Domenica 20 luglio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 luglio 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
ERSU. Niente lavoro sino al 15 settembre per i dipendenti della ditta Pellegrini
CHIUSURA ESTIVA DELLE MENSE, 70 LAVORATORI SENZA STIPENDIO

Le mense universitarie dell’Ersu chiudono per la pausa estiva e i dipendenti della società vincitrice rimangono senza lavoro. Due mesi durante i quali i circa 70 dipendenti della società Pellegrini non riceveranno un centesimo di stipendio o di integrazioni al reddito. Una catastrofe per i lavoratori (in maggior parte donne, separate o vedove, con figli a carico). Gli altri anni erano riusciti a sopperire alla mancanza di stipendio chiedendo un’anticipazione sulle ferie, strada non percorribile quest’estate perché l’appalto è in scadenza e non è stato ancora stabilito chi gestirà le mense per gli universitari.
ALLA CANNA DEL GAS Nella mensa di via Premuda alle 12,30 si serve l’ultimo pranzo prima della chiusura estiva. L’affluenza è scarsa («Circa 350 pasti contro i mille normali», fa sapere il responsabile della struttura Faustino Melis), il profumo di pollo alla cacciatora è un richiamo irresistibile. Gli studenti sfilano ordinati di fronte al tornellista che controlla le tessere. Nella sala il clima è gelido e non solo per l’effetto dell’aria condizionata. «Da domani (oggi per chi legge) sarò senza lavoro e senza busta paga», dice sconsolata Sandra Anedda, sindacalista della Cisl. «Solo 10 degli 80 colleghi dipendenti della società Pellegrini avranno la fortuna di lavorare senza interruzioni alla mensa di via Trentino. Gli altri a spasso». La donna, separata e con figli a carico, ammette le difficoltà. «Come potrò sbarcare il lunario? Con uno stipendio che non arrivava a 900 euro, tra mutui, bollette e spese varie, è stato praticamente impossibile mettere in cascina fieno per i periodi di magra». Negli anni scorsi il problema veniva risolto dalla società Pellegrini che anticipava il pagamento delle ferie. L’appalto è in scadenza e non ci sono certezze su chi lo gestirà per i prossimi due anni e mezzo. Un aspetto che preoccupa i lavoratori. «Abbiamo paura di chi subentrerà. La Pellegrini è sempre stata corretta nei nostri confronti, pagando regolarmente gli stipendi e rispettando gli accordi sindacali».
PASTI PER TUTTI «Gnocchi di patate, passato di verdure, pasta in bianco, goulash, pollo alla cacciatora, cotoletta alla milanese, sformato di melanzane, mozzarella caprese, verdura mista e patate al forno». Antonello Carai, responsabile della ristorazione, legge il menu. «Soddisfa le esigenze di celiaci, musulmani, vegetariani, vegani e di chi ha particolari intolleranze». Carai deve tenere sotto controllo circa 480 mila pasti preparati nelle 4 mense Ersu. «Nelle strutture abbiamo 20 cuochi dipendenti e 2 studenti universitari che per 10 euro all’ora collaborano con i nostri tre tornellisti».
Andrea Artizzu
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
VIA OSPEDALE
Raccolta di solidarietà per i bisognosi del Congo
In memoria di padre Giovanni Puggioni. Sono in via di conclusione i lavori di allestimento di un reparto “Maternità” nel Congo-Brazzaville. Una iniziativa che porterà il nome del gesuita scomparso nel 2009, fondatore e per tanti anni il cuore e l’anima di “Operazione Africa”, l’associazione di volontariato creata per aiutare le popolazioni più bisognose del Continente nero. Un container partirà per la Repubblica del Congo per consegnare letti e arredi donati dall’Azienda ospedaliero universitaria cagliaritana, concludere i lavori iniziati nel 2010 e rendere operativa la maternità entro la fine dell’anno. Chiunque può contribuire all’iniziativa con la donazione di medicinali, materiale e generi alimentari, pappe, biscotti, biberon, pannolini e vestiario leggero in buone condizioni: la consegna deve avvenire entro il 7 agosto nella sede dell’associazione in via Ospedale 8 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e il martedì e il giovedì dalle 10 alle 13. (al. at.)
 
3 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 8 - Edizione IN)
«IL SARDO MUORE E NON C’È UN PIANO SERIO PER SALVARLO»
INVIATA Daniela Pinna
Santu Lussurgiu. Il sardo, una lingua senza confini. Le infinite piccole varianti non intaccano la struttura comune. E sono talmente diffuse che non si può erigere un muro: di qui la parlata del nord, di là quella del sud. «Logudorese e Campidanese, semplicemente, non esistono». Parola di Michele Contini ( Michel Continì nella Francia, che l’ha adottato) professore emerito di Fonetica e Geografia Linguistica all’Università di Grenoble. Venerdì era a Santu Lussurgiu per presentare il saggio “Unità e variabilità fonetiche delle parlate sarde meridionali”, la tesi di dottorato della sua allieva Maria Giuseppa Cossu, lussurgese, coordinatrice (precaria) dell’Atlante linguistico multimediale della Sardegna. «Tesi ignorata in Sardegna e pubblicata dalle prestigiose Edizioni dell’Orso». Cossu ha studiato, paese per paese, come parlano i sardi a sud di una linea immaginaria da Oristano a Muravera. Completando il lavoro del suo maestro, che aveva già esaminato la fonetica a nord di quella stessa linea immaginaria. Dov’è che il suono K dell’antico latino si addolcisce e chelu diventa celu? Dov’è che la N intervocalica diventa una nasale, o scompare? Le carte di Contini e Cossu registrano ogni dettaglio. Ed evidenziano che non c’è una frontiera: la lingua è una. «E uno deve essere lo standard di scrittura».
Professore, come padre della Limba sarda comuna...
«La Lsc fu varata da una commissione: in tanti siamo corresponsabili. Il vero padre è Renato Soru. Se non si fosse imposto, i commissari starebbero ancora a litigare. Mentre il sardo muore».
I linguisti delle università sarde dicono sia un esperanto costruito a tavolino.
«Sciocchezze. Le ricerche dimostrano che corrisponde alla parlata di Neoneli».
In certe zone però è vissuta come imposizione aliena. Non sarebbe meglio ammorbidire, accogliere abba e àcua per far accettare lo standard?
«Nel campo del lessico, se la scelta è binaria, perché no? In italiano puoi dire anguria o cocomero. Ma se domani la Regione dovesse emanare un decreto a tutela del pipistrello, come lo definirebbe? Ratapignata, alipedde, tzurrundeddu?»
La sintesi per i politici è problematica. Anche qui a Santu Lussurgiu, non appena si parla di scelte, la sala rumoreggia.
«Non possiamo concludere in pochi anni ciò che in altri Paesi si è fatto nei secoli, attraverso discussioni e compromessi. In Francia ancora oggi si discute come adeguare l’ortografia. La Lsc può essere migliorata, ma non proponendo uno standard alternativo. O peggio due, che sarebbero comunque un compromesso fra tante varianti. Ci vuole, piuttosto, un’Accademia della lingua sarda».
Il sociologo Alessandro Mongili su L’Unione ha proposto un laboratorio, aperto ai non linguisti, che accompagni la standardizzazione.
«Certo. L’importante è che gli specialisti si riuniscano regolarmente, anche per discutere quali parole scegliere. Per farlo, occorre conoscere. Dove si usano quelle parole? Per l’aspetto fonetico lo sappiamo. Resta da fare lo studio sul lessico. Da dieci anni propongo un Atlante linguistico della Sardegna, l’Alimus. È la sola area del dominio romanzo che non ne abbia uno globale».
L’Alimus è senza fondi.
«È assurdo, l’Alimus è un progetto multimediale che permetterebbe a chiunque di sapere come si dice una determinata parola in qualunque punto della Sardegna. Conoscenze basilari per le politiche linguistiche. Ma non vedo entusiasmo da parte dei colleghi accademici. Né un piano della Regione».
L’Ufìtziu Limba è stato decapitato.
«O si decide che la lingua è un elemento fondamentale della cultura e si organizza un progetto politico duraturo, oppure non la si ritiene importante e ci si comporta così. Questi studi hanno tempi lunghi. Io dirigo l’Atlante linguistico romanzo: dal 1995 a oggi siamo appena al quarto volume. La Regione dovrebbe assumere almeno due o tre ricercatori in pianta stabile per l’Atlante linguistico multimediale. Ma va avanti con piccoli progetti slegati. Maria Giuseppa Cossu è l’unica studiosa - universitari compresi - con un dottorato in Linguistica sarda. Ma è disoccupata».
Come va in Francia?
«I linguisti sardi lavorano a Tolosa, a Grenoble. Qui non c’è programmazione. Io sono il presidente dell’Alimus: avrebbero potuto avvertirmi che si fermava e informarmi che Giuseppe Corongiu non era più direttore dell’Ufìtziu. Intanto il sardo scompare».
Molti giovani lo usano per lavorare: sui giornali, in teatro. Lo studiano. Che cosa suggerirebbe a un aspirante linguista?
«Di fare altro, vista la situazione».
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
4 - La Nuova Sardegna / Prima pagina
SANITÀ
Arru mette sotto tutela tutte le Asl
L’assessore alla Sanità Luigi Arru ha messo sotto tutela le undici Asl sarde. Visto che la direttiva di marzo («Limitatevi all’ordinaria amministrazione») è rimasta quasi inascoltata, nell’ultima riunione la Giunta ha approvato una delibera che limita al minimo indispensabile i margini di manovra degli otto direttori generali delle Asl, di quello dell’Azienda speciale Brotzu e dei due a capo dei policlinici universitari a Cagliari e a Sassari.

Sardegna – Pagina 4
REGIONE > LA SVOLTA DI ARRU
I direttori generali dovranno rispettare regole ferree su forniture e personale
L’ASSESSORE ALLA SANITÀ METTE SOTTO TUTELA LE ASL
Indispensabile il via libera preventivo per gli acquisti superiori ai 500mila euro
di Umberto Aime
CAGLIARI Chissà se arriveranno a mangiare il panettone, sta di fatto che i manager delle undici Aziende sanitarie, tutti nominati a suo tempo dal centrodestra, ora sono stati messi sotto tutela dall’assessore alla Sanità, Luigi Arru. Visto che la direttiva di marzo («Limitatevi all’ordinaria amministrazione») è rimasta o quasi inascoltata, nell’ultima riunione la Giunta ha approvato una delibera che limita al minimo indispensabile i margini di manovra nella cassa e nell’organizzazione degli otto direttori generali delle Asl, di quello dell’Azienda speciale Brotzu e dei due a capo dei policlinici universitari a Cagliari e a Sassari. Sarà stretta la vigilanza sui costi anche per l’Istituto zooprofilattico di Sassari.
Tutti sotto controllo. In attesa della riforma annunciata da centrosinistra, domani riprenderà il confronto nella commissione Sanità del Consiglio regionale, la direttiva impone che «il parere preventivo e vincolante dell’assessorato sarà sempre obbligatorio in caso di acquisti superiori ai 500mila euro, all’istituzione o soppressione di qualsiasi struttura e servizio, dell’assegnazione d’incarichi che comportino una nuova organizzazione del lavoro». E ancora: sono bloccati i contratti interni che «prevedono l’aumento del 2 per cento della spesa per il personale di ciascuna azienda» e «non potranno essere più effettuate assunzioni oltre l’organico attuale e per quelle a tempo determinato dovranno essere utilizzate le graduatorie dei precedenti concorsi senza più ricorrere a alle chiamate dalle agenzie interinali». In altre parole, è ammessa solo l’ordinaria amministrazione e questa volta non è più solo un invito.
Congelati. Con la delibera, l’assessore ha sospeso l’efficacia degli atti aziendali (le strategie, compresi i costi) già approvati all’inizio dell’anno, quand’era ancora in carica la giunta Cappellacci, e che sono quelli delle Asl 1 Sassari, 3 Nuoro, 6 Sanluri 7 Sulcis, dell’Azienda Brotzu e delle Miste di Cagliari e Sassari. Le altre quattro Asl ancora senza l’atto di indirizzo (2 Gallura, 4 Ogliastra, 5 Oristano e 8 Cagliari) dovranno per forza attenersi alle regole imposte dalla delibera.
Gli effetti. Quello più evidente sarà il blocco immediato della ristrutturazione proposta giorni fa, all’Asl di Nuoro, dal direttore generale Antonio Maria Soru, con il taglio drastico delle «strutture semplici» (da 139 a 27) e su cui l’assessore Arru ha espresso subito molte perplessità. Saranno bloccate anche altre possibili assunzioni interinali al Brotzu, che da sempre il centrosinistra contesta al manager Antonio Garau. Ma soprattutto i manager dovranno essere autorizzati dall’assessorato per tutti gli acquisti superiori al mezzo milione. L’obiettivo della messa sotto tutela è evidente: evitare ogni possibile aumento della spesa ospedaliera, che – stando all’ultimo monitoraggio ha superato i 3 milioni, con un più uno per cento nel confronto fra 2012 e 2013.
I bilanci. La spesa sanitaria pesa per oltre il 43% sulla manovra complessiva lorda della Regione (che è di 8.242 milioni) e intorno al 48% su quella netta (7,6552 milioni). Gli controlli hanno detto che l’Asl che ha aumento più delle altre i costi è quella di Nuoro (più12,7%), mentre la più virtuosa è stata Oristanoconmeno3,8%. La nomina. È stato pubblicato, come annunciato, il decreto di nomina dell’avvocato Tiziana Ledda a commissario straordinario dell’Agenzia regionale della Sanità.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Sport - Pagina 39
TESI DI LAUREA SULLO STADIO
Ecco come vede il Sant’Elia del futuro l’ingegner Davide Sebis
CAGLIARI Trentaquattro milioni di euro, 23mila posti a sedere e al coperto, tre livelli, spazi commerciali, ristorante, museo del Cagliari. Ma non solo. Nel Sant’Elia del terzo millennio scompare la pista, si recupera la struttura portante e si riutilizzano le travi per sostenere la nuova copertura. Ovviamente, tutto a norma Uefa. Tommaso Giulini stia in guardia. E con il patron del Cagliari, anche il sindaco Massimo Zedda dovrebbe incuriosirsi all’elaborazione di un laureando in Ingegneria dell’ateneo del capoluogo. La tesi, che verrà discussa domani nell’aula magna della facoltà in piazza d’Armi, è ambiziosa, concreta, fattibile. Il problema stadio - negli ultimi dieci anni, croce per il club rossoblù, la città e i tifosi - ha ormai dimensioni extra large. E suscita attenzioni variegate. Dall’archistar statunitense, Dan Meis, alle ricerche di Davide Sebis. Quest’ultimo, chiude gli studi con una tesi - relatore Fausto Mistretta, controrelatore Barbara De Nicolo – che parte dalla genesi del Sant’Elia - debutto del Cagliari di Riva nel ‘70 in Coppa Italia, 4-1 sulla Massese - fino ai mondiali di Italia ’90. A seguire, criticità, deroghe, lentezze, dispetti. Per contorno, manutenzioni light. Un degrado pessimo per tutti: l’ultima sfida alla Juve, con 4.978 spettatori su due lati, i Distinti vuoti e i tubi Innocenti impilati, è stata il clou di una sconfitta collettiva. Il neo ingegnere civile, supportato dal professor Mistretta, prevede il tetto in materiale plastico innovativo, pannelli fotovoltaici, integrati nella copertura in vetro della Sud. I gradoni e le fondazioni? Demoliti e reimpiegati. Le tribune? A pochi metri dal prato erboso. E si ipotizza un impiego polivalente per 365 giorni. Con i settori chiamati ancora Tribuna, Distinti, curva Nord e Sud. Sotto la Nord, quattromila metri quadri per negozi, ristoranti e altre attività. Previsti uffici e sale congrue per media, club e medicina dello sport. I costi? Con gli oneri inerenti la sicurezza si arriva a 34,5 milioni di euro. Lo stadio di Larisa in Grecia, 16.100 spettatori, nel 2010 è costato 41 milioni di euro, mentre per quello da 30 mila posti dell’Olimpiakos di Atene, nel 2004, sono stati spesi 60 milioni di euro.
Mario Frongia



QUOTIDIANI NAZIONALI

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