UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 4 settembre 2014

Giovedì 4 settembre 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 settembre 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA
 
1 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ, AL VIA I TEST D’INGRESSO
I posti da “matricole” nei corsi triennali per professioni sanitarie sono 248, all’Università di Cagliari. I candidati, dieci volte di più. È stato un assalto, quello di ieri alla Cittadella di Monserrato, per i test d’ingresso ai corsi che consentono di trovare lavoro senza faticare troppo. Infermieri professionali, tecnici di radiologia, fisioterapisti hanno ancora un mercato, al punto che da Londra richiedono i nostri infermieri.
ALMIENTO A PAGINA 21
 
L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Assalto alla Cittadella di Monserrato: 10 richieste per ogni posto disponibile
IN TRE ANNI LAUREA E LAVORO
Professioni sanitarie, 2.400 candidati ieri ai test d’ingresso
Ok, non è esattamente un boom di vocazioni, quello che ha portato 2.400 studenti freschi di maturità a sostenere i test d’ingresso alle professioni sanitarie (87 per cento dei 2.700 iscritti). È meglio partire dal concetto di “spesa”, per analizzare l’assalto - soprattutto femminile - alle 29 aule della Cittadella universitaria di Monserrato in cui ieri (in contemporanea con il resto d’Italia) sono stati compilati i “quizzoni” con 60 domande a risposta multipla: mettendo le X sulle caselle giuste, si conquistava un posto da studente nei corsi triennali di Medicina. “Spesa” nel senso degli euro da tirar fuori per conquistare la laurea, ma anche delle possibilità di spendere poi quel titolo nel mercato del lavoro. «È andata abbastanza bene», commenta Alberto Cattarin, di Isili: «Se fallisco, m’iscrivo in Giurisprudenza», che prevede sbocchi non proprio simili alla fisioterapia.
MERCATO DEL LAVORO Il fatto è che il mercato, ora, vuole questo: infermieri professionali (995 pretendenti per 120 posti a Cagliari, 115 per 30 iscrizioni a Nuoro). In 595 vorrebbero iscriversi nel corso di Fisioterapia: ci riusciranno in 23. Le altre domande: 194 per Ostetricia (i posti sono 20), 233 per Tecniche di radiologia medica (10), 68 per Assistenza sanitaria (20), 111 per Tecniche di riabilitazione psichiatrica (15) e 87 per Tecniche di laboratorio (10).
I CANDIDATI Un punto e mezzo per ogni risposta corretta, 0,4 punti sottratti per ogni errore, zero per le mancate risposte, ma i candidati non avevano le idee chiare sull’assegnazione dei punteggi. A compilare la classifica sarà il Consorzio interuniversitario (Cineca) di Bologna. Responsi entro due settimane con procedura semplice: il posto in facoltà lo conquistano i primi in classifica, e dopo tre anni un posto di lavoro dovrebbe attenderli. Ne è convinto Alessio Angioni, di Sinnai: «Mi piacerebbe fare il fisioterapista». Stessa cosa per Federica Schlich, di Cagliari, e per Milena Mulas di Mamoiada. Federica Urpi di Sanluri: «La mia prima scelta è tecnico di riabilitazione psichiatrica: c’è lavoro». Riccardo Collu, di Ballao, ha la vocazione da infermiere professionale.
LA “SCORTA” Con l’iscrizione all’Università si entra nel mondo adulto, eppure diversi candidati sono attesi all’esterno da mamma e papà: «Non lascio sola mia figlia Giulia», sorride Uccio Casu di Carbonia. Sono nel piazzale anche Lidia Cau ed Efisio Abis, di Siddi: «Dentro c’è nostro figlio Luca, facciamo assistenza spirituale»: altra categoria assai richiesta. E non è nemmeno richiesta la laurea triennale.
Luigi Almiento
 
 

L’UNIONE SARDA
 
2 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
L’offerta
Infermieri ricercatissimi in Inghilterra
Li abbiamo visti arrivare dalla Romania, gli infermieri professionali, quando le vacche erano già magre ma comunque ancora vive. Erano i tempi, recenti, in cui da noi non si mostrava simpatia per una professione che richiede turni notturni e festivi. Ora che la crisi è nera, anche i sardi hanno riscoperto la vocazione, persa ora dai sudditi della Regina Elisabetta.
Li stanno cercano “a pietre levate”, gli infermieri professionali, nel Regno Unito, al punto che le società di collocamento sono arrivate a scrivere alla segreteria della facoltà di Medicina cagliaritana: «Ne cerchiamo 150, da inserire in cliniche private e ospedali del servizio sanitario nazionale». La retribuzione è decisamente interessante: 12 sterline l’ora, cioè l’equivalente di 15 euro, anche se in Gran Bretagna la vita è più cara rispetto a qui. E siccome proprio non li trovano, gli infermieri professionali, i responsabili dell’agenzia londinese non solo promettono «un aiuto nella ricerca di un alloggio economico e non lontano dal luogo di lavoro», ma si accontentano anche di una conoscenza della lingua inglese «sufficiente».
Com’è ovvio, in tempi in cui la disoccupazione giovanile è in continuo aumento, la segreteria della facoltà di Medicina della nostra Università ha diffuso il messaggio tra chi è già laureato o è in procinto di conquistare il titolo accademico. L’avviso è di luglio, ma i colloqui sono ancora in corso. A proposito: li fanno su Skype, a costo zero per i candidati. (l. a.)



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3 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
CONTROVETRINA di Maria Paola Masala
Quei quiz a risposta multipla
“Osservate le reazioni di due ragazzini di fronte a un cane che zoppica: se uno gli dà un calcio, e l’altro lo prende in braccio, non suggerite mai al primo di fare il medico. Rovinereste i suoi pazienti, e rovinereste lui”. Parola di Paolo Cornaglia Ferraris, medico e saggista cagliaritano da sempre impegnato a prendersi cura della fragilità altrui. Non abbiamo idea di che cosa pensi del numero chiuso, ma sappiamo qual è per lui la prima delle qualità di un vero medico. Le altre? Studio, rigore, intuito, e tutti i talenti indispensabili per fare bene un mestiere, dopo aver superato un percorso irto di ostacoli. Ecco, gli ostacoli: il primo, per un aspirante studente universitario, può essere davvero rappresentato da un quiz? Una scrematura è necessaria, ma non sarebbe più corretto consentirgli di frequentare la facoltà che ha scelto, e poi sottoporlo entro tempi prestabiliti al severo giudizio dei docenti? È vero però che certe facoltà - per via del tipo delle strutture di cui dispongono, della formazione non solo teorica che forniscono - impongono oggi una selezione preventiva, basata su valutazioni sempre criticabili. Non resta allora che sperare in una rifondazione. Una riforma degli studi che consenta scelte più coordinate e preveda strumenti di giudizio più complessi ed equi di un quiz a risposta multipla.

 

L’UNIONE SARDA
 

4 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Traffico rallentato dentro e fuori la Cittadella prima e dopo le prove
Tutti in coda sotto il sole
Che cosa fanno 2.100 aspiranti studenti tutti insieme alla Cittadella di Monserrato? Semplice: fanno traffico, ne fanno parecchio. Anche per questo, ai partecipanti a un quizzone il cui inizio era previsto per le 11, l’Ateneo ha chiesto di giungere con un’ora e mezza di anticipo. Nessuna eccezione per i parcheggi riservati: tali erano e tali sono rimasti anche nel giorno dell’invasione. Risultato: strade bloccate all’interno della Cittadella universitaria (oltre che nella viabilità intorno, con rallentamenti anche sulla Statale 554) e auto parcheggiate ovunque, campi sterrati compresi.
«Usate i mezzi pubblici», era stato l’appello partito da via Università nei giorni precedenti: molti l’hanno fatto, ma mentre gli arrivi erano scaglionati - per quanto i bus fossero strapieni - tra le 8 e le 9,30 del mattino, il ritorno ha funzionato assai meno bene, malgrado il Ctm avesse rimpolpato il numero dei mezzi in servizio.
Il momento critico era previsto, considerato che cento minuti dopo l’inizio dei test - cioè, alle 12,40 - i candidati hanno consegnato tutti insieme le schede e, sempre insieme, hanno raggiunto la fermata del Ctm affollata come non mai, mentre il traffico interno e nelle vicinanze è impazzito. Le scenario, tanto per capirsi, ricordava il caos subito dopo i Cagliari-Juventus allo stadio Sant’Elia senza limitazioni di posti. Il personale dell’Università si è sbracciato in ogni direzione, per favorire l’afflusso, ma c’erano troppe auto per pochi spazi. Proprio come c’erano troppi studenti per pochi posti. (l. a.)


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5 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Estate (Pagina 3 - Edizione IN)
UNIVERSITÀ. Cagliari cuore del dibattito su una candidatura che coinvolge l’Isola
Capitale della cultura
SI APRE LA SCUOLA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA
I l cammino è parallelo: c’è una città, Cagliari, con il suo grande bagaglio di bellezze, contraddizioni e potenzialità, candidata a essere capitale della cultura europea nel 2019. E c’è poi la scuola estiva internazionale di architettura, edizione numero tre, che apre oggi i battenti, mettendo al centro del dibattito il progetto culturale che ruota intorno all’idea di Cagliari capitale, e insieme alfiere della Sardegna nell’Europa. «Così come Marsiglia si trascinava dietro la Francia del Sud, la dimensione urbana di Cagliari sarà rafforzata e alimentata, dall’idea di come può essere l’agricoltura in Sardegna». Ne è sicuro Antonello Sanna, il preside della facoltà di Architettura, che promuove la scuola estiva, diventata un prezioso appuntamento di apertura e comunicazione con altri mondi, con interpreti dell’architettura contemporanea mondiale. «Abbiamo bisogno di fare rete - aggiunge - una scelta condivisa da Arnaldo Bibo Cecchini, direttore del dipartimento di Architettura di Alghero».
Ecco perché questa mattina alle 10,30, nell’aula magna di via Corte d’Appello ci saranno i due rettori degli atenei sardi, i sindaci di Cagliari e Sassari, a conferma che la difficile partita della cultura e della sostenibilità come strumento di riscatto, si gioca insieme.
A far da sfondo ai “Paesaggi culturali” (tema di quest’anno), le urgenze contemporanee, dettate dal bisogno di ricucire le periferie con il centro, riqualificare gli spazi, ridare un significato ai luoghi che abitiamo e non vediamo. Ma anche provare a immaginare che cosa sarebbe il paesaggio isolano, valorizzato dall’agricoltura. «La scuola altro non è che un laboratorio di idee. Il nostro sforzo sarà quello di distillare e diffondere la consapevolezza delle potenzialità, tracciare una strada per Cagliari e la Sardegna, lavorare sulla qualità».
Nelle due settimane di lavori, saranno tre i temi che terranno banco: l’arte pubblica e lo spazio pubblico; il paesaggio urbano e il paesaggio rurale; il punto sul paesaggio, analizzati in vista di un ruolo di città capitale. E si entra nel vivo già questo pomeriggio con la lectio magistralis del professor Francesco Venezia, ordinario di progettazione architettonica allo Iuav. Visiting professor in varie università - dalla Graduate School della Harvard University all’École Polytecnique Fédérale de Lausanne, dalla Sommeracademie Berlin all’Accademia di Architettura di Mendrisio - a presentarlo sarà Nicola Di Battista, direttore della rivista Domus.
Il conto alla rovescia sta per concludersi. Entro l’anno si saprà se Cagliari sarà la futura capitale. «Cagliari è una capitale», aggiunge sicuro Sanna. «È una delle più belle città d’Europa, piena di contraddizioni, problemi irrisolti, ma con le potenzialità di una capitale. Ha un centro storico, Castello, tra i più straordinari del Mediterraneo, una relazione con l’acqua unica. Un monumento militare come la torre dell’Elefante tra i più belli. Una dimensione ambientale originale, perché nasce su un paesaggio fatto di colli, acqua e pianura. E colpi di fortuna strepitosi, come la nidificazione dei fenicotteri, a dimostrazione di come il sistema urbano, in questo caso la macchina del sale, possa, a certe condizioni, creare magie».
Caterina Pinna
 
 
 
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6 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 9 - Edizione CA)
Incontro con le donne di Mogoro
LA CULTURA NON DORME MAI
Gianmario Demuro, assessore regionale Affari generali
Osate sempre, anche in democrazia, perché senza cultura non vi è democrazia.
Avrei voluto rivolgere queste parole alle giovani donne di Mogoro vestite di bianco e imbavagliate che sabato sera si sono avvicinate a consegnarmi un volantino di protesta per i tagli alla cultura, durante la cerimonia di premiazione dei laureati mogoresi. Ma non è stato possibile. Sono scomparse rapidamente lasciandomi con questa affermazione: “La cultura non dorme mai». Non posso che concordare: la cultura dà i parametri per la discussione collettiva. Basterebbe solo riflettere sulla forza della letteratura nella descrizione dei comportamenti umani, cito due capolavori su tutti: Il signore delle mosche di Golding e Cecità di Saramago. Metaforicamente potremmo definirla come la luce e la capacità di vedere oltre, così come accade nelle rappresentazioni sapientemente declinate nel campo delle arti visive. Ne sono testimonianza opere di valore universale come l’allegoria di Ambrogio Lorenzetti a Siena che racconta il Buon Governo e il disastro della Guerra. Il denominatore comune della cultura e della democrazia ha radici nel benessere collettivo, che può essere generato e diffuso anche con il contributo individuale, com’è l’esperienza dell’invasione bianca delle donne di Mogoro. La cultura è partecipazione e fondamento della Costituzione. La stessa architettura che contiene - o lo ha fatto in passato - le rappresentazioni teatrali lo dimostra: Epidauro in Grecia, il teatro di Tharros, sono luoghi di partecipazione comune.
Ciò che ho voluto raccontare ai giovani di Mogoro è che quello che le persone hanno imparato è parte integrante di loro, ma diventerà anche parte della comunità dove sceglieranno di vivere. Per questo le persone sviluppano un amore particolare per i luoghi che aggregano e per la politica. Un amore per il sapere che dà gli strumenti per contribuire al benessere personale e collettivo. Ogni analisi espressa dall’uomo ha come base di partenza la propria cultura personale. Senza Kant ed Hegel non ci sarebbero stati né l’Illuminismo né la tutela dei diritti fondamentali. Universalismo e dignità umana sono parte della nostra cultura.
L’Europa è già passata attraverso le guerre di religione. Quanta cultura manca nelle immagini di morte che ci angosciano ogni giorno? La cultura europea è tolleranza e il multilinguismo ci aiuta a prendere decisioni basate sui fatti cognitivi. Osate sempre, anche in democrazia, donne di Mogoro e giovani.
 
 
 
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7 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Dal cuore ai tumori alla riabilitazione
MA SI FARÀ ANCHE RICERCA
Chissà a chi sarà intitolato. Certo è che quello che il primo marzo del 2015 (secondo le previsioni) nascerà dalle ceneri del San Raffaele sarà il quarantacinquesimo ospedale sardo, il tredicesimo privato. E aggiungerà 242 posti letto (più 50 a pagamento) ai 6988 esistenti nei 32 nosocomi pubblici e nei 12 privati aumentando il già elevato rapporto tra posti letto e abitanti. Ci lavoreranno poco più di 600 persone (tra cui 113 medici) che si aggiungeranno ai 18.810 dipendenti del servizio sanitario nell’Isola.
 I REPARTI Sedici i reparti per acuti, due per la riabilitazione. Il più rilevante, trattandosi di una struttura legata al Bambin Gesù, sarà la Pediatria che avrà a regime 22 posti letto. A seguire, in ordine di grandezza di reparto, l’Ortopedia (15), la Chirurgia oncologica (14 posti) e la Neurologia (13) cui sarà associata la Stroke unit, una struttura specializzata nel trattamento dell’ictus, che avrà quattro posti letto. Rilevante anche il ruolo della medicina internistica (12 posti), della Cardiologia (11 posti letto) e dell’Urologia (10) ma anche quello del cosiddetto Day surgery, il reparto dove trovano posto pazienti che subiscono interventi chirurgici o altre procedure che richiedono un ricovero nelle sole ore del giorno. Impossibile, in un ospedale di queste dimensioni, non avere la Terapia intensiva (6 posti) e la Terapia sub intensiva chirurgica (4). Quattro posti letto avrà anche il reparto di Chirurgia vascolare mentre due posti, il minimo sindacale, avranno anche Oculistica, Cardiochirurgia e Neurochirurgia.
Cento dei 242 posti letto dell’ospedale saranno riservati alla riabilitazione: 80 a quella funzionale, 20 a quella neurologica.
Tutto questo sarà fatto in regime convenzionato in cambio di un rimborso massimo di 55,6 milioni per i servizi sanitari, incluse le funzioni aggiuntive e le prestazioni di specialistica ambulatoriale, più 8,5 per le funzioni assistenziali remunerate.
 LA RICERCA Il nuovo ospedale di Olbia sarà anche un polo di ricerca scientifica «volto a migliorare le conoscenze nei settori biomedici strategici per il sistema sanitario in Sardegna e in Qatar, inseriti in un contesto di rilevanza scientifica a livello internazionale». I progetti di ricerca «saranno integrati con le eccellenze scientifiche operanti nel territorio sardo». Il contratto firmato prevede che la Qatar foundation endowment si avvarrà del supporto dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù per creare le condizioni per trasformare il nuovo centro gallurese in un Istituto di ricovero e cura e carattere scientifico.
 GENETICA E ONCOLOGIA Le aree tematiche su cui verterà la ricerca scientifica saranno la genetica e genetica della popolazione e malattie (immunogene, epigenetica, genetica, epidemiologica). Si lavorerà anche sulle malattie neurodegenerative, come sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, paraparesi spastiche familiari, demenze, malattia di Parkinson; sulle malattie autoimmuni e malattie rare e complesse dell’età pediatrica, quali obesità, malattie metaboliche, ematologiche e oncologiche del bambino. Studi mirati e ricerche sono previsti anche in materia di cardiologia e cardiochirurgia, oncologia della mammella e malattie correlate allo stile di vita e disordini complessi, riabilitazione, medicina dello sport e invecchiamento.
Fabio Manca
 
 
 
L’UNIONE SARDA
 
 
8 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
STATALI. Il ministro Madia
PUBBLICO IMPIEGO: NIENTE SOLDI, STIPENDI BLOCCATI
ROMA I contratti per gli statali saranno bloccati anche nel 2015. L’annuncio, già anticipato quest’estate ma mai confermato direttamente dal governo, arriva dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia che ammette apertamente che le risorse per il rinnovo dei contratti della Pa non ci sono. La notizia scatena la reazione dei sindacati, che parlano di «attacco al lavoro», preparano la mobilitazione e quantificano in 4.800 euro la perdita dei salari dei lavoratori del settore pubblico. «In questa situazione di crisi l’alleanza è prima di tutto con chi ha più bisogno - dice Madia - quindi confermiamo gli 80 euro. Ma in questo momento le risorse per sbloccare i contratti non ci sono perché l’Italia è ancora in una situazione di difficoltà economica». Il congelamento del rinnovo, spiega Madia, «dovrebbe essere di un anno» e sarà messo nero su bianco nella legge di Stabilità.
Alla luce dell’ultima fotografia scattata dalla Ragioneria dello Stato sulla galassia del pubblico impiego in quattro anni il numero dei travet è diminuito di 200 mila unità e le loro retribuzioni nel solo 2012 sono diminuite dello 0,9%, tornando ai livelli del 2009. Un anno nel quale i dipendenti con rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono diminuiti, rispetto all’anno precedente, di 45 mila unità. Il costo del lavoro è sceso a quota 160,4 miliardi (-4,7 miliardi) sul 2011.
 
 
 
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9 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
RAPPORTO COOP. Cala il reddito disponibile, giù i consumi: nuovo trend nel 2015
IN TASCA 2.700 EURO IN MENO
In sette anni si sono volatilizzati 15 punti del Pil italiano
ROMA Lo stile di vita delle famiglie italiane diventa più sobrio e fatto di rinunce, il carrello della spesa si riempie di cibo bio, vegano ed etnico, mentre Internet invade la quotidianità e la nuova parola d’ordine è «condivisione» dei consumi. Così la crisi cambia le abitudini degli italiani, che dal 2007 ad oggi hanno perso 2.700 euro a testa di reddito disponibile mentre il Paese ha visto bruciare 15 punti di Pil (230 miliardi).
L’EMERGENZA A lanciare l’allarme è la Coop nel Rapporto 2014 sui consumi. «Il 2014 doveva essere l’anno del nuovo inizio», invece «è l’anno in cui ci siamo fermati sull’orlo del baratro alle prese con equilibri sempre più difficili», spiega il presidente di Coop Italia, Marco Pedroni. Per avere un’inversione di tendenza bisogna aspettare il 2015, sebbene «i consumi non torneranno ai livelli pre-crisi», e a condizione che si «sostenga la domanda interna». Gli 80 euro di Renzi sono «un fatto più che positivo», ma «è decisiva una politica di riforme, a partire dalle liberalizzazioni e da politiche di sostegno alle fasce più deboli e alla natalità».
I CAMBIAMENTI Nel nostro Paese, secondo il Rapporto Ancc-Coop, spicca il problema dello spread generazionale e l’aria che tira non può dirsi buona: per il 77% degli italiani la qualità della vita è «pessima», per non parlare della situazione economica (il 70% è insoddisfatto del proprio benessere). Si rinuncia alle vacanze e agli svaghi, si comprano meno vestiti (spesso solo in saldo), ma anche meno tabacco e alcool. In sette anni la crisi ha fatto perdere 100 miliardi di consumi, tuttavia le famiglie continuano a mostrare «insospettabili capacità di adattamento» e hanno ricominciato a risparmiare, in primis per il futuro dei figli e per la casa (cui si destina il 40% del budget mensile tra mutuo, affitti e utenze).
 GLI ACQUISTI Il carrello della spesa è diventato più selettivo, i consumi di alimentari e bevande sono diminuiti del 13% in sei anni, ma gli italiani sono «food maniaci», non rinunciano alla qualità e soprattutto è boom di cibi biologici (oltre 700 milioni di giro d’affari) e senza glutine (+18% fatturato della Gdo). Il 7% si dichiara vegetariano o vegano e cresce il consumo di cibi etnici. Ma la nuova piazza della spesa è Internet (+20,4% l’e-commerce), gli italiani sono sempre più «connessi» (5 ore al giorno online) e non rinunciano allo smartphone. Il futuro poi è «sharing», con il ritorno in auge del noleggio o dell’uso al posto del possesso. Non a caso è un vero boom di «car sharing», a discapito dell’automobile.
 
 
 
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10 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Viaggio nel reparto del Santissima Trinità sovraffollato per mancanza di strutture alternative
Psichiatria: crisi economica e cocaina, aumentano i casi di tentato suicidio
Nella Psichiatria dell’ospedale Santissima Trinità l’emergenza è diventata normalità. Medici e infermieri si dannano l’anima per riuscire a gestire pazienti particolari, a volte pericolosi. Il reparto nato per assistere 12 malati, deve far fronte quotidianamente a numeri quasi doppi. E il trend è in crescita: la crisi economica e la droga, soprattutto la cocaina, stanno diventando la causa scatenante della patologia. Il campanello d’allarme è suonato, anche perché non esistono strutture alternative a sufficienza per chi ha problemi psichiatrici: il carcere o il ricovero. O, nel peggiore dei casi, gli ospedali psichiatrici giudiziari, i famigerati Opg.
 L’ORTO MAGICO «Melanzane, pomodori, arance, nespole ed erbe aromatiche. Questo è il nostro orto sinergico». Pierfranco Trincas dal dicembre 2012 dirige il reparto di frontiera Spdc2 (Servizio psichiatrico diagnosi e cura) del Santissima Trinità. Quel fazzoletto di terra verde incastonato tra la recinzione per molti pazienti è una valvola di sfogo. «Dal 2013 è il nostro fiore all’occhiello, i ricoverati lo curano con amore».
Nella saletta ricreativa gli infermieri giocano con i pazienti e i volontari dell’Avo offrono il caffè. «È grazie a loro se il reparto è come una famiglia. Così come è fondamentale la consulenza gratuita di avvocati, notai e commercialisti. Sapete quanti familiari hanno cercato di intestarsi la casa di un loro parente mentre era qui?».
 LE ACCUSE Trincas non ha digerito le accuse di lavoratori e sindacati dopo gli episodi di violenza dei giorni scorsi. «Questo è un lager?, Quando mai. Le stanze sono pulite, le persone curate secondo protocolli medici consolidati». Le critiche, riguardavano gli episodi di violenza. «Tutta colpa del sovraffollamento. Sia ben chiaro - precisa il primario - abbiamo avuto circostanze critiche, ma abbiamo gestito l’emergenza nel migliore dei modi. Mai nessun paziente ha dormito in branda nei corridoi, tutti hanno sempre avuto una regolare sistemazione nelle stanze di degenza. Purtroppo - precisa Trincas - la patologia psichiatrica è in aumento». Quali sono le cause? «I ricoveri sono in crescita soprattutto per problemi legati all’uso di cocaina. Molto spesso i tossicodipendenti fermati da polizia e carabinieri, anziché finire in carcere, vengono spediti in reparto. Non possiamo certo abbandonarli, non è nostra abitudine fare dimissioni selvagge. Sappiamo gestire l’aggressività, ma quando il reparto è al limite della capienza, medici e infermieri faticano a contenere la litigiosità di pazienti particolari. Comunque - precisa il primario - nel 2013 abbiamo effettuato solo venti contenzioni, tutte per brevissimo tempo e sempre nel pieno rispetto dei protocolli».
Altri motivi del sovraffollamento? «I voli low cost che portano in città un elevato numero di turisti, alcuni con patologie psichiatriche». E poi? «La crisi economica. Purtroppo sono in crescita i tentativi di suicidio di chi ha perso il lavoro o la casa. L’anno scorso abbiamo registrato trenta casi». Qual è l’arma contro il sovraffollamento? «C’è una delibera per l’aumento a 15 posti di degenza nel reparto. Per noi sarebbe importante. Non solo - aggiunge il primario - sarebbe anche opportuno realizzare un reparto ospedaliero nel Policlinico universitario di Monserrato»
I sindacati hanno denunciato anche alcuni casi di scabbia. «Il problema è stato causato da un paziente in arrivo dal pronto soccorso dove poi è stato riportato per una consulenza dermatologica».
 I NUMERI Nel reparto di Psichiatria Spdc lavorano otto medici (compreso il direttore), 15 infermieri, 8 operatori socio-sanitari (Oss) e una guardia giurata. I posti letto 12. I ricoveri in un anno sono 500.
 LA SCONFITTA Alla fine c’è riuscito. Francesco, aveva 23 anni e poca voglia di vivere. Si è impiccato l’11 agosto, lo stesso giorno di Robin Williams. Non sapremo mai se per emulazione o altro. Francesco aveva bisogno di una struttura protetta, di assistenza. Ci aveva tentato molte volte. L’ultima a luglio. Si era arrampicato sull’inferriata del reparto di Psichiatria dov’era ricoverato e si era lanciato a testa in giù. Trauma cranico, terapia intensiva e busto. I medici del Santissima Trinità gli avevano riservato un trattamento particolare: una stanza per lui e la famiglia. Le dimissioni e un appuntamento: il 18 agosto in reparto Spdc per la solita fiala. «Ieri sono venuti i genitori per ringraziarci», afferma Trincas. «È una sconfitta per noi e per le istituzioni. Purtroppo - aggiunge - manca la connessione tra il reparto e le strutture esterne».
Andrea Artizzu
 
 
 
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11 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
PULA Giornate archeologiche
Torna PulArchàios, il cartellone di appuntamenti culturali che dal 12 settembre sino al prossimo 10 ottobre farà da corollario alla campagna di scavo di Nora condotta dalle Università di Cagliari, Genova, Milano e Padova.
La rassegna, giunta alla decima edizione, prevede conferenze, spettacoli, visite guidate, presentazioni di libri e tanti altri appuntamenti che avranno come comune denominatore la scoperta del patrimonio archeologico di Pula. «PulArchàios sarà il fiore all’occhiello del cartellone di eventi che abbiamo organizzato per l’autunno - spiega l’assessore alla Cultura, Annalisa Capobianco - lo scopo principale è quello di mettere Nora al centro dell’attenzione e promuovere la storia di Pula a 360 gradi. Da 25 anni le campagne di scavo permettono di scoprire nuovi tesori e di attirare sempre più visitatori». (i. m.)


 
 
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12 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
RICHIESTA Cittadinanza onoraria per il rettore dei Salesiani
Il conferimento della cittadinanza onoraria a don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei Salesiani, è stato chiesto dal Consiglio con una mozione al sindaco e alla Giunta (primo firmatario il consigliere Edoardo Tocco). Don Ángel Fernández Artime sarà in visita in città in autunno per partecipare alla conclusione dell’anno celebrativo del centenario della presenza della Famiglia Salesiana a Cagliari. «L’istituzione Salesiana», scrive Tocco nella mozione, «si è resa ampiamente benemerita verso la città, la provincia e la regione nel campo educativo-scolastico ed associativo-sportivo giovanile. A Cagliari in particolare la presenza organizzata si è manifestata con l’operatività di istituti scolastici, di oratori sia presso la parrocchia di San Paolo nel quartiere di San Benedetto che presso l’Istituto di viale Fra Ignazio, nonché di un circuito universitario animato dagli ex allievi e di pensionati mirati all’accoglienza di studentesse universitarie».
 
 
 
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13 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
MONSERRATO. Rivoluzione proposta per via del Redentore e via Giulio Cesare
Sensi unici in pieno centro: spazio per autobus e pedoni
Nell’immaginario c’è una città che respira, e che quindi non sia trafitta dai tragitti obbligati delle auto dell’hinterland. Le vetture vanno e vengono per le vie del centro storico a ritmo di 100.000 al giorno, metà di mattina, l’altra la sera, quasi tutte calamitate dal Policlinico e Cittadella universitaria.
SENSI UNICI E BUS Ecco che c’è una nuova proposta del piano generale de traffico urbano che presto giungerà in Consiglio comunale. Via Del Redentore e via Giulio Cesare, se tutto andrà a buon fine, si spartiranno la funzione rispettivamente di strada l’entrata nel centro e d’uscita. «E questo dovrebbe garantire anche il percorso ai mezzi pubblici del Ctm ora relegati alla periferia, oltre che decongestionare il traffico», spiega l’assessore al traffico Valerio Sartini.
PIAZZA PEDONALE A questo si aggiungeranno parcheggi e pista ciclabile. «Via del Redentore - spiega il sindaco Gianni Argiolas - ha la vocazione di centro storico, quindi andrà valorizzato e vissuto con un’area semi pedonale». La volontà è quella di riportare in auge il vecchio salotto di Monserrato. «E con 20 mila euro, ma qui sogno, mi piacerebbe un minimo di arredo, come fare funzionare di nuovo la fontana ai Giardini».
CITTADELLA Il collegamento diretto con il Policlinico sarà garantito anche da un tratto pedonale e ciclabile che attraversa la strada statale 554. Nel frattempo si attende di risolvere i disagi dei negozi di via Porto Botte chiuse alla viabilità. «Mi sta a cuore la loro petizione - continua il sindaco - vogliono ripristinare l’ingresso per chi viene da Pirri». «Cagliari -interviene Sartini - deve condividere la rotatoria che porrebbe fine ai disagi, stiamo aspettando».
Problemi anche per l’asfalto. «Siamo legati alla rete del gas - spiega Argiolas - la Iter Gas ha fallito ed entro il 10 settembre dovrà presentare ai giudici i requisiti per continuare, diversamente se ne occuperà l’Is Gas».
LE REAZIONI E i cittadini aspettano. «Magari sorgesse un’area pedonale», confessa Pietro La Bella, intento a fare spesa proprio in via del Redentore. «Sarebbe un’occasione, forse, per far ripartire qualche attività - dice Roberto Puddu, disoccupato - ma si dovrebbe iniziare dal pulire meglio le strade, ultimamente abbiamo avvistato ratti e le mattonelle dei Giardini da bianche sono diventate nere». Per Salvatore Flumini, panettiere disoccupato, prima di tutto basterebbe, «aggiustare la fontana, ha funzionato solo due giorni». Ma ora l’intenzione è risolvere il problema del traffico. «Siamo pronti ad ascoltare i cittadini, terremo conto di ogni osservazione», chiude l’assessore Sartini.
Virginia Saba


 
L’UNIONE SARDA
 
  
14 – L’Unione Sarda di giovedì 4 settembre 2014 / Provincia di Sassari (Pagina 40 - Edizione CA)
ALGHERO Patto con la Facoltà
Comune e facoltà di Architettura firmano un accordo di collaborazione per lavorare insieme allo sviluppo del territorio. L’altro ieri la giunta ha approvato lo schema del patto che sancisce sostegno reciproco attraverso la costituzione di gruppi di lavoro che svolgeranno attività di ricerca, approfondimento e supporto agli uffici, anche ai fini della predisposizione di atti, bandi e concorsi e della realizzazione di strumenti di pianificazione e progettazione e delle politiche territoriali. «Non si tratta di attività a titolo oneroso e in nessun caso riguarderanno iniziative che si configurano come prestazioni professionali», precisano dal Comune. ( c. fi. )
 
 



LA NUOVA SARDEGNA 
15 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 34 – Appuntamenti Estate
CAGLIARI I paesaggi culturali  nella scuola estiva  di architettura
Il capoluogo si candida a capitale della cultura Studiosi internazionali e l’ambiente sardo
Una periferia proposta al mondo
CAGLIARI Cagliari si propone come capitale europea della cultura per il 2019, anche parlando di architettura, paesaggio e territorio. Da oggi fino 13 si terrà la terza scuola estiva internazionale di architettura “Sardegna. il territorio dei luoghi”. Questa edizione, che ha come titolo “Paesaggi culturali”è organizzata dall’università di Cagliari e dal dipartimento di Alghero. La scuola affronta tematiche legate alla candidatura del capoluogo sardo a capitale della cultura, occasione per ricollocare l’intera Sardegna al centro di un progetto di futuro che fa della sua perifericità il punto di forza e situa la ricchezza del suo paesaggio locale in una prospettiva globale. In particolare, la scuola intende affrontare il problema delle trasformazioni del paesaggio sardo indotte dalle attuali condizioni ambientali e dal bisogno di prefigurare un nuovo orizzonte culturale e di sviluppo. È una questione che richiede una visione progettuale capace di mettere in stretta relazione le infrastrutture, il paesaggio, il contesto locale e i modelli socio-economici di riferimento. La scuola sarà organizzata in sei atelier di progetto coordinati da docenti delle due Scuole di architettura della Sardegna e di altre Scuole europee. Nel corso delle attività sono previste conferenze e incontri con protagonisti dell’architettura contemporanea tra i quali: Francesco Venezia, Joseph Rykwert, Jordi Bellmunt, Juliette Bekkering, Nicola Di Battista, Jose Morales, Joao Nunes, Fernando Salvador, Jaques Sbriglio, Zoran Djukanovic. Oggi alle ore 10,30, nell’aula magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura in via Corte d’Appello 87, si terrà una conferenza inaugurale nella quale interverranno Giovanni Melis, rettore dell’università di Cagliari, Attilio Mastino, rettore dell’università di Sassari. Tra gli altri presenti anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru. Nel pomeriggio si terrà alle ore 18, nell’aula magna di ingegneria, in piazza d’armi, la lezione magistrale di Francesco Venezia introdotta da Nicola Di Battista, direttore della rivista Domus. Le attività si concluderanno il giorno 13, con la lezione magistrale di Joseph Rykwert (aula magna ingegneria, piazza d’armi, ore 18).
 
 
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16 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 5 - Sardegna
24 ORE IN SARDEGNA
DA OGGI A LUNEDÌ Mediazione per evitare le cause, primo convegno mediterraneo
Nell’aula magna di Giurisprudenza a Cagliari - alle ore 15.30 - apertura del primo congresso mediterraneo sulla mediazione (si protrarrà fino a lunedì 8). L’iniziativa intende contribuire a diffondere la cultura internazionale della mediazione, un istituto che consente di evitare l’avvio di molte cause civili ed è comunque in numerosi casi condizione di procedibilità per l’inizio di una controversia legale. Il dipartimento di giurisprudenza, insieme ad altri atenei italiani e stranieri, con il sistema camerale, gli ordini e collegi professionali sardi, le associazioni dei mediatori, sindacali e di categoria, sono impegnati da anni nella diffusione della cultura delle tecniche di risoluzione extragiudiziale delle controversie in ambito locale, nazionale e internazionale. Si è così costituita un’ampia rete accademica per la ricerca scientifica, la formazione universitaria e professionale.IL DIRETTORE Pala: «A Buoncammino non c’è stata aggressione» Non è stata un’aggressione al direttore del carcere. E il detenuto non ha tentato nemmeno di scagliarsi contro il numero di Buoncammino. Lo precisa Gianfranco Pala, da anni alla guida della casa circondariale, ricostruendo il movimentato episodio di qualche giorno fa. «Io ero a qualche metro di distanza, il detenuto si è ribellato a una perquisizione di routine. Si è agitato. E ha scalciato gli agenti. Che sono dovuti ricorrere alle cure del medico: per loro una prognosi di cinque giorni. Per il detenuto nessun danno». Nessun assalto con armi. «Il detenuto non ha tirato fuori il coltello di plastica – racconta il direttore –, lo stesso coltello è stato ritrovato nel corso della perquisizione nella sedie a rotelle che il detenuto utilizza per gli spostamenti. Si è trattato di una ribellione a una perquisizione. Un episodio che va considerato per quello che è: niente di eccezionale». (s.a.)



 
 
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17 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 27 - Sassari
UNIVERSITÀ >> PROVE DI ACCESSO
Professioni sanitarie: gli studenti avevano una convocazione diversa rispetto al bando. Indagini avviate dai carabinieri
SCOPPIA IL CASO ORARIO: FUORI 30 CANDIDATI
di Gianni Bazzoni
SASSARI Tagliati fuori dalla prova di accesso ai corsi a numero programmato delle Professioni sanitarie attivati dall’Università di Sassari perché si sono presentati in ritardo rispetto all’orario fissato dal bando (alle 8). Amara sorpresa per una trentina di studenti che - ieri mattina - sono arrivati al PalaSerradimigni alle 10,15 - secondo loro con largo anticipo rispetto al termine fissato nel tagliando in loro possesso che, appunto, indicava le 11 - e sono stati esclusi. I candidati hanno cercato di fare valere le loro ragioni (anche perché la ricevuta era stata rilasciata dall’Università al momento di presentazione della domanda) ma è stato tutto inutile. Così, poco più tardi, si sono presentati nella caserma dei carabinieri e in quattro hanno formalizzato una denuncia per chiedere che vengano effettuati tutti gli accertamenti e verificate eventuali responsabilità per il danno causato. I militari della compagnia, guidati dal capitano Simone Martano, si sono mossi subito, hanno acquisito gran parte della documentazione necessaria e hanno appurato che, in effetti, sul bando di concorso - pubblicato dall’Università - i partecipanti erano convocati per le 8 e avevano l’obbligo di presentarsi in tale orario. L’errore è stato commesso da chi ha compilato le ricevute consegnate ai candidati che, fidandosi del tagliando, sono arrivati al palazzetto in anticipo rispetto alle 11 ma ben oltre le 8. Dalla prima fase delle indagini non sarebbero emersi reati di natura penale, ma sono evidenti le incongruenze di carattere amministrativo tra ricevute e bando (proprio per gli orari) che hanno danneggiato i candidati esclusi perché giunti in ritardo. Ora bisognerà attendere il completamento delle indagini per avere un quadro aggiornato della situazione. Per i giovani esclusi, una brutta delusione e l’amarezza di essere stati indotti in errore da un documento ufficiale che - in teoria - avrebbe dovuto fare testo. Anche se l’Università (che qualche chiarimento interno dovrebbe pure farlo) ha precisato ieri sera che «tutti i partecipanti erano convocati per le ore 8 come specificato dal bando di concorso pubblicato sul sito dell’ateneo». Gli esclusi, in ogni caso, sono determinati ad andare avanti, convinti di avere subito una grave ingiustizia: «Siamo stati privati di un diritto, di una occasione importante per il nostro futuro – hanno detto – e ci eravamo preparati per partecipare alla prova. Tutto vanificato in un attimo per la superficialità di chi ha compilato quelle ricevute scrivendo un orario che era errato. Dobbiamo pagare noi?».

 
I NUMERI Al PalaSerradimigni in fila 1.137 studenti
Su 1361 iscritti, ieri mattina al PalaSerradimigni si sono presentati 1137 candidati per partecipare alla prova di accesso ai corsi a numero programmato. I corsi attivati quest’anno sono Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia (239 per 10 posti), Fisioterapia (398 per 22), Infermieristica (398 per 150), Logopedia (178 per 20) e Ostetricia (145 per 20). A questi si aggiungono 30 posti riservati a studenti extracomunitari e cinesi. L’esito della prova sarà reso noto con pubblicazione delle graduatorie di merito entro il 12 settembre sul sito www.uniss.it. I vincitori dovranno provvedere all’immatricolazione on line, pena l’esclusione, dal 15 al 19 settembre.
 
 
 
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18 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 17 - Lettere e commenti
EDUCAZIONE E LAVORO
di Ferdinando Camon
LA MERITOCRAZIA AL CENTRO  DELLA RIFORMA DELLA SCUOLA
Bisogna stringere un’alleanza con il mondo del lavoro: chi si diploma deve già conoscere un mestiere e sapere dove trovare o cercare occupazione
Renzi ha lanciato ieri la sua riforma della scuola. È una grande cosa, perché finalmente un capo del governo mostra di aver ben capito i punti deboli del nostro insegnamento. Abbiamo un corpo insegnante non rinnovato da tanti anni, dunque vecchio, e vecchio oggi significa che non ha la cultura per collegarsi con i giovani. Bene: Renzi promette 150mila nuovi assunti entro il prossimo settembre. Abbiamo un sistema d’entrata nel lavoro d’insegnante farraginoso, senza una vera selezione: bene, con la riforma si entrerà solo per concorso. Abbiamo una marea di supplenti, il che vuol dire insegnamenti spezzettati e non-coerenti nel corso dell’anno. Bene, le supplenze saranno abolite. Abbiamo sempre avuto, dalla nascita della repubblica, una carriera degli insegnanti fondata sugli scatti d’anzianità: un insegnante guadagna di più man mano che invecchia. Un’assurdità totale, perché man mano che invecchia, invecchia anche la sua cultura, e quindi insegna peggio. È il cancro del nostro sistema scolastico. La promozione per anzianità è l’esclusione della meritocrazia, e un lavoro dove non si premia il merito diventa sempre più mediocre e ripetitivo, e sempre meno redditizio. È per questo che dalle nostre scuole escono diplomati e laureati che non reggono il confronto con i coetanei di Spagna, Francia, Germania. Renzi introduce un sistema lambiccato, sul quale ritorneremo presto, perché non ci convince. Dice così: “Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 professori su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più, grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola”. In realtà se lo scopo è sfornare diplomati di buon livello, il mezzo deve agire su quel livello, migliorarlo, alzarlo, e dunque premiare chi già lo fa. I nostri insegnanti hanno bisogno di aggiornamento, non ogni tanto, ma sempre: l’aggiornamento dev’essere continuo. I ragazzi sono per natura portati a vivere in connessione, la connessione è un modo per vivere la vita insieme, e dunque tutte le scuole devono avere la banda larga e l’wi-fi. Nella scuola bisogna introdurre o potenziare la musica (chi non sa la musica non capisce la poesia e la letteratura) e l’arte: uno studente non può diplomarsi qui da noi con la spolveratina d’arte che riceve oggi, questa è l’Italia, conoscere l’arte qui vuol dire anche avere più possibilità di trovare o creare lavoro. Bisogna stringere un’alleanza fra scuola e lavoro, la Germania lo fa da tanto tempo, chi esce dalla scuola deve già conoscere qualche lavoro e sapere dove trovarlo, o almeno dove cercarlo. Va tutto bene, in questa riforma, ma torniamo un attimo al punto capitale, che è l’introduzione della meritocrazia. Qui il problema è che il nostro Stato è cieco dalla nascita, è nato cieco. Se tu vai in una fabbrica, ogni capo-squadra sa chi sono i migliori lavoratori della sua squadra, ma nel mondo della scuola il preside non lo sa e il provveditore non lo sa. Non è che il mezzo per sapere chi sono gli insegnanti migliori non esista, è che non viene applicato. Se un insegnante ha, percentualmente, una quota più alta di licenziati all’esame di fine-corso, e di diplomati con un buon punteggio, quell’insegnante andrebbe distinto anche nel compenso. Le commissioni esterne che esaminano gli studenti alla fine di un ciclo, esaminano anche i loro insegnanti, il programma che hanno svolto, la cultura che hanno trasmesso. Le commissioni si fanno un’idea precisa della scuola da cui i ragazzi provengono. E lo Stato che non ha nessuna idea. Se vuole introdurre il merito, deve aprire gli occhi. Gli studenti sanno quali insegnanti sono bravi, le famiglie lo sanno, è lo Stato che non lo sa. Poiché Renzi lancia una consultazione pubblica e invita tutti a fargli delle critiche (matteo@governo.it), qui gli segnalo questa mia.



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19 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 8 - Attualità
GOVERNO ALLA PROVA
Scuola, riforma on-line
150MILA PRECARI ASSUNTI
di Annalisa D’Aprile
ROMA Assumere tutti i 150mila docenti precari entro settembre 2015, abolire le supplenze, scatti di stipendio agli insegnati meritevoli, un nuovo concorso per giovani professori, più sport, musica e inglese alle elementari. E ancora una scuola “di vetro”, meno impantanata nella burocrazia, più digitale e innovativa. L’annunciata “Buona scuola” di Renzi è un “piano educativo” di 136 pagine da realizzare in un anno. Una rivoluzione ambiziosa quella del premier che, presentando la sua riforma («ma non la solita», dice)della scuola in un videomessaggio, dice: «Datemi una mano». È così che il presidente del Consiglio introduce la “campagna d’ascolto”: «A voi chiedo di essere protagonisti e non spettatori» esorta Renzi nel messaggio. Per due mesi infatti, dal 15 settembre al 15 novembre, resterà aperta una consultazione a tutti i protagonisti della scuola per raccogliere idee e suggerimenti. «Dopo la consultazione arriverà un decreto legge a inizio 2015» ha detto poi il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, confermando che «il primo strumento sarà, però, la legge di stabilità, utilizzata per la messa a regime della prima tornata di assunzioni». Per la stabilizzazione dei 150mila precari il piano messo a punto da Renzi prevede risorse per almeno tre miliardi. Sono 12 punti delle linee guida con il compito di cambiare il volto della scuola italiana. Mai più precari. Il premier azzera le famose “graduatorie a esaurimento” con l’assunzione di 148.100 precari a settembre 2015. Di questi, 80mila sono maestri per le scuole dell’infanzia e della primaria: circa 20mila saranno impiegati per le cattedre scoperte, agli altri 60mila saranno usati come organico funzionale, sostituendo i colleghi nei momenti delle assenze o per il recupero di alunni in difficoltà (capitolo questo che rimanda a quello delle supplenze). Gli altri 77.596 precari saranno impiegati nelle scuole secondarie, di primo e secondo grado. Dal 2016 solo per concorso. Esaurito lo zoccolo duro dei precari, il reclutamento avverrà solo tramite concorso triennale. Quindi, tra il 2016 ed il 2019 entreranno altri 40mila giovani insegnanti, con il compito anche di svecchiare il corpo docente e di «sintonizzarsi col mondo dei giovani». Inoltre, la formazione iniziale dei futuri docenti avverrà attraverso un percorso 3 più 2: tre anni di formazione universitaria disciplinare (matematica, fisica, italiano, latino) e due anni di specializzazione per imparare ad insegnare quelle stesse discipline. Più un semestre di tirocinio a scuola. Via le supplenze. Il “piano di assunzioni” garantirà agli istituti scolastici un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze. Docenti e merito. Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe e formazione. «Abbiamo fatto una previsione molto precisa con incrementi stipendiali di 60 euro netti al mese per un triennio», aumenti che «riguarderenno i due terzi degli insegnanti di ogni scuola che sarà in competizione con se stessa per migliorarsi, ma che, soprattutto cancellerà il meccanismo “più capelli bianchi più euro” in busta paga» ha spiegato il ministro Giannini. La scuola si aggiorna. Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione. «Avvieremo un accurato censimento delle competenze degli insegnanti - ha aggiunto il ministro -, quelli esistenti e quelli via via in assunzione». Scuola trasparente. Saranno online dal 2015 i dati di ogni scuola e serviranno per impostare i piani di miglioramento previsti dal sistema di valutazione. Inoltre, ci sarà un registro nazionale dei docenti, che potrà essere utilizzato dal dirigente per “chiamare” nel proprio istituto i docenti che “più rispondono alle esigenze del piano di miglioramento”. Meno burocrazia. Lo “sblocca scuola” preveder il coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose e abolirle. Innovazione digitale. Piani di coinvestimento per portare a tutti banda larga veloce e wifi. Cultura in “corpore sano”. Musica e sport nella scuola primaria e più Storia dell’arte nelle secondarie. Più inglese. Rafforzare piano per le lingue straniere, anche alle elementari. E valutazione della conoscenza dell’inglese anche per i docenti. Scuola e mondo del lavoro. Alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni degli Istituti tecnici e professionali. A caccia di risorse. Stabilizzare il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. E attrarre risorse private con incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.
 
 
 
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20 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 9 - Attualità
Sindacati: no all’abolizione degli scatti di anzianità
La “Buona scuola” targata Renzi-Giannini incassa la promozione con riserva degli studenti e molti no dai sindacati che in qualche caso sono già pronti alla sciopero. Secondo unistant poll svolto sul portale “Skuola” ai ragazzi piace soprattutto l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria e la valutazione dei professori. Tra gli studenti due su tre esprimono parare positivo, in attesa di verificare l’attuazione degli interventi e approvano la consultazione on-line aperta dal governo sulla riforma.
Ben diversa è l’accoglienza daparte dei sindacati anche se il governo incassa il plauso per nulla scontato del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso per l’infornata di assunzioni promesse: 150mila.
«Una svolta dopo anni di tagli alla scuola pubblica e di precarizzazione del personale», dice la segretaria della Cgil, chiedendosi dove il governo reperirà le risorse.
La titolare del dicastero di viale Trastevere, Stefania Giannini, da lunedì prossimo sarà in tour per l’Italia per raccontare quel che il governo intende fare. Bisognerà convincere anche i sindacati. «Giù le mani dagli scatti di anzianità e no secco al potenziamento dei poteri dei presidi» ha già detto la Gilda mentre Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, teme a gennaio, quando si passerà alla fase attuativa, «difficoltà di coperture sollevate dalla ragioneria, o dal ministero dell’Economia », preoccupazione condivisa dall’associazione di genitori Age. Il rischio di «alimentare illusioni e delusioni», per Francesco Scrima leader della Cisl scuola, è alto. Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil giudica negativamente «la mancanza nel documento di qualunque riferimento al rinnovo del contratto, fermo da 7 anni» e su analogo tasto preme Marco Paolo Nigi dello Snals secondo il quale «per rendere credibile il piano urge il rinnovo del contratto». Nelle Linee guida per la scuola «c’è un grande assente: il diritto allo studio» denuncia l’Unione degli studenti alla quale non va affatto giù «una scuola finanziata dai privati». E Udu e Rete degli studenti puntano il dito contro un’istruzione fatta a compartimenti stagni: «riformare la scuola senza creare ponti di collegamento solidi con il mondo dell’università, che da anni è stata abbandonata a sè stessa, rischia di lasciare il proseguo del percorso di studi al completo sfascio». .
«Dal “facciamo al faremo”, inversione a U» hanno commentato i pentastellati.
 
 
 
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21 - La Nuova Sardegna di giovedì 4 settembre 2014 / Pagina 9 - Attualità
Il ministro Madia: «In questo momento le risorse per i contratti non ci sono»
NIENTE SOLDI PER GLI STATALI
Secondo la Cgil il mancato guadagno per ogni lavoratore è di 4.200 euro
STIPENDI BLOCCATI NEL 2015
di Vindice Lecis
ROMA Il governo chiude la porta ai lavoratori statali. La doccia fredda arriva nel primo pomeriggio quando il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia annuncia che non ci sono le risorse per sbloccare i contratti anche nel 2015. I sindacati sono sul piede di guerra e la Cgil calcola che i dipendenti pubblici perderanno in media con questo ennesimo blocco dei contratti qualcosa come 4.800 euro, 600 dei quali nel prossimo anno. Nonostante alcune promesse, il governo ha scelto di confermare il blocco dei contratti che prosegue dal 2010. Già nel Documento di economia e finanza varato dall’esecutivo Renzi lo scorso aprile, non era prevista alcuna erogazione di spesa per il rinnovo contrattuale. Nel Documento si leggeva che «la spesa per redditi da lavoro dipendente delle Amministrazioni pubbliche è stimata diminuire dello 0,7% circa per il 2014 per poi stabilizzarsi nel triennio successivo e crescere dello 0,3% nel 2018, per effetto dell’attribuzione dell’indennità di vacanza contrattuale riferita al triennio contrattuale 2018-2020». Il rischio pertanto è che i contratti pubblici restino congelati sino al 2020. Il governo spiega che non si daranno soldi agli statali perché «prima di tutto» bisogna guardare «a chi ha più bisogno» confermando gli 80 euro «che vanno anche ai lavoratori pubblici». Gli statali hanno il contratto bloccato da 4 anni e dunque non deve fare scandalo, spiega il ministro, che lo sia ancora perché la crisi «visti i dati dell’economia» prosegue. La decisione sui contratti verrà comunque presa in sede di legge di stabilità. I sindacati avevano avvertito il governo sin dallo scorso mese di aprile che avrebbero fatto di tutto per opporsi. La Cgil ha fatto i calcoli e la perdita per ciascun lavoratore, per i mancati aumenti, è di 4.200 euro. E se il blocco sarà confermato anche il prossimo anno se ne aggiungeranno altri 600. «Se il governo Renzi pensa di umiliare ulteriormente i dipendenti pubblici» allora «la nostra risposta non potrà essere che la mobilitazione». Così? Rossana Dettori, segretario generale Fp-Cgil, che giudica «intollerabile» la «prosecuzione del blocco della contrattazione». E «senza un passo indietro del governo», avverte, «torneremo nelle piazze». Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni chiede di togliere «i soldi agli enti locali, alle Regioni, ai Comuni e alle aziende municipalizzate, non ai dipendenti statali. Stiamo ancora aspettando iniziative di spending review. In effetti il pubblico impiego è da parecchi anni sotto lo schiaffo di molti governi. In quattro anni gli organici sono calati di 200mila unità. Stiamo parlando inoltre di stipendi che hanno perso quasi un punto percentuale tra il 2011 e il 2012 col personale della scuola il più maltrattato. In questo quadro, arriva una nuova doccia gelata sull’Italia. L’Ocse conferma che gli under 25 italiani sono sempre più spesso disoccupati e tra quelli che lavorano oltre la metà ha un contratto precario, e meno di due terzi saranno ancora allo stesso posto tra due mesi. Tra il 2007 e il 2013 la disoccupazione giovanile è raddoppiata dal 20,3% al 40% e ha continuato a crescere anche quest’anno, toccando quota 43,4%. Tra i giovani senza lavoro, commenta l’Ocse, aumentano i giovani che oltre a non essere occupati non sono nemmeno a scuola o in formazione: a fine 2013 erano il 22,4%, 6,1 punti in più dall’inizio della crisi. Ma non stanno meglio i lavoratori dipendenti: il 52,5% di loro sotto i 25 anni ha un contratto atipico e l’80% tra tre anni sarà bloccato nella trappola del precariato oppure disoccupato o inattivo.
 
 

 

QUOTIDIANI NAZIONALI

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