UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 18 giugno 2014

Mercoledì 18 giugno 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 giugno 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
L'Isola dai record negativi
Occupazione ai minimi, ancora in calo i consumi
BANKITALIA. Il Rapporto 2014: recessione ma c'è qualche segnale di ripresa
 
La crisi non allenta la presa, ma qualche spiraglio si intravede. E la speranza, puntando la lente sull'economia sarda, è l'ultima a morire soprattutto per l'agroalimentare e per il turismo.
IL RAPPORTO La sintesi del Rapporto 2014 di Bankitalia conferma un altro anno di recessione per l'Isola, con il Pil sceso del 2,5%, in frenata rispetto al 3,4% del 2012, ma con tutti i settori produttivi in generale difficoltà e l'occupazione arrivata ai livelli più bassi degli ultimi 10 anni. Certo, il quadro tracciato dall'indagine è drammatico e le prospettive rimangono incerte: tuttavia, «nei primi mesi di quest'anno», dice il direttore della sede regionale di Bankitalia, Nevio Rodighiero, «sembra emergere un leggero miglioramento. La recessione, comunque, si è attenuata e le aspettative dei soggetti economici, dalle famiglie alle imprese, sono più ottimistiche».
LA DOMANDA Minori consumi delle famiglie, calo degli investimenti e dei finanziamenti privati e contenimento della spesa pubblica hanno contribuito al forte indebolimento della domanda interna. Per di più, la presenza sui mercati esteri, da sempre limitata, si è ridotta e la qualità del credito è peggiorata. In realtà, fra il 2010 e il 2012 la spesa pubblica pro capite delle amministrazioni locali è aumentata in media dell'1,9% l'anno, ma gli effetti sul sistema produttivo sono minimizzati dai ritardi con cui la Pubblica amministrazione italiana paga creditori e fornitori: per esempio, nel 2013 i tempi di pagamento delle Asl sarde sono stati pari a 207 giorni, seppure in miglioramento rispetto ai 281 del 2012.
L'INDUSTRIA Le imprese dell'industria hanno registrato un fatturato ancora in calo (-5,9%), gli investimenti nel settore sono invece diminuiti di oltre il 30%, con le difficoltà maggiori a carico delle imprese di piccole dimensioni. Per quest'anno, però, gli imprenditori del comparto si aspettano una ripresa delle vendite. Continua intanto la discesa delle costruzioni e del mercato immobiliare: dal 2007 il volume complessivo delle transazioni si è più che dimezzato.
IL TURISMO Nei servizi si salva solo il turismo, grazie al maggior numero di stranieri (-15,4%) che hanno scelto di trascorrere le vacanza in Sardegna, incoraggiati da un'espansione del traffico aereo collegata a un incremento delle tratte con l'estero. Al contrario, si è ridimensionato il peso della manifattura, in particolare fra il 2001 e il 2011, a fronte di un incremento di quello di servizi e agricoltura e di un'ascesa del non profit. Ma la quota delle imprese ad alto e medio-alto contenuto tecnologico è diminuita dal 14,3 all'8,9% in termini di addetti, in controtendenza nazionale, mentre il tessuto produttivo resta debole anche per le piccole dimensioni delle imprese (in media 2,9 addetti) che, quindi, faticano a trovare spazi sui mercati internazionali.
L'OCCUPAZIONE Ma il dato più pesante della crisi è quello sull'occupazione: nel 2013, secondo i dati Istat, gli occupati sono diminuiti del 7,3%, un calo più marcato di quello registrato nel Mezzogiorno e a livello nazionale. «Il numero complessivo», spiega Rodighiero, «si è attestato su un livello inferiore a quello osservato prima della crisi economica. Soprattutto per i giovani continuano a diminuire le opportunità di lavoro e il tasso di disoccupazione fra coloro che hanno meno di 34 anni è aumentato del 35,2% nell'ultimo anno». Si assiste poi a un generalizzato calo delle iscrizioni dei giovani sardi all'università e non solo per le dinamiche demografiche, ma anche per una minor propensione a proseguire gli studi dopo il diploma.
I DEPOSITI Quanto al risparmio, nel 2013 i depositi in banca sono aumentati dell'1,7%, mentre sono cresciuti anche i tassi d'interesse bancari sui prestiti a breve termine al settore produttivo, passati dal 7,7 all'8%.
LA SANITÀ Nel triennio 2010-2012 la sanità in Sardegna è costata più della media nazionale, anche se meno di quella delle altre regioni a statuto speciale, ma la qualità, misurata in base ai Lea (livelli essenziali di assistenza), è risultata inferiore. Sulla qualità delle prestazioni sanitarie pesano «l'elevato grado di inappropriatezza» di alcuni trattamenti e la diffusione accentuata dei parti cesarei. Nel triennio considerato la spesa sanitaria per ogni sardo è stata pari a 1.999 euro, contro una media nazionale di 1.893 euro, di poco inferiore a quella dei residenti nelle altre regioni a statuto speciale (2.080 euro).
Lanfranco Olivieri
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 36 - Edizione CA)
ERSU. In via Montesanto
Casa studente sgomberata per lavori idrici
 
Esattamente due anni fa, a giugno, gliel'avevano promesso: «Rimarrete fuori dalla Casa dello studente al massimo per una settimana». Finì che riuscirono a rimetterci piede soltanto nel gennaio successivo, quando i muratori dell'impresa incaricata dall'Ersu finirono i lavori. Ecco perché ieri, tra gli ospiti della Casa in via Montesanto, c'era grande diffidenza quando i responsabili dello stesso Ente regionale per il diritto allo studio universitario hanno bussato alle porte delle camere, chiedendo alla sessantina di studenti che intendono trascorrere anche l'estate nella Casa di trasferirsi altrove.
Alla fine, l'edificio è stato sgomberato senza problemi. A garantire agli studenti che entro lunedì potranno rientrare in via Montesanto, è stato il loro rappresentante eletto di recente nel Consiglio di amministrazione dell'Ersu: Francesco Pitirra, della lista Unica 2.0: «C'è un problema all'impianto idrico, per ripararlo è indispensabile sospendere l'erogazione dell'acqua nella Casa di via Montesanto ed è quindi necessario trasferire altrove gli ospiti, pur per pochi giorni». L'Ersu ha trovato l'alternativa, come spiega lo stesso Pitirra: «La maggior parte degli ospiti trascorre l'estate nelle località di residenza. Solo una sessantina vogliono rimanere in città, e per tutti loro sono stati trovati posti letto lasciati liberi dai colleghi nelle altre Case dello studente: quelle nelle vie Biasi, Trentino, Businco e nel college di Sant'Efisio». Lunedì gli ospiti temporaneamente allontanati, si ripresenteranno in via Montesanto. Fiduciosi di rientrare.
Luigi Almiento
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 21
Carpinelli vince la prima manche
Elezioni del rettore. Lo scienziato straccia gli avversari ma non raggiunge il quorum: nuova votazione
Gabriella Grimaldi
 
Massimo Carpinelli, fisico nucleare e docente nel Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’ateneo cittadino, ha stravinto nella prima votazione per l’elezione del nuovo rettore. Lo scienziato di Benevento ha totalizzato 229 voti, 79 in più del secondo più votato fra i candidati: il direttore dell’ospedale veterinario Eraldi Sanna Passino che ha ottenuto 150 preferenze.
Ieri, alle 19,30 nell’aula magna della sede centrale dell’università dove si erano svolte le operazioni di voto, si è concluso lo scrutinio dell’ultima urna ed è stato subito chiaro che nessuno dei candidati aveva raggiunto il quorum per l’elezione, pari a 414 voti. Si procederà quindi a una seconda votazione in programma per domani (giovedì 19). Se anche in questa votazione nessuno degli aspiranti alla carica di rettore dovesse ottenere preferenze sufficienti a garantirsi l’elezione andranno al ballottaggio i primi due candidati più votati. Un risultato che nell’ambiente accademico non ha mancato di stupire.
A partire dal grande distacco tra Carpinelli e i suoi avversari. Sanna Passino infatti ha preso 150 voti contro i 135 del direttore del Dipartimento di Scienze mediche Andrea Montella (quindi solo 15 voti di differenza tra i due) mentre Giuseppe Pulina, direttore del Dipartimento di Agraria, ha avuto 113 preferenze. In fondo alla classifica, al momento, Marco Vannini, economista, docente nel Dipartimento di Economia aziendale che ha ottenuto 104 voti. Ma se quest’ultimo potrebbe “consolarsi” attribuendo i risultati un po’ deludenti alla sua tardiva candidatura, per Giuseppe Pulina la delusione non mancherà di sicuro visto che aveva presentato il suo programma con largo anticipo rispetto agli avversari. E anche la campagna elettorale era stata di conseguenza molto intensa.
Un impegno che non è stato al momento premiato dalle preferenze dei colleghi e delle altre componenti che avevano diritto al voto. Ieri alle urne si sono infatti presentati i docenti dell’ateneo (ordinari, associati, ricercatori), i componenti del Consiglio degli Studenti, i rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento, i rappresentanti del personale tecnico- amministrativo che siedono in Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, il personale tecnico-amministrativo. Mentre il voto di ciascun docente ha valore unitario e quindi i docenti esprimono complessivamente 700 voti, i voti dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento sono ponderati nella misura corrispondente al numero dei membri del Consiglio degli Studenti. In tutto hanno votato 1.178 elettori su 1.407 aventi diritto (affluenza all’85% circa). Dando uno sguardo ai voti nel dettaglio di scopre che la “classifica” dei votati viene riconfermata anche nei singoli comparti tranne che per quanto riguarda il voto dei rappresentanti degli studenti nei consigli di Dipartimento che hanno assegnato 12 voti a Giuseppe Pulina, 5 a Montella, 3 a Carpinelli, 3 a Sanna Passino e 3 a Vannini.
Massimo Carpinelli si dichiara molto soddisfatto dei risultati e commenta: «Spero che questi numeri siano confermati e comunque, anche in presenza di eventuali alleanze tra i miei avversari, sono sicuro che andrò al ballottaggio». Appuntamento dunque a domani con il secondo passo verso la nomina.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Domani a Cagliari il libro di Luciano Marrocu
 
Domani alle 20 nella Terrazza del Teatro Massimo sarà presentato il libro di Luciano Marrocu “Procurade ’e moderare. Racconto popolare della rivoluzione sarda” (Aipsa Edizioni). Ne parleranno con l’autore Giacomo Mameli e Renato Soru. La mancanza a tutt’oggi di una solida opera d’insieme sul 1793-96 rende ancora utile il libro di Marrocu. Se non altro perché fornisce materiali e suggestioni a una discussione politica, quella sull’identità sarda, tanto vivace e appassionata quanto a volte immemore dei suoi precedenti. Il libro ricostruisce le vicende militari e politiche del cosiddetto “triennio rivoluzionario” della Sardegna (1793-1796): la tentata invasione dei francesi e la loro sconfitta, la cacciata dei piemontesi il 28 aprile del ’94, i moti antifeudali, la marcia trionfale di Giommaria Angioy e poi l’amarezza della sconfitta, la fine della “Sarda Rivoluzione”, il dolore di unesilio. Un “racconto popolare” che Marrocu vuole continuare a narrare, come dimostrato recentemente dall’originale azione teatrale di “Palabanda”, una messa in scena curata da Rita Atzeri per Miele Amaro (in collaborazione con Il Crogiuolo e Teatro d’Inverno), in cui la ricostruzionedegli eventi affiora attraverso dialoghi immaginari tra i protagonisti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 2
Nell’isola cresce la povertà e per i giovani è dramma lavoro
I dati forniti dalla banca centrale fotografano le difficoltà di accesso al credito e all’istruzione
Diminuita del 2,5 per cento la ricchezza complessiva. Sono in forte calo anche gli investimenti
Alfredo Franchini
 
Il direttore della Banca d’Italia, Nevio Rodighiero, ricorre a una metafora marinara per spiegare la congiuntura in Sardegna: «La barca è malandata ma, in compenso, migliorano le condizioni del mare». Un filo di ottimismo dopo un anno terribile in cui la nave-Sardegna si è incagliata al centro della tempesta perfetta: la ricchezza complessiva è ancora diminuita (-2,5% nel 2013), peggiorati i fatturati delle imprese, (soprattutto delle piccole aziende), le famiglie sarde hanno contratto meno mutui ma quello che è peggio hanno chiesto più prestiti non finalizzati e hanno fatto più ricorso alla cessione del quinto dello stipendio. Segno della recessione che colpisce più duramente le fasce deboli e quindi famiglie meno abbienti e piccole aziende. Il clima generale sembra migliorare in Europa, ma per ora la nave sarda non va.
Giovani. Dal Rapporto annuale della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia dell’isola, presentato ieri dal direttore Rodighiero e dagli analisti Roberto Rassu e Rosario Ballatore, risulta che la recessione attuale non fa altro che accentuare le criticità già esistenti: la crisi è sociale. La condizione dei giovani sardi è peggiorata nello scorso anno e il tasso di occupazione è diminuito per tutti i livelli di istruzione. In Sardegna il mercato del lavoro risulta destrutturato e impoverito. Nonostante il vantaggio fornito da un’istruzione più elevata, negli ultimi anni - si legge nel Rapporto di Bankitalia - si osserva un generalizzato calo delle iscrizioni all’Università. (In realtà sul fenomeno incide anche una progressiva migrazione verso le Università della penisola).
Imprese. Industria a pezzi, (il fatturato è in calo del 5,9% e gli investimenti sono precipitati, -30%), «e la situazione appare peggiore per le imprese di piccole dimensioni che scontano maggiori difficoltà nell’intercettare la domanda proveniente dall’estero».
Export. I piccoli segnali positivi che s’intravedono nei primi sei mesi dell’anno riguardano solo le imprese esportatrici e, in realtà, il settore agroalimentare. La prima criticità riguarda la burocrazia lenta, con le amministrazioni pubbliche che continuano a pagare le imprese in tempi lunghissimi. Bankitalia stima che in Sardegna i tempi medi di pagamento nelle Asl siano pari a 207 giorni, (in miglioramento rispetto ai 281 dell’anno precedente). La seconda criticità è la limitata apertura ai mercati esteri e il forte razionamento del credito che ha indebolito l’intero sistema fino a spezzarlo.
Casa e garanzie. Per 70 costruttori sardi su 100 la produzione è risultata in calo. Alla base c’è la scarsa possibilità delle famiglie all’acquisto di una casa: il calo delle compravendite è del 13,7% e i prezzi degli immobili sono diminuiti del 3,7%. Dal 2007 a oggi il volume delle transazioni sul mercato immobiliare si è più che dimezzato. Questo fa sì che cambi anche il modello delle garanzie chieste dalle banche: con la crisi dell’immobiliare la casa non è più considerata una garanzia conveniente per gli istituti di credito.
Credito. Prestiti bancari in netto calo (-3,5%) con un deciso arretramento per le famiglie (-2,2% di prestiti a fronte del -0,3 dell’anno precedente). Ma il dato dev’essere letto in controluce: le famiglie sarde, infatti, si caratterizzano per un elevato utilizzo del credito al consumo rispetto alla media nazionale. Negli ultimi anni, al calo dei finanziamenti per l’acquisto della casa, si è contrapposta la crescita di prestiti «non finalizzati» e l’aumento di cessione del quinto dello stipendio. Aumenta il ricorso alle «pericolose» carte revolving rilasciateda società finanziarie.
Cicale e formiche. Molte famiglie hanno dovuto fare le cicale chiedendo prestiti non finalizzati (per sopperire al calo dei redditi) ma ci sono anche tante famiglie sarde che hanno potuto risparmiare e investire. Dal Report della Banca d’Italia si apprende che la ricchezza delle famiglie sarde è stimata in 170 miliardi di euro di cui 114 è patrimonio immobiliare. Non mancano le attività finanziarie, stimate complessivamente in 51 miliardi di euro, a testimonianza di una società in cui il ceto medio è quasi sparito e le distanze sociali si stanno allargando.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Sardegna – pagina 4
Politica e sanità
Il San Raffaele è realtà, pronta la delibera
Arrivano i primi numeri. I posti letto saranno 262, la gestione del centro d’eccellenza costerà alla Regione 60 milioni l’anno
Umberto Aime
 
Il San Raffaele è cosa fatta. La delibera di Giunta che «darà il via libera all’ingresso del nuovo ospedale nella rete sanitaria» è pronta. Sarà di otto pagine, nella stesura finale che sta per essere inviata alla commissione Sanità del Consiglio regionale per il parere. Il ritardo nella consegna, dopo gli annunci di questi giorni, ha una spiegazione che fa ben sperare sull’esito positivo del progetto: al tavolo tecnico la Regione ha raggiunto «un’intesa condivisa appieno sull’assetto della struttura ospedale con gli investitori della Qatar Foundation e i vertici del Bambin Gesù di Roma, che gestirà il San Raffaele dal 2015 in poi», ed è questo il testo del documento ufficioso circolato nei corridoi del Consiglio regionale in una giornata dove le indiscrezioni sono state molte e spesso contraddittorie. Alla fine, in quelle frasi, c’è scritto questo: è stato chiuso l’accordo sui reparti e i posti letto che saranno aperti nella «scatola bianca» di Olbia. L’analisi tecnica, anche questa ufficiosa, dice ad esempio che i posti letto saranno 262, 80 per i pazienti acuti, 82 riservati alla riabilitazione. E ancora: cardiochirurgia e neurochirurgia avranno una dotazione di due posti letto a testa e quindi non dovrebbe esserci «nessun conflitto con gli altri ospedali sardi», prima di tutto col Brotzu, a Cagliari, e con quelli pubblici di Sassari e Nuoro. Ancora: al San Raffaele uno dei reparti più avanzati sarà quello di urologia, specialità che «andava rafforzata se messa a confronto con i reparti ora esistenti negli ospedali di Olbia e Tempio».
Confermate pediatria, cardiologia, neurologia e oculistica. Grande spazio, è previsto per la riabilitazione che sarà nei fatti un reparto trasversale, con una «branca riservata al recupero dei traumi sportivi». Nel piano industriale già firmato e controfirmato dalla Regione e dal Qatar c’è scritto anche molto altro: queste sono le prime indiscrezioni. Sta di fatto che la bozza dell’assetto è ora all’esame diun sofisticato software che dovrà calcolare i costi della struttura e soprattutto definire «quanti posti letto del San Raffaele dovranno essere accreditati al servizio sanitario regionale». In altre parole, quanto la Regione pagherà se gli stessi posti letto saranno utilizzati, la cifra ipotizzata non dovrebbe superare i 60 milioni. Una volta che i calcoli saranno conclusi (forse già oggi) la delibera diventerà ufficiale e sarà data alla commissione. Il compito del Governo. C’è un altro passaggio fondamentale e questo riguarda Roma. La Regione è in attesa dal ministero della Salute di due delibere decisive.
La prima dovrebbe escludere i posti letto del San Raffaele dal conto di quelli che la Sardegna dovrà ridurre in base al Patto della salute. Si sa già che il taglio dovrà essere di 700 unità fino a fra scendere il numero complessivo a poco più di 5300, ma senza il peso in più dei 262 posti del San Raffaele, ogni riordino dovrebbe essere molto più facile e comunque non metterebbe in discussione i piccoli ospedali. La seconda delibera del Governo dovrebbe permettere alla Sardegna una deroga sulla spending rewiev sanitaria imposta a suo tempo dal decreto Monti. In altre parole, anche in questo caso il san Raffaele non dovrebbe incidere sull’obbligo di ridurre la spesa della sanità privata del 2% (ora è intorno 150 milioni) entro il 2015. Le due delibere del Governo sono annunciate nelle prossime ore e a quel punto la delibera della Giunta sarà blindata e pronta.
I tempi. Prima di tutto la Regione ha fatto sapere che, come detto più volte, manterrà la parola data: «Rispetteremo la data del 24 giugno», o «al massimo chiederemo un breve spostamento (sei-dieci giorni) per permettere allacommissione di esprimere il parere». Perché ormai è certo che la delibera non passerà all’esame del Consiglio. Sarà possibile grazie a una norma voluta a suo tempo dalla giunta Cappellacci e che prevede «solo il parere della commissione sugli accreditamenti quando sono decisi in assenza del Piano sanitario regionale», com’è in questo caso.
Le reazioni. Il centrodestra, con Salvatore Cicu e Settimo Nizzi, è tornato alla carica con la richiesta di una seduta straordinaria del Consiglio. Mentre il segretario del Pd, Silvio Lai, è ritornato sulla direzione regionale del partito: «È stata una discussione costruttiva non influenzata da un episodio di bullismo (l’arrivo in massa dalla Gallura) che finché è durato ha alimentato solo inutili diffidenze, per poi essere annullato dall’intervento equilibrato del vicesindaco di Olbia».

Questionario e social

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