Martedì 8 luglio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 luglio 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 38 - Edizione CA)
INNOVAZIONE, RICERCA E IMPRESA
Al via la seconda edizione di CLab. In Cittadella universitaria la presentazione dei professori Paolo Fadda e Chiara Di Guardo.


2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 38 - Edizione CA)
CAMPAGNA DONAZIONE SANGUE
Raccolta del sangue promossa da Ersu, Avis e Servizio civile. Oggi autoemoteche alla Casa dello studente e nella Cittadella universitaria.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 20 - Edizione CA)
SAGGISTICA
Stasera all’università Maria Dolores Picciau col volume dedicato all’opera di Maria Lai
I nizia da oggi, alle 18, nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, la settimana di Maria Lai. Mentre fervono i preparativi delle tre mostre che saranno inaugurate, a partire da giovedì prissimo, rispettivamente a Cagliari, Nuoro e Ulassai, viene oggi presentato il volume di Maria Dolores Picciau “La ricerca della forma assoluta. Itinerari dell’esperienza artistica di Maria Lai” (Condaghes).
In realtà, se già prima era venerata come massima artista vivente, da quando Maria Lai è mancata, un anno fa, a 93 anni, sta prendendo corpo una mitografia destinata solo a crescere, quasi un marchio che rappresenta l’arte contemporanea sarda oltre i confini non solo isolani ma nazionali. Sull’onda di questa valorizzazione della vita e dell’opera di Maria Lai, è tutto un fiorire di pubblicazioni, mostre, serate a tema, citazioni della sua opera e del suo pensiero. Il libro, presentato oggi pomeriggio da Gianni Filippini, Laura Pisano, Bachisio Bandinu, oltre che dall’autrice, parte dall’analisi degli archetipi nell’opera dell’artista di Ulassai. Attraverso un dettagliato racconto biografico, emerge come l’originalità di Maria Lai verta sull’uso consapevole di tutto il patrimonio dei segni dell’identità isolana, rielaborato mediante una propria cifra poetica e solidi riferimenti culturali, che hanno fatto di Maria Lai non solo una grande artista ma anche un’eccellente filosofa dell’arte. Il volume mira a coinvolgere il maggior numero di persone intorno al tema della valorizzazione delle opere d’arte esposte in luoghi pubblici, sensibilizzando la cittadinanza alla tutela e al rispetto del patrimonio artistico. Desiderio di Maria era quello di rendere l’arte fruibile a tutti, con particolare attenzione ai bambini e agli studenti, cui ha rivolto parte consistente del suo lavoro di didattica sull’arte. L’aula magna di Giurisprudenza è simbolicamente l’inizio di questo tour nel Lai-pensiero: si trova lì una delle opere più importanti dell’artista, “Cucire e ricucire sul diritto e sul rovescio”, grande geografia cucita con il filo nero sulla parete bianca dell’edificio. (r.v.)
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 44 - Edizione CA)
SERRAMANNA
Nasce l’archivio comunale con le carte di Vico Mossa
Uno straordinario patrimonio documentale, fatto di progetti, disegni, fotografie, relazioni progettuali, appunti, raccolte di articoli del grande Ludovico Mossa. Il Comune acquisisce l’archivio privato dell’architetto sardo, originario di Serramanna e legato al suo paese natìo da un profondo affetto. Due giorni fa è stato firmato l’atto di donazione attraverso cui gli eredi (i figli Giangiuliano e Annalisa che hanno così voluto rispettare la volontà del loro genitore) hanno trasferito la proprietà materiale dell’archivio al Comune. Uno spazio funzionale della biblioteca comunale accoglierà così il centro di documentazione “Archivi d’Architettura - Vico Mossa”. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Comune di Serramanna, gli eredi Mossa, la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Cagliari, l’Associazione Nazionale Terra Cruda e l’Associazione Storia della Città. (ig. pil.)

 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 35 - Edizione CA)
Inchiesta sull’Ersu: sparito un quadro
Una delle ventotto opere tra tele a olio e incisioni acquistate nel 2004 dall’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio universitario, risulterebbe introvabile. I lavori, pagati 25 mila euro, erano stati inseriti nel capitolo di spesa relativo a quelle destinate a «mobili e arredi» e da qualche mese sono diventati oggetto di un’inchiesta penale: carabinieri e guardia di finanza del gruppo di polizia giudiziaria coordinati dal pm Marco Cocco si erano sono mossi dopo un esposto anonimo avviando un’inchiesta, al momento contro ignoti e senza ipotesi di reato, in seguito alla quale è emerso che la spesa era stata sostenuta quando ai vertici dell’ente c’era Christian Solinas, oggi capogruppo del Psd’Az in Consiglio regionale. L’autore dei quadri è il pittore Adolfo (Fofo) Floris, lo stesso che aveva firmato i dipinti costati allo stesso Solinas - e ai compagni di partito Giacomo Sanna ed Efisio Planetta - un’accusa di peculato nell’inchiesta bis sulle spese dei fondi dei gruppi del Consiglio.
Le altre opere sono state trovate al loro posto fatta eccezione per un dipinto, di cui non si è riusciti ad avere notizia.
 




LA NUOVA SARDEGNA 
 

6 – La Nuova Sardegna / Sardegna - Pagina 2
LA SCOPERTA
A Monti ’e Prama c’è un altro gigante
di Enrico Carta
CABRAS Non sbagliava il georadar. Sotto la terra del Sinis ci sono altre meraviglie. Le si può chiamare strabilianti, senza per questo esagerare. Dopo giorni che gli archeologi scavavano senza troppi frutti, nei giorni scorsi qualcosa di grandioso è venuto fuori dalle zolle di Monti ’e Prama, la stessa zona dove nel 1974 alcuni agricoltori ritrovarono le famosissime statue nuragiche risalenti a diversi secoli prima della nascita di Cristo. Questa volta non ci si è trovati di fronte al solito reperto, di quelli che fanno emozionare gli specialisti perché hanno un altissimo valore per gli studiosi, ma lasciano indifferenti i non addetti ai lavori. Era qualcosa di molto di più, perché, anche se si tratta di parti di reperti rovinate dal tempo e probabilmente dal passaggio degli aratri dei contadini, sono elementi di un tutto molto più grande e magari ricomponibile con molta pazienza e anche un pizzico di buona sorte. Il ritrovamento. Dal sottosuolo del Sinis, dopo millenni di buio, hanno rivisto la luce dei piedi, altre parti di una statua dalle effigi umane e un piedistallo. Sono appunto parti o frammenti di una scultura di dimensioni notevoli, fatto che lascia presagire che l’ultimissima scoperta degli archeologi, agli ordini della Sovrintendenza e del professor Raimondo Zucca che coordina gli esperti dell’università oristanese, sia un altro gigante. La prudenza regna nel mondo scientifico, ma sulla base dell’esperienza passata e di ciò di cui i musei sardi sono già in possesso si possono azzardare ipotesi molto vicine al vero e così è assai probabile che il numero della statue ritrovate a Mont’e Prama debba essere modificato, aggiungendo quella appena venuta alla luce. E c’è da giurare che non sarà l’ultima. Il 17. Sinora erano stati ritrovati 15 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 frammenti di gambe, 784 frammenti di scudo. Era stato così possibile ricomporre ben sedici statue dei guerrieri di Monti ’e Prama, di cui undici sono custodite nell’esposizione cagliaritana e cinque al museo civico di Cabras, dopo il restauro effettuato al centro di Li Punti negli ultimi anni, quando furono ripescate dai sotterranei cagliaritani della Soprintendenza. Questi sarebbero numeri già di per sè notevoli; testimonianza dell’importanza unica del sito archeologico, ma sono solo numeri parziali che la campagna di scavi stravolgerà. Il tesoro. Prima di trasferire le forze sul campo, gli archeologi, attraverso il dipartimento di Geofisica applicata della facoltà di Ingegneria dell’università di Cagliari, hanno in mano quella che in un caso poliziesco potrebbe essere definita la pistola fumante, ovvero la prova che in tutti quei chilometri quadrati, che per più di due millenni hanno visto crescere il grano celando i veri tesori del Sinis, c’è qualche cosa di straordinario; qualcosa che a scavo ultimato l’intero Mediterraneo invidierà alla Sardegna. Ad anticipare i lavori di queste settimane, c’erano state le ricerche portate avanti con il georadar di Gaetano Ranieri, professore ordinario di Geofisica all’ateneo cagliaritano. Attraverso lo strumento all’avanguardia, che l’università cagliaritana è l’unica al mondo a possedere, chi ora deve smuovere la terra per riportare alla luce le meraviglie del Sinis ha già un quadro d’insieme di quello che il sottosuolo ha custodito per millenni, nonostante il tempo, gli aratri e gli immancabili e odiosi tombaroli – a tal proposito la zona viene vigilata anche di notte attraverso pattugliamenti continui dei carabinieri e della forestale –. Il georadar. Considerando questo primo risultato, nessuno oserà negare credito assoluto al georadar che già in altri scavi come quello di Santa Maria di Neapolis nel territorio di Guspini aveva indirizzato in maniera impeccabile gli archeologi preceduti dalla “radiografia” completa del sottosuolo. La zona scandagliata nasconde una collina di tesori, probabilmente il “santuario dei santuari”, ma non soltanto in riferimento alla Sardegna bensì ad un’area sicuramente vasta quanto gran parte del mar Mediterraneo. C’è chi giura che quando tutto verrà alla luce ci sarà ben poco da invidiare a molti siti archeologici di Grecia, Egitto e Medioriente. Il macchinario coi suoi sedici georadar, posizionati a distanza di dodici centimetri l’uno dall’altro trascinati da una macchina, aveva permesso di individuare 57mila anomalie. Per anomalie si intendono elementi del sottosuolo non compatibili per forma e dimensioni con la normale conformazione geologica del terreno. È quindi qualcosa di umano e non di naturale. Qualcosa che la mano dell’uomo, all’epoca sapiente quanto poche o più di tutte le altre mani del Mediterraneo di tremila anni fa, ha forgiato. Pietra dopo pietra, masso dopo masso, statua dopo statua, sino a costruire, prima di tanti altri popoli, la più grande metropoli dell’epoca.
 
 
7 – La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 26
Architettura, torna la scuola estiva
Scadono il 10 luglio le iscrizioni al corso internazionale sui “paesaggi culturali”
SASSARI Dal 4 al 13 settembre si terrà a Cagliari la III Edizione della scuola estiva internazionale di architettura “Sardegna. Il territorio dei luoghi”, intitolata “Paesaggi Culturali. Progetti per una capitale europea della cultura 2019”. L’evento è organizzato dal dipartimento di architettura, design e urbanistica dell’università di Sassari e dal dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura dell’università di Cagliari. La scadenza per le iscrizioni è fissata per giovedì 10 luglio. La scuola affronterà tematiche legate alla candidatura del capoluogo sardo a capitale europea della cultura 2019, occasione per riportare l’intera Sardegna al centro di un progetto futuro che trasformi la perifericità dell’isola in suo punto di forza e che reinserisca in una prospettiva globale la ricchezza del suo paesaggio. In particolare, la scuola intende affrontare il problema delle trasformazioni del paesaggio sardo indotte dalle attuali condizioni ambientali e dal bisogno di prefigurare un nuovo orizzonte culturale e di sviluppo: una questione che richiede una visione progettuale capace di mettere in stretta relazione le infrastrutture, il paesaggio, il contesto locale e i modelli socio-economici di riferimento. La scuola sarà organizzata in sei atelier di progetto, coordinati da docenti dei due Atenei sardi e di altre Università europee. Il bando è consultabile nel sito dell’università di Sassari. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito http://people.unica.it/architettura, scrivere un’e-mail all’indirizzo scuolaestiva. architettura@unica.it o telefonare allo 070/6755376.
 
 
8 – La Nuova Sardegna / Provincia di Oristano - Pagina 20
Fasce fluviali, ora Terralba può sperare
TERRALBA Un altro rinvio per il Piano Stralcio delle fasce fluviali. Lo stop potrebbe però tornare utile a tutti. Era previsto per ieri a Cagliari il nuovo incontro tra il Comitato dell’autorità di Bacino e l’amministrazione comunale, ovvero la conferenza preliminare alla procedura di adozione definitiva del Piano. Per la seconda volta consecutiva l’incontro è stato rinviato e stavolta a data da definirsi. A metà giugno è finalmente arrivato lo studio dell’Università di Cagliari che fornisce un terzo parere sulla situazione idrogeologica del territorio terralbese. Lo studio era stato chiesto dal Comune e poi commissionato dalla Regione in modo da avere un parere autorevole ed uscire dalla contrapposizione tra lo studio eseguito dalla Regione e quello presentato dal Comune. L’amministrazione comunale e la gran parte della cittadinanza contestano i contenuti dello studio della Regione e i vincoli di sicurezza posti sul territorio, considerati troppo restrittivi per edilizia e agricoltura. «I tecnici della Ipros, che avevano redatto il piano proposto da noi, stanno studiando le carte dell’Università. Una volta che anche loro avranno analizzato bene questo terzo studio saremo in grado di farci un’idea più completa e confrontarci con i tecnici della Regione e con l’autorità di bacino – commenta il sindaco Pietro Paolo Piras –. Speriamo che questo studio sia più vicino a quello presentato da noi». Ancora attesa quindi per stabilire se i vincoli edilizi ora in vigore diventeranno definitivi. (c.d.)
 


 

QUOTIDIANI NAZIONALI

Link:
rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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