Lunedì 9 giugno 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 giugno 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
OLIMPIKA
Sul podio Medicina e Chirurgia
Le premiazioni, lo spegnimento del braciere, l’arrivederci al 2015. L’altra sera si è chiusa così, e con il rinnovato trionfo della facoltà di Medicina e Chirurgia, la seconda edizione di OlimpiKa, le Olimpiadi Universitarie, nove giorni di sport e socializzazione organizzati dall’Università degli Studi di Cagliari, in collaborazione con l’associazione culturale “Il Paese delle Meraviglie” e il “Centro Universitario Sportivo cagliaritano”. Sul podio anche Ingegneria con Architettura e Scienze, seguite da altre tre rappresentative che hanno schierato un totale di mille studenti, cagliaritani e fuori sede.
Tutti insieme, ogni pomeriggio fino a tarda sera, nei campi e al piazzale di “Sa Duchessa”, animato da gare, musica, dalla vena artistica dei writer e altre iniziative culturali, precedute da una serie di approfondimenti tecnici a tema. Tutto nel segno dei giovani, come dimostra la grande partecipazione sul web e social network: 3900 i fan della pagina Facebook, 2700 le visualizzazioni del canale dedicato su Youtube. (cl.m.)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
«Il dolore si cura  NO ALL’EUTANASIA»
Sgomento, soprattutto sgomento. Ma anche giudizi morali negativi e, in qualche caso, incredulità da parte dei colleghi rianimatori. «Ho fatto almeno cento eutanasie», ha dichiarato l’anestesista in pensione Peppinello (all’anagrafe, Giuseppe Maria) Saba, nell’intervista esclusiva pubblicata ieri su L’Unione Sarda . Ha anche fatto capire di non essere l’unico, ad aver fatto certe scelte radicali davanti a pazienti sofferenti e ormai senza speranza, ma «questa ipocrisia del dire e non dire va avanti da troppo tempo». Lo specialista sassarese, che ha 87 anni e abita a Cagliari dove ha lavorato per moltissimo tempo, ha detto senza mezzi termini di aver aiutato a morire una grande quantità di persone malate e sofferenti, a cominciare da suo padre e sua sorella. Dichiarazioni esplosive che hanno avuto eco a livello nazionale e che stanno facendo esplodere un caso etico - con risvolti penali non di poco conto, considerato che l’eutanasia nel nostro Paese è un reato - che farà discutere a lungo, molto animatamente.
 SCETTICISMO Da decenni la comunità scientifica si accapiglia sulla decisione di staccare la spina a chi non è clinicamente morto ma non si risveglierà mai, a chi sta percorrendo l’ultimo tratto della propria vita tra sofferenze atroci a causa di una malattia che non lascia più speranza. «Sono perplesso di fronte alle dichiarazione del professor Saba, che probabilmente si riferisce a tempi lontani, quando la terapia del dolore non garantiva i risultati che assicura oggi», sospira Roberto Pisano, direttore della Struttura complessa di anestesia e terapia antalgica all’ospedale Brotzu di Cagliari. «Le cure palliative», aggiunge, «danno ottimi risultati. E poi Saba, che è mio maestro, è molto abile nelle tecniche di comunicazione: penso che voglia sollecitare un dibattito, e non mi sottraggo». Pisano lo spiega semplicemente: «Se non posso curare la malattia, allora curo il sintomo, cioè il dolore, e automaticamente il numero di pazienti che scongiura il rianimatore di porre fine alle loro vite si riduce drasticamente. Ora, più spesso, mi chiedono di farli dormire, non di ucciderli, e questo si può fare eticamente e legalmente». La medicina del dolore, insomma, è in grado di accompagnare il paziente a spegnersi senza soffrire: «Usiamo oppiacei per non far sentir dolore ai pazienti, utilizziamo benzoziadepine per sedarli nei casi più gravi, soprattutto nelle ultime 24-48 ore. Che bisogno c’è dell’iniezione letale, magari della stessa morfina?. L’eutanasia non ha più senso, ora».
 ALL’HOSPICE Lo sanno bene all’Hospice dell’Asl 8, accanto all’ospedale oncologico “Businco”: «Non solo non ho mai praticato l’eutanasia», scandisce il direttore, Emilio Lai, «ma non mi risulta che altri colleghi l’abbiano fatto. Anch’io sono allievo del professor Saba, ma davvero non capisco perché si ostini a sostenere un falso totale, cioè che la dolce morte sia una consuetudine tra i rianimatori. La legge», aggiunge, «consente al medico di evitare l’accanimento terapeutico: se la situazione è compromessa e la morte è in arrivo, si possono interrompere le cure e questa non è eutanasia. Ciò che possiamo fare, e lo facciamo», precisa il direttore dell’Hospice, «è togliere la sofferenza, e i farmaci funzionano benissimo». Non per tutti, però: «Vero, ci sono pazienti refrattari agli antidolorifici, ma non alla sedazione palliativa. Li addormentiamo, insomma, e li accompagniamo all’esito finale: lo facciamo di solito nelle ultime 48 ore, ma se necessario anche prima. In questi giorni», conclude Lai, «stiamo attivando l’hospice a domicilio: il paziente muore, e lo fa serenamente, a casa propria, e le spese sanitarie si riducono moltissimo».
 IL MANAGER Possibile che Saba, parlando delle eutanasie, abbia vaneggiato, o che sia l’unico ad averle praticate? «A dire il vero, nella mia carriera di manager della Sanità un dubbio l’ho avuto», premette Franco Meloni, a lungo direttore prima generale e poi sanitario del “Brotzu”, ex direttore generale del Policlinico di Monserrato, presidente regionale dell’associazione dell’ospedalità privata Aiop e, fino a febbraio scorso, consigliere regionale dei Riformatori sardi. «Quel dubbio riguarda un paziente tumorale terminale che, rispetto alla media, è morto più rapidamente, ma al sospetto non sono seguite prove, altrimenti avrei sporto denuncia. Detto questo», aggiunge Meloni, «si può combattere per cambiare le leggi ma non si può infrangerle, per nessun motivo, altrimenti si perde la base della convivenza civile. Dico no all’eutanasia sia come cittadino sia come cattolico. Spero che Saba, per cui nutro grande simpatia, abbia parlato delle sue cento e più eutanasie con la stessa leggerezza con cui ha affermato di aver eseguito un milione e mezzo di anestesie totali, cioè 86 ogni giorno della sua carriera. Sono sicuro che ne ha fatte certamente di meno».
 IL LAICO Un approccio del tutto laico arriva invece da Tonio Sollai, anestesista e rianimatore, rappresentante locale di un’associazione che si chiama Consulta di bioetica: ha lavorato per 24 anni al “Brotzu” e per dieci all’ospedale di San Gavino. Anche lui è stato allievo di Peppinello Saba. «La sua intervista ci ha spiazzati», premette subito, «ma devo dire che lui parla di eutanasia per casi che non sono assolutamente di eutanasia. Se, ad esempio, un farmaco contro il dolore dovesse provocare effetti collaterali che potrebbero accorciare, pur di poco, la vita del paziente terminale, si accetta il rischio e non si pratica certamente un’eutanasia. Stesso discorso se si interrompono le cure quando il paziente non dà risposta, evitando così l’odiosa pratica dell’accanimento terapeutico. Tutto questo si può fare, eticamente e legalmente. Io, di casi di eutanasia vera e propria, non ho mai sentito parlare», aggiunge Sollai, «anche perché non ha senso: da laico, da persona che vuole aiutare le altre persone, so perfettamente che la soluzione è la sedazione palliativa, non certo provocare la morte del paziente. E so che è così anche per tutti i colleghi».
Luigi Almiento
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Nuoro - Pagina 16
E dall’assessore regionale Firino arrivano nuove rassicurazioni sui finanziamenti arretrati
UNIVERSITÀ, OGGI IL VERTICE DELLA COOPERATIVA
di Valeria Gianoglio
NUORO La presa di posizione del rettore Attilio Mastino, la solidarietà di tutti i docenti di Agraria, degli studenti iscritti ai corsi nuoresi, di un mucchio di ex insegnanti dell’ateneo barbaricino, e poi, finalmente, il primo contatto diretto con la Regione. Che attraverso l’assessore all’Istruzione, Claudia Firino, ha fatto arrivare un messaggio chiaro e diretto: «Avrete i soldi che vi spettano». Tra giorni dopo l’avvio della protesta, insomma, per i 33 soci e dipendenti della cooperativa Ecotopia, che gestisce per conto del Consorzio universitario, i servizi tecnici e amministrativi dell’università nuorese, sembra arrivato il momento della svolta. Perché dopo mesi di malumori silenziosi e l’emersione, nei giorni scorsi, della protesta, si apre finalmente qualche spiraglio. Certo, dicono i 33 dipendenti della coop che da nove mesi attendono circa 700mila euro di arretrati per continuare a vivere, finché non vediamo i soldi, stavolta non crediamo. Anche perché la storia, sinora, ha loro insegnato che troppe volte l’assessore o il politico di turno si siano lanciati in proclami e poi non li abbiano rispettati. Ma stavolta, a quanto pare, qualcosa di diverse c’è stato: ed è stata la telefonata che la presidente della cooperativa Ecotopia, Gina Loi, ha ricevuto dall’assessore regionale Firino. Una comunicazione diretta, senza filtri né intermediari, che ha consentito di chiarire le idee alla Regione e di spazzare via falsi miti e qualche incomprensione. Il canale con Cagliari, insomma, è aperto e sembra anche promettere qualcosa di buono, dopo mesi di rinvii e annunci. La protesta dei dipendenti della cooperativa, tuttavia, per il momento va avanti ma oggi potrebbe anche imboccare una strada diversa. Questa mattina, infatti, nel corso dell’incontro dei lavoratoria di Ecotopia, interverrà direttamente, via telefono, anche lo stesso assessore regionale Firino. I soci ascolteranno cosa avrà loro da dire, e soprattutto cercheranno di capire se questa volta la promessa dei fondi sarà fondata su un impegno serio, come al momento sembra. L’ultima parola, comunque, spetterà ai 33 lavoratori: saranno loro, al termine dell’incontro, a decidere se continuare o meno la protesta che finora ha causato la chiusura delle sedi universitarie nuoresi.
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 13
CONTROVERSIE,
tutto più facile con l’arbitrato
SASSARI Arbitrato, la formula giusta per dirimere le controversie civili. La Camera di commercio ha definito, in accordo con l’università, le linee di programmazione e pianificazione strategica su interventi comuni di sviluppo e competitività territoriale che si sono concretizzate nel progetto Inn.Te..
Nell’ambito del progetto-quadro è stato avviato un rapporto di collaborazione tra la Camera di Commercio e il Centro Universitario di Mediazione, che approfondisce il tema degli strumenti alternativi di risoluzione dei conflitti, con particolare riguardo all’arbitrato e alla mediazione. In questo contesto, Camera di Commercio e Centro Universitario di Mediazione hanno organizzato un corso sull’arbitrato, strutturato in due incontri formativi che si svolgeranno nei giorni 11 e 17 giugno. Il 27 è previsto un convegno sull’ arbitrato commerciale internazionale che concluderà il corso, al quale parteciperanno docenti di elevata competenza professionale, sia dell’università di Sassari che di altre università italiane. Tra le attività delle Camere di commercio, rientra, infatti, la conciliazione delle controversie in ambito civile e commerciale, che rappresenta uno strumento di grande efficacia per il mondo imprenditoriale.



 



QUOTIDIANI NAZIONALI

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