Domenica 20 ottobre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 ottobre 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Un mondo di studenti
Erasmus e certezze: «Questa è una città ospitale»
Arrivano a Cagliari da tutta Europa ma anche dal Perù e dal Laos
 
L'aria è da turista qualunque, ma i libri sottobraccio raccontano un'altra storia. «Ho scelto Cagliari soprattutto per il clima. E poi un mio amico mi aveva detto di essersi trovato bene». Hector Gomez Gracia, 19 anni, arriva dalla Spagna, da Leòn per l'esattezza. È iscritto al terzo anno di Economia e divide un appartamento in viale Regina Elena con altri quattro studenti Erasmus come lui: «Paghiamo duecentocinquanta euro d'affitto a testa», spiega con un italiano ancora stentato. L'anno accademico è appena iniziato, il capoluogo sardo incassa subito pieni voti: «La città è molto bella, e la gente ospitale». Resta lo scoglio delle lezioni: «Non sono ancora bravo con la lingua. È difficile riuscire a seguire». Ada Medina, ventidue anni, peruviana, si muove con sicurezza tra vie e locali: «Sono arrivata a Cagliari ad aprile», spiega. «Ho già la laurea, adesso sto facendo un tirocinio». Occhi e capelli nerissimi e un pizzico di nostalgia per la partenza che si avvicina: «Tra due mesi dovrò tornare nel mio Paese. È stata una bellissima esperienza. Qui si sta davvero bene».
L'APPEAL DEL CAPOLUOGO Sono quasi trecento gli studenti stranieri che hanno scelto il capoluogo sardo per trascorrere parte del loro percorso universitario. Centottanta sono già qua, gli altri arriveranno nel secondo semestre da ogni angolo della terra. «Abbiamo subito un leggero calo rispetto all'anno scorso (sono stati 350)», racconta Gianluca Romano, presidente dell'Erasmus student network, l'associazione cittadina che si occupa degli universitari in arrivo, seguendoli passo passo nella loro esperienza. Le attività sono varie: dall'aiuto nella ricerca della sistemazione, agli interventi in caso di problemi nelle attività quotidiane. E poi eventi culturali, cineforum, visite guidate in giro per l'Isola, tornei sportivi, pizza party e tanto altro. «Un modo per farli sentire a casa e una bella occasione per promuovere il territorio», sottolinea Romano. Obiettivo centrato. «A conclusione della loro permanenza in città il livello di soddisfazione degli studenti ci ripaga appieno».
DA TUTTO IL MONDO Dal Laos alla Pennsylvania, passando per Cambogia, Argentina e Lituania. Gli Europei fanno la parte dei leoni: in testa ci sono gli spagnoli, a seguire polacchi, turchi, tedeschi e francesi. Erdal Kaya, ha ventitré anni e abita ad Ankara, in Turchia. Studia Lingua e letteratura italiana e divide una camera doppia in via Is Maglias con un connazionale. «L'abbiamo cercata su internet, prima di partire. Siamo stato fortunati, è abbastanza economica. Ci viene centosessanta euro a testa». Resterà sino a luglio, ma sta già pensando di replicare: «Tornerò di sicuro. Cagliari è una bella città, ed è talmente piccola che anche per chi non è del posto perdersi è quasi impossibile».
CLIMA DETERMINANTE Colbacco e scarponi imbottiti son rimasti a casa, Anna Rydzewska, 23 anni, polacca, si gode il sole ancora caldo in t-shirt. «Studio Filologia inglese, sono al terzo anno», racconta. «Prima d'ora non ero mai stata su un'Isola. La Sardegna è fantastica». Quando ha iniziato la trafila burocratica per ottenere la borsa di studio Anne Kruse, 22 anni, di Amburgo (Germania), aveva le idee chiare: «Ho pensato che l'Italia fosse il Paese perfetto per fare l'Erasmus. Ho scelto Cagliari perché altri studenti che ci sono stati negli anni passati sono rimasti entusiasti». E lo è anche lei, «l'università è ben organizzata e ci sono tantissimi appelli per ogni esame». L'unico neo il traffico: «Divido un appartamento con sei ragazze, vicino al mercato di San Benedetto. Vorrei andare a lezione in bicicletta, ma ci sono troppe macchine».
PROGETTO VINCENTE Nato nel 1987, per mano della Comunità Europea, l'Erasmus è diventato un must tra gli studenti universitari. Dai tre mesi a un anno, l'opportunità di svolgere un piccolo pezzo del proprio percorso accademico in una nazione straniera arricchisce culturalmente, e dà una mano con le lingue. Sono sempre di più gli studenti europei che scelgono il Belpaese come meta.
I VIAGGI DEI CAGLIARITANI Per i cagliaritani Spagna, Francia e Germania sono le destinazioni più gettonate. Ma qualcuno va controcorrente. «Ho preferito la Finlandia alle località classiche perché volevo fare un'esperienza estrema. Conoscere una realtà opposta alla mia, anche come clima e ambiente», spiega Edoardo Piras, 23 anni, cagliaritano, laureando in Economia. «Sono partito a gennaio del 2011 e ho vissuto vicino a Helsinki per cinque mesi. Ho imparato tantissimo, ogni persona con cui ho avuto a che fare mi ha insegnato qualcosa. Il mio modo di vedere il mondo è cambiato. L'Erasmus è un'esperienza che tutti gli studenti dovrebbero fare, apre la mente e ti lascia qualcosa dentro». Le difficoltà ci sono state. «Conoscevo poco l'inglese, all'inizio è stato difficile. Ma pian piano ci si abitua».
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 45 - Edizione CA)
Scavi nel santuario nuragico
Nel villaggio di Abini i resti dei blocchi granitici di un teatro
TETI. Il progetto dell'Università di Sassari. Il sindaco: «Uno studio necessario»
 
TETI Riportare alla luce elementi che possano restituirci informazioni sul nostro passato. A distanza di otto anni sono ripresi gli scavi archeologici nel villaggio nuragico di Abini, condotti dall'Università di Sassari. Il territorio di Teti è uno scrigno di particolare importanza che da tempo continua a parlare una lingua millenaria.
I primi rilievi hanno fatto emergere alcuni gradini simili a quelli ritrovati nel complesso bittese di Su Romanzesu, con stretta aderenza a quanto già ipotizzato da Antonio Taramelli e più recentemente da Maria Ausilia Fadda. Dall'asportazione dei sedimenti terrosi sono emersi allineamenti di blocchi granitici che, se il proseguimento degli scavi lo dimostrerà, potrebbero identificarsi come i posti a sedere di una sorta di teatro realizzato alle spalle del monumento centrale.
«Nonostante i numerosi interventi effettuati - spiega Laila Dearca, sindaco di Teti - è necessario uno studio completo del sito e delle sue fasi di vita. Il nuovo progetto di ricerca dell'Università si prefigge di individuare e riportare alla luce le principali strutture del villaggio-santuario, di determinare le fasi di impianto e di frequentazione, di indagare sulle attività produttive dell'insediamento e in particolare sulla localizzazione e sui caratteri delle officine e sui rapporti tra le stesse e gli spazi propriamente culturali».
Il villaggio-santuario di Abini fu scoperto nella seconda metà dell'800 ed è stato oggetto di numerose indagini, soprattutto in seguito ai frequenti ritrovamenti di bronzi. «Uno degli obiettivi della ricerca - prosegue il sindaco di Teti - sarà anche quello di operare una ricostruzione virtuale degli alzati del tempio ormai distrutto, sulla base dei numerosi conci isodomi policromi accumulati nell'area». Un lavoro che porterà alla luce una parte importante, fondamentale, della storia di questi luoghi.
Roberto Tangianu
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione sarda
Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
Rampini, Salis e Fabiani protagonisti oggi a Sant'Elia
Tra politica e musica la “Festa d'arte e comunità” a Cagliari
 
Il giornalista Federico Rampini, il musicista Antonello Salis ed il sociologo francese Jean Louis Fabiani sono tra i protagonisti oggi della “Festa d'arte e comunità” organizzata dalle associazioni Carovana Smi, Malik ed Interdiciplinarte nel quartiere di Sant'Elia a Cagliari.
I conflitti, le nuove forme di protesta che stanno riscaldando l'Ue intrecciate con le forme di comunicazione di ultima generazione saranno al centro del dibattito (ore 11 al Lazzaretto) che vedrà discutere il sociologo francese Jean Louis Fabiani e quello spagnolo Mario Ortì Mata. Cellulari, social network, e più in generale la rete si sono ritagliati uno spazio importante dentro i vari movimenti che contrastano l'egemonia mediatica del governo del debito. Ma se da un lato possono contribuire all'allargamento di uno spazio critico, dall'altro sono ancora riservati ad una minoranza cosciente. Così il populismo e sovvertimento radicale sembrano avere la meglio sull'intervento critico, specie quando si parla di “democrazia diretta”.
Dalle grandi questioni dell'Europa il focus si sposta poi su temi più vicini a noi, in particolare sulla “specialità” sostenibile della Sardegna. Alle 18,30 sempre al Lazzaretto, partendo dal libro “Identità ed autonomia in Sardegna e Scozia” (Maggioli), realizzato in collaborazione tra l'università di Cagliari e quella di Edimburgo, i due docenti universitari Gianmario Demuro e Francesco Nola, coordinati dal giornalista Giuseppe Meloni, proveranno a capire il senso dell'autonomia sarda ed i suoi sbocchi futuri. Del dilemma che riguarda “L'Europa dei popoli o dei banchieri” discuterà alle 19,30, al Lazzaretto, il giornalista Federico Rampini.
Quindi la musica. Alle 17,30 Antonello Salis porterà il suo piano in via Schiavazzi, davanti ai palazzoni “simbolo” del degrado. Dalle 21 performance dell'artista ed attivista tunisina Alia Sellami e poi concerto di Francesco Medda dedicato ai “Paesaggi sonori di Sant'Elia”
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 - La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Ed_Cagliari
Erasmus raddoppia e punta ad accogliere 4 milioni di studenti
L’Europa stanzia 15 miliardi di euro per il 2014-2020 «Così proviamo a combattere la disoccupazione giovanile»
di Lorenzo Robustelli
 
BRUXELLES Erasmus muore per rinascere più forte e ambizioso di quanto sia stato in questi suoi primi 26 anni di vita. Il programma per la formazione all'estero degli studenti europei è, secondo quanto spiegato dalla Commissione il progetto europeo di maggior successo, quello più apprezzato e dunque si punta in alto: a raddoppiarne la potenza e ad usarlo anche come strumento di lotta alla disoccupazione giovanile, non come “parcheggio”; ma come occasione di alta formazione per preparare i lavoratori del futuro. Erasmus come lo abbiamo conosciuto è però morto, ed al suo posto è nato Erasmus+, figlio di un tormentato negoziato durato un paio di anni. Non era affatto scontato che le cose potessero andare nel segno della crescita. In molti ricorderanno quando alla fine dello scorso anno mancavano i soldi europei per finanziarlo, bloccati dai negoziati tra i paesi dell'Ue che volevano chiudere il portafoglio, per questo e per altre politiche comuni. Alla fine la commissaria all'Istruzione e alla cultura, la cipriota Androulla Vassiliou, sembra aver trovato la quadra: tutti gli altri programmi di sostegno ai giovani come ad esempio Leonardo, o i tanti altri che favorivano lo studio, lo sport e le esperienze di formazione all'estero spariranno come tali per confluire in quello che è sempre stato quello di maggior successo, Erasmus, che ora si guadagna un “plus”. Dal 2014 al 2020, secondo il progetto illustrato da Vassiliou, il nuovo programma aiuterà quattro milioni di giovani, la maggior parte dei quali sotto i 25 anni, a studiare o a effettuare una formazione, a lavorare o fare volontariato all'estero, il doppio di quanto avvenuto nei sette anni appena terminati. L'accordo c'è, ma i governi dovranno dare il loro assenso definitivo entro dicembre. Saranno stanziati ben 15 miliardi di euro, con un aumento di circa il 40% rispetto a quanto era stato concesso tra il 2007 e il 2013. «Erasmus è più importante che mai in tempi di crisi economica e di elevata disoccupazione giovanile», spiega Vassiliou. L'obiettivo è dunque di permettere ai giovani di migliorare le conoscenze di una lingua straniera e di acquisire competenze essenziali per le attuali esigenze del mondo del lavoro. «Con l'Ue muoversi da uno stato all'altro è come muoversi da città a città in Italia», racconta Maria Elena Caputi, studentessa universitaria parmense ora in Svezia. Certo può essere dura, continua, perché «passando dall'Italia alla Svezia le differenze sono tante, ci sono cose che noi italiani non capiremo mai, come ad esempio l'inflessibilità verso qualsiasi cosa. Per gli svedesi è tutto nero o bianco, non esiste il grigio». Nell'anno accademico 2011-2012 (l'ultimo per il quale esistono dati completi) Erasmus ha registrato un boom di partecipanti: oltre 250mila giovani, numero mai raggiunto in passato. La Spagna è il paese più mobile, da cui è partito il maggior numero di studenti (39.545), seguita da Germania (33.363), Francia (33.269) e, in quarta posizione, dall'Italia (23.377). La Spagna è anche la meta più gettonata, e non solo dagli italiani, essendo stata scelta da 40mila studenti, seguita da Francia, Germania e Gran Bretagna. L'Italia è in quinta posizione con 20.204 giovani. Dal suo avvio nel 1987, quando aderirono in 3.200, oltre tre milioni di studenti europei hanno partecipato al programma Erasmus.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Ed_Cagliari
IMPRENDITORIA»NON SOLO MODA
Cucinelli: «L’insularità è un valore»
Sassari, il “re del cachemire” ha incontrato il rettore Mastino, docenti universitari e imprenditori nell’Atelier Macciocu
Brunello cucinelli La vera ricchezza della Sardegna è la sua storia, la sua natura: l’isolamento non preclude ma preserva Io in un’isola ci vivrei
di Paolo Curreli
 
SASSARI Brunello Cucinelli è stato a Sassari venerdì sera per presentare la collezione autunno/inverno 2013/2014. Una tappa esclusiva, inserita nel tour mondiale del patron della maison, nella boutique di Gavino Macciocu. Il commerciante sassarese ha messo ha disposizione l'ambiente elegante della sua boutique perché Brunello Cucinelli potesse incontrare gli imprenditori cittadini e gli studiosi dell'università, tutte forze e risorse attirate dalla sua straordinaria avventura nella moda. Una esperienza di imprenditorialità che si lega strettamente col mecenatismo, attraverso la ristrutturazione dell'antico borgo di Solomeo dove ha costruito un teatro – con un cartellone importante – la creazione di un accademia del lavoro, e la storica ridistribuzione degli utili quando la società fu quotata in borsa, cosa che gli ha garantito una notorietà mediatica totale. Cucinelli ha dedicato il catalogo primavera/estate 2013 alla Sardegna, ambientando la sua moda tra i nuraghi e la natura dell'isola nei colori invernali lontana dal glamour smeraldino. Una grande promozione per la Sardegna, che tutti i clienti dell'azienda possono conoscere negli store presenti in tutte le principali città del mondo: da Shanghai a New York, da Sidney a Hong Kong, passando per le più prestigiose location Europee, le diverse lingue in cui è stato realizzato il catalogo presentano una immagine coinvolgente dell'isola. Gavino Macciocu ha trasformato la presentazione di una collezione, evento di per se importante per la realtà sassarese, in un momento di confronto di Cucinelli con l'università, era presente il rettore Mastino che ha ringraziato l'imprenditore riconoscendogli l'impegno sociale e culturale ed omaggiandolo con un prezioso volume sull'ateneo. La metamorfosi tra idee e moda si è concretizzata in un talk show dove Cucinelli, incalzato dalle domande del docente di marketing del Dipartimento di Scienze economiche dell’università; Antonio Usai ha avuto modo di illustrare il suo pensiero. «La vera ricchezza della Sardegna è la sua storia e la sua natura, è un luogo speciale da migliaia di anni – ha detto Cucinelli – e i sardi sono speciali, ve ne dovete rendere conto». Insularità e isolamento, sono certamente un problema ma per il Pricipe del cachemire – come lo ha definito il Newyorker – anche una potenzialità. «Io ci vivrei in un isola, l’isolamento non solo esclude ma preserva anche, tante cose che voi custodite si sono salvate per questo motivo». Lavoro, etica e impresa sono i caposaldi della sua magia del fare. «Bisogna lavorare per salvare la bellezza, molti degli errori che abbiamo fatto a questo proposito si possono curare. Il silenzio, per esempio è un patrimonio da salvaguardare che sta diventando sempre più raro». Il manufatto, la preziosità del lavoro manuale, è uno degli aspetti fondanti della filosofia di Cucinelli. «Il mondo guarda all’Italia per queste capacità, ci chiede questo tipo prodotti. Alto artigianato e creatività. Diverse lavorazioni lasciamole fare ad altri. Per restituire dignità al lavoro manuale ho creato una scuola dei mestieri, proprio per restituire importanza all’artigianato». Impresa, stagione più lunga, la ricetta di Cucinelli: « Avere idee contemporanee e vincenti, non aspettare la domanda ma offrire. Il mare della Sardegna è conosciuto in tutto il mondo, un biglietto da visita potentissimo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Ed_Cagliari
Aou, decolla il progetto da 95 milioni
A giorni la convenzione per sbloccare i primi fondi per l’acquisizione delle aree. Fine lavori prevista entro il 2018
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Due nuovi edifici di sei piani, un parcheggio su due livelli e aree verdi: è il progetto da 95 milioni di euro che l’Azienda ospedaliero universitaria si prepara a mettere in pratica per mandare in pensione i due palazzi che, vista l’età, rappresentano le macchie dell’Aou, ovvero il Materno infantile e le Medicine. I soldi ci sono, e anche se non sono ancora confluiti nelle casse dell’Aou, il Cipe li ha assegnati in maniera specifica all’Azienda sassarese nel novembre 2011, attingendo dal Fondo di sviluppo e coesione 2007-2013. Dovranno essere utilizzati esclusivamente per l’ampliamento del complesso ospedaliero universitario e per l’adeguamento e completamento delle strutture già esistenti. Per quest’ultimo scopo, con un’altra delibera del Cipe dell’agosto 2012, sono stati assegnati all’Aou altri 2 milioni e 100 mila euro. Per poter spendere queste risorse è necessaria la firma di una convenzione con la Regione, che dovrebbe essere siglata la prossima settimana. Subito dopo la registrazione della convenzione, la Regione verserà all’Azienda ospedaliera una prima tranche pari al 10 per cento dell’intero finanziamento. Somma che l’Aou utilizzerà per procedere immediatamente con l’acquisizione delle aree necessarie per realizzare due nuove “stecche” dell’ospedale e per avviare la gara d’appalto per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi. Per ora l’Aou ha in mano un primo progetto realizzato con lo studio di fattibilità delle opere dall’Università di Bologna e in base al quale saranno realizzati i progetti preliminare e definitivo. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Sandro Cattani, e il direttore amministrativo, Lorenzo Moretti, insieme con il responsabile del Servizio tecnico dell’Aou, Roberto Manca, hanno stabilito un cronoprogramma degli interventi che porteranno alla realizzazione del nuovo ospedale. Il percorso è lungo e le nuove strutture dovrebbero entrare in funzione nel 2018. Entro quest’anno l’Aou conta di acquisire i terreni e di predisporre la gara d’appalto per la progettazione. I terreni su cui sorgeranno le due nuove stecche si trovano nell’area compresa tra la facoltà di Medicina e il complesso dell’Orto botanico, a Piandanna. Tredicimila mila metri quadrati sono di proprietà del Comune di Sassari, che ha già approvato una delibera con cui dà il via libera alla vendita del terreno all’Aou, per oltre 2 milioni di euro. Le altre aree necessarie sono in parte di privati, e saranno acquistate per una cifra vicina ai 5 milioni. Nei piani bassi dei nuovi edifici saranno trasferite gran parte delle attività ambulatoriali dell’Azienda, come la Radiologia; mentre negli altri piani saranno dislocati, in un palazzo tutti i reparti del Materno infantile, e nell’altro le varie cliniche e istituti di Medicina. In questo modo saranno liberati i due edifici storici (costruiti agli inizi del secolo scorso) che finora ospitano in maniera del tutto inadeguata alle esigenze sanitarie e di sicurezza i vari reparti appunto del Materno infantile e della Medicina. Questi due antichi palazzi saranno ristrutturati e destinati ad accogliere gli uffici amministrativi dell’Aou, oggi ospitati nel complesso di Cortesantamaria, dietro il pagamento di un oneroso contratto di affitto. Attingendo dagli stessi finanziamenti, saranno realizzati interventi di completamento e adeguamento alle norme di sicurezza nelle due stecche bianche già esistenti accanto al Palazzo Clemente. Alla fine dei lavori, tutte le strutture dell’Aou saranno collegate fra loro con percorsi sotterranei e dedicati, in modo da rendere agevoli e sicuri gli spostamenti e trasferimenti del personale sanitario e dei pazienti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 24 - Sassari
Erasmus, anche i turchi scelgono Sassari
Università in festa nella giornata di accoglienza dei 120 studenti stranieri. Il rettore Mastino: gli atenei sono luoghi di pace
 
SASSARI Sono 120 gli studenti che quest’anno hanno scelto Sassari per svolgere, nel primo semestre, la loro mobilità a fini di studio. Venerdì sera nell’aula magna dell’Università di Sassari, il “Welcome Erasmus Day” – tradizionale appuntamento con il quale l’Università degli Studi di Sassari dà ufficialmente il benvenuto ai suoi studenti stranieri – ha riscosso un grande successo. L’incontro si è aperto con i saluti del rettore Attilio Mastino e del sindaco Gianfranco Ganau. Mastino nel suo discorso ha definito le università «luoghi di pace, anche e soprattutto grazie agli scambi internazionali favoriti da programmi come l’Erasmus». A seguire, i professori Piero Sanna e Quirico Migheli, delegati d’ateneo per la mobilità internazionale studentesca e per il programma Erasmus, hanno rivolto agli ospiti un caloroso discorso di benvenuto in inglese, francese, spagnolo e italiano. Ha moderato la serata Sabrina Ledda, presidente della sezione di Sassari di Esn (Erasmus student network) che ha definito l’Erasmus «un tatuaggio: ti segna a vita e dopo non si torna più indietro». Era presente anche il presidente di Esn Italia, Carlo Bitetto, che ha fornito i numeri dell’associazione, impegnata nell’accoglienza degli studenti stranieri: 50 sezioni in tutta Italia, 1.500 membri attivi e 20mila studenti stranieri. Nel corso della cerimonia si sono esibiti il gruppo etnomusicologico Ichnuss, il Coro dell’Università di Sassari e il quartetto d’archi del Conservatorio di musica Luigi Canepa. In chiusura, è stato proiettato il video di Ignacio Ruz Portero, studente di Valencia ospite dell’Università di Sassari nell’anno accademico 2012-2013. «Abbiamo il piacere – hanno detto Sanna e Migheli durante la cerimonia – di avere con noi anche i primi 10 tirocinanti arrivati con l’Erasmus Placement in Sardinia per svolgere i loro stages formativi in imprese, istituzioni e studi professionali del Nord Sardegna. Molti altri arriveranno nel secondo semestre». Quasi il 55 per cento sono donne. Come da tradizione, gli studenti spagnoli sono (con il 63%) la componente più numerosa, ma, al secondo posto figurano anche quest’anno (con il 17%) gli studenti delle università turche. Seguono gli studenti polacchi (5 %), i francesi, i cechi, i greci, gli ungheresi, gli irlandesi e i portoghesi. «In questi anni il nostro Ateneo ha fatto grandi progressi – hanno aggiunto i due docenti delegati per la mobilità internazionale – abbiamo rafforzato i corsi di lingua e cultura italiana, e siamo ora in grado di fornire anche la certificazione internazionale (Cils); abbiamo potenziato gli sportelli Erasmus e i servizi di tutorato per gli studenti incoming, abbiamo rafforzato le funzioni del garante degli studenti stranieri e adottato un regolamento d'ateneo per le mobilità internazionali studentesche che tutela, insieme agli outgoing, anche gli studenti incoming. E poi è stato anche riformato il sistema di riconoscimento delle valutazioni di profitto, utilizzando le percentuali di distribuzione dei voti». Tra le altre cose è stato anche migliorato l’accesso all’assistenza sanitaria, agli spettacoli e ai servizi sportivi «e, con il decisivo contributo dell'Esn, sono state potenziate le politiche d'integrazione. Lo scorso anno, grazie all'iniziativa della dottoressa Titti Zedda, abbiamo perfino offerto a tutti gli studenti stranieri una piccola ma preziosa rassegna di film italiani».

Questionario e social

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