Domenica 4 maggio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 maggio 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 

L’UNIONE SARDA

1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 26 - Edizione CA)
Il programma di oggi
Bellezza e paesaggi con Settis e Sanna
Rapimento estetico: Mancuso e Ciccarelli
 
Dopo la potenza e la ragione, ecco la bellezza: ultimi fuochi per la terza edizione del Festival di filosofia che si conclude oggi al Teatro Massimo di Cagliari proprio sul tema che caratterizza il titolo della manifestazione: “Il conflitto dei valori. La bellezza creata e la bellezza dissipata”. Al termine di un fine settimana ricco di ospiti e di pubblico, oggi alle 11 prenderanno la parola l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis (presidente del Consiglio Superiore dei Beni culturali dal 2007 al 2009) e Antonello Sanna, preside della facoltà di Architettura di Cagliari e professore ordinario di Architettura tecnica, per il quinto dialogo del festival che sarà dedicato a “Paesaggio e bellezza”.
Come consuetudine si prenderà ancora posto tra le poltroncine del teatro di via De Magistris nel pomeriggio, alle 15 infatti “Salvezza e perdizione nel rapimento estetico” sarà l’argomento attorno al quale svilupperanno il loro intervento il teologo Vito Mancuso (editorialista del quotidiano La Repubblica, ha insegnato alla facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano e all’Università di Padova) e il ricercatore e docente di Filosofia della storia e Storia della filosofia morale all’Università di Cagliari Pierpaolo Ciccarelli (autore di saggi su Leibniz, Vico, Heidegger e Leo Strauss). Per chiudere ogni incontro, come accaduto nei giorni scorsi, la parola passerà al pubblico per interventi, domande e riflessioni che scaturiranno dalle chiacchierate tra gli ospiti.
Poi il sipario su questa nuova edizione del festival curato da Roberta De Monticelli e Pier Luigi Lecis per il Teatro Stabile della Sardegna e l’Università di Cagliari - che ha coinvolto gli studenti delle facoltà di Filosofia e di Architettura insieme a quelli del Conservatorio Pierluigi da Palestrina - calerà con lo spettacolo “Elena” di Euripide che sarà, ancora per stasera, lo specchio teatrale degli incontri, la musa che ha ispirato molti dei temi affrontati. Sul palco saliranno Giorgia Senesi, Marco Spiga, Lia Careddu, Eleonora Giua, Paolo Meloni, Luigi Tontoranelli, per la regia di Guido De Monticelli. (gr. pi.)
 


2 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 60 - Edizione CA)
Il preside all’assalto
Non gli consegnano le aule, lui le occupa
ALGHERO. Architettura, il Comune non mantiene le promesse
Preside all’arrembaggio dei locali di Santa Chiara. Il Comune tarda a consegnare le aule di Architettura, così Arnaldo Cecchini prenderà possesso di quegli spazi in una azione di disubbidienza civile. L’occupazione è prevista per il 20 maggio alle 9, come annuncia lo stesso direttore del dipartimento nel suo blog. «Dopo 6 mesi dalla firma della convenzione, dopo 18 mesi dal collaudo della biblioteca, ancora non ci è stato consentito di prendere possesso degli spazi a noi assegnati al Santa Chiara.
DISUBBIDIENZA CIVILE Per noi la situazione non è più sostenibile - spiega il preside Cecchini - la biblioteca è sostanzialmente quasi inagibile, stanno per partire i Master internazionali, abbiamo necessità di dotare i colleghi di un posto di lavoro: l’inadempienza del Comune di Alghero ci mette in una grave situazione di difficoltà, sempre più difficile da gestire». Ecco allora l’idea di occupare le aule, nel giorno dell’avvio dei Master. «Non so quanti saranno con me e non so quali conseguenze legali dovrò affrontare - aggiunge Cecchini - ma farò quel che penso di dover fare». La biblioteca, collaudata e completa di arredi, non è ancora aperta al pubblico. Mentre delle sette aule promesse, l’università ne ha avuto solo tre nel nuovo complesso di Santa Chiara, appena uscito da un radicale intervento di riqualificazione e gli studenti sono tuttora ospitati benevolmente dalla Curia.
INCONTRO STERILE Già a inizio anno il preside aveva avuto un incontro con il commissario straordinario Antonio Michele Scano. Quest’ultimo aveva spiegato suo malgrado che le aule sugli antichi bastioni non sarebbero potute essere consegnate prima della fine di febbraio. Pronostici ottimistici e mai rispettati. «Questa situazione ci penalizza: penalizza i nostri studenti, penalizza noi come Dipartimento, penalizza l’Ateneo», incalza amareggiato Arnaldo Cecchini. «Non mi è possibile andare avanti in questo modo: il 20 maggio iniziano tre Master: abbiamo bisogno delle aule e di una biblioteca funzionante, l’attuale - spiega - è in condizioni indecorose, con una quotidiana convivenza con i topi».
Caterina Fiori




LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Commenti – pagina 17
la macchina dello stato
Riforma della pubblica amministrazione: bisogna cambiare le teste
di Guido Melis
 
Prepensionamenti, mobilità, ruolo unico della dirigenza, più possibilità di licenziare, guerra agli sprechi, trasparenza, tagli delle indennità eccessive, open data e smaterializzazione dei documenti. Saranno questi i primi obiettivi della riforma Renzi-Madia, che sarà messa su carta il 13 giugno. In generale è una linea di riforma che da decenni si tenta invano di realizzare: un’amministrazione più giovane (abbiamo un’età media sui 50 anni, con 20-25 anni di carriera alle spalle, e per i dirigenti ci avviciniamo ai 60); più internet e più trasparenza (il che vuol dire - meno procedure inutili, semplificazione, meno carta, meno ore-sportello); no aglisprechi (ce ne sono tanti, annidati ovunque); tagli delle indennità-scandalo (e naturalmente, ma questo è già stato in parte detto se non ancora realizzato, delle maxiretribuzioni dei manager di Stato). Sarà solo questo la riforma? Se sì, sarebbe un buon inizio, ma, appunto, solo un inizio. La riforma amministrativa infatti, nell’epoca che viviamo, non può che essere, che, lo vogliamo o no, profondamente legata al fattore "tempo". Se il mondo, a partire dall’economia, va a mille all’ora, le amministrazioni non possono andare a passo di lumaca. Ci vorrà quindi un intervento radicale sull’esecuzione degli atti, una bonifica delle procedure e dell’esasperata frammentazione della responsabilità, una riorganizzazione totale del modo di lavorare. Poi andrà cambiata la struttura. Le amministrazioni sono ancora per lo più organizzate secondo gli schemi rigidi e a piramide dell’Ottocento. I vari gradini della piramide non comunicano se non per atti. Bisognerà decisamente cambiare il modello. La recente ipotesi di riforma del bilancio (c’è un testo del Cnel e adesso anche una proposta alla Camera), passando dal bilancio "per competenza" a quello "per obiettivo", va in questa direzione. A questo, anche, deve servire la mobilità introdotta ora da Renzi-Madia: a spostare le risorse umane dove servono, senza eccessivi vincoli. Lavorare in équipe, su obiettivi chiari e valutabili. "Valutare" (verbo fondamentale, ma che non trova concreta realizzazione), dare i voti, premiare il merito e la rapidità di esecuzione, punire i ritardi e le pigrizie. E’ il dna dell’amministrazione, sia essa nazionale o locale, che va decisamente modificato. Ma per far questo bisogna cambiare le teste. Ci vuole un’altra idea, al passo con i tempi, della formazione dei dipendenti, oggi spartita tra scuole nazionali (troppe e scoordinate) e una miriade di enti privati. L’amministrazione dica quale prodotto le serve (meno laureati in legge, più specialisti di altri settori?) e crei un sistema di eccellenza per produrlo. Ci vuole una dirigenza responsabile: indipendente dalla politica (niente più spoil system quindi) e realmente valutabile. E soprattutto ci vogliono i concorsi. Sempre, e senza eccezioni. Meno nozionistici, con adeguata pratica sul campo. Buona idea i concorsi unici: ma è dal 1929, Comitato fascista per la riforma dei metodi di lavoro, che ci si tenta e che le amministrazioni, gelose del loro orticello, si oppongono. E naturalmente stop alle infornate opelegis. Domanda: ma Renzi, tutto questo, lo vuol fare davvero o lo proclama soloa fini elettorali? E se pure lo vuole, riuscirà a vincere le resistenze che vi si oppongono? Perché la riforma ha i suoi nemici: l’alta burocrazia che perderebbe potere, i sindacati del personale spesso troppo coinvolti nella gestione, i politici che non potrebbero più raccomandare gli amici. Vero. Ma questa volta siamo all’ultima spiaggia. In classifica siamo tra i peggiori d’Europa, la macchina ingolfata rischia davvero di impedire la ripresa. O si cambia l’amministrazione, che dev’essere il motore del Paese, oppure rassegniamoci al declino.
 
4 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 19
Studenti Erasmus skipper per un giorno
Circa quaranta ragazzi stranieri faranno parte dell’equipaggio nella regata “Vento de l’Alguer”
 
SASSARI Prenderà il via oggi il campionato “Vento de l’Alguer”, competizione velica che quest’anno assume una dimensione universitaria e internazionale. Infatti, per la prima volta, la regata algherese potrà vantare tra i membri degli equipaggi la presenza straordinaria degli studenti Erasmus iscritti all’Università degli Studi di Sassari. Circa quaranta studenti stranieri hanno accettato l’invito dell’associazione ESN-Erasmus Student Network, dei delegati del rettore per la mobilità studentesca ed Erasmus e della Lega navale italiana che ha organizzato il “Trofeo Bionike - IV Memorial Marco Caula - Trofeo Erasmus”, in collaborazione con Università degli studi di Sassari, Comune di Alghero, Guardia costiera, Ufficio circondariale marittimo, Consorzio porto di Alghero, Provincia di Sassari, Assonautica Nord Sardegna, Camera di commercio di Sassari, Area marina protetta Capo Caccia Isola Piana, Pro loco. La lunga giornata degli studenti skipper comincerà alle 10 con il briefing degli equipaggi. Si partirà a mezzogiorno, tempo permettendo, dal tratto di mare che si trova sotto i Bastioni. I vincitori delle quatto categorie in gara, Sportboat, Sailboat, Vele Bianche e Vele Bianche Big, saranno premiati in serata, alle 19, negli spazi del dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica in piazza della Juharia. L’evento rientra nell’iniziativa Erasmus-Studying, Erasmus-Training e ora anche Erasmus-Sailing in Sardinia. L’idea è stata accolta con grande entusiasmo dagli studenti che certamente porteranno con sè il ricordo di questa straordinaria avventura. Questi i dati dei 37 studenti stranieri che si sono prenotati per la regata velica: sono 23 ragazzi e 14 ragazze. Tutti studiano o svolgono un tirocinio formativo a Sassari: in gran numero appartengono a università di diverse regioni della Spagna (Andalusia, Mursia, Catalogna, Castiglia, Valencia, Navarra e Paesi Baschi), ma un gruppo abbastanza significativo proviene da università di paesi compresi nel programma Erasmus (Polonia, Turchia, Irlanda, Repubblica Ceca), e c’è anche uno studente ecuadoregno proveniente dall’Università di Quito.
 
5 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
I cinque aspiranti rettori incontrano i ricercatori
Si parte martedì con Pulina, poi Sanna Passino, Montella, Vannini e Carpinelli
I confronti sono organizzati da Rtd che riunisce i lavoratori a tempo determinato
 
Si svolgerà martedì il primo degli incontri organizzati dal coordinamento dei ricercatori a tempo determinato (Rtd) dell’Università di Sassari con i cinque candidati alla carica di Rettore nelle elezioni che si terranno il 17 giugno prossimo. Le figure di Rtd presenti nell’Ateneo sassarese sono diverse, sia per tipologia contrattuale che per inquadramento. Alcuni hanno un contratto che grava su fondi ministeriali, altri sono finanziati da risorse esterne, in particolare da fondi di ricerca e dai fondi Por della Regione. I ricercatori dell’ateneo hanno quasi raggiunto le 80 unità, arrivando a costituire una risorsa imprescindibile per i dipartimenti nei quali svolgono una parte consistente sia dell’attività didattica sia dell’attività scientifica. Il coordinamento dei ricercatori a tempo determinato dell’università di Sassari si è costituito lo scorso marzo in vista delle prossime elezioni per poter arrivare a un confronto con i candidati sui temi riguardanti le prospettive future della figura del ricercatore a tempo determinato: ai candidati i ricercatori chiederanno quali strategie intendano adottare per garantire la continuità e la qualità produttiva dei Rtd. In particolare si discuterà della necessità del rinnovo dei contratti, quando previsto, e dell’accesso all’associazione per i Rtd che hanno già conseguito l’abilitazione nazionale. Il calendario degli incontri prevede per lunedì 6 maggio alle ore 17, presso l’Aula Consigliare del complesso didattico di via Vienna 2, a Sassari, l’incontro con Giuseppe Pulina, Direttore del Dipartimento di Agraria. Il 12 maggio i ricercatori incontreranno Eraldo Sanna Passino, docente del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Direttore dell’Ospedale veterinario. Il 15 maggio sarà la volta di Andrea Montella, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari. Il 20 maggio i ricercatori incontreranno Marco Vannini, professore ordinario del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali; e il 22 maggio Massimo Carpinelli, ordinario del Dipartimento di Chimica e Farmacia. Il nome del prossimo rettore si conoscerà soltanto il 17 giugno. Una seconda eventuale votazione è prevista per il 19 giugno e, in caso di mancata elezione, si procederà a un primo e a un eventuale secondo ballottaggio, già previsti per il 25 e il 27 giugno. Potevano presentare la propria candidatura gli aventi diritto al voto passivo, che sono i professori ordinari in servizio nelle università italiane e che abbiano optato per il regime di impegno a tempo pieno. Possono invece recarsi alle urne per questa speciale votazione i docenti dell’ateneo, i membri del Consiglio degli studenti i rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento e i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo.
 
6 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 26
Bodei: «Il futuro di una società smarrita»
Al “Festival della filosofia” di Cagliari lo studioso traccia una mappa del mondo d’oggi, realista ma venata di pessimismo
di Giacomo Mameli
 
CAGLIARI Remo Bodei, cattedra nei Due Mondi fra l’Ucla di Los Angeles e la Normale di Pisa, uno dei protagonisti del festival della Filosofia in corso a Cagliari (dove è nato ad agosto del 1938), legge l’oggi con la lente universale della storia, anche di quella più antica. Con evidente realismo venato da un po’ di pessimismo. Riprendendo il titolo di uno dei suoi fortunati libri (“Altre vite”) dice : «Oggi vedo crescere soprattutto vite precarie, è difficile immaginare che questa crisi sia episodica, non credo come Serge Latouche che il futuro sia fatto solo di silenzi, paesaggi e culture. I Continenti e i Paesi in sofferenza economica cercano di imitare i modelli occidentali fatti di comfort. Chi sta male in Africa e in Asia sogna il nostro mondo. E il comfort va assicurato, oggi avviene col petrolio, domani avverrà con l’acqua, sempre più contesa non solo sulle rive del Giordano. Sul futuro mi sembra di vedere solo una saracinesca abbassata. È una società smarrita. Non si sa rispondere alla ricerca del Quo vadis». Una risposta - davanti a tanto smarrimento - è l’esplosione dei populismi? «I populismi crescono in tutto il mondo, Stati Uniti compresi col T-Party. Avviene perché la politica non ha più strumenti efficaci ed efficienti, perché non si trova quasi un luogo istituzionale che non sia una mangiatoia e provochi reazioni tra la gente e ostilità verso i governi. Ed esplode la rabbia. Anche in Italia, dove i populismi – pur con abissali differenze fra loro – si moltiplicano. È populismo pericoloso quello di Silvio Berlusconi che con promesse mai mantenute tanti guai ha provocato al Paese, ma lo sono anche quello di Beppe Grillo e perfino quello di Matteo Renzi. La politica è diventata quella che annuncia, che proclama e declama non quella che realizza e risolve. Penso alla follia dei Cinquestelle che propongono l’uscita dall’euro. Se dovessero vincere - cosa a cui non credo- che cosa farebbero una volta giunti nelle stanze dove occorre agire? Mi chiedo spesso se usano la ragione. Si rendono conto di che cosa succederebbe e di che cosa sarebbe successo senza lo scudo dell’euro?». Potrà rispondere la Ragione illuministica che ha avuto la sua culla proprio nell’Europa inquieta di oggi? «Vorrei fare più di un passo indietro guardando l’oggi. Nell’Europa occidentale stiamo vivendo quasi settant’anni di pace, fatto insolito nella storia. Giaime Pintor parlava del “suolo vulcanico europeo” ricordando le tante guerre combattute, il tanto sangue versato. Cercando l’origine turbolenta e la pace di cui godiamo oggi senza valutarne la sua portata sociale, l’Europa è attraversata da linee di frattura che sono anche altrettante faglie politiche. Fratture tettoniche fino ad oggi sanate. Penso alla linea del Reno. Per i Romani il limen germanico-retico arrivava fino all’Olanda. L’altra faglia era quella tra Kosovo e Albania, tra Impero Romano d’Oriente e Impero Romano d’Occidente. L’altra frattura politica era tra impero ottomano e quello austroungarico poi riprodottasi con la Cortina di ferro. Queste faglie politiche si sono scontrate per millenni. Oggi 510 milioni di persone vivono in pace, in 28 Stati che vanno dalle Azzorre a Cipro e dal Polo Artico a Malta. Si è formato un gigante economico con una ricchezza elevatissima. Ma a ciò si contrappone un nano politico dove i populismi dei quali parlavamo raccolgono consensi dalla Francia di Marine Le Pen all’Italia della Lega, di Grillo e di Berlusconi: vivono di annunci urlati non di ragionamenti». Perché? E ancora: è un fenomeno irreversibile? Più populismi e meno democrazia partecipata? «Perché la politica ha perso la sua natura, perché è venuto meno il ruolo regolatore dei conflitti proprio da parte della buona politica. In questa assenza prevalgono le ragioni di un popolo indeterminato che soffre la disoccupazione, il calo dei livelli di assistenza sociale. Quel popolo rinfaccia urlando ai governi sia la corruzione estesa che - carenza molto più accentuata - l’ingigantirsi delle incompetenze da parte di chi deve decidere e agire. Tale deriva non è solo europea ma mondiale. Gli Stati non hanno più l’autorità di cui godevano prima. Sopra di loro, piaccia o non piaccia, ci sono i mercati, la grande finanza che ha in mano le redini del governo mondiale dell’economia e, perciò, della società. Ha sempre meno voce in capitolo le citoyen con i suoi diritti politici. Dettano legge la City, Wall Street, Piazza Affari, le borse di Tokio e Pechino». Sta parlando come Papa Francesco? «Poco dopo le Torri Gemelle chiacchieravo con un cardinale che smentiva con certezza che dietro l’attentato ci fosse la mano di Saddam Hussein. Richiesto del perché di tanta sicurezza mi aveva detto che la chiesa ha le antenne in tutto il mondo, villaggio per villaggio. Papa Francesco è il terminale di tutte queste antenne che captano il disagio sociale, gli immigrati, le guerre, il grande cimitero del Mediterraneo, ascolta la voce delle favelas non dei grattacieli. Lo fa con metodo. Fino agli anni ’70 la ricchezza era legata all’industria vera e propria che creava lavoro. Oggi è avvinghiata attorno alla speculazione che il lavoro distrugge o comunque assottiglia. Se la ricchezza reale è valutata uno, quella finanziaria vale sette. Ma siamo davanti a un castello di carta che può creare frane, mutui subprime docent. In 24 ore la finanza si gioca l’equivalente del Pil di tutta la Francia. Ma per chi crea benessere? Per i più o per i meno? Il Papa ha intercettato i segnali che lanciano queste antenne. Questa forma di capitalismo crea malessere all’interno di Stati che hanno perso sovranità. Joseph Schumpeter diceva che il capitalismo finirà necessariamente non per i suoi insuccessi ma per i suoi successi. Farà attorno a sé terra bruciata e scatenerà, per stare al nostro tema, i populismi».



QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

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