Sabato 28 settembre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
28 settembre 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  

 
L’UNIONE SARDA
 
 
1 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
Tre giorni di studio al seminario organizzato dall’Università di Cagliari
Ma il colonialismo italiano fu anche genocidio
La nostra identità nazionale figlia di un’eredità ambigua
«Non sarebbe giusto privare l’Italia di tutte le colonie in cui ha profuso il lavoro dei suoi figli. Noi non rivendichiamo le colonie per l’imperialismo politico e l’espansionismo economico, ma in nome del lavoro». Parole significative quelle pronunciate da Alcide De Gasperi il 21 maggio 1946 a Cagliari. In una campagna elettorale circondata dalle macerie morali ed economiche del secondo conflitto mondiale il segretario della DC disegnava una delle retoriche che avrebbero in futuro raccontato l’esperienza coloniale italiana. Linguaggi della memoria che convergeranno sulla gentilezza del nostro dominio, mai comparabile allo spietato cuore di tenebra dei grandi maestri conquistatori britannici e francesi. De Gasperi cercava di proteggere gli interessi ancora presenti nelle colonie che il fascismo aveva prima esteso e poi perso con il velleitarismo bellicista.
Forme e contenuti del colonialismo italiano sono stati al centro del seminario nazionale di storia contemporanea “Colonialismo e identità nazionale, l’Oltremare tra fascismo e repubblica”, conclusosi ieri a Cagliari dopo tre giornate durante le quali oltre quaranta fra studiosi italiani e stranieri sono intervenuti nell’Aula magna del Dipartimento di Scienze sociali nel tentativo di sezionare e ricomporre un’epoca da sempre depositata nel subconscio collettivo nazionale. Uno sforzo importante, necessitato, secondo il coordinatore e studioso dell’Università di Cagliari Alessandro Pes, dalla “mancata decolonizzazione della cultura”, innescata, in paesi come Francia e Gran Bretagna, dal complesso e talvolta cruento processo di abbandono dei vasti territori coloniali.
La prima giornata del seminario ha analizzato i segni lasciati da scienza e iconografia. Attraverso le esperienze di psichiatri, giuristi e antropologi è stata ricostruita la postura del conquistatore italiano, oscillante fra razzismo e solidarietà, estremi spesso affioranti nella narrazione giornalistica e scolastica delle intraprese coloniali. La “costruzione dell’alterità” e la rappresentazione propagandistica dell’impero hanno occupato i ricercatori nella giornata di giovedì. Il mito e la pratica della superiorità italica hanno assunto il volto delle insegnanti italiane in Libia alla fine dell’800 e l’altisonante e gloriosa politica cinematografica dell’Istituto Luce voluta da Mussolini. La mattinata di venerdì è stata dedicata invece alla descrizione delle posizioni assunte dai partiti nel primo periodo della storia repubblicana. L’ambiguità delle sinistre, la nostalgia del partito monarchico e la diplomazia democristiana hanno accompagnato il dibattito fino al 1960, anno in cui cessò l’amministrazione fiduciaria della Somalia italiana affidata a Roma dalla comunità internazionale.
«Nessun colonialismo degli italiani-brava-gente», spiega il professor Luciano Marrocu, docente di Storia Contemporanea all’Università di Cagliari e fra i coordinatori del progetto. «Il colonialismo italiano è stato anche genocidio. Esistono tuttavia delle specificità, come quella eritrea, dove la presenza italiana ha avviato un processo di modernizzazione istituzionale ed economica. È necessario continuare ad approfondire l’indagine».
Studio che Marrocu, affiancato dalla ricercatrice cagliaritana Valeria Deplano, estenderà alla Sardegna. Con il progetto “Sardegna D’Oltremare” le vicende dei sardi partiti per le colonie saranno raccolte e sistematizzate nel tentativo di accendere un circuito privato della memoria, il riflesso intimo e privato di un’esperienza storica che come molte altre, quando si parla d’Italia, contiene in sé tutti i crismi dell’ambiguità, figlia di una retorica e di una politica in perenne oscillazione fra il bianco e il nero.
Luca Foschi
 

2 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 21 - Edizione CA)
FORMAZIONE. Pegaso pensa a Cagliari
Corsi di laurea a distanza anche nell’Isola

Si avvale di standard innovativi e propone nove corsi di laurea tra triennali e magistrali, oltre a 200 programmi formativi rivolti ad avvocati, consulenti del lavoro, forze dell’ordine e armate, a chi opera nella pubblica amministrazione. La formazione a distanza dell’Università telematica Pegaso è stata pensata per tutti coloro che lavorano o hanno problemi di mobilità. Alle 8 sedi presenti nella Penisola (e a quelle già previste a Cosenza, Genova, Verona o Venezia), potrebbe aggiungersene una anche a Cagliari. Ieri, in un incontro che si è svolto nel capoluogo sardo, in collaborazione con la Uil Sardegna, sono state illustrate le opportunità legate alla formazione a distanza.
STUDIARE A DISTANZA «I punti di forza dell’offerta formativa», ha spiegato Danilo Iervolino, presidente Università telematica Pegaso, «sono collegati all’innovazione che si sta attuando con i mezzi di comunicazione. L’attività collaborativa in rete è cambiata anche nella forma metodologica del trasferimento dei saperi, che può passare attraverso il mezzo telematico». Tra i corsi di laurea ci sono quelli in Giurisprudenza, Economia, Scienze dell’educazione e Scienze turistiche. «Il nostro Ateneo», aggiunge Iervolino, «offre una formazione equiparata. Facciamo anche formazione durante tutto l’arco della vita. Abbiamo circa 200 corsi a catalogo. Con 2mila euro all’anno ci si può iscrivere a un corso di laurea e avere tutti i materiali necessari». Secondo il segretario generale regionale della Uil, Francesca Ticca, «in Sardegna si sta aprendo ora un discorso importante sulla formazione a distanza. Stiamo vivendo un momento di forte difficoltà sociale ed economica, ma ritengo che si debba ripartire dalla fiducia, da un percorso netto che metta al primo posto la cultura come riscatto». (e. b.)


3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
GIUNTA. Rivoluzionerà il traffico
Mezzo milione di euro per la nuova rotatoria di Sant’Avendrace

Sarà una delle opere più importanti per il traffico cittadino e non solo per il costo (poco meno di mezzo milione di euro): la rotatoria che verrà realizzata all’incrocio tra viale Sant’Avendrace, viale Monastir, viale Elmas, via Monte Sabotino e via Po rivoluzionerà la viabilità all’ingresso di Cagliari. Il progetto preliminare è pronto, l’appalto potrebbe vedere la luce all’inizio del prossimo anno.
L’assessore ai Trasporti Mauro Coni lo avrebbe presentato alla Giunta già ieri, ma ha dovuto rimandare alla prossima settimana: l’esponente della Giunta è tornato solo in serata da Torino, dove ha partecipato a un forum sulla mobilità nelle dieci città metropolitane. Il progetto prevede ovviamente l’eliminazione dei semafori: si cercherà così di diminuire la concentrazione di Pm10, che spesso va oltre il livello di guardia. Come per altre rotatorie, sarà necessario qualche esproprio. Probabilmente le piazzole dei distributori saranno ridotte. I disegni prevedono anche una pista ciclabile. Dovranno essere studiati i nuovi percorsi di autobus e filobus. Risolto il problema-espropri per le rotatorie di piazza Amsicora a via Tramontana. Le opere ricadono in parte su terreni dell’Università, ma nei giorni scorsi è stato trovato un accordo tra le amministrazioni.
Ieri la Giunta ha prorogato anche la pedonalizzazione del tratto di piazza Costituzione che porta a via Costituzione. Via libera poi alla prima variazione del bilancio di previsione 2013 di 88mila euro, legata alla prossima verifica degli equilibri del documento contabile. Una delibera proposta dagli uffici e presentata alla Giunta dal sindaco Massimo Zedda, che da quando Gabor Pinna ha dovuto rassegnare le dimissioni per incompatibilità con il proprio incarico alla Sfirs, ha tenuto la delega al Bilancio e al Patrimonio. Un settore che è senza una guida politica (a parte quella, ad interim, del primo cittadino) da mesi: l’assessore manca da fine giugno mentre ad agosto si è dimesso il presidente della commissione consiliare Claudio Cugusi (Pd), in aperto contrasto con Zedda. In tutti e due i casi non si trova una guida: per l’assessorato si deve attendere il rimpasto, rimandato probabilmente al dopo-primarie. E ci sarà da attendere anche per la commissione: l’elezione del nuovo presidente ancora non è stata discussa. (m.r.)


4 - L’Unione Sarda / Provincia Sulcis (Pagina 40 - Edizione CA)
Industrie
Eurallumina e Alcoa, giornate decisive

Circa 140 lavoratori dell’indotto Alcoa la prossima settimana inizieranno i corsi di formazione. Per gli operai è previsto un bonus integrativo di 250 euro ogni 20 ore frequentate, i programmi sono da 120 ore, da realizzare in un periodo che va da 3 a 6 mesi. «Si tratta delle imprese rappresentate da Confapi- ha detto l’assessore al Lavoro Mariano Contu- che hanno presentato un progetto di formazione, approvato dagli uffici dell’assessorato. Le imprese che non hanno ancora presentato i progetti formativi, saranno convocate a breve ad un tavolo politico e tecnico per definire il percorso».
Sul caso Alcoa il prossimo appuntamento ufficiale è fissato per il 15 ottobre, al Ministero dello Sviluppo economico.
Eurallumina. Ieri mattina a Portovesme si è svolta un’assemblea informativa tra Rsu e operai. Nelle scorse settimane si sono susseguiti gli incontri tecnici al Ministero e intanto lo staff dell’Eurallumina ha predisposto il documento definitivo da presentare a Procura e Ministero dell’Ambiente a corredo della domanda di dissequestro del bacino dei fanghi rossi di Sa Foxi. Nelle scorse settimane, inoltre, l’Università di Cagliari ha concluso lo studio richiesto dal Ministero dell’Ambiente sulle ripercussioni dei nuovi carichi dei residui e sul bilancio idrico del sito. Bacino a parte, entro novembre la Foster Wheeler consegnerà lo studio di fattibilità per la realizzazione della nuova caldaia. «Stiamo monitorando in modo costante tutti i passaggi- dicono Antonello Pirotto e Gianmarco Mocci della Rsu- è importante che al più presto ci sia una verifica al Ministero dello Sviluppo economico». (a.pa.)


5 - L’Unione Sarda / Sulcis Iglesiente (Pagina 41 - Edizione CA)
SANITÀ. Triste primato della Provincia di Carbonia-Iglesias
Primi nell’isola per il numero di malati di sclerosi multipla

IGLESIAS Il Sulcis Iglesiente continua a fare incetta di primati. Ma sono tutt’altro che lusinghieri. Oltre ad essersi guadagnato la “palma” di territorio più povero d’Italia, alle prese con un tessuto economico ogni giorno più sfilacciato, è anche quello dove è più alta l’incidenza di sclerosi multipla.
LA PATOLOGIA La malattia, caratterizzata da un disturbo infiammatorio cronico del sistema nervoso centrale, capace di degenerare in forme di disabilità gravi, colpisce 210,4 persone (le donne in misura maggiore) su 100 mila abitanti. Un tasso di prevalenza ben più elevato rispetto a quello registrato nelle altre due aree della Sardegna finora esaminate, ovvero il Centro e il Nord Ovest che contano, rispettivamente, 157 e 102 ammalati su 100 mila abitanti.
LO STUDIO A dirlo sono i dati di uno studio meticoloso compiuto dai medici e ricercatori del Centro sclerosi multipla dell’ospedale Binaghi insieme alla Divisione neurologica del Brotzu, al Dipartimento di salute pubblica dell’Università di Cagliari e quello di Epidemiologia e statistica medica dell’Università di Pavia. Una ricerca non recentissima (approvata nel 2011 e poi pubblicata nella rivista specialistica PubMed), ma l’unica con valenza scientifica e che ha permesso agli studiosi di confermare una circostanza allarmante: la Sardegna è, nel mondo, una delle zone a più alto rischio per la malattia (generalmente diffusa nelle altitudini elevate) e il Sulcis (lo studio comprende anche Siliqua e Teulada) persino di più.
I DATI La ricerca ha messo in evidenza anche due situazioni contrastanti: un tasso molto basso a Carloforte (3 casi su 13 previsti), elevato a Domusnovas (28 ammalati contro 14 attesi). Più alto anche Iglesias (71 contro 59) mentre Carbonia, con 65 pazienti, è quasi in linea rispetto ai 64 previsti. Ad ammalarsi sono per lo più le donne, ma a Domusnovas è stata riscontrata un’incidenza superiore negli uomini. Difficile stabilire le cause, ma per i ricercatori il Sulcis è zona ideale per lo studio. Perché? «È caratterizzata da una popolazione geneticamente omogenea, a parte l’isola di San Pietro». Il che conferma la tesi della rilevanza genetica nell’insorgenza della malattia. Ma, forse, conta anche l’ambiente: «Questa zona è stata colpita da inquinamento ambientale dovuto alle attività industriali e minerarie negli ultimi cinque secoli».
Cinzia Simbula
 
 
6 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 45 - Edizione CA)
NUORO. Antonio Funedda e Francesco Pintore: due esperienze di successo
RICERCA, LUCE VERSO IL FUTURO
Gli studenti a tu per tu con docenti e scienziati

NUORO Antonio Funedda, nuorese, 48 anni, è docente di geologia all’università di Cagliari. Anche Francesco Pintore è nuorese, 30 anni, ricercatore all’università di Modena. Percorsi diversi, entrambi di successo. Hanno una convinzione. «Serve più che mai iscriversi all’università e scegliere quello che piace perché per andare avanti la passione è fondamentale». E la fuga dei cervelli dall’Italia? «Dimostra che la formazione di base offerta dall’università italiana è molto apprezzata. Il mercato comunque cambia, ci auguriamo che sia migliore di quello attuale». Le storie di Funedda e Pintore animano la notte dei ricercatori che ieri coinvolge gli studenti degli istituti superiori.
L’INIZIATIVA Full immersion nelle aule scolastiche e nell’ex mercato civico con l’alta formazione, la scienza e la tecnologia per iniziare a pensare in grande. Si va dal robot “murradore” con i dispositivi di ausilio per i non vedenti alla simulazione medica offerta dall’Ailun, dai moderni sistemi informatici curati dal dipartimento di Ingegneria elettronica dell’università di Cagliari al laboratorio sull’utilizzo del rilievo 3d in materia archeologica con l’università di Bologna, al viaggio nell’acquario di Cala Gonone o alla scoperta dei funghi sull’Ortobene proposto dal Ceas con l’università di scienze ambientali di Nuoro. L’iniziativa è promossa da Comune, Regione e Commissione europea. In prima fila il centro Europe Direct e gli assessori Cosimo Soddu, Paola Demuro, Leonardo Moro e Luca Lapia. È un momento di richiamo anche per i ricercatori nuoresi. «Io torno a Natale, a Pasqua e per questa giornata», commenta Francesco Pintore.
ESPERIENZE Laurea triennale a Cagliari, specialistica a Modena in ingegneria meccanica, ora Pintore si occupa di idraulica del veicolo nel dipartimento “Enzo Ferrari”. «Andare fuori dalla Sardegna è stata una scelta obbligata. L’esperienza che faccio è perfetta, c’è molta interazione tra l’università e le aziende. Ci occupiamo di ridurre i consumi a bordo veicolo in modo che siano meno inquinanti nell’atmosfera e anche del controllo elettronico delle centraline per l’immissione di gas». Nel suo futuro l’approdo al colosso Siemens. «La realtà in Sardegna è molto diversa perché non abbiamo poli tecnologici e industriali che finanzino l’attività di ricerca - spiega Funedda -. Qui per fortuna ci sostiene la Regione». Sulle risorse pubbliche Donatella Spano, pro rettore alla ricerca di Sassari, tiene perciò a dire: «Serve una cultura della trasparenza e delle regole». E ai ragazzi raccomanda: «Mantenete sempre un’autonomia di pensiero e di giudizio, siate curiosi, con la voglia di capire e di ottenere risultati rigorosi».
Marilena Orunesu


LA NUOVA SARDEGNA 
   
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Ed. Naz.le
L’Università intervisterà gli elettori
 
SASSARI. Domani (e in caso di secondo turno, una settimana dopo), in occasione delle primarie, il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell’Università di Cagliari organizza una serie di interviste al corpo elettorale sulla base di un questionario volto a identificare le motivazioni di voto e il grado di coinvolgimento politico dei votanti. La rilevazione rientra nell’ambito di una ricerca coordinata da Fulvio Venturino, professore di Scienza Politica nell’Università di Cagliari, coadiuvato da Stefano Rombi e da Carlo Pala. I tre coordinatori fanno parte del gruppo C&LS (www.candidateandleaderselection.eu/), da tempo attivo all’interno della Società italiana di Scienza politica (www.sisp.it). La ricerca si estende a numerosi comuni delle otto province sarde. Nell’arco della giornata circa 3000 interviste saranno realizzate da rilevatori addestrati e identificabili grazie a una targhetta di riconoscimento. Le informazioni, raccolte attraverso una breve intervista agli elettori all’uscita dal seggio, sono anonime e verranno impiegate in forma aggregata solo per scopi di ricerca. Inoltre, Stefano Rombi e Carlo Pala cureranno anche un exit poll sull’esito della competizione elettorale.
 
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 37 - Sassari
Formazione e tagli, docenti in agitazione
SASSARI. Lunedì alle 17 nell’Aula magna dell’Università di Sassari, si terrà la cerimonia di consegna dei diplomi di abilitazione all’insegnamento ai 45 corsisti che hanno partecipato ai corsi post laurea di Tirocinio formativo attivo (Tfa), attivati lo scorso anno. La realizzazione del percorso formativo è stata possibile grazie alla proficua collaborazione degli insegnanti accoglienti e delle scuole del territorio. I tirocinanti, che sono stati selezionati attraverso concorso pubblico, hanno ottenuto l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, nei settori delle lingue straniere, delle scienze naturali, delle lettere e della filosofia. La cerimonia avrà inizio con i saluti istituzionali del rettore Attilio Mastino e del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Sardegna, Francesco Feliziani. Gli altri relatori, dopo lo spazio dedicato alle riflessioni sull’esperienza dei corsi Tfa e sugli auspicabili sviluppi della collaborazione tra scuola e Università, avranno modo di presentare i primi risultati di una ricerca valutativa sul percorso formativo appena concluso. La cerimonia avrà termine con la consegna dei diplomi ai corsisti, e verrà rilasciato anche un attestato agli insegnanti delle scuole secondarie che hanno accompagnato gli studenti nel percorso formativo. Numerose le scuole che hanno partecipato e ospitato i tirocinanti, con l’attenta guida dei professori che hanno indossato i panni del tutor. SASSARI I docenti tecnico-pratici della Flc-Cgil delle province di Sassari e Olbia-Tempio hanno proclamato lo stato di agitazione per ottenere maggiori risorse per i corsi di studio dell’anno in corso. La decisione è stata presa durante una partecipata assemblea dei docenti che si è tenuta martedì scorso nel salone Mastino della Camera del lavoro di Sassari. La Flc protesta per il taglio delle risorse e del quadro orario annuale degli insegnamenti tecnico-pratici delle scuole professionali, «falcidiate – scrivono – dalla riforma Gelmini-Brunetta che continua a impoverire la qualità dell’istruzione locale e nazionale». Alla riduzione delle ore di lezione, infatti, si sono aggiunti nel tempo gli effetti di un significativo aumento del numero di alunni per classe e, ultimi arrivati, gli effetti della spending review «che nel presente anno scolastico ha determinato l’impossibilità di ottenere una migliore organizzazione dell’attività didattica nei laboratori, negli anni passati garantita dalla creazione delle squadre di studenti». Questa opportunità consentiva che gli alunni presenti volta per volta nei laboratori fossero in numero adeguato alle dimensioni degli stessi e alla possibilità di svolgere un’efficace attività didattica. «Quest’anno, invece, molti uffici scolastici provinciali, tra cui quello di Sassari, hanno scelto di non destinare alla formazione delle squadre le risorse che negli anni passati venivano assegnate alle scuole che ne facevano richiesta». Una situazione che starebbe già producendo effetti negativi. Ad esempio nella didattica «perché dai 15-17 alunni che entravano in laboratorio si è passati ai 25-28 attuali, con un fisiologico peggioramento della qualità d’insegnamento». Ma anche dal punto di vista della sicurezza di chi opera nei laboratori: «Quando si ha a che fare con coltelli, fornelli, affettatrici, torni, frese e altri strumenti potenzialmente pericolosi, dover vigilare su 28 alunni è molto più difficile». E poi c’è il piano occupazionale: «Ogni squadra che non viene formata lascia a casa un insegnante tecnico-pratico e, magari, anche un assistente tecnico». Al termine dell’assemblea, i segretari provinciali della Flc, Luigi Canalis e Franco Dore, hanno assunto due precisi impegni: «A livello nazionale perché la Federazione assuma questa battaglia nella sua dimensione strategica, ovvero quella di restituire alle scuole professionali e tecniche una adeguata caratterizzazione professionale; quello locale allo scopo di ottenere, nell’attuale anno scolastico, il riconoscimento delle risorse necessarie alla formazione delle squadre». La decisione è stata presa per arginare il progetto di drastico ridimensionamento della scuola pubblica italiana «che prosegue inesorabile». Nei prossimi giorni la Flc-Cgil provinciale di Sassari e di Olbia-Tempio si riservano di adottare tutte le forme di lotta più opportune per raggiungere gli obiettivi.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 40 - Ed. Naz.le
L’Africa Romana
Affinità e differenze di popoli mediterranei
di Anna Sanna
SASSARI Integralismi religiosi, dittature e democrazie che cercano faticosamente di affermarsi, guerre civili e Primavere animate dalla richiesta di libertà per i popoli. Sono tante le tensioni che negli ultimi anni hanno attraversato i Paesi della sponda opposta del Mediterraneo. I migranti provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente sbarcano sulle coste italiane, abitano accanto a noi mettendoci a confronto con le loro culture, mentre tanti sono gli interrogativi sull’integrazione e l’interculturalità nel mondo moderno. Mai come ora le due rive opposte del Mediterraneo sembrano distanti, estranee. Lontanissimo il tempo in cui quel mare non divideva ma univa, era il “mare nostrum” su cui si affacciavano le terre unificate dall’appartenenza all’Impero Romano. Studiare l’Africa Romana significa anche – in un periodo come questo – contribuire a costruire ponti tra le sponde del Mediterraneo. Un percorso che l’Università di Sassari ha intrapreso trent’anni fa quando, nel dicembre del 1983, si svolgeva a Sassari il primo convegno sull’Africa Romana con studiosi sardi e tunisini. Questo cammino di ricerca e condivisione si rinnova anche in questi giorni con il ventesimo convegno di studi, intitolato significativamente “Momenti di continuità e rottura: bilancio di trenta anni di convegni de l’Africa Romana” che da giovedì sta riunendo nei locali della Porto Conte Ricerche, a Tramariglio, un centinaio di studiosi provenienti da Paesi europei e del Maghreb, oltre a Stati Uniti e Giappone. L’idea di creare un appuntamento fisso dedicato all’Africa romana nasce da un’intuizione di Attilio Mastino, durante un viaggio di studi in Tunisia nel 1982. Un progetto che attraverso la ricerca ha unito almeno idealmente il Mediterraneo, creando una rete di studiosi e un evento diventato un riferimento per gli studi classici sul Nord Africa e la Sardegna. Giovedì, durante la cerimonia di apertura, il professor Guido Clemente ha tracciato il bilancio di trent’anni di studi, mentre il rettore dell’uniuversità di Sassari, Attilio Mastino, ha ricevuto dall’Associazione nazionale archeologi (Ana) la carica di socio onorario. «L’iniziativa dell’Università di Sassari si è sviluppata ben al di là di quanto potessimo allora immaginare – ha detto il rettore - tutti insieme abbiamo costruito uno spazio di cultura, abbiamo schiuso un nuovo territorio ai nostri studenti, senza alcuna differenza per la loro fede, la loro appartenenza a questo o a quel paese: abbiamo lavorato insieme anche nelle condizioni difficili di questo inizio di XXI secolo». Tanti gli interventi nelle quattro giornate, fino a domani, con sessioni dedicate agli studi sulla Sardegna, dibattiti e relazioni. L’evento è organizzato dal Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della formazione dell’Università di Sassari diretto da Margherita Satta, dalla Scuola europea di dottorato "Storia, letterature, culture del Mediterraneo", dal Centro di Studi sulle Province romane diretto da Paola Ruggeri, in collaborazione con l’Institut National du Patrimoine de Tunis e la Faculté des Lettres et des Sciences Humanies de Sousse e il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e la Camera di Commercio di Sassari. Alla realizzazione del convegno ha contribuito anche la Soprintendenza per i beni archeologici di Sassari e Nuoro e quella per le province di Cagliari e Oristano.
 
 
   
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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