Giovedì 17 luglio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 luglio 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Così il Ministero boicottò l'Università
LINGUA BLU. La denuncia: «Ci impedirono di studiare un vaccino»
 
Il segretario generale del ministero della Salute, Romano Marabelli, ha chiesto e ottenuto la sospensione dall'incarico dopo l'inchiesta della Procura di Roma sui “trafficanti di virus”. «Noi lo dicevamo che era da pazzi usare quel vaccino sugli animali, ma il ministero ci ha vietato di fare ricerca», dice Marco Pittau, ordinario di malattie infettive al Dipartimento di medicina veterinaria dell'Università di Sassari, «volevamo provare a produrre qui un vaccino che bloccasse la lingua blu, potevamo differenziare i virus vaccinali da quelli selvaggi, dimostrai ad un incontro della Società italiana di scienze veterinaria come era facile». Subito dopo arrivò una circolare dal ministero che lo impediva.
C. COSSU A PAGINA 5
 
Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
«Sulla lingua blu il Ministero ci vietava ricerca e interventi»
Parla Marco Pittau, ordinario di malattie infettive dell'Università di Sassari
 
Il segretario generale del ministero della Salute, Romano Marabelli, ha chiesto e ottenuto la sospensione dall'incarico, funzioni e stipendio. Per risparmiare al ministro Lorenzin - che apprezza «la sensibilità istituzionale» - l'imbarazzo «conseguente agli attacchi mediatici». Cioè agli articoli sui giornali che riportano l'inchiesta della Procura di Roma sui “trafficanti di virus” dell'influenza aviaria e della lingua blu. Secondo l'accusa, il potentissimo funzionario sarebbe stato a capo di una ramificata organizzazione criminale. Che avrebbe causato la diffusione delle malattie, imponendo l'utilizzo di un vaccino, non testato, che alla resa dei conti avrebbe fatto agli animali molto più male che bene, per favorire aziende farmaceutiche e ottenere in cambio denaro, viaggi e finanziamenti per convegni e centri di ricerca. Non solo: nonostante gli allarmi ripetuti, da parte di allevatori e di medici, si continuavano ad acquistare milioni di dosi di quei farmaci - sottolinea ancora il magistrato che ha in mano il fascicolo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo - dosi che non furono somministrate alle bestie (perché pastori e veterinari si rifutavano), con un grave danno all'erario. La vicenda in Sardegna parte da lontano, ha ripercussioni enormi e ogni giorno svela nuovi inquietanti particolari.
«Noi lo dicevamo, in tutte le sedi, che era da pazzi usare quel vaccino vivo sugli animali, ma il ministero, con l'Istituto zooprofilattico di Teramo (è indagato anche l'ex direttore, Vincenzo Caporale, ndc) obbligavano a seguire le loro disposizioni, e ci hanno impedito in ogni modo di intervenire e fare ricerca, cioè il nostro lavoro», dice Marco Pittau, ordinario di malattie infettive al Dipartimento di medicina veterinaria dell'Università di Sassari, «hanno sempre operato in modo da tenersi ben stretta la gestione dell'emergenza, con la complicità dei politici di allora». Racconta il professore che lui e suoi colleghi volevano provare «a produrre qui un vaccino che bloccasse l'epidemia, adatto agli ovini sardi, potevamo differenziare i virus vaccinali da quelli selvaggi, con la biologia molecolare, dimostrai ad un incontro della Società italiana di scienze veterinarie come era facile». Subito dopo il preside di allora convocò Pittau per dirgli che aveva ricevuto una telefonata da Roma, «avvertendo che non eravamo autorizzati», e nei giorni successivi arrivò una circolare dal ministero (direzione generale sanità pubblica veterinaria alimenti nutrizione, firmata da Marabelli) in cui si specificava che «a seguito del reiterarsi di comportamenti quanto meno irregolari in maniera di manipolazioni e alienazioni di virus, si ritiene opportuno richiamare... il Testo unico delle leggi sanitarie... Nonostante quanto sopra evidenziato continuano ad essere segnalate diverse circostanze, mai verificatesi in passato, che riconducono ad avvenute manipolazioni e alienazioni di virus della blue tongue, sia da parte di alcuni Istituti universitari, che da parte di Istituti zooprofilattici sperimentali». E proseguiva, ammonendo che, «nel caso in cui episodi simili si dovessero ripetere, saranno perseguiti a norma di legge». Continua Pittau: «Quando chiedevamo di poter fare prelievi di sangue sugli animali malati ci veniva impedito, ci venne vietato anche di mettere in campo strumenti per il monitoraggio, cosa che si faceva invece negli altri Paesi, in Inghilterra ad esempio». Inoltre, aggiunge Pittau, «sono disponibile a fornire agli organi inquirenti due perizie che ho fatto per veterinari del Lazio che furono accusati di non aver vaccinato le bufale, indagati per omissioni di atti d'ufficio, documenti che provano la scarsissima competenza di chi gestiva la situazione». Anche i docenti di Sassari ribadiscono quindi quello che avevano sottolineato i consiglieri regionali del Psd'Az in un ordine del giorno del 2004, denunciando «la gestione dispotica e monopolistica dell'emergenza blue tongue da parte di Marabelli e Caporale, che hanno proibito la manipolazione del virus e la libertà di ricerca scientifica». Chiedendo, dieci anni fa, l'allontanamento di Marabelli dal consiglio d'amministrazione dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna. Incarico tuttora ricoperto, e non si sa se la sospensione dal ministero si allarghi anche a questo.
«L'autosospensione era un atto inevitabile, che ora ci auguriamo possa consentire di ridare un minimo di fiducia e credibilità a tutto il sistema che si occupa della profilassi veterinaria», afferma il senatore del Pd Silvio Lai che, nei giorni scorsi, insieme ad altri parlamentari aveva presentato un'interrogazione sulla vicenda.
Cristina Cossu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Alta tensione in Giunta, sulle Asl c'è il caso Arru
SANITÀ. L'assessore minimizza: «Mai pensato a dimissioni»
 
Forse solo un vento passaggero, ma capace di scuotere il tavolo della giunta regionale. Il piano di riforma delle Asl e l'azione degli attuali manager degli undici distretti sanitari hanno scatenato una polemica inattesa nella sala riunioni di viale Trento. Tanto che ieri mattina è trapelata addirittura la notizia di uno strappo dell'assessore alla Sanità Luigi Arru. Necessaria così la nota ufficiale di smentita: «Non ho dato le dimissioni né ho mai pensato di farlo. Smentisco nel modo più assoluto».
Il clima resta però teso nella squadra di governo di Francesco Pigliaru. Nell'ultima riunione l'assessore avrebbe alzato la voce per l'attività svolta in questi mesi dalle Asl, nonostante la sua circolare diffusa a inizio mandato. C'era l'invito ai direttori generali a limitarsi all'azione ordinaria, in attesa della riorganizzazione delle aziende sanitarie e quindi delle nuove nomine. E in Giunta Arru non avrebbe trovato la sponda che si aspettava, arrivando così a battere i pugni sul tavolo.
Ci sono da fare anche i conti con la legge di riforma del sistema sanitario proposta dal Pd, sostenuta anche da Sel, Centro democratico, Sardegna Vera, ma non ancora dal Partito dei Sardi dell'assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru avrebbe storto la bocca davanti all'ipotesi di una riorganizzazione delle Asl che prevede l'istituzione di un'azienda nuova, la dodicesima, nuovo punto di riferimento regionale per le urgenze e le emergenze. Secondo il governatore (e anche l'assessore Arru), il piano comporterebbe un aumento di costi su un sistema sanitario che incide già sul quaranta per cento del bilancio regionale.
La proposta di legge è appena arrivata in commissione Sanità in Consiglio regionale: il Pd chiede tempi rapidi per arrivare al piano che di fatto dovrà scardinare l'impianto costruito dal centrodestra sotto la guida di Cappellacci. È facile immaginare che l'opposizione sia già pronta a fare le barricate per rallentare l'esame della legge. Il presidente Raimondo Perra (Sardegna Vera) ha riconvocato per questa mattina la commissione che era stata sospesa per consentire l'intervento del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis. (g. z.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 7 - Edizione CA)
Area, ritardi e omissioni: via il cda
Il presidente Sangiorgi: «Tutto chiarito, non meritiamo il fango»
La Giunta regionale accusa i vertici dell'ex Iacp: «Gravi irregolarità omissive e contabili»
 
Il bilancio del 2010 è stato approvato a fine 2011 e quello del 2011 nell'ottobre del 2013 quando avrebbe dovuto ottenere il sì il consuntivo del 2012. Che invece ha avuto il via libera il 27 maggio 2014 dopo i solleciti della Giunta. Del consuntivo 2013 non c'è traccia. E dove c'è traccia - ad esempio nei conti tardivi del 2012 - ci sono perdite di esercizio (10,5 milioni di euro) e disavanzi di gestione (7,5 milioni).
Tutto certificato dal collegio sindacale che ha rilevato «gravi irregolarità omissive e contabili». E siccome lo statuto dell'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa prevede la possibilità di scioglimento anticipato del Consiglio di amministrazione «laddove si registrino reiterate violazioni di legge e di regolamento» l'esecutivo ha deciso di scioglierlo. Prendendo due piccioni con una fava: si sostituisce chi si ritiene abbia lavorato male e si fa spoil system radendo al suolo un consiglio nominato dai predecessori nel novembre del 2009 e in scadenza a fine settembre. Per la verità l'ex assessore al Bilancio Alessandra Zedda aveva già rilevato una serie di anomalie nel merito e nella tempistica di approvazione bilanci ma, evidentemente, non avevano voluto o potuto agire di conseguenza.
LA DELIBERA La decisione è stata assunta martedì con una delibera di Giunta, proposta dell'assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda, che dà mandato al suo direttore generale di notificare la decisione ai diretti interessati ai quali concede dieci giorni di tempo per le controdeduzioni. Repliche che difficilmente serviranno a cambiare la sorte del presidente Giorgio Sangiorgi, e dei consiglieri Alberto Randazzo (consigliere regionale ex Udc ora Forza Italia), Luciano Collu (ex assessore comunale a Cagliari in quota Udc), del sardista Efisio Trincas e di Agostino Mario Ara, l'unico consigliere targato Pd. Assieme a loro, nella lista nera sarebbe finito anche il direttore generale Giovanni Maria Achenza, assunto poco più di tre anni fa con un contratto che gli ha fruttato oltre 200 mila euro all'anno, indennità accessorie comprese.
L'ULTIMATUM A tutti Maninchedda lo scorso 29 aprile aveva chiesto entro trenta giorni chiarimenti su quattro punti: rendere coerente il bilancio con i nuovi principi di finanza pubblica; chiarire gli obiettivi generali e specifici dei centri di responsabilità; trasmettere documenti integrativi al bilancio 2011 e approvare quello del 2012. Chiarimenti arrivati nei termini, come riconosce la Giunta. Ma ciò non è servito ad assolvere i vertici dell'azienda dai peccati commessi negli ultimi anni.
LA REPLICA Il presidente uscente non nasconde il suo fastidio: «Abbiamo fornito tutti i chiarimenti che ci hanno richiesto e ritengo che non ci siano i presupposti di legge per chiedere lo scioglimento del Consiglio. E francamente a pochi mesi dalla scadenza del nostro mandato non mi aspettavo un attacco di questa portata con accuse pesanti e ingiustificate», si difende Sangiorgi.
E i bilanci sempre in ritardo? E il rosso del consuntivo 2012? «Vede, questa è un'azienda estremamente complessa con mille problemi che avremmo voluto rappresentare all'assessore se ce lo avesse consentito. Quando siamo arrivati abbiamo trovato una situazione di assoluta disomogeneità perché la fusione dei vecchi Iacp, di cui siamo figli, non è mai stata portata a fondo. Ogni distretto operava in modo diverso dall'altro e ciò ha reso difficoltoso riorganizzare uffici, personale, contabilità. Anche i ritardi nell'approvazione dei bilanci», spiega il presidente di Area, «hanno questa giustificazione oltre all'indubbia inefficienza della macchina amministrativa e organizzativa, che ogni giorno cercavamo di migliorare. Quanto al rosso», aggiunge il numero uno di Area, «la spiegazione è in parte in una novità introdotta a fine 2013 che ha imposto anche alle aziende che gestiscono patrimonio di edilizia popolare di pagare l'Imu. Così siamo passati dai 300 mila euro dell'anno precedente a 5,2 milioni». Sangiorgi dice di non aver mai avuto indirizzi dalle Giunte precedenti e non nega di essere criticabile. «Ma non accetto il fango. Se c'erano esigenze politiche bastava dirlo».
Fabio Manca
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
PRESENTAZIONE NUOVA OFFERTA FORMATIVA
 
Venerdì alle 11, nell'aula Consiglio del palazzo del rettorato, in via Università 40, il Rettore, i presidenti delle facoltà e il presidente dell'Ersu incontrano i giornalisti per presentare la nuova offerta formativa dell'Ateneo.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 42 - Edizione CA)
Eccellenza e precariato: destino di una ricercatrice
SASSARI. La studiosa bocciata dalla Regione e premiata dall'Unesco
 
 
Novità Signorina Alzari? «Si. L'Unione Europea ha stanziato un miliardo in un decennio per ricerche sul grafene. Mi piacerebbe partecipare». Parla con amarezza Valeria Alzari nel piccolissimo studio della Facoltà di Chimica che divide con il suo mentore Alberto Mariani. Trentaquattro anni, laureata da dieci, ha studiato nanotecnologie all'Università di Perugia e vorrebbe continuare a fare la ricercatrice «ma quelle della mia generazione rischiano di essere tagliate fuori dalle più giovani e meno titolate. Sono una delle tante professionalità che la Regione ha aiutato a crescere per regalarle, formate, ad altri paesi».
LA STORIA La storia di Valeria è per così dire curiosa. Nel 2010 partecipa a un concorso per giovani ricercatori bandito dalla Regione ma viene scartata. Secondo la commissione la sua ricerca sul grafene aveva una «scarsa rilevanza scientifica». Quell'anno Valeria lo ricorderà per una sconfitta che brucia ancora e per il premio Nobel per la fisica che venne assegnato ad Andre Geim e Kostantin Novoselov, dell'Università di Manchester, per aver isolato per la prima volta il grafene, la materia su cui si basava la ricerca di Valeria Alzari bocciata in Regione. Si tratta di un nanomateriale isolato dalla grafite che consente applicazioni interessanti nella produzione della plastica. Un anno dopo, l'Unesco bandisce un concorso per le donne nella chimica. Valeria lo vince con la stessa ricerca sul grafene bocciata dalla commissione di «esperti» della Regione: «Da allora, passati l'entusiasmo e l'apprezzamento che mi hanno circondato, insieme a promesse politiche mai mantenute, sono andata avanti con assegni di ricerca annuali. Prospettive? «Non ne ho e l'età mi penalizza» dice Valeria. «Potrei andar via ma sarebbe una sconfitta».
IL FUTURO Per Alberto Mariani, docente di Chimica industriale e dei polimeri, «Valeria Alzari è una ricercatrice con un curriculum encomiabile. In campo internazionale è fra i due-tre elementi che potrebbero sviluppare una ricerca sul grafene». Oggi che la sua storia è stata rilanciata l'hanno cercata centinaia di persone per esprimerle la loro ammirazione e invitarla a tenere duro. «Era accaduto lo stesso in occasione del premio dell'Unesco - dice per scaramanzia - ma il silenzio sulla mia storia e sul mio futuro di giovane ricercatrice erano rapidamente finiti nel dimenticatoio. Spero di avere più fortuna».
Gibi Puggioni
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 8 - Edizione IN)
Turismo2.0? È social
Storytelling e tecnologia per la promozione
L'EVENTO. Al via questo pomeriggio all'Exma' “Com.unica senza frontiere”
 
L e più moderne tecnologie in tema di comunicazione e informazione sono fondamentali e anche i (a volte demonizzati) social network possono diventare un alleato prezioso per la valorizzazione e la promozione turistica. Basta trovare gli strumenti più adatti per far sì che il mondo virtuale diventi un irrinunciabile alleato di quello reale.
Se ne parlerà questo pomeriggio, negli spazi dell'Exma' di Cagliari (via San Lucifero) dove, a partire dalle 18.30, prende il via la sesta edizione del festival della comunicazione “Com.unica senza frontiere, e-learning communication workshop & showcase”, organizzato dal corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Cagliari (coordinato da Elisabetta Gola che è anche direttore del master in Management dei prodotti e servizi per la comunicazione).
La scelta del tema non poteva essere più azzeccata e non è un caso che questo evento, patrocinato dal Comune di Cagliari, sia stato inserito tra le iniziative estive di Cagliari 2019, anno in cui Cagliari si candida a “capitale europea della cultura”.
Compito della città, se sarà scelta tra le sei candidate italiane, sarà quello di trovare gli strumenti giusti per valorizzare storia cultura e patrimonio artistico, per far sì che il turismo culturale venga promosso seguendo le linee guida della Gazzetta ufficiale delle Comunità europee. Il festival rappresenta dunque la giusta occasione per riflettere a voce alta sulle immense potenzialità offerte dall'universo tecnologico abbinato al mondo dell'informazione e delle comunicazione.
Questo pomeriggio per dialogare su di questi temi sono invitati Francesco Lutrario (direttore del Gamification Lab Università La Sapienza); Marianna Marcucci (Co-founder di Invasioni Digitali); Paolo Costa (Co-fiunder di Tw Letteratura); Maurizio Galluzzo (IUAV, Università di Venezia), Alessio Ceccherelli (Università di Tor Vergata) e Carlo Mancosu (circuito Sardex). L'incontro, dal titolo “Social media, storytelling e gamification per la valorizzazione dei beni culturali e del territorio” sarà moderato da Emiliano Ilardi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi del corso di laurea in Scienze della comunicazione.
Si partirà da alcune domande: può l'economia italiana ricevere un contributo dal sistema turistico adeguatamente promosso grazie all'aiuto di ICT e social network? Possono le tecniche di storytelling creare nuove forme di relazione tra patrimonio culturale e fruitori, valorizzando la nostra tradizione e la nostra storia? E come si possono creare “ecosistemi” di contenuti e di informazioni per fornire servizi concreti ai diversi pubblici?
L'incontro sarà trasmesso in streaming live al link com.unica.it/live e, grazie al Social media team, composto dagli studenti del corso di laurea in Scienze della Comunicazione e del Master in Management dei prodotti e dei servizi della comunicazione dell'Università di Cagliari e coordinato da Valentina Favrin (manager didattico dei corsi) si potrà seguire l'evento tramite i post, i tweet e le foto. In contemporanea saranno attivi gli info point relativi all'offerta formativa dell'ateneo cagliaritano e di Scienze della Comunicazione. Nella serata ci sarà un rinfresco e un dj set a cura di Stefano Curgiolu.
Stefania Piredda
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Ospedale Brotzu
Chiusura confermata per il 27
 
Il conto alla rovescia indica che mancano dieci giorni, sempre che non ci sia un inconveniente in agguato. Dopo due rinvii, è confermato che domenica 27 sarà il giorno dell'intervento di manutenzione straordinaria alla cabina elettrica dell'ospedale “Brotzu”, che richiederà il distacco dell'energia elettrica. Sarà un blackout di poche ore, sopportabile ovunque ma non in un ospedale: il “Brotzu” dovrà essere quasi completamente svuotato e resterà chiuso per alcuni giorni.
Il direttore generale del nosocomio di via Peretti attende in questi giorni una relazione da parte del Dipartimento di elettricità ed elettronica della facoltà di Ingegneria. «Abbiamo chiesto all'Università», conferma Antonio Garau, «di stabilire se l'intervento di manutenzione sia necessario e se sia impossibile eseguirlo senza privare l'ospedale dell'energia elettrica». La risposta, attesa in un primo momento per ieri, sembra essere scontata: gli impianti elettrici principali dell'ospedale sono ormai vetusti e non più affidabili, sostituirli senza staccare l'energia elettrica non dovrebbe essere possibile. L'ultima parola spetterà però alla perizia chiesta alla facoltà di Ingegneria, da trasmettere poi al prefetto e ai vigili del fuoco.
In occasione dell'intervento, sarà necessario mettere in atto un piano di Prefettura che prevede il blocco dei ricoveri nei giorni precedenti, la sospensione dell'attività chirurgica e il dirottamento dei pazienti negli altri ospedali.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 9 - Edizione IN)
Libro e due dvd
Il film del 1965 di Fiorenzo Serra
Torna “L'ultimo pugno di terra”
 
Torna in versione restaurata “L'ultimo pugno di terra”, il film di Fiorenzo Serra sulla Rinascita. La pellicola del regista sassarese è ora in cofanetto con libro e doppio dvd, pubblicazione della Società Umanitaria-Cineteca Sarda per Il Maestrale: sarà presentata domani alle 17 nell'Aula magna dell'Università di Sassari, in piazza Università 21.
La pubblicazione contiene un volume, curato da Paola Ugo e Giuseppe Pilleri, con alcuni saggi di approfondimento che mettono a fuoco la storia singolare del film realizzato nel 1965 da Serra. Accompagnano il doppio dvd alcuni contenuti speciali che documentano la complessa storia dell'opera. Un caso emblematico nella storia della cinematografia sarda, e non solo perché “L'ultimo pugno di terra” viene considerato uno dei più importanti documenti audiovisivi realizzati nell'Isola. Il lungometraggio era stato finanziato per sostenere il primo Piano di Rinascita della Sardegna: il passaggio da un'economia arretrata a forte impronta agro-pastorale ad una più moderna orientata all'industrializzazione. Il film fu proiettato in anteprima per la Giunta regionale nel 1964. Due anni dopo vinse il premio Agis al Festival dei Popoli di Firenze. Ma, contrariamente a quanto si è creduto per lungo tempo, non si tratta “esattamente” dello stesso film. Anzi sono due pellicole distinte, in alcune parti profondamente discordanti.
La prima versione - quella che visionarono il presidente della Regione Corrias e i suoi assessori - non uscì infatti per decenni dagli archivi. Solo in tempi più recenti, dopo una complicata ricerca d'archivio, la Cineteca Sarda e la Regione hanno svelato il mistero acquisendo ulteriori versioni del film, ben quattro, tutte con lo stesso titolo: un cortometraggio di pochi minuti e tre lungometraggi diversi, con scene cambiate, aggiunte, tagliate. Il negativo fu spezzettato per mano dello stesso autore, che ne ricavò una nuova versione e dei brevi documentari. Il libro racconta l'importanza del film per la storia dei sardi, ma anche l'avventuroso ritrovamento di documenti e pellicole. La straordinaria versione restaurata, curata dalla Cineteca Sarda e dalla Cineteca di Bologna, ci restituisce finalmente il film del regista.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Bando per oculistica
Carta: «Non ho favorito mio figlio»
Il preside Rosati: «L’impegno didattico richiesto era coerente con gli studi svolti in precedenza alle Cliniche. Tutto si è svolto nel solo interesse dell’Università»
 
SASSARI I contorni della vicenda sono quelli dei concorsi all’italiana: si parla di una cattedra di Oculistica che sarebbe passata in eredità dal padre al figlio. Almeno di questo è convinto il pubblico ministero Carlo Scalas, che infatti definisce il bando «ritagliato appositamente sull’esperienza professionale del figlio». Sul banco degli imputati è finito così Francesco Carta, docente in pensione ed ex titolare di Oculistica alla Aou, accusato di tentato abuso d’ufficio per aver provato a favorire il figlio Arturo (ricercatore, 43 anni, estraneo al processo). I fatti risalgono al 2008 e a Francesco Carta viene contestato l’aver indicato personalmente al preside della Facoltà Giulio Rosati dei particolari requisiti e conoscenze per il proprio successore, al momento di selezionare la tipologia di impegno didattico. «Disordini ereditari nitocondriali». Una voce tra tante all’interno del pacchetto, che però incideva sul punteggio. Arturo Carta, ricercatore che aveva già vinto un concorso a Parma, era tra i pochi in Italia ad aver studiato quella particolare malattia degli occhi, che in Sardegna aveva un’incidenza molto esigua. Secondo il pm si trattava di un assist. Il collegio giudicante presieduto da Marina Capitta ha però ascoltato la deposizione di Rosati e dell’imputato, che hanno invece fornito un quadro del tutto diverso. «E’ assolutamente vero che ad indicare la tipologia di impegno didattico e scientifico sia stato il professor Carta – ha confermato il preside – anche perché era l’unico ad avere la titolarità per farlo. E quelle tematiche erano del tutto coerenti con la continuità didattica e clinica del reparto di Oculistica. Si trattava di uno studio seguito anche da altri reparti». Anche Francesco Carta, difeso dagli avvocati Paolo Spano e Giuseppe Conti, ha ribadito la correttezza della sua condotta. «Era un bando ampio, predisposto nell’unico interesse dell’Università. Quanto alla specificità dei requisiti, si tratta di tematiche sulle quali esistono decine di esperti in tutta Italia, e non solo oculisti ma anche neurologi. Mio figlio aveva la sua vita a Parma e non gli è mai interessato trasferirsi a Sassari. Ha partecipato al bando solo perché vale dei crediti che poi possono essere spesi altrove. Adesso ha vinto il concorso a Parma e infatti continua a lavorare in quella città». (lu.so.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 2
Arru, il giallo delle dimissioni
Lui smentisce, ma in serata si dava per certo il suo addio all’esecutivo
 
CAGLIARI L’assessore alla Sanità, Luigi Arru, le dimissioni le ha presentate o meno nelle mani del presidente Pigliaru? La voce è circolata con insistenza all’indomani di quel martedì nero descritto in testa alla pagina, fino alla smentita secca del diretto interessato. Eccola testuale: «Non ho dato le dimissioni, nè ho mai pensato di farlo. Smentisco nel modo più assoluto le indiscrezioni circolate», punto e basta. Caso chiuso? Pare di sì, anche se bisognerà capire se ci saranno strascichi nelle prossime settimane, dentro e fuori della Giunta, dentro e fuori il Pd, partito di riferimento del governatore e dell’assessore. Eppure qualcosa d’importante fra i due deve essere pur accaduto e qualcuno per accentuare le diversità, ricorda: «Anche nella lunga istruttoria, chiamiamola così, sul caso San Raffaele, i contrasti fra Francesco e Luigi ci sono stati». Per giorni, su quel progetto, fra l’uno e l’altro le distanze sono arrivate a essere abissali e anche allora, voci interne, fecero trapelare una continua guerra di nervi fra Pigliaru e Arru. Poi smentita dai fatti e soprattutto dall’immagine consegnata ai giornalisti in quella conferenza stampa a tarda sera, per annunciare insieme: «Ecco la nostra delibera sul San Raffaele. È stata dura, ma siamo molto soddisfatti del risultato». Fino ad apparire, in quella circostanza, entrambi stanchi, addirittura provati, ma molto, molto uniti. Fino a martedì, in Giunta, quando sono riapparse le diversità nell’affrontare i problemi, e la riorganizzazione delle Asl si sa è uno dei più spinosi. Pigliaru e Arru di nuovo hanno discusso fitto, si sono confrontati in modo schietto e alla fine chiariti ancora una volta, «perché io, Luigi Arru, non ho pesato neanche un attimo di dimettermi». (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 2
Tra Pigliaru e maggioranza è pace armata sulle Asl
Sulla riforma delle Aziende sanitarie si è rischiata la rottura nell’esecutivo
Si dovevano tagliare i manager, ma la bozza prevede di passare da 11 a 12
di Umberto Aime
 
CAGLIARI Calma e sangue freddo, soprattutto sulle Asl, e che sia sempre così da oggi in poi, fino al giorno della riforma: «Siamo tutti d’accordo? Lo siamo e lo giuriamo». È nella tarda serata di martedì, in un vertice last minute, che il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e gli 11 capigruppo del centrosinistra si sono guardati in faccia, a muso duro prima, per chiarirsi poi, dopo aver capito che finire ai materassi, e il rischio c’è stato, non sarebbe servito a nessuno. Ancora meno sarebbe stato bello e politicamente corretto scannarsi – l’esecutivo da una parte, la coalizione dall’altra – sulla sanità pubblica, col rischio semmai di far trapelare all’esterno un prossimo, scontato e brutale assalto alla diligenza. Sì dopo essersi tirati per ore e ore, a vicenda, la giacchetta su vecchie e nuove Aziende sanitarie, sui detestati direttori generali ricevuti in eredità dal centrodestra, su come e quando licenziare quegli undici manager, alla fine il governatore e la sua maggioranza un accordo l’hanno trovato. C’è chi lo chiama armistizio, altri si spingono fino alla di pace (armata?), ma è chiaro che la decisione condivisa in quella estemporanea, necessaria, riunione serale, è stata questa: «Facciamo quello che dobbiamo fare, riformare la sanità, però facciamolo senza fretta. Pensiamo prima a come ridurre la spesa, poi ai nomi degli undici futuri commissari», e in parole ancora più spicce: «La proposta di legge presentata dal centrosinistra in Consiglio regionale deve essere il punto da cui partire, non quello d’arrivo». Così è stato e così dovrà essere, secondo il patto del martedì, ma bisogna per forza fare un passo indietro per capire meglio quanto sia stato complicato siglarlo. Martedì mattina. Al secondo piano del Consiglio, ore 10.30, i capigruppo del Pd e di Sel, Pietro Cocco e Daniele Cocco, convocano gli alleati, il presidente dell’Aula Gianfranco Ganau e la Giunta, per presentare con tutti i crismi la proposta. Le Asl da 11 diventano 12, in più c’è quella che si occuperà delle emergenze, c’è poi l’’atteso centro unico appalti-e-acquisti e per finire anche la rimodulazione dei piccoli ospedali. Ma il confronto scivola, in maniera inevitabile, su come rimuovere i manager. I suggerimenti sono molti, qualcuno propone una o più scorciatoie, ma tutti sanno che solo con una legge, semmai ritoccata a più mani e in corso d’opera, il cambio della guardia potrà essere fatto subito, entro la fine di agosto. È in quel frangente che nella sala entra l’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, delegato dal presidente, impegnato in una riunione di Giunta, a rappresentarlo a tutti gli effetti. È proprio Paci a riportare la coalizione con i piedi per terra, a parlare di «spesa sanitaria esagerata» e quando gli dicono che il numero delle Asl aumenterà, si rabbuia e non dice altro. Il vertice però finisce lo stesso bene fra molti sorrisi e la convinzione di tutti che «abbiamo individuato una strada veloce per far quadrare il cerchio». È un’illusione. Martedì pomeriggio. Appena rientra in Giunta, Paci racconta nei dettagli quello che ha sentito in Consiglio. A Pigliaru il racconto non piace, condivide le perplessità del suo assessore-inviato, e comincia a mettere sotto pressione un altro assessore, è quello alla Sanità, Luigi Arru: «Tu lo sapevi che ci sarebbe stata un’Asl in più?» Il confronto fra i due si fa serrato, una talpa dirà che Arru ribatte, tiene botta ma poi fa capire che sarebbe persino pronto alle dimissioni «se c’è una diversità di vedute sui tempi». La notizia sarà poi smentita dallo stesso assessore, ma è il segnale che qualcosa si è spezzato nei rapporti fra l’esecutivo e la maggioranza. Lo strappo c’è stato, Pigliaru contesta quella sorta di sgambetto ai suoi danni, mette l’alt alla fretta che hanno gli alleati di commissariare le Asl, pretende una riforma «più ragionata e meno veloce». Fra continui stop and go, riunioni politiche volanti, intreccio di telefonate, e promesse in arrivo dall’altro fronte, «Attenzione, quella presentata in commissione è una proposta aperta, non c’è nulla di blindato», a cui la presidenza risponde subito: «Ma sia chiaro i commissari saranno scelti dall’albo degli idonei a ricoprire l’incarico di direttore generale», la Giunta si chiude fra evidenti malumori. Martedì sera. È il momento del chiarimento. Il vertice di maggioranza è stato convocato in fretta e furia: non c’è un minuto da perdere e tutti vogliono evitare guai più grossi. Pigliaru dice la sua, mette in fila le perplessità del pomeriggio, aggiunge che «sulla sanità serve il massimo di serietà e trasparenza», ricorda quant’è stato bello, seppure molto faticoso, il percorso condiviso per la delibera sul San Raffaele di Olbia. Il suo è un richiamo a quella «recente armonia» che ha restituito alla Sardegna «un’immagine di autorevolezza ed efficienza». Ma è anche un avviso ai naviganti: «Non facciamoci del male». L’appello agli affetti ha l’effetto sperato: ribadito il ruolo, respinto ogni tentativo di prevaricazione, gli undici partiti confermano al governatore «piena fiducia e immutata collaborazione». Oggi nuova riunione della commissione Sanità, ma in un clima diverso, opposto, rispetto a quarantotto ore fa. C’è stato solo un incidente di percorso, l’amore continua.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 8
alla camera
Rinviato l’arrivo in Aula della riforma della Pa
 
ROMA L'approdo in Aula del dl Pa è di fatto slittato, visto che la Camera la prossima settimana sarà impegnata su altri fronti. L'arrivo del provvedimento era stato fissato per martedì, ma ieri la conferenza dei capigruppo ha stabilito altri appuntamenti. La commissione Affari costituzionali di Montecitorio avrà così più tempo per completare i lavori, che non si preannunciano leggeri visto il carico dei 1.500 emendamenti rimasti dopo le dichiarazioni di inammissibilità (inizialmente erano oltre 1.800). Ieri la commissione ha portato avanti la discussione generale sulla riforma della pubblica amministrazione, iniziando a votare i primi emendamenti, a partire dall'articolo 44 del dl, che tratta il processo telematico. In tutto il provvedimento conta 53 articoli, ma sono i primi quelli più caldi, che toccano la vita dei travet: si va dall'abolizione del trattenimento in servizio alla mobilità obbligatoria, dal taglio dei permessi sindacali al demansionamento. Tutti punti su cui non mancano proposte di cambiamento, molte delle quali volte a rendere più indolori possibili le operazioni di dequalifica o trasferimento del dipendente. Un'altra questione delicata riguarda il dimezzamento dei diritti camerali, ovvero degli importi che le imprese devono alle camere di commercio. Sul punto si sono concentrati diversi emendamenti che propongono di diluire nel tempo il taglio. I lavori della commissione hanno impegnato anche il ministro della Pa, Marianna Madia, che sta seguendo da vicino l'iter del provvedimento. In serata era attesa a un confronto con il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, proprio sui temi del decreto, ma ha mancato l'appuntamento. Un'assenza che Camusso, pur sorridendo, ha spiegato così: «Evidentemente ha avuto pura di venire qua». Quanto ai provvedimenti di riforma della Pa, Camusso ha sottolineato come «il testo della delega ancora non si conosca», mentre si è augurata che il decreto «cambi molto» passando per le camere. A preoccupare il segretario generale della Cgil è anche il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego: «Siamo al sesto anno di blocco, quindi non solo non si stanno incentivando i lavoratori, ma li stiamo punendo». Ecco che, ha aggiunto, «la prima cosa da fare è completare il processo di privatizzazione del rapporto di lavoro». Intanto non è «scongiurato il rischio di effetti finanziari negativi per le pubbliche amministrazioni dall'anatocismo (il meccanismo di decorrenza degli interessi sugli interessi) inserito nel Dl competitività». Lo rileva la commissione Bilancio del Senato.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 14
sardegna ricerche
Bando per finanziare le imprese hi-tech
 
CAGLIARI. Il comitato tecnico di gestione di Sardegna Ricerche ha approvato alcuni programmi per il sostegno del sistema imprenditoriale dell’isola nel campo dell'innovazione. Si parte dal programma «Dall'idea al business model», per l’avvio di progetti innovativi (attribuzione di un voucher di massimo 7mila euro), per passare al «Programma di servizi di innovazione per startup» (voucher di 50mila euro), per giungere ai «Servizi d'innovazione», che eroga aiuti finanziari a sostegno delle piccole e medie imprese (pmi) nella realizzazione di idee e progetti di innovazione e trasferimento tecnologico. Per questo programma sono stati stanziati 800mila euro. Il comitato ha approvato un nuovo bando «micro-incentivi» per l'innovazione e la fabbricazione digitale teso ad agevolare le pmi e i nuovi artigiani digitali della Sardegna nell'acquisto di servizi di innovazione di piccoli importi: complessivamente sono stati stanziati 405mila euro.
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
sentenze
Appalto pulizie, il Consiglio di Stato dà ragione all’Ersu
 
SASSARI Bacchettato dal Tar, vittorioso davanti al Consiglio di Stato. L’Ersu si aggiudica il secondo round, quello decisivo, della battaglia amministrativa con una società che contestava l’appalto per le pulizie nelle residenze e negli stabili dell’Ente regionale per il diritto allo studio. La notizia è stata data dall’ente con una nota. «Il Consiglio di Stato – si legge – ha ribaltato la decisione del Tar Sardegna che nell'ottobre 2013 aveva annullato la determinazione del direttore generale dell'Ersu per l'affidamento triennale del servizio di pulizia delle residenze universitarie alla “Euro & Promos Group” di Udine». L'annullamento era stato deciso in seguito al ricorso della società “Pulitori ed Affini Spa” di Padova che aveva partecipato alla procedura di gara indetta dall'Ersu e, pur classificandosi inizialmente al primo posto della relativa graduatoria, era stata poi esclusa per anomalia della offerta. L'aggiudicazione dei servizi di pulizie era andata così alla seconda classificata la società cooperativa “Euro & Promos Group”. L'Ersu, in seguito alla sentenza del Tar, aveva dovuto aggiudicare alla “Pulitori e Affini” l'appalto delle pulizie ed era stato condannato anche al risarcimento delle spese di giudizio. «Il Consiglio di Stato – scrive l’Ersu – ribalta ora la decisione del Tar e accoglie il ricorso in appello presentato dalla ditta “Euro & Promos”, difesa dallo studio legale Paviotti, con conseguente riforma della sentenza impugnata e reiezione del ricorso in primo grado. Il Consiglio di Stato nel documento sottolinea in più punti la correttezza della procedura seguita dall'Ersu e la conseguente decisione presa in prima istanza nell'affidare l'appalto alla seconda classificata la “Euro & Promos”, nonchè dell'esclusione della prima classificata “Pulitori e Affini” la cui offerta, come aveva puntualmente rappresentato al Tar l'avvocato Daniela Loi, difensore dell'Ente, risultava palesemente anomala, sia per i bassi costi del personale sia per i costi sulla sicurezza». Ora l'Ersu procederà ad aggiudicare definitivamente alla “Euro & Promos” l'appalto delle pulizie per la durata di 3 anni. La “Pulitori e Affini” è stata condannata a rifondere le spese di giudizio.
 

Questionario e social

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