Sabato 5 ottobre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 ottobre 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
LA PROTESTA DEGLI UNIVERSITARI
Idonei non beneficiari per le borse di studio: sono quasi uno su due

Reddito basso e media elevata non bastano più. Per ottenere una borsa di studio occorre avere una posizione in graduatoria al di sopra della temuta linea rossa: quella che delimita l’elenco di chi avrà il sussidio e quello di chi, pur possedendo i requisiti, non lo otterrà per insufficienza di fondi. Una posizione sciagurata che quest’anno accomuna sempre più studenti: la categoria di “idonei non beneficiari” è aumentata di 7 punti percentuali, dal 42 al 49 per cento.
LE PROTESTE «Anche quest’anno assistiamo al massacro del diritto allo studio in Sardegna», denunciano i rappresentanti di Unica 2.0., pronti a dar battaglia. Il calcolo della percentuale è stato fatto scorrendo la graduatoria definitiva delle borse erogate dall’Ersu, pubblicata pochi giorni fa. «È particolarmente preoccupante», sottolineano, «la percentuale di matricole-idonei non beneficiari, che ha raggiunto il 66 per cento: dunque, quasi 7 matricole su 10, non potendo usufruire della borsa di studio che dovrebbero avere di diritto, non potranno intraprendere un percorso formativo». I sit-in davanti al palazzo del Consiglio regionale, ai quali l’inverno scorso hanno partecipato decine di universitari, non hanno portato l’esito sperato.
MEDICINA Ieri mattina, invece, in via Roma sono andati a protestare i neodiplomati cagliaritani che hanno partecipato ai test di ammissione alla facoltà di Medicina. Gli studenti Silvia Steri, Carlotta Porcu e Marco Schirru sono stati ricevuti dal presidente della Commissione cultura, Carlo Sanjust, e dal consigliere Sisinnio Piras (entrambi del Pdl). Oltre ad aver contestato lo spostamento delle date dei test, con scadenza nel periodo in cui si stavano preparando per l’esame di maturità, hanno chiesto alla Commissione di farsi portavoce affinché «siano rivisti i criteri di ammissione e la revoca del successivo annullamento del bonus maturità» abolito dal ministero il 9 settembre scorso in concomitanza con lo svolgimento delle prove, che giudicano comunque equo, seppure espresso in percentili. «L’abolizione ha penalizzato chi aveva un voto di maturità teoricamente sufficiente per ottenere il bonus. Inoltre, nel corso dei test l’anonimato dei candidati è stato violato: come prevedono le disposizioni ministeriali, le nostre carte d’identità erano sul banco».
Veronica Nedrini
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
VOLONTARIATO
Servizio civile per 510 giovani in Sardegna

La presidenza del Consiglio ha pubblicato i bandi del dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale per la selezione di 15.466 volontari da impiegare in progetti di Servizio civile in Italia e all’estero. Grazie alla quota di co-finanziamento regionale, deliberata dalla Giunta il 17 luglio, nell’Isola 510 giovani potranno scegliere uno fra i 101 progetti da ieri pubblicati nel sito della Regione. La presidenza della Regione finanzia così tutti i progetti in graduatoria, dando la possibilità ai giovani, dai 18 ai 28 anni, di essere impegnati per 12 mesi «in un’esperienza che ha come scopo prioritario l’inserimento responsabile del giovane in una realtà sociale attraverso lo sviluppo di competenze specifiche, l’apprendimento di regole organizzative, la creazione di reti relazionali, l’acquisizione di consapevolezza sul proprio ruolo di cittadino», è scritto in una nota. Ad essi è riconosciuto un assegno mensile di 433,80 euro. I giovani potranno inoltre scegliere anche tra i progetti del Servizio civile nazionale, da realizzare sempre in Sardegna, e per i quali sono stati messi a disposizione ulteriori 109 posti.


LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
UNIVERSITÀ» PIANO TRIENNALE CHOC  
Ateneo del futuro: federato o declassato
Un decreto ministeriale prevede la fusione con Cagliari entro novembre. Mastino: «Manterremo l’autonomia a tutti i costi»
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Federata con un altro ateneo o declassata. Questo il grigio futuro dell’università di Sassari secondo un decreto del ministro Maria Chiara Carrozza appena emanato. Se entro 45 giorni non saranno accettate queste condizioni l’università potrebbe andare a perdere una premialità da due milioni di euro. «Fino a che sarò io rettore l’università di Sassari non si fonderà con alcun altro ateneo. Non si può pensare che una storia di 450 anni venga spazzata via da un decreto». Attilio Mastino non usa mezzi termini convinto che due milioni siano decisamente troppo pochi per veder sparire un ateneo di così grande tradizione. Il riferimento è al provvedimento emanato dal ministero dell’Università e della ricerca relativo alle linee guida sulla programmazione triennale degli atenei italiani. Linee che segnano un netto cambiamento di rotta rispetto al passato. Tra le indicazioni per raggiungere obiettivi di sostenibilità economica c’è la «fusione tra due o più università», oppure la realizzazione di «modelli federativi di università su base regionale o macroregionale». Respinta con decisione la prima prospettiva il senato accademico ha optato per presentare, entro il 15 novembre, una proposta di federazione con l’università di Cagliari che però contiene una condizione senza la quale non si andrà avanti: «Sì alla federazione ma, al contrario di quanto prevede il decreto, mantenendo due distinti consigli di amministrazione. Se la proposta non sarà accettata resteremo autonomi come siamo stati fino ad ora». Un progetto, quello della federazione che, come vuole il provvedimento appena pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e ora all’esame della Corte dei Conti, punta so stanzialmente al contenimento dei costi e che peraltro l’università turritana ha già avviato istituendo un coordinamento paritetico con l’ateneo cagliaritano. L’accordo è già sulla carta e si sono tenute anche alcune riunioni ma l’iter ha subito un rallentamento proprio perché l’allora ministro Profumo non ci aveva dato risposta circa il mantenimento in essere di due consigli di amministrazione. Il decreto varato dal ministro Carrozza nei giorni scorsi, oltre a ribadire la necessità della fusione anche dei consigli di amministrazione e la sopravvivenza di un solo presidente del cda, impone tempi molto stretti per la presentazione dei piani triennali. «Francamente sulla possibilità che il nostro piano di federazione sia accettato con il mantenimento di due cda – dice il rettore – sono pessimista. In quel caso però resteremo autonomi. Probabilmente perderemo una parte della premialità ma andremo avanti per la nostra strada». La prospettiva che i due consigli di amministrazione si fondano sarebbe molto penalizzante per l’università di Sassari che rispetto a Cagliari conterebbe per il 35 per cento. Ma Mastino rassicura sul fatto che l’assetto amministrativo richiesto dal decreto non è l’unico elemento su cui si basa l’assegnazione dei fondi. «Siamo ben messi riguardo all’attrazione di studenti stranieri, agli investimenti in edilizia, agli accordi con i centri di ricerca e ai tirocini all’estero». Si procederà anche all’eliminazione di alcuni corsi di laurea doppi: «Ma solo di quelli non necessari», conclude il rettore che comunque entro 45 giorni dovrà allestire un piano per delineare il futuro dell’università meno grigio possibile.


4 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
Il preside di Agraria propone l’alleanza con la Catalogna 
SASSARI Il vento che soffia da Roma non porta nulla di buono. E il malumore si sta diffondendo a macchia d’olio negli ambienti accademici. A quanto sembra la ricerca, nella quale l’università di Sassari aveva ottenuto ottimi risultati a livello nazionale, non viene considerata una risorsa tale da garantire la sopravvivenza di corsi di laurea o addirittura di interi dipartimenti. Tra i più indignati per l’atteggiamento del ministero, che punta sulla quantificazione della didattica (numero di laureati, numero di crediti ottenuti) tralasciando completamente altri aspetti, c’è il preside del dipartimento di Agraria. «Purtroppo i contenuti del decreto sono quantomeno allarmanti – commenta Giuseppe Pulina, al momento l’unico candidato alla carica di rettore, che verrà rinnovata nel giugno del 2014 –. La fusione dell’università di Sassari con quella di Cagliari per una questione di proporzione e per una precisa tendenza politica che si è manifestata ormai da anni, decreterebbe la scomparsa del nostro ateneo. La stessa sorte ci toccherebbe se accettassimo la federazione così come proposta. Entrambe le soluzioni violano l’articolo 33 della Costituzione nella parte in cui parla dell’autonomia delle università». Pulina punta il dito anche contro le sezioni del decreto in cui si tratta dell’«accorpamento o eliminazione di corsi di laurea e di laurea magistrale in funzione della domanda, della sostenibilità e degli sbocchi occupazionali». «Stanno trasformando le università in uffici di collocamento – continua Pulina – sovvertendo i principi di ricerca e diffusione del sapere che stano alla base della cultura universitaria nel nostro Pese. Per non parlare di altre conseguenze nefaste del provvedimento che riguardano la riduzione del numero di corsi di laurea in sedi decentrate non sorretti, dicono, da adeguati standard di sostenibilità finanziaria. Ciò significa che verranno tagliate di netto le sedi gemmate di Oristano e Nuoro. Alcuni corsi sarebbero poi declassati a corsi di Istruzione tecnica superiore. Una vergogna». Il preside di Agraria quindi propone una opposizione netta al provvedimento del ministro Carrozza con l’attivazione di un progetto alternativo a quelli contenuti nel decreto. «Io dico che noi dovremmo federarci sì, ma alle università straniere. Propongo una federazione internazionale con gli atenei di Corte, in Corsica e con l’università della Catalogna. In questo modo potremmo attivare progetti finanziabili con la Francia e con la Spagna e mantenere la nostra autonomia». Una proposta forse provocatoria, che secondo molti difficilmente sarà conciliabile con la linea imposta dallo Stato, ma che di sicuro è utile per stimolare il dibattito e attirare l’attenzione sul futuro dell’università, un futuro quantomai incerto. (g.g.)
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 38 - Cagliari
«Diritto allo studio penalizzato»
CAGLIARI Diritto allo studio universitario penalizzato: diminuiscono i fondi stanziati, da 8,4 a 7,2 milioni per le borse di studio, e aumentano i beneficiari non idonei. Lo denuncia l’associazione studentesca Unica 2.0 annunciando un autunno «caldo» di proteste e rivendicazioni. «Sulla base dei dati estrapolati dalla graduatoria definitiva delle borse di studio Ersu uscita qualche giorno fa, abbiamo calcolato - fanno sapere gli studenti - che la percentuale di idonei non beneficiari ammonta al 49% rispetto al 42% dello scorso anno accademico». Una percentuale che aumenta tra le matricole: la quota di chi rimane fuori ha raggiunto il 66%. «Questo significa – spiegano i rappresentanti degli studenti – che quasi 7 matricole su 10 non potendo usufruire della borsa di studio che dovrebbero avere di diritto, si troveranno a non poter intraprendere un percorso formativo universitario». Regione nel mirino. «Riteniamo sia gravissimo – denuncia Unica 2.0 – che stanzi sempre meno fondi per il diritto allo studio, ma ancor più allarmante è il fatto che la Regione porti avanti politiche finalizzate a impedire l’accesso all’università agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi, anzichè garantire e incentivare il diritto allo studio». 
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
ERSU 
«Alloggi assegnati ai più bravi» 
L’ente risponde alle rimostranzae degli studenti fuorisede 
SASSARI Gli studenti hanno protestato riguardo ai criteri di assegnazione degli alloggi da parte dell’Ersu. E la direzione replica spiegando la ratio delle scelte che stanno alla base della graduatoria pubblicata ieri. «Dallo scorso anno i posti letto vengono assegnati con una lista unificata dei beneficiari di alloggio appartenenti all’università, all’accademia e al conservatorio. Rimasto invariato il sistema per la definizione degli aventi diritto al posto letto nella residenza universitaria gestita dall’Ersu, secondo i criteri stabiliti dalla legge, dall’anno accademico 2012-13 è stato introdotto il principio della rotazione dei posti letto per ogni anno di assegnazione». Resta invariato, invece, il criterio adottato per l’assegnazione del beneficio, reddito per le matricole, reddito e merito per gli iscritti agli anni successivi. Questi ultimi, a partire dai primi della lista, cioè i più meritevoli in base al punteggio per crediti formativi, scelgono in che residenza alloggiare. «Si precisa che l’ente applica il criterio del merito secondo i punteggi stabiliti dall’università e non può valutare un diverso peso nei punteggi a seconda della diversa facoltà, scientifica o umanistica o giuridica,che frequentano i titolari del diritto al posto letto. In base a questo sistema, in accordo con i rappresentanti degli studenti, non solo si premia il merito ma si assegnano ex novo ogni anno i posti letto tra i beneficiari, garantendo così una rotazione delle stanze. Negli anni passati invece gli studenti mantenevano per tutta la carriera accademica il posto letto e la camera assegnata».
 


 
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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