Sabato 18 gennaio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 gennaio 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 45 - Edizione CA)
Contu, il patriarca generoso
L’omaggio del rettore Mastino al decano degli archeologi
Oggi compie 90 anni lo scopritore di Monte d’Accoddi e dell’ara di Bubastis
 
Oggi Ercole Contu, il decano degli archeologi sardi, professore di Antichità Sarde, compie 90 anni: la circostanza è insieme un momento di festa ma anche l’occasione per tracciare il bilancio di una attività scientifica nel campo della preistoria e della protostoria del Mediterraneo che è stata lunga, fruttuosa, ricca di risultati. Le Soprintendenze, le Università, gli allievi, gli studenti troveranno il modo per rendere omaggio ad un grande maestro dell’archeologia isolana, a colui che come Soprintendente prima, come docente poi, ha rinnovato profondamente l’orizzonte degli studi, in accordo oppure talora in aperta polemica con Giovanni Lilliu.
In realtà gli specialisti di storia romana come me, continuano a collegare il suo nome alla incredibile scoperta dell’ara marmorea della dea egiziana Bubastis, che ci conduce prodigiosamente agli ultimi anni dell’età di Tiberio e consente di seguire le linee del precocissimo confronto in Sardegna fra tradizioni religiose preistoriche locali (documentate nel vicino altare di Monte d’Accoddi scavato da Contu a partire dal 1952 nei terreni di Antonio Segni) e le innovazioni culturali puniche, romane e orientali.
Del resto il primo maestro di Ercole Contu fu un classicista, Ranuccio Bianchi Bandinelli: con lui discusse nel giugno ’48 la tesi di laurea in Lettere a Cagliari, un Saggio di Catalogo Archeologico tra Sarcidano, Barbagia di Seulo e Trexenta. Le prime esplorazioni di Ercole Contu si svolsero in casa, su quegli altipiani tagliati profondamente dalla vallata del Flumendosa, sulla quale si affaccia Villanovatulo, il suo paese: un ambiente ricco di monumenti naturali, ma anche di testimonianze uniche dell’età preistorica. Se è vero che esiste sempre per tutti noi al margine dell’orizzonte delle nostre campagne un monumento antico, gravido di leggenda, per Ercole Contu, fin da bambino, questo fu la cima del Monte di Santa Vittoria, che chiudeva l’orizzonte: dal paese amato, Contu poteva osservare la vetta di Cuccureddì, dove la tradizione narrava i misteri della Domu de Orgìa, la casa della maga distrutta dal dolore per la perdita dei figli e fu così che l’archeologo in erba, salito in cima al monte di Esterzili, vi scoprì un misterioso “tempietto a mègaron”, oggetto del primo articolo pubblicato nel 1948, ormai più di sessanta anni fa.
Con la tesi di laurea era iniziato un progetto ambizioso, che sarebbe stato portato avanti dalle due Università sarde: la schedatura scientifica del patrimonio archeologico dell’intera Sardegna, attuata per piccole porzioni di territorio delimitate dalle tavolette al 25.000 della carta topografica d’Italia dell’IGM. La redazione di una tesi di catalogo archeologico era, per quegli anni, impresa notevole: si trattava di battere in lungo e in largo un territorio aspro e privo di vie di comunicazione, ricorrendo spesso all’ospitalità di pastori.
Dopo le esperienze nell’Università di Cagliari e a Bologna, diplomatosi con Doro Levi alla Scuola Archeologica di Atene, collaborò in Turchia con Salvatore Maria Puglisi, in Sardegna con Gennaro Pesce e Guglielmo Maetzke. È impossibile ricostruire circa sessanta anni di attività archeologica, per il numero impressionante di scavi, scoperte, pubblicazioni, anche sulla preistoria peninsulare villanoviana ma per lo più sulla Sardegna preistorica e nuragica. Dopo gli scavi nel palazzo minoico di Festòs, a Creta, l’esplorazione dello pseudo-Nuraghe Peppe Gallu di Uri; da allora l’Isola fu battuta in lungo ed in largo, dalla Barbagia all’Ogliastra, dal Marghine all’Asinara, dalla Gallura alle Baronie, con puntate anche nel Cagliaritano e nell’Oristanese. Negli anni 60 intraprese per l’Accademia dei Lincei l’indagine che, dopo Monte d’Accoddi, rappresenta la sua ricerca scientifica più importante: la Tomba ipogeica di Santu Pedru ad Alghero.
Seguirono anni di incessanti ricerche, come Ispettore e poi come Soprintendente. Studiò il Nuraghe Santu Antine a Torralba, il villaggio di Palmavera, la necropoli di Anghelu Ruju; scoprì le tombe ipogeiche di Bessude e di Cheremule, i nuraghi La Prisciona, Aleri e Nastasi, la necropoli di Filigosa e il complesso di Tamuli a Macomer.
Dal ’70 Ercole Contu iniziava i corsi di Antichità Sarde nella Facoltà di Magistero dell’Università di Sassari; nel 1975, con la nomina a professore ordinario, si dedicava definitivamente all’insegnamento: per 23 anni ha diretto l’Istituto di Antichità, assistito dagli allievi Peppina Tanda ed Alberto Moravetti. Preside della Facoltà di Magistero tra il 1979 e il 1982, collocato fuori ruolo dal 1994, è andato in pensione nell’ottobre 1997, quando la Facoltà di Lettere volle proporre al Ministro Luigi Berlinguer di dichiararlo docente emerito assieme al collega Massimo Pittau.
In Marocco, in Tunisia, in Corsica, in Sardegna l’ho visto all’opera fin dal 1971 assieme ai suoi allievi: ne ho tratto l’impressione di un uomo buono, nobile, generoso, stimato da tutti, un gentiluomo che è anche un convinto democratico, uno studioso che preferisce discutere e convincere e non vuole imporre agli altri la sua volontà.
La Facoltà di Lettere gli aveva dedicato dieci anni fa (Preside Giuseppe Meloni) un volume di studi in onore che ha rappresentato il coronamento di una carriera scientifica, culminata con i due volumi su La Sardegna preistorica e nuragica, pubblicati dall’Editore Chiarella nel 1997 e dall’Editore Delfino nel 2006, certamente il prodotto più maturo di un ricchissimo percorso scientifico.
Attilio Mastino
Rettore dell’Università di Sassari




LA NUOVA SARDEGNA
 
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
nelle cronache
la relazione
Corte dei conti, fondi agli atenei sotto i riflettori
GRIMALDI A PAGINA 17
 
Al termine degli accertamenti sui finanziamenti regionali al sistema universitario, la sezione di controllo della Corte dei conti contesta gli eccessivi ritardi nella erogazione dei fondi destinati all’ateneo sassarese. Critiche anche alla ripartizione sbilanciata a favore dell’Università di Cagliari.
 
 
 
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Sassari
La Corte dei conti bacchetta la Regione
La Sezione di controllo contesta eccessivi ritardi nella erogazione e una ripartizione “sbilanciata” a favore di Cagliari
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Gravi ritardi nell’erogazione dei fondi, immotivati criteri di ripartizione delle cifre stanziate, scarso interesse da parte della Regione per il controllo sulla rendicontazione delle somme ricevute da parte delle università, mancata predisposizione da parte della Giunta regionale della relazione annuale da presentare al Consiglio sull’effettivo utilizzo delle somme erogate agli atenei, totale assenza di programmazione concertata precedente lo stanziamento o la ripartizione dei fondi. Sono solo alcuni dei rilievi evidenziati nell’Indagine sui finanziamenti della Regione al Sistema universitario regionale (in particolare per quanto riguarda gli esercizi finanziari 2010-2011) redatta dalla Corte dei conti. La Sezione di Controllo per la Regione è infatti intervenuta con una relazione pubblicata da ieri sul sito a firma del magistrato Roberto Angioni. Una sequela di osservazioni da cui l’assessorato all’Istruzione non esce benissimo. In particolare perché i finanziamenti per la didattica, per la ricerca scientifica e per l’innovazione tecnologica sono arrivati così in ritardo «da risultare incompatibili con le necessità di sviluppo del settore e di una ordinata e attendibile programmazione delle attività universitarie finanziate dalle risorse regionali». Ritardi addebitabili secondo la Corte dei conti alla complessità del procedimento disegnato dalla normativa vigente. Una situazione aggravata dal quadro generale di riduzione drastica dei fondi stanziati dal ministero per il Funzionamento ordinario di ateneo. Basti pensare che l’università di Sassari ha visto diminuire il proprio fondo del 14 per cento dal 2009 a oggi. «In tale contesto – si legge nella relazione – le risorse erogate dalla Regione secondo una Convenzione triennale firmata con i due atenei, costituiscono un’importantissima fonte di finanziamento che, se non in grado di sostituire i finanziamenti ordinari dello Stato, certamente li integrano in consistente misura, assumendo un ruolo determinante sotto il profilo dell’equilibrio dei bilanci universitari e, operativamente, sotto il profilo dell’offerta formativa rivolta alla popolazione studentesca». Ecco perché secondo i magistrati contabili diventano rilevanti le modalità di erogazione dei fondi. Tra le principali critiche presenti nella relazione la ripartizione delle cifre tra le due università sarde considerata fortemente sbilanciata. «La legge regionale finanziaria per l’anno 2010 (L.R. 28 dicembre 2009 n. 5) ha stanziato un importo complessivo di 19 milioni di euro per gli interventi regionali in favore delle due università. Secondo i criteri fissati dal Comitato Paritetico istituito dalla legge 26/1996 (e che invece risulta esautorato dalla Convenzione 2012-2014), tali risorse sono state attribuite all’università di Cagliari nella misura percentuale del 65% e all’università di Sassari nella restante misura del 35%. «Il criterio di ripartizione corrisponderebbe, a quanto si legge nella deliberazione della Giunta n.9/56 del 23.2.2012 alla popolazione universitaria. In verità la Convenzione non effettua alcun riferimento alla popolazione universitaria, né, tanto meno, prevede di dividere le risorse regionali mediante tale criterio». Per quanto riguarda i ritardi nell’erogazione dei fondi, infine, la relazione pone l’accento sul fatto che non sono stati ancora trasferiti i finanziamenti relativi al 2011.
 
 
 
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Sassari
i numeri
La crisi ha tagliato le risorse pubbliche
 
Per il settore universitario negli ultimi anni si è assistito ad una consistente riduzione del Fondo per il Finanziamento Ordinario. Per l’università di Sassari il Ffo è passato dagli 80.505.935 euro del 2009 ai 72.986.652 del 2012, con una proiezione per il 2013 corrispondente all’importo di euro 69.337.319,40. Si tratta di una riduzione pari a circa il 9,1% nel passaggio dagli stanziamenti 2009 a quelli 2012, con un aumento della percentuale a circa 14% rispetto al 2009 se raffrontato con la proiezione del 2013. Per l’università di Cagliari ciò ha significato, in concreto, una perdita netta del 6% del Ffo relativo al 2010 rispetto all’importo del 2009. Nel 2011 la percentuale di riduzione è stata del 4,27% con un esito finale che vede il Fondo ridursi dai 136.424.138 del 2009 ai 121.690.516 euro del 2012 (dato provvisorio).
 
 
 
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Sassari
Mastino: «Bilancio in pari grazie alle tasse»
I rettori dei due atenei sardi hanno replicato alle osservazioni contenute nella relazione dei giudici
 
SASSARI Al “recapito” delle osservazioni della Corte dei Conti è seguita, il 18 dicembre del 2013, un’adunanza pubblica alla quale hanno partecipato le parti chiamate in causa dalla relazione, ossia la direzione dell’assessorato regionale all’Istruzione e i rettori delle due università sarde. Il direttore generale Francesco Sanna ha affermato che «l’assenza della fase programmatoria è stata superata dal rispetto dei contenuti del piano triennale regolante i rapporti Regione/Università. Quanto al ritardo nei pagamenti è dovuto alla continua rimodulazione del platfond disponibile, che non consentiva nemmeno allo stesso assessorato di poter fare affidamento sull’esatto ammontare delle risorse disponibili e comunque dalla ridotta disponibilità delle risorse». Il rettore di Cagliari Giovanni Melis ha rimarcato che «a partire del 2009 gli atenei hanno scontato il ridimensionamento dei finanziamenti e il turn-over del personale per ragioni connesse alla crisi economica. Il rettore dell’università di Sassari, Attilio Mastino, ha riferito che l’indebitamento dell’università si è notevolmente ridotto nel corso degli ultimi esercizi, mentre risultati non positivi hanno riguardato il rapporto tra il Ffo e le spese del personale. In tale ottica il finanziamento regionale ha assunto una funzione essenziale per garantire la gestione dell’ateneo. Solamente grazie alle tasse universitarie si prevede di assicurare nel 2014 il pareggio di bilancio. (g.g.)
 
 
 
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Sassari
MOBILITÁ STUDENTESCA
Primo posto in Italia per il finanziamento Erasmus
 
SASSARI L’università di Sassari conquista ancora una volta il primo posto tra gli atenei italiani per il cofinanziamento straordinario nazionale per il programma Erasmus Placement: per il prossimo anno accademico, sulla base delle performance degli ultimi tre anni, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha infatti assegnato all’università di Sassari un finanziamento di 386mila euro (+40% rispetto all’anno precedente). Un risultato che consente all’ateneo di precedere di gran lunga tutte le altre università italiane, comprese le sedi di Pisa, Firenze, Bologna e Padova, e che vede premiati i notevoli sforzi profusi dall’afteneo per qualificare e potenziare tutte le attività formative legate alle mobilità internazionali studentesche. Negli ultimi cinque anni il numero degli studenti che annualmente hanno usufruito di borse Erasmus per tirocini all’estero si è quasi triplicato. Grazie ai finanziamenti europei e ministeriali ottenuti dall’ateneo si è infatti passati dagli 88 tirocinanti Erasmus del 2008-09 ai 224 del 2012-13. Si tratta di un numero cospicuo di studenti che, selezionati da tutti i corsi di laurea, di master, di specializzazione e di dottorato, spesso dopo aver fatto un’altra esperienza all’estero con la borsa Erasmus for study, hanno avuto la possibilità di usufruire di un ulteriore periodo di formazione, in media fra i tre e i sei mesi, presso un’impresa, un’istituzione, un ente di ricerca, uno studio professionale di un altro paese europeo. Parallelamente, anche per quanto riguarda il finanziamento ordinario per tutte le mobilità Erasmus, l’università di Sassari, con un’assegnazione di 289mila euro ha ottenuto dal Miur un contributo tra i più alti fra quelli concessi alle università italiane, confermandosi in questo settore estremamente competitiva.
 
 
 
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Sassari
Martedì sarà inaugurato l’incubatore d’impresa
 
SASSARI Martedì alle 11,30 in via Rockefeller 54, il rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino inaugurerà l’incubatore d’impresa dell’ateneo cittadino. L’incubatore universitario, rivolto prevalentemente ai futuri imprenditori e alle imprese già costituite provenienti dall’attività di ricerca dell’università, è aperto a tutti i gruppi di persone con idee ad alto contenuto tecnologico. Grazie alla sua azione sarà favorito l’incontro e lo scambio di conoscenze e competenze e verrà rafforzato il circuito virtuoso tra apprendimento, ricerca, innovazione e impresa necessario allo sviluppo del sistema economico territoriale. Realizzato grazie al lavoro svolto dall’Ufficio Trasferimento Tecnologico, l’incubatore è stato finanziato dal Progetto INNOVA.RE. che vede coinvolti l’università di Sassari, l’università di Cagliari e Sardegna Ricerche nella creazione e sviluppo della Rete Regionale per l’Innovazione. I locali sono ampi e colorati, divisi in moduli per l’incubazione di 8 imprese, e dispongono di attrezzature informatiche e servizi di uso comune, di una sala riunioni, due sale per formazione, spazi di pre-incubazione e co-working per un totale di 450 metri quadri.
 
 
 
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Sassari
L’ACCORDO
Dopo Scienze anche Agraria passa al riscaldamento a gas
 
SASSARI L’università continua il lento passaggio al gas di città delle sue facoltà. Dopo Scienze di via Muroni, è stato infatti attivato il secondo impianto a gas nella Facoltà di Agraria in viale Italia. Un impianto di potenza termica di circa 2 Megawatt ( 2 caldaie da 950 Kw l’una). Al nuovo allaccio si è arrivati dopo che gli uffici tecnici dell’università hanno espresso un giudizio positivo sui benefici, sia economici, che funzionali dell’aria propanata distribuita, in esclusiva sul territorio cittadino, da Medea. Per la trasformazione della caldaia dell’edificio di viale Italia, oltre ad attendere la sperimentazione su costi e benefici, messa in atto nel primo intervento, si è potuto operare solo dopo il benestare del Comando dei vigili del fuoco, che ha esaminato e dato il via al progetto presentato. L’accordo per la trasformazione dell’alimentazione delle Centrali termiche del patrimonio immobiliare dell’Università sassarese era stato deciso nel giugno scorso, nel corso di un incontro tra il rettore Attilio Mastino e i vertici di Medea.
  
 
  
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
UNIVERSITA’
Convegno per discutere sugli spazi pubblici della città
 
SASSARI Il volume “Pratiche sociali di città pubblica” (Laterza, 2013), curato da Antonietta Mazzette, sarà il punto di partenza e lo spunto del convegno dal titolo “Dove ci incontriamo?” in programma lunedì alle ore 16 nell’aula magna dell’Università. «L’obiettivo dell’iniziativa – si legge in una nota – è discutere sugli spazi pubblici della città, sulla loro qualità, il loro utilizzo, su chi accede e chi viene escluso». Di questi temi si occupa il volume “Pratiche sociali di città pubblica”, che verrà presentato nel corso del convegno. Gli studenti del corso magistrale di Analisi delle politiche urbane (PolComIng) apriranno i lavori e saranno protagonisti dell’iniziativa con la proiezione di un video sugli spazi pubblici di Sassari realizzato nel mese di Ottobre. Seguiranno una serie di interventi sui temi illustrati nel volume, che raccoglie i risultati di una ricerca nazionale finanziata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e che ha riguardato alcuni spazi urbani di città italiane (Sassari, Torino, Milano, Genova, Bologna, Perugia e Bari). L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’informazione (PolComIng) e dalla Scuola di Dottorato in Scienze Sociali. Dopo i saluti del Rettore dell’Università, Attilio Mastino, sono previsti gli interventi di Mario Boffi e Matteo Colleoni (Università Bicocca di Milano), Fabrizio Bottini (Politecnico di Milano), Roberto Segatori (Università di Perugia) e Camillo Tidore (Università di Sassari). Le conclusioni saranno affidate ad Antonietta Mazzette, direttrice PolComIng e l’incontro sarà moderato da Giacomo Mameli.
 
 
  
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 39 - Sassari
ARCHITETTURA
In Finanziaria 900mila euro per la facoltà
 
ALGHERO Un ordine del giorno presentato dal consigliere regionale Pietrino Fois, presidente della commissione Bilancio, è stato approvato nel corso della seduta che ha proceduto al via libera della Finanziaria regionale. Si tratta di un provvedimento che impegna la giunta e l’assessore alla Pubblica Istruzione a disporre all’Università di Sassari una quota annua non inferiore a 300.000 euro per il funzionamento della propria facoltà di architettura con sede ad Alghero. Si tratta di un intervento, previsto per la durata di tre anni e quindi ammontante a 900 mila euro, che, come ha sottolineato lo stesso rettore Attilio Mastino, aiuta a risolvere una serie di problemi di ordine finanziario che stavano determinando non poche difficoltà nella gestione ordinaria della facoltà. L’ordine del giorno di Fois è stato condiviso dall’aula ed è passato con il voto unanime dei consiglieri presenti.(g.o.)
 

 
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 44 - Cultura-Spettacoli
Il lungo viaggio di Ercole Contu nel passato dei sardi
Oggi i 90 anni del decano degli archeologi della Sardegna
Si deve a lui la scoperta dell’altare di Monte d’Accoddi
di Alberto Moravetti
 
Oggi Ercole Contu, professore emerito di Antichità sarde nell’Università di Sassari, compie 90 anni, dopo una lunga carriera ricca di scoperte. Autore di studi fondamentali per la conoscenza del passato remoto della nostra isola, Ercole Contu è nato il 18 gennaio del 1924 a Villanovatulo nel Sarcidano: il suo destino è quindi segnato, e comincia giovanissimo a compiere le prime esplorazioni sugli altipiani tra Orroli ed Esterzili. Sono sue scoperte, infatti, il poderoso nuraghe Arrubiu (il “gigante rosso”) e lo straordinario tempio nuragico di Domu de Orgìa. Studia Lettere classiche all’Università di Cagliari, dove si laurea nel giugno 1948 con Giovanni Lilliu con una tesi su un’area archeologica di 200 chilometri quadrati attorno a Villanovatulo, che egli percorre in lungo e in largo schedando e rilevando i tanti monumenti archeologici individuati. Le sue prime pubblicazioni, sulla rivista “Studi Sardi”, riguardarono proprio le sue scoperte del tempietto di Esterzili (1948) e del nuraghe di Orroli (1951). Intanto, già dal 1948, Ranuccio Bianchi Bandinelli lo volle con se come assistente incaricato di Archeologia e storia dell’arte classica presso l’Università di Cagliari. Passato a Bologna, il 1952 è un anno cruciale non solo nella vita di Ercole Contu, ma più in generale per l’archeologia sarda: dietro interessamento dell’allora ministro Antonio Segni è richiamato in Sardegna, presso la Soprintendenza Archeologica di Cagliari retta da Gennaro Pesce, per indagare una strana collina artificiale con filari di pietre affioranti, situata in un terreno di proprietà della famiglia Segni nei dintorni di Sassari. Dopo le iniziali perplessità Ercole Contu si dedica allo scavo con passione ed impegno, portando alla luce, fra il 1952 e il 1958, quello che può considerarsi uno dei monumenti preistorici più significativi del Mediterraneo: l’altare a terrazza di Monte d’Accoddi. Sarà anche grazie a questa straordinaria scoperta che nel 1958 verrà istituita la Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro, retta a Guglielmo Maetzke e di cui Contu, unico ispettore archeologo, sarà il vero motore. Nel 1958 frequenta la prestigiosa Scuola Archeologica Italiana di Atene, diretta da Doro Levi, e partecipa agli scavi del palazzo minoico di Festòs nell’isola di Creta. Tornato a Sassari, Ercole Contu imprime un forte impulso all’attività di ricerca archeologica nell’area centro-settentrionale dell’isola: oltre agli innumerevoli interventi di scavo dettati soprattutto dall’urgenza di porre rimedio a danneggiamenti o scavi clandestini, si portano avanti le ricerche sistematiche in vari siti già noti – Nuraghe di Santu Antine a Torralba, villaggio di Palmavera e Necropoli di Anghelu Ruju ad Alghero – ed in altri inediti, la cui scoperta si deve proprio ad Ercole Contu (le tombe ipogeiche di Enas de Cannuja a Bessude, Brodu di Oniferi e Moseddu di Cheremule, il nuraghe La Prisciona di Arzachena, i nuraghi Aleri e Nastasi a Tertenia, la necropoli ipogeica di Filigosa e la tomba di giganti di Tamuli a Macomer, per citarne solo alcuni). Fra gli scavi di questi anni, merita in particolare menzione quello condotto nella “Tomba dei vasi tetrapodi”, una domus de janas scoperta casualmente in località Santu Pedru (Alghero). Fra il 1966 ed il 1975 è Soprintendente reggente per le province di Sassari e Nuoro, con periodi di reggenza anche nella Soprintendenza di Cagliari e di Oristano. Dal 1966 al 1973 si dedica con impegno e passione all’allestimento del Museo nazionale “Sanna” di Sassari: un museo per tutti come recitava il titolo del primo Quaderno della collana della Soprintendenza archeologica. Nel 1962 consegue la libera docenza in Paletnologia e, a partire dall’anno 1970 inizia i corsi di Antichità sarde nella neonata Facoltà di Magistero, di cui egli fu uno dei fondatori. Nel 1975, con la nomina a professore ordinario di Antichità sarde, Contu lascia la Soprintendenza archeologica e si dedica definitivamente all’insegnamento, dapprima nella Facoltà di Magistero dove fu Preside ed in seguito in quella di Lettere e Filosofia dove ha fortemente incrementato il settore archeologico creando una scuola nella quale molti si riconoscono. Nell’ambito dell’attività scientifica svolta all’interno dell’Università, Contu ha potuto intensificare i propri studi di carattere generale: notevoli, fra gli altri, un suo saggio sull’età nuragica (1974), un lavoro sul significato della "stele" delle tombe di giganti (1978), uno studio fondamentale sull’architettura nuragica pubblicato nel 1981, e numerosi altri lavori su particolari aspetti della preistoria e protostoria della Sardegna: l’inizio dell’Età Nuragica, l’Età del Rame, l’Antica Età del Bronzo, l’ossidiana, i bronzetti nuragici, fino ad recente articolo sulla genetica dei sardi di età preistorica (2009). La sintesi della sua ricerca scientifica è condensata nei due volumi su “La Sardegna preistorica e nuragica”, pubblicati dall’Editore Chiarella nel 1997-98 e recentemente riediti dalla Delfino. A Contu la città di Sassari deve un Museo archeologico che al tempo della sua inaugurazione, nel 1973, era all’avanguardia per i moderni criteri didattici e per le innovative soluzioni espositive; museo ancora valido, dopo tanti anni, anche se andrà rinnovato soprattutto per quanto riguarda l’immissione dei materiali venuti alla luce in questi ultimi quarant’anni. Studiosi, allievi e quanti amano l’archeologia devono gratitudine ad Ercole Contu per le sue ricerche che hanno fortemente contribuito alla conoscenza delle più antiche vicende della Sardegna.


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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