Martedì 1 ottobre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 ottobre 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Università
Innovazione, nuovo master
Sarà presentato oggi il Master in Innovazione e Servizi in Informatica. La nuova iniziativa formativa, condivisa da università e Sardegna Ricerche, risponde alla richiesta - avanzata dal mondo imprenditoriale - di poter disporre di una specifica professionalità per la piccola e media impresa Ict (Information communication technology), con particolare riferimento alle aziende ad alta propensione innovativa. La particolarità del Master, che lo rende unico nel suo genere, è che i 20 partecipanti (tutti laureati in Informatica o in Ingegneria elettronica) saranno fin da subito abbinati ad altrettante aziende, nelle quali potranno essere assunti al termine del percorso. In questo modo il sistema universitario e della ricerca crea occupazione in raccordo con il mondo del lavoro.
 
 
 
  
2 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
SAN BASILIO Inaugurato il radiotelescopio
 Il telescopio più grande d’Europa, realizzato a San Basilio, è stato inaugurato ieri mattina. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il sottosegretario Marco Rossi Doria e il governatore Ugo Cappellacci 
 
Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
L’antenna che guarda al futuro
Battesimo per il più grande radiotelescopio d’Europa
Andrea Artizzu
SAN BASILIO Un maestoso nuraghe d’acciaio bianco puntato verso il fondo del cielo. Il futuro ora è più vicino con il radiotelescopio inaugurato ieri a Pranu Sanguini , dove sino a sette anni fa pascolavano capre e mucche tra arbusti e polvere. Migliaia di persone hanno partecipato alla cerimonia d’inaugurazione del grande orecchio che permetterà di tradurre i segnali che arrivano da stelle e galassie lontane anni luce. Donne in costume sardo, launeddas, scolaresche, sindaci con la fascia tricolore, con in testa Maria Rita Rosas, padrona di casa. Il territorio non è voluto mancare all’appuntamento. Perché la Trexenta e il Sarrabus sono posti in cui la fame di lavoro è durissima e i giovani scappano in cerca di fortuna. Chi rimane spera che il radiotelescopio (il più grande d’Europa, secondo nel mondo) possa essere anche una calamita per attrarre turisti e studiosi.
 GIORNATA STORICA Il megaprogetto di San Basilio è ufficialmente una realtà. Non è fantascienza. Il radiotelescopio sarà il collegamento con i misteri dell’universo e non solo. Che l’evento sia di quelli importanti lo si capisce dal parterre. In prima fila il sottosegretario del Miur, Marco Rossi Doria, al posto del ministro Chiara Maria Carrozza trattenuta a Roma dai guai del Governo, il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, i presidenti dell’Agenzia spaziale italiana, Enrico Saggese, dell’Istituto nazionale di astrofisica, Giovanni Bignami (che ha letto il messaggio del Capo dello Stato), e della Rai, Anna Maria Tarantola, l’assessore alla Programmazione, Alessandra Zedda.
 SOLDI CONTATI Non è stato facile arrivare a questa fase del progetto. Intoppi legati, manco a dirlo, soprattutto alla mancanza di fondi, hanno diluito negli anni la data di fine lavori. Un percorso davvero travagliato. Così quando il presidente Cappellacci e il sottosegretario Rossi Doria hanno tagliato il nastro e la parabola gigantesca ha iniziato a muoversi dimostrando tutta la sua imponenza, i ragazzi del Sardinia Radio telescope (il team che ha realizzato la struttura), abbracciandosi non sono riusciti a trattenere le lacrime. Il grosso è stato fatto. Grazie a loro.
 IL FONDO DEL CIELO Nichi D’Amico, direttore del progetto, per l’occasione è il maestro di cerimonia che gestisce gli interventi sul palco. Il Radiotelescopio ha già iniziato a operare nel campo scientifico, ma per due anni avrà un’attività di validazione dello strumento, una sorta di calibrazione (chiamata tecnicamente commissioning ). Servirà per collaudare l’antenna che potrà essere utilizzata come nodo delle reti (Vlbi international e del Vlbi spaziale), oltre che le sonde planetarie. Quanto ci vorrà per avvicinare studiosi e imprese a pulsar, galassie, regioni di formazione stellare e relativi fenomeni energetici? «A parte i 60 milioni finanziati dal Ministero e dalla Regione utilizzati per la realizzazione - spiega D’Amico - occorreranno circa tre milioni all’anno per farlo funzionare». Soldi che - giura il sottosegretario Rossi Doria - verranno certamente recuperati. «Il radiotelescopio è già inserito nell’ambito internazionale»
 
COMITATO
«Sbagliato finanziare il Campus di Selargius»
«Il Radiotelescopio dovrebbe portare benessere nella zona, così non è stato». Lorena Cordeddu, ex assessore provinciale, è una delle promotrici del Comitato cittadini del Gerrei per la tutela e sviluppo del territorio . «Spopolamento, bassa natività, elevato indice di abbandono scolastico, estrema povertà e disoccupazione. In questo triste scenario la politica è stata quella di finanziare il Campus della scienza (Progetto Hazard), di cui il Sardinia Radio telescope fa parte, nel Comune di Selargius, privando il Gerrei di un’importante opportunità di sviluppo non solo economico, ma anche sociale e culturale. Il nostro comitato non si oppone al progetto, ma intende sensibilizzare Regione e Governo all’elaborazione di un serio progetto di sviluppo. Non vogliamo - aggiunge - che il Gerrei venga ridotto a mero prestatore di terreni».
 
Parte la mobilitazione di Trexenta e Sarrabus contro la Regione
«Ora fate rinascere il deserto»
SAN BASILIO Il Gerrei come un deserto da trasformare in attrattiva turistica. Con un radiotelescopio che funga da oasi. È questa la speranza dei nove sindaci del territorio che in prima fila, uno vicino all’altro, hanno assistito all’inaugurazione del gigante d’acciaio. A rappresentarli di fronte alla platea ci ha pensato il primo cittadino di San Basilio Maria Rita Rosas. Con un appello accorato che per un attimo ha fatto dimenticare la maestosità dell’evento: «Il Gerrei ha delle serie difficoltà - ha spiegato Rosas - Abbiamo perso tanti abitanti, alcune scuole sono già state soppresse e i servizi sono sempre meno». Da qui la richiesta affinché il radiotelescopio funga da traino per una ripresa immediata: «Chiedo a tutti - ha aggiunto - che vengano tirati fuori e attuati i progetti che sono rimasti chiusi in qualche cassetto». Nei cassetti della Regione, come ha specificato il presidente dell’Unione dei Comuni del Gerrei Marco Lampis: «Troppe volte siamo stati presi in giro e i fondi che ci spettavano sono finiti da altre parti. Oggi è una giornata di festa, non voglio essere polemico. Mi auguro però che si inizi a lavorare tutti assieme per la rinascita di una zona splendida come questa».
Dello stesso avviso Giuseppe Cappai, sindaco di Sant’Andrea Frius: «Si deve porre un freno allo spopolamento e sostenere le attività agropastorali. Con l’inaugurazione del Sardinia Telescope ci aspettiamo la nascita di distretti tecnologici e parchi tematici che captino una importante fetta del turismo scientifico mondiale».
Soddisfatto anche Giuseppe Erriu, sindaco di Silius, il paese più vicino al radiotelescopio: «Assieme alla riapertura della miniera di fluorite, la ricerca scientifica può davvero rappresentare un’ancora di salvezza per i nostri paesi. Dobbiamo lavorare assieme per creare i servizi e le strutture di accoglienza. Iniziando a far conoscere la zona ai visitatori. Penso, ad esempio, ai croceristi: realizziamo un collegamento diretto con un bus navetta tra il porto di Cagliari e Pranu Sanguni».
Un deserto che ha ancora tante carte da giocare. Perché il radiotelescopio è stato realizzato da queste parti - lo ha sottolineato anche il presidente dell’Inaf Bignami - proprio per la scarsa densità demografica e la lontananza dai rumori delle città. Ma un buon flusso di visitatori, c’è da scommetterci, farebbe bene anche all’Srt. E renderebbe questo deserto ancora più accogliente.
Gianni Agus
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
INNOVAZIONE. Un nuovo master per 22 laureati
Manager di start up
Il successo di un’impresa è frutto di idee innovative, della valorizzazione del capitale umano e di un utilizzo mirato della tecnologia. Partendo dall’innovazione una start up può diventare più competitiva e contribuire anche allo sviluppo economico di un territorio. Potranno aiutare le aziende sarde a focalizzare i propri obiettivi e a mettere in campo azioni innovative i 22 giovani laureati (tra cui 14 donne), candidati a diventare innovation manager che, tra 130 partecipanti, hanno superato le selezioni del bando “I’m Sardegna”, finanziato col Fondo sociale europeo 2007-2013.
L’iniziativa, promossa dalla Regione in collaborazione con il Formez PA, prevede uno stage nell’Isola in alcune associazioni di categoria (Confcommercio, Confindustria, Cna, Confartigianato), imprese ed enti. I partecipanti, che faranno un’esperienza anche all’estero, potranno approfondire la conoscenza del sistema economico, imprenditoriale, istituzionale e avvicinarsi a realtà aziendali innovative a livello internazionale. Ieri, durante un workshop che si è svolto a Cagliari, i 22 giovani hanno potuto ascoltare le testimonianze di alcuni esperti in innovazione. «Si tratta di laureati in ingegneria, scienze politiche, informatica che hanno superato una selezione molto rigida. Aiuteranno le imprese», ha spiegato Gianni Agnesa, responsabile del progetto “I’m Sardegna Formez PA”, «a diventare più innovative». L’innovazione non deve essere considerata un concetto astratto. «Si deve partire da un’idea», ha chiarito Gianluca Dettori, presidente di “d.pixel”, «per concentrarsi su un obiettivo. Si deve avere capacità di esecuzione e mettere in pratica la propria visione. In Sardegna abbiamo idee, capitali umani e non esistono barriere geografiche se la tecnologia viene sfruttata al meglio».
Eleonora Bullegas


LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 18 - Cagliari
Concorso per ricercatore da rifare
 
CAGLIARI La selezione pubblica per il reclutamento di un ricercatore a tempo determinato presso il Dipartimento di Storia, beni culturali e territorio dell’Università di Cagliari deve essere rifatta. Lo ha deciso il Tar Sardegna accogliendo in parte il ricorso presentato da Alessandro Ruggieri (rappresentato e difeso dagli avvocati Marcello Vignolo, Massimo Massa, Gian Marco Delunas e Marco Galleri). Il Tribunale (con sentenza n.608/13) ha deciso che si ricomincerà da zero “a partire dalla fase di ammissione dei candidati, proseguendo con la valutazione dei titoli e delle pubblicazioni dei candidati ammessi, evitando di ripetere i vizi che hanno dato luogo agli annullamenti statuiti con la sentenza e riformulando la graduatoria finale di merito”. Nell’estate 2012 Ruggieri aveva partecipato alla selezione (indetta con decreto del Rettore) classificandosi al terzo posto della graduatoria (con 60,7 punti) preceduto da altri due candidati. Preso atto della graduatoria, era quindi ricorso al Tribunale amministrativo, chiedendo di annullare la nomina del vincitore della selezione. Chiedendo un rivalutazione di tutti i documenti. In giudizio si era costituiti a anche l’Universitá. Una sfida per un posto da ricercatore con i giudici che hanno vagliato attentamente tutte le carte prodotte dalle parti: titoli, pubblicazioni ed esperienze che riassumono anni studio e di lavoro dei candidati in corsa per quell’ambito posto sui cui avevano riposto tante speranze. Alla fine la sentenza.Per i giudici del Tribunale amministrativo non esistono altre soluzioni: per quella selezione bisogna tornare alla partenza. Sino alla valutazione, come si legge nel dispositivo, della ammissione dei candidati. (s.a.)
 
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 32 - Ed. Naz.le
Studenti barbaricini all’attacco dell’Ersu
«CI TOGLIE GLI ALLOGGI»
di Valeria Gianoglio
NUORO Fino all’anno scorso, per aiutarli nelle spese da universitari fuorisede, l’Ersu dava loro una mano assegnando, a chi ne aveva più bisogno, appartamenti a titolo gratuito nei confini di Nuoro, oppure dietro il pagamento di un piccolo contributo mensile, ma a un canone decisamente più basso rispetto a quello medio del mercato barbaricino. Quest’anno, però, per gli studenti che frequentano l’ateneo nuorese, il boccone amaro è arrivato a tradimento, quando nessuno proprio se l’aspettava. L’Ersu, che ha sede a Sassari, per quest’anno accademico che si accinge a entrare nel vivo, ha rescisso, o quantomeno non rinnovato, i contratti con i proprietari degli appartamenti nuoresi che l’Ersu utilizzava come alloggi per i fuorisede, visto che a Nuoro non dispone di una vera e propria casa dello studente. E ha così lasciato a terra, privi di quel tipo di sostegno, tutti gli studenti universitari che dai paesi della provincia arrivano a Nuoro per compiere i loro studi nelle sedi dell’ateneo barbaricino. Quest’anno, per loro, nessun appartamento gratuito, nessuna stanza a canone agevolato, niente di niente. E tra gli universitari barbaricini, comprensibilmente, monta la rabbia. C’è chi, conversando con altri colleghi nel gruppo su Facebook “Ausf” Nuoro, dice in sostanza che l’Ersu, agendo così, stia facendo figli e figliastri. Anche perché, ricorda, «non mi risulta che il contributo Ersu versato dagli studenti nuoresi sia inferiore a quello versato dai nostri colleghi di Sassari». In altre parole, spiegano gli studenti, gli universitari nuoresi pagano le stesse tasse e gli stessi contributi dei loro omologhi sassaresi, ma a differenza di questi ultimi non godono affatto delle stesse agevolazioni. «Per quanto tempo – si legge, infatti, nella bacheca on line dell’Ausf – dobbiamo sopportare tutto questo? Siamo solo valvole di sfogo per i bilanci disastrati di un ente malamente gestito, capitoli di spesa “non necessari” che vengono tagliati nell’indifferenza generale della mala politica, della popolazione e delle volte anche degli stessi studenti». Gli universitari barbaricini, e in particolare quelli iscritti in Scienze forestali, si sentono insomma figli di un Dio minore, e la lista delle carenze che patiscono, oltre alla questione-casa, è piuttosto corposa. «Soffriamo già – spiegano – molte carenze relative ai servizi che al contrario sono di norma per i colleghi della sede centrale. Giusto per citarne alcuni: agevolazioni per il trasporto per le linee urbane ed extraurbane, servizio sanitario per gli studenti fuorisede, reti internet gratuite, abbattimento dei costi di partecipazione a eventi culturali in città». E poi, come ciliegina sulla torta delle carenze, gli stessi universitari nuoresi, e in particolare quelli – tra i più agguerriti – che si riuniscono nell’Ausf, ovvero l’associazione universitaria degli studenti in scienze forestali, segnalano, non senza una decisa punta di amara ironia, che «ogni tanto osa più simpatica è che ogni tanto viene chiuso l’unico sportello Ersu dove possiamo andare a lamentarci dei dis-servizi e nonservizi di questo grande ass-ente». Gli animi degli universitari barbaricini, insomma, sono piuttosto caldi e dopo qualche primo contatto informale con alcuni politici del territorio, adesso si dicono pronti a portare la protesta in piazza. «Se l’Ersu – scrivono gli studenti dell’Ausf – non ci darà notizie a breve intenteremo delle azioni di sensibilizzazione, poiché il nostro timore è che quello delle case sia il primo di ulteriori tagli».
 

 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 32 - Ed. Naz.le
Il «Premio Ozieri» al rettore Mastino
OZIERI «Ben’ennidos poetas a Otieri». Con queste parole, che sono poi quelle con le quali per tanti anni aveva salutato i concorrenti il fondatore del Premio, l’inimitabile valorizzatore della letteratura isolana, esemplare maestro, scrittore e poeta Tonino Ledda, ha aperto le cerimonie conclusive della edizione numero 54 dell’"Ozieri", l’instancabile, Antonio Canalis. Nel suo intervento Canalis ha rilevato che la giuria, sapientemente presieduta da oltre 30 anni dal professor Nicola Tanda, ha avuto un compito veramente arduo per scegliere fra le circa 140 opere pervenute, tutte di alto valore e contenuto, inviate da ogni parte dell’isola, quelle più meritevoli. Più facile invece il compito del direttivo presieduto da Vittorio Ledda nella designazione dei personaggi a cui sono andati i riconoscimenti per coloro i quali hanno dato dignità e prestigio a livello nazionale e mondiale alla Sardegna nel campo della Cultura, del Sapere e dell’Arte. Si tratta del professor Attilio Mastino, illustre rettore dell’università di Sassari (Trofeo Città di Ozieri); il tenore di Portotorres Franceschino Demuro (Premio Ozieri 2013); Nicola Tanda (Trofeo Cultura di Ozieri - 120^ sagra B.V. del Rimedio); Gruppo musicale I Bertas (Trofeo Provincia di Sassari); Sergio Milia, assessore regionale alla cultura (Trofeo Laboratorio orafo Salvatore Puggioni). Comunque sabato pomeriggio festa era annunciata è festa è stata col teatro civico strapieno di poeti, scrittori e appassionati cultori de sa limba in rappresentanza di ogni contrada della Sardegna, fra cui pure il noto regista Salvatore Mereu. Hanno sapientemente condotto i lavori Antonio Canalis e Paolo Pillonca. Numerose e tutte altamente rappresentative le autorità amministrative, istituzionali, civili e militari cittadine e regionali, del mondo della scuola, degli studi e della cultura presenti in sala, fra cui il presidente della Regione Ugo Cappellacci e l’assessore Sergio Milia, l’assessore alla cultura della Provincia di Sassari Daniele Sanna, il sindaco di Ozieri Leonardo Ladu e l’assessore Giuseppina Sanna. Ha inviato un caloroso messaggio di saluto con gli auguri più sinceri di «chent’annos e passa, sempre in salude e gloria pro s’amada limba e su populu sardu», monsignor Angelo Becciu, pattadese- ozierese, Sostituto Segretario di Stato della Santa Sede Vaticana. Tutti gli intervenuti hanno posto con convinzione l’accento sull’importanza e il ruolo fondamentale e sull’opera intensamente svolta nella sua quasi sessantennale vita dal Premio Ozieri tesa al recupero e al rilancio della lingua materna, oggi finalmente approdata in ambito non solo regionale (anche sotto l’aspetto legislativo) al suo più che giusto riconoscimento. E ciò, è stato da tutti affermato, si deve in modo precipuo al Premio Ozieri ed ai poeti e scrittori ai quali il Premio ha dato voce ed opportuno risalto, tanto da far dire anche in campo internazionale che la lingua sarda ha acquistato oggi la stessa dignità di qualunque altra parlata, impropriamente magari detta «maggiore», in quanto più diffusa a livello mondiale. Nella sezione Poesia sarda inedita «Antonio Sanna», primi ex aequo Maria Teresa Inzaina (Calangianus) con «È tempu» e Gian Gavino Vasco (Bortigali) «A s’ater’ala», 2° Giuseppe Delogu (Orune), 3° Carla Maria Casula (Alghero-Sassari); sezione prosa «Angelo Dettori», Domenico Battaglia (La Maddalena), «Una pezza d’orbaci», 2° Giuseppe Tirotto (Castelsardo), 3° Elisabetta Sanna (Samugheo); sezione «Tra poesia e canto - Antoni Cubeddu», Antonio Longu (Macomer) «A unu tale chi disizat», 2° Antonio Maria Pinna (Pozzomaggiore), 3° Salvatore Angelo Murgia (Macomer); premio speciale «Tonino Ledda», Guglielmo Piras (Sinnai), «Fessi perda ’e nuraxi»; premio speciale «Franco Marongiu», Vittorio Sella (Bitti-Siniscola) «De sero, ateras framas»; premio speciale «Panathlon sport», al frizzante racconto «Sa cursa» del giovane autore Sandro Bicai (Sindia); Coppa Messaggero sardo per gli emigrati, Salvatore Sini (Berchidda- Cormons), «Ses tue Sardigna». In giuria con Tanda, Pillonca e Canalis c’erano pure Francesco Casula, Clara Farina, Dino Manca, Anna Cristina Serra e Salvatore Tola. La serata si era aperta con l’esecuzione di due brani da parte dei Bertas e la lettura di due poesie di Tonino Ledda da parte del fratello Giuliano. 



7 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
Nel Gerrei il gigante dei radiotelescopi
di Paolo Merlini
INVIATO A SAN BASILIO Da oggi la Sardegna ha un ruolo centrale nell’universo. Non è un’affermazione pretenziosa dettata dall’amor di patria, o una metafora, ma un dato scientifico. Dopo anni di lavoro è stato concluso e inaugurato il più grande radiotelescopio europeo, il secondo al mondo per dimensioni, capace di osservare lo spazio e cercare oggetti lontanissimi e sconosciuti. È stato realizzato in un altopiano del Gerrei, a settecento metri d’altezza, in una vasta conca a sud di San Basilio, a 35 chilometri da Cagliari. Si chiama Srt, acronimo di Sardinia Radio Telescope, è un concentrato di alta tecnologia e colpisce anzitutto per le dimensioni: è alto come un palazzo di venti piani, ha una lunga antenna inserita in un’enorme parabola del diametro di 64 metri, costituita a sua volta da mille pannelli che si muovono in maniera indipendente. Per costruirlo sono state impiegate tremila tonnellate di acciaio, realizzate quindicimila saldature. E sono state utilizzate speciali gru, eccezionali per altezza e portata, per sollevare la grande antenna e issarla sul basamento in cemento, parzialmente interrato: un parallelepipedo con quattro lati da quaranta metri ciascuno e profondo sei. È costato 60 milioni di euro, ed è il frutto di una sfida pensata nel 1996, quando l’attuale ministero dell’istruzione, università e ricerca, il Miur, era retto da Luigi Berlinguer, e affidata all’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica, a cui si sono aggiunti l’Asi, Agenzia spaziale italiana, e la Regione Sardegna. Srt è il terzo radiotelescopio italiano, arriva dopo quelli di Medicina in Emilia e di Noto in Sicilia. Interagirà con essi, ma non solo, perché è inserito in una rete mondiale di radiotelescopi. Potrà scrutare il cielo e lo spazio più lontano ma anche ciò che di infinitesimale, per noi che l’abitiamo almeno, accade sulla Terra: come misurare la deriva dei continenti. «Grazie ad esso, possiamo vedere l’Africa che “sbatte” contro l’Europa alla velocità con la quale crescono le unghie di un neonato», dice Giovanni Bignami, presidente dell’istituto nazionale di astrofisica e uno dei padri del progetto Srt: «Questo gigante d’acciaio ha le dimensioni di un incrociatore ma può puntare il cielo con la precisione di un microscopio». È proprio Bignami, all’inizio della cerimonia ieri mattina, a leggere il messaggio di Giorgio Napolitano: «Questo prestigioso esempio di altissima e qualificata specializzazione scientifica e tecnologica si inserisce a pieno titolo nella lunga e illustre tradizione del nostro paese nel campo della ricerca astronomica e astrofisica e potrà promuovere il raggiungimento di nuovi traguardi, impensabili non molto tempo fa, nello studio e conoscenza dell’universo», scrive il capo dello Stato. La cerimonia è un evento non solo per le centinaia di tecnici e ricercatori che hanno lavorato al progetto, ma anche per le tante persone, soprattutto del Gerrei, che hanno visto sorgere questo gigante d’acciaio nell’arco di dieci anni (la ditta tedesca Mtm ha avviato i lavori nel 2003). Ieri mattina a Prano Sanguni, questo il nome dell’altopiano, c’erano1500 persone. Un lavoro di organizzazione complesso coordinato dall’Osservatorio astronomico di Cagliari, che sovrintende al progetto Srt insieme all’Istituto di radioastronomia di Bologna e all’Osservatorio di Arcetri. Momenti di emozione quando Srt ruota sul proprio asse, fa una sorta d’inchino al pubblico, e si rimette a guardare il cielo. Alla cerimonia era attesa il ministro Maria Chiara Carrozza, ma la crisi di governo l’ha trattenuta a Roma. È presente il sottosegretario del Miur, Marco Rossi Doria: «Con il progetto Srt l’Italia si candida a rivestire un ruolo di primo piano in Europa per ricerca, divulgazione e alta formazione scientifica», ha detto, promettendo che stavolta «i fondi ci saranno». Il direttore del progetto Nicolo D’Amico annuncia che si spenderanno «due milioni all’anno incluse le spese per i 25 professionisti, selezionati con bandi nazionali, di cui sette, tutti giovani sardi, sono già stati assunti dopo un periodo formativo». Alla cerimonia ha preso parte anche Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, «per testimoniare il grande interesse» dell’emittente pubblica. Il taglio del nastro è affidato a Ugo Cappellacci. Il governatore della Sardegna annuncia che l’8 ottobre verrà formalmente costituito il Distretto aerospaziale sardo che ingloba questo impianto e vede la partecipazione dell’Agenzia spaziale italiana, di Cnr e Crs4, capace di generare investimenti per milioni di euro». Bignami annuncia che si apriranno collaborazioni con le agenzie spaziali Esa e Nasa e rivela che, accanto a progetti serissimi, c’è spazio anche per temi più lievi, se non proprio legati alla fantasia, almeno oggi. Come la possibile collaborazione con il Seti institute, l’ente che si occupa della ricerca di intelligenza extraterrestre. Bignami ironizza e propone di inaugurare un twitter spaziale per lanciare messaggi. Non si sa mai che qualcuno da lassù voglia darci una mano. 
 
I PUNTI 
1) tremila tonnellate d’acciaio il radiotelescopio è alto 70 metri, l’antenna ha un diametro di 64. l’hanno costruito 40 imprese utilizzando 3000 tonnellate d’acciaio. è costato 60 milioni
2) antenne interdette per 5 chilometri il sito è stato scelto anche per la mancanza di onde elettromagnetiche, infatti è interdetto ad altre antenne per un raggio di 5 chilometri. al di fuori di questo perimetro nel frattempo sono state installate numerose pale eoliche: la speranza degli esperti è che non creino interferenze
3) geografia delle galassie a differenza dei classici telescopi che osservano la luce visibile, un radiotelescopio rileva onde radio dalle sorgenti sparse nell’universo e traccia una sorta di geografia delle galassie. serve tra l’altro a comunicare con le sonde spaziali o a misurare il moto della terra e la deriva dei continenti



8 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
I sindaci: «Un’opportunità per il territorio» 
Tutti concordi, dall’Srt può partire il progetto di rilancio di una delle aree più depresse dell’isola 
di Jacopo Bulla
SAN BASILIO «Dobbiamo impegnarci perchè il Sardinia radio telescope, Srt, diventi il volano dello sviluppo del territorio, il nostro valore aggiunto. Non possiamo lasciarci sfuggire questa importante opportunità». Lo hanno detto ieri mattina i sindaci del Gerrei, una delle aree più povere della regione per l’elevato tasso di disoccupazione e di spopolamento, durante la cerimonia inaugurale a Pranu Sanguni. L’altopiano dove oggi sorge il più grande e sofisticato radiotelescopio d’Europa, sino all’inizio degli Anni Novanta era in uso alla cooperativa pastori di San Basilio, regno incontrastato di mucche e pecore. «Ho sempre sostenuto la realizzazione della grande antenna nonostante sia stato sfrattato e costretto a cercare nuovi pascoli per il mio bestiame – dice uno di loro – ritenevo e ritengo che, se i politici saranno accorti e lungimiranti, anche da qui potrà trarre vantaggi la nostra economia. Siamo tutti sull’orlo del baratro, quindi questa novità deve assolutamente essere valorizzata, deve diventare la nostra ancora di salvezza». «Non posso che essere soddisfatto», ha commentato l’ex sindaco di San Basilio Pino Cogodi, tra i sostenitori del progetto che si è impegnato perchè i concittadini ne cogliessero il significato. L’inaugurazione è stata quindi un importante punto d’arrivo dopo 20 anni di lavori. Tra i più soddisfatti il presidente dell’unione dei comuni del Sarrabus Marco Lampis che è anche sindaco di Escalaplano. «Sono più che convinto che il Srt, nonostante per interessi politici ci abbiano scippato il campus della scienza ( il progetto Hazard sarà realizzato a Selargius) – ha detto – diventerà per il nostro territorio e le zone limitrofe un’irripetibile opportunità di crescita sociale e culturale. Per far si che ciò avvenga dobbiamo realizzare strutture e infrastrutture di supporto a cominciare dal completamento del recupero dell’ex colonia montana di Pranu Sanguni di proprietà della Regione in uso all’unione dei comuni del Gerrei». «Sfruttando questo richiamo, e unendo la valorizzazione delle risorse naturali e artigianali – ha concluso il sindaco di San Basilio Rita Maria Rosas – dobbiamo porre innanzitutto le condizioni per ripopolare il territorio: un territorio non vissuto non ha futuro».



 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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