Martedì 7 gennaio 2014

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 gennaio 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
La scheda
Dalla vertenza sulle entrate alla rottura con la Giunta
 
Sessant’anni il 13 maggio, Francesco Pigliaru è nato a Sassari da famiglia di Barbagia: il padre Antonio, orunese, autore del Codice della vendetta barbaricina, è uno dei massimi intellettuali sardi di sempre. Anche Francesco dedica la vita allo studio, ma in campi diversi: dopo la laurea in Scienze politiche a Sassari si specializza in economia a Milano e Cambridge, insegna a Londra, conquista la cattedra dell’Università di Cagliari dove, dal 2009, è prorettore. Ha anche diretto il Crenos.
Nel 2004 è tra i principali ideatori del programma di Renato Soru, di cui diventa assessore al Bilancio: sarà col governatore il padre della vertenza entrate. Ma rompe con Soru il 28 ottobre 2007, non condividendo l’accentramento della Programmazione nella presidenza: «Troppa discrezionalità nelle mani di una sola persona», scrive nella lettera d’addio. Vicino al Pd, ma da esterno; qualcuno lo accosta a Monti e Ichino, ma in realtà nel 2012 è tra i primi a scegliere Renzi. Ha anche un rapporto di stima con Fabrizio Barca, con cui si è confrontato a settembre a Cagliari in un convegno organizzato dai renziani di Big bang Sardegna. C’era pure Francesco Nicodemo, neo responsabile comunicazione del Pd, che coi renziani cagliaritani avrebbe contribuito a consolidare il nome di Pigliaru anche presso la segreteria nazionale.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 38 - Edizione CA)
Gli specialisti a confronto su nuove strategie anti cancro
Il direttore di Oncologia medica al Policlinico presenta un convegno
 
Del “Tumore del colon retto: dalla prevenzione al supporto”, si parlerà sabato prossimo (ore 9, sala congressi della Cittadella di Monserrato) nel corso di una manifestazione organizzata da Azienda ospedaliera universitaria, Ordine dei medici e Unità operativa complessa di Oncologia medica, diretta da Maria Teresa Ionta.
Cagliaritana, tesi in Medicina interna con Alessandro Mathieu, specializzazione in Oncologia medica a Genova, con Leonardo Santi, Ionta ha iniziato a lavorare al Businco nel ’78: «Era un bellissimo ospedale in piena campagna, sorto nel ’72, pochi anni dopo la nascita dell’Istituto dei tumori di Milano, quando l’Oncologia era ancora considerata una branca secondaria della Medicina interna». Epoca pionieristica, con Alberto Pellegrini, Bruno Massidda, Giorgio Broccia, Vittorio Mascia, Nanni Lusci, Vilma Deplano, Achille Tarquini e tanti altri. Ionta, oncologa per scelta di vita, è stata allieva di Massidda al Businco, ora gli è succeduta al vertice del reparto di Oncologia medica a Monserrato. Ha 43 pubblicazioni scientifiche e una buona rete di relazioni internazionali con centri di eccellenza, 12 in Europa, 3 negli Usa, fra i quali MD Anderson cancer center, di Houston (Texas), specializzato nel carcinoma infiammatorio della mammella. È stata per 8 anni nel direttivo nazionale Aiom (Associazione italiana di Oncologia medica) per la quale coordina un progetto di Master and back che consente a giovani studiosi di fare esperienze all’estero (come i sardi Tonino Muggiano, a Pittsburgh, e Francesca Pruder, a Uppsala).
Fa parte della Commissione regionale screening sul tumore alla mammella: «Un settore, la prevenzione, cui la Regione sta dedicando attenzione e risorse. La gente deve sapere che la diagnosi precoce è un fattore fondamentale per arrivare alla guarigione del tumore. Con una probabilità che, nel caso del colon retto, può arrivare al 95%». Se ne parlerà anche durante il convegno «partendo da casi clinici, gestiti a livello polispecialistico, cui hanno partecipato l’oncologo, il chirurgo, il radioterapista, l’infermiere e il farmacista) ognuno dei quali porterà la propria esperienza, mettendo in evidenza problematiche e criticità sul paziente, soprattutto quando torna a casa e ha solo il supporto del medico di famiglia. Che infatti abbiamo invitato per coinvolgerlo in ogni sessione dei lavori». (l.s.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 38 - Edizione CA)
Tumore al colon, nemico subdolo
Con lo screening è possibile stanarlo e sconfiggerlo
 
È un nemico silente, nasce e si sviluppa nell’intestino: se non lo scopri subito, può causare grossi guai. È il tumore del colon retto, contro il quale combatte una tark force di scienziati in tutto il mondo. Con buoni risultati, se si considera la lieve tendenza alla diminuzione della mortalità registrata anche in Italia. Progressi ottenuti grazie a una sempre maggiore diffusione della diagnosi precoce, frutto dei programmi di screening attuati negli ultimi anni, nella Penisola e in Sardegna. Anche se la copertura regionale arriva al 47,6% della popolazione-target e l’adesione si è fermata al 33,7%. Dato del 2012, rilevato da Maria Teresa Ionta, direttore della Struttura complessa di Oncologia medica del Policlinico universitario di Monserrato, attraverso l’Osservatorio nazionale screening col quale collabora. L’Isola è una delle pochissime regioni nelle quali non esiste il Registro dei tumori, in grado di monitorare queste patologie. Sono invece operativi, anche se coprono solo il 43% della popolazione sarda, i registri di Sassari-Olbia e Nuoro-Ogliastra.
I DATI Il carcinoma del colon retto e uno di quelli che suscita maggiori preoccupazioni. Sempre secondo la rilevazione Ons, nel 2012 in Sardegna ha fatto registrare 1326 nuovi casi: 833 tra i maschi, 493 tra le femmine, con un’incidenza di 70.2 ogni 100 mila abitanti fra i primi e 29.9 fra le seconde. In una ideale classifica generale per incidenza, viene al secondo posto dopo il tumore alla mammella. Se invece si fa riferimento al sesso dei pazienti, un dato in controtendenza rispetto a molte altre regioni italiane lo colloca al primo posto fra i maschi, seguito da quelli a polmone e prostata. «Il trend di incidenza - precisa Ionta - mostra infatti una curva in continua ascesa dal 1970 al 2015. L’incidenza del tumore del colon retto nelle femmine è, viceversa, più bassa rispetto alle altre regioni».
DIFFERENZE DI SESSO Colpisce più gli uomini che le donne, in particolare fra i 50 e i 70 anni. Nel 2012 ha fatto registrare 519 decessi: 318 maschi, 201 femmine. Rappresenta la seconda causa di morte sia per i primi (dopo il tumore al polmone) che per le seconde (dopo quello alla mammella) , «ma dal 2000 in poi, si assiste a una costante riduzione della mortalità in entrambi i sessi (-40%)». Nella maggior parte dei casi, il tumore al colon retto trae origine da un polipo, che impiega dai 10 ai 25 anni per diventare pericoloso. Si sviluppa senza sintomatologia, sino a quando non si manifesta attraverso disturbi nell’andare di corpo, ma soprattutto con la presenza di sangue nelle feci, dolori addominali e anemia.
ORIGINE Riguardo all’origine, ci sono fattori di rischio di tipo alimentare (eccesso di carni rosse, dieta raffinata, zuccheri e insaccati) e metabolico (valori alti di colesterolo, trigliceridi, glicemia e pressione). A questi si aggiungono malattie infiammatorie croniche intestinali, (rettocolite ulcerosa e morbo di Crhon) e fattori genetici ereditari (poliposi di tipo familiare e sindrome di Lync). L’arma principale contro il tumore è la diagnosi precoce, attraverso la ricerca del sangue nelle feci e colonscopia nei casi positivi. Da ripetere a scadenza biennale. Due le tipologie di intervento: asportazione in endoscopia, quando è ancora confinato nel polipo; chirurgia se ha già invaso le pareti del colon. A volte prima, ma anche dopo l’intervento del chirurgo, si ricorre alla radio-chemioterapia, per evitare recidive.
MORTALITÀ Nonostante questo tipo di neoplasia sia al secondo posto nella mortalità per tumore (nel 2013, in Italia 20 mila morti, 54% fra gli uomini), sul fronte della sopravvivenza presenta una prognosi favorevole e progressivamente in aumento: dal 50% a 5 anni nei primi anni ’90, al 64% del 2005-2007 nei maschi; al 51 e 63%, negli stessi periodi, fra le femmine. Ionta mette in evidenza numeri che inducono alla speranza. Così sono oggi in Italia 300 mila le persone ancora vive dopo una diagnosi di carcinoma del colon retto: e per il 16% sono già trascorsi 15 anni da quando fu individuata la malattia.
Lucio Salis
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Cultura-Spettacoli
verso il voto/1
Pigliaru, una scelta che indica una direzione
L’esperienza del candidato nella “progettazione integrata”e i principi di rigore della spesa pubblica: ecco i veri punti di forza
di LUCIANO MARROCU
 
Saranno gli elettori a dire se la scelta del Pd di candidare Francesco Pigliaru alla presidenza della Regione è una scelta giusta. E ancora meglio lo dirà, se Pigliaru dovesse vincere le elezioni, ciò che saprà fare da presidente. Per ora si può solo constatare che questa scelta non solo ha un senso ma anche indica una direzione. Tra il 2004 e il 2006, Pigliaru è stato assessore della Programmazione e del Bilancio della Giunta presieduta da Renato Soru, dopo aver avuto un ruolo di primo piano nella preparazione del programma di "Progetto Sardegna", il gruppo col quale Soru si era presentato alle elezioni. I temi sui quali ha caratterizzato la sua gestione della Programmazione sono stati la "vertenza entrate", che produsse nel 2007 un accordo col Governo per una nuova più favorevole ripartizione delle entrate fiscali. E, negli ultimi mesi del suo assessorato, l’esperienza della "progettazione integrata". Si è trattato di un percorso di programmazione dal basso che ha avuto il merito di coinvolgere circa 15.000 soggetti pubblici e privati in una serie di tavoli, solo alcuni dei quali, tuttavia, hanno prodotto progetti praticabili. Sono state probabilmente le difficoltà di attuazione della "progettazione integrata" ad allontanare Soru da Pigliaru e determinare, di conseguenza, le dimissioni di quest’ultimo. Senza che però venisse meno da parte di Soru il riconoscimento del ruolo sino a quel punto positivo avuto da Pigliaru nella guida del più delicato tra gli assessorati regionali. E, da parte di Pigliaru, il fatto di continuare a sentirsi parte dell’esperienza politica che aveva avuto in Renato Soru il suo elemento di punta. Se Pigliaru non può essere definito un "soriano", non è tanto per gli ovvii differenti punti di vista sulla comune esperienza di governo alla Regione, ma perché simili dichiarazioni di appartenenza non sono nei modi e nello stile di Francesco Pigliaru. Per il resto, le storie che ha da raccontare agli elettori sono, principalmente, nei tre anni passati alla Programmazione. I principi di rigore della spesa pubblica sostenuti allora li ha ribaditi recentemente chiedendo, dalle pagine della Nuova Sardegna, agli allora partecipanti alle primarie del Centrosinistra, un preciso impegno programmatico perché l’amministrazione regionale adottasse rigorosi strumenti di valutazione degli effetti della politica di spesa e partecipasse alla stima dei costi standard da tempo in corso per tutte le regioni a statuto ordinario. Le sue competenze e i suoi studi gli hanno consentito di intervenire sul nodo, tutto politico, della zona franca. Chiarendo che, se essa può avere benefici, ha anche costi. Si tratta insomma di capire, in concreto e non nei modi del vaniloquio demagogico, se i vantaggi per le imprese siano superiori ai costi da sopportare in termini di minori entrate fiscali e dunque di minori servizi finanziati. Comunque la si giudichi nel merito, la candidatura di Pigliaru è una mossa indovinata da parte della direzione regionale del Pd. Quest’ultima ha partecipato con passione, nella sua interezza, a una scelta che non può essere rubricata come frutto di un accordo ristretto tra pochissimi dirigenti. E’ un partito, il Pd sardo che, nelle ultime complesse e di sicuro dolorose vicende, ha saputo ritrovare compostezza e senso di responsabilità. Sono gli organi dirigenti di questo partito che hanno deciso la candidatura di Pigliaru. Non gli accordi tra correnti, non la segreteria nazionale da Firenze, non "i capibastone", non i mini notabili.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Attualita
Unità primo obiettivo «Solo insieme possiamo vincere»
Discorso da leader: difesa del lavoro e tutela delle coste «Futuro di speranza per i giovani, pari opportunità per tutti»
 
ORISTANO Difesa della legge salvacoste. Promozione di pari opportunità. Sviluppo del lavoro e della capacità di fare impresa. Diritto dei giovani sardi a nuove speranze per il futuro. Se per ora non è ancora entrato nei dettagli precisi del suo programma di governo per l’isola, Francesco Pigliaru ha comunque spiegato molto bene lungo quale orizzonte intende muoversi. Prospettive per l’isola. «Non partiamo da zero. Partiamo dalle esperienze del Pd, luogo di grandi idee e grandi speranze. Dobbiamo mettere in fila con attenzione tutto ciò che è stato fatto anche dai candidati alle primarie e dall’esperienza di un governo regionale di centrosinistra, che ha realizzato interventi importanti. Mi riferisco per esempio al Piano paesaggistico regionale. Un grande dono. Una struttura immateriale di cui l’isola aveva estremo bisogno. Che è ancora in essere, a resistere agli attacchi del centrodestra, e che è nostro dovere difendere sino in fondo». Pari opportunità. «Senza, non c’è alcuna possibilità di fare un discorso di sinistra: è proprio questa la caratteristica principale della parte politica nella quale ci riconosciamo. E ciò significa avere una scuola che funziona in un quadro dove ancora oggi il reddito condiziona pesantemente il destino delle famiglie. Ecco perché sotto questo profilo dobbiamo lavorare molto velocemente per rafforzare la nostra capacità di essere credibili attraverso proposte concrete». Il lavoro tema essenziale.«L’occupazione viene creata dalla capacità di fare impresa, di stare nel mondo con intelligenza. Per questo dobbiamo realizzare una condizione nella quale l’isola diventi una terra dove si può "fare" molto più facilmente di oggi. E questo vuol dire risolvere i problemi delle infrastrutture di ogni genere, a cominciare dai trasporti». I vantaggi fiscali. «Quando ci riferiamo alla zona franca, forse dovremmo parlare di zona franca... da una cattiva burocrazia. Che cosa impedisce che la Sardegna diventi la frontiera per queste cose? Non ce lo vieta nessuno. E allora nei prossimi giorni dobbiamo saper dire che bisogna gestire l’emergenza guardando al futuro. E noi sul punto abbiamo idee precise, gli altri no». La coesione interna. «Da persona che in questi anni non ha partecipato attivamente giorno per giorno alla vita del partito, sento il peso della responsabilità che mi viene affidata. La mia intenzione è quella di fare regìa, ma di essere apertissimo: per cercare di prendere tutto il meglio che c’è nel partito, ed è molto. Nessuna intenzione professorale o di una tecnicità che sia cieca verso l’importante ruolo della politica e del consenso. Certamente, su quest’aspetto ho da imparare. Ritengo però che avrò molto aiuto e bravi insegnanti. In poche parole dico a tutti: io da solo posso fare poco, insieme possiamo fare moltissimo per vincere». (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Attualita
chi è/l’economista sassarese padre del master and back
In giunta per due anni, poi lasciò in polemica col patron di Tiscali
 
Prorettore per la ricerca nell’ateneo di Cagliari, l’economista sassarese Francesco Pigliaru è nato 59 anni fa e per 2 è stato assessore alla Programmazione nella giunta Soru. Contributo determinante, il suo, per l’ideazione del Master and Back (il progetto prevede che i giovani abbiano la possibilità di svolgere la formazione post laurea in un’università estera o della penisola per poi rientrare con un contratto di collaborazione in aziende o enti). Della necessità di un periodo fuori dalla Sardegna, Pigliaru è sempre convinto, come testimoniano ex studenti che a suo tempo si sono sentiti consigliare di proseguire l’iter universitario al di là del mare. Lui stesso ha lavorato in prestigiose istituzioni accademiche internazionali come la Cambridge University. L’economista è stato assessore sino al 2006, quando ha lasciato l’incarico in maniera polemica con Soru. E il vecchio strappo con il patron di Tiscali oggi ha addirittura fatto temere la bocciatura della sua candidatura da parte dell’ala soriana del partito. Sposato con Adriana Di Liberto, ricercatrice dell’università di Cagliari con PhD a Londra, e padre di un figlio, Pigliaru è figlio di Antonio, il grande antropologo autore dell’opera "La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico”. Sul suo profilo di Fb figura una foto di Mandela. Sempre su internet il candidato del Pd rivela di tifare per la Juve e di preferire Elisa tra le cantanti.

Questionario e social

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