UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 12 novembre 2013

Martedì 12 novembre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 novembre 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Recuperati due scheletri a Santa Lucia
MARINA. Risalirebbero al 1600. Portato alla luce anche un muro di età aragonese (1300)
 
Procedono senza sosta gli scavi archeologici della chiesa tardo-rinascimentale di Santa Lucia, in via Napoli. Appena due giorni fa, archeologi e addetti ai lavori hanno annunciato l'importante rinvenimento di un muro pertinente all'epoca medievale. Un salto indietro di almeno tre secoli rispetto alle strutture su cui, fino ad ora, è stato scavato. Non esattamente una sorpresa, perché gli studiosi che da ben 10 anni si sono gettati a capofitto nel recupero di questo gioiellino seicentesco, speravano di riuscire a intercettare anche la struttura più antica di cui non si conosceva né la posizione precisa né la forma. L'originaria Santa Lucia del 1119 che sorgeva nella “Bagnaria”, il quartiere del porto dei mercanti di Cagliari, così come allora veniva definita la Marina. La Chiesa fu concessa ai monaci di San Vittore di Marsiglia insediatisi a San Saturnino. Una successiva ricostruzione risalirebbe poi all'età aragonese, quando nel 1330 fu realizzato un nuovo impianto urbanistico. Il nodo da sciogliere sarà proprio quello relativo alla datazione di questo muro, se attinente alla primissima fondazione o a quella aragonese.
Gli scavi sono coordinati dal professore di Storia dell'Architettura dell'Università di Cagliari, Marco Cadinu e curati dall'archeologa e docente di Archeologia cristiana e medievale, Rossana Martorelli, per la parte scientifica e dall'archeologa Daniela Musiu, direttore del cantiere. L'antropologa Patrizia Martella si occupa, invece, dello studio dei resti ossei trovati nelle sepolture intercettate all'altezza dell'altare e in altri ambienti della Chiesa.
«Della prima tomba sono state messe in luce due tibie e tutta la parte che riguarda i piedi, il resto dello scheletro si trova sotto l'avanzamento del vecchio altare che andrà rimosso. Si tratta di una deposizione primaria e non si sono viste tracce della cassa e del corredo, per il momento. La datazione è suggerita dal tipo di pavimentazione, inquadrabile tra il 1600 e il 1700», spiega l'antropologa. «Nella seconda sepoltura, è stato messo in evidenza quasi tutto lo scheletro. Anche questa è una deposizione primaria, la cassa sembrerebbe lignea. Databile a una fase più antica». Sulla base di alcune caratteristiche, si possono già avanzare delle prime ipotesi sugli individui inumati. La presenza del terzo molare nella mandibola e la saldatura delle epifisi, fanno sicuramente pensare a individui di età adulta. Solo analisi più approfondite in laboratorio permetteranno, poi, di stabilire con precisione il sesso e l'età. A Santa Lucia si continuerà a scavare. «Siamo partiti con un finanziamento di 50 mila euro per opera della Soprintendenza, poi con una seconda sovvenzione, sempre da 50 mila euro, proveniente dalla Fondazione Banco di Sardegna. Per questo secondo anno abbiamo ottenuto un finanziamento di 39 mila euro», racconta il professor Cadinu. Gli scavi partiti lo scorso primo ottobre, proseguiranno almeno fino al periodo natalizio.
Valentina Caruso
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 47 - Edizione CA)
Il libro
La cultura e l'ambiente incidono sulla salute
 
All'estero la cosa è risaputa e discussa nei convegni internazionali, nel nostro Paese le differenze tra uomo e donna di fronte a problemi di salute sono invece un tema da scoprire o quasi. Antonio Sassu (ordinario di Politica economica europea) affronta questo argomento in un libro (“Genere e salute in Italia”, Carocci editore) insieme a una sociologa (Anna Oppo, università di Cagliari), un economista (Sergio Lodde, Università di Cagliari), un medico (Maurizio Porcu, primario di Cardiologia al Brotzu). La novità di questo saggio sta nell'approccio interdisciplinare a un problema che meritava da tempo una riflessione approfondita e spiega inoltre quanto contino cultura, agiatezza e ambiente nella qualità della salute. (g.p.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 47 - Edizione CA)
Se la malattia fa differenze fra meno abbienti e ricchi
La ricerca dell'Università di Cagliari presentata all'Istituto Superiore di Sanità
 
S ono varie le domande che il medico fa ad un paziente durante la prima visita. L'età, innanzitutto, le malattie pregresse, poi, la familiarità della malattia presso i parenti, infine. Questi sono i temi che generalmente vengono affrontati. Domande sullo status socioeconomico, sull'istruzione, sulla condizione professionale e sullo stato civile, in altri termini, domande relative alle variabili “ambientali” si trovano nella cartella clinica di un ospedale, ma le risposte, di solito, non sono utilizzate ai fini clinici e terapeutici. La stessa curiosità del medico difficilmente va al di là di ciò che ha imparato nei corsi universitari. Invece, una ricerca dell'Università di Cagliari, presentata recentemente all'Istituto Superiore di Sanità, ha posto in rilievo che le variabili ambientali, in particolare, socioeconomiche, giocano un ruolo importante nella determinazione della salute, nel consumo dei servizi sanitari e nel modo di vivere o di descrivere la malattia.
Facciamo qualche esempio. Ad una data età, la mortalità colpisce di più coloro che hanno un reddito basso piuttosto che quelli che hanno un reddito alto. Sempre ad una data età, coloro che sono più istruiti si ammalano di meno dei meno istruiti, oppure, gli occupati hanno meno malattie dei disoccupati e questi, meno degli inattivi. La casistica potrebbe essere numerosa. Questo non vuol dire che i ricchi non muoiono o che i più istruiti non si ammalano, semplicemente che i meno abbienti e i meno istruiti normalmente muoiono prima e si ammalano più degli altri.
Nel tempo abbiamo fatto progressi. Ora sappiamo che le donne sono differenti dagli uomini nel metabolismo, nel sistema nervoso, circolatorio e immunitario e di questo si tiene in qualche modo conto. Tuttavia non prendiamo ancora in considerazione le variabili ambientali che contribuiscono a determinare l'assistenza sanitaria e il nostro benessere. Ciò viene dimostrato nella ricerca, con dati Istat, da un punto di vista descrittivo e da un punto di vista inferenziale, con un modello econometrico. Questo è un problema di equità e di appropriatezza della cura. Di equità dal momento che c'è una grande differenza fra persone di diverse categorie sociali e lavorative, o fra circoscrizioni geografiche del paese, a discapito dei più svantaggiati; di appropriatezza dal momento che non si tiene in considerazione l'influenza di alcuni fattori sul nostro corpo, con implicazioni sulla salute e sull'economia del paese. Il medico non ha l'opportunità di valutare se una patologia può essere creata o aggravata da una certa situazione “sociale”. Si capisce da ciò perché l'aspettativa di vita è più bassa al sud rispetto al nord.
Il merito della ricerca è stato quello di mettere insieme competenze specialistiche differenti. Per la prima volta gli economisti hanno lavorato insieme ai sociologi e ai medici. È chiaro che la strada da fare è ancora lunga. La sensibilizzazione degli operatori sanitari, innanzitutto, deve crescere. Certamente la medicina non viene più fatta basandosi solo sull'organismo di un uomo di 70 kg. e, in generale, non si trascura il fatto che esistano differenze fra il sesso femminile e quello maschile, ma ciò non basta. È necessaria, anche, una maggiore conoscenza da parte di tutti, medici, farmacisti, infermieri , pazienti e opinione pubblica. E ciò può essere ottenuto con una diversa politica culturale e con una più elevata formazione di genere.
Antonio Sassu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 36 - Edizione CA)
Tre agricoltori di successo
Vino, birra e caglio ingredienti per battere la crisi
NUORO. L'Apan invita i giovani ad affidare alla terra il proprio futuro
 
NUORO Un nuovo futuro nell'agricoltura sarda è possibile. Basta innovare nel solco della tradizione, puntando sui giovani e investendo sulla multifunzionalità delle aziende. È questa la parola d'ordine emersa ieri alla Camera di Commercio di Nuoro durante il convegno “I giovani e una nuova agricoltura, un'opportunità da non perdere” organizzato dall'Apan, l'associazione delle piccole e medie aziende presieduta da Enrico Devoto. Si può affidare il proprio futuro alla terra, oggi come ieri. Lo sanno bene tre imprenditori nuoresi che hanno raccontato la loro esperienza vincente.
LE STORIE C'è Francesca Lara, di Tertenia, che oggi esporta birra negli Usa. Giovanni Curreli che vende in Inghilterra e Australia il suo formaggio prodotto a Olzai con il caglio vegetale. Nicola Corrias e il suo vino di Orgosolo che ha ottenuto riconoscimenti internazionali. «La nostra è una testimonianza di imprenditoria familiare con piccoli strumenti - racconta Lara -. Ho iniziato facendo pochi litri con un macinino del 1918, poi ci siamo affinati nelle tecniche. Oggi possiamo produrre mille litri al giorno. Il nostro progetto è produrre una birra completamente sarda, dall'acqua al lievito. Per questo abbiamo avviato una collaborazione con l'Università di Sassari». È un'eccellenza della Sardegna anche il vino di Orgosolo che a luglio a Berlino al Wein Trophy 2013, il principale concorso enologico internazionale in Germania, ha conquistato una medaglia d'oro e una d'argento. «Siamo diciannove soci e nel 2012 abbiamo prodotto 17 mila bottiglie. L'importante è mettersi insieme - racconta Nicola Corrias - la formazione può aiutare il cambiamento».
IL CAGLIO VEGETALE Quella che in un certo senso ha ispirato Giovanni Curreli, imprenditore di Olzai, che era stato invitato dal figlio studente dell'Agrario a seguire un convegno sui formaggi: «Ho sentito parlare di caglio vegetale. Non ho dormito tutta la notte, il giorno dopo è partito tutto. Ai giovani dico: mai stancarsi, aprite un sito internet, poi puntate sulla serietà nel lavoro». Nazioni come India e Cina stanno già acquisendo ampie porzioni di territorio, oltre i propri confini, da destinare all'agricoltura, ha ricordato Antonio Maccioni di Laore.
IL TECNICO «Hanno capito che il petrolio del terzo millennio sarà l'agricoltura». Settore strategico anche per il futuro della Sardegna. L'assessore all'Agricoltura Oscar Cherchi annuncia: «Stiamo predisponendo degli incontri per la nuova programmazione agricola. Una necessità è favorire il ricambio generazionale». L'agricoltura non è un ripiego, ha sottolineato il presidente dell'Apan Enrico Devoto. «Le prospettive di successo di un'agricoltura moderna e di qualità sono enormi».
Fabio Ledda
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
PORTO» AUTHORITY E POLTRONE
Massidda in Cassazione: la guerra continua
Il presidente decide di ricorrere contro la sentenza del Consiglio di Stato
Per il Tar era competente, parere diverso dai giudici di secondo grado
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI Un porto pieno di sorprese e di possibili colpi di scena. Sembrava tutto definito con la sentenza del Consiglio di Stato che, a due anni dall'insediamento, aveva estromesso dall'Autoritá portuale il presidente Piergiorgio Massidda. E invece no: si va in Cassazione. Terzo grado di giudizio in vista per il futuro dello scalo marittimo: i legali dell'ex senatore hanno già depositato il ricorso. La decisione del Consiglio di Stato, recitano i manuali di giurisprudenza, può essere appellata sono per casi che riguardano la giurisdizione. E gli avvocati di Massidda hanno deciso di seguire questa strada. «Rispetto la sentenza - spiega - ma è legittimo che io, da cittadino, mi difenda». A oltre un mese dalla pubblicazione della sentenza la questione porto rimane comunque irrisolta: il Consiglio di stato ha annullato la nomina di Massidda, ma il ministero non ha ancora comunicato il nome del commissario. Un porto in balia delle sentenze. La prima, quella del Tar, aveva dato ragione a Massidda: il ricorso era stato presentato da Massimo Deiana, docente universitario esperto di trasporti. Al secondo round - e siamo alla sentenza pubblicata lo scorso 26 settembre- il Consiglio di stato aveva invece dato ragione al ricorrente. Di punto in bianco Massidda si era ritrovato fuori dai giochi. Tutti aspettavano una mossa del ministero dei Trasporti: un commissario straordinario o un documento di revoca dell'incarico per dare applicazione alla sentenza. Nessuno dei due. Vero, inizialmente il ministro Maurizio Lupi aveva ben altro da pensare: erano i giorni della possibile caduta del governo Letta. Ora si va in Cassazione. Contro una sentenza, quella del Consiglio di Stato, già citata da altri giudici, quelli del Tar, per un altro caso controverso, il Lirico. Si legge tutto nel dispositivo del caso Crivellenti: il Tar parla di Authority e dell'ultima sentenza del Consiglio di Stato proprio per rispondere alla difesa della Fondazione che, a sostegno delle proprie tesi, aveva portato come esempio la sentenza del Tar che inizialmente, per il caso porto, aveva dato ragione a Massidda. Due istituzioni importantissime per Cagliari, Lirico e Authority, lontane, ma accomunate da un unico destino: i terremoti legati ai ricorsi e alle sentenze dei giudici amministrativi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
CGIL-CISL-UIL
Venerdì 4 ore di sciopero contro la legge di stabilità
 
CAGLIARI Partita la settimana di mobilitazione promossa da Cgil Cisl Uil per cambiare la legge di stabilità. A Cagliari e provincia lo sciopero si terrà il 15 novembre, venerdì prossimo, con l'astensione dal lavoro nelle ultime quattro ore, di ciascun turno di lavoro. Alle 10,30 si svolgerà un presidio nella piazza del Carmine (di fronte alla sede di Rappresentanza del Governo). Lo sciopero si articolerà nelle quattro ore tra le 10.30 e le 14. Come è noto la legge di stabilità sostituisce la legge finanziaria dello Stato e presenta un contenuto più snello rispetto a quello della precedente legge finanziaria. Restano escluse dal suo contenuto le norme a carattere ordinamentale o organizzatorio, anche qualora esse si caratterizzino per un rilevante miglioramento dei saldi; le norme di delega nonché quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale. I sindacati chiedono misure per diminuire le tasse sui lavoratori e sui pensionati, così come risorse per rivalutare le pensioni, insieme all’adozione di iniziative per affrontare i nodi irrisolti nella Pa e dare efficienza alla spesa pubblica.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Ed_Cagliari
Assolto il direttore di Agraria
Giuseppe Pulina era accusato di diffamazione per una guerra interna all’Ordine
 
SASSARI Si è concluso con un’assoluzione per il professor Giuseppe Pulina, ordinario di zootecnia e preside della facoltà di Agraria, il processo penale che, dal 2005, lo vedeva imputato di diffamazione (a mezzo internet) e pubblicazione di atti giudiziari nei confronti del presidente degli agronomi e forestali dell'epoca. La vicenda era stata una vera e propria ai vertici dell'ordine nazionale degli agronomi a colpi di esposti e accuse pesanti, di aver gestito l'organismo in maniera personalistica, abusando della propria posizione. Giuseppe Pulina era accusato di aver presentato, insieme ad altri 4 consiglieri nazionali, un'esposto alla magistratura per una serie di presunte irregolarità verificatesi nella gestione del Consiglio dell'Ordine e di aver pubblicato tale esposto sul sito internet «La casa rurale». Contro l'allora presidente pro tempore si erano schierati cinque componenti il Consiglio, tra i quali lo stesso Pulina, che in seguito a contrasti sulla gestione dell'ente allora commissariato avevano presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma adombrando sospetti sulla liceità del suo operato e dubbi sulla moralità. Quello stesso esposto era stato inserito nel sito del quale Pulina era amministratore. Per lui i guai giudiziari erano iniziati quando sono finiti quelli del presidente, la cui posizione era stata a quel punto valutata dalla magistratura romana che alla fine dell'inchiesta lo aveva scagionato del tutto. L’allora presidente aveva deciso a quel punto di querelare gli autori dell'esposto, attraverso l'avvocato romano Francesca Silvestrini. Il difensore di fiducia del professor Pulina, l'avvocato Michele Saba, aveva ottenuto dalla Corte di Cassazione che il processo venisse celebrato a Sassari, favorendo così la difesa dell'imputato. L'avvocato Michele Saba ha depositato una memoria difensiva e il giudice monocratico del tribunale di Sassari ha preso atto dell’intervenuta prescrizione per il primo reato e assolto Giuseppe Pulina con formula piena per la pubblicazione dell'esposto sul sito internet. Nessuna spesa è stata riconosciuta alla parte civile. (l.f.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Ed_Cagliari
Sotto Santa Lucia si nascondono i segni dell’antica Karales
Cagliari, scavi archeologici nell’antica chiesa di Marina
Rivelano tracce di mura medioevali e antiche sepolture
di Walter Porcedda
 
CAGLIARI Santa Lucia, la chiesa in pieno cuore del quartiere della Marina, a duecento metri dal porto è una scatola cinese. Dentro una storia ne è rinchiusa un'altra. Fino, forse, quella dell'antica Karales romana. E magari anche più in là. «Per quanto riguarda il contesto urbano cagliaritano è sicuramente la più antica. E dentro le mura medioevali in Sardegna non mi risulta che ci siano chiese più antiche di queste _ certifica l'architetto Marco Cadinu, autore del progetto e coordinatore scientifico dello scavo archeologico_I pisani all'epoca non avevano ancora costruito il Castello, e questo era un borgo mercantile al tempo di Santa Igia. Nel 1947, la decisione folle di buttare giù la chiesa non lesionata dai bombardamenti. Fu l'arcivescovo Ernesto Maria Piovella a volerlo perché lo Stato Italiano aveva emanato una legge che finanziava la ricostruzione dei luoghi di culto distrutti. Questo spazio fu demolito e asfaltato, per creare uno slargo. Nel 2005 con Don Mario Cugusi preparai un progetto di recupero. L'idea era di riprendere lo spazio per fare una piazza pubblica. Nel 2007 è intervenuta la Soprintendenza e nel 2011 il Banco di Sardegna ha stanziato 50 mila euro». Ed è qui che si stanno rintracciando pezzi importanti della storia del capoluogo regionale. Sono già sette i pavimenti scoperti. E sotto questi, resti di sepolture. Come le due venute alla luce ieri mattina. Localizzate sotto l'altare centrale. «Non sono solo di confratelli – spiega Cadinu – Ci sono resti nell'ossario, mentre i nobili avevano le loro capelle. Sotto gli altari finivano i più ricchi o i personaggi importanti per la comunità religiosa. Sono sepolture risalenti dalla fine del 500 sino al 700». Ma non è tutto. Sempre in questi giorni, in quella che era la chiesa di Santa Lucia di Civita o di Bagnaria, nella sacrestia di sinistra è emerso un muro, intonacato in parte e con aperture obliterate, che sembrebbe appartenere ad una fase medievale. Si tratta di una struttura profonda, parzialmente demolita e reinterrata prima della apertura del cantiere nel tardo 500. I materiali archeologici sono di notevole rilevanza e di tutte le epoche: chi ha scavato lì quattrocento anni fa aveva a disposizione terre provenienti da un sito ricchissimo di stratigrafie. «Forse una struttura pertinente alla prima chiesa – indica l'archeologa Daniela Musio del gruppo coordinato da Rossana Martorelli e Donatella Mureddu – Tracce cioè risalenti attorno all'anno 1100, Nel 1119 il sito e i terreni erano dei monaci Vittorini di Marsiglia che controllavano anche la chiesa (allora extra muros ndr) di San Saturnino. Abbiamo individuato una fossa aderente al muro, piuttosto profonda e ricca di materiale vario (ceramiche imperiali e repubblicane, ma anche ossa animali, vetri, una moneta illeggibile). Chi ha costruito ha messo mano a stratigrafie risalenti, si può ipotizzare, sino all'epoca punica. Abbiamo persino recuperato un frammento di ossidiana. Naturalmente i dati sono ancora da catalogare, ma certo non si potrebbe escludere che ci fosse un luogo di culto preesistente». «La Sardegna, d'altra parte – dice Cadinu – è il luogo per eccellenza dei sincretismi religiosi. Siamo pieni di ceramiche romane. Vuol dire che quando hanno sfasciato per costruire la chiesa hanno preso terra dai cortili circostanti. Questa abbondanza di ceramiche anche repubblicane, cioè avanti Cristo, ci dice che una volta individuato il medioevo, sotto troveremo la città romana. Si potrà fare un padiglione coperto, con pavimenti trasparenti, un luogo di accoglienza turistica».

Questionario e social

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