UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 10 settembre 2013

Martedì 10 settembre 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 settembre 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
 
UNIVERSITÀ. Ci sarà una graduatoria nazionale, a Cagliari 205 posti
LA CORSA DEGLI ASPIRANTI MEDICI
In 1750 ai test d’ammissione
Hanno preso d’assalto tutte le aule disponibili, plichi sigillati sul banco, hanno atteso le undici in punto prima di poter mettere la prima crocetta. Consegnate borse e cellulari, ieri mattina, c’erano due novità ad attendere i 1.750 aspiranti medici che hanno sostenuto le prove d’ammissione ai corsi di laurea in medicina e odontoiatria: una graduatoria nazionale e il contestato bonus di maturità.
Ma una volta consegnato il compito, una delle due novità del 2013 era già una vecchia storia: “Il bonus maturità è stato abolito”. A dare la notizia su Twitter, pochi minuti prima delle due, è il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Lo prevede il decreto legge sulle «misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca», approvato proprio nel giorno dei test di medicina, che hanno visto impegnati 84mila ragazzi in tutta Italia. Un bonus contestato non solo a Roma, dove gli studenti hanno inscenato un flashmob di protesta. Anche alla cittadella di Monserrato le voci contrarie si sono fatte sentire. «Non è possibile che il voto di diploma comprometta il nostro futuro, avrebbero dovuto dircelo prima». Francesca Corrias e Simona Concas saranno contente ora che il bonus non c’è più, anche per via dei parametri troppo contraddittori che non tenevano conto del voto di diploma in senso assoluto, ma del valore medio dei voti assegnati da ogni singola commissione di maturità.
Resta invece la graduatoria nazionale. La competizione si estende quindi a tutta Italia. Banco di prova: 60 domande a cui rispondere in 100 minuti. A Cagliari i posti disponibili sono 205 (di cui “5 riservati agli extracomunitari e 2 ai cinesi”). E paradossalmente, dopo il 30 settembre, data in cui verranno pubblicate le graduatorie, si potrebbe scoprire che nessun sardo è stato ammesso nell’ateneo cagliaritano. Quest’anno, infatti, gli studenti hanno dovuto compilare un elenco di sedi favorite, quindi «ci sarà una parte di studenti che entreranno nella sede di prima scelta (Cagliari) e una percentuale che da Cagliari potrebbero andare altrove e che da altrove potrebbero venire a Cagliari», sintetizza Luigi Demelia, coordinatore del corso di laurea.
La graduatoria nazionale è «un’arma a doppio taglio» anche per Edoardo Piras, ma se non dovesse riuscire a entrare a Cagliari non ci penserebbe due volte a trasferirsi: «La mia seconda scelta è Palermo, la terza Roma». Tutti pronti a partire, anche Claudia Pintus: «Dopo Cagliari ho scelto Pavia», e Sonia Caria: «Seconda sede Sassari, poi Roma e Milano". Si conoscerà presto la preparazione dei sardi. «L’anno scorso l’ultimo in graduatoria a Cagliari aveva una media di 37 punti, a Milano invece, l’ultimo aveva una media di 42», dice Stefano Cogoni. Ha l’aria di uno che ha studiato, e lui, la vede grigia.
Veronica Nedrini


2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Un decreto del governo per reclutare docenti di sostegno
SCUOLA, PAGA CHI BEVE
Con le accise-alcolici 26mila assunti
ROMA Un’operazione da 400 milioni di euro - a regime - prevalentemente coperta dalle accise sugli alcolici. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri, su proposta del presidente Enrico Letta e del ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, un decreto legge che già nel titolo - “L’Istruzione riparte” - anticipa le intenzioni.
C’erano il premier e quattro ministri a presentarlo - oltre alla Carrozza, Beatrice Lorenzin, Cecile Kyenge, Graziano Delrio - confermando quell’azione collegiale che il ministro Carrozza più volte ha sottolineato. Non a caso nel testo si parla anche di divieto di fumo a scuola, estensione del permesso di soggiorno degli studenti stranieri, edilizia scolastica e lotta alla dispersione. Non tutte le spinose questioni sul tappeto sono state risolte - delle vicende «inidonei e Quota96» non c’è traccia - ma alcuni importanti paletti sono stati messi. A cominciare dal pacchetto di 26.000 assunzioni di docenti di sostegno nella scuola (spalmati in un triennio) che consente di dare una risposta stabile a oltre 52.000 alunni attualmente assistiti da insegnanti che cambiavano da un anno all’altro. Il piano triennale di immissioni in ruolo di insegnanti (69 mila) e Ata (16 mila ausiliari, tecnici e amministrativi) è solo annunciato (senza indicare tempi), ma altre novità arriveranno dal 2014 come l’aumento (100 milioni) del Fondo per le borse di studio degli universitari, risorse (15 milioni) per coprire spese di trasporto e ristorazione di studenti meno abbienti, libri in comodato d’uso (sempre per gli alunni in situazioni economiche disagiate). E c’è qualcosa anche per accademie e conservatori, settore solitamente negletto. Messa a punto anche una norma per superare l’impasse dei concorsi per presidi annullati dal giudice amministrativo (come è accaduto in Lombardia dove 424 istituti erano a rischio di restare senza preside): per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico saranno assegnati incarichi temporanei di presidenza a reggenti, assistiti da docenti incaricati (esonerati dall’insegnamento). Non solo. Per l’assunzione dei dirigenti scolastici si volta pagina: saranno selezionati annualmente attraverso un corso-concorso di formazione della Scuola Nazionale dell’Amministrazione.
 IL COMMENTO «Destinare alla scuola un pacchetto di misure del valore di 400 milioni di euro mi sembra un modo concreto, a chiacchiere zero, per dare avvio a una rivoluzione culturale nel nostro Paese»: così il segretario di presidenza della Camera Caterina Pes (Pd), commenta il provvedimento varato dal governo. «Nel decreto legge sono contenuti provvedimenti fondamentali per la rinascita dell’istruzione».
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
FABRIZIO BARCA A CAGLIARI
Fabrizio Barca, economista, indicato come possibile antagonista di Renzi nella corsa alla segreteria nazionale del Pd, sarà a Cagliari sabato prossimo. Alle 11, nella sala di Palazzo Regio, parteciperà a un dibattito coordinato dal giornalista Vito Biolchini e al quale prenderanno parte anche Emanuele Armeni, presidente dell’associazione culturale Big Bang Sardegna, Francesco Nicodemo, blogger dell’Espresso, Francesco Pigliaru, economista dell’Università di Cagliari. Nel pomeriggio, alle 16, Barca incontrerà iscritti ed elettori del Pd, nella sede di via Emilia. Filo conduttore dell’incontro sarà l’analisi del partito a tutto tondo. L’incontro è organizzato dai circoli cittadini di Cagliari e dal circolo tematico del Pd Copernico.




LA NUOVA SARDEGNA

4 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualità
MIGLIORA LA QUALITÀ DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE 
Crescono nella graduatoria mondiale del Qs. Bologna è la migliore ma è solo al 188esimo posto 
ROMA Pur lontane dalle prime cento, le università italiane hanno quest’anno sensibilmente migliorato la propria performance. È quanto rivela la decima edizione del QS World University Rankings, classifica annuale delle migliori università del mondo, che quest’anno include 800 atenei, 100 in più rispetto allo scorso anno. Al primo posto resiste lo statunitense Mit e al secondo si piazza un’altra università americana, Harvard, che strappa la casella a Cambridge che slitta al terzo posto. Per trovare un ateneo italiano bisogna scorrere la graduatoria fino al 188mo posto dove si colloca l’ateneo di Bologna che, comunque, rispetto al 2012 guadagna sei posizioni. Seguono la Sapienza di Roma che avanza di venti caselle (dal 216mo posto al 196mo) e il Politecnico di Milano che risale dal 244mo al 230mo posto. Ventisei in tutto le università italiane incluse nella classifica, con quattro new entry: Milano Bicocca, Roma Tre, l’università di Brescia e quella di Verona. I miglioramenti più significativi sono riscontrabili in due criteri dei sei che compongono la ricerca (reputazione accademica, reputazione presso i datori di lavoro, proporzione tra corpo docenti e studenti, citazioni per docente/ricercatore, studenti internazionali e docenti internazionali): quelli che misurano attraverso un sondaggio globale, l’opinione degli accademici (62.094 partecipanti) e dei datori di lavoro/recruiters internazionali (27.957 partecipanti). Cresce soprattutto l’impatto della ricerca dei top atenei italiani in classifica: l’Università di Bologna, La Sapienza, il Politecnico di Milano e l’Università di Pisa. Quattordici delle 26 università italiane in classifica hanno mantenuto o migliorato il punteggio in questo importante indicatore, un risultato positivo - fa notare Qs - per un paese che investe solo circa l’ 1% del PIL nella ricerca. «Nonostante la crisi economica, l’Italia - commenta Ben Sowter, a capo dell’unità di ricerca di Qs - é un paese dove esistono eccellenze straordinarie nell’ambito dell’insegnamento e della ricerca universitaria. Per essere fortemente competitiva l’Italia deve dotarsi di un sistema paese che sostenga la genialità e il talento, incrementi e razionalizzi gli investimenti nella ricerca e concentri le risorse in pochi e selezionati poli di eccellenza».
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualita
SCUOLA, CANCELLATI I BONUS MATURITÀ 
Decreto istruzione: stanziati 400 milioni, fondi per i libri. Stabilizzazione per 27mila insegnanti di sostegno 
di Vindice Lecis
ROMA Via i bonus maturità per i test d’accesso alle Università, assunzioni per il personale Ata e stabilizzazione per 27 mila insegnanti di sostegno, riduzione del costo dei libri a carico delle famiglie con stanziamento di fondi per il welfare scolastico e la possibilità di utilizzare testi vecchi. Inoltre: estensione del permesso di soggiorno per studenti stranieri e sanzioni per chi usa la sigaretta elettronica a scuola. «L’istruzione riparte» ha commentato il ministro Maria Chiara Carrozza illustrando con toni soddisfatti le numerose misure presenti nel decreto legge approvate dal Consiglio dei ministri con lo stanziamento di 400 milioni di euro in gran parte coperte dalle accise sugli alcolici. «L’applicazione della Costituzione sul diritto allo studio - ha aggiunto il presidente del Consiglio Enrico Letta - è all’inizio del nostro provvedimento. Ci interessa ricominciare a investire sulla scuola e l’istruzione dopo anni di tagli». Per Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil è una prima inversione di rotta rispetto al passato ma le misure sono considerate insufficienti anche per il silenzio sui rinnovi dei contratti e sugli scatti di anzianità congelati. I provvedimenti si suddividono in tre grandi settori: per studenti e famiglie, per il mondo della scuola: per l’università e la ricerca. Nel complesso lo stanziamento è di 400 milioni a regime. Una delle decisioni più attese da decine di migliaia di studenti alle prese con i test d’ingresso nelle Università, è stata la cancellazione immediata del bonus maturità. «Non si terrà dunque conto del voto conseguito all’esame di Stato» ha spiegato il ministro. Con un piano triennale saranno immessi in ruolo personale docente (69mila), educativo e Ata-ausiliari tecnici amministrativi (16 mila). Il piano terrà conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno e dei pensionamenti. Per garantire il servizio agli alunni disabili è stata autorizzata l’assunzione a tempo indeterminato di oltre 26 mila docenti di sostegno per poter assistere oltre 52 mila alunni. Sul fronte dell’edilizia scolastica le Regioni potranno contrarre mutui trentennali a tassi agevolati con la Banca europea per gli investimenti, la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa depositi o istituti bancari. Gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato. Un capitolo riguarda la lotta alla dispersione scolastica per arginare l’abbandono da parte dei ragazzi. Sarà avviato un programma specifico che contempla anche il prolungamento dell’orario per gruppi di alunni nelle realtà in cui è maggiormente presente il fenomeno. Nel settore del «welfare dello studente», sono stanziati 100 milioni per aumentare il Fondo per le borse di studio degli studenti universitari (dal 2014) per coprire spese di trasporto e ristorazione. Altri 15 milioni sono stati destinati alla connettività wireless nelle scuole secondarie. Un altro pacchetto di misure riguarda i libri di testo con lo stanziamento di 8 milioni per finanziarne l’acquisto da dare in comodato d’uso agli studenti in difficoltà economiche. Da quest’anno si potranno usare testi nelle edizioni precedenti.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualità
TEST DI INGRESSO
Sconcerto fra gli studenti pioggia di ricorsi in vista 
di Annalisa D’Aprile
ROMA «Esco dall’aula convinto del mio test e scopro di non avere più il bonus. Ma che tempistica è? Non si può annulare un decreto e cambiare tutto in corso d’opera così, a sorpresa». Giuseppe Legrottaglie, 18 anni, partito da Ostuni (Brindisi) con il sogno di fare il medico, è furibondo. Parla a manetta senza pause, è deluso, arrabbiato perché sa che il suo esame a Firenze potrebbe non essere andato bene: «Se mentre faccio il test so di avere 9 punti evito di rispondere alle domande di cui non sono certo. Per questo ne ho lasciate in bianco 7, se avessi saputo di non avere più il bonus avrei agito diversamente» racconta l’aspirante matricola di medicina che da una settimana è fuori casa e viaggia tra Roma e la Toscana, dove sta provando anche "altre strade", come biotecnologie e farmacia, il tutto a suon di centinaia di euro. E giura: «Se non passo il test farò ricorso». E a quanto pare non sarà certo l’unico. Giuseppe è uno degli oltre 84mila ragazzi che ieri mattina in tutta Italia, da Napoli a Padova, da Torino a Palermo, hanno affrontato i test per le facoltà di medicina e odontoiatria, solo 10.771 i posti disponibili. Una giornata aperta dalle polemiche delle associazioni universitarie contro il numero chiuso e complicata ancora di più dalla decisione a sorpresa del Consiglio dei ministri di cestinare con effetto immediato il decreto bonus, che attribuiva punti di vantaggio agli studenti più meritevoli. A Roma sono arrivati in 9mila per affrontare le prove tra le università La Sapienza e Tor Vergata. E proprio all’ingresso dell’aula di clinica e ortopedia della Sapienza è andato in scena un flash mob organizzato da Link - Coordinamento universitario per manifestare contro il "non salutare" numero chiuso. «Dal 2018 in Italia ci sarà una carenza di 22mila medici - spiega Alberto Campailla, del Link - Il rischio è che non ci saranno più camici bianchi in futuro. Inoltre il test a crocetta non seleziona lo studente, ma è il suo inserimento e percorso a definirne le possibilità». Ne è convinta anche Marta che commenta all’uscita dall’aula il suo test: «E’ andata bene, ho risposto solo alle domande che sapevo bene. Il bonus non mi è toccato. Ma è il numero chiuso che contesto: si sa che molti non arrivano alla laurea, la selezione è quella, non privarci della possibilità di accedere». Non la pensa allo stesso modo il presidente del Consiglio universitario nazionale, Andrea Lenzi, che considera «quello dei test il sistema più oggettivo e trasparente che si è trovato in Europa. Una selezione è necessaria». A sparigliare le carte alla fine della mattina è arrivato poi l’annuncio via twitter del ministro dell’Istruzione Carrozza: «Il bonus maturità è abolito». In parte una vittoria, è quello che le associazioni studentesche volevano, in parte la miccia di un nuovo caos.
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
TUTTI IN FILA PER IL POSTO A MEDICINA 
Si è svolto ieri il test di ingresso: al Palazzetto in 900 per 120 immatricolazioni 
di Daria Pinna
SASSARI È Medicina il corso di laurea che resta ben saldo in cima ai sogni dei più giovani, anche dei ragazzi sardi. Inseguendo il sogno del camice bianco, ieri mattina al Palaserradimigni, 900 diplomati (trecento in meno rispetto allo scorso anno)provenienti da ogni angolo dell’isola,hanno affrontato il test per l’accesso alle facoltà di Medicina e Odontoiatria. Pochi i posti disponibili, conti alla mano uno su otto circa riuscirà a diventare medico. Per la maggior parte dei casi si tratta di giovani, di studenti che si sono diplomati lo scorso luglio. Appunti, libri alla mano per l’ultimo ripasso e tante speranze prima della grande prova: un quizzone di sessanta domande, di cui 5 di cultura generale, 25 di ragionamento logico, 14 di Biologia, 8 di Chimica,Fisica e Matematica. Da un ateneo all’altro cambia il numero dei posti disponibili: all’università di Sassari sono 120 tra cittadini comunitari e non, mentre in Odontoiatria il numero scende a 20 (di cui 2 per gli extracomunitari). Quanto sia delicato e complesso entrare alla facoltà di Medicina lo si è capito dalla tensione stampata sui volti di genitori e studenti, accorsi in massa ieri mattina al Palasport, con tanto di traffico in tilt in tutta la zona che abbraccia Piazzale Segni, per i 100 minuti di passione in cui i ragazzi si sono giocati le loro carte per diventare medici, un giorno. La novità di quest’anno è la graduatoria unica, con gli ammessi che hanno la possibilità di scegliere la sede di destinazione, non necessariamente quella dove hanno svolto il test. «Sono tesa - dice una studentessa - e per affrontare questo test ho dovuto prepararmi a tal punto sull’anatomia che quasi potrei dare direttamente l’esame di medicina». «Ogni anno il test è sempre più complicato-dice Letizia- studentessa in scienze Biologiche ma con il sogno di diventare medico patologo». Troppo complessi i quesiti di logica e di chimica: questo il parere a caldo dei tanti studenti intervistati. Che cosa spinge così tanti giovani a tentare il test? «Sicuramente la propensione ad aiutare gli altri - commenta Martina- ma non dobbiamo sottovalutare la spinta di modelli culturali stile “E.R.” e “Dottor House” che ci sono stati propinati a lungo, e l’appeal economico, che ha il suo peso non indifferente». Nessuna generazione, insomma, è immune dai sogni che vengono proposti anche attraverso la tv. Allo stesso modo, anche le speranze di un posto fisso devono fare i conti con un’altra realtà, quella del precariato che ancora caratterizza l’avvio di carriera. Delusione per molti dei partecipanti perché proprio ieri, mentre era in corso il test, è stato annullato, con decreto del ministro Carrozza, il bonus nel punteggio per chi aveva conseguito un voto alto alla maturità.

 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 8 - Sardegna
ORISTANO Il vino degli studenti per la messa 
E la diocesi chiede di beatificare don Raffaele Melis di Genoni 
di Simonetta Selloni
BOSA Sull’altare della messa che papa Francesco officerà davanti a quella che si preannuncia una folla record, ci sarà “Manintina”, il bianco risultato dalle prove di vinificazione degli studenti del 3° anno del corso di laurea in Tecnologie viticole enologiche del Consorzio Uno, l’Università di Oristano. Una limited edition, produzione di poche decine di litri che gli studenti curano nella cantina sperimentale dell’Agris a Villasor: uvaggio all’80 per cento di Vermentino, e al 20 per cento di Moscato. Al pontefice lo aveva fatto assaggiare Pupa Tarantini, presidente del Consorzio Uno, in occasione della visita a Roma poco dopo l’elezione di Francesco. La delegazione oristanese, con monsignor Ignazio Sanna alla guida, ne portò allora 4 bottiglie. È piaciuto, è stato approvato: a Cagliari ne arriveranno ora due bottiglie. Per il resto, i preparativi parlano di un sold out generalizzato: oltre 1700 persone hanno spazzolato tutti i posti disponibili negli autobus, l’Arst ne ha messo a disposizione di propri, chi vorrà raggiungere Cagliari dovrà ricorrere ai treni o partire dal giorno prima. Don Ignazio Serra, addetto stampa della diocesi: «Praticamente da subito i posti sono andati esauriti. Costava 10 euro, ma ora non si trovano biglietti e quelli disponibili sono sicuramente a un prezzo maggiore». Gli autobus faranno la spola dalle 3 del mattino: Oristano-Cagliari, scarico, ritorno a Oristano e via con un nuovo carico. E poi ci sono le messe speciali, a partire dal 13 settembre. La diocesi Arborense attende l’incontro con papa Francesco per chiedere che un suo sacerdote, don Raffaele Melis, di Genoni, venga dichiarato santo. Don Melis, già servo di Dio, era parroco di una chiesa romana di periferia. Negli anni della guerra andava in giro a portare i sacramenti ai malati, e mentre faceva questo, lo colsero i bombardamenti. Era il 1943, don Melis morì a Roma. A Francesco, pontefice della normalità si rivolgeranno gli oristanesi: il vino degli studenti, il parroco degli ultimi. Sold out, fosse un star del rock, papa Francesco dovrebbe seriamente considerare l’opportunità di aggiungere una data ai programmi.


 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
OGGI SEDUTA 
Nell’aula di Palazzo Ducale si parla di Imu e del campus 
SASSARI Arriva in consiglio comunale l’Imu 2013. Come si sa sulla prima casa la tassa non si applica più ma resta in vigore per gli altri immobili posseduti. l’assemblea civica dovrà approvare quindi le nuove aliquote nella seduta fissata per questa mattina (ore 9,45). Ma l’Imu non è il solo punto all’ordine del giorno, anche se è al primo posto. Tra le pratiche da esaminare e approvare c’è anche quella che riguarda il regolamento per l’assegnazione e la gestione degli orti urbani, che è stato preparato dall’assessorato guidato da Vinicio Tedde. Ci sono poi numerosi altri argomenti da trattare, se il tempo a disposizione lo consentirà. Molto nutrita la serie di mozioni e ordini del giorno.Il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà ha presentato una mozione sul progetto dell’Ersu di istituire il campus universitario nell’area dell’ex Semolerie Sassaresi in via Predda Niedda. Un progetto che sta incontrando molte resistenze. Gli stessi rappresentanto degli studenti universitari sono contrari a quella collocazione e contro si è espresso anche il Wwf sassarese. Le polemiche sulla residenza universitaria nelle ex Semolerie inoltre sono arrivatein Parlamento con un’interrogazione presentata al Senato da parte del Movimento 5 Stelle, grazie al gruppo sassarese dei pentastellati.


10 - La Nuova Sardegna / Pagina 4 - Ediz. Cagliari
Due semplici impegni per il futuro
di FRANCESCO PIGLIARU
Al centro di una attenzione crescente c'è un fattore molto specifico, che si chiama qualità istituzionale. La qualità istituzionale conta molto perché determina il contesto nel quale avviene l'interazione tra individui, imprese, settore pubblico. Un sistema legale farraginoso danneggia quell'interazione, così come la danneggia una pubblica amministrazione lenta, costosa, inefficiente, indifferente alle esigenze di cittadini e imprese. Come ha detto bene Renzi nei giorni scorsi, ci sono imprese italiane che emigrano non in Cina ma in Germania, e certo non lo fanno alla ricerca di salari bassi. Le attraggono invece la certezza del diritto e la presenza di una burocrazia attenta alle esigenze di chi rischia i propri soldi per produrre ricchezza (e occupazione) per se e per gli altri. Poi, certo, conta anche il capitale umano e contano le infrastrutture e tante altre cose. Ma una qualità istituzionale bassa fa funzionare male anche le scuole: per esempio, con quali criteri si scelgono i dirigenti scolastici? Contano i risultati ottenuto o altro? E con istituzioni scassate aumentano sprechi, tempi e corruzione ogni volta che si deve costruire una strada, un ponte, un porto canale. Non a caso, l'Italia che non cresce da oltre 15 anni non cresce nemmeno nelle classifiche internazionali della qualità istituzionale. Nel Global Competitiveness Report 2013 del World Economic Forum l'Italia si colloca al 97° posto, più o meno al livello di Kenia, Jamaica e Burkina Faso. E le regioni? C'è qualcosa che una classe dirigente locale può fare per smarcarsi almeno in parte da questo disastro nazionale? La risposta è nei dati di un recente lavoro della Commissione Europea che misura la qualità di alcuni servizi pubblici erogati nelle regioni europee. Si tratta di servizi sui quali i governi locali esercitano una forte influenza. In questi nuovi dati l'Italia è un caso che salta subito agli occhi: è l'unico Paese che ha contemporaneamente regioni eccellenti e regioni disastrose. Quindi, poche scuse. Questi dati dimostrano che una classe dirigente locale può fare molto per liberarsi dal fardello di istituzioni nazionali mal funzionanti: i gradi di libertà per migliorare le cose nei singoli territori ci sono e sono ampi. Nella classifica che ho citato la Sardegna è al 168° posto su 199 regioni. Evidentemente c'è molto che può essere fatto per migliorare l'efficienza delle nostre istituzioni. Se non lo faremo non ci sarà né crescita sostenibile né nuova occupazione. I candidati alla presidenza della Regione dovrebbero concentrarsi su questo problema e dovrebbero prendere impegni precisi. Le istituzioni migliorano quando sono i cittadini-elettori a chiederlo, e perché questo succeda bisogna che i cittadini abbiano informazioni dettagliate su come si spendono i soldi pubblici e quali risultati si ottengono. Oggi quelle informazioni sono del tutto insufficienti. Per migliorare rapidamente la situazione, due cose possono essere fatte in pochissimo tempo. La prima è che il Consiglio regionale adotti una legge che preveda finalmente l'obbligo di valutare gli effetti delle principali politiche del prossimo governo regionale. Valutazioni di questo tipo sono preziose in tutto il mondo sviluppato per individuare sprechi e spese clientelari, per informare i cittadini su cosa funziona e cosa non funziona quando si adottano politiche finanziate con i loro soldi. La seconda è chiedere che la Sardegna partecipi alla stima dei costi standard che da tempo è in corso per tutte le regioni a statuto ordinario (assurdamente, le regioni a statuto speciale hanno ottenuto di starne fuori). I costi standard forniranno una base di conoscenza essenziale per diffondere le migliori pratiche in tutto il territorio nazionale, per risparmiare risorse e per aumentare la produttività del settore pubblico. Isolarsi da questo processo è una scelta che fa comodo solo a chi ha interesse a nascondere sprechi e inefficienze. Se c'è qualche candidato alla presidenza in ascolto, assuma pubblicamente questi due impegni e ci regali un po' di speranza per il futuro.




QUOTIDIANI NAZIONALI
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