UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 16 ottobre 2013

Mercoledì 16 ottobre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 ottobre 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Alcolismo, ecco il meccanismo che crea piacere e dipendenza
Eccezionale scoperta di un gruppo di ricercatori cagliaritani
 
Buone notizie per gli alcolisti. Uno studio firmato dal gruppo di ricercatori dell'università di Cagliari Miriam Melis, Pierluigi Caboni, Ezio Carboni, e guidato da Elio Acquas, dimostra che è possibile inibire la formazione di una sostanza, il salsotinolo, che eccita le cellule nervose del piacere. E siccome se non c'è piacere non c'è abuso, la scoperta può essere decisiva per contrastare un fenomeno sempre crescente.
L'AZIONE DELL'ETANOLO Lo studio è stato appena pubblicato su Addiction Biology, la più importante rivista internazionale di neurobiologia delle tossicodipendenze, e rivela come le azioni dell'etanolo (il principale componente delle bevande alcoliche) sulle cellule nervose dopaminergiche siano dovute ad una sostanza, il salsolinolo, che si ottiene nel cervello a seguito della trasformazione dell'etanolo stesso. Lo studio dimostra che quando si impedisce la formazione di questa sostanza, l'etanolo non può eccitare le cellule nervose del piacere e quindi non può esercitare il suo potenziale d'abuso.
LE CELLULE La ricerca evidenzia il ruolo chiave del salsolinolo nelle azioni dell'alcol in un'area del cervello, l'area ventrale del tegmento (Vta), in cui sono localizzate le cellule nervose dopaminergiche. Si tratta di cellule implicate nel controllo di funzioni cerebrali come la motivazione e l'affettività, le cui alterazioni sono alla base di disturbi psichiatrici, quali depressione, schizofrenia, e tossicodipendenza (quindi anche alcolismo). Questo studio, che ha svelato un meccanismo a due passaggi secondo cui l'etanolo stimola queste cellule nervose così importanti, è interamente sardo e supportato in parte da un finanziamento della Regione.
LE CELLULE Lo studio dimostra che quando l'etanolo raggiunge le cellule dopaminergiche viene dapprima trasformato in un'altra molecola, l'acetaldeide, che poi condensa con la dopamina rilasciata dalle stesse cellule nervose, e genera il salsolinolo. Si può dire, quindi, che l'etanolo eccita le cellule dopaminergiche perché si trasforma in salsolinolo. Secondo i ricercatori dell'università di Cagliari, quando si impedisce la formazione di questa sostanza, l'etanolo non può eccitare le cellule nervose del piacere e quindi non può esercitare il suo potenziale d'abuso.
LA RICADUTA APPLICATIVA La ricaduta applicativa dello studio, per le sue implicazioni preventive e terapeutiche, potrebbe essere immediata perché, intervenendo su uno dei due passaggi che precedono la formazione del salsolinolo, si può impedire che l'etanolo eserciti i suoi effetti alla base dell'insorgenza dell'alcolismo.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
Telescopio, dalle stelle alle imprese
Nasce il Distretto aerospaziale con il compito di gestire il grande impianto di San Basilio
 
È nato ufficialmente il Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), la società consortile che avrà il compito di sviluppare progetti e iniziative nel settore, capace di attrarre risorse e creare opportunità lavorative. Ieri mattina c'è stata la presentazione ufficiale alla quale hanno preso parte, assieme al presidente della Regione Cappellacci, i partner che daranno vita al consorzio formato da enti pubblici e società private. «La nascita del Distretto permette di avere prospettive importanti per l'economia e il lavoro», sottolinea il presidente della Regione, «in Sardegna possiamo vantare numerose eccellenze in campo tecnologico».
È il presidente Cappellacci a evidenziare gli obiettivi del distretto, considerato «un'opportunità da sfruttare in un ambito in crescita sia per quanto riguarda le risorse che le ricadute economiche». Se la cabina di regia sarà affidata al Distretto in collaborazione con la Regione, le piccole e medie imprese hanno l'opportunità di «collaborare con il sistema della ricerca», afferma il Governatore. Al lato pratico, la società avrà un consiglio di amministrazione, un comitato tecnico, che dovrà sviluppare e valorizzare i progetti, e una consulta territoriale rappresentata da enti e amministrazioni comunali che aderiranno. E sui territori e le loro infrastrutture si sofferma Cappellacci evidenziando che «San Basilio per il radiotelescopio e la zona del Poligono di Quirra potranno essere fondamentali. Anche perché, soprattutto Quirra ha pagato un prezzo molto alto per le servitù militari ed è giusto che da quel sacrificio nascano opportunità».
Il Dass si costituisce dopo un anno dall'annuncio come società a responsabilità limitata con maggioranza pubblica (51%). Cinque persone compongono il consiglio di amministrazione di cui Giaime Cao (docente dell'Università di Cagliari) è presidente: «Abbiamo fatto un grande lavoro -spiega- adesso dobbiamo raggiungere traguardi importanti». Sette persone daranno vita al comitato tecnico, mentre la Regione avrà il compito di facilitare l'arrivo di finanziamenti. Franco Manca (coordinatore del distretto nell'anno di gestazione) evidenzia che «la Regione non ha messo un euro, sono stati i soci a partecipare». Le quote societarie sono di Consiglio nazionale delle ricerche (8%9, Crs4 Surl (8%), Istituto Nazionale di Astrofisica (8%), Sardegna Ricerche (11%), Universita' di Cagliari (8%), Universita' di Sassari (8%), Aermatica (1.8%), Centro Sviluppo Materiali (11%), Geodesia Tecnologie (1.8%), Innovative Materials (1.8%), Intecs (7%), Opto Materials (11%), Poema (1.8%), Space (1.8%), Vitrociset (11%).
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 39 - Edizione CA)
Le colonie dei Fenici? Internet di tremila anni fa
A Carbonia una sei giorni di studi archeologici
Dal 21 al 26 ottobre nel cuore dell'antica Sulky l'ottavo congresso mondiale
 
Oltre 2.800 anni fa Internet, in fondo, cominciava già a muovere i primi passi. Perché cosa altro fecero, i Fenici, se non creare la prima Rete grazie alle loro colonie sparse nel Mediterraneo, punti di partenza per la diffusione della conoscenza?
Di più: per usare l'espressione di uno che l'antico popolo del mare lo conosce bene, l'archeologo Piero Bartoloni “padre” degli scavi a Monte Sirai, «diffondendosi in quel modo, i fenici, aprirono il varco fra il buio della Preistoria e la luce della Storia». Qualcuno nella notte dei tempi lo doveva pur fare: lo fecero loro. Ma questo è soltanto uno degli aspetti, certo il più accattivante, al centro di un evento di portata mondiale previsto dal 21 al 26 ottobre a Carbonia e Sant'Antioco, cuore di quel Sulcis (meglio: Sulky) prediletto proprio dai fenici: è l'ottavo Congresso internazionale di studi fenici e punici. Subito le cifre per rendersi conto della portata del simposio, organizzato dall'Università di Sassari con i due Comuni padroni di casa e l'ex Provincia: oltre duecento studiosi provenienti da istituzioni universitarie, di ricerca e di tutela di tutto il mondo; 24 stati in rappresentanza degli attuali Paesi che conobbero lo stanziamento delle genti fenicie (Italia, Spagna, Portogallo, Tunisia, Algeria, Libia, Malta, Cipro, Israele, Libano), e poi esperti dagli Usa, dal Canada, dal Brasile, dal Giappone e dall'Australia. Quindi oltre 170 relazioni in programma e cinquanta poster che aiuteranno a fare il punto sugli avanzamenti delle conoscenze nel campo dell'archeologia fenicia punica con, attenzione, le rilevanti novità attese dal Mediterraneo orientale all'oceano Atlantico.
Presentata ufficialmente ieri a Carbonia, questa sei giorni di studi ai massimi livelli arriva dopo i congressi mondiali che da 30 anni si sono svolti fra Roma e Tunisi, fra Cadice ed Hammamet, fra Lisbona e Marsala. La Sardegna ospita per la prima volta l'evento e a Piero Bartoloni va il merito di aver convito la (diffidente e un po' invidiosa) comunità scientifica internazionale ad organizzare il congresso nel Sulcis: «Perché le tracce dei fenici - conferma l'archeologo vanno oltre le frontiere che conosciamo oggi». E potrebbe anche emergere che occorrerà retrodatare di una cinquantina d'anni l'età dei primi insediamenti, comunemente accettati fra l'800 e il 750 avanti Cristo, rilevati a Monte Sirai, Sant'Antioco, Nora, Bithia, Otocha, Neapolis, Tharros, Cornus e Sant'Imbenia dove la Rete dei fenici si fece largo.
I Comuni di Carbonia e Sant'Antioco non si sono fatti sfuggire l'occasione forse irripetibile: «Con Sant'Antioco - ha anticipato il sindaco di Carbonia Giuseppe Casti - partecipiamo ad altri progetti perché vogliamo spendere le nostre potenzialità». Non a caso Mario Corongiu, sindaco di Sant'Antioco, si schiera dalla parte di coloro «sempre più convinti che è falso che con la cultura non si mangia».
I lavori, messi a punto dagli archeologi Michele Guirguis, Sara Muscuso, Elisa Pompianu e Antonella Unali, decollano il 21 alle 9,30 al Teatro comunale di Carbonia (nel comitato d'onore Attilio Mastino, Marco Minora, Maria Margherita Satta, Paolo Santoro), e proseguiranno nella Miniera di Serbariu sino al 23 con le sessioni “Abitati e vita quotidiana” e “Arte, artigianato”. Dal 24 ottobre gli ospiti si sposteranno fra l'aula consiliare di Sant'Antioco e il Pierre Pub per “Interazioni culturali”, “Necropoli e riti funerari”, “Religione e archeologia del sacro”, “Storia e numismatica”, “Epigrafia e filologia”.
Andrea Scano
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Cultura, Cagliari lancia la sfida
Arti varie e antichi mestieri le carte vincenti della città
CAPITALE EUROPEA. Presentato ieri il programma per l'ambiziosa candidatura
 
La vera sfida per la costruzione di un'altra Cagliari è cominciata. Una città più moderna e orientata alla cultura: è questa l'idea che ha in testa il Comune per la candidatura di Cagliari a capitale europea della cultura per il 2019. Una città affacciata sul mare, dove il porto diventa la porta della cultura e dei servizi. Non avrà un testimonial di eccezione nel suo percorso, come Ermanno Olmi a Bergamo o Renzo Arbore a Matera, né potrà contare sulla fama planetaria di cui gode una città come Venezia. Ma da qui al 2015, quando una commissione restringerà a 6 le candidate (su una rosa di aspiranti che sulla linea di partenza ne vede 21), il “comitato degli enti” lavorerà senza sosta per realizzare un programma capace di coprire in lungo e largo l'intera regione.
CANTIERE APERTO Il “cantiere Cagliari”, quindi, è già aperto, perché la trasformazione, che sarà radicale, richiede un enorme, impegnativo lavoro. Non a caso, questo progetto, al quale hanno già aderito oltre 50 enti (tra i quali Regione, Università, Comuni dell'Area vasta, sindacati, Crs4, associazioni di categoria) poggia anche su piani di riqualificazione di aree periferiche già avviati, come per esempio Sant'Elia. Mentre altri nuovi verranno inaugurati nei prossimi anni.
LA TRASFORMAZIONE Il programma di “Cagliari 2019”, presentato ieri al teatro Massimo, è ricco di appuntamenti che spazieranno dall'arte alla letteratura, dalla musica alla danza, dal cinema alla fotografia, dal teatro agli antichi mestieri. Il tutto per dare vita a una nuova immagine della città che «senza tradire la sua identità mediterranea, prova oggi a inventarsi nuovi percorsi da affiancare a quelli più tradizionali», ha spiegato Renato Quaglia direttore artistico del progetto. «Un aspetto fondamentale», ha detto l'assessore alla Cultura, Enrica Puggioni, «è che la trasformazione della città prescinde dal riconoscimento finale. Il cambiamento, infatti, sarà portato avanti in ogni caso». Cagliari gioca, quindi, la carta della cultura, grazie alla quale cerca anche di liberarsi dell'immagine estremamente riduttiva di città votata al turismo solo due mesi all'anno, condizionata, frenata nelle sue aspirazioni di sviluppo da questioni irrisolte, come quelle di Tuvixeddu o dell'Anfiteatro, o non pienamente valorizzate, come il parco di Molentargius.
RESIDENZE PER ARTISTI Il punto centrale del progetto è rappresentato dagli “Eucho” (european culture home), ovvero residenze per artisti, artigiani, urbanisti, scienziati, musicisti, attori, allestite tra il 2014 e il 2019, nei diversi quartieri della città. Luoghi di sperimentazione culturale che tra sei anni saranno aperti al pubblico e metteranno in mostra tutti i progetti realizzati. Ci saranno, quindi, festival letterari, Fiere d'arte, spettacoli, concerti, film; verranno presentati libri, racconti, progetti tecnologici e artigianali. Poi “Art-air” e “Art-bus”, la promozione degli eventi sugli aerei di linea che collegano l'aeroporto di Elmas con gli scali europei e sugli autobus.
I VANTAGGI La sfida, inutile negarlo, è anche sul piano economico. La città che sarà designata, otterrà 1,5 milioni di euro dall'Ue. Ma i vantaggi che Cagliari ricaverebbe se ottenesse la candidatura sarebbero ben più significativi. Il primo sì al progetto arriva dalla Cgil. Secondo Carmelo Farci, «è una opportunità per la creazione di nuove occasioni di lavoro».
Mauro Madeddu
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Università, l’ateneo interviene sulla vertenza per le pulizie
 
CAGLIARI Non siamo i datori di lavoro di chi effettua le pulizie all’università di Cagliari ma faremo le opportune verifiche. È questa in estrema sintesi la posizione dei responsabili dell’ateneo riguardo la protesta di questi giorni dei lavoratori. Dopo aver ascoltato i rappresentanti sindacali, che lamentano come il prossimo rinnovo dell’appalto delle pulizie tramite adesione alla convenzione Consip potrebbe comportare riduzioni di orario e della retribuzione dei lavoratori coinvolti, il Direttore generale Aldo Urru ha evidenziato che «l’amministrazione universitaria ha dovuto aderire, nel rispetto della normativa vigente e compatibilmente con le risorse a disposizione, alla convenzione quadro attivata dalla Consip». L’Ateneo è ente appaltante che riceve la prestazione e vigila sulla regolare esecuzione del contratto con particolare attenzione a garantire un’adeguata qualità del servizio di pulizie, mentre non è datore di lavoro delle persone coinvolte nel servizio. In ogni caso, nell’ottica di miglioramento e con l’avvio del nuovo appalto, l’amministrazione universitaria procederà alle opportune verifiche per assicurare un adeguato livello della qualità del servizio di pulizie.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 8 - Sardegna
Dass, nasce il distretto aerospaziale sardo
Firmato lo statuto della società pubblico-privata destinata a sperimentare e produrre alta tecnologia
 
CAGLIARI Il distretto aerospaziale è un nome altisonante, evoca missioni stellari e altre fantasie galattiche. Eppure si muove, nella realtà, Anzi, è stato proprio battezzato, in Sardegna, da una ricca cordata di società pubbliche e private, con a capo la Regione, che manterrà la maggioranza della neonata società a responsabilità limitata, la Dass, senza metterci però un soldo. I primi 50mila euro di capitale sono stati sottoscritti dagli altri quindici soci della speciale cordata scientifica: Cnr, Crs4, Istituto nazionale di astrofisica, Sardegna Ricerche, le due università di Cagliari e Sassari, dalle private Aermatica, Centro Sviluppo materiali, Geodesia, Innovative Materials, Intecs, Opto materials di Arbatax, Poema, Space e Vitrociset. «È un parterre importante e altri soci di rango arriveranno presto», ha detto il presidente della Regione Ugo Cappellacci nell’annunciare la firma dello statuto. Il presidente della Dass sarà Giacomo Cao, ordinario di ingegneria chimica a Cagliari e già coordinatore del progetto Cosmic che ha sviluppato e brevettato tecnologie all’avanguardia e promosse come «molto interessanti» dalla Nasa in vista di un possibile sbarco su Marte. Cao è una garanzia, il Pianeta Rosso si sa ancora una chimera. Ma il distretto aerospaziale sardo – che vale già 300 buste paga – comunque vola più basso e resta con i piedi per terra. La missione di Dass è immediata e meno fantasiosa: intercettare una parte dei 40 milioni che lo Stato investe nella ricerca aerospaziale nazionale e qualcosa del miliardo e 700 milioni stanziati dall’Unione Europea per satelliti e alta tecnologia ovviamente aerospaziale. La strada per ottenere i finanziamenti sarà questa: il Distretto, col suo comitato scientifico ancora da nominare, esaminerà i progetti di ricerca presentati da chi sta nel consorzio isolano e «cercherà i soldi per sviluppare la ricerca e realizzarli». Cappellacci ha ribadito che «questo è un settore in profonda crescita e da cui ci attendiamo benessere, sviluppo e occupazione». Ma anche riconversione, ad esempio del sempre contestato Poligono di Quirra, con l’auspicato passaggio dal micidiale uranio impoverito alla sperimentazione pura di tutto «quanto è destinato alle stelle», a cominciare dai componenti per i satelliti prodotti dall’Opt di Arbatx e dalla Vitrociset a Perdasdefogu. «È incontestabile – ha detto Giovanni Bertolone del comitato scientifico nazionale – che negli ultimi quarant’anni in Sardegna siano state effettuati diversi test fondamentali in campo aerospaziale. Il che vuol dire: l’isola è l’ambiente ideale, direi fondamentale, per questi esperimenti e con la nascita del Distretto ora sarà possibile far crescere anche le imprese sarde che producono tecnologie e materiali all’avanguardia». Tempo fa proprio Giacomo Cao era stato deciso nel dire: «Due dei brevetti di Cosmic sono stati già recepite dalla Nasa e selezionate come potenzialmente utilizzabili per le prossime esplorazioni spaziali umane e robotiche nel sistema solare. Tra l’altro i brevetti, pensati proprio per la missione su Marte, sono al cento per cento made in Sardinia e di nostra proprietà». Le menti eccellenti dunque ci sono, negli atenei e nelle aziende, bisogna «recuperare i finanziamenti per dare sostanza al progetto», ha detto Franco Manca, che ha coordinato la fase preparatoria del Distretto. Con un sogno appena accennato nel giorno del protocollo Dass, questo: nel 2030, quando secondo le previsioni di Cao l’uomo sbarcherà su Marte, su quel lontano Monte Olimpo possa sventolare semmai anche una bandierina dei Quattro Mori. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Sassari
Il campus al vaglio di Palazzo Ducale
Gli uffici comunali a breve si pronunceranno sul progetto Ersu che trasforma gli ex mulini Azzena in residence universitario
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Il destino del campus universitario si svelerà entro la prossima settimana. Fra pochi giorni il settore Edilizia privata del Comune di Sassari rilascerà il parere preliminare della struttura sul progetto dell’Ersu per trasformare gli ex mulini Azzena, all’ingresso della città, in un moderno residence universitario con 300 posti letto a disposizione degli studenti. Quasi in contemporanea Comune ed Ersu si incontreranno ufficialmente e pubblicamente per discutere faccia a faccia dell’operazione immobiliare da 40 milioni di euro contro cui il Consiglio comunale si è già messo di traverso. Proprio ieri la commissione Urbanistica, preseduta da Gian Paolo Mameli (Pd), ha analizzato la querelle campus universitario e ha deciso di convocare in audizione a Palazzo Ducale il Cda dell’Ersu, nella prima data disponibile. Il parere dell’Edilizia privata, richiesto da Marco Cavalieri, amministratore unico della Cator srl, proprietaria dell’area di via Predda Niedda, praticamente all’imbocco del sottopassaggio di Santa Maria, avrà un valore esclusivamente tecnico che terrà conto di tutte le norme urbanistiche ed edilizie in vigore. Il pronunciamento degli uffici comunali scioglierà i nodi sulla possibilità di realizzare un cosiddetto Piano integrato d’intervento che in un sol colpo recupererebbe l’ex complesso industriale abbandonato convertendolo in residenze per gli studenti universitari. Il responso politico al contestatissimo programma partorito, cullato e forgiato dal presidente dell’Ersu di Sassari, Gianni Poggiu, è già arrivato qualche settimana fa dal Consiglio comunale, ed è stato una sonora bocciatura. L’assemblea ha approvato a maggioranza una mozione presentata dal gruppo consiliare Sel, con cui Palazzo Ducale si oppone, non al progetto in sé, ma alla scelta dell’area su cui realizzare il campus universitario. Un no è stato espresso anche dall’Università, dove Senato accademico e Consiglio d’amministrazione hanno deliberato di allinearsi alle decisioni degli studenti. E proprio il rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu ha votato contro la realizzazione del campus nelle ex Semolerie Azzena. Ma nonostante mezza città sia ormai schierata contro la nascita del campus alle porte di Sassari, e il Consiglio comunale ha già avvisato l’Ersu che non approverà la variante urbanistica necessaria per poter dare il via ai lavori, il discorso resta più che mai aperto. Sì perché davanti a tante discussioni c’è lo spettro di vedere sfumare in un amen i 40 milioni di euro finanziati (20 a testa) dal Cipe e dalla Regione proprio per la costruzione del campus universitario. Oltre all’ubicazione scelta dall’Ersu, ritenuta distante dal centro città e non adeguata alle esigenze degli studenti, Comune e Università contestano all’ente regionale di avere preso una decisione così importante per le sorti della città in assoluta solitudine. Da anni l’Ersu ha in mente di realizzare un campus per mettere fine alla sete di alloggi degli studenti fuori sede, e molte ipotesi, fra cui l’acquisizione della Caserma Gonzaga, in via Carlo Felice, sono tramontate. Nel 2012 l’ente ha quindi emanato un avviso pubblico per reperire un’area adeguata, e fra le varie proposte pervenute ha optato senza troppi tentennamenti per gli ex Mulini Azzena. L’Ersu ha quindi deciso di acquistare l’area dai privati: 7 milioni di euro per poco più di un ettaro più chiaramente le antiche strutture industriali da trasformare, senza scavalcare i vincoli della Soprintendenza, in 300 alloggi più vari servizi. Ma, come spiegato dal presidente Poggiu, «L’acquisto sarà perfezionato solo se Il progetto-campus potrà realizzarsi, cioè solo se entro il 31 dicembre 2013 saranno risolti i problemi urbanistici e ci sarà una valida soluzione per la viabilità pedonale e ciclabile».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
LA SFIDA»CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA
Si parte con “Eucho”, la casa degli artisti
Cinquanta tra istituzioni e associazioni pronte a sostenere il progetto del Comune che coinvolgerà anche il resto dell’isola
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI La carica dei cinquanta per spingere Cagliari sul tetto culturale d'Europa. Ci sono Regione, Provincia, Anci e un'infinità di comuni soprattutto area vasta e Sulcis. Ma ci sno anche i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, il parco di Molentargius, Autorità portuale. E le imprese grandi e piccole con Confindustria, Camera di Commercio, Confcommercio, Confesercenti. E poi Fondazione Banco di Sardegna, forse il primo partner che ci ha creduto davvero, cooperative e associazioni del settore artigianato. Sino agli immancabili alleati del mondo della cultura, della ricerca e dello spettacolo, dall'Universitá all’Ente Lirico sino al Crs4. C'è anche la benedizione della Diocesi. Ma le "iscrizioni" non sono ancora chiuse. Anzi c'è tutto un mondo che si può ancora costruire. Ieri, alla presentazione al "ridotto" del Teatro Massimo della precandidatura del capoluogo della Sardegna per la sfida della Capitale europea della cultura 2019 c'erano tutti o quasi tutti. Segno che la voglia di partire e giocarsela tutti insieme c'è. «È lo snodo di un processo molto profondo – ha detto l'assessore alla Cultura Enrica Puggioni dal palco del Teatro (c'erano anche i colleghi del turismo e dell'urbanistica Barbara Argiolas e Paolo Frau- che coinvolge anche turismo, attività produttive, lavori pubblici, urbanistica. E che unisce un territorio che si sta unendo sotto un unico progetto». Da Cagliari al Sulcis cercando di abbracciare comunque tutta la Sardegna. Il Comune ha presentato i dossier al Ministero dei beni culturali lo scorso 20 settembre e parteciperà al "campionato" insieme ad altre ventuno città italiane. Alcune con testimonial, sponsor e organizzazione da grandi squadre. Tipo Perugia, sostenuta da Renzo Arbore o Bergamo, spinta da Ermanno Olmi. Gli obiettivi indicati nel progetto: trasformazione di Cagliari in un laboratorio di sperimentazione tra arte, scienza e tecnologia, innalzamento della qualità artistica e culturale, aumento dei collegamenti, sempre culturali, tra Cagliari ed Europa. Il logo c'è già ed è stato esposto all'esterno del municipio anche durante la visita del Papa: una grande C (che sta per Cagliari, cultura e capitale) da cui parte un filo rosso che termina sulla scritta Sardegna. Una delle prime iniziative presentate questo pomeriggio è l'Eucho, lo European culture home: prevede la partecipazione di cento artisti che saranno i protagonisti di un'area espositiva permanente in cui potranno da subito mostrare i loro lavori. Cagliari ospiterà anche alcune esperienze di nuovo teatro europeo: per ogni anno, dal 2015, si prevede l'approdo di almeno cinque istituzioni europee di produzione contemporanea. Tre arriveranno già dal 2014. Ci sarà anche un festival della storia e della letteratura. Gli appuntamenti coinvolgeranno non solo Cagliari, ma tanti altri comuni compresi i complessi ex minerari del Sulcis. Immagine, ma anche possibilità. Le chiede Cgil, ad esempio. «La candidatura di Cagliari a capitale europea della cultura rappresenta una grande opportunità – ha detto il segretario della Camera del Lavoro Cgil Carmelo Farci – per il rinnovamento generale della città e per la creazione di nuove e qualificate occasioni di lavoro».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Cagliari
CULTURA»CONGRESSO INTERNAZIONALE
La vita quotidiana al tempo dei fenici
Parteciperanno oltre 200 studiosi provenienti da istituzioni universitarie, di ricerca e di tutela di tutto il mondo
di Gianfranco Nurra
 
CARBONIA Al via, da lunedì prossimo , l’VIII Congresso Internazionale di studi Fenici e Punici, organizzato dall'Università degli Studi di Sassari, in collaborazione con il Comune di Carbonia, il Comune di Sant’Antioco e la Provincia di Carbonia Iglesias. Il Congresso, in programma a Carbonia e Sant’Antioco la settimana prossima accoglierà oltre 200 studiosi provenienti da Istituzioni Universitarie, di Ricerca e di Tutela di tutto il mondo. Saranno presenti esperti di 24 nazioni, in rappresentanza dei Paesi che conobbero lo stanziamento di genti fenicie e puniche, Italia, Spagna, Portogallo, Tunisia, Algeria, Libia, Malta, Cipro, Israele e Libano, del Continente Europeo ma anche del resto del mondo. E’ la più importante incontro mondiale sul tema, che vede riuniti ogni quattro anni tutti gli esperti mondiali del settore. La Sardegna ospita per la prima volta il Congresso Internazionale. Al professor Piero Bartoloni ordinario di archeologia fenicio punica all’Università di Sassari, il merito di aver convinto la comunità scientifica internazionale ad organizzare l’importante evento nel nostro territorio, luogo prediletto dai Fenici. I partecipanti si confronteranno su numerosi temi in diversi ambiti disciplinari, e faranno il punto sulla situazione delle ricerche riguardanti i numerosi insediamenti fenici e cartaginesi disseminati dal Mediterraneo all’Atlantico. I lavori si svolgeranno in parte a Carbonia e in parte a Sant’Antioco e concentreranno l’attenzione su una miriade di temi riguardanti le antiche comunità fenicio puniche. Si potrà assistere infatti a circa 170 relazioni e osservare oltre 50 poster che consentiranno di fare il punto sugli avanzamenti delle conoscenze nel campo dell’archeologia fenicia e punica, con le rilevanti novità provenienti dal Mediterraneo orientale all’Atlantico. I lavori saranno introdotti dal Prof. Piero Bartoloni, mentre alla Prof.ssa María Eugenia Aubet, dell’Universidad Pompeu Fabra de Barcelona, sarà affidata la prolusione inaugurale. La discussione proseguirà nelle sale della Grande Miniera di Serbariu, dove si succederanno gli interventi di numerosi relatori, nelle sessioni dedicate ad “Abitati e vita quotidiana” e “Arte e artigianato”. A partire da giovedì 24 ottobre gli specialisti si incontreranno nell’Aula Consiliare di Sant’Antioco, dove avranno modo di confrontarsi sui temi “Interazioni culturali, sostrati e adstrati”, “Necropoli e riti funerari”, “Religione e archeologia del sacro”, “Storia e numismatica” ed “Epigrafia e Filologia”. Il giorno seguente, sempre a Sant’Antioco, si terrà la seduta conclusiva nella quale verrà annunciata la sede del prossimo Congresso del 2017.

Questionario e social

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