Venerdì 14 marzo 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 marzo 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Esecutivo di esordienti: in squadra 6 docenti universitari e 5 donne
ECCO LA GIUNTA PIGLIARU  Paci al Bilancio, Arru alla Sanità, Firino alla Cultura

REGIONE. Esecutivo di esordienti: in squadra 6 docenti universitari e 5 donne Ecco la Giunta Pigliaru Paci al Bilancio, Arru alla Sanità, Firino alla Cultura Sei professori, cinque donne, pochi volti noti della politica: Francesco Pigliaru ha reso noti ieri i nomi della sua Giunta, confermando le indiscrezioni. A parte Raffaele Paci (Bilancio), Luigi Arru (Sanità) e Donatella Spano (Ambiente) scelti da lui solo, quattro assessori vanno al Pd e cinque agli altri. Sel ha l’Istruzione con Claudia Firino. «Subito al lavoro su patto di stabilità e burocrazia», annuncia il governatore. Cappellacci replica: vigileremo.
MELONI, L. PIRAS, MURGIA ALLE PAGINE 2,3,5

Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
ECCO I DODICI DEL PRESIDENTE
Si siede in fondo al tavolo della sala Giunta. Circondato non da assessori ma da giornalisti accalcati uno sull’altro, che vogliono vedere l’elenco finale. La squadra. Francesco Pigliaru si guarda intorno con un mezzo sorriso, e attacca così: «Buonasera. Le promesse si mantengono, avevo detto che avrei presentato la Giunta subito dopo l’insediamento. Ed eccoci qua».
«SODDISFATTO» Ora che ogni nodo è sciolto, il presidente si rilassa e fa un po’ di melina. «Ho sempre chiesto competenze», premette, «e avremo persone che ritengo molto capaci. Sono davvero soddisfatto».
Ecco la formazione, finalmente: prima menzione per il costituzionalista cagliaritano Gianmario Demuro , (Affari generali, riforme, personale). Pigliaru ne loda «l’esperienza accademica internazionale, e la grande passione politica».
Per ciascuno, il governatore regala un aforisma di incoraggiamento: qualche parola in più per Raffaele Paci (Programmazione e bilancio), «economista che non si occupa di modelli teorici ma applicati. Specie sui sistemi regionali». Tanto per prevenire le critiche sulla Giunta dei professori.
 
ACCADEMICI Provengono dall’università anche il cagliaritano Massimo Deiana (Trasporti), ex preside di Giurisprudenza, «conosciutissimo esperto della continuità territoriale»; Donatella Spano (Ambiente), che a Sassari insegna Sistemi arborei e forestali; Francesco Morandi (Turismo), presidente del corso olbiese in Economia turistica.
POLITICI È un docente universitario (di filologia) anche Paolo Maninchedda (Lavori pubblici): ma dopo due legislature in Consiglio «ha acquisito grande esperienza politica», sottolinea il governatore. Altra nomina politica è quella del presidente Anci Cristiano Erriu (Urbanistica ed enti locali), del Pd. È invece un’idea di Sel Claudia Firino alla Cultura e istruzione, «la più giovane, 35 anni. Sarà un eccellente assessore».
TECNICI Per l’Agricoltura la prescelta è Elisabetta Falchi , imprenditrice, presidente di Confagricoltura. Maria Grazia Piras (Industria), oggi nel cda del Banco di Sardegna e presidente sarda del Fondo ambiente italiano, in passato ha diretto, a Sassari, l’Apisarda e l’Ersu.
Al Lavoro va Virginia Mura , che dirige gli uffici regionali del ministero del Lavoro. Alla Sanità Luigi Arru , ematologo di fama e presidente dell’Ordine dei medici di Nuoro. «Questa è la Giunta che ho l’onore di presiedere», conclude Pigliaru, mettendo le mani avanti sul tasso di esperienza politica: «C’è già, e crescerà».
ESORDIO Gli assessori si vedranno per la prima volta oggi, alle 10 e 30. «Riunione politica», precisa Pigliaru: «Non firmeranno atti fino al giuramento in Consiglio. La legge non lo vieta strettamente, ma vogliamo creare un corretto rapporto con l’assemblea». Sul giuramento nacque nel 2004 la prima tensione tra Renato Soru e l’assemblea, ed è saggio non ricadere nei vecchi errori.
Giuseppe Meloni
 
AMBIENTE - DONATELLA SPANO  56 anni, nata a Sassari
Professoressa di Scienze e tecnologie dei sistemi arborei e forestali all’Università di Sassari. Ha fatto parte della Commissione grandi rischi della Protezione civile nazionale. È presidente della Società per le Scienze del clima.
TURISMO - FRANCESCO MORANDI 49 anni, nato a Bologna
Professore di Diritto del turismo e di Diritto della navigazione e dei trasporti all’Università di Sassari. Prorettore delegato per la Innovazione regolamentare, affari legali e trasparenza dell’ateneo. È stato preside di Economia.
AGRICOLTURA - ELISABETTA FALCHI  49 anni, nata a Oristano
Imprenditrice agricola impegnata nel settore cerealicolo e orticolo, presidente regionale di Confagricoltura e componente del Comitato direttivo nazionale. Iscritta all’Ordine dei dottori agronomi e forestali, ha svolto attività di libero professionista.
CULTURA - CLAUDIA FIRINO 35 anni, nata a Sassari
Project manager al Cnr-Istituto di storia del Mediterraneo. Laurea in Scienze politiche a Sassari, master di alta formazione all’Asvi di Roma. È stata vicepresidente dell’Unione lotta alla distrofia muscolare. Dirigente della Superga (basket) di Cagliari.
LAVORI PUBBLICI - PAOLO MANINCHEDDA 53 anni, nato a Macomer
Docente di Filologia romanza all’Università di Cagliari. Editorialista, ha diretto il Bollettino di studi sardi. È stato consigliere regionale (legislature XIII e XIV) ricoprendo l’incarico di presidente di commissione. È il leader del Partito dei sardi.
TRASPORTI - MASSIMO DEIANA 52 anni, nato a Cagliari
Avvocato, professore di Diritto della navigazione all’Università di Cagliari. È stato preside della facoltà di Giurisprudenza e consulente dell’assessorato regionale ai Trasporti, dell’Enac in materia di continuità territoriale e delle Autorità portuali.
BILANCIO - RAFFAELE PACI 58 anni, nato a Sassari
Specializzazione in Inghilterra e Usa, docente di Economia applicata a Cagliari. È stato preside di Scienze politiche e direttore del Crenos: ha diretto molti progetti di ricerca, è autore di cento pubblicazioni su economia e innovazione tecnologica.
URBANISTICA - CRISTIANO ERRIU 50 anni, nato a Santadi
Laurea in Giurisprudenza, master in Business administration a Bologna. Presidente di Anci Sardegna e sindaco di Santadi, direttore generale del Centro servizi imprese presso l’Azienda speciale della Camera di commercio di Cagliari.
INDUSTRIA - MARIA GRAZIA PIRAS 61 anni, nata a Sassari
Laurea in Scienze politiche, master in Economia e direzione aziendale, presidente del Fai regionale. Consigliere di amministrazione del Banco di Sardegna. Già direttore generale dell’Ersu di Sassari, direttore Apisarda, e nel cda di Sfirs e Promin.
AFFARI GENERALI - GIANMARIO DEMURO 53 anni, nato a Cagliari
Professore di Diritto costituzionale a Cagliari. “Adjunct professor” in European Governance a Chicago. Ha tenuto corsi in Università europee e americane. Autore di oltre cento pubblicazioni di Diritto costituzionale italiano ed europeo.
SANITÀ - LUIGI ARRU 53 anni, nato a Nuoro
Dirigente medico ematologo all’ospedale San Francesco di Nuoro. Presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Nuoro. Fa parte del gruppo di lavoro “Sicurezza dei pazienti” del ministero della Salute, e del progetto “Sicure”.
LAVORO - VIRGINIA MURA 64 anni, nata a Cagliari
Laurea in Giurisprudenza, Scuola superiore di Pubblica amministrazione. Direttore della Direzione regionale del Lavoro per la Sardegna, già direttore reggente delle Direzioni provinciali del Lavoro di Cagliari e Nuoro

 
 

 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
VIA ROMA. L’EX HOTEL MODERNO CHIUSO DA UN ANNO Il presidente dell’Ersu Paolo Pirino non esclude la cessione della struttura per 7 milioni
IN VENDITA LA CASA DELLO STUDENTE?
Altro che quattro piani di cultura, come scriveva un cronista dell’Unione sul giornale del 12 novembre 1999. Da quando la Casa dello studente di via Roma è stata aperta, non c’è stato giorno che tutto sia filato liscio. Allagamenti e disguidi di ogni genere che oltre un anno fa hanno decretato la chiusura dell’edificio che un tempo ospitava l’ex Albergo Moderno sono le grane di cui deve farsi carico il presidente dell’Ersu (l’Ente regionale per il diritto allo studio, proprietario dello stabile) Paolo Pirino che non esclude la vendita dello storico palazzo Vivanet: prezzo 7,5 milioni di euro. Un’ipotesi che sta scatenando un dibattito acceso sull’opportunità o meno che quel palazzo nel cuore della città, a due passi dalla stazione e dal municipio, torni a disposizione di turisti e uomini d’affari e che gli studenti siano ospitati in altre strutture, magari in quello che tra pochi mesi sarà l’ex carcere di Buoncammino.
SOLDI BUTTATI Pirino, ingegnere sassarese di 29 anni, è stato chiamato l’11 febbraio con una mossa a sorpresa dall’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci a gestire servizi per 15 mila studenti e a far quadrare i conti di un bilancio da 40 milioni di euro. Scatenando una marea di polemiche, soprattutto da parte del rettore dell’Università Giovanni Melis e degli studenti di UniCa 2.0. «L’importante che non siano attacchi personali. Da studente ho fatto parte del cda, conosco la materia», sentenzia seduto nella poltrona in pelle bianca, abbandonata il 12 gennaio da Daniela Noli per una campagna elettorale dai risultati scarsi. Dall’ufficio al quarto piano con vista su via Sassari e sul corso Vittorio Emanuele, affiancato come un’ombra dal direttore Angela Maria Porcu, presiede un cda privo di quattro componenti su cinque.
La Casa dello studente di via Roma (chiusa nonostante i milioni di euro buttati al vento), gli studenti spalmati in altre strutture (via Trentino, via Monte Santo, via Businco, via Biasi e via Sassari) e spese alle stelle per ospitare i ragazzi nel campus di Sant’Efisio. Soldi pubblici sprecati? «Sì, ma la struttura è molto vecchia. Andavamo avanti con rattoppi, l’emergenza era diventata quotidiana e le opere di riparazione sempre più complicate: il palazzo è un bene tutelato». Qual era la causa dei disservizi? «Le perdite idriche. Le tubature erano malandate e nelle stanze degli studenti non arrivava l’acqua, che in compenso filtrava dai soffitti e finiva nella pizzeria e nel negozio di abbigliamento confinanti». Per l’acquisto sono stati spesi 12 miliardi di lire, uno dei quali a carico degli ex proprietari, la famiglia Cannas per mettere a norma gli impianti. Evidentemente i lavori non sono stati effettuati. «Non posso rispondere. Il palazzo è stato acquistato nel novembre 1997 e aperto esattamente due anni dopo. Certo è che l’impianto idrico non è stato riadattato, altrimenti non sarebbe in queste condizioni. Probabilmente la sua classificazione a bene storico non ha consentito di effettuare gli interventi necessari per sostituire e adeguare le tubature». Così, per una causa tutto sommato non insormontabile, 128 studenti meritevoli vivono e studiano in altre strutture. Fin qui niente di male, le curiosità nascono quando vien fuori che 40 ragazzi sono ospiti del college di Sant’Efisio, nel seminario di via Cadello. Quanto versa l’Ersu alla curia per questi ragazzi? «Abbiamo firmato una convenzione valida dal primo ottobre 2013 al 31 luglio di quest’anno, in pratica corrispondiamo 260 euro al mese a persona. A conti fatti 114 mila euro per un’ospitalità da albergo e con i nostri standard abitativi: camera singola, aria condizionata, bagno in camera, wi-fi e spazi. Il paradosso è che addirittura risparmiamo: per ogni ragazzo della casa di via Roma spendiamo 4.131 euro all’anno contro i 2.860 del college della curia, che riesce a risparmiare facendo affidamento ai volontari». Cosa intendete fare per riaprire la Casa di via Roma? «Abbiamo già firmato il contratto per la messa a norma degli impianti. I lavori dovrebbero iniziare entro questo mese. La struttura sarà disponibile prima dell’inizio del prossimo anno accademico».
VENDERE NON È UN’ERESIA Che palazzo Vivanet non sia l’ottimale per ospitare studenti è chiaro a tutti. «Non c’è ottimizzazione degli spazi», afferma Pirino. «Il costo medio di ogni posto-letto è troppo elevato al punto che è più conveniente esternalizzarlo». Vendere via Roma? «L’alienazione non è un’eresia. I 2.287 metri quadri di quella palazzina neogotica a quattro piani nel 2008 sono stati valutati dal professor Giampaolo Marchi 7,545 milioni di euro».
Chissà cosa ne pensa l’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino?
Andrea Artizzu




 
3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 24 - Edizione CA)
Cagliari, da domani la mostra L’Isola delle torri 
LA STORIA ALLO SPECCHIO  Reperti da tutto il mondo alla Cittadella dei Musei per i cent’anni dalla nascita di Lilliu
Sono tantissimi e molti arrivano da oltremare, qualcuno dopo aver preso una strada sbagliata e pericolosa. Alcuni li conosciamo da tempo, altri sono addirittura famosi, altri ancora non si erano mai visti. Da domani saranno tutti a Cagliari per festeggiare i cento anni dalla nascita del loro più celebre conoscitore.
Verrebbe da parlare di una rimpatriata più che di una mostra per i reperti che in queste ore finiscono di comporre l’allestimento di “L’Isola delle torri - Giovanni Lilliu e la Sardegna nuragica”. È un grande appuntamento con la storia sarda remota che apre al pubblico domani alle 18 alla Torre di San Pancrazio, a un secolo da quando, a Barumini, venne al mondo il nostro più grande archeologo, unico sardo a sedere in quell’accademia dei Lincei che ieri mattina a Roma ne ha onorato la memoria con un convegno a Palazzo Corsini.
Nello stesso momento a Cagliari, nella Cittadella dei Musei, veniva presentata la mostra: sarà possibile visitarla fino a fine settembre, poi da novembre prossimo a marzo 2015 verrà allestita a Roma, al museo Pigorini: «Sarà un evento nazionale - spiegava ieri Maria Assunta Lorrai, direttore regionale per i Beni culturali - a trent’anni dall’ultima mostra nuragica: abbiamo sempre evitato quelle che colloquialmente chiamiamo mostriciattole e ora siamo felici di questa iniziativa». Felice della mostra - a tratti euforico nell’illustrarla - anche il soprintendente Marco Minoja, che dopo aver ringraziato «tutti coloro che hanno collaborato con entusiasmo, senza guardare agli orari e ai cartellini da timbrare» e in particolare le curatrici Luisanna Usai e Gianfranca Salis, ha sottolineato alcuni aspetti fuori dal comune di “L’Isola delle torri”. Intanto il gran numero di reperti - «Migliaia: quando finiremo di scrivere le didascalie saremo piuttosto stanchi» - e il fatto che in parte si tratta di opere trafugate dai tombaroli e in seguito recuperate dalle forze dell’ordine, in particolare alcuni bronzetti ritrovati a Torino e a Karlsruhe. In altri casi si tratta di prestiti da musei della Penisola, altri ancora sono reperti che escono per la prima volta dalla penombra dei depositi. Tutti, coralmente, raccontano una Sardegna dai molti contatti con Etruria, Campania, Penisola Iberica, e parlano di un’Età del Ferro «estremamente vivace, ben lontana dall’immagine declinante che in alcuni casi se ne dà».
E se ministero e università garantiscono per lo spessore scientifico e il valore divulgativo della mostra, il Comune ne apprezza (anche) il risvolto politico: l’assessore alla Cultura Enrica Puggioni ieri inquadrava “L’Isola delle torri” come tappa di prestigio sulla strada che può portare Cagliari (« e la Sardegna») a diventare Capitale europea per la cultura nel 2019. D’altra parte proprio la Cittadella dei Musei che ieri ospitava la presentazione della mostra è stata teatro di una collaborazione agile e intensa fra Soprintendenza e Comune per un sistema integrato dei beni culturali del territorio.
Al tavolo degli organizzatori ci sarebbe stato spazio anche per la Regione: finora non è arrivata risposta, «ma la mostra dura un anno». Intanto domani si parte, nel nome «dello studioso che ha dato ai sardi gli strumenti per interpretare la propria storia come una vicenda di relazioni e scambi con altri popoli: in questi giorni è stato emozionante veder tornare a casa tanti manufatti sardi arrivati tanto tempo fa sulla Penisola, o realizzati in loco attraverso tecniche e saperi trasmessi dai nostri progenitori».
Celestino Tabasso
 



 
4 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 60 - Edizione CA)
IMPRENDITORI  Nuove idee a Sassari
Sarà presentata questa mattina a Sassari, alle 10,30 nella sede dell’Incubatore universitario di via Rockefeller, la VII edizione della Start Cup Sardegna 2014, la competizione che premia le migliori idee d’impresa innovative. Manifestazione molto sentita dai nuovi e giovani imprenditori: proprio Sassari, quest’anno, ospiterà anche la XII edizione del premio nazionale per l’innovazione che vedrà coinvolti oltre 40 atenei italiani, il Cnr e l’Enea. (a. br.)




 
5 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 46 - Edizione CA)
SAN SPERATE. Fino a venerdì prossimo “Dislocations 2014”
Da tutta Europa al Museo del crudo

Austria, Russia, Macedonia, Francia, Germania, Estonia, Lituania. Un mondo d’arte si incontra a San Sperate. Artisti provenienti da diverse nazioni da ieri fino a venerdì prossimo daranno vita ad un laboratorio mettendo a confronto le proprie capacità ed esperienze. “Dislocations 2014” è il nome del laboratorio culturale ospitato dall’associazione culturale Noarte Paese Museo.
Gli incontri sono previsti nel Museo del Crudo dove verranno messi in mostra i progetti realizzati. Sono coinvolte università e associazioni culturali come l’accademia d’arte di Vilnius (Lettonia), l’associazione Lithuanian Interdisciplinary Artists’ Association (Lituania), Gigacircus Media Art Group (Francia), Top e.V. (Germania), Allenheads Contemporary Art (Gran Bretagna), Ptarmigan Tallinn (Estonia).
L’incontro culturale è stato finanziato dalla commissione europea per la Cultura e dalla Nordic Culture Point.
Il laboratorio è prodotto e organizzato da Noarte in collaborazione con Paidia Institute (Colonia, Germania). Il calendario degli incontri pubblici tutti al Museo del Crudo in via Roma 15, prevede due appuntamenti sabato alle 10 e alle 16 con un laboratorio teorico. Giovedì 20 alle 18 e venerdì 21, sempre alla stessa ora, la presentazione dei risultati.
Maura Pibiri


LA NUOVA SARDEGNA 
 
6 - La Nuova Sardegna / Fatto del giorno – pagg. 2/3
REGIONE » LA NUOVA GIUNTA
Presentata la squadra: Sassari protagonista con 4 esponenti
PIGLIARU: PARTIAMO DA PPR ED ENTRATE
«Vogliamo arrivare al livello delle migliori regioni italiane»
di Umberto Aime
CAGLIARI Non c’è più un uomo solo al comando. Francesco Pigliaru ha la squadra. I dodici assessori ci sono: il primo raduno è questa mattina, in viale Trento. Attorno al tavolo ovale, nella sala grande del primo piano, prenderanno posto Raffaele Paci, programmazione e bilancio, Donatella Spano, ambiente, e Luigi Arru, sanità, nominati dal presidente. Poi Cristiano Erriu, urbanistica ed enti locali, Gianmario Demuro agli affari generali, Massimo Deiana ai trasporti e Virginia Mura al lavoro che è il quartetto scelto dal Pd. Infine quelli scelti dagli altri partiti della coalizione: Paolo Maninchedda (Partito dei sardi, lavori pubblici), Elisabetta Falchi (Rossomori, agricoltura), Claudia Firino (Sel, cultura e istruzione), Francesco Morandi (Cristiano democratici, turismo) e Maria Grazia Piras (Sardegna vera, industria). È questo l’elenco della giunta numero uno (resterà la stessa sino al 2019?) del governatore che ha trionfato alle elezioni del 16 febbraio e dopo cinque anni di opposizione riportato al governo il centrosinistra.
Il primo giorno. Nella prima conferenza stampa da presidente, Pigliaru non ha presentato solo i dodici assessori, ma è andato oltre. Nei fatti, ha messo sul tavolo il brogliaccio di quella che sarà «l’azione tambureggiante di una Regione che, con i fatti, vuole restituire fiducia a tutti i sardi e soprattutto offrire una speranza ai giovani, ai disoccupati e ai più deboli ». Lo ha detto tutto d’un fiato, senza fare neanche una pausa: «Vogliamo diventare un’eccellenza e raggiungere per qualità istituzionale l’alto livello delle migliori regioni italiane». Le tappe di questa rivoluzione saranno «messe in chiaro» nel programma di governo, che non sarà l’insieme di chissà quali effetti speciali: «Faremo con determinazione quello che abbia detto in campagna elettorale: istruzione, lavoro e semplificazione sono le nostre priorità ». Per rispettare i tempi, Pigliaru dovrà prendere certo in prestito il motto di Renzi e mutuarlo per la causa sarda: una scossa ogni trenta giorni. Solo così può davvero «cominciare il domani». Le emergenze. Pigliaru ha detto: «Quelle che ho provato nel giorno dell’insediamento sono state emozioni forte e lo rimarranno per sempre». Ma si sa: il governatore non ama parlare di sé e così ha aperto subito l’agenda dei lavori: «Sappiamo tutti che ci sono molte emergenze e che per affrontarle da parte nostra ci vorrà tanta velocità, ma non siamo qui per caso. Le affronteremo una a una, senza perdere un minuto. Ma in quello stesso attimo dobbiamo essere anche capaci di pensare al futuro e dunque progettare per risollevare la Sardegna e restituirle un futuro». Gli assessori. È soddisfatto, molto soddisfatto dei dodici, che fra l’altro dovranno dimettersi «immediatamente» da tutti gli altri incarichi. Qualche numero: sette uomini, cinque donne, sei professori universitari su dodici, quattro i sassaresi, compreso il governatore, cinque cagliaritani, due nuoresi e uno a testa fra Oristano e Gallura. «Lavorerò – ha detto – con persone capaci e competenti che possono prendere subito in mano le emergenze e poi puntare alle prospettive. Lavoreremo di squadra e devo ringraziare la coalizione per lo sforzo di sintesi che ha fatto: possiamo davvero cominciare ». Nessuna paura neanche per il fatto che molti degli assessori sono degli esordienti in politica: «Affrontare le emergenze, ci farà crescere in fretta. Poi cresceremo anche attraverso il dialogo col Consiglio, con la maggioranza e l’opposizione, che ci darà grattacapi ma credo che potremo anche collaborare sui grandi temi».
Piano paesaggistico. Interventi a spron battuto a parte, Pigliaru ha confermato che nelle prime pagine dell’agenda c’è anche il Pps lasciatogli in eredità dal centrodestra: «Dobbiamo metterci subito mano. Soprattutto perché l’ultima parte del Piano, come sappiamo, è stato adottato dalla giunta Cappellacci in modo illegittimo e dunque dopo l’impugnazione del governo serve un rimedio in tempi stretti per non lasciare i Comuni e gli investitori nella confusione ».A questo punto alla revisione Cappellacci seguirà la controrevisione Pigliaru: «È indispensabile perché nella maggioranza di centrosinistra c’è una posizione condivisa, questa: il paesaggio è un valore aggiunto in sé e solo se garantiamo il massimo della tutela, possiamo avere la certezza di consideralo un volano fondamentale e decisivo per lo sviluppo». Sembra chiaro che dopo quest’annuncio operazioni come il Piano casa e la legge sul golf, care al centrodestra, sono senza futuro. Sotto i riflettori finirà il piano del Qatar in Costa Smeralda: «Il dossier sarà analizzato con molta attenzione», come «tutti gli investimenti che riguardano l’ambiente ma senza preconcetti» Patto di stabilità. Se la Sardegna vuole avere un futuro, ha detto ancora il governatore, deve poter investire le risorse che ha invece «ora prigioniere dei vincoli imposti dal Patto di stabilità. Sarà proprio questo spezzare le catene contabili uno dei primi confronti che la Regione aprirà col governo. «Lo faremo senza la demagogia del passato ma con lealtà istituzionale. Prima di tutto affronteremo i problemi sul piano tecnico, è in quella sede che dobbiamo riuscire a smussare gli angoli, e poi se sarà necessario sul fronte politico. Questa è stata la strategia che abbiamo seguito nella prima e vincete Vertenza entrate». L’obiettivo è poter investire oltre la spesa corrente che di fatto si mangia 2,5 miliardi del vincolo, «una volta superato lo scoglio, però, dobbiamo essere noi a spendere meglio e per questo dovremo tener conto della Finanziaria ereditata e su cui vogliamo intervenire». Jobs act. Non poteva mancare il riferimento alla creatura di Renzi. «La sintonia col governo è buona, anche Roma punta sull’istruzione e sull’edilizia scolastica, ma mi aspetto molto dal jobs act: darà una scossa al mercato del lavoro». Proprio una delle tante che servono alla Sardegna.
 
 
 
 
 

7 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Fatto del giorno / Pagina 3
REGIONE – GLI ASSESSORI
A Olbia è preside del corso per manager delle vacanze.
Con il governatore feeling tra economisti
MORANDI, IL DOTTORE DEL TURISMO
di Luca Rojch
SASSARI
Nelle sue mani l’unica fabbrica rimasta aperta nell’isola. Il turismo. A curare la più produttiva delle industrie della Sardegna sarà il professore dei manager. La nomina di Francesco Morandi come assessore al Turismo può sorprende solo chi non conosce il vulcanico docente di economia del turismo. Non solo un teorico accademico, ma un vero organizzatore di rivoluzioni culturali. La facoltà di Economia e mangement del turismo di Olbia è nata da una sua geniale intuizione dieci anni fa. Una scommessa per trasformare il talento naif dell’isola nel fare accoglienza in una vera scuola di alta formazione del turismo. Morandi con coraggio ha creato un corso in una città in cui l’università non aveva mai messo radici. È nato forse l’unico polo della formazione che in questi anni è cresciuto e ha sfornato laureati che subito hanno trovato un posto di lavoro. Una fabbrica di successi.
Gallurese d’adozione. Morandi da sempre fa professione di modestia. 49 anni, è nato a Modena, ma dal 2000 vive in modo stabile nell’isola. Risiede a Sassari, è sposato con una sassarese, e ha una figlia. Ma lui si sente in parte gallurese. «Nella mia carta di identità c’è scritto – dice Morandi – residente a Palau. E non è un caso. Io alla Gallura mi sento molto legato». E in molti parlano della sua scelta anche come una sorta di compensazione alla Gallura rappresentata in Regione da solo due consiglieri.
Assessore al fotofinish. La sua nomina arriva al fotofinish. Il nome è uscito solo negli ultimi giorni, ma da 48 ore era certo che avrebbe fatto l’assessore. Lui attende le 18, la fine della conferenza stampa di Pigliaru, prima di dare conferma della sua nomina. Fa parte del suo carattere. Morandi non ama la vetrina, rilascia dichiarazioni solo quasi costretto da un senso di educazione. «Vorrei prima parlare con il presidente e gli altri assessori – afferma con cortesia –. Posso solo dire che sono molto felice e non mi aspettavo la nomina».
La sfida. Morandi sa che lo attende un compito difficile. Deve riuscire a far girare l’unica industria che sembra avere una prospettiva in Sardegna. Ma il caro trasporti e un sistema di accoglienza che mostra più di una crepa diventano un ostacolo alla ripresa del settore. «Sarà un compito duro» si limita a dire Morandi che per ora non vuole entrare negli aspetti più tecnici. Una questione di etichetta e di cortesia istituzionale verso il resto della giunta.
Amicizia antica. Tra Morandi e Pigliaru c’è un feeling antico. I due si conoscono da oltre 10 anni. «È scontato – dice Morandi –, io sono docente di Economia, lui è uno dei più grandi economisti dell’isola. Era normale che ci incontrassimo». Il curriculum. Morandi dalla sua ha un curriculum di altissimo profilo. È professore ordinario di diritto del turismo e di diritto della navigazione e dei trasporti, della facoltà di Economia dell’Università di Sassari. È anche preside del corso di laurea in Economia e management del turismo del polo universitario di Olbia. È prorettore delegato per l’innovazione dell’università di Sassari. È stato preside della facoltà di Economia. È membro del comitato direttivo di master universitari in materia di diritto della navigazione marittima e aerea e di diritto dei trasporti e della logistica.
 
Il docente presentò l’esposto contro la nomina alla Port Authority
DEIANA, IL “NEMICO” DI MASSIDDA
SASSARI Dalla cattedra di diritto della Navigazione all’assessorato ai Trasporti. Consulente scientifico dell’Enac, è considerato uno dei massimi esperti in materia di continuità territoriale. Di Massimo Deiana, 52 anni, avvocato e docente universitario, negli ultimi mesi si è parlato tanto anche per un’altra ragione: era stato lui, con il ricorso presentato in Procura nel dicembre 2013, ad avviare l’iter giudiziario che ha portato all’annullamento della nomina di Piergiorgio Massidda come commissario dell’Autorità portuale di Cagliari. Deiana, il cui nome faceva parte della triade indicata al ministero, contestò la decisione del ministro delle Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi, che nominò Massidda commissario dopo che il Consiglio di Stato l’aveva dichiarato decaduto dalla presidenza perché, dissero i giudici, l’ex senatore Pdl non aveva i requisiti per ricoprire quel ruolo. Il neo assessore vanta un curriculum lunghissimo. Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a Cagliari con una tesi sul diritto della navigazione, ha perfezionato gli studi prima a Parma e successivamente a Londra, New York e Miami. Ricercatore universitario dal 1990 al 1998, dal 2006 al 2012 è stato preside di Giurisprudenza a Cagliari. Dove è molto conosciuto anche per un altro motivo. Nel 1990 costituirono un caso letterario due volumetti della Eus intitolati «Phraseologia Kalaritana» e redatti da tre neolaureati in Giurisprudenza che si celarono dietro lo pseudonimo di Malvio De’ Cupin: erano Silvio Pinna, Massimo Cugusi e il neo assessore Massimo Deiana. (si. sa.)
 
Il collega e cofondatore del Crenos è stato indicato dal presidente
PACI, IL BRACCIO DESTRO DI PIGLIARU
SASSARI È il primo nome venuto fuori dal cilindro del toto-giunta. Ed è anche l’unico sul quale non ci sono mai stati dubbi: nella quotidiana classifica del “chi sale e chi scende” la nomina di Raffaele Paci non è mai stata messa in dubbio. Perché il presidente della Regione Francesco Pigliaru è stato chiaro dall’inizio: il collega e amico, colui con il quale ha fondato il Crenos (Centro studi economici Nord Sud), doveva essere il suo braccio destro nella squadra di governo. E così è stato: Paci gestirà il fondamentale assessorato della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Nato a Sassari, Paci ha da sempre vissuto a Cagliari. Ha 58 anni, è laureato in Scienze politiche. Subito dopo la laurea, il neo assessore ha svolto gli studi di specializzazione in Economia in Inghilterra, presso la University of Essex. Successivamente, nel 1996-97, è stato Fulbright visiting scholar presso la Northeastern University di Boston. Raffaele Paci dal 2001 è professore ordinario di Economia applicata alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari. Della facoltà è stato preside, dal 2002 al 2008. Nello stesso anno ha lasciato la direzione del Crenos, ente che guidava da dieci anni. Vanta oltre cento pubblicazioni, dedicate ai temi dell’economia, dell’innovazione tecnologica e del ruolo rivestito dai fattori immateriali (per esempio la creatività) nei processi di sviluppo. Nell’isola ha lavorato molto anche fuori dall’Università: tra i vari incarichi, nel 2005-2006 è stato coordinatore del piano regionale di turismo sostenibile. (si. sa.)
 
 
 
 
 

8 - La Nuova Sardegna / prima pagina
UNA SARDEGNA DI QUALITÀ, STOP A SQUILIBRI TERRITORIALI
UNA SARDEGNA PIÙ COESA E DI QUALITÀ
di ATTILIO MASTINO
La presentazione ufficiale della nuova Giunta Regionale da parte del Presidente Pigliaru ad oltre un mese dalle elezioni segna finalmente una svolta positiva: già scorrendo i nomi, si deve riconoscere che si è fatto un notevole passo in avanti nella rappresentanza dei territori e non è stato tradito un impegno, quello di scegliere gli assessori sulla base delle competenze. Possiamo iniziare da qui per riconciliare con la politica i Sardi che non sono andati a votare. Specialmente il Nord Sardegna è ben rappresentato in Consiglio (con 15 consiglieri) e in Giunta, con gli assessori Francesco Morandi, Donatella Spano, Claudia Firino e Maria Grazia Piras. I primi due lasciano l’incarico di Prorettori dell’Università di Sassari, dove hanno lavorato con un grandissimo impegno per l’innovazione regolamentare e per la ricerca, contribuendo in modo deciso a modernizzare il nostro ateneo. Sono felice di questo riconoscimento e oggi stesso procederemo alla nomina di due nuovi prorettori fino alla scadenza naturale del 30 ottobre. Credo che il nuovo esecutivo regionale lavorerà con impegno e passione per recuperare ritardi storici che toccano tanti aspetti decisivi per il futuro della nostra isola, che vanno dal lavoro alle pari opportunità, dal patrimonio identitario alla tutela della salute.
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segue dalla prima
LA GIUNTA PIGLIARU
È UNA SVOLTA IMPORTANTE:
garantita la competenza e ora vanno recuperati ritardi storici che hanno zavorrato l’isola
Attilio Mastino
rettore dell’Università di Sassari
Dalle produzioni agroalimentari alle politiche dei parchi e della difesa dell’ambiente, dai lavori pubblici all’industria, al turismo. A me sembra che oggi però che il tema fondamentale sia quello dell’attuale gravissimo squilibrio territoriale della Sardegna, che sarà aggravato con la scomparsa delle province e l’attribuzione ad una Regione sempre più burocratizzata di migliaia di compiti che dovrebbero essere progressivamente delegati ai comuni. Occorre invertire la tendenza inarrestabile che porta allo spopolamento delle zone interne, alla concentrazione dei servizi e in particolare dei servizi sanitari in poche aree della Sardegna, alla collocazione irrazionale degli investimenti, delle infrastrutture, delle scuole. Chiedersi chi pagherà per l’inquinamento industriale di Porto Torres o del Sulcis. Sul piano dei trasporti, constatiamo che a Nord di Macomer la strada statale Carlo Felice, sulla quale si sono sperperate per decenni ingentissime risorse, è in condizioni pietose. Ciò vale anche per la rete ferroviaria, rimasta a livello ottocentesco e anche per i difficili collegamenti automobilistici, che spesso determinano l’allontanamento delle famiglie più giovani dai paesi non serviti da trasporto pubblico. Si parla tanto (e improduttivamente) di continuità territoriale con riferimento a navi e aerei in attesa di licenze europee, ma la Regione potrebbe intanto esercitare le sue competenze dirette, come ad esempio nell’assicurare adeguati collegamenti interni. Anche in campo sanitario la Regione può esercitare pienamente le proprie competenze, estendendo i controlli, evitando che sia squilibrata la ripartizione delle risorse, dei posti letto, delle unità di personale e delle tecnologie delle Asl e delle Aziende Ospedaliere Universitarie. Occorre finalmente combattere sprechi e diseconomie ed è insopportabile che si sia intervenuti frettolosamente a risanare deficit aziendali ingiustificati, senza chieder conto ai responsabili e spesso scaricando sulle Università i costi del Servizio Sanitario. Credo che la Giunta Pigliaru debba innanzi tutto pensare ai giovani, combattere la disoccupazione giovanile, l’emigrazione, lo smantellamento del sistema industriale. Ci sono oltre 6000 giovani sardi che ogni anno si laureano, ma pochissimi trovano occupazione. E’ ora di raccogliere i curricula, di proporre soluzioni, di impiegare i professionisti, premiando i migliori. Chiedersi le ragioni dell’incapacità di attrarre imprese, anche se abbiamo il capitale umano e gli spazi fisici per ospitarle. Rinnovo l’augurio a Francesco Pigliaru e a tutti gli Assessori di saper ascoltare, di riuscire a suscitare passioni profonde, di raccogliere idee nuove, proposte non convenzionali, disponibilità non interessate, generosità vere. Di uscire dal Palazzo e di vivere tra la gente. Di non temere il confronto con i disoccupati, i cassintegrati, i lavoratori in difficoltà, i pastori, gli operai. Guardiamo verso una Sardegna di qualità, più identitaria e insieme più internazionale. Legarsi alle associazioni, ai gruppi di impegno politico, al mondo del volontariato e dello sport, ai sindacati, agli insegnanti. Di fronte ai giganteschi problemi che abbiamo, la Sardegna deve osare di più, può porsi obiettivi più alti, non deve balbettare ma parlare forte e chiaro, partendo dalla sua identità culturale e civile e dalla sua ricchezza ambientale, declinata nel senso della biodiversità. La cultura, l’apertura internazionale, la ricerca devono imporsi nei programmi della Giunta. Dobbiamo fare appello al. senso della responsabilità e richiamare le giovani generazioni per sviluppare generosità, altruismo, impegno personale, indicando la strada del dialogo e del confronto.

 
 

9 - La Nuova Sardegna / Lettere e commenti – Pagina 17
PAROLA AI LETTORI. RISPONDE MANLIO BRIGAGLIA
Scuola e università, basta con le scorciatoie
Demetrio Agus, Tonara
Mi meraviglia la rapidità con cui la stampa ha abbandonato il discorso sulla stravagante proposta di accorciare la scuola media superiore portandola da cinque a quattro anni. Risultato: avere, nei casi migliori, dei laureati un anno più giovani di quelli di adesso, che sono in media fra quelli che in Europa e nel mondo impiegano più tempo per arrivare alla laurea. A questo fine rispondeva anche l’invenzione della laurea triennale, a cui andrebbe aggiunto anche l’anno che si guadagna facendo andare i bambini a scuola a cinque anni. Dunque, in tutto tre anni di risparmio che ci dovrebbero assicurare leve annuali di laureati in media di 20 anni (5 prescolastici, 5 di elementari. 3 di scuola media, 4 di superiori, 3 di triennale). A parte il guadagno dello Stato che risparmierebbe i soldi di tre anni scolastici ( i ragazzi che frequentano le scuole medie superiori sono circa 2 milioni e 700 mila) non si calcola di quanto diminuirebbe il sapere generale dei nuovi laureati, in un paese dove già la preparazione risulta, in base ai dati delle istituzioni scolastiche europee, una delle più scadenti del continente? (Leggevo proprio oggi che il Regno Unito si prepara a importare 60 professori cinesi nel tentativo di migliorare le conoscenze matematiche degli studenti inglesi: nella graduatoria mondiale noi siano, peraltro, davanti a diversi paesi europei, ma al 32.mo posto!).
 
D’accordissimo. Quello che dobbiamo fare non è solo di fare stare di più a scuola i nostri ragazzi, ma soprattutto prepararli di più. Il che si ottiene soltanto con un buon insegnamento distribuito sull’arco di tempo necessario e non, come è stato fatto per l’Università, alleggerendo vergognosamente il carico di roba da studiare. Quando ero ragazzo si usciva già dalle elementari con un fondamentale patrimonio di conoscenze. Oggi ogni professore universitario cita incredibili castronerie dei suoi allievi, di cui colpisce soprattutto l’assoluta mancanza di conoscenze sui fatti e i problemi totalmente contemporanei, cioè su tutta la realtà in cui vivono (si fa per dire). Che fare? Non ho risposte: né posso essere io a bandire la crociata contro tutti gli aggeggi e i giochini elettronici con cui questi poveri figli si drogano il cervello.
 
 
 
 

10 - La Nuova Sardegna / Sassari – Pagina 21
CAMPUS, OGGI L’INCONTRO TRA ERSU, UNIVERSITÀ E COMUNE
SASSARI La pratica del campus universitario da costruire nelle ex semolerie Azzena divide ancora il Consiglio comunale. Oggi Comune, Ersu e Università si incontreranno per decidere dove realizzare le nuove residenze per gli studenti e non perdere i 40 milioni di finanziamenti che devono essere impegnati entro giugno. Martedì il Consiglio comunale avrebbe dovuto discutere sulla possibilità di votare in aula la variante urbanistica richiesta dalla Cator. Dopo un’infuocata riunione dei capigruppo, la discussione, anche su richiesta del vicesindaco e assessore all’Urbanistica, Gavino Zirattu, è stata sospesa e rinviata a martedì, «per rispetto dell’Ersu che ha convocato una riunione a riguardo», ha spiegato Zirattu. Il giorno dopo, mercoledì, nel corso di una seduta della Giunta, l’Esecutivo ha ribadito che Palazzo Ducale manterrà la linea del no alla costruzione del nuovo campus nell’area dell’ex semolerie, in via Predda Niedda. Al vertice con Ersu e Università la Giunta confermerà la posizione negativa del Consiglio comunale, già espressa con una mozione presentata da Sel e approvata nel settembre 2013 dall’assemblea municipale. D’altronde anche il Cda dell’Ersu ha di fatto archiviato il progetto dicendo no a fine gennaio a un’ulteriore proroga del contratto preliminare per la costruzione del campus siglato con la Cator. L’accordo stipulato prevedeva l’acquisto dell’area e la costruzione del campus solo nel caso in cui il Comune avesse approvato la richiesta di variante urbanistica necessaria. Una richiesta che fra mille polemiche e con tempi biblici, non è mai arrivata né in Commissione urbanistica, né tantomeno in Consiglio comunale. Ora una parte trasversale di consiglieri chiede che la pratica sia portata in aula e discussa «fra non realizzare nulla rischiando di perdere i finanziamenti che darebbero ossigeno all’economia della città, e costruire il campus negli ex mulini Azzena, io dico che sarebbe meglio dire sì al progetto», dice PierPaolo Panu. «Sono richieste speculative, che non hanno alcun senso», replica Simone Campus, «il Consiglio si è già espresso e portare avanti una richiesta di variante urbanistica non è un atto dovuto, è una scelta politica. Inoltre il dialogo con questo presidente dell’Ersu è insensato. Lui e il direttore dell’Ersu devono essere cacciati da Pigliaru». (v.g.)


 
 

11 - La Nuova Sardegna / Sassari / Pagina 22
Oggi all’Unistem Day si fa il punto su ricerca e aspetti etici
STAMINALI, SCIENZIATI A CONFRONTO
SASSARI Anche l’Università sassarese partecipa oggi alla VI edizione dell’Unistem Day 2014. All’evento divulgativo destinato alle scuole superiori sono coinvolte 36 Università italiane e 9 atenei europei, tra cui le new entry "Karolinska Institutet" di Stoccolma (Solna), in Svezia, e l’Università Nazionale di Irlanda di Galway. Anche quest’anno la giornata, organizzata dal Rettorato e dal Dipartimento di Scienze Biomediche, tratterà l’attualissimo tema dello stato della ricerca sulle cellule staminali, le applicazioni terapeutiche e gli aspetti etici e legali connessi. All’evento parteciperà anche la squadra di basket cittadina Dinamo Banco di Sardegna. L’appuntamento è alle ore 9 nell’aula magna del complesso didattico di via Vienna 2. Introdurranno i lavori il rettore Attilio Mastino, e la Presidente della Provincia, Alessandra Giudici. Alle 9.30 prenderà il via il collegamento in streaming tra le Università che condividono l’evento. In apertura è prevista la proiezione di un filmato di benvenuto, cui seguiranno interventi di docenti dell’ateneo e ospiti da altre sedi. A Margherita Maioli e Claudio Fozza del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari verrà affidato il compito di tagliare il nastro di partenza e di fornire un quadro generale con una "Introduzione alle cellule staminali"; Eugenia Tognotti, docente del Dipartimento di Scienze Biomediche, terrà una relazione dal titolo “Dal siero Di Bella al metodo Stamina. Le cure miracolose alla prova della realtà scientifica”. Salvatore Rinaldi dell’Istituto di Ricerca e Formazione di Firenze chiarirà alcuni nodi cruciali sull’utilizzo delle staminali, con un contributo intitolato “Terapia con cellule staminali, leggende metropolitane, realtà scientifiche e reali prospettive”. La sessione proseguirà con l’intervento di Andrea Manunta, del Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Microchirurgiche e Mediche sulle “Cellule staminali nella traumatologia sportiva”. Intorno alle 12.00 è previsto l’intervento della Dinamo Banco di Sardegna, fresca vincitrice della Coppa Italia di basket. A seguire, Elena Mazzeo del Dipartimento di Scienze Biomediche con “Considerazioni etiche e giuridiche sull’impiego delle cellule staminali”.
 
 
 
 

12 - La Nuova Sardegna / Cultura – Pagina 36
Cagliari, sabato si apre “L’isola delle Torri”
CIVILTÀ NURAGICA UNA MOSTRA NEL SEGNO DI LILLIU
Esposti migliaia di reperti, molti gli inediti
di Walter Porcedda
CAGLIARI Un futuro museo da dedicare all’archeologia nuragica. Soprattutto dopo che gli ultimi ritrovamenti hanno evidenziato come quella cultura non fosse certo minoritaria all’interno del bacino del Mediterraneo, al contrario espressione di un popolo al centro di importanti scambi dalla Spagna all’Italia. Da qui è auspicabile una presa di coscienza che faccia cambiare il passo, per primo agli amministratori pubblici, con l’obiettivo di trasformare i nostri enormi giacimenti culturali in occasione di crescita e sviluppo. Necessario perciò lasciare da parte i campanilismi per mettersi in rete allo scopo di sviluppare il turismo e il lavoro. Più che un libro dei sogni è sembrata una esortazione lanciata all’unisono ieri mattina dalla direttrice regionale per i beni culturali Maria Assunta Lorrai e il Soprintendente per i Beni archeologici di Cagliari e Oristano Marco Minoja. E quale migliore occasione se non quella della presentazione della esposizione che si inaugura sabato sera nei locali della torre di San Pancrazio che viene dedicata al ricordo del “Sardus Pater”, l’archeologo Giovanni Lilliu di cui proprio ieri cadeva il centenario della sua nascita. “L’isola delle torri, Giovanni Lilliu e la Sardegna nuragica” è d’altra parte un ghiotto evento culturale che se da una parte fa il punto sugli ultimi trenta anni di ricerche è, allo stesso tempo, un’opportunità mediatica eccezionale perchè con il suo spostamento, a novembre, nel museo Pigorini di Roma riporterà al centro dell’attenzione nazionale e internazionale l’Isola dei Nuraghi, con non trascurabili ricadute sul piano dell’immagine e della promozione turistica. Anche perchè «In Italia si conosce molto poco di questa affascinante storia – ha ricordato Lorrai – e per ricordare un evento simile occorre tornare indietro al 1985 quando a Milano venne allestita una mostra ad hoc». Collezione curata da Gianfranca Salis e Luisanna Usai che raccoglie migliaia di reperti, molti di cui inediti, parte di questi provenienti da un grosso sequestro di opere a Torino e un altro in Germania a Karlruhe, ha ricordato Minoja. «Doveva essere un evento – ha raccontato il Soprintendente – all’altezza di quello che Lilliu ha dato alla Sardegna. Cioè un sistema di interpretazione della sua storia. Una chiave di lettura a monumenti che prima di lui erano avvolti da un’aura di mistero e mitologia. Lui invece li ha inseriti in un contesto storico continentale, mediterraneo ed europeo. Con relazioni che vanno alle culture dell’età del bronzo fino a quelle successive del primo millennio. La mostra ha richiesto sforzi grossi nella raccolta di materiali. Ma finalmente possiamo narrare un percorso originale attraverso, l’acqua, il metallo e la pietra, elementi che caratterizzano fortemente la civiltà nuragica. Un percorso che vuole legare la mostra stessa alla Sardegna, terra che si caratterizza per una conservazione stupefacente del paesaggio archeologico in un modo che non esiste in alcuna parte al mondo. Un territorio vasto di cui una buona fetta si conserva in modo integro e originale. Non esiste un posto così dove si può passeggiare tra documenti dell’età del bronzo, medio etc... ». A questo scopo è nata l’idea di uno scambio tra esposizione e siti archeologici. Chi acquisterà il biglietto per visitare l’esposizione potrà avere infatti uno sconto per visitare i siti e viceversa. L’obiettivo è quello di dare stimoli per scoprire. Si sfaterà anche un mito. Quello che la cultura dell’età del ferro nell’Isola fosse decadente. «La ricerca va sempre avanti. Qui – continua Minoja – si esporranno oggetti rinvenuti negli ultimi trenta anni, e in questo si darà qualche tassello in più per conoscere meglio la civiltà nuragica. Iniziando dal racconto di una civiltà del ferro estremamente vivace e attiva. Un’età che prima veniva raccontata come momento declinante e che invece mostra una vitalità impressionante grazie ai reperti di mezza Europa. Materialli metallici che provengono dai commerci con gli etruschi, il mondo campano... Commerci anche di raggio lunghissimo che collegano regioni metallifere spagnole e ritornano nella penisola italiana passando per la Sardegna, uno snodo di fertile attività. Ed è una autentica novità che dimostra come questa fosse una terra capace di confrontarsi con il mondo d’allora».
 
IL SARDUS PATER
Una vita dedicata alla Sardegna
Giovanni Lilliu muore a Cagliari il 19 febbraio 2012 all’età di 97 anni, accompagnato dall’affetto e dalla riconoscenza di tutta la Sardegna. Archeologo di fama internazionale, è conosciuto soprattutto per aver riportato alla luce la reggia nuragica Su Nuraxi nel suo paese natale, dichiarata nel 1997 patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO. Negli anni ’70 ha fondato, e per venti anni diretto, la "Scuola di specializzazione in Studi Sardi" dell’Università di Cagliari, ricoprendovi il ruolo di Professore ordinario di Paletnologia con l’insegnamento di Antichità sarde. Si considerava, insieme con Ernesto de Martino e Alberto Mario Cirese, uno dei fondatori della Scuola antropologica di Cagliari, sia in quanto ordinario di Paletnologia, sia come fondatore e poi a lungo Presidente dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro, sia soprattutto per i suoi vasti interessi transdisciplinari nello studio della preistoria. È stato membro di numerosi istituti scientifici italiani e stranieri e dal 1990 Accademico dell’Accademia dei Lincei. Nel 2007 ha ricevuto dalla Regione Autonoma della Sardegna l’onorificenza "Sardus Pater".
 
 
 
 
 

13 - La Nuova Sardegna / Cultura e spettacoli – Pagina 37
Presentati i risultati di una ricerca dell’università di Sassari
COMUNI E SOCIAL MEDIA Il web per comunicare con i cittadini sardi
Con Facebook e Twitter più contatti, controllo e giudizi
di Antonio Meloni
SASSARI Non è passato molto tempo dalla stagione, ormai trascorsa, in cui le istituzioni affidavano ai mezzi tradizionali la comunicazione con i cittadini. Che fosse un semplice avviso o una notifica importante, era la posta, con tutti i limiti, il mezzo più usato per far avere notizie. Un sistema unidirezionale che rendeva difficile, oltre che lento, il dialogo fra cittadini e istituzioni. Nell’era della comunicazione 2.0, i Comuni si piegano alle leggi dei social network e la gran parte delle amministrazioni ormai dialoga su Facebook e cinguetta su Twitter. La Sardegna, se pure con atavica diffidenza, non si sottrae a questa sfida se è vero che dei 377 Comuni sardi il 17 per cento ha una presenza ufficiale su Facebook. Emerge da uno studio realizzato dall’Università di Sassari (dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e ingegneria dell’informazione), curato da un gruppo di ricerca coordinato da Eilsabetta Cioni, i cui primi risultati sono stati presentati ieri durante il convegno “Verso una Sardegna social?” nella sala conferenze dell’ex Infermeria di San Pietro. Ma al di là del dato (il panorama è in continua evoluzione) c’è da dire subito che la situazione è ancora caratterizzata da molta confusione. Alessandro Lovari, ricercatore _ autore del volume che presenta i primi risultati dell’indagine condotta sull’esame di un campione di 5.500 post pubblicati nelle pagine dei Comuni sardi nel periodo luglio-dicembre 2013 _ ha evidenziato almeno due elementi su cui occorre riflettere. Intanto la distribuzione disomogenea sul territorio, il Nord Sardegna, infatti, è risultato particolarmente attivo visto che dei 64 Comuni presenti sui social media, attraverso pagine fan e profili, il 38 per cento è localizzato nella Provincia di Sassari. Ma ciò che balza agli occhi è soprattutto la carenza di figure professionali specializzate incaricate di gestire la comunicazione social. Scorrendo i dati snocciolati a più riprese durante il convegno, emerge, con sorpresa, che nel 30 per cento dei casi sono i politici stessi a occuparsi dell’attività social, in altri casi sono gli impiegati amministrativi a farlo (20 per cento) o, quando ci sono, gli addetti stampa e gli operatori delle relazioni pubbliche. In compenso va rimarcata la grande apertura verso il pubblico se è vero che il 93 per cento delle presenze su Facebook consente ai cittadini di commentare i post del Comune. Un’arma a doppio taglio non solo perché l’amministrazione si espone al pubblico giudizio, ma anche perché questo, troppo spesso, viene espresso senza usare mezzi termini tanto che, per dirla con Elisabetta Cioni, chi gestisce la pagina ha a che fare con un bar virtuale. Ma cosa si trova sulla pagina social di un Comune? Dalle informazioni di pubblica utilità alla promozione di eventi, dall’allerta su emergenze e disservizi all’invito alla partecipazione civica, dalle notizie relative alla vita del Comune alla cultura del territorio senza sottovalutare le potenzialità del mezzo di comunicazione puro e semplice. In occasione delle tragica alluvione che a novembre dell’anno scorso aveva colpito la Gallura i social media, infatti, hanno giocato un ruolo determinante.



 

QUOTIDIANI NAZIONALI
 
Link: rassegna stampa MIUR

Questionario e social

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