Venerdì 27 giugno 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 giugno 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
L’ACCORDO. Partnership tra Unimed e Fondazione Banco di Sardegna
SCAMBI, RICERCA E SVILUPPO
Far diventare la Sardegna un punto di riferimento fra le diverse esperienze delle sponde Nord e Sud del Mediterraneo. È questo l’obiettivo dell’accordo tra l’Unione delle Università del Mediterraneo (Unimed) e la Fondazione Banco di Sardegna. Nella prima tavola rotonda, che si è svolta a Cagliari, coordinata dal segretario generale dell’Unimed, Franco Rizzi, si è discusso di “Migrazioni, ricerca universitaria, transizioni politiche”. Al convegno, tra gli altri, erano presenti Antonello Cabras (presidente della Fondazione Banco di Sardegna), Giovanni Melis (rettore dell’Università di Cagliari), Attilio Mastino (già rettore dell’Ateneo di Sassari) e Hmaid Ben Aziza (rettore dell’Università di Tunisi). «L’ambizione», ha detto Cabras, «è fare della Sardegna il luogo in cui si possano incontrare coloro che studiano questi fenomeni. Dal punto di vista demografico, abbiamo la sponda Nord che si impoverisce, e quella Sud che esplode». Lo scopo è anche rafforzare la mobilità degli studenti e la collaborazione tra istituzioni. «Abbiamo il dovere di far diventare i giovani sardi sempre più cittadini del mondo. Da questi scambi», ha spiegato Melis, «si creano condizioni di maggiore sviluppo economico e sociale, e di minore conflitto tra i popoli». Il già rettore dell’Ateneo sassarese, Attilio Mastino, ha precisato che «l’Università lavora da anni in Nord Africa. Per aiutare gli studenti che si vogliono iscrivere in Sardegna, abbiamo eliminato le tasse. Li consideriamo come gli Erasmus».
Eleonora Bullegas
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
2 - La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 27
Il fisico 50enne ha convinto l’elettorato col suo piano per “aprire” l’ateneo e rilanciarlo anche nel mondo della ricerca
LA SCOMMESSA SU UN RETTORE GIOVANE
MASSIMO CARPINELLI Il mio incarico fino a novembre sarà quello di raccogliere i dati dei vari settori e arrivare pronto per realizzare i progetti
di Gabriella Grimaldi
SASSARI L’indomani dell’elezione del prossimo rettore dell’università sassarese, il fisico Massimo Carpinelli, è il momento della riflessione sul significato di un voto che comunque segnerà una svolta nella storia dell’ateneo turritano per aspetti molto diversi fra loro. Intanto perché per la prima volta la campagna elettorale si è svolta all’insegna del pluralismo di voci, posizioni e programmi con ben cinque candidati che si sono confrontati democraticamente davanti ai vari settori di dipendenti universitari e studenti che avevano diritto al voto, e poi perché il rettore scelto dalla maggioranza semplice dei votanti (con uno scarto di appena 30 voti) ha dalla sua il fatto di essere giovane per un incarico di questo genere. Per trovare un altro rettore cinquantenne bisogna risalire ad Antonio Milella che governò l’ateneo dal 1973 (di anni ne aveva precisamente 48) al 1991. Un elemento che viene visto da molti come una spinta per dare nuova linfa a un’università che negli ultimi anni ha sofferto di una grave forma di isolamento, soprattutto a causa della crisi economica. Carpinelli, che vanta un percorso professionale di caraturra internazionale, ha promesso nel suo programma che rilancerà l’ateneo nel mondo della ricerca di alto livello con agganci ad istituti mondiali e università prestigiose. «Per il momento - ha dichiarato ieri al termine di una giornata intensa tra convegni e la premiazione della giornata sportiva del Cus - non avendo ancora incarichi formali fino al 1° novembre raccoglierò i dati relativi ai vari settori dell’università e li elaborerò con metodo scientifico per trovarmi al momento dell’insediamento con la macchina già lanciata e poter realizzare i progetti che ho presentato». Metodi e intenzioni che evidentemente hanno convinto la maggioranza dei votanti a dargli la preferenza. Lo ha seguito compatto il suo Dipartimento, Chimica e Farmacia, diretto da Pierfranco Demontis e anche le componenti della ex facoltà di Scienze – di cui lui è stato preside per due anni dal 2010 al 2012 – che adesso sono confluite in altri Dipartimenti. È stato sostenuto anche da una parte di Medicina che non ha ritenuto di appoggiare la candidatura del proprio preside Andrea Montella e neppure quella di dell’avversario Eraldo Sanna Passino che aveva inglobato i voti dello stesso Montella. A quanto pare anche una buona parte di Architettura ha optato per Carpinelli così come un consistente gruppo di giuristi e amministrativisti. Ripartizioni di preferenze che come si vede non delineano una mappa netta nella geografia dell’ateneo. Nè evidentemente sono valse più di tanto le indicazioni emerse nei consigli dei Dipartimenti. Di sicuro Eraldo Sanna Passino, direttore dell’ospedale didattico veterinario, si è guadagnato il consenso della maggioranza degli studenti che hanno votato compatti per lui. Lo si vede anche dalla distribuzione dei voti emersa dalle urne. Risulta infatti che i voti ponderati (cioè che non incidono interamente ma per una certa percentuale) dei rappresentanti degli studenti nei consigli di dipartimento (82 votanti) sono stati 7 per Carpinelli e 20 per Sanna Passino. I voti ponderati del personale tecnico amministrativo (448 votanti) sono stati 44 per Carpinelli e 23 per Sanna Passino. Infine ecco i voti del personale docente, dei componenti del consiglio degli studenti, dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo in Senato e CdA (elettori con voto pieno per un totale di 659 persone): 336 voti sono andati a Massimo Carpinelli e 312 a Eraldo Sanna Passino. Ieri sul sito dell’università sono stati pubblicati gli auguri dell’attuale rettore Attilio Mastino che resterà in carica fino a novembre: «Auguro al nuovo rettore di riuscire ad avere il cuore aperto, sensibile, capace di ascolto e di spendersi davvero per la causa di un ateneo che merita da parte di tutti più generosità e impegno».
 
 
 
 
3 - La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 27
START CUP
Cinque idee vincenti per imprese ad alta tecnologia
SASSARI FasTrialICT, Lifely-talking objects e SEA ME, ex aequo, sono le idee vincitrici della finale sassarese della Start Cup Sardegna 2014 e insieme a Zhips - Eat it Love it e Zaffiro parteciperanno alla fase regionale della competizione in programma a ottobre a Cagliari. Ricca, avvincente, coinvolgente e istruttiva la finale locale della VII edizione della Start Cup Sardegna, la competizione tra idee di impresa innovative organizzata dagli uffici per il Trasferimento Tecnologico delle università di Sassari e Cagliari, che si è tenuta ieri a Sassari. Delle 17 idee presentate 10 hanno avuto modo di sfidarsi direttamente presentandosi attraverso gli Elevetor Pitch (4 minuti per raccontare l’idea e convincere sulla validità della stessa). Eccole:Biometano Park Sardinia, presentato da Vincenzo Musella, bio-PLASTIC, presentato da Antonio Paglietti, 3.fasTrial, presentato da Giovanni Fresu, Green_Clean-GPL, presentato da Marco Diana, Lifely-talking objects, presentato da Antonio Solinas,MyCityUp, presentato da Giuseppe Palmas,Sardinia App Guide, presentato da Egidio Murru, SEA ME, presentato da Luca Bittau,Zaffiro, presentato da Maurizio Scudu eZhips - Eat it Love it, presentato da Boris Serra. Ex aequo, hanno vinto la finale locale e si aggiudicano i 2.000 euro in palio offerti dal Comune di Sassari tre idee di impresa: fasTrialICT, una piattaforma web che offre servizi di intermediazione tra il centro di ricerca, le industrie farmaceutiche e i medici sul territorio, Lifely-talking objects, un vaso wi-fi con il suo servizio social che permette al possessore di interagire con la propria pianta da remoto. SEA ME, Sardinia Education & Activities in the Marine Environment, una forma di eco-turismo partecipativo abbinato alla ricerca scientifica. Altre 2 idee di impresa, pur non vincendo un premio in danaro, accederanno alla finale regionale. Si tratta di Zaffiro (materiale innovativo per la tecnologia) e Zhips, lo snack a base di semola di grano duro e zucchine.
 
 
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Fatto del giorno - Pagina 3
La Giunta approva la delibera con il piano industriale. Via libera per 242 posti letto entro il 2016
SAN RAFFAELE, C’È IL SÌ DELLA REGIONE
di Umberto Aime
CAGLIARI Più dei numeri, per quelli leggere il tabellone, stavolta a svelare che chiudere (perché finalmente è chiusa) la partita del San Raffale è stata davvero una faticaccia, sono i volti e le parole di chi è al tavolo della presidenza. Nella conferenza stampa convocata all’ora di cena per l’atteso annuncio, «Ecco qua la nostra proposta di delibera», la faccia del governatore Francesco Pigliaru La Nuova Sardegna di venerdì 27 giugno 2014è molto tirata, anche la voce conferma e persino lo tradisce: sembra stanco. Quella dell’assessore alla Sanità, Luigi Arru, è persino peggio, con un bel po’ di occhiaie, subito sottolineate da parole che per la fretta di rientrare a casa, spesso si accavalleranno fra loro. Per non parlare degli sguardi del direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi, e del capo di gabinetto, Giuseppe Pintor: sono visi stravolti. Giorni e giorni di trattative con la Qatar foundation e il Bambin Gesù hanno lasciato il segno e a far invecchiare in fretta i quattro devono essere state anche le pressioni politiche e mediatiche di queste interminabili settimane cariche e tese. Settimane cominciate il 16 maggio (preliminare d’accordo), passate attraverso la cerimonia voluta da Matteo Renzi a Palazzo Chigi (21 maggio) e poi da allora vissute in apnea fino a ventiquattr’ore fa. La maratona sta per finire, manca solo l’ultimo giro di pista, quello che di solito gli atleti corrono dentro lo stadio e in questo caso il “catino” sarà quello del Consiglio regionale, per un parere vincolante e decisivo. Se sarà positivo, fra un’altra manciata di giorni sarà organizzata la foto di gruppo a tre: Regione, Qatar e Bambin Gesù, con ospite d’onore forse Renzi. È stata dura. Il presidente lo dice subito, in apertura, senza prendere una pausa: «È stata una cavalcata, ora siamo soddisfatti. Abbiamo dato il massimo per rispettare i tempi che avevamo promesso agli investitori stranieri. Avevano detto il 24 giugno, abbiamo mandato la delibera in stampa alle 20 del 26, con due soli giorni di ritardo». Luigi Arru non è da meno, nel discorso dell’annunciazione: «Mettere assieme tutte le carte, anche per quelle del Governo abbiamo dovuto faticare, non è stato facile, ma i tavoli tecnici e politici, con nel mezzo anche un bel po’ di mediazione, hanno macinato in totale non so più quante ore. Complimenti a tutti, (e i due funzionari ringraziano con un sorriso) ma ora possiamo dirlo: è stata una bell’impresa. E lo è stato anche far accettare ai partner l’apertura del San Raffaele in due fasi: la prima dall’estate del 2015 in poi, l’altra, a pieno regime, dal 2016. Però, in questo momento, è davvero tutto a posto». Anche l’ultimo conto è stato fatto: 55,6 milioni sarà la spesa massima che l’ospedale qatarino scaricherà sulla Regione per l’accreditamento totale di 242 posti letto, mentre altri 50 sono riservati alle suite sanitarie privatissime e a pagamento. Ci siamo. Manca solo il voto della commissione. Pigliaru è fiducioso e ottimista: «Siamo di fronte a una grande operazione e non solo per la portata dell’investimento, ben oltre il miliardo, ma per i benefici che porterà alla Sardegna e al nostro sistema ospedaliero». Senza che ci siano contraccolpi violenti sull’esistente, e questo sono pronti a giurarlo i quattro al tavolo, perché «ogni posto letto è stato calcolato all’interno di un quadro complessivo» e gli «effetti, è l’augurio, non potranno che essere positivi per tutti». A cominciare, ad esempio, dalla riduzione della spesa, oggi intorno ai 60 milioni, di quella conosciuta dai bilanci della sanità come la migrazione passiva, sono i viaggi della speranza, verso gli ospedali della penisola. Ma il nuovo San Raffaele potrà attrarre pazienti anche dall’Italia, dall’Europa e dalla Penisola Araba. È un salto di qualità, questa un’altra sintesi, anche per la ricerca con ben dieci aree scientifiche in cui saranno impegnati i team transnazionali: dalla genetica, con due sottoaree dedicate alla talassemia e al diabete, alle malattie neurodegenerative, a quelle auto-immuni, più altri studi sull’obesità. E ancora: cardiologia e cardiochirurgia, oncologia della mammella, riabilitazione, medicina dello sport e infine l’invecchiamento. Le università di Cagliari e Sassari, più il Crs4, saranno coinvolti in ognuno di questi progetti finanziati dal Qatar. I retroscena. La parte più difficile, ammettono i due tecnici, è stata convincere il Bambin Gesù a ridurre al minimo i posti letto di cardiochirurgia e neurochirurgia, sono due a testa, perché «altrimenti avremmo rischiato di soffocare quelle che oggi sono le alte professionalità in Sardegna, al Brotzu e negli ospedali di Nuoro e Sassari». I qatarini hanno resistito per qualche riunione, poi hanno ceduto e la mappa voluta dalla Regione «è stata condivisa da tutti i partner». Non è finita, proprio per evitare che la sanità pubblica vada a sbattere contro quello che sarà certo un colosso, la giunta in queste ore ha deliberato un maxi finanziamento di 287 milioni per il rilancio degli ospedali. «Pubblico e privato dovranno muoversi in sinergia ed è a questo che puntiamo, per diventare insieme un’eccellenza regionale». I rischi. Uno è calcolato ed è quello che il governo dalla lettera d’intenti per le deroghe (posti letto in più e spesa sanitaria privata da tagliare) passi ad impegni formali con una legge: «Arriverà», è la certezza del governatore. L’altro è che, in commissione, qualcuno voglia mischiare un’altra volta i numeri della mappa condivisa. Sarà possibile? «La nostra è una proposta e non è certo blindata. Rispettiamo ruoli e funzioni del Consiglio, ma dobbiamo andarci molto cauti. La mappa dei reparti non può essere stravolta, perché ricordiamoci: è comunque un investimento privato». Da non perdere e soprattutto da difendere nel’ultimo giro di pista.
 
 
 
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Nuoro Pagina 25
OGGI ALL’ISRE
Architetti faccia a faccia con due assessori regionali
NUORO «Il territorio sardo esprime una forte domanda di programmazione e di governo e c’è attesa per una Giunta che su questi punti ha definito la propria caratterizzazione politica», Silvia Viviani, presidente dell’Istituto nazionale di urbanistica, annuncia così i temi del dibattito con gli assessori regionali all’Urbanistica, Cristiano Erriu, e ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, con il coordinamento di Gianni Mura, già presidente della sezione Sardegna dell’Inu, che si svolgerà oggi alle 11 nell’Auditorium dell’Isre (Museo del costume) in via Mereu. Il dibattito si svolgerà nell’ambito del seminario “Infrastrutture e territorio, Laboratorio Sardegna”, curato dall’Inu Sardegna in occasione di “Architettinmostra2014”, organizzata dall’Ordine degli architetti di Nuoro e Ogliastra fino a domani 28. Nell’ambito della manifestazione, sarà assegnato al dipartimento di Architettura dell’Università di Sassari e al dipartimento di Ingegneria dell’Università di Cagliari il Premio Inu-Sardegna.
 
 
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Alghero - Pagina 29
Sabato si inaugura la mostra di 44 elaborati dei ragazzi del secondo anno di Architettura, corso di urbanistica
PROGETTI DEGLI STUDENTI PER IL TERRITORIO
di Gianni Olandi
ALGHERO Le grandi incompiute della città, le situazioni di maggiore degrado strutturale, le aree in abbandono nonostante il loro valore storico culturale, sono state oggetto di studio e progettazione da parte degli studenti del corso di pianificazione territoriale della Facoltà di Architettura. Un lavoro straordinario ricco di idee e innovazioni, con caratterizzazioni anche di tipo sociale, realizzato in quattro anni di attività e che sabato alle 19 nella sede del dipartimento nel complesso di Santa Chiara sarà inaugurato e proposto al pubblico, presenti autorevoli esponenti del mondo accademico, anche internazionale, e il nuovo sindaco di Alghero Mario Bruno. Una presenza quest’ultima quanto mai opportuna visto che gli studenti della facoltà, con il coordinamento del corpo docente, si sono praticamente sostituiti all’ente pubblico locale mettendo a disposizione della comunità algherese ingegno, passione e tanto impegno. Gli studenti si sono occupati di Maria Pia, quella quarantina di ettari di terra pubblica compresa tra lo stagno del Calich e il mare sui quali da tempo ci sono particolari attenzioni; il quartiere della Pietraia, area popolare a nord della città cresciuta in misura vistosa ma carente di servizi; il centro storico, gli spazi antistanti il liceo scientifico Fermi dove si sta ipotizzando una rotatoria “quadrata”, l’ex vetreria, alcune situazioni di viabilità confusa , tanto per citarne alcuni. Hanno messo le mani sulle ferite della città la cui classe politica negli ultimi anni è apparsa troppo impegnata a favorire la corsa del metro cubo anziché migliorare e rendere più funzionale l’aspetto urbano. Una interpretazione perfetta del ruolo che un centro di sapere come la facoltà di architettura può e deve svolgere in una località come Alghero, ricca di contraddizioni ma un possesso di un potenziale di vivibilità unico che va protetto e conservato. Anche a supporto del fenomeno turistico ricettivo. Ed è proprio di questo argomento che il 2 luglio il complesso di Santa Chiara ospiterà un seminario il cui tema sarà la scuola e la città. La mostra prevede l’esposizione di 44 progetti realizzati dagli studenti del secondo anno del corso di urbanistica. All’appuntamento sarebbe utile partecipassero anche i tecnici professionisti locali che, a seconda delle colorazioni politiche del momento, sono intervenuti con i loro lavori nell’assetto urbanistico algherese. Nelle progettazioni degli studenti non viene inoltre trascurato inoltre l’aspetto conseguente, quello dell’utilizzo degli impianti realizzati, con precise caratterizzazioni di tipo sociale e culturale. La mostra resterà aperta fino al prossimo 2 di luglio.


 


 
7 - La Nuova Sardegna / Alghero - Pagina 29
PALAZZO IAL-CISL
La casa per gli universitari (forse) al El Trò
Sono circa 600 gli studenti che frequentano la facoltà di architettura dell’università di Sassari, il 90 per cento dei quali provengono da contesti territoriali esterni ad Alghero e quindi per poter frequentare hanno necessità di un alloggio. Un impegno economico non indifferente per le loro famiglie a che devono affrontare le logiche del libero mercato immobiliare. Nonostante la facoltà abbia superato il giro di boa dei due lustri di presenza in città, di casa dello studente neanche si parla. La mensa è stata risolta con l’affidamento a un operatore privato mentre il problema del soggiorno è tutto ancora da inventare. Ma ci hanno pensato loro, gli studenti, i diretti interessati, che hanno presentato un progetto di riqualificazione e adattamento dell’edificio ex Ial Cisl, una volta albergo Eleonora, sul colle d’El Trò. L’immobile è da tempo inutilizzato ma avendo svolto in passato funzioni di albergo, nasce con destinazione ricettiva, e di scuola di formazione, sul piano strutturale appare particolarmente adatto anche perché dispone di un settore riservato alla didattica, mensa e convitto maschile e femminile. Anche il progetto della casa dello studente sarà presentato nella mostra di sabato. Va evidenziato che su questo specifico argomento sarà necessario l’impegno diretto della amministrazione comunale per sollecitare e aprire un confronto con l’Ersu. (g.o.)
 
 
 
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Sardegna - Pagina 2
Da Paolo Fresu a Dacia Maraini tutti contestano il commissariamento dell’ente
Raccolta di firme sul web, invito a Pigliaru perché riveda le ultime scelte
Coste, 50 artisti e scrittori: «Salvate la Conservatoria»
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI «No alla Conservatoria delle coste sarda commissariata». È già partito un appello nazionale con i primi 50 sottoscrittori fra musicisti, scrittori, accademici, ambientalisti, amministratori di centri che s’affacciano sui litorali dell’isola. Di prestigio i nomi dei firmatari che hanno aderito subito all’iniziativa. Ci sono il presidente della commissione Ambiente nella Camera dei deputati, Ermete Realacci, il fondatore e dirigente onorario del Wwf Italia, Fulco Pratesi, il vice presidente e il direttore del Kyoto Club, Francesco Ferrante e Sergio Andreis. Poi, ancora, Dacia Maraini, Marcello Fois e Massimo Carlotto, il coordinatore nazionale di Libera, Enrico Fontana, il docente dell’università di Cagliari, Giuseppe Melis, il jazzista Paolo Fresu e la cantante Elena Ledda. Amministratori in campo. Nell’elenco figurano quindi i sindaci di 12 Comuni. Sono Arbus, Buggerru, Calasetta, Castelsardo, Castiadas, Cuglieri, Domus de Maria, La Maddalena, Masainas, Porto Torres, Sant’Antioco, Stintino. Come fare per aderire. Si può firmare online sulla piattaforma Change.org oppure scrivere una mail all’indirizzo appellocostesarde@gmail.com. I precedenti. Poco più di un paio di settimane fa la giunta Pigliaru aveva scelto di commissariare l’agenzia, nata all’epoca dell’esecutivo guidato da Renato Soru. Qualche giorno più tardi la responsabile per l’Ambiente aveva chiarito alla "Nuova" che si pensava a un semplice riassetto organizzativo e all’inserimento del servizio all’interno dell’assessorato. Comunque erano seguiti diversi commenti critici. Discussioni. Così l’altro ieri Donatella Spano, rispondendo a Legambiente Sardegna, ha voluto ulteriormente precisare e rassicurare: «La Conservatoria non è stata soppressa: e a ogni modo non può essere cancellata da una delibera, visto che è stata istituita con una legge regionale». Ne è scaturito un dibattito politico tra destra e sinistra, e all’interno dello stesso Pd, dai toni a tratti accesi. Iniziative allargate. Ma adesso arriva questa raccolta di firme a sostegno dell’agenzia. Un appello rivolto al governatore che, come si può facilmente rilevare, vede insieme intellettuali, esponenti della cultura, del mondo accademico, politici e rappresentanti di diverse associazioni ecologiste. Dichiarato l’obiettivo. E cioè «la revoca della decisione presa il 12 giugno dalla giunta regionale». Il commissariamento viene ritenuto ingiustificato «in quanto la Conservatoria è un ente non in perdita, capace di risparmiare e investire al meglio il denaro pubblico, come mostrano i rapporti ufficiali sul suo funzionamento». Spending review. «L’efficienza economica e gestionale dell’agenzia, esempio unico in Italia, e la sua capacità di attrarre finanziamenti per la Sardegna dimostrano al contrario la validità d’investire nelle politiche ambientali per creare uno sviluppo realmente sostenibile - è l’argomentazione che si fa discendere da queste premesse - La Conservatoria ha valorizzato, per esempio, il patrimonio delle torri costiere e dei fari, riportando questi beni culturali a un uso pubblico, in assenza di risorse statali per la loro tutela». Quesiti aperti. Fra altri dubbi e perplessità, i promotori dell’iniziativa sollevano così numerosi interrogativi. Che fine farà, si domandano, il patrimonio affidato alla gestione dell’agenzia lungo i litorali? «Perché c’è il rischio – sospettano i sottoscrittori dell’appello – che oltre seimila ettari tra Alghero, Muravera, Buggerru, Castiadas ritornino nella disponibilità delle strutture regionali ordinarie». E allora che succederà? «Verranno riportate le lancette dell’orologio indietro di 10 anni, quando le coste della Sardegna erano gestite in maniera settoriale?», si chiedono ancora. Minacce e timori. Il pericolo evidenziato dagli opinion maker del blocco ecologista di protesta contro le decisioni della giunta è insomma uno solo: «Che con la soppressione di quest’agenzia regionale migliaia di ettari di coste, ad alto valore paesaggistico e ambientale, siano messe in vendita ai migliori offerenti, pronti a speculare, magari con il pretesto di attrarre investimenti esteri».
 
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Sardegna - Pagina 6
La mancanza di lavoro costringe i giovani a restare in casa con i genitori. E in 147mila vivono sotto il livello di povertà
ALL’ISOLA IL PRIMATO DEI MAMMONI
CAGLIARI La Sardegna è prima in Italia per la più alta percentuale di giovani in cerca di lavoro che non lasciano il tetto dei genitori. Un primato che evidenzia una crisi del mercato del lavoro sempre più pressante. Il dato sull’isola è emerso ieri a Cagliari durante il seminario della Cisl, “Famiglia nel crocevia del malessere economico”. In realtà i giovani “mammoni” tra i 20 e i 29 anni, spesso costretti a questa situazione dalla mancanza di un’occupazione, sono più numerosi in Lombardia, ma l’isola vanta la percentuale più alta, il 21,8 per cento, secondo un’elaborazione del 2012 di “Italia Lavoro”. Seguono la Sicilia, la Calabria e la Campania. Nel corso del 2013 il numero degli occupati in Sardegna è diminuito del 7,3% e i disoccupati con precedenti esperienze di lavoro sono aumentati dell’11,3. Pertanto, la famiglia cerca disperatamente di reggere l’urto dei cambiamenti sociali, culturali, educativi e chiede aiuto allo Stato e alla Regione. La Cisl sarda sollecita addirittura un assessorato della famiglia per coordinare norme e provvedimenti trasversali a tutta l’amministrazione regionale oggi frammentati in numerosi rivoli. «Fare presto» è l’appello lanciato dalla chiesa,dal mondo universitario, dal forum delle associazioni familiari. Aspettare ancora è un lusso non consentito a una regione all’ultimo posto nella classifica delle nascite: 1,14 figli per donna contro la media nazionale di 1,38. Tra meno di quarant’anni ogni lavoratore sardo dovrà farsi carico di un pensionato. «Un rapporto destinato a influenzare la vita politica ed economica – dice Vittorio Pelligra, docente di economia delle decisioni nell’università di Cagliari – che ci obbligherà a costruire un welfare dedicato, con costi stratosferici per l’isola». La Sardegna sta inanellando una serie di record negativi che hanno un unico comune denominatore e destinatario: la famiglia appunto. L’isola è la regione in cui nel 2012 è stato registrato il maggior incremento di sfratti eseguiti rispetto all’anno precedente: ben 315 con un aumento del 77 per cento sul 2011. Un dato in perfetta sintonia col 68,9% dei sardi (62,3 è la media italiana) che percepiscono come troppo alte le spese per l’abitazione. La famiglia scoppia e in Sardegna sembra avere esaurito sotto i colpi della disoccupazione il suo ruolo di primo ammortizzatore sociale: i senza lavoro sono ormai quasi il 20%. Il tasso di disoccupazione tra le persone 15-34 anni è aumentato di 6,1 punti percentuali, attestandosi al 35,2 per cento nel 2013. Nella stessa fascia d’età, l’anno scorso non lavorava, non studiava e non frequentava corsi formativi il 33,9% della popolazione corrispondente. Tutti i dati Caritas e sindacali quantificano in 147 mila le famiglie povere, al di sotto della soglia di povertà relativa. La gran parte di queste sono da ricercare tra i 476.549 pensionati Inps il cui assegno medio mensile non supera 672 euro. Una crisi che fa cambiare strategia anche al sindacato. «D’ora in poi la tutela sindacale – ha annunciato Oriana Putzolu, segretario generale Cisl – sarà esercitata in termini familiari piuttosto che individuali». «Lo Stato – ha aggiunto l’arcivescovo Arrigo Miglio – si ricordi che la famiglia è un soggetto pubblico, rafforzarla significa costruire un pilastro forte a sostegno della società e delle istituzioni».



QUOTIDIANI NAZIONALI
 
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