Lunedì 18 novembre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 novembre 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
La denuncia di Diana (Pd)
Università, tasse in aumento?
 
In Sardegna il decreto Carrozza sulle Università rischia di «minare il diritto allo studio». La ripartizione dei “punti organico”, ovvero i parametri ai quali gli atenei devono attenersi per assumere nuovo personale, «rischia di costringere i rettori di Cagliari e Sassari ad aumentare le tasse», spiega Giampaolo Diana, capogruppo Pd in Consiglio regionale.
Il turnover per il personale universitario è stato fissato al 20% delle risorse recuperate dai pensionamenti dell'anno precedente. Il problema è che i punti, però, vengono determinati in base a un indice che prende in considerazione le tasse universitarie. Il rischio è che vengano aumentate le tasse in modo da ottenere più punti. «Chiediamo che Cappellacci intervenga», conclude Diana. (ma. mad.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Quartu Sant'Elena (Pagina 19 - Edizione CA)
Un museo per i reperti quartesi
Proposta in Consiglio comunale di utilizzare un'ala di Sa Dom'e Farra
 
«A Sa Dom'e Farra un museo archeologico». Sarà discusso domani in Consiglio comunale l'ordine del giorno, presentato dal capogruppo dell'Udc Tonio Pani e sottoscritto dai colleghi di maggioranza, che impegna sindaco e Giunta a utilizzare una parte dell'ex Casa museo di via Eligio Porcu per ospitare i reperti emersi nelle varie campagne di scavo effettuate nel territorio quartese.
«Attualmente tali reperti sono custoditi nel museo archeologico di Cagliari», spiega Pani nell'ordine del giorno: «potrebbero essere collocati in un apposito museo locale e possibilmente, viste le sue caratteristiche, proprio in uno spazio allestito a Sa Dom'e Farra».
Sono in tutto ventinove i siti archeologici che dal dopoguerra a oggi hanno fatto riemergere testimonianza che vanno dalla cultura di Monte Claro all'epoca nuragica. Il maggior studioso del territorio quartese è il professor Enrico Atzeni, l'archeologo che ha riportato alla luce il Nuraghe Diana di Is Mortorius: grazie ai suoi studi è emerso non solo che attorno al monumento megalitico ci fosse un villaggio, ma che la sua posizione strategica sulla costa rappresenta una testimonianza dei contatti con le civiltà d'oltremare. Ceramiche, utensili e quant'altro emerso nelle campagne di scavo è finito nei depositi del Museo archeologico di Cagliari. Sa Dom'e Farra potrebbe ospitarli e valorizzarli.
La vecchia collezione della Casa museo di via Eligio Porcu, sugli oggetti della tradizione contadina campidanese, non corrisponderebbe più a quegli standard di qualità richiesti oggi: così si è espresso l'Istituto superiore etnografico regionale di Nuoro. La struttura è chiusa dal '98, anno in cui era stata acquistata dalla Regione. Di recente è passata in mano al Comune che l'ha ristrutturata: i finanziamenti utilizzati obbligano il rispetto della destinazione a museo. In passato era stata ipotizzata la stessa soluzione per una parte dell'ex Convento dei Cappuccini in via Brigata Sassari, ma il progetto non è mai andato in porto.
Per la maggioranza l'idea di riutilizzare Sa Dom'e Farra come museo archeologico sarebbe la scelta più opportuna anche perché i reperti non mancano. Nell'ultimo decennio proprio il professor Enrico Atzeni, uno dei massimi archeologi della Sardegna prenuragica, si è battuto per promuovore e far finanziare gli scavi al nuraghe Diana e in una serie di emergenze nella zona, sottolineando l'eccezionalità dei ritrovamenti. Purtroppo, per mancanza di fondi di cui l'Università e il Comune non disponevano, i lavori sono andati avanti a fasi alterne. «Ora si presenta questa grande occasione del museo che potrà interagire - ricorda Atzeni - con lo scavo ormai visitabile del nuraghe Diana».
Giovanni Manca di Nissa
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
Sempre più studenti stranieri scelgono l’ateneo turritano
Erasmus, dolce la vita a Sassari
Dodicesimi in classifica nazionale e l’Ue stanzia un milione
 
Spagnoli, tedeschi ma anche greci e turchi: gli studenti del progetto Erasmus che studiano per 3-6 mesi nell’ateneo di Sassari sono sempre di più. La città è ospitale e l’università offre l’occasione di imparare l’italiano e di fare qualche esame. E poi c’è la dolce vita sassarese: una birra, tanti localini e il mare vicino.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Tra libri e nuovi amici la dolce vita Erasmus
Sono sempre di più gli studenti stranieri che scelgono l’ateneo cittadino In crescita anche il flusso contrario. E ora l’Ue stanzia un milione di euro
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Escono la sera, si incontrano in piazza Tola o in piazza Castello, vanno a bere una birra, mangiano al ristorante cinese, ma spesso si organizzano in casa perché i soldi per andare in giro non sono tanti. Capita spesso di vederli in strada, questi ragazzi, e sentire che parlano spagnolo, inglese, tedesco. Ma non si tratta di turisti di passaggio, sono gli studenti “Erasmus incoming” che tradotto sarebbe: universitari di altri Paesi europei a Sassari per frequentare il nostro ateneo e per periodi da 3 a 6 mesi. Tanti altri invece fanno il percorso contrario. Gli “outcoming” partono da Sassari per andare a studiare o a lavorare all’estero grazie a borse di studio specifiche. Frequentano le università dei centri dove si trovano, sostengono gli esami (che poi vengono convalidati in Italia) oppure fanno un’esperienza lavorativa in un’azienda privata o pubblica. Il tutto condito da tanto entusiasmo che non potrebbe mancare in ragazzi che aprono per la prima volta la loro mente al mondo. Un flusso continuo e in continuo aumento, quello di Erasmus, che tra l’altro costituisce un asso nella manica per l’ateneo turritano. I numeri infatti parlano chiaro. L’università di Sassari ha ricevuto per le azioni di mobilità per l’anno 2013-2014, 924.930 euro di stanziamenti da parte della Commissione europea. Una cifra non indifferente se si considerano i fondi risicati che l’ateneo riceve dallo Stato per il funzionamento ordinario. E invece, in virtù delle risorse finanziare che il settore Erasmus cittadino è riuscito ad attrarre per la mobilità studentesca, l’università di Sassari in un anno ha guadagnato sei posti nella classifica nazionale passando dal 18° al 12° posto mentre per quanto riguarda le singole azioni l’ateneo conferma il 1° posto per quanto riguarda i finanziamenti finalizzati alla mobilità per tirocinio (progetto Placement) e il 2° dopo La Sapienza di Roma e l’università di Bologna per gli spostamenti di personale tecnico-amministrativo e docente a fini di formazione. «Le borse di studio e di tirocinio all’estero – confermano dal settore della Mobilità internazionale guidato dai delegati del rettore Piero Sanna e Quirico Migheli – rappresentano parte integrante e ormai consolidata dell’offerta formativa dell’università di Sassari, una via che permette agli studenti di perfezionare il proprio curriculum arricchendolo di tutte le opportunità che le esperienze legate alla mobilità internazionale sono in grado di offrire». I ragazzi, attraverso l’assistenza di tutor specializzati, si candidano al soggiorno all’estero e scelgono tra una serie di sedi universitarie messe a disposizione in quel periodo. Dopo aver ottenuto il via trascorrono periodi variabili da tre a sei mesi durante i quali frequentano le lezioni relative al corso a quello al quale sono iscritti a Sassari e poi sostengono gli esami che poi saranno convalidati nella loro sede di partenza. Lo stesso discorso vale per i giovani che scelgono di sfruttare la seconda opportunità Erasmus per fare un’esperienza di lavoro all’estero, il cosiddetto placement in un’azienda che dovranno cercarsi da soli attraverso siti internet consigliati dagli uffici di tutoraggio. Sono in crescita anche i dati riguardanti il flusso degli studenti in uscita per studio o tirocinio: il numero totale è passato da 343 nel 2008-2009 a 627 nel 2012-2013. Quelli in entrata nello stesso periodo sono passati da 93 a 193. «Si tratta di risultati considerevoli – dice il rettore Attilio Mastino – che avvalorano le prestazioni dell’ateneo nell’ambito della mobilità internazionale, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Le borse di studio – conclude – consentono ai nostri studenti almeno un’esperienza all’estero come parte integrante del proprio percorso formativo». Ma ci sono anche nuove prospettive per il futuro perché il Comitato Erasmus di ateneo ha predisposto la candidatura per il conseguimento, da parte dell’università di Sassari, della “carta d’identità Erasmus Plus 1014-2021” che consente la promozione del pieno riconoscimento dei crediti conseguiti dagli studenti durante tutti i loro soggiorni all’estero e per assicurare agli organismi europei gli obiettivi di visibilità e accessibilità delle informazioni sull’offerta formativa fissati appunto dal nuovo Erasmus Plus e monitorati dall’Agenzia esecutiva europea per l’Istruzione.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Elisa, la veterana: «Una grande avventura»
Il racconto di una giovane sarda che ha frequentato prima Ciudad Real e poi è partita per Malta
 
SASSARI Elisa Virdis ha 23 anni ed è già partita due volte. In pratica una veterana di Erasmus. La prima volta, nel 2011 è andata a Ciudad Real, una cittadina a Sud di Madrid, in Spagna. A Sassari studia Scienze del turismo, lì si è concentrata su Lettere. Ha dato diversi esami che poi le sono stati convalidati con il riconoscimento dei crediti. La ricorda, quella nella penisola iberica, come una esperienza preziosa. «Ero a contatto con tanti ragazzi della mia età – dice –. Era pieno di italiani e quindi ne ho frequentato tanti ma allo stesso tempo ho potuto incontrare parecchie persone provenienti da tutta Europa. Sì, direi che si tratta di avventure che ognuno dovrebbe vivere proprio intorno ai vent’anni». Non contenta, Elisa nel 2013 ha ripreso in mano carta, penna e mouse e ha deciso di riprovarci, stavolta per una borsa-lavoro. «Per il placement, cioè il tirocinio, funziona diversamente. Mentre per il soggiorno di studio è l’università che fornisce un elenco di Paesi o meglio di università dove è possibile andare a studiare, per quanto riguarda il tirocinio sei tu che devi cercarti un’azienda, un ente che sia dispinibile a ospitarti, in accordo con Erasmus naturalmente, per farti fare un’esperienza di lavoro che poi farà parte del curriculum». Così dopo vari tentativi – per la verità Elisa sognava di andare in Inghilterra – la scelta è caduta su Malta. «È stato comunque un periodo, tre mesi da luglio a settembre, ricco di scoperte», racconta Elisa che oggi è parte attiva dell’associazione Erasmus Students Network diretta da Sabrina Ledda. Ha lavorato per tutta l’estate nella segretaria di una scuola per il turismo assimilabile al nostro Alberghiero, ma una via di mezzo tra l’istituto di formazione superiore e l’università. «Ero a contatto tutti i giorni con il personale dell’ufficio e perciò sul lavoro ho parlato perlopiù l’inglese. Fuori dal lavoro ho frequentato persone di varia provenienza e quindi direi che si è trattato di un’esperienza ricca». A febbraio Elisa dovrebbe riuscire a laurearsi. E poi? «Poi partirò di nuovo per imparare le lingue, dove non lo so, ma l’importante è muoversi per scoprire il mondo». Un virus che non si può sconfiggere e che, si augurano all’università, contagi tanti altri studenti della Sardegna.(g.g.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Una guida spiega ai ragazzi come sopravvivere in città
Dai corsi di laurea all’assistenza medica passando per lo sport e la vita notturna: le iniziative per facilitare il soggiorno di chi arriva e spesso deve cercarsi casa
 
SASSARI Per facilitare l’ingresso e il soggiorno a Sassari degli studenti che arrivano dai vari Paesi europei, l’università - settore Erasmus - ha realizzato una speciale guida che si intitola “Guide for incoming students”. Ci sono tutta una serie di informazioni riguardanti l’organizzazione dell’ateneo a partire dai punti di riferimento come il rettorato, il garante per gli studenti incoming, gli sportelli Erasmus, il Centro di orientamento e l’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio e soprattutto l’associazione Erasmus students network, che provvede all’accoglienza degli studenti stranieri già dall’arrivo in aeroporto. Poi li segue per tutta la durata del soggiorno, soprattutto per i problemi logistici come l’alloggio e la mensa. Si occupa di dare un appoggio per quanto riguarda qualunque tipo di problema relativo allo studio e a come muoversi all’interno dell’università. Insomma, si tratta di un presidio importante finalizzato a fare in modo che l’esperienza di studio o lavoro a Sassari rimanga un tassello importante della formazione di ciascuno ma anche un bel ricordo. Nella guida inoltre c’è una parte relativa all’offerta formativa dell’ateneo turritano: i corsi di laurea, i corsi di italiano per gli incoming, i crediti che si possono acquistare con Erasmus, il sistema bibliotecario, il calendario accademico, la scadenza delle iscrizioni e, parte molto importante, come proporre la candidatura per studiare con Erasmus. Infine, gli studenti possono spaziare tra le notizie che riguardano la cultura e le tradizioni della Sardegna e, per quanto riguarda la vita a Sassari si spiega come arrivare, quali documenti portare con sè, i servizi per gli studenti diversamente abili, le attività sportive, l’assistenza medica e la vita notturna. Oltre al programma Erasmus l’università di Sassari ha attivato anche Ulisse, un progetto che consente agli studenti di ottenere borse di studio per potersi recare in università di Paesi che non sono compresi fra quelli presenti in Erasmus. Nell’anno accademico 2011-2012 50 studenti sono potuti andare in Argentina, Sudafrica, Brasile, Usa, Mozambico, Bolivia, Messico, Cina, Tunisia, Marocco, India e Indonesia. Nel 2013 le destinazioni erano fra l’altro Tanzania, Cile, Ucraina, Cina e Guatemala. (g.g.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
«Felice di aver scelto proprio la Sardegna»
La testimonianza di Carlos, 23 anni, iscritto alla facoltà di Giornalismo della Complutense di Madrid
 
SASSARI Per lui Sassari è una città bellissima, piena di vita, le persone sono così amichevoli che dal primo giorno si è trovato come a casa sua. Infatti non gli manca niente. Eppure Carlos Breijo, 23 anni, originario di un paesino a picco sul mare in Galizia, nel Nord della Spagna, vive da anni a Madrid, dove studia al quarto anno della facoltà di Giornalismo nell’Universitad Complutense. Perché ha fatto la domanda per Erasmus? Risponde con una risata che lui veramente si è iscritto all’università proprio per vedere il mondo con Erasmus. «Ho sempre sognato di viaggiare, di confrontarmi con altre culture, vedere come funziona un po’ più in là di casa mia – spiega Carlos –. Così quando mi sono iscritto all’università ho subito deciso di candidarmi per la borsa di studio. Ho aspettato e adesso sono qui dal mese di settembre. Per il momento è un’esperienza bellissima». C’è da chiedersi perché la scelta sia caduta su Sassari. «Potevo andare a Firenze, Milano, Roma, Siena e Salerno – racconta –, ma ho seguito il consiglio di mio fratello più grande che mi ha detto “Ti ricapiterà nella vita di andare in Sardegna e di vivere per nove mesi in un’isola?”. In effetti ho pensato che era un’occasione da prendere al volo. E non mi sono pentito perché io vengo da una grandissima città e avevo voglia di ritrovare una dimensione più a portata umana». In città Carlos divide la casa con una collega ungherese che sta svolgendo il tirocinio in un’azienda cittadina e frequenta la facoltà di Scienze politiche (indirizzo comunicazione) dove potrà sostenere una serie di esami che poi gli verranno convalidati una volta tornato a casa a giugno. A Sassari frequenta molto i compagni di studio spagnoli che in città sono quasi la metà del totale degli studenti stranieri. Il sabato se ne vanno a passeggiare in centro, ma per lo più si ritrovano in casa. L’altra sera erano quasi in venti, nessun italiano, tutti stipati in un soggiornino a vedere un film in italiano. «Ho pensato che fosse importante, per aumentare le prospettive di lavoro dopo la laurea, saper parlare un’altra lingua». Purtroppo la nota negativa è che il governo spagnolo ha disinvestito nelle borse di studio per Erasmus e quindi molti dei ragazzi che riempiono con allegria le strade di Sassari rischiano di non poter più venire. (g.g.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
La brochure
Ecco tutti i requisiti per gli “outcoming”
 
Ma chi può partire con Erasmus, quando e per quanto tempo? Lo spiega una brochure predisposta dall’università. Possono concorrere all’assegnazione della borsa gli studenti iscritti a corsi di laurea, master e dottorati a Sassari. È possibile programmare l’iscrizione già dal primo anno e realizzare il periodo di studio già dal secondo anno. Una buona conoscenza della lingua del Paese ospitante è titolo preferenziale, le borse hanno una durata minima di 3 mesi e massima di 10-12 mesi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
Al Convegno di archeoastronomia
Corpi celesti e menhir, uno studio affascinante
 
SASSARI Archeoastronomia: emergono particolari sempre più rilevanti dall'indagine dei ricercatori di Aristeo e della Sat (Società astronomica turritana) impegnati nel progetto scientifico "La misura del tempo". Dai lavori del III Convegno internazionale di archeoastronomia dell’Università, una tre giorni che si è conclusa sabato, arrivano notizie importanti relative al sito di Pranu Muttedu a Goni, nel Cagliaritano, che, per via dei riscontri avuti durante i rilievi, è diventato un vero e proprio caso di studio. E presto anche il sito sassarese di Monte d'Accoddi sarà oggetto di analoghe approfondite ricerche. Nel corso delle recenti indagini, finalizzate a studiare le relazioni esistenti, nell'antichità, tra la conoscenza dei fenomeni celesti e l'architettura dei monumenti, è emersa la necessità di compiere una serie di rilevamenti topografici sul sito di Pranu Muttedu, di straordinaria importanza, scoperto da Enrico Atzeni nel 1975: «Le indagini – ha spiegato infatti Simonetta Castia, di Aristeo - hanno rivelato la presenza di un sistema di reciprocità segnica e simbolica nonché di importanti relazioni spaziali tra gli allineamenti e i gruppi di menhir presenti nel sito, le tombe a circolo e le strutture di carattere culturale inseriti all'interno di una dimensione di spiritualità relativa alla natura e al paesaggio». I ricercatori hanno ipotizzato una lettura più articolata dell'area sacra che gravita attorno alla tomba II, detta del Capo, delle sue relazioni con il grande circolo presente al suo interno e dei rapporti con i menhir e le tombe presenti in tutta l'area. Sono state eseguite, inoltre, misure degli azimut delle tombe e degli allineamenti dei menhir con l'impiego sul campo di un Gps topografico professionale che consente la localizzazione del sito con una altissima precisione. A questo riguardo dallo studio della IV tomba, detta "triade", è emerso che la stessa sembrerebbe creare una simmetria attorno al mezzogiorno. Durante il convegno è stato sottolineato che indagini di questo tipo devono avere un approccio interdisciplinare: «Per l'interpretazione corretta dei dati - ha rimarcato infatti Michele Forteleoni, della Sat - nulla può e deve essere esaminato solo in una visione astronomica tralasciando le connessioni e le relazioni con gli aspetti sociali delle antiche comunità». Le domus de janas su cui finora sono stati fatti rilievi sono più di 500, entro l'anno si raggiungeranno le 700 unità, l'obiettivo degli specialisti di Aristeo e della Sat è quello di indagarne almeno mille, un numero che, rispetto ai 3.500 presenti in Sardegna, è considerato sufficientemente rappresentativo. «Di ciascun ipogeo – ha riferito Gian Nicola Cabizza (Sat) – sono stati effettuati rilievi con l'impiego di strumenti validati scientificamente».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Cagliari
Il Pd ammonisce Zedda: «Serve più collegialità»
Davide Carta: pronta l’agenda per la seconda parte della consiliatura
«E contemporaneamente vanno riequilibrate le forze politiche in giunta»
 
CAGLIARI Nel calcio c'era qualcuno che diceva che con un uomo in meno si rischia anche di giocare meglio. Alla giunta Zedda, per motivi diversi, manca non solo un uomo (l'assessore al bilancio Gabor Pinna), ma anche una donna (l'assessore al personale Luisa Sassu). Dall'opposizione le bordate sono già arrivate. E il Pd? Aspetta. E spera che la situazione si sblocchi al più presto. Un motivo valido potrebbe essere l'assestamento di bilancio in arrivo proprio a novembre. Ma secondo il capogruppo dei Democratici Davide Carta è più che altro una questione più ampia. Di sistema. «Sì – spiega Carta – è urgente che si ridefinisca la squadra di governo. Ora è stata varata la macrostruttura e c'è la necessità di ridefinire le deleghe». Troppi compiti al sindaco: è stata anche una delle critiche che hanno caratterizzato il discorso di addio al Pd in aula di Claudio Cugusi, mai comunque tenero col sindaco sin dalla formazione della giunta, passato formalmente al gruppo misto, nell'ultima seduta dell'assemblea civica. Per Carta c'è la necessità di un riequilibrio delle forze: «Crediamo – spiega – che debba essere ripristinata la squadra con due assessori perché questo consentirebbe di favorire il gioco di squadra valorizzando il ruolo del primo cittadino come facilitatore e coordinatore. Questo può farlo spogliandosi di deleghe e quindi di ruoli operativi. Anche per consentire allo stesso sindaco, senza l'incombenza delle deleghe in più, un maggiore dialogo con le istituzioni, con in quartieri e con tutta la città». Il Pd ha elaborato e rifinito le sue strategie per la stagione autunno-inverno nell'ultima direzione cittadina. «Stiamo sviluppando – spiega il capogruppo dei Democratici– un documento sulle diverse materie che riguardano la città tenendo sempre il programma di governo. La nostra idea è che l'agenda debba essere dettata non solo dalle priorità di sindaco e giunta, ma da un coinvolgimento complessivo di partiti e gruppi». Un futuro che prevede per assurdo un con un virtuoso ritorno al passato, come è frequente in questi giorni nello scenario politico locale e nwzionale. «Dobbiamo – conclude Carta – ridare forza al progetto collettivo con quell'entusiasmo che ci ha permesso di vincere alle ultime elezioni". Gli impegni immediati della giunta e del consiglio sono (a parte il complesso e delicato assestamento di bilancio) sostanzialmente due: il piano di utilizzo dei litorali (dovrebbe arrivare in aula già dalla prossima settimana) e il piano particolareggiato del centro storico. Due argomenti per nulla facili da gestire. (s.a.)

Questionario e social

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