Sabato 25 gennaio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 gennaio 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
Servizi alle imprese Presentato a Cagliari
il progetto “Isidoro”
Formazione professionale di qualità
Sono sei i corsi destinati agli operatori agricoli e forestali
 
Dal sostegno all'apicoltura al rilancio dell'industria del sughero, passando per la diffusione delle fattorie didattiche. L'agricoltura del nuovo millennio nell'Isola non potrà prescindere dall'alta formazione dei suoi addetti. Ne sono convinti il Centro servizi promozionali per le imprese della Camera di Commercio, l'Università di Cagliari e l'ateneo di Sassari, partner del progetto "Isidoro": sei percorsi formativi destinati a 870 operatori del settore agricolo e forestale della Sardegna e finalizzati all'adeguamento e alla certificazione delle competenze richieste dalle linee guida dell'assessorato regionale all'Agricoltura. Tra questi anche quelli dedicati alla formazione degli apicoltori o degli “scorzini”, gli operai forestali specializzati nell'estrazione del sughero.
«È una proposta importante per il mondo dell'agricoltura», ha confermato Cristiano Erriu, direttore del Centro Servizi Promozionali per le Imprese. «Le aziende del comparto agricolo hanno bisogno più di altre di una qualifica che permetta loro di crescere in linea con i tempi, all'insegna della conoscenza e della qualità».
I corsi, condotti da docenti universitari e finanziati con un milione e mezzo di euro dall'assessorato regionale al Lavoro, partiranno a marzo e saranno gratuiti. L'ultimo giorno utile per l'iscrizione, come specificato nel sito www.isidoroformazione.it, sarà il 28 febbraio.
Luca Mascia
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 31 - Edizione CA)
IL CASO. Studi contro l'alcolismo
Uomini e ratti: la “leggenda” del topo bevitore
 
È nata a Cagliari, nei vecchi laboratori di via Porcel, la “leggenda” dei topi bevitori: generazioni di roditori, geneticamente selezionati dal professor Gianluigi Gessa, per mettere a punto farmaci contro l'alcolismo. Si chiamano Sardinian alcohol preferring , «ratti referenti, con tendenza a ubriacarsi, e astemi - spiega lo studioso - da noi incrociati per novanta generazioni. Se ci riferissimo a generazioni di uomini, arriveremmo a Giulio Cesare».
Ma perché usare i topi per arrivare ai farmaci? «Con loro condividiamo il 95 per cento dei geni: rappresentano un modello per il corpo umano. Inoltre, uomini e animali hanno gli stessi organi e soffrono di malattie simili: cancro, tbc, influenza, asma».
Oggi, quei topi sono diventati una specie pregiata, sulla quale l'università di Cagliari vanta una sorta di “diritto di autore”. Lo sa bene George Coob, luminare della ricerca alcologica negli Usa, che ha fatto proliferare alcune coppie avute da Gessa durante un soggiorno di studio negli States. Gli hanno fatto notare che doveva, almeno, chiedere il permesso, perché le cavie erano di proprietà delle Neuroscienze di Cagliari. Oggi li utilizza il professor Giancarlo Colombo che, nella nuova sede di Monserrato, prosegue gli studi di Gessa sui farmaci antialcol. Ultima nata, una medicina derivante dalla salvia miltiorrhiza, di origine cinese. Il principio attivo si chiama miltirone. È figlia di una scuola conosciuta nel mondo per il contributo dato alla cura dell'alcolismo, con prodotti alternativi a quelli americani, come il Disulfiram (nome commerciale Antabuse) che provoca nel paziente che assume alcol uno sconvolgente senso di repulsione. Quasi una punizione. Sempre su un concetto avversativo è basato l'Antaxone: elimina infatti il senso del piacere legato al bere.
Completamente diverso è invece l'effetto del Ghb (Gammaidrossibutirrato), in farmacia Alcover, nato nel laboratorio di Gessa, grazie agli esperimenti sui topi bevitori. Ghb, agendo sul cervello dei malati, elimina la crisi di astinenza, ma rimpiazza le sensazioni piacevoli che vengono a mancare. Forse per questo, è molto apprezzato dai pazienti ed è il più utilizzato in Italia. È invece vietato negli Usa, perché può creare dipendenza. Più o meno, come il metadone negli eroinomani. L'ultimo prodotto creato da Gessa, utilizzato nelle sperimentazioni cliniche in molte parti del mondo (Usa compresi) è il Baclofen. Già impiegato (col nome commerciale Lioresal) per trattare gli spasmi muscolari creati da varie malattie, oggi è considerato uno dei farmaci più efficaci e tollerati nella cura dell'alcolismo.( l.s. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 51 - Edizione CA)
Con il mini bus sino al Policlinico
SESTU. Un milione di euro per potenziare i collegamenti
 
Un milione e mezzo di euro in tre anni per potenziare i collegamenti tra i centri del Cagliaritano ed il Policlinico, in vista dell'apertura del nuovo tratto di metropolitana leggera tra Gottardo e l'Università.
Entro il prossimo mese, con l'avvio dei lavori del prolungamento della linea, scatterà anche il potenziamento delle corse col minibus tra Sestu e la nuova stazione nei pressi della Cittadella universitaria di Monserrato. È quanto previsto da un emendamento alla finanziaria della Regione che ha stanziato 500 mila euro l'anno per i prossimi tre anni, destinati a potenziare i collegamenti tra i centri dell'area vasta ed il Policlinico. A trarne i maggiori benefici sarà Sestu, da sempre penalizzato sul piano del trasporto pubblico verso l'area vasta. Le trattative sono iniziate nei mesi scorsi con l'impegno di amministratori comunali, del consigliere regionale eletto nel territorio, di dirigenti dell'Arst e l'assessorato regionale dei trasporti.
I fondi messi a disposizione - stando alle previsioni la Regione - consentiranno l'attivazione di una navetta che opererà in sincronia con i treni della metropolitana (che avrà una frequenza di 10 minuti), consentendo ai sestesi di arrivare in venti minuti in piazza Repubblica. Sarà anche potenziata la linea Sestu-Piazza Matteotti, attualmente la più utilizzata da pendolari e studenti. (fr.pi.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 66 - Edizione CA)
Cultura cucita sul velluto
Confindustria rilancia il distretto con enti e imprese
CONVEGNO. Moda, arte, libri e acquario: le eccellenze reclamano risorse
 
Il distretto culturale motore dello sviluppo delle zone interne. L'idea, diventata un progetto sebbene manchi ancora di gambe, piace a istituzioni e imprenditori, tutti consapevoli di avere comunque a che fare con un doppio handicap: la perenne incertezza di fondi pubblici per realtà prestigiose - dal Man all'università, dall'Ailun al consorzio Satta - e la scarsa cooperazione tra enti e tra settori pubblico e privato. Confindustria e il suo presidente Roberto Bornioli, però, nella scommessa ci credono, assieme ai tanti partners che ieri si ritrovano nella Camera di commercio a snocciolare criticità ma anche numeri confortanti perché in Italia la cultura vale il 10 per cento dell'export e a Nuoro il settore è animato da 1541 imprese con 2700 addetti.
MODELLO DI SUCCESSO «Il distretto è uno strumento», dice Antonello Menne dell'Università cattolica di Milano. Lui studia il modello, adottato in Lombardia dove - spiega - funziona e fa da argine alla crisi. Ma perché vada avanti - avverte - va condiviso dalle istituzioni politiche. «Senza di loro è destinato a fallire perché serve una forte programmazione che riguarda il territorio», dice. E raccomanda: «Il distretto culturale ha bisogno della volontà di lavorare insieme».
I PREMIATI In attesa che il progetto abbia concretezza come auspica Bornioli, Confindustria premia le eccellenze. Paolo Modolo, artista del velluto: «Sono figlio di pastore. Per non emigrare a Torino sono andato in miniera. A 49 anni sono tornato nella sartoria. Ho partecipato a una serata a Su Gologone». Da allora non si è più fermato. Tonino Rocca, presidente del Man, è orgoglioso dei 15 anni di attività del museo con i suoi 500 mila visitatori. «Mi auguro che chi vince le elezioni intervenga in modo da poter fare una programmazione seria per tre anni. Nessun museo ci dà qualcosa se la chiediamo 3-4 mesi prima», dice.
GLI IMPRENDITORI Se i premi vanno al Man e a Modolo, gli applausi del pubblico anche all'acquario di Cala Gonone con il direttore Flavio Gagliardi, al festival L'Isola delle Storie con Maria Giovanna Serusi, alla strada del vino cannonau con Andrea Soddu, al giovane imprenditore di NuorOnLine Daniele Mura. E a Bastiano Congiu, della casa editrice Ilisso: decollata nel 1985, vanta 400 titoli, 15 collane e un'intensa attività di ricerca. «In questo trentennio la maggiore criticità per noi è stato l'isolamento, non fisico, ma l'inesistenza di rapporti con le istituzioni locali. Ci siamo confrontati proficuamente con le amministrazioni di Cagliari, Sassari, Roma, Milano, con quelle della Sicilia. Ma fino a pochi anni fa non c'è stata nessuna possibilità di operare nella città dove abbiamo scelto di vivere», denuncia Congiu che parla di ostracismo e di «faziosità e autoreferenzialità della politica e delle istituzioni».
NUOVO MUSEO Bruno Murgia, presidente dell'Isre, è pronto a sostenere il distretto culturale. Ha la stessa volontà il sindaco Alessandro Bianchi che denuncia a sua volta la scarsità di risorse, anche per il nuovo museo dell'identità. «L'Isre sarebbe stato ben felice di occuparsene, ma servono soldi. Il Tribu è gestito grazie a un operatore culturale che non ha nulla in cambio», dice Bianchi. «Mi preoccupa la scarsa attenzione della questione nuorese sui tavoli regionali. Senza orecchie sensibili a Cagliari - dice amaro - da soli non faremo molta strada».
Marilena Orunesu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 68 - Edizione CA)
Sassari
Ateneo sugli spalti
 
Importante riconoscimento per l'Università di Sassari. Il Nucleo Ricerca Desertificazione-NRD Uniss, del dipartimento di Agraria è stato accettato come full member del Global Network of Dryland Research Institutes.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Gli studenti: investite sul nostro futuro
 
Qual è il futuro pensato per i giovani dal prossimo presidente della Regione? «Noi studenti siamo stati lasciati soli a lottare contro chi avrebbe dovuto farsi garante dei nostri diritti e invece finanziava scuole private, disinteressandosi dell'istruzione pubblica. Abbiamo affrontato da soli una lotta per l'università, per ribadire che non è un costo, ma un investimento». Sono forti i ragazzi che, in vista delle elezioni, hanno scritto una lettera aperta ai candidati. «Vogliamo capire», sottolineano i rappresentanti di Eureka e UniCa 2.0 delle scuole superiori e degli atenei, «quali sono le vostre linee programmatiche in merito all'istruzione pubblica». Spiegano: «Non vi è stata alcuna volontà di investire nel campo dell'istruzione per uscire dalla crisi, a differenza di tutti gli altri Stati europei. Si è impoverita un'intera generazione di quella formazione oggi più che mai necessaria per far emergere il Paese e la Regione dalla stagnazione in cui si trova. «Vogliamo che l'istruzione sia la vostra priorità d'investimento politico ed economico, punto cardine della prossima amministrazione regionale». Loro hanno le idee chiare. Parlano di abbandono scolastico e di edilizia al disastro, di studenti meritevoli che non riescono ad accedere alle borse di studio. Spiegano che il fitto casa viene definanziato di anno in anno e, in parallelo, sono aumentati i fondi per chi va fuori. Ancora: la legge regionale sul diritto allo studio è datata 1987, non va più bene. «A Cagliari non si costruisce una casa dello studente da più di 20 anni e i lavori del campus procedono a rilento; abbiamo assistito allo smantellamento della formazione specialistica post-laurea di area medica. Poi ci sono la questione trasporti (quello urbano ed extraurbano sono scadenti e costano troppo), il possibile accorpamento delle Università di Cagliari e di Sassari, il decentramento di alcuni corsi a Oristano e Nuoro. Gli studenti vogliono risposte concrete, «non slogan». (cr. co.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Sardegna
PORTO CONTE RICERCHE»SINERGIE INTEGRATE
Partner pubblici e privati, un tandem per l’agrifood
Cluster tecnologico nell’alimentare avanzato, alleanza sulla innovazione Dall’isola all’Europa: via alle intese tra aziende e centri d’indagine scientifica
di Pier Giorgio Pinna
 
Rivoluzioni a cascata nel settore più avanzato della produzione alimentare. Come ha sottolineato la presidente di Sardegna Ricerche, Maria Paola Corona, uno degli obiettivi forti del momento è «superare le micro-dimensioni delle aziende e dar vita a progetti capaci di creare ricadute concrete sul territorio». Dall’esigenza di raggiungere questi traguardi sono nate le sinergie integrate tra partner pubblici e privati alla base del Clan, il Cluster tecnologico sull’agrifood. E a spiegare bene di che cosa si tratta ha pensato il presidente nazionale che coordina l’operazione: «Attraverso nuovi piani d’alleanza tra imprenditori e centri d’indagine scientifica vogliamo sfruttare al massimo le innovazioni, migliorare i processi di trasformazione, renderci sempre più competitivi sul piano internazionale» ha rimarcato Daniele Rossi. Intervenuto al convegno tra specialisti organizzato nel complesso di Porto Conte, il presidente Rossi non ha esitato a definirsi un “lobbista”: in nome della tutela congiunta della Federalimentare, che fa capo a Confindustria, e degli interessi delle istituzioni pubbliche preposte alla ricerca. Un quadro d’analisi che ieri pomeriggio è andato via via allargandosi con le relazioni degli esperti e articolati commenti durante il successivo dibattito. Per Agris Martino Muntoni ha chiarito le funzioni garantite in questa direzione dall’agenzia regionale, ponendo in risalto i casi d’innovazione delle imprese sarde. Il docente del dipartimento sassarese di Agraria Luigi Montanari si è soffermato sulle opportunità e sulle prospettive del piano europeo Horizon 2020 nell’alimentare avanzato. Al ricercatore dell’Enea Massimo Iannetta è andato invece il compito di ricordare «la sostenibilità della catena d’approvvigionamento alimentare». Tutti aspetti che hanno permesso di apprezzare l’importanza che è destinato ad assumere sempre più sotto questi profili il centro di Porto Conte. Un complesso che - dai vini high tech ai culurgiones futuribili, dai formaggi iper sperimentali agli studi per aiutare a combattere gli effetti negativi di patologie animali - ha mostrato vastità d’orizzonti. Specie per rappresentare un trait d’union ideale tra territorio e realtà scientifiche. Come hanno confermato le scoperte e le innovazioni applicabili all’agrifood. Si va dalla maricoltura al settore caseario. Dall’attività nei birrifici per dar vita a “bionde” aromatizzate con sapa di cannonau alla diagnostica veterinaria finalizzata alla qualità alimentare. Paste fresche, prodotti da forno, orate e saraghi allevati nelle peschiere dell’isola: un’ampia gamma di misure per un nuovo modello di sviluppo integrato. Così, se la programmazione in tandem del Cluster vede in campo oltre alla Sardegna altre10 regioni italiane, hanno già cominciato a operare insieme aziende, atenei, enti pubblici. E l’appuntamento di ieri, come ha messo in luce l’amministratore unico di Porto Conte Sergio Uzzau, è servito appunto a uno scopo preciso: «far conoscere le strategie del Cluster agrifood in atto e accelerare nelle imprese i processi di collaborazione con le istituzioni per la ricerca».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Sardegna
interventi di mastino e fadda
«Ruolo chiave anche per le due università»
 
Che nella partita le università sarde possano svolgere un ruolo chiave lo hanno sottolineato chiare lettere il rettore dell’ateneo di Sassari e il prorettore di Cagliari. Da storico, Attilio Mastino, dopo un breve excursus ha spiegato: «Nel’agro-zootecnia c’è uno spazio di crescita sconfinato: e in questo settore strategico - con un recupero di energie giovanili nella filiera di olio, vino, grano, latte e formaggi - l’università turritana può e deve contribuire allo sviluppo del territorio». Ingegnere dei trasporti, il prorettore dell’ateneo di Cagliari Paolo Fadda, ha sostenuto «la necessità di vincere l’atavica resistenza verso l’individualismo e l’isolamento». «Dobbiamo fare squadra per essere competitivi, senza disperdere le risorse e doppiare i servizi», ha aggiunto nel suo intervento a Porto Conte.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cultura-Spettacoli
L’OPINIONE
I politici sardi devono confrontarsi con l’Europa
Continuità, energia, aiuti di Stato, questioni agricole: l’Ue è decisiva su questi temi ma in Consiglio regionale non si è mai tenuta “una sessione europea”
di PAOLO FOIS
 
Negli ultimi cinque anni la Sardegna ha dovuto fare i conti con una serie di vertenze che, se risolte in modo conveniente, avrebbero potuto attutire gli effetti della crisi economica che così profondamente la colpisce. Continuità territoriale marittima e caro traghetti, costo dell'energia e crisi dell'Alcoa, emarginazione delle imprese sarde dalle gare d'appalto di maggior rilievo, aiuti di Stato e caso Eurallumina, valorizzazione dei prodotti agricoli mediterranei, promozione di una crescita economica rispettosa dell'ambiente: sono queste alcune delle vertenze tuttora aperte per la cui soluzione è giocoforza misurarsi con l'Unione europea, tenuto conto dell'influenza determinante che su tali vertenze esercitano le regole comunitarie oggi in vigore. Nei confronti di questo scomodo convitato di pietra, la circostanza che nessuna iniziativa di un qualche rilievo sia stata avviata dalla Regione non costituisce purtroppo l'aspetto maggiormente negativo: il più delle volte, infatti, è mancata addirittura la consapevolezza del fatto che le vertenze in questione non avrebbero potuto essere risolte senza prima dialogare con le istituzioni di Bruxelles nel modo giusto e con le opportune alleanze, nel quadro di una strategia complessiva da definire con cura e da applicare coerentemente. A voler parlare chiaro, dell'esistenza di una simile strategia non c'è la benché minima traccia. Basti considerare che non è stata mai data attuazione alla norma contenuta in una legge del giugno 2010, in base alla quale la Giunta avrebbe dovuto trasmettere ogni anno al Consiglio regionale, per una "apposita sessione europea", una relazione contenente, fra l'altro, indicazioni circa gli orientamenti complessivi della Regione nei confronti di "ciascuna politica dell'Unione europea". Qualcuno potrebbe a questo punto osservare che negli ultimi mesi, almeno su una questione – quella relativa all'istituzione della zona franca – si è tenuto conto delle competenze ormai spettanti all'Unione. Se da tale affermazione si volesse far discendere la conseguenza che, in questo pur circoscritto ambito, la Giunta regionale si è mossa nella giusta direzione, saremmo allora assai lontani dalla realtà. Tralasciando i passi falsi compiuti sul piano procedurale (si pensi alla lettera inviata dal Presidente Cappellacci nel febbraio dello scorso anno direttamente alla Commissione europea, senza alcun coinvolgimento dello Stato), conviene chiedersi quali prospettive di successo possa avere un negoziato, unilateralmente impostato sulla perentoria rivendicazione di "un diritto" alla zona franca integrale, che per contro nessuna norma dell'Unione, lo si voglia o no, oggi ci riconosce. Prospettive che d'altra parte si riducono ulteriormente e considerevolmente quando una tale posizione venga assunta isolatamente da una Giunta regionale che si è guardata bene dal fare fronte comune, in nome dell'insularità, con le altre regioni insulari. In presenza di un bilancio nient'affatto lusinghiero della passata azione della Regione sul piano europeo, va ad ogni costo evitato che nella prossima legislatura regionale possano ripetersi le stesse carenze e gli stessi errori. Con un'Europa il cui baricentro si allontana dal Mediterraneo, e nella quale le pressioni per imporre nuove regole del gioco si moltiplicano e si rafforzano, non c'è più posto per approssimazioni e dilettantismi. Possiamo allora attenderci dai candidati, e dai loro programmi, precise e convincenti indicazioni circa le prospettive concrete di un cambio di rotta radicale anche nella politica da seguire nelle questioni che coinvolgono l'Europa?
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Sassari
Elleuno: l’Aou vince anche il ricorso al consiglio di Stato
 
SASSARI Il Consiglio di Stato ha respinto, con sentenza del 9 gennaio scorso, il ricorso presentato dalla Cooperativa Sociale Elleuno contro l'Aou di Sassari, riconoscendo la correttezza delle procedure seguite per la gara d'appalto impugnata dal ricorrente e condannando quest'ultimo al risarcimento delle spese. Un pronunciamento che è stato accolto con grande soddisfazione dalla direzione della Aou sassarese. «Attendevamo con fiducia la sentenza perché consapevoli di aver lavorato bene e nel rispetto della normativa», hanno dichiarato il direttore generale Alessandro Cattani, il direttore amministrativo Lorenzo Moretti e il direttore sanitarioMario Manca. La cooperativa Elleuno aveva impugnato dinanzi al Consiglio di Stato, ultimo grado di giudizio amministrativo, la sentenza del Tar della Regione Sardegna che nel maggio del 2013 si era già pronunciato a favore dell'operato della Aou che, nel dicembre del 2012, aveva deliberato l'aggiudicazione definitiva della fornitura del servizio di supporto assistenziale presso i reparti delle strutture aziendali, assegnando il servizio alla Seriana 2000. Una aggiudicazione che, ricorda l’Azienda ospedaliero-universitaria, ha consentito un risparmio pari a circa 945 mila euro in 5 anni e che ha previsto l'assorbimento dei lavoratori che già prestavano servizio per la Elleuno, che ha gestito precedentemente il servizio. Il nuovo appalto, infatti, aveva previsto che fra i 70 dipendenti di cui la ditta aggiudicatrice si avvale, rientrassero i lavoratori che prestavano servizio per la Elleuno.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
UNIVERSITÀ
Ricerca desertificazione, l’Ateneo nel network
 
SASSARI Il Nucleo ricerca desertificazione dell'Università, diretto da Pier Paolo Roggero del Dipartimento di Agraria, è recentemente stato accettato come full member del Global Network of Dryland Research Institutes - Gndri, coordinato da Norbert Jürgens dell'Università di Amburgo. L’organismo accoglie istituti di ricerca di elevato profilo scientifico impegnati nello studio delle zone aride e si propone di promuovere l'interazione tra le istituzioni, al fine di incrementarne la cooperazione e di favorire la nascita di sinergie tra ricerca, didattica e alta formazione. Tra gli obiettivi dichiarati del network rientra anche il rafforzamento dell'impegno per un uso sostenibile delle zone aride della terra. Nrd è l'unica istituzione italiana appartenente alla Gnrdi, composta attualmente da 15 istituzioni full member. L'ammissione è frutto del gioco di squadra tra ricercatori, project managers, tecnici e amministrativi del Centro Nrd che si è tradotto in alta qualità della produzione scientifica su zone aride e lotta alla desertificazione nel contesto di una "mission" tematica pienamente rispondente al profilo richiesto ai membri aderenti al Gndri. L'importante riconoscimento ottenuto dal gruppo di ricerca dell'Ateneo di Sassari acquista un valore particolare alla luce dell'accordo firmato di recente tra Gndri, World Overview of Conservation Approaches and Technologies -Wocat, diretto da Haspeter Liniger e DesertNet International - Dni, presieduto da Giuseppe Enne, già docente dell'Università di Sassari e presidente del Comitato scientifico Nrd e gestito da Chiara Zanolla dello stesso centro. Le tre organizzazioni rappresentano i tre principali network di ricerca globali impegnati nello studio delle terre aride e della desertificazione. Si propongono unitariamente come "network of networks" (rete delle reti) di riferimento scientifico per la nuova strategia di intermediazione tra scienza e politica della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione.

Questionario e social

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