Sabato 2 novembre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 novembre 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA / Provincia di Sassari (Pagina 42 - Edizione CA)
SASSARI. Soddisfazione del prorettore Donatella Spano: «Importante riconoscimento»
INNOVAZIONE, PREMIO IN CITTÀ
L’Università scelta dal Comitato nazionale per ospitare l’evento
SASSARI L’Università ospiterà il prossimo Premio nazionale dell’Innovazione 2014. Il progetto, sviluppato dall’Ufficio trasferimento tecnologico dell’ateneo, forte anche del recente accordo di programma con il comune di Sassari e la Camera di commercio, è stato presentato a Genova dal prorettore alla Ricerca e trasferimento tecnologico Donatella Spano che ha convinto il comitato di selezione ad accettare la candidatura dell’ateneo turritano.
Il Premio nazionale dell’innovazione, promosso dall’associazione Pnicube, è l’annuale fase conclusiva delle competizioni Start Cup, che coinvolge 40 Università, il Cnr e l’Enea e che premia le migliori idee di business provenienti dal mondo della ricerca. Quest’anno il Premio si è svolto nel Teatro della Gioventù di Genova il 30 e 31 ottobre, nel corso del Festival della Scienza.
«Sarà un evento di grande rilievo che coinvolgerà l’intera città e le sue istituzioni - ha detto il prorettore Spano - l’assegnazione del Pni 2014 all’Università sassarese è un importante riconoscimento del lavoro svolto dall’Ateneo in questi anni nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico, valorizza il progetto Innova.re e le risorse finanziarie erogate dalla Regione Sardegna».
L’evento sarà un’occasione di crescita e di sviluppo del territorio e di marketing urbano. I promotori si sono impegnati a collaborare per creare attorno al Premio una serie di iniziative collaterali che coinvolgano popolazione, imprese, associazioni, avvicinandole ai temi del premio: ricerca, innovazione, sostenibilità, trasferimento tecnologico e delle conoscenze, start up.


LA NUOVA SARDEGNA 
 
2 - LA NUOVA SARDEGNA /  Pagina 31 – Ediz. Nazionale             
L’ateneo turritano ospiterà il premio innovazione 2014
SASSARI L’Università di Sassari ospiterà il prossimo Premio nazionale dell’innovazione 2014. Il progetto sviluppato dall’Ufficio trasferimento tecnologico dell’ateneo, forte anche del recente accordo di programma con il comune di Sassari e la Camera di commercio, è stato presentato a Genova dal Prorettore alla Ricerca e Trasferimento tecnologico Donatella Spano nel corso della Pni 2013. La delegata dell’ateneo ha convinto il comitato di selezione dell’associazione PniCube ad accettare la candidatura per l’anno prossimo. Il Premio nazionale dell’innovazione è l’annuale fase conclusiva nazionale delle competizioni Start Cup, che coinvolge 40 atenei, il Cnr e l’Enea e che premia le migliori idee di «business» provenienti dal mondo della ricerca. Quest’anno il Premio nazionale dell’innovazione si è svolto nel teatro della Gioventù di Genova il 30 e 31 ottobre, nell’ambito del Festival della Scienza. Nel 2014 la XII edizione del Premio sarà in città. «Sarà un evento di grande rilievo che coinvolgerà l’intero territorio e le sue istituzioni - ha commentato il Prorettore Spano – L’assegnazione del prossimo Pni 2014 all’Università di Sassari è un importante riconoscimento del lavoro svolto dall’Ateneo in questi anni nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico, valorizza il progetto Innova.re le risorse finanziarie erogate dalla Regione Sardegna».La manifestazione sarà infatti un’occasione di crescita e di sviluppo del territorio e di marketing urbano. Gli enti promotori si sono impegnati a collaborare per creare attorno al Premio una serie di altre iniziative collaterali che coinvolgano l’intera popolazione, le imprese, le associazioni, avvicinandole alle tematiche del premio: ricerca, innovazione, sostenibilità, trasferimento tecnologico e delle conoscenze, start up. Il Pni 2014 sarà una due giorni ricca di eventi che si articoleranno attorno alla fiera-esposizione delle idee: ci saranno seminari di approfondimento, ma anche concerti e altri eventi che accompagneranno la cerimonia finale di premiazione. L’edizione 2013 del Pni, che si svolge in questi giorni a Genova, vede la partecipazione di 55 team di aspiranti imprenditori (con più di 200 persone coinvolte) che hanno esposto le loro idee – suddivise nelle sezioni Life science, Ict social innovation, Agrofood cleantech, Industria - al pubblico e ai 25 giurati (Venture capitalist, professionisti e R&D manager di grandi imprese). I sedici finalisti scelti dalla giuria hanno presentato i loro elevator pitch e alla fine sono stati decretati i quattro vincitori assoluti, uno per ognuna delle quattro sezioni, premiati ciascuno con un contributo di 15mila euro. Hanno partecipato anche le tre idee vincitrici della Start Cup Sardegna 2013: YouWrist, KeepApp.me e AquaPower.
 
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 32 - Ediz. Nazionale
Progettare in Europa, corsi per nuove professioni
CAGLIARI L’associazione TDM 2000 ha dato il via alla VI edizione del Corso di 30 ore di progettazione europea “EuroPM – Una professione chiamata Europa”. Articolato in sei moduli sviluppati da esperti e professionisti, il Corso fornirà le competenze necessarie ad intraprendere una carriera nell’ambito della progettazione europea. Nel corso delle sessioni, che si terranno a Cagliari il 27, 28, 29 novembre e 6 dicembre, verranno trattate le tematiche più importanti correlate al settore quali reperimento di fondi, analisi dei bandi comunitari, pianificazione e gestione delle risorse. Il programma prevede inoltre dei laboratori progettuali nei quali i partecipanti, utilizzando le nozioni ricevute, svilupperanno un’idea progettuale con l’assistenza di tutor personalizzati. Le iscrizioni termineranno a esaurimento dei posti disponibili. Per adesioni e informazioni si prega di visitare il sito internet del corso www.europm.eu. Sono previste condizioni agevolate di partecipazione per studenti universitari.


 
 
4 - LA NUOVA SARDEGNA / Prima Pagina           
UNIVERSITÀ SARDE, RIFORMA POSSIBILE
di LUCIANO MARROCU
A dirla sommariamente, fu un atto d’imperio di sapore vagamente coloniale quello con cui Bogino diede vita, nella seconda metà del Settecento, alle due università sarde. Volendo essere più precisi, si trattò di un nuovo inizio, una "restaurazione" come si disse allora, visto che l’ateneo di Sassari era nato nel 1617 mentre Cagliari aveva tenuto i suoi primi corsi nel 1626. CONTINUA A PAGINA 21

 
Pagina 21 – Ediz. Nazionale        
UNIVERSITÀ SARDE AL BIVIO
Puntare all’autoriforma
A dirla sommariamente, fu un atto d’imperio di sapore vagamente coloniale quello con cui Bogino diede vita, nella seconda metà del Settecento, alle due università sarde. Volendo essere più precisi, si trattò di un nuovo inizio, una "restaurazione" come si disse allora, visto che l’ateneo di Sassari era nato nel 1617 mentre Cagliari aveva tenuto i suoi primi corsi nel 1626. Prima della riforma promossa dal Bogino, le sedi universitarie sarde, quella di Cagliari soprattutto, servivano soprattutto come fonte di stipendi e prebende per i voraci letterati locali. I religiosi, quasi tutti gesuiti, e i laici che da Torino e da altre sedi universitarie Bogino trasferì in Sardegna vi portarono se non le luci più vive delle correnti razionaliste e antimetafisiche che attraversavano allora l’Europa, almeno un loro pallido riflesso. Nel corso dei due secoli successivi, i due atenei sardi hanno dato prova di grande vitalità. Nel campo della ricerca troviamo pagine persino scintillanti, oltre il radicarsi, in alcuni settori, di tradizioni accademiche riconosciute a livello internazionale. A partire dal secondo dopoguerra, poi, vi fu da parte delle università isolane una buona capacità di formare elites intellettuali e professionali all’altezza della sofferta modernizzazione vissuta dalla Sardegna in quegli anni. Le difficoltà e i problemi oggi di fronte alle due università sarde fanno dire che, non meno che alla fine del Settecento, sono di fronte a un sfida decisiva. Non diversa in realtà da quella che si presenta ad altre università italiana. Difficoltà e problemi che ben difficilmente possono essere attribuiti alla insufficienza delle risorse. I finanziamenti alla ricerca sono scarsi, su questo non ci piove. Ma se anche venissero raddoppiati riversandoli sulla struttura attuale della università non solo i problemi non sarebbero risolti ma ne risulterebbero perfino aggravati. C’è una questione di fondo che affligge, forse da sempre, l’università italiana: metodi di reclutamento e di selezione del personale docente del tutto inefficienti, che è come dire lontanissimi da qualsiasi principio meritocratico. Se poi si parla delle università meridionali, il problema si manifesta in forme grottesche. C’è poi, ad appesantire l’università italiana e a renderla incapace di qualsiasi autoriforma, la scarsissima sua reattività rispetto ai i cambiamenti imposti dalle continue e spesso nervose sollecitazioni che giungono sia dal mercato del lavoro sia dal mondo della ricerca. Nell’università italiane strutture didattiche, distribuzione delle risorse, metodi d’insegnamento tendono a rimanere quelli che sono sempre stati. Questo a causa delle mille sollecitazioni corporative che, come Gulliver immobilizzato dai Lillipuziani, imprigionano l’università italiano e le impediscono i quotidiani micromovimenti necessari al suo buon funzionamento. Tutto questo vale per le università sarde non meno che per il complesso degli atenei italiani. Si sa, però, che crisi vuol dire occasione, occasione di cambiamento e di riforma. Che è ciò di cui ha parlato Eusebio Tolu, ieri, in un interessante intervento su questo giornale. Confesso però di non cogliere una grande differenza, a proposito delle due università sarde, tra la prospettiva di una fusione e quella di una federazione. Tutte le forme e gli aggiustamenti istituzionali vanno bene, purché una università sarda nasca e nasca in una prospettiva di autoriforma. Sarebbe una risposta di sapore nazionale, nazionale sardo, più di due secoli dopo, alla riforma "coloniale" promossa da Bogino.


 
 
5 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 24 – Ediz. Nazionale              
E resta l’incubo degli accorpamenti
La mazzata dei punti organico risicati era stata preceduta da un altro decreto del ministro Carrozza, quello emanato a fine settembre sulla programmazione triennale degli atenei. In quel decreto si legavano per la prima volta le entità degli stanziamenti per il funzionamento ordinario alla decisione delle università contigue territorialmente di fondersi o di federarsi per razionalizzare i costi. Già allora dall’ateneo turritano si era levato un forte vento di rivolta perchè «mai e poi mai – aveva detto il rettore Mastino – e comunque fino a che sarò io a guidare questa istituzione nata 450 anni fa, l’università si fonderà con altri atenei». La fusione, in particolare con l’università di Cagliari, è vista infatti come la cancellazione di fatto dell’ateneo sassarese o quantomeno come la perdita definitiva di un’autonomia durata secoli. Più accettabile secondo gli addetti ai lavori l’idea di federazione nella quale ciascun ateneo potrebbe mantenere la sua identità condividendo una serie di servizi e risparmiando sui costi. (g.g.)





 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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