UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 11 dicembre 2013

Mercoledì 11 dicembre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 dicembre 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 58 - Edizione CA)
Commenti
I trattamenti di fine vita
Anche in Italia, finalmente, si apre il dibattito
 
Anche se in notevole ritardo, ma tutto sommato in linea con altri Paesi occidentali, è cominciato in Italia un dibattito in punta di piedi su un argomento che è invece di devastante attualità: quello dei trattamenti di fine vita. Non sorprende che il generale atteggiamento della società e perfino dei politici e della classe medica sia colto da afasia quando sono chiamati ad articolare delle proposte sulla gestione di questi argomenti.
Stiamo parlando di tutte quelle malattie non tumorali che hanno raggiunto uno stato di cronicità irreversibile e che, uscite dalla fase di remissione di malattia sono entrati nella fase di assistenza-dipendenza. In pratica tutte le malattie neurodegenerative, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson terminale (chi non ricorda gli ultimi tempi del vecchio Papa?), malattie epatiche, metaboliche, cardiologiche ed altre per le quali la medicina moderna ha assicurato per un tempo di solito lungo un equilibrio con un tenore di vita decorosamente sopportabile e che adesso necessitano di supporti farmacologici e di potenziale umano notevoli.
Stiamo parlando di patologie diffusissime (il 35% degli anziani oltre gli 85 anni mostrano importanti deficit cognitivi e necessitano di questi supporti) che stanno investendo società in media impreparate ed impaurite al solo parlare di questi argomenti.
Esaminando a mente fredda il problema si tratta di ottimizzare, tra le cifre bilanciate nella sanità pubblica, una parte da allocare nel trattamento di tali problemi.
Dobbiamo essere crudamente consci che ogni ideologia antica o moderna produce “eccessi veritativi” che tracimano dal solco dove solitamente devono scorrere. Nel caso specifico quel tipo di ottimizzazione di risorse che appare come il moderno mantra delle scuole economiche, quando viene riversato nel settore della salute genera uno strabismo tecnologico a spese della gestione delle risorse umane necessarie in questi specifici settori. Nella pratica si ricovera e si sottopone a ricerche sofisticate (TAC, risonanze magnetiche, complessi esami endocrinologici e lunghe registrazioni poligrafiche) il paziente novantenne che potrebbe essere assistito amorevolmente a domicilio.
Si deve procedere a far maturare la società su una cultura di decisioni condivise che evitino indagini costose e futili ed offrano al malato ed alla sua famiglia un tipo di trattamento ritagliato dentro realistiche aspettative etiche e cliniche. Quel che oggi vediamo nei nostri reparti è una straziante presenza di persone in questa condizione che per un malinteso senso di doveri “professionali” e per i limiti di una etica medica dettata da un codice deontologico-legale (eterodiretto) che ha spiazzato quello ontologico-coscienziale (autodiretto), riempie i reparti d'urgenza e preme idealmente verso strutture “finali” rappresentate da residenze sanitarie assistite, case di cura, vari istituti che si incaricano in modo silenzioso ed anonimo di timbrare il cartellino d'uscita.
Guardare serenamente a queste tematiche penso che possa far bene allo spirito e certamente può contribuire ad una migliore utilizzazione della spesa sanitaria. L'humus religioso può senza dubbio alleviare il singolo paziente ed i singoli parenti ma in questo contesto sarebbe preferibile che la solidarietà e la empatia della società riuscisse laicamente a far sentire ai suoi componenti «di avere per Madre almeno la Terra e per Padre almeno l'Universo» come diceva un poeta russo.
Francesco Marrosu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
Partnership con Asso.la.c, Granlatte e Progetto Natura
La 3A di Arborea investe in qualità ed eccellenza
 
Investimenti per 15 milioni di euro, progetti di ricerca nel comparto lattiero-caseario e interventi per la valorizzazione del latte del Sud Italia. Sono i risultati del progetto portato avanti da Filiera AQ, società di servizi nata per iniziativa di quattro importanti cooperative del settore - 3A di Arborea, Asso.la.c., Granlatte, e Progetto Natura - per un totale di 780 aziende agricole coinvolte, con attività in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Il bilancio del progetto è stato presentato ieri dal presidente di “Filiera AQ”, Giampiero Calzolari, nel corso di un incontro al ministero delle Politiche agricole.
IL PROGETTO Finanziato dal ministero guidato da Nunzia De Girolamo, nell'ambito dell'attivazione dei contratti di filiera, il progetto Filiera AQ nasce con l'obiettivo di modernizzare la produzione nelle aziende agro-zootecniche del Mezzogiorno. Gli investimenti realizzati sono stati destinati per 6 milioni a migliorare e modernizzare la produzione di tutte le aziende agricole coinvolte nel progetto, per 1,2 milioni di euro a progetti di ricerca gestiti in collaborazione con Università e Istituti di ricerca e per 8,7 milioni al miglioramento dei siti produttivi delle cooperative coinvolte.
«Ci eravamo dati l'obiettivo di portare l'eccellenza nella filiera lattiero-casearia del Mezzogiorno», ha detto Calzolari, «rendendo sempre più competitivo uno dei settori trainanti dell'economia del Mezzogiorno. Credo di poter dire, dopo le centinaia di azioni messe in campo grazie al nostro progetto e alla collaborazione tra pubblico e privato, che l'obiettivo sia stato pienamente centrato».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
Sassari
Servizi agli studenti disabili
 
Più servizi e assistenza agli studenti disabili dell'Università. Tutto in un blog, creato su iniziativa di alcuni ragazzi, per fornire consulenza sull'accesso ai contributi economici, il servizio offerto dai tutor, informazioni sulla didattica e sui vari percorsi formativi dei corsi di laurea. È una novità del nuovo anno accademico, illustrata nei giorni scorsi da Paolo Enrico, delegato del rettore. Il sito dell'ateneo ospiterà una sezione dedicata a studenti con “Disturbi specifici di apprendimento”. (a. br.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 52 - Edizione CA)
Nuoro si riconcilia con Grazia Deledda
Giornata di studi in suo onore: Marcello Fois ricorda che il romanzo sardo inizia con lei
 
«Sono fieramente un deleddiano perché nuorese…volenti o nolenti rimaniamo sardi ovunque. Su questo credo non ci siano dubbi. Come aveva preconizzato Grazia Deledda, tutti noi dobbiamo e continueremo a dovere alla Sardegna più di quando la Sardegna debba a noi». È il cuore della lectio magistralis tenuta ieri da Marcello Fois su Grazia Deledda, alla manifestazione promossa dall'Istituto Superiore Regionale Etnografico nella Giornata Deleddiana, durante la quale è stato anche presentato un progetto del ministero dell'Istruzione. Per il centenario del romanzo “Canne al vento”, il libro entra nelle scuole italiane: nei prossimi mesi il romanzo sarà oggetto di studio, spunti e approfondimenti da parte degli studenti delle scuole superiori d'Italia. Il prossimo appuntamento è a Nuoro dal 26 al 28 marzo, quando gli studenti si confronteranno in dibattiti e laboratori con studiosi e letterati sul romanzo della Nobel. La Deledda, scrittrice cosmopolita, tradotta in ventun lingue tra cui in cinese, verrà dunque studiata come Manzoni, Pascoli. Il progetto è stato presentato da Elena Centemero, componente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, da Patrizia De Socio del ministero dell'Istruzione e dal docente dell'Università di Sassari Aldo Maria Morace.
La Deledda è l'unica donna ad aver vinto un premio Nobel alla letteratura, un premio che ha un enorme valore, non solo per la Sardegna. «Il rapporto con gli studiosi locali - ha osservato Marcello Fois - è sempre stato di pregiudizio nei confronti della Deledda». «Il romanzo in Sardegna - ha aggiunto - inizia con lei, prima non esisteva. Grazia Deledda sta alla letteratura sarda come Alessandro Manzoni sta a quella italiana». Insomma una pietra miliare che da oltre cent'anni è là, anche se il nuorese (e in generale il sardo) non ha mai visto perché, come ha ancora osservato Fois, «ha sempre avuto il problema di riconoscere nella Deledda quello che eravamo». Lo scrittore l'ha definita una “fenomenologia dell'invidia”, ovvero di colui che preferisce rifugiarsi nella schema banale del folcloristico e cade nel rischio dell'esotico. Insomma, Grazia Deledda ha fatto parlare e ancora farà parlare di sé. «Se saremo capaci di riconciliarci con la scrittrice - ha sottolineato il presidente dell'Isre Bruno Murgia - si potrà costruire un grande marchio, forse sogniamo, ma abbiamo l'ambizione di costruirlo senza precluderci alcun obbiettivo. D'altronde la casa-museo della scrittrice ha un certo fascino e numeri importanti: questo è un messaggio di amore». «È vero che la città ha avuto un atteggiamento di rifiuto e ha voluto ignorare per troppo tempo la Deledda - ha ammesso l'assessore alla Cultura del comune di Nuoro Leonardo Moro - ma il sentimento oggi viene invertito anche dal mondo dell'associazionismo. La Deledda è attuale, oggi più di ieri».
Attualità ricordata anche dalla responsabile del ministero dell'istruzione Patrizia De Socio: «Se ancor oggi si parla di quote rosa non bisogna dimenticare la forza della Deledda, la sua emancipazione intellettuale, quella di una donna nella Sardegna degli anni Venti, della sua libertà morale e individuale».
Fabio Ledda
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 50 - Edizione CA)
Ad Architettura si gela
Lezioni sospese per il freddo, il preside: «Disinteresse»
ALGHERO. Problemi per gli studenti anche nel complesso di Santa Chiara
 
ALGHERO Ancora problemi per gli studenti della facoltà di Architettura che ieri mattina hanno dovuto sospendere le lezioni a causa del freddo. Il trasferimento nel nuovo complesso di Santa Chiara, insomma, non ha risolto le criticità a cui il polo didattico d'eccellenza è sottoposto ormai da anni. «Non vi è disponibilità se non parziale delle aule didattiche (tre soltanto), che non possiamo riscaldare - spiega il direttore del dipartimento Arnaldo Cecchini - che hanno i servizi all'esterno, che ci si impedisce di collegare alla rete. Non si sa quando potremo trasferire la biblioteca, i cui libri sono sottoposti, loro immeritatamente, per dirla con un filosofo tedesco, alla rodente critica dei topi. Insomma un lascito di percorsi incompiuti, di lassismo e di disinteresse, che spesso - aggiunge - viene accolto con favore da funzionari e dirigenti, per così dire, distratti. Domani decideremo se sospendere le lezioni a tempo indeterminato per le classi che svolgono la loro attività al Santa Chiara». L'inaugurazione delle prime tre aule di Architettura nel complesso di Santa Chiara era avvenuta il mese scorso. Un traguardo atteso da parecchio, ma che non risolve i problemi di spazio della facoltà che ancora deve entrare in possesso di altri locali. Complessivamente potrà disporre di sette aule nel complesso di Santa Chiara, più l'utilizzo della biblioteca. ( c. fi. )
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
Presentazioni libri
 
Oggi alle 20 Ottavio Olita ospite della libreria Cyrano di Alghero per presentare “Il Codice Libellula”. Interverranno Cristina Stocchino, Giovanni Manca, Aldo Maria Morace e Attilio Mastino. Presentazione del romanzo di Massimo Spiga “Domani. Cronaca del contagio” (Arkadia) alle 18 alla Biblioteca - mediateca comunale di Monserrato. Con l'autore, Roberto Randaccio.
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Attualita
Stabilità, accordo sulle “pensioni d’oro”
Sospese in caso di stipendio pubblico. Imu scaricata sulla Tasi e pagamento a fine gennaio
 
ROMA Una volta fatto l’accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali esportati illegalmente ci sarà già un fondo ad hoc nel quale raccogliere quanto tornerà da Oltralpe. È questa una delle proposte che dovrebbe ancora arrivare in commissione Bilancio alla Camera firmata dal governo e sulla quale ci sarebbe già l’accordo della maggioranza. I lavori sulla legge di stabilità sono momentaneamente congelati in vista della verifica di governo. Ma si continua a definire su quali punti ci sarà un accordo. Anche perché le proposte di modifica sopravvissute all’ammissibilità sono ancora moltissime e incidono su argomenti di ogni genere. Da quelli più pesanti, come il Fondo per la riduzione delle tasse, fino a microinterventi locali. Fondo sul quale ribadisce una grande attenzione il leader degli industriali, Giorgio Squinzi che chiede di «prevedere l’immediata e automatica destinazione dei proventi della lotta all’evasione alla riduzione della pressione fiscale e, più in particolare, del cuneo fiscale». Un accordo intanto si va delineando sulle pensioni d’oro che verrebbero sospese in caso di stipendio pubblico. Cioè verrebbe introdotto il divieto di cumulo. Su questo molti concordano: Pd-Sel e M5S. E sempre sulle pensioni si va verso l’indicizzazione anche per la quarta fascia (4 volte il minimo) al 95%. In arrivo anche fondi per assunzioni nelle forze dell’ordine mentre per l’Imu si punta a far scaricare dalla Tasi la minirata e il pagamento dovrebbe slittare a fine gennaio. Si lavorerebbe anche al credito di imposta per la ricerca: fra le entrate la web e la Tobin tax. Due entrate sulle quali il governo ha qualche dubbio. Torna in ballo il tema delle spiagge. Tra le opzioni anche la vendita, proposta da Forza Italia. Simile un emendamento di Ncd con la variante che i terreni identificati vengono attribuiti ai proprietari degli stabilimenti balneari con un diritto di superficie di 50 anni. Tema stadi: Forza Italia rilancia il tema della costruzione di nuovi impianti, che darebbe la possibilità di edificare case e uffici anche in zone non limitrofe alle nuove costruzioni. Per quanto riguarda i capitali in Svizzera si prevede il pagamento di una “una tantum” sul capitale, che finirebbe nel Fondo, nonché il versamento di una aliquota annuale da parte delle banche elvetiche, che fungerebbero da sostituti di imposta. Ovviamente l'accordo richiede un trattato bilaterale e una legge del Parlamento.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sardegna
Fondazione Banco: oltre 15 milioni
Valutazioni più rigorose sui progetti con due commissioni. Nel 2013 presentate 1800 richieste
di Chiaramaria Pinna
 
SASSARI Mai più contributi che non siano finalizzati a progetti concreti e che davvero abbiano finalità che ricadono positivamente sulla collettività, perchè sarà difficile da oggi tirare la giacca alla Fondazione del Banco di Sardegna e tentare di strappare denari se non saranno utilizzati per progetti che mirino a dare un apporto alla scienza, alla tecnologia alla cultura o all’arte. E il nuovo corso da quest’anno guarda anche allo sviluppo locale e all’edilizia. Il bando appena pubblicato sul sito della Fondazione è chiaro e i 15milioni e 600 mila euro (contro il 14 dello scorso anno) a disposizione per il 2014 non lasciano spazio a voli pindarici, alla fantasia, alle parole, anche perchè tutte le fondazioni si stanno adeguando alla normativa europea e devono rispondere allo stesso criterio che regola le attività istituzionali, per cui hanno tutti caratteristiche precise. Le richieste dovranno essere inviate dal primo al 31 gennaio prossimo. Ecco come diventa un’impresa ciclopica per i concorrenti aggirare l’ostacolo: Le fasi per la valutazione sono due. La prima sarà l’analisi oggettiva dei progetti, la seconda quella da parte del Consiglio della Fondazione. Sarà la somma dei due punteggi a incasellare nella graduatoria gli aspiranti. L’idea che fosse necessario mettere ordine è diventata vitale per la Fondazione subissata da richieste di ogni genere, dal finanziamento di libri che forse interessavano lo scrittore e quattro amici al bar, che nessuno avrebbe mai pubblicato, agli studi più assurdi quanto inutili, privi di qualsiasi scopo scientifico o sociale, se non quello indicato sulla carta per pura formalità. Non ultimo, fare ordine e mettere paletti, preserverà la salute di chi dovrà valutare le domande. Per avere un’idea, per il 2013 i questuanti sono stati 1800, e il numero lievita di anno in anno. È anche vero che, quella del Banco, è l’unica fondazione presente in Sardegna, per cui l’ingorgo è dovuto anche a questo particolare non trascurabile. Il 60% dei progetti vedrà la partecipazione della Fondazione con altri enti per la realizzazione di programmi che lascino il segno, che incidano sul territorio. Del resto è dalla riforma Tremonti, dagli inizi degli anni 2000, quando le esigenze di contrazione della spesa pubblica imposte dalla Comunità europea obbligavano tagli sostanziali in settori vitali per il Paese (infrastrutture, sanità, scuola e cultura, politiche sociali), che le fondazioni hanno contribuito ampiamente investendo dove necessario compatibilmente con le risorse a disposizione: Non a caso proprio Tremonti aveva inserito la realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità fra i settori di intervento delle fondazioni. Dio sa quanto bisogno ci sia in Sardegna di queste opere.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sardegna
«Con il formaggio all’Expo 2015»
Pulina, preside di Agraria: sarà la carta vincente alla mostra internazionale
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI Sardegna terra dei centenari. Potrebbe essere l'idea giusta per far girare il mondo verso l'isola quando a Milano partirà l'Expo 2015. Sole e mare okay. Ma anche la speranza che con una settimana di vacanza si possa conquistare se non un pezzo di eternità, almeno un pizzico di longevità. E questa è una proposta. Altra arma da giocare? Quella classica: Sardegna agropastorale. «Artigianato e prodotti enogastronomici – ha spiegato Giuseppe Pulina, preside della facoltà di Agraria di Sassari e responsabile della conferenza dei presidi di Agraria di tutta Italia durante un seminario organizzato dal Padiglione Italia in vista dell'evento in programma fra due anni – gli elementi più apprezzati insieme al mare derivano da quel mondo, non c'è dubbio. Il nostro punto di forza dell'export rimane il formaggio. E anche in questo caso il punto di partenza è quel settore. E l'agropastoralismo ha persino modellato il nostro paesaggio di praterie e cespugli». Pronta già una mostra multimediale realizzata nell'isola: Homoagricoltura, dal neolitico al 2050. In ballo ci sono ventidue milioni di visitatori di 140 Paesi che, secondo le prime stime, saranno sotto la Madonnina nel 2015. Con un indotto calcolato da studi della Bocconi in circa 5,2 miliardi. Una fetta vuole prendersela anche la Sardegna. Quanto? «Il nostro obiettivo – ha detto l'assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi – è quello di intercettare il 10 per cento dei visitatori. Ma partiamo anche dal mercato lombardo: siamo a Milano e puntiamo a rafforzare una linea diretta che è un punto di forza di arrivi e presenze in Sardegna». E Mariano Mariani, di Sardegna promozione, ha indicato altri due traguardi. Expo che diventa occasione di export, in primis. Una possibilità per allacciare relazioni che magari possano sfociare in grandi investimenti nell'isola. «Non è una scampagnata – ha detto Aldo Bonomi, direttore dell'istituto di ricerca Aaster – o una Bit: non è solo promoSardegna ma è importante capire se in questo territorio ci sono modelli di sviluppo innovativi e che creino discontinuità con il passato: se la Sardegna diventa punto di riferimento della chimica verde mi interessa molto. Questo perché c'è la discontinuità ad esempio con Ottana, modello di sviluppo del Novecento alle prese evidentemente con molti problemi».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
AULA MAGNA UNIVERSITà
Fini e i vent’anni di Berlusconi
L’ex presidente della Camera presenta il suo ultimo libro
 
SASSARI L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini arriva in città per presentare il suo ultimo volume intitolato “Il Ventennio. Io, Berlusconi e la Destra tradita”, nel quale racconta l’ultimo ventennio della politica italiana. L’appuntamento è per venerdì nell’aula magna dell’università, con inizio alle 17.30. L’iniziativa è organizzata dal corso di laurea in Scienza della Politica e dell’Amministrazione. I lavori, che avranno inizio con i saluti del rettore Mastino, e della direttrice del dipartimento di Scienza politiche Antonietta Mazzette, saranno coordinati da Francesco Soddu, presidente del corso di laurea in Scienza della Politica. Il dibattito sarà aperto da un confronto fra Fini, che ritorna a Sassari, dove nel marzo del 2012, da presidente della Camera, aveva partecipato alle celebrazioni per il 450° anniversario dell’Università, Guido Melis, docente all’Università di Roma ed ex deputato del Pd, e Mario Segni, anch’egli docente universitario a Sassari ed a lungo parlamentare. La discussione sul volume di Gianfranco Fini offrirà l’occasione per un confronto sulla politica nazionale e sugli sconvolgimenti che hanno attraversato lo scacchiere politico, di cui Fini è stato tra i grandi protagonisti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 41 - Cultura-Spettacoli
«Grazia ha inventato un modo nuovo di fare letteratura»
Ottanta anni fa la scrittrice veniva insignita del prestigioso riconoscimento
L’intervento di Marcello Fois ieri a Nuoro per l’evento
di MARCELLO FOIS
 
Il rapporto tra un autore e il suo territorio dipende strettamente da questa forma di tutela o, al contrario, di pregiudizio che gli si forma attorno. Quando l’incomprensione deriva dalla necessità ridimensionante di un apparato culturale che ha più a cuore di apparire allineato, che informante, allora può prendere corpo, come nel caso della Deledda, quel paradosso di autore che viene messo ai margini quanto più si afferma di volercelo togliere. I fiumi d’inchiostro prodotti in Sardegna che la riguardano esprimono in tutto quel sentimento, per noi ahimé non solo letterario di esporre “come trofei le proprie sconfitte”. Una donna scrittrice. All’apparenza la Deledda appare barbaricinamente tenacissima nel suo intento di diventare scrittrice, il che basterebbe da solo a chiarire quale fosse la portata del suo progetto culturale prima che letterario; tuttavia di tale progetto non si fa mai cenno: l’intento deleddiano è definito nell’ambito di una presunta caratterialità livorosa, e virilista, – cardine dell’inganno matriarcale– , della femmina nuorese. Con ammiccamenti malcelati si prospetta un progetto che progetto non è; quasi che una donna che volesse contravvenire al suo destino di serva imperatrice, nemmeno tanto bella, incapace di relazionarsi con la realtà che la circondava, troppo presuntuosa per accettare l’ineluttabile, non avesse altra strada che diventare scrittrice e cioè una che aveva un sacco di tempo da perdere. E che, in questa soluzione parassitaria, avesse trovato persino modo di agire una forma di rivalsa nei confronti di tutti coloro che l’avevano isolata, insultata, fraintesa. Sarebbe a dire mettere in piazza quelle faccende che avevano un significato orale, quindi volatile, quindi emendabile, e renderle scritte, quindi stabili e terrene, quindi inemendabili. I nuoresi sanno che dopo la Deledda non saranno più gli stessi, sanno cioè che l’apparato di storie che li riguardano li porteranno al centro del palcoscenico, li faranno rappresentativi il che sarebbe una manna se potessero controllare in che modo questa rappresentatività viene esercitata. Tuttavia questo controllo non lo possono avere: la letteratura non è la Pro Loco, per quanto spesso, in Sardegna, le due cose si confondano. La critica si adegua. Non si prende la briga di spiegare che la letteratura non ha il dovere della verità e che non è altrettanto consolante come una sfilata in costume dove appariamo sempre belli e azzimati. Tuttavia, peritandosi di dimostrare fino a che punto la Deledda si ponga al centro del dibattito europeo del suo tempo, la fa minuta, inconsapevole, cadetta, eteroformata. Un fenomeno a tenaglia da cui pare impossibile liberarsi. Nessuno che si sforzi di considerare i dati di fatto: Grazia Deledda ha la percezione dei grandissimi e capisce che il suo talento maggiore consiste proprio nel saperlo nutrire quel talento: sa di avere la scrittura in corpo e si impone di capire in che modo possa farla scaturire. La forma romanzo, la narrativa scritta, in Sardegna iniziano con la Deledda. Prima della Deledda esiste un pensiero letterario eteronomo; esiste cioè un modo di scrivere, di pensare la letteratura, ma non esiste un’idea, una concezione “originale” della Sardegna all’interno di quel pensiero e di quell’idea. Sardegna e letteratura. Certo Enrico Costa aveva fatto delle cose straordinarie. Sotto molti aspetti Il muto di Gallura rimane, dal mio punto di vista, uno dei romanzi più belli di quel periodo. Ma Enrico Costa era un autore troppo spinto verso quella che io definirei una sorta di dipendenza da modelli altrui, di giustificazionismo da figlio cadetto, ed anche di una tendenza all’esotismo e al colonialismo accondiscendente, sino alla promozione turistica vera e propria. Lui è il progenitore, peraltro nient’affatto sterile nell’isola, alcuni suoi pronipoti letterari ancora continuano a pubblicare, di quell’idea di Sardegna che del luogo mutua la superficie, ma non la sostanza. E tuttora, l’abbiamo detto, l’accademia locale continua a preferirne l’innocuità. Ecco, la Deledda non ha questo problema. Lei scrive, ma non deve dimostrare nulla. Né, tanto meno, vuole fare anticamera per vagliare il suo patrimonio di storie da raccontare nel setaccio delle storie “raccontabili”. Tutto ciò di cui viene, ancora oggi, incredibilmente, accusata a posteriori l’ha inventato lei: è la Deledda non il deleddismo E’, diventa, un’autrice importante perché, affrancata dal desiderio di assomigliare a categorie altre, lavora per costruirla lei una categoria propria e assolutamente specifica. Si tratta di una scrittrice autodidatta, di una scrittrice che impara scrivendo e leggendo. Il che nella Nùoro a cavallo ra ‘800 e ‘900, ancora arcaicamente prechirografica, non significa quasi mai provenire da una condizione di analfabetismo, a meno che non si voglia, per l'appunto, giudicare un luogo, e la sua cultura, a partire da categorie che non gli appartengono. Le prove della Deledda sono difformi, quanto più diventa matura, tanto più l’intreccio diventa complesso, la scrittura diventa sapiente. Insomma ci sono una serie di questioni che si mettono a punto nel tempo e questo mettere a punto nel tempo specifica un’altra categoria della Deledda come autore a crescere, autore che si pone continuamente dei problemi anche rispetto al mondo contemporaneo e sempre li risolve partendo dal nucleo che conosce, che è quello più importante per lei. Gli autori sardi e la Deledda. Io ho avuto modo di dire in varie occasioni, l’importanza che riveste per me la Deledda e credo che sia l’importanza che debba rivestire per gli autori sardi in generale, sta proprio in questa forma di sistemazione manzoniana della forma romanzo in Sardegna. La Deledda sta alla narrativa sarda, o fatta in Sardegna, o con argomento sardo, esattamente come Manzoni sta alla narrativa italiana. Anche lei progetta e sviluppa un prodotto che è insieme filosofia e linguaggio, tecnica e arte, non è solamente una storia, non è solamente un romanzo ma è il frutto di due spinte potentemente concatenate: quello che si è e quello che si sa. Da sé al lettore, seccamente. (…) A Nuoro la Deledda dovrebbe essere una voce attiva del prodotto interno lordo, senza le riserve di chi si accontenta della celebrazione inevitabile. La sua figura dovrebbe essere affidata a studi coraggiosi, con investimenti importanti che non si risolvano in emolumenti sporadici e spesso casuali (…). Sono un deleddiano, fieramente, perché nuorese, fieramente. Non un deleddista, perché da lei ho imparato un sentimento che è molto casalingo, e che, per quanto mi riguarda, è il nucleo di questa coincidenza tra l’identità letteraria e la mia personale identità geografica e culturale. E cioè l’idea che volenti o nolenti rimaniamo sardi dappertutto. A prescindere da quello che predicano alcuni scrittori e accademici sardi, o pseudo tali, io credo che non ci siano dubbi sul fatto che, come aveva preconizzato la Deledda, tutti continuiamo, e continueremo, a dovere alla Sardegna più di quanto la Sardegna debba a noi.

Questionario e social

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