scorsa primavera avevano sostenuto senza successo i test di accesso nazionali alle facoltà di Medicina, chirurgia e Odontoiatria. Il 21 luglio, con la ordinanza 7839/2014, il Tar del Lazio ha imbarcato in Medicina 187 studenti che nei prossimi giorni potranno presentarsi nelle segreterie delle facoltà di 35 atenei, immatricolarsi e da quel momento seguire le lezioni e sostenere gli esami. Tra questi ci sono anche gli studenti sardi (tanti, a giudicare dai cognomi ricorrenti nell’elenco) che si erano rivolti agli avvocati romani Francesco Stallone, Francesco Leone e Gabriele La Malfa Ribolla per far valere le proprie ragioni contro il Ministero che aveva stabilito le regole e contro le Università. Lo studio legale Stallone, che ha superato quota cinquecento immatricolazioni d’ufficio (anche se con riserva, e subordinate alla successiva vittoria del ricorso nel merito) ha rappresentato ai giudici della sezione Terza Bis del Tar le ragioni già sostenute nei precedenti ricorsi. Tra le altre cose, gli avvocati degli studenti esclusi lamentano la violazione del principio di anonimato concorsuale durante lo svolgimento delle prove. Questo per una serie di ragioni. La principale è che ogni candidato conosceva il proprio codice identificativo della prova e avrebbe potuto memorizzarlo e comunicarlo a terze persone colluse. Al termine della prova questo codice veniva consegnato ai candidati insieme all’username e alla password per l’accesso alla sezione del sito ministeriale dove controllare l’esito del test. Lo username corrispondeva al codice che era visibile attraverso la finestra trasparente della busta contenente gli elaborati del test. Le argomentazioni del collegio di avvocati che assiste l’esercito di aspiranti medici e dentisti hanno spinto il Tar del Lazio a scrivere, ed è la terza volta, «ad un primo sommario esame il ricorso presenta profili di fondatezza con riguardo al motivo che censura la violazione dell’anonimato concorsuale». A fare giurisprudenza, sul punto, è stato il Consiglio di Stato nel 2003 quando ha collegato in adunanze plenarie l’anonimato nelle procedure di concorso con il principio costituzionale di uguaglianza e della imparzialità della pubblica amministrazione. In attesa di entrare nel merito dei ricorsi, il Tar ha deciso di preservare gli interessi degli studenti accogliendo la loro domanda cautelare «nel senso di ammettere con riserva al corso di laurea in Medicina e Chirurgia; Odontoiatria e protesi dentaria presso le Università indicate nel ricorso». Sassari è in buona compagnia: le iscrizioni in soprannumero saranno fatte in tutta Italia. I giudici amministrativi sono consapevoli delle conseguenze che l’eventuale vittoria del ricorso potrebbe avere nelle graduatorie che gli studenti esclusi vorrebbero far annullare. E infatti hanno stabilito di “integrare il contraddittorio”, chiamando in causa tutti gli studenti ammessi ai corsi di laurea. Un esercito di aspiranti medici che è molto complicato, oltre che costoso, raggiungere con i sistemi tradizionali. Così, applicando una regola che viene usata molto di rado, il Tar ha deciso di notificare “per pubblici proclami” la citazione per la prossima udienza fissata al 7 maggio del 2015 per la trattazione del ricorso nel merito. Il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è stato usato come tramite tra la giustizia amministrativa e gli studenti. Che però non devono aspettarsi una convocazione scritta. L’avviso infatti sarà pubblicato sul sito web del ministero e conterrà l’autorità giudiziaria che procede, il numero di registro generale del ricorso (08136/2014), il testo integrale del ricorso, gli estremi dei provvedimenti impugnati e ogni altra notizia utile. Ma, soprattutto, il ministero dovrà pubblicare anche l’elenco degli studenti già ammessi ai corsi di laurea e che il Tar ora definisce “controinteressati” nel ricorso. Una parola che genererà ansia.



9 – La Nuova Sardegna / Attualità - Pagina 11
SOGLIA MINIMA
Prof universitari, pensione a 68 anni
Per professori universitari e medici primari il pensionamento d’ufficio potrà scattare dopo i 68 anni. È una delle novità sul dl Pa. Viene rivista al rialzo la soglia minima, fissata nella precedente versione a 65 anni. Per medici ospedalieri il limite resta 65 anni, mentre per i ricercatori universitari scende a 62, come per il resto. Per tutti gli altri dipendenti pubblici il limite resta a 62 anni, rimangono inoltre esclusi dalla misura i magistrati: per loro il limite è quindi fermo ai 70 anni. Un altro emendamento dovrebbe autorizzare, nelle scuole dove le graduatorie sono esaurite, a sostituire, visto lo stop al trattenimento in servizio, i presidi con i vice-presidi (che diventano presidi vicari) e che verrebbero esonerati dall’attività didattica e rimpiazzati da supplenti.




QUOTIDIANI NAZIONALI

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