UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 30 aprile 2014

Mercoledì 30 aprile 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
30 aprile 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Il prezzo delle scelte sbagliate
L’ESPERTO. Interviene il docente Alessandro Spano
 
«La Pubblica amministrazione andrebbe snellita dappertutto, in modo particolare in Sardegna, dove tra agenzie ed enti si raggiunge un numero sproporzionato di dipendenti». Ma Alessandro Spano, docente di economia aziendale e public management all’università di Cagliari e assessore agli Affari generali della giunta “possibile” di Michela Murgia, va oltre i costi espliciti per toccare quelli occulti. «Fino a ora ci siamo concentrati sui costi che emergono dai bilanci, ma ci sono anche quelli nascosti, perlopiù generati da scelte politiche sbagliate, che pesano quanto gli altri». Un esempio? «Le direzioni che si sovrappongono: due uffici che si pronunciano sullo stesso oggetto creano inutili costi che vanno a pesare sulla collettività». Un altro esempio: «Il caso ospedali: abbiamo tante strutture costruite senza una razionale pianificazione dei servizi territoriali e ospedalieri. Per non parlare del mondo delle agenzie regionali, rispetto alle quali occorrerebbe una fortissima razionalizzazione. Grande attenzione», conclude Spano, «andrebbe data al tema dell’ingresso nella pubblica amministrazione, che troppo spesso avviene in assenza di veri e propri concorsi, ma mediante un uso abnorme dell’istituto della stabilizzazione dei precari. Infine, la speranza è che si abbia, finalmente, il coraggio di selezionare i vertici della Regione e degli altri enti e agenzie regionali in base alla competenza».
E. Z.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Regione, quanto ci costi? Più di 3700 euro a testa
Notevole la spesa per la sanità, che incide per il 65,4 per cento
 
Quanto costa l’Autonomia? Quanto pagano i sardi per tenere accesa la macchina regionale e oliare i meccanismi che muovono gli ingranaggi spesso arrugginiti di aziende pubbliche, Enti, Agenzie e Organismi regionali?
La regione Sardegna nel 2012 è costata (spesa corrente) 3.728 euro per abitante, neonati compresi. Più della Sicilia e del Friuli Venezia Giulia, meno di Trento e Bolzano e della Valle d’Aosta. Ma sui sardi pesa come un macigno la sanità, interamente a carico.
Se, spiega l’Unione Province d’Italia in un dossier dedicato, la media di costi delle Regioni a Statuto Ordinario è di 426 euro a cittadino, le Regioni a Statuto Speciale pesano per oltre 4.960 euro. E nel rapporto di gestione del bilancio 2012 della Regione Sardegna si capisce a cosa sia dovuta tanta differenza. I trasferimenti correnti sono la voce più pesante, oltre 5 miliardi nel 2012, ma va detto subito che la cifra comprende le spese effettuate in ambito sanitario: la sanità pesa infatti sul bilancio regionale per il 65,40%. Ci sono poi i trasferimenti in conto capitale, cioè gli investimenti (oltre 499 milioni) e i costi di funzionamento della macchina regionale.
PROVINCE E COMUNI Per capire a cosa corrispondano gli oltre 3700 euro pagati da ogni sardo per la spesa corrente (gestione dell’anno) della regione Sardegna, è necessario radiografare ogni voce in uscita. Come detto, la parte del leone la fa la sanità, interamente a carico dei sardi. Oltre 3 miliardi dei 5 circa di trasferimenti correnti riguardano appunto le risorse erogate a vario titolo ad aziende sanitarie e ospedali per il loro normale funzionamento. E Alessandro Spano, docente di economia aziendale e public management all’università di Cagliari ed esperto del funzionamento della Pubblica Amministrazione, lo precisa subito: «La sanità assorbe una notevole quantità di risorse ma parlare di peso eccessivo della sanità può essere sbagliato perché i costi si calcolano in base ai servizi erogati. Nel caso della Sardegna però, andando a vedere, per esempio, i tempi di attesa delle prestazioni sanitarie si scopre che la sanità ha un costo che non sempre è controbilanciato con servizi di qualità». Ai Comuni, alle Unioni dei Comuni e alle Comunità montane sono andati quasi 820 milioni mentre le Province, oggetto di referendum ma sempre terreno di scontro, sono costate oltre 121 milioni.
ENTI E AGENZIE La giungla di Enti, agenzie e via dicendo è fitta. Sono oltre 30, è noto. Sapere però che l’Ente Foreste è costato (si parla sempre di spesa corrente, non di investimenti) quasi 155 milioni fa un certo effetto. Ad Agris e Laore sono andati rispettivamente 30 e 28 milioni, all’Argea, agenzia per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura oltre 13 e all’Istituto Zooprofilattico circa 24. I sardi hanno fatto i conti con l’Arpas: 23 milioni e mezzo. Mentre l’Ente acque della Sardegna è costato quasi 15 milioni. Sappiano, gli studenti universitari di Cagliari, che nel 2012 hanno contribuito al funzionamento dell’Ente regionale per il diritto allo studio, l’Ersu, con quasi 14 milioni. Meno spese al Nord, se per sfamare l’Ersu di Sassari (ma gli studenti universitari sono molti di meno) sono serviti 7 milioni e mezzo. Tra i nove consorzi di bonifica, quello della Sardegna meridionale ha ricevuto oltre 6 milioni e mezzo.
IMPRESE PUBBLICHE Complessivamente, a Enti, agenzie e organismi regionali, sono andati oltre 440 milioni. I trasferimenti alle imprese pubbliche si sono invece assestati a 154 milioni circa. La Sfirs, la finanziaria regionale, ha avuto 50 milioni, l’Arst 17, la Saremar è costata 10 milioni. Sono solo tre delle oltre 25 imprese pubbliche sovvenzionate.
Emanuela Zoncu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Un unguento miracoloso inguaia lo scienziato
Il farmacologo Gianni Biggio e un finanziamento da 90mila euro
 
Una ricetta antichissima, tramandata di generazione in generazione, capace, giurano gli anziani, di guarire e riparare la pelle anche dalle bruciature. Un unguento segreto ha fatto finire nei guai lo scienziato di fama internazionale Giovanni Biggio, 70 anni, nominato nel 2009 alla guida del comitato scientifico di Fase 1, la società pubblica creata dalla Regione per finanziare la sperimentazione delle nuove molecole e dei farmaci scoperti nell’Isola.
Già professore ordinario di Neuropsicofarmacologia e, per anni, anche pro-rettore dell’Università, il docente è indagato dalla Procura con l’accusa di abuso d’ufficio e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. In parole povere: lo scienziato avrebbe sollecitato la valutazione e non si sarebbe astenuto quando la società Fase 1 ha approvato un finanziamento da 90 mila euro per verificare l’efficacia dell’unguento tradizionale per le ustioni, trasformato poi in crema e ribattezzato Mvt Skin Care. Peccato che i Carabinieri del Nucleo antisofisticazione, coordinati dal pubblico ministero Marco Cocco, abbiano scoperto che lo stesso Biggio, anni prima, avesse brevettato quella ricetta segretissima (almeno sino al 1996) assieme a Bonarina Boi, Chiarina Lecca, Carmelo Piras e Teobaldo Biggio. Nel giugno 2013, poi, avrebbe anche chiesto il rinnovo del brevetto scaduto.
Sempre stando all’accusa, lo scienziato (difeso dall’avvocato Luigi Concas) avrebbe proposto a fine 2010 alla Prigen Srl lo studio della ricetta e lo sviluppo della sua crema tradizionale. L’estate seguente, il comitato scientifico di Fase 1 ha approvato il finanziamento della Mtv Skin Care con l’astensione formale del presidente dalla votazione finale ma, pochi mesi dopo, avrebbe comunque approvato il verbale. Nel 2012, poi, lo stesso Biggio avrebbe proposto a due componenti del Cnr di predisporre un piano di studi sull’efficacia e la tossicità della crema per le ustioni e le patologie cutanee, arrivando poi ad affidare al Comitato nazionale di ricerca la sperimentazione della Mvt sugli animali.
A gennaio dell’anno scorso, infine, presiedendo il comitato scientifico di Fase 1, avrebbe decretato gli ottimi risultati ottenuti dalla sperimentazione, proponendo l’attuazione del piano di sviluppo e la registrazione al Ministero per produrre i primi lotti.
Francesco Pinna
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
LA “FASE 1”. Nata nel 2006
Società creata per sviluppare farmaci e terapie
 
Nata con scopo di promuovere lo sviluppo clinico dei nuovi farmaci e delle terapie scoperte nell’Isola, la società Fase 1 (con capitale interamente della Regione) è stata istituita il 7 novembre 2006, con delibera dell’allora Giunta regionale guidata dal presidente Renato Soru. Analizzando le potenzialità dei progetti scientifici sfornati dai laboratori di ricerca sardi, la società pubblica accompagna l’intera fase dei test: dalla ricerca tossicologica alle sperimentazioni sugli animali e poi quelle cliniche sull’uomo.
Il Comitato tecnico scientifico è costituito da cinque tra docenti e scienziati (quattro sono nominati dal presidente della Giunta regionale) e deve valutare la qualità delle proposte e selezionare i migliori progetti, finanziando poi la sperimentazione. Attualmente il comitato è composto dal presidente Giovanni Biggio (professore ordinario di Farmacologia presso l’Università di Cagliari), Gavino Faa (Facoltà di Medicina), Michele Pietrangeli, ex Direttore responsabile unità operativa complessa di Chirurgia generale ospedale SS Trinità, Vincenzo Piras (professore ordinario di Malattie Odontostomatologiche) e Carlo Tomino, dirigente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Uno dei compiti principali della società regionale è quello di assistere (sia in forma scientifica che economica) lo sviluppo di nuovi potenziali agenti diagnostici e terapeutici, in pratica nuovi farmaci, con l’obiettivo, una volta completata la sperimentazione clinica, di ottenerne profitti con la vendita. L’amministratore unico di Fase 1 è Giampaolo Pilleri. (fr.pi.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Il curriculum
Docente universitario e farmacologo di grido
 
Professore ordinario di Neuropsicofarmacologia dal 1980 nella facoltà di Farmacia, e pro-rettore sino al 1990, Giovanni Biggio (70 anni) è una delle massime espressioni della farmacologia nell’Isola.
Scienziato di fama internazionale (come Gianluigi Gessa), il docente è stato anche per anni ai vertici della Società italiana di Farmacologia e ha fatto parte del Comitato tecnico di Sardegna Ricerche dal 2004 (nel 2011 ne è stato il vicepresidente). Dal 1974, Biggio lavora sulla sperimentazione del maccanismo d’azione dei farmaci ansiolitici-sedativo-ipnotici ma, in decenni di carriera, è anche stato autore di oltre 400 pubblicazioni sulle più note e prestigiose riviste scientifiche. Tra queste spiccano “Science” e “Nature”.
In campo internazionale è considerato uno dei più autorevoli esperti nel meccanismo d’azione degli psicofarmaci. Un curriculum di enorme valore accademico che lo ha portato alla guida anche del comitato scientifico di Fase 1. (fr. pi.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
Policlinico e disservizi
 
In merito ai disservizi al Policlinico relativi al Cup (centro unico di prenotazione) e al sistema di laboratorio analisi, la direzione generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari dichiara: «I problemi e i disservizi che devono sopportare i pazienti sono purtroppo ricorrenti e derivano dalla migrazione verso il nuovo sistema di Cup web. La possibilità che si verificassero problemi è stata segnalata dalla nostra azienda per tempo e più volte alla società Engineering Ingegneria Informatica, fornitrice di servizi per la Regione. Nonostante le rassicurazioni abbiamo dovuto constatare (e con noi i pazienti) che i problemi sono continuati. Nell’auspicare che la società Engineering per il futuro abbia da proporci soluzioni meno fragili, ci scusiamo ancora una volta con i pazienti per i disservizi e li ringraziamo per la pazienza con la quale li hanno sopportati e un grazie particolare al personale della nostra azienda che si è prodigato per contenere gli effetti del disservizio. Ci dispiace per i pazienti che non hanno usufruito delle prestazioni perché andati via e ci auguriamo di poterli accogliere in futuro senza più problemi».
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 36 - Edizione CA)
Festa universitaria
Primo maggio a Monserrato
 
Sport, cultura, musica e tanto altro alla Cittadella universitaria di Monserrato per la festa del Primo maggio. L’Univercity Festival comincerà alle 10. Prima i tornei street soccer e street basket oltre che ai contest di graffiti e street art. Poi sarà il turno della musica: sul palco i Sikitikis, Ensi, Train to roots, Headliner Show e Juicy M. e a chiudere Dusty Kid. Per l’occasione, il Ctm rinforzerà il suo servizio notturno dei bus da Monserrato al centro di Cagliari fino alla chiusura della kermesse prevista per le 2. (f.z.)
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 47 - Edizione CA)
Auditorium intitolato al nuorese Giovanni Lilliu
Cerimonia all’Etnografico, qui il professore si sentiva a casa sua
 
A Nuoro il professore si sentiva a casa. Il capoluogo delle zone interne, ma un po’ tutta la Barbagia rappresentavano la culla di quella società resistenziale da studiare con passione. Per questo, come ha accolto con grande piacere la cittadinanza onoraria che il sindaco Mario Zidda gli conferì nel 2005, il grande studioso scomparso due anni fa avrebbe gioito in cuor suo anche di questo nuovo e sentito tributo.
LA DEDICA Ieri pomeriggio all’archeologo di Barumini è stato intitolato l’auditorium dell’Isre, l’Istituto superiore etnografico, che contribuì a fondare quando sedeva nei banchi del consiglio regionale. Un legame quello con l’Isre mai reciso negli anni, anzi arricchito di contributi e stimoli da professor Lilliu, che per dieci anni ne fu presidente illuminato.
LA FIGLIA CECILIA All’inaugurazione non è mancata la figlia dell’archeologo, Cecilia, e tante personalità della politica cittadina e regionale. «È un grande piacere che mio padre abbia ottenuto anche questo riconoscimento. Ha sempre creduto molto nell’Isre e nelle sue potenzialità per studiare la storia e la cultura dell’isola», ha sottolineato, «oggi possiamo dire che la sua intuizione si è avverata».
PRESIDENTE MURGIA Per il presidente dell’Isre Bruno Murgia l’intitolazione dell’auditorium era un atto dovuto. «È uno dei più importanti personaggi della cultura e per noi è un onore celebrarlo a Nuoro. Proprio da un territorio da dove si è battuto per rilanciare l’identità e la lingua con rara autorevolezza».
SINDACO Orgoglioso il sindaco Alessandro Bianchi per un traguardo che si concretizza. «È la conclusione di un percorso a cui abbiamo lavorato in tanti - ha detto il primo cittadino - che sottolinea il legame che Nuoro aveva con Lilliu, forte e sentito». Parole di grande riconoscenza da Alberto Moravetti, dell’Università di Sassari, allievo prediletto dell’accademico dei lincei. «Per me è stato il più grande archeologo della Sardegna, capace di portare la civiltà nuragica al di fuori dell’Isola. Un uomo di profonda cultura, un esempio per tutti noi». Per il sindaco di Barumini, Emanuele Lilliu, il suo paese deve tutto al professore. «Ha dimostrato che si può vivere di cultura. Centomila visitatori l’anno ne sono la prova. Inoltre abbiamo un’azienda di gestione dei monumenti dove lavorano 54 persone. Mi pare un grandissimo risultato».
Luca Urgu
 

LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Dall’ateneo due dottori di ricerca afghani
 
SASSARI Gli studiosi afghani Alam Ghoryar e Abdullah Halim saranno proclamati dottori di ricerca in Scienze e biotecnologie dei sistemi agrari e forestali e delle produzioni alimentari dall’Università di Sassari. La loro proclamazione avverrà domani mattina a Herat. Assieme al rettore dell’Università, Attilio Mastino, presenzierà il comandante della Brigata Sassari, il generale Manlio Scopigno. I due studiosi hanno svolto le attività di dottorato nell’ateneo cittadino grazie alle borse di studio messe a disposizione dall’ente Acque della Sardegna. Della delegazione accademica faranno parte i docenti Roberto Scotti e Chiara Rosnati, tutor della scuola di dottorato frequentata dai due neodottori afghani, il docente Sergio Vacca, e l’assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell’informazione Giovanni Cocco. Alla cerimonia di proclamazione saranno presenti anche il rettore dell’Università di Herat, Abdul Zaher Mohtaseb Zada, il preside della facoltà di Agraria, Mohammad Yousouf Jami, il direttore del Dipartimento di Scienze degli animali, Abdul Rahim Omid, il procuratore capo della Provincia di Herat, Maria Bashir, e infine l’ambasciatore d’Italia a Kabul, Luciano Pezzotti. Herat è una città dell’Afghanistan occidentale, nella provincia omonima. È situata nella valle dello Hari Rud, un fiume. Con una popolazione di circa 250mila abitanti, in maggioranza persiani, è la terza città del Paese per grandezza.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Ozieri – pagina 30
tula
Una giornata di studi sul tema della sardità
 
TULA Manifestazione pro “Sa die de Sa Sardigna” pienamente riuscita a Tula con tanta gente nella sala convegni dell’Auditorium comunale. L’amministrazione comunale che su invito e col sostegno della Regione, ha organizzato l’evento, per bocca del sindaco Andrea Becca, che ha aperto e chiuso i lavori, da perfetto padrone di casa ha lodato in particolare l’impegno profuso per la migliore riuscita del tutto dall’assessore alla Cultura Francesca Violante Rosso e dai suoi collaboratori. E più gradito esordio per l’incontro non poteva esserci che con l’applaudita esibizione del Coro dei Confratelli Santa Margherita di Bultei che sotto la direzione del maestro Gian Luca Fadda hanno cantato il più noto inno della sardità “Procurad’e moderare Barones sa tirannia” dell’ozierese Francesco Ignazio Mannu. A seguire concerto delle launeddas di Bruno Loi, Giovanni Tronci e Nicola Vacca dell’associazione culturale “Modas Antigas” di Serramanna. I due gruppi hanno poi fornito intermezzi e chiuso l’incontro. Coinvolgente e assai stimolante la relazione di Attilio Mastino, rettore dell’università di Sassari che ha trattato con estrema competenza e ricchezza di puntuali riferimenti al nostro territorio, l’argomento “La resistenza culturale nella Sardegna settentrionale antica”. Ha fra l’altro ricordato i nomi di vari personaggi che hanno qui perso la loro vita in particolare durante il periodo della dominazione dei romani mentre presidiavano le nostre contrade a salvaguardia dei convogli di vettovaglie (spesso sotto attacco da parte delle bellicose popolazioni locali: gli Ilienses, i Corsi, i Balari, i Liguidenenses) che percorrevano le vie del commercio da e per Olbia, Haffa (Mores) e Kalaris, facendo quasi sempre capo al grande accampamento di Castrum Pretorium, l’odierna Madonna di Castro. Di molti di questi personaggi restano iscrizioni e notizie su lapidi rinvenute in vari siti sparsi nella piana. Giuseppe Mele, docente di Storia moderna nello stesso ateneo ha illustrato invece “Il significato storico dell’insurrezione del 28 aprile 1794” a Cagliari e di fatti similari contemporaneamente accaduti nel Nord Sardegna. Ha concluso la giornata culturale tulese Giorgio Rusta, de S’Uffiziu de sa Limba Sarda de sa Provintzia de Nugoro con “Politica linguistica e limba Sarda”. Gerolamo Squintu
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
L’omaggio dell’isola a Giovanni Lilliu
Intitolato all’archeologo che scoprì Barumini l’auditorium dell’Istituto regionale etnografico a Nuoro
di Luciano Piras
 
NUORO «In un momento come questo, di grandi difficoltà, devono prevalere le figure positive, gli esempi di riferimento, è necessario dare un segnale morale di ripresa con simboli come il professor Lilliu». Giovanni Lilliu, il militante della cultura classe 1914, nato a Barumini, morto a Cagliari nel 2012. È così che lo ricorda Luigi Arru, assessore regionale della Sanità. L’ematologo prestato alla politica parla da nuorese, ma anche in nome e per conto del presidente della Regione Francesco Pigliaru. Lo fa in una giornata speciale, Sa die de sa Sardigna, davanti al pubblico riunito per la cerimonia solenne di intitolazione dell’auditorium dell’Isre, da ieri sera “Auditorium Giovanni Lilliu”. «L’Istituto superiore etnografico della Sardegna non poteva non dedicargli almeno quest’auditorium» sottolinea con orgoglio Bruno Murgia, presidente dell’ente istituito “con sede in Nuoro” dalla legge regionale n° 26 del 5 luglio del 1972. Una legge fortemente voluta dall’allora consigliere regionale della Democrazia Cristiana Giovanni Lilliu. «Anni entusiasmanti, quelli» racconta ancora Murgia. «Vissuti con intensità da un personaggio eccezionale come il professore, che non era certo soltanto un archeologo». Un grande intellettuale che «non ha lasciato pensieri solo da 140 caratteri» attualizza il presidente dell’Isre con un chiaro riferimento all’universo di Twitter. Social, web. Network. Come la rete dei nuraghi che Lilliu ha fatto conoscere al resto del mondo. Simbolo di «una Nazione, del popolo sardo» dice Cecilia Lilliu, figlia del Sardus Pater accademico dei Lincei. Particolarmente legato a Nuoro: «Amava moltissimo questa città» racconta la donna. «Il legame di Giovanni Lilliu con questa città è sempre stato molto forte» prende la parola il sindaco di Nuoro Sandro Bianchi. «Tanto che il mio predecessore Mario Zidda – spiega – gli ha attribuito la cittadinanza onoraria». «Perciò questa è una giornata particolare che corona un percorso voluto da molti». Già nel 2008 l’ex primo cittadino ed ex assessore regionale Gonario Gianoglio (firmatario con Lilliu, nel ’69, della presentazione della legge per l’istituzione dell’Isre) scrisse all’archeologo chiedendogli cosa ne pensasse dell’eventualità di intitolargli l’Istituto etnografico. «Così diverrei totalmente nuorese» rispose il professore, svela Sandro Bianchi leggendo una lettera inedita. «Proprio nel Nuorese, credeva mio padre – riprende fiato Cecilia Lilliu – si fosse raccolto quel nucleo resistenziale, l’elemento più forte della nostra cultura». «Ecco perché Nuoro si sente tanto legata a Lilliu» continua il sindaco barbaricino. «Nella vita del popolo sardo, Nuoro è la capitale ideale della cultura in Sardegna». Assente per motivi di salute Ariuccio Carta, già ministro e senatore, a tracciare un approfondito ritratto di Giovanni Lilliu è il professore Alberto Moravetti dell’università di Sassari. Paolo Piquereddu, direttore dell’Isre, invece, propone una sua videointervista a Lilliu del 2005. Un ulteriore omaggio a questo grande della Sardegna, «un precursore, simbolo e baluardo di un popolo mai vinto» sottolinea il sindaco di Barumini Emanuele Lilliu, anche lui a Nuoro per l’intitolazione dell’Auditorium Giovanni Lilliu, in via Mereu.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Lo spettacolo teatrale di Luciano Marrocu sulla congiura di un gruppo di aristocratici nel 1812
Palabanda, la rivolta mancata contro i Savoia
di Roberta Sanna
 
CAGLIARI «La vita domanda, la passione risponde». Una canzone invita ad entrare nell’atmosfera rivoluzionaria precisata nell’introduzione storico-narrativa da Luciano Marrocu, autore dell’azione teatrale presentata per Sa die de sa Sardigna sabato al Minimax, domenica in Castello e a San Gavino, poi al Garau di Oristano. “Palabanda”, il titolo e il luogo dello spirito, di spiriti liberi che Marrocu ci invita ad incontrare. In una casa tra campagna e città – entrambe piegate dal vaiolo e dalla fame “de s’annu doxi” – un manipolo di democratici esamina l’idea di ripetere l’insurrezione del 28 aprile 1794, quella per cui appunto si celebra Sa die. I personaggi, alcuni storici altri di invenzione, proposti sullo schermo (e la regia video di Andrea Lotta sarà un film in dvd a settembre) si animano poi in palcoscenico, o dissentono con lo storico, come fa efficacemente il servo Basilio di Marcello Armellino, perché il senso di certe parole, come fame o rivoluzione, dipende da chi le pronuncia. Ecco Salvatore Cadeddu, ben tratteggiato da Franco Siddi, segretario dell’Università e fervente angioyano, al centro di una delle riunioni preparatorie di quella che poi passò per “congiura” (nell’ipotesi di un appoggio di Carlo Felice per anticipare il suo regno) insieme al figlio Gaetano (il bravo Pier Paolo Frigau). Con loro Marroccu immagina, a testimoniare la partecipazione di molti preti sardi, Don Muroni (Vincenzo De Rosa), e disegna due ben riusciti personaggi di fantasia. Efisia, “figlia d’anima” di Salvatore ed educata da donna colta e libera – interpretata con sensibilità da Rita Atzeri – e il suo corteggiatore Don Lollotto, nobile quartese, ottimamente reso da Fausto Siddi. Si parla d’amore, di libertà e di rivoluzione in un vivace colloquio. Ma se il tentativo d’insurrezione fallì sul nascere, la repressione fu inflessibile, tra ergastoli, esili e condanne a morte, commenta Marroccu. E, sempre nella doppia veste di storico e di scrittore, introduce il tono dimesso del secondo quadro, con i protagonisti riparati nel golfo di Palmas. Gaetano capisce che l’azione è altrove, (infatti proseguì mettendosi a servizio di Napoleone sino a Waterloo e oltre) mentre Efisia e Salvatore sono fermi nella speranza di un cambiamento, nelle stesse istituzioni. Pochi mesi dopo Salvatore Cadeddu verrà arrestato, impiccato e il suo corpo bruciato. Così nell’epilogo, immaginato vent’anni dopo in una casa di Quartu S. Elena, Marroccu affida al dialogo tra Don Lollottu e il servo Basilio il senso delle rivoluzioni fallite, della distanza tra ipotesi rivoluzionarie e il vero sentire, di pancia, del popolo. Filtrano notizie anche della bella Efisia. Alla fine ha sposato Don Lollotto, e ora, da qualche mese, vive ritirata nelle sue stanze, delusa, intristita. Ma qualcosa delle sue idee, anche forse solo per amore, è filtrata e germoglia nel marito, forse in altri come lui, l’idea di partire dall’uomo, dai suoi bisogni primari e tra questi mettere l’educazione, l’istruzione. Con le musiche originali di Alessandro Muroni (alle tastiere con Stefano Salis alla batteria), lo spettacolo è una produzione di Miele Amaro il Circolo dei Lettori in collaborazione con Il Crogiuolo e Teatro d’inverno.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 34
Il correttore della lingua sarda presentato dall’assessore Firino
di Francesco G. Pinna
 
ORISTANO Viva la Sardegna, viva la Lsc, la Limba Sarda Comuna, e viva anche il Cros, il Correttore regionale ortografico sardo inventato dal Servizio lingua sarda della Regione per aiutare tutti i sardi a scrivere correttamente in Lsc e presentato ieri sera a Oristano nell’ambito delle celebrazioni per Sa die de Sa Sardigna. «Uno strumento giovane che può aiutare i giovani a scoprire la propria identità e la propria lingua» lo ha definito l’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino che è intervenuta al termine dei lavori. L’assessore Firino non è entrata nel merito delle polemiche sulla Limba comuna che ancora dividono esperti e profani richiamate all’inizio dei lavori dal direttore del Servizio Lingua Sarda della Regione Giuseppe Corongiu, ma ha speso più di una buona parola per la lingua sarda in generale. «Dobbiamo trovare il modo di mantenerla viva e di farla diventare un veicolo di comunicazione anche per i più giovani» ha detto spiegando che dal punto di vista politico è arrivata l’ora di cominciare a lavorare assieme a chi se ne occupa per mestiere «per renderla una lingua viva a partire dalle scuole» puntualizzando che naturalmente «lo studio del sardo non è incompatibile con lo studio dell’inglese, dell’italiano o del cinese». L’assessore è stata accompagnata nell’aula consiliare dal sindaco di Oristano Guido Tendas, che le ha voluto regalare una copia della ultima edizione della Carta De Logu di Eleonora d’Arborea, ricordando che già 800 anni fa tutelava i diritti ereditari dei figli naturali riconosciuti dallo stato italiano solo qualche mese fa. Per il resto, a parte la difesa appassionata della Lsc da parte di tutti i relatori, a cominciare dal direttore del Servizo Lingua Corongiu e poi nell’ordine Maria Antonietta Piga, Michele Ladu, Cristiano Becciu, Massimo Cireddu, Francesco Cheratzu e Diego Corraine, protagonista della serata è stato naturalmente il Correttore regionale ortografico sardo. Anzi, su curretore ortograficu regionale sardu. E’ costato centomila euro e tre anni di lavoro e di sperimentazione ma è «una macchina poderosa che sostiene la lingua sarda scritta che non può che essere una Lsc, una lingua sarda comune che non fa torti a nessuna variante locale ma le rappresenta tutte» hanno spiegato quasi in coro i relatori. Chi vuole provarlo può comunque scaricarlo liberamente dal sito della Regione. Contiene 40 mila lemmi, ma in futuro si potrà arrivare a 50 mila e forse anche a 60 mila, e se gli appelli del Servizio Lingua Sarda troveranno ascolto potrà essere seguito nei prossimi anni da altri strumenti considerati «indispensabili» per il futuro del sardo, primi fra tutti un «dizionario della Lsc» e un «Correttore grammaticale».

Questionario e social

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