Giovedì 13 marzo 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 marzo 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA


1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
POLICLINICO
Una giornata sulle staminali

C’è anche Cagliari tra gli atenei coinvolti in Unistem Day che si aprirà domani alle 9.15 alla presenza del rettore Giovanni Melis. Un appuntamento per docenti e ricercatori delle facoltà scientifiche con gli studenti delle scuole superiori. Andrea Rinaldi, docente di Biochimica, interverrà su “Come comunicare la Scienza”, e a seguire Roberta Vanni introdurrà un filmato sulla ricerca sulle cellule staminali. Alle 11.40 - dopo un filmato introdotto da Valeria Sogos - interverrà Maria Del Zompo, farmacologa dell’Ateneo di Cagliari, che parlerà ai ragazzi del caso Stamina. Chiudono Alessandra Pani e Maria Elena Marongiu, che proporranno un quiz a premi. L’iniziativa è coordinata dalle docenti Micaela Morelli e Iole Tomassini.


 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 34 - Edizione CA)
NUOVO LIBRO A SA DUCHESSA
Il 18 marzo, alle 17.30 il dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell’Università - nell’aula 6 della facoltà di Studi umanistici - via Is Mirrionis, Sa Duchessa - ospita la presentazione del libro “Il giudizio del sentimento. Emozioni, giudizi morali, natura umana”.

 
 
3 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
IL PRESIDENTE. A Villa Devoto il passaggio di consegne con Cappellacci
IL DEBUTTO DI PIGLIARU E stasera la sua Giunta

Francesco Pigliaru scherza col 17 anche al debutto da presidente: è a quell’ora che si ritrova con Ugo Cappellacci, per il passaggio di consegne. E regala una mezza promessa di presentare la Giunta oggi alla stessa ora (ma può slittare). Dopo aver iniziato la campagna elettorale di venerdì 17 (gennaio) e aver vinto le elezioni esattamente un mese dopo, le scaramanzie stanno a zero.
LA SQUADRA Gli farebbe comodo anche nominare 17 assessori, per placare i partiti. Ma i posti in Giunta sono solo dodici, e tutti prenotati. Certo, qualcosa potrebbe cambiare in extremis. Ci sono forse tre o quattro caselle ballerine.
Pigliaru vuole svelare la lista entro 24 ore dall’insediamento: che però sarà stamattina in viale Trento, nota qualcuno, ieri era solo il saluto col predecessore. Ma insomma, l’obiettivo è farcela entro stasera. Alle 16 incontrerà a Cagliari i 35 consiglieri della maggioranza, forse comunicherà i nomi della Giunta per poi annunciarli alla stampa.
I più sicuri sono Raffaele Paci al Bilancio, Cristiano Erriu all’Urbanistica, Paolo Maninchedda ai Lavori pubblici e Massimo Deiana ai Trasporti. Gianmario Demuro pare destinato agli Affari generali, sulla Sanità il più accreditato resta Luigi Arru (anche se ieri si è riparlato di Giuseppe Sechi e pure di Filippo Spanu).
NOVITÀ Il Turismo, in bilico fino all’ultimo, dovrebbe andare a Francesco Morandi . Un altro cattedratico, dal curriculum di alto valore: fondatore (era il 2002) e presidente del corso di laurea in Economia del turismo a Olbia, prorettore a Sassari, ex preside di Economia, direttore di uno staff di esperti in marketing territoriale. Modenese ma sardo per scelta, è indicato dal Centro democratico di Roberto Capelli.
Per l’Industria può farcela il confindustriale Roberto Saba , ma ieri sera sarebbe stato sorpassato da Maria Grazia Piras : ex direttore all’Apisarda, all’Ersu, alla Provincia di Sassari, ora nel cda del Banco di Sardegna. Di centrosinistra, ma senza targhe politiche precise: la sua candidatura sarebbe emersa dal confronto con varie forze del centrosinistra. Tra queste, il Prc-Pdci punta su Leonardo Marras : che però avrebbe rifiutato l’Industria. Nel caso di un ultimo valzer odierno di assessorati, potrebbe riemergere per il Turismo. Tra le ipotesi circolate per questi due incarichi, anche il docente universitario olbiese Carlo Marcetti .
GLI ALTRI All’Ambiente andrebbe Donatella Spano , terza indicazione tutta pigliaresca dopo Paci e Arru. La delegazione Pd, oltre a Deiana, Erriu e Demuro, si completa con Virginia Mura al Lavoro, tecnico proposto dagli ex Ds (vicini a Siro Marrocu e Ignazio Angioni) dell’area Barracciu. Il resto della minoranza interna al partito resterebbe fuori, almeno per ora.
Sel sarà rappresentata da Claudia Firino all’Istruzione. I Rossomori da Elisabetta Falchi all’Agricoltura. Il Partito dei sardi da Maninchedda. Il Centro democratico, come detto, da Morandi.
IL SALUTO «La Giunta è a buon punto, non mi risulta che ci siano tasselli che non tornano», dice un Pigliaru blindatissimo, dopo il passaggio di consegne. Informalità e grande fair play, nel colloquio privato con Cappellacci: il presidente uscente arriva guidando la sua 500 bianca, il subentrante sul suv Toyota di un amico.
«Abbiamo parlato di tante cose», confida al termine Pigliaru, «ho verificato la piena disponibilità a darci tutti i chiarimenti tecnico-amministrativi». L’incontro avviene a Villa Devoto, ma non sarà questa la sede della presidenza: «Credo che torneremo in viale Trento, anche se mi dicono che ci sono problemi simili a certe scuole sarde». Insomma, il primo piano richiede una bella ristrutturazione.
La richiede anche il patto di stabilità, ricorda Pigliaru: «È la priorità, ne abbiamo parlato anche col presidente Cappellacci». Poi, nel dirlo, si ricorda che Cappellacci non è più presidente. Da oggi tocca a lui.
Giuseppe Meloni
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
IL PERSONAGGIO
Francesco Pigliaru, il nuovo governatore della Sardegna, compirà 60 anni a maggio. Sassarese, sposato, ha un figlio di 11 anni. Economista molto stimato, è l’ex pro rettore dell’Università di Cagliari. Esponente del Pd, in politica è stato assessore della Giunta Soru. Si considera un “renziano” della prima ora. Ama andare a correre e il calcio, tifa per la Juventus. Legge molto, fra i suoi autori preferiti Salinger, Tolstoi, Murakami.

LA VIA MAESTRA DEL GOVERNATORE    
MASSIMO CRIVELLI
Si era seduto al tavolo delle trattative armato di santa pazienza, già temprato dalle polemiche e dai veleni schivati con eleganza durante la tempestosa (e vittoriosa) cavalcata in campagna elettorale. Nemmeno lui, però, avrebbe immaginato di dover impiegare quasi un mese per prendere possesso della poltrona di governatore e varare la giunta. Oggi, certamente, avrà ulteriormente metabolizzato un concetto: il compito che l’aspetta è tremendo.
Un sardo su due ha deciso di non votare, dimostrando di non avere fiducia in Lei e neppure negli altri candidati. Quanto le pesa?
«L’astensionismo è il risultato di anni in cui la politica è apparsa troppo spesso un luogo di privilegi, lontano dai problemi delle persone. Ciò detto, i cittadini sardi che sono andati alle urne hanno fatto la loro scelta, preferendo chi ha parlato di programma e politiche concrete per la Sardegna. Ora abbiamo l’opportunità di passare dalle parole ai fatti».
Glielo chiedo come farebbe un suo allievo non troppo brillante: ci spieghi come pensa di far uscire la Sardegna dalla crisi.
«La crisi non sarebbe così pesante se negli ultimi anni si fossero adottate misure adeguate, come hanno fatto tanti altri paesi in cui le cose sono andate molto meglio che da noi. Detto questo aggredire la crisi significa prevedere un progetto a cui partecipino tutti i sardi, ognuno con le competenze, le eccellenze e le potenzialità che possiede. Dobbiamo investire sulle competenza delle persone, a tutti i livelli, nella scuola e nell’età adulta. La probabilità di essere disoccupati è molto più alta per le persone con competenze inadeguate. Questa è la via maestra. Nel percorrerla, dobbiamo anche pensare a ottenere risultati immediati, che stimolino l’economia e la creazione di posti di lavoro. Dobbiamo alleggerire la burocrazia per aiutare le imprese, avviare le bonifiche e investire per mettere in sicurezza il territorio. Poi ci sono gli interventi più settoriali, a cominciare dall’agricoltura, che ha enormi potenziali non sfruttati».
Oltre il 40 per cento dei giovani sardi non ha un’occupazione. Lei in campagna elettorale ha battuto molto sul tasto dell’attenzione verso i giovani, proponendo anche una rivisitazione del Master&Back. Vuole spiegarsi meglio?
«Al Master&Back affiancheremo un progetto parallelo rivolto agli imprenditori, una sorta di Imprenditori&Back. Individuiamo i giovani talenti, diamo loro l’opportunità di andare a formarsi in luoghi ad alta densità imprenditoriale. Per diventare imprenditori ci infatti vuole talento ma anche un contesto favorevole».
Si è fatto un gran parlare negli ultimi anni del rapporto Stato-Regione, di una vertenza mai veramente risolta. Quale sarà la sua linea d’azione?
«Il punto cruciale è chiedere rapidamente l’adeguamento del patto di stabilità. Senza questo adeguamento sarà difficile fare le cose che ci servono, da subito. Con il governo nazionale avremo un dialogo aperto, e porteremo avanti le nostre richieste sempre con la schiena dritta».
Turismo e agroalimentare, due comparti decisivi. Ci sono evidenti problemi di infrastrutture carenti, risorse impiegate male, ma anche di mentalità inadeguate. Lei cosa ne pensa?
«Nel turismo c’è moltissimo da fare per aumentare le presenze anche attraverso la destagionalizzazione. È un obiettivo che non è mai stato raggiunto, ci lavoreremo con la massima attenzione, migliorando il sistema dei trasporti, rinforzando l’immagine della Sardegna nei mercati esterni, incentivando l’adeguamento delle strutture ricettive. Per quanto riguarda l’agroalimentare, il suo potenziale è enorme ma esportiamo pochissimo. Abbiamo molto da offrire ai mercati internazionali, ma una piccola azienda produttrice se si presenta da sola non ha grandi possibilità. Il punto di partenza è, anche in questo caso, fare sistema».
Sempre a proposito di turismo, è evidente che tutto il sistema della continuità territoriale va rivisto. Lei ha già un’idea di come fare?
«La regolamentazione del trasporto marittimo ed aereo tra Sardegna e Continente va rinegoziata. Possiamo pretendere nuove ed ulteriori tratte, nuove tariffe e una maggiore qualità del servizio. Non ci basta più la continuità per le persone, deve essere estesa alle merci, su navi e aerei. Per quanto riguarda chi arriva in Sardegna con il trasporto aereo, pensiamo a una modalità differenziata: chi si muove per lavoro non ha difficoltà a pagare un biglietto intero pur di avere un servizio che garantisca orari compatibili con le esigenze professionali, il turista invece sceglie in base al prezzo. Una differenziazione di questo tipo ci farà risparmiare risorse che potremo utilizzare per avere voli più frequenti e più rotte».
La politica in generale dice di voler puntare forte sulla scuola. In Sardegna ci sono problemi gravissimi di edilizia scolastica, ferma agli Anni Settanta, ma anche di un sistema universitario mai veramente integrato nella realtà lavorativa del territorio. Ci può illustrare la sua visione delle cose?
«Andremo dritti al bersaglio con un piano straordinario per l’edilizia scolastica che, creando lavoro e rimettendo in moto l’edilizia, faccia sì che le scuole dell’isola siano sicure e belle. E rendano orgogliosi i ragazzi che le frequentano. Abbattere la dispersione scolastica è un obiettivo chiaro, insieme alla volontà di aumentare il numero dei laureati. Le università in questi anni sono state più attente alle esigenze del territorio. Ma sono consapevole che c’è ancora molto da fare per adeguare l’offerta didattica alle esigenze del nostro sistema economico e sociale».
La Sardegna sconta decenni di scelte sbagliate in materia di industrie, ormai decotte, e di politiche energetiche insostenibili. Però ci sono migliaia di cassaintegrati che non possono essere abbandonati. Come risolvere il problema senza praticare il vecchio e deleterio assistenzialismo?
«Ho ripetuto di continuo che non assisteremo alcuna azienda che non abbia capacità produttiva. Non lasceremo nessuno allo sbando, ma non intendiamo dare un solo centesimo a imprenditori che non siano in grado di produrre e creare lavoro. Gli anni dell’assistenzialismo sono finiti da molto. È necessario lavorare da subito a un piano energetico e anche le bonifiche devono partire in fretta, saranno un buon bacino di posti di lavoro. E vogliamo che i costi siano sostenuti da chi ha inquinato, siano multinazionali o lo Stato italiano, come nel caso dei poligoni militari».
Sebbene confuso, spesso diviso e velleitario, c’è tutto un mondo che si ispira a principi autonomisti, sovranisti, indipendentisti o “sardisti”. La sua giunta come intende rispondere a queste istanze di marcata identità sarda?
«Esercitare la sovranità è un esercizio di responsabilità che non può che farci bene. Spesso abbiamo governato le istituzioni che sono nel nostro controllo in modo molto inefficiente, per non dire clientelare. Ora si tratta di dimostrare a noi e agli altri che sappiamo fare bene, che sappiamo far funzionare bene ciò che dipende da noi».
Da Monti in poi i professori non godono esattamente di grande fiducia. Perché, secondo Lei, la politica continua ad avere bisogno di supplenze?
«Io credo che nei momenti di cambiamenti profondi e di profonde crisi economiche, la politica abbia più bisogno di un punto di vista anche tecnico, perché le risorse sono più scarse del solito e ogni errore può costare davvero caro in termini di mancato sviluppo e mancata creazione di posti di lavoro».
I maligni dicono che i mestieranti della politica finiranno per sbranare una persona degnissima ma non troppo esperta come Lei. Ha una risposta?
«I maligni facciano le loro scommesse. Io ho fatto le mie. Vedremo chi ha avuto ragione».
C’è una cosa assolutamente diversa che lei si propone di fare rispetto all’esperienza del governo Cappellacci?
Sì: noi governeremo, e lo faremo senza invenzioni demagogiche dell’ultimo minuto, con un’idea chiara di ciò che serve alla Sardegna».
Professore, lei passa per essere una persona un po’ fredda. Ma avrà certamente le sue passioni...
«Ci mancherebbe! Amo lo sport, ho già raccontato che mi alzo presto per correre. E mi piace molto il calcio».
Per chi tifa?
«Per la Juventus, come molti sassaresi».
Letture?
«Tante, come è normale nella mia professione. Gli autori preferiti? Da giovane Salinger e Tolstoi, oggi Murakami».
I suoi familiari avranno già capito che per cinque anni la vedranno poco. È un problema?
«Un grande problema, soprattutto per il mio figliolo di 11 anni. Spero che capirà».
Haruki Murakami, lo scrittore amato da Pigliaru, ha confessato che il suo mentore è Raymond Carver, maestro del minimalismo americano, autore fra l’altro dei bellissimi racconti intitolati «Di cosa parliamo quando parliamo d’amore». Noi sardi - oggi - possiamo solo sperare che il governatore sappia davvero di cosa parli quando parla di Sardegna. E del nostro futuro. Auguri.
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 52 - Edizione CA)
Sassari vince
VETERINARIA, 30 POSTI
La notizia più bella che potesse arrivare per l’Università di Sassari. Il dipartimento di Veterinaria avrà 30 posti, contro i 24 annunciati il 5 febbraio. Soddisfazione soprattutto per il rettore Attilio Mastino che, nei giorni scorsi a Roma, aveva riunito la conferenza dei rettori, dopo la protesta in città per difendere l’unico dipartimento della Sardegna. «Sassari poteva aspettarsi un aumento - ha detto Mastino - e speriamo di registrare in futuro un’inversione di tendenza. Gli incontri nella capitale sono stati decisivi. Abbiamo lavorato per il bene dei dipartimenti». Il test d’ingresso nazionale al corso di laurea in Medicina Veterinaria si terrà il 9 aprile. (a. br.)


 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Oristano (Pagina 48 - Edizione CA)
BOSA. Elezioni comunali
Attilio Mastino è l’uomo giusto? Ma lui dice no

Indicato come l’uomo di cui la Città del Temo ha bisogno per uscire dalle sue tante emergenze: Attilio Mastino, attuale rettore dell’Università di Sassari, sceglie di non scendere in campo, come molti auspicherebbero, nella imminente competizione elettorale per le elezioni comunali di primavera. «Una decisione per la quale mi sento un po’ in colpa - afferma - perché Bosa è veramente la mia città, la comunità che continua a seguirmi e a sostenermi, il luogo accogliente dove trascorro le mie vacanze e i miei fine settimana. Un posto dove vorrei abitare più a lungo, dove ho tanti amici e tante persone care». Ma la sua rinuncia alla candidatura non è una fuga: «Si può lavorare per Bosa anche senza fare il sindaco. Ritengo che ci siano tante persone preparate e competenti che possono essere mobilitate con successo». Attilio Mastino, punto di riferimento di tutti coloro che amano Bosa, come vede la situazione amministrativa locale? «Vedo una città che ha bisogno di interventi radicali, di forti investimenti. Soprattutto di essere amata di più. C’è necessità di difendere l’immagine della città, non solo attraverso spot pubblicitari ma attraverso la concretezza degli interventi e della ricerca di risorse regionali, nazionali ed europee». Mastino ha una sua idea di sviluppo, peraltro largamente condivisa nell’Isola: «Certamente, quello legato ad un turismo culturale di eccellenza, di alta qualità, fondato sulla straordinaria bellezza ambientale del territorio, sul patrimonio storico, sulla biodiversità».
Antonio Naìtana
 



LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Sassari – Pagina 23
VETERINARIA, C’È L’OK PER TRENTA MATRICOLE
Il ministero ha deciso: piccola vittoria per la facoltà che rischiava di avere soltanto 24 nuovi iscritti
SASSARI La facoltà di Veterinaria avrà 30 matricole, non 24. Sono stati infatti resi noti i posti disponibili all’interno dei corsi di laurea a numero programmato per il prossimo anno accademico e in via Vienna si può tirare un sospiro di sollievo. Il ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha mantenuto, a livello nazionale, gli stessi numeri dell’anno precedente per Medicina e Odontoiatria, mentre ha tagliato le possibilità di accesso ai corsi di Medicina Veterinaria, passando dagli 832 dello scorso anno agli attuali 774 posti. È comunque un passo avanti rispetto ai 632 posti che erano stati annunciati in via provvisoria il 5 febbraio. quando a Sassari erano state assegnate 24 matricole. «Registriamo con soddisfazione il ripristino del numero di 30 matricole per il corso di laurea di Medicina Veterinaria – dichiara il rettore Attilio Mastino –. L’incontro promosso a Roma nella sede della Conferenza dei Rettori e la pressione della Conferenza dei direttori di dipartimento presieduta da Attilio Corradi ha ottenuto un risultato positivo, rappresentandoci al tavolo tecnico con gli Ordini professionali e il Ministero. Sassari dopo la visita ispettiva dell’Eaeve (European Association of Establishments for Veterinary Education) poteva aspettarsi un incremento di posti rispetto all’anno precedente e speriamo che si possa registrare in futuro una netta inversione di tendenza». «Eppure non siamo scontenti – dichiara il direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria Salvatore Naitana –perché molti atenei hanno visto ridursi il numero delle matricole (Bari, Camerino, Messina, Napoli, Federico II, Perugia, Teramo), mentre Sassari è riuscita a mantenersi sui livelli dell’anno scorso: l’Università di Messina, pur in assenza della positiva valutazione europea, può continuare ad esistere, mentre abbiamo molto apprezzato l’impegno di alcuni rettori, in particolare del nuovo rettore di Perugia Franco Moriconi, che è un collega medico veterinario».
Proprio l’Università di Sassari, attraverso il Rettore Attilio Mastino e il Direttore del Dipartimento Salvatore Naitana, ha dato avvio al movimento di protesta nazionale il 7 febbraio con una conferenza stampa affollata di studenti, docenti e ricercatori. Sempre l’ateneo sassarese ha promosso alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane un incontro al quale hanno partecipato a Roma tutti i direttori di dipartimento e i presidi delle facoltà di Veterinaria, che si sono riuniti per discutere sul futuro della formazione dei veterinari e contestare il calo delle matricole. Il test d’ingresso nazionale al corso di laurea in Medicina Veterinaria si terrà il 9 aprile. L’8 aprile è in programma la prova di Medicina e odontoiatria, il 10 aprile Scienze dell’architettura e del progetto



8 - La Nuova Sardegna / Lettere e commenti – Pagina 17
SANITÀ
Malattie rare, nuove misure per garantire i diritti dei malati
di ANDREA MONTELLA *
Le malattie rare sono state circondate troppo a lungo dal silenzio. Ignorate, o quasi, fino a poco tempo fa da buona parte dei medici, ricevevano scarsa attenzione a livello delle istituzioni, cosa che ha prodotto un vuoto su vari piani, e in particolare in quello della politica, della ricerca, dell’assistenza sanitaria e degli enti previdenziali.
Questo stato di cose è dovuto al fatto che le malattie rare non hanno la visibilità e l’impatto di malattie con un’alta prevalenza nella popolazione. Si tratta, infatti, di patologie che colpiscono un numero ristretto di persone, generando problemi specifici legati alla loro rarità. Le persone colpite hanno difficoltà ad avere una diagnosi, ottenere informazioni, essere indirizzati verso specialisti validi. Problematici sono anche l’accesso a cure di qualità, la presa in carico della malattia, il coordinamento tra cure ospedaliere e cure di base, l’autosufficienza e l’inserimento sociale e professionale. Di quest’intreccio di questioni si è parlato, tra l’altro, in un
recente Convegno tenuto a Olzai dal titolo "Patologie Oncologiche ereditarie" organizzato dall’UO di Genetica Clinica dell’Aou di Sassari e dal Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università. Un incontro col quale, nello spirito della campagna avviata dalla Commissione europea sulla necessità di migliorare il riconoscimento e la visibilità delle malattie rare, si è voluta celebrare anche nel Nord Sardegna, la VII giornata mondiale delle Malattie Rare. Secondo alcune stime, sono 1 milione e 500mila le persone colpite in Italia da malattie rare, calcolate nel numero di 6.000-7.000, continuamente aggiornate negli elenchi ufficiali. Naturalmente una malattia può essere rara in una regione ma essere frequente in un’altra. La talassemia, un’anemia di origine genetica, è rara nel Nord Europa ma è frequente nelle regioni del Mediterraneo e, in particolare, in Sardegna. Una singola malattia rara colpisce in media meno di 5 cittadini su 10.000. La maggior parte di queste ha un’origine genetica, si manifesta nell’età pediatrica, necessita di assistenza plurispecialistica e richiede importanti risorse assistenziali.
Fra le molte sindromi a carattere eredo-familiare ve ne sono alcune che predispongono allo sviluppo di neoplasie. I tumori eredo-familiari, pur essendo rari, rappresentano il 5% dei tumori più frequenti, rendendo la loro individuazione cruciale al fine di attuare adeguate strategie preventive per mezzo di consulenze oncogenetiche e test genetici appropriati. Non c’è dubbio che le dimensioni del fenomeno siano tali da chiamare tutti - ricercatori, medici, responsabili delle politiche sanitarie, enti di previdenza sociale - a farsi carico dell’insieme dei problemi che affliggono le persone affette da malattie rare.
C’è da dire però che in questi ultimi anni si stanno registrando confortanti risultati: parecchie decine di malattie possono essere diagnosticate attraverso i test clinici; mentre si vanno accumulando le conoscenze sulla storia naturale di tante malattie rare, i ricercatori mettono insieme, anche in rete, i risultati delle loro ricerche. Allo stesso tempo le prospettive offerte dalle politiche europee e quelle di vari Stati nazionali autorizzano nuove speranze. L’opera di sensibilizzazione sta dando i suoi frutti, anche a livello locale, in occasione del Convegno di Olzai è stata annunciata l’apertura dello sportello aziendale dedicato alle Malattie rare. Sarà gestito da un’equipe multiprofessionale competente. Un passo importante che va nella direzione giusta: quella di individuare misure efficaci e innovative a sostegno della diagnosi, dell’assistenza e della cura delle persone affette da malattie rare, al fine di assicurare loro i diritti di cui godonogli altri malati.
* Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche
 
 
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Sassari – Pagina 20
Lavoro, istituzioni alleate per la sicurezza
Team“interforze” composto da vigili del fuoco, enti locali, università e medici
Il 20 marzo il primo di cinque seminari sulla prevenzione e il rispetto delle leggi
di Antonio Meloni
SASSARI Quando il tema è la sicurezza le mezze misure sono bandite, occorrono risorse importanti per investimenti a resa sicura. Su questi presupposti è nato a Sassari un gruppo di lavoro multidisciplinare con l’intento di promuovere la cultura della sicurezza soprattutto nei posti di lavoro. Ne fanno parte i vigili del fuoco, il Comune, l’Università, l’Ordine dei medici, la Consulta provinciale per la sicurezza e la Società italiana di medicina del lavoro. Ieri, nella sala conferenze del comando dei vigili del fuoco, la presentazione della prima iniziativa: un programma di seminari incentrati sulla tutela dell’integrità psicofisica di lavoratori e cittadini. Attorno allo stesso tavolo, il comandante dei vigili del fuoco, Angelo Porcu, che ha fatto gli onori di casa, affiancato dal sindaco Gianfranco Ganau, dal rettore Attilio Mastino e dai rappresentanti delle altre istituzioni che hanno aderito al progetto. Va detto subito che la collaborazione tra le diverse strutture che si occupano di sicurezza c’è sempre stata, ma la nascita di un team “interforze” come quello presentato ieri è una novità assoluta. Il comandante dei vigili del fuoco lo ha rimarcato in apertura spiegando i motivi che hanno dato il via alla creazione di questo gruppo di lavoro. «Quando parliamo di sicurezza _ ha spiegato Angelo Porcu _ non possiamo limitarci alla sola percezione. La sicurezza deve essere sostanziale tenendo conto che l’investimento di risorse importanti riduce il rischio di incidenti e garantisce un risparmio certo relativo al costo di eventuali infortuni che altrimenti graverebbe sulla collettività». Sulla stessa frequenza, il rettore Attilio Mastino ha detto di avere aderito con slancio alla proposta formulata a suo tempo dai vigili del fuoco e ha messo a disposizione non soltanto il dipartimento di via Vienna, dove si terranno i seminari, ma anche la disponibilità dell’ateneo per il successo dell’iniziativa. Il sindaco Gianfranco Ganau, da medico, nonché ex direttore del 118, ha confermato la sua convinta adesione al programma rimarcando il fatto che la tutela della sicurezza, prima ancora che un obbligo di legge, è un dovere morale e civile. Il primo dei sei seminari incentrati sulla sicurezza è programmato per giovedì 20 marzo, dalle 15 alle 19, nel polo didattico dell’Università, in via Vienna 2. Dopo la registrazione dei partecipanti, la presentazione del comandante Angelo Porcu e i saluti delle autorità, le prime due relazioni saranno curate dall’ingegnere, Giancarlo Murer, un esperto della Provincia di Trento. A seguire, gli interventi di Massimo Boi, coordinatore dei servizi sanitari Eni-Versalis e Michele Coppola che parleranno rispettivamente di tutela del lavoratore e gestione della sicurezza sul lavoro. L’incontro è coordinato dall’ingegnere Angelo Porcu e da Antonello Serra, vice presidente della Società italiana di medicina del lavoro. Il secondo appuntamento “Aspetti legislativi e gestionali di prevenzione incendi e sicurezza nei luoghi di lavoro” è per l’8 maggio mentre il 26 giugno si parlerà di organizzazione della sicurezza nella sanità. Il 19 settembre, il focus sarà su analisi e gestione dello stress negli ambienti di lavoro e il 7 novembre si tratterà, invece, del ruolo che comunicazione e formazione giocano nella sicurezza sul lavoro. L’ultimo appuntamento, dedicato alla popolazione, è fissato per il 12 dicembre. Gli organizzatori fanno sapere che la partecipazione ai seminari è libera fino all’esaurimento dei posti disponibili.
 
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Sassari – Pagina 23
Il Convegno
Social network, la sfida delle amministrazioni comunali
SASSARI Oggi alle 10, nella sala conferenze dell’ex Infermeria San Pietro, si tiene il convegno «Verso una Sardegna social? Le amministrazioni comunali alla sfida dei social media e dei cittadini connessi" organizzato dall’Università in collaborazione con l’associazione italiana Comunicazione pubblica e con il patrocinio del Comune.
La sfida ai social network è ormai aperta per le amministrazioni comunali che hanno a che fare con cittadini sempre più connessi e una comunicazione pubblica che cambia forma. Interrogarsi sulla nascita di nuove figure professionali, sulla qualità di una comunicazione 2.0, di come questa possa rendere le amministrazioni più vicine ai cittadini e sulle opportunità e ostacoli dell’innovazione nella comunicazione pubblica nell’età dei social network: sono questi i temi che saranno affrontati durante l’incontro, partendo dalla presentazione del libro "Networked Citizens. Comunicazione Pubblica e Amministrazioni Digitali" del ricercatore dell’ateneo sassarese Alessandro Lovari. Saranno inoltre illustrati i risultati di una ricerca condotta dalle cattedre di “Comunicazione pubblica” e di “Social Media per la Pubblica amministrazione" sull’utilizzo dei social media nei Comuni sardi. L’indagine ha cercato di realizzare una mappa di tutte le amministrazioni comunali della Sardegna presenti in maniera ufficiale su Facebook, esaminando quantità e qualità dei contenuti pubblicati, tipo di messaggi affidati al social network, comunicazione con il cittadino unidirezionale o, al contrario, dialogo partecipativo veramente 2.0. Apriranno i lavori l’assessore comunale alle Culture, Dolores Lai, e Antonietta Mazzette, direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche. L’introduzione alla presentazione del libro sarà curata da Elisabetta Cioni; seguirà l’esposizione dei risultati della ricerca “Social media e Comuni della Sardegna”. Interverranno Alessandro Lovari, Claudia Pecorari, Angela Piredda, del gruppo di ricerca coordinato da Elisabetta Cioni. Si aprirà poi la tavola rotonda “Verso un’amministrazione 2.0. Opportunità e ostacoli per l’innovazione della comunicazione pubblica nell’età dei social media", moderata dal giornalista Rosario Cecaro. Parteciperanno Gianni Dominici, ForumPA, Piero Zilio, associazione italiana per la Comunicazione Pubblica, Lorenza Parisi, Università di Sassari, Daniele Frogheri, Comune di Sassari e Luigi Soriga, giornalista della Nuova Sardegna.

 
    

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
 
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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