Giovedì 25 luglio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 luglio 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Azienda mista: il manager scrive a Cappellacci. Arriva Trincas?
FILIGHEDDU SI DIMETTE: «VIA PER RAGIONI PERSONALI»
E alla fine «l'atto amministrativo» è arrivato: con una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale Ugo Cappellacci, il direttore generale dell'azienda ospedaliera universitaria Ennio Filigheddu si è dimesso ieri dall'incarico per cui era stato scelto poco più di due anni fa. Il manager «per ragioni esclusivamente personali ma inderogabili» ha deciso di lasciare, ringraziando «non per formalità» oltre al governatore anche gli «assessori Antonello Liori e Simona De Francisci». La scelta era nell'aria già da giorni, tanto che Filigheddu venerdì scorso aveva avuto modo di precisare che un direttore generale come lui «parla per atti amministrativi» e questo passo, appunto, non era ancora stato compiuto.
Filigheddu nella propria lettera di dimissioni ha anche riassunto le tappe fondamentali del suo mandato (che sarebbe dovuto scadere nel 2016) all'interno dell'azienda mista, durante in quale «ho perseguito un progetto finalizzato a riorganizzarne gli assetti» e ha cercato di «cambiare il volto» dell'Aou. Per migliorarla, «è però indispensabile il progressivo trasferimento dal San Giovanni di Dio di diversi reparti che troveranno ospitalità presso il Blocco R», a Monserrato, «la cui procedura di gara europea è già in stato avanzato».
E ora? Il favorito alla sostituzione di Filigheddu è Franco Trincas, ex direttore generale dell'assessorato alla Sanità, da un anno direttore sanitario della Asl 7. L'altro nome arriva sempre dall'azienda sanitaria di Carbonia, ed è quello del direttore generale Maurizio Calamida. In entrambi i casi la nomina causerebbe una reazione a catena, perché rimarrebbe libera una poltrona nella Asl del Sulcis.
Michele Ruffi
 
 
2 – L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)
L'ESPERTO. Lo psichiatra Bernardo Carpiniello spiega l'evoluzione della sindrome del Vietnam
ECCO I RISCHI DI CHI È ESPOSTO A VIOLENZE
«Il disturbo post-traumatico da stress si conosce da parecchio e corrisponde a quelle che, una volta, erano chiamate nevrosi traumatiche o nevrosi da guerra, diffuse tra i combattenti. Ma sia chario: a rischio non ci sono solo i militari».
Parola di Bernardo Carpiniello, professore ordinario di Psichiatria all'Università di Cagliari e direttore della Clinica psichiatrica dell'azienda ospedaliero-universitaria. «Del caso di questo ex militare ovviamente non posso parlare perché non conosco la vicenda medica» aggiunge, «ma ho avuto altre volte casi analoghi, sebbene è necessario chiarire da subito che il Dpts non ha di norma un'evoluzione in schizofrenia. Semmai può succedere che tenda ad avere un andamento cronico e permanente nel tempo, seppure attenuandosi, spesso con complicanze legate alla comparsa di depressione o all'abuso di sostanze, interpretate dal paziente in una forma di autocura. Questo lo si è visto molto bene tra i reduci del Vietnam, tra i quali vi furono molti casi di dipendenze».
Conosciuto in tutto il mondo con vari nomi, tra cui quella di Sindrome del Vietnam , il disturbo post-traumatico da stress è studiato da tempo. «Il nome attuale è stato dato negli anni Ottanta», prosegue il docente universitario, «ma, come dicevo, è l'erede delle cosiddette nevrosi traumatiche da guerra. Furono particolarmente frequenti tra gli ex combattenti del Vietnam e della Corea, anche se ci sono stati numerosi casi anche tra le truppe dell'Iraq. Può colpire persone esposte a condizioni di palese violenza, dove c'è un rischio personale per la vita, oppure che hanno avuto modo di vedere persone vicine subire una grave minaccia oppure addirittura morire accanto a loro».
Una sindrome diagnosticata non solo nei soldati che si recano in scenari di guerra ma anche in altre categorie professionali. «È capitato a poliziotti o comunque a uomini che operavano nelle forze dell'ordine» racconta l'esperto psichiatra, «ma anche a personale di strutture sanitarie o semplici cittadini esposti a eventi particolarmente traumatici. È il caso delle vittime di stupro, così come sono capitate diagnosi in persone che avevano assistito a rapine particolarmente cruente».
In larga scala, poi, il disturbo si manifesta in caso di calamità naturali. «Vero, col terremoto dell'Aquila, specie vicino al punto dell'epicentro, c'è stata una grande diffusione del Dpts» ammette Carpiniello, «così come è capitato in casi di altri eventi disastrosi».
Più vicino a noi, il disturbo post-traumatico da stess è stato diagnosticato anche ad alcuni abitanti di Capoterra che il 22 ottobre 2008 videro stravolta la propria vita a causa dell'alluvione, costata la vita a quattro persone. Centinaia le persone che persero tutto sotto la valanga d'acqua scesa dalla montagna, salvandosi solo per miracolo. Tra quelli in cura i sintomi segnalati sono stati vari: dagli incubi ricorrenti a uno stato di coscienza simile allo stordimento, sino ad arrivare a episodi di insonnia o ansia. (fr.pi.)
 
 
3 – L’Unione Sarda / Estate (Pagina 7 - Edizione IN)
ARCHEOLOGIA. Domani il cantiere di S'Urachi, San Vero Milis, aperto al pubblico
SE UN NURAGHE RACCONTA L'INTEGRAZIONE FRA I POPOLI
Sul prato i frammenti di ceramica asciugano al sole dopo essere stati riportati alla luce. A San Vero Milis una quindicina di persone scavano tutti i giorni, tranne il sabato, vicino all'importante complesso del nuraghe S'Urachi, orgoglio del paesino dell'Oristanese.
E domani gli archeologi aprono le porte alla popolazione e ai curiosi che si affacciano sul perimetro. In occasione della manifestazione internazionale “Day of Archaeology”, sarà infatti possibile visitare il sito dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20, con ingresso libero. «Non stiamo cercando le radici del mondo nuragico, cosa che hanno già fatto Giovanni Lilliu e altri, ma vogliamo saperne di più sugli incontri culturali tra i residenti di tradizioni culturali nuragiche e sarde e chi arrivava dal mare». Peter Van Dommelen, archeologo di origine olandese che da Glasgow si è trasferito negli Stati Uniti per lavorare allo Joukowsky Institute for Archaeology and the Ancient World della Brown University di Providence, ha un rapporto speciale con la Sardegna. Ci viene ormai da un ventennio, guidato da una curiosità formidabile per interrogativi sul passato delle civiltà del Mediterraneo. «A San Vero esiste un agglomerato intorno a S'Urachi e non è in sé una novità che ci siano case puniche intorno al nuraghe. Però proprio questo ci interessa: si tratta di forestieri oppure di abitanti che hanno adottato tradizioni puniche dopo un contatto con le popolazioni che venivano dal mare? Il nostro team è guidato da una serie di domande scientifiche, non dal monumento in sé: troppo spesso si scava perché c'è il monumento ma prima di farlo bisogna definire i quesiti di ricerca», spiega.
Il 3 luglio ha avviato la campagna nel ruolo di co-direttore assieme allo stimato collega sardo Alfonso Stiglitz. «È un caro amico che conosco da 15 anni ed è un piacere potere lavorare con lui e con un'équipe interdisciplinare e internazionale». Il progetto S'Urachi viene infatti intrapreso dal Comune di San Vero Milis e dallo Joukowsky Institute in stretta collaborazione con la Soprintendenza archeologica per le Province di Cagliari e Oristano e con il dipartimento di Preistoria e Archeologia dell'Università di Valencia.
Dalla Spagna il punto di riferimento è Carlos Gómez Bellard, che già aveva collaborato in Sardegna con gran parte del gruppo (a cui si aggiungono studiosi da Glasgow, Leicester, Leiden, Cagliari e Sassari) ora impegnato a San Vero. Van Dommelen specifica l'interesse: «Il mondo rurale e i suoi contatti, per esaminare quale fosse il significato per le comunità locali dall'età fenicia fino al periodo romano imperiale. Vogliamo capire se le attività svolte intorno al nuraghe S'Urachi siano le stesse del Terralbese, dove abbiamo indagato negli anni scorsi e dove però sembra ci fosse un insediamento più spiccatamente coloniale. Certo, siamo ancora agli inizi, ma sembra che invece qui il contatto culturale fosse misto».
È stato emozionante, dice, trovare un contesto domestico, un forno e i piccoli elementi della preparazione del cibo rimasti tra le ceneri: «È una vista diretta sulla vita giornaliera di 2500 anni fa». Il ritrovamento nei pressi di un basamento di cemento conferma che il nuraghe, come altri depositi archeologici, diventa più recentemente un luogo usato dagli abitanti per fare mattoni di argilla. Ma tornando a indagare le ere lontane diventano preziosi gli indizi contenuti nei resti di cibo. «Non studiamo solo la ceramica ma anche i minuscoli resti, con un setaccio millimetrico che esamina materiale naturalmente non interessante per il visitatore di un museo. Però ha grande valenza come dato scientifico. Infatti, mentre nelle fattorie puniche non si consuma manzo, qui stiamo trovando ossi bovini, più tipici della tradizione nuragica. I materiali saranno esaminati nel laboratorio paleoambientale di Valencia possiamo capire cosa veniva coltivato».
Il fascino della Sardegna per gli archeologi resta altissimo: «I resti archeologici sono relativamente ben conservati. Scientificamente è molto interessante non solo studiare il nuraghe per il nuraghe o la Sardegna per la Sardegna, quanto vedere il contesto più ampio del Mediterraneo». Giusto per ricordare che non eravamo soli.
Manuela Vacca
@ManuelaVacca
 



LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 – La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Cagliari e provincia
L’estate dei musei civici
FESTIVAL DELLA COMUNICAZIONE ALLA GALLERIA D’ARTE
Il mese di luglio si chiude con il progetto “Com.unica senza frontiere” quinto Festival della comunicazione organizzato dal Corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Cagliari. La Galleria Comunale d'Arte ospiterà, oggi, dalle 18,30, il Convegno “La comunicazione diventa social” e a seguire verrà esposto il progetto di riscrittura degli “Scritti Corsari” di Pasolini a cura dell'Associazione Pavese.
 
 
5 – La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
IN BREVE
RICERCA Dodici milioni stanziati dalla giunta
La giunta regionale, su proposta dell’assessore alla programmazione, Alessandra Zedda, ha Rifinanziato con 12 milioni e 89omial euro la legge per la «Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica», Le risorse saranno indirizzate cverso gli investimenti, le scelte strategiche e le condizioni ambientali - «Dobbiamo ampliare il concetto di innovazione – detto l’assessore – affiancando la ricerca scientifica e tecnologica a quella di approccio al mercato, ai modelli di business, al design, ai processi tecnologici, alle attività industriali, agli investimenti nel capitale umano, ai comportamenti e consumi dei cittadini, alle infrastrutture e ai servizi». Fra i progetti: il sistema premiale produttività scientifica, le summerschool, la biblioteca scientifica delle Università di Cagliari e Sassari, la ricerca di base in corso e quella in agricoltura».


6 – La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Lettere e commenti
UNIVERSITÀ
Ricercatori: i risultati di Medicina
Scrivo in merito ai risultati ottenuti dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Sassari nella capacità di reclutare ricercatori eccellenti. I risultati diffusi nei giorni scorsi e riportati dalla Nuova Sardegna sono a dir poco deludenti. Machi sono i nostri ricercatori? Comesono stati reclutati? Spesso non sono i migliori ricercatori che l’ateneo sassarese produce. Si parla di fuga di cervelli. La Facoltà di medicina sforna ricercatori che sono costretti a migrare nelle università nazionali ed internazionali. Leggo che il dottor Montella parla di regole nuove nel reclutamento, male uniche regole giuste sono quelle del merito, che non penso siano nuove, anzi forse sono le più antiche.
Giuseppe Pazzola
Sassari


7 – La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Il rettore Mastino: «Risultati eccellenti, siamo terzi in Italia» 
L’ateneo “promosso” dal Censis con un punteggio di 98,9 E sul caso Medicina: «Guadagna nove posti in classifica»
SASSARI «Francamente, anche se con luci e ombre, io ho visto un altro film». Attilio Mastino rompe il ghiaccio con una battuta. Quindi entra in argomento, la interpretazione della valutazione del suo ateneo fatta dal Censis e in modo particolare il presunto “tonfo” di Medicina, fanalino di coda per capacità di reclutamento dei ricercatori migliori. Il rettore promuove la sua università scandendo le parole: «I risultati presentati nei giorni scorsi dal ministro Maria Chiara Carrozza riconoscono molti passi in avanti e molte eccellenze per il nostro ateneo, grazie alla passione e all’impegno di tanti colleghi. Per la valutazione della ricerca, ad esempio, Sassari è in testa in Italia in numerosi settori scientifico discipliari». Tra i “promossi”, puntualizza il rettore, c’è anche Medicina: attestatasi in sedicesima posizione su 33 atenei nel Rapporto Anvur sulla qualità della ricerca portata avanti negli atenei italiani. Ma i buoni risultati sono tanti e in quasi tutti i campi. «L’indicatore delle eccellenze – spiega il rettore – è massimo per Architettura e al di sopra della media in quattro aree: scienze fisiche, scienze della terra, ingegneria civile e scienze economiche e statistiche. Molte eccellenze anche in Veterinaria, Agraria, Scienza della natura e del territorio, Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche». Anche il dipartimento di Scienze biomediche ha superato molti esami con un voto superiore alla media. «Non ci impressiona il dato relativo alla ricerca calcolato dal Censis, che pone l’area 6 delle scienze mediche al quarantesimo posto (su 43 atenei) – chiarisce il rettore –, perché la valutazione Anvur è decisamente più attendibile». «Del resto – aggiunge basta considerare il fatto che il nostro ateneo ha una qualità della ricerca superiore alla media nazionale inben otto delle quattordici aree scientifiche – argomenta Attilio Mastino –. Infine, sul piano del trasferimento tecnologico abbiamo risultati in qualche caso doppi rispetto alle nostre potenzialità». Il Censis, spiega il rettore, ha comunque promosso a pieni voti l’ateneo sassarese: «avanzato dal quarto a terzo posto tra i medi atenei, con un punteggio di 98.9 che ci pone al terzo posto tra tutti i 59 atenei italiani, con Architettura che avanza dal secondo al primo posto». «Medicina – prosegue Mastino – è in sedicesima posizione su 37 Università (l’anno scorso era al 25° posto), Veterinaria è passata al secondo posto recuperando decine di posizioni, Odontoiatria in ottava posizione su 33 atenei, il linguisti al dodicesimo posto su 41 concorrenti, Giurisprudenza si colloca in 16° posizione su 47 atenei. Ottimi anche i risultati dei nuovi dipartimenti dopo la riforma nel gruppo agrario-veterinario, economico-statistico, socio-politico, letterario-umanistico». «Per un ateneo generalista come il nostro – dice Attilio Mastino – il successo mi sembra dunque su quasi tutta la linea, in particolare in molti settori dell’area medica». «Si può fare certamente di più – aggiunge il rettore –, in particolare nell’ambito delle politiche di reclutamento, e infatti stiamo lavorando su questi obiettivi». Attilio Mastino auspica «una riflessione approfondita, senza indulgenze e di forte autocritica da parte delle Università, ma anche del ministero in rapporto ai criteri di valutazione utilizzati nelle singole aree, qualche volta discutibili e contraddittori». Quella che l’ateneo sta attraversando, spiega il rettore, «è una fase di assestamento dopo le trasformazioni della riforma Gelmini, che ha dato ai dipartimenti una configurazione eterogenea». «Ma siamo qui per costruire e non per demolire quanto è stato fatto nella lunga storia di questa Università – argomenta il rettore Attilio Mastino –. Del resto siamo convinti che l’ateneo e la Sardegna si difendono non con la propaganda, ma con incisive azioni di riforma, capaci di superare le tante criticità che anche l’indagine dell’Anvur ha messo in luce e che rappresentano la base da cui partire per correggere i punti deboli e le prestazioni di tutti».
 
 
8 – La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
PUBBLICAZIONE SU WIRED 
Clima, Spano svela i segreti di Athena 
SASSARI. Un importante risultato delle ricerche sulle interazioni tra agricoltura e clima è approdato sul numero di luglio della prestigiosa rivista Wired e porta la firma del prorettore alla Ricerca dell'Università di Sassari Donatella Spano e del suo team. La rivista - nota come la "Bibbia della rivoluzione digitale" - svela i segreti di Athena, il supercalcolatore del Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti Climatici che sforna complesse simulazioni dei fenomeni meteorologici e climatici, attraverso un lungo articolo intitolato “Una cosa è certa: qui dentro il riscaldamento globale non si sente proprio”. Tali simulazioni sono fondamentali non solo per fornire informazioni sulla stagione estiva 2013, attraverso le cosiddette previsioni stagionali, ma anche per formulare ipotesi su possibili scenari di sviluppo di diverse produzioni agricole in relazione agli andamenti meteorologici: un'attività di ricerca svolta dal Centro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC), che ha una delle sue sedi nel Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell'Università di Sassari.
 



SARDEGNA QUOTIDIANO


9 – Sardegna Quotidiano / Pagina 12 - Cagliari
AZIENDA MISTA
DIMISSIONI PER FILIGHEDDU
SANITÀ Il manager della struttura ospedaliero-universitaria invia una lettera a Cappellacci: «Ragioni personali inderogabili» Per la successione c’è Trincas, ex direttore generale a Sanluri
Adesso è ufficiale: il direttore generale dell’Azienda mista ospedaliero-universitaria Ennio Filigheddu ha dato le dimissioni. Alla base della scelta, che ha spiazzato staff, presidenza dell Regione e vertici dell’ateneo, ci sono «ragioni esclusivamente personali ma inderogabili». Insomma: non si torna indietro. Filigheddu era entrato nell’ufficio più alto di via Ospedale da commissario straordinario quando la giunta guidata da Ugo Cappellacci aveva dato il benservito a tutti i manager insediati nell’era Soru. Uno spoil system che ha avuto uno strascico in tribunale civile, al quale hanno fatto ricorso tutti i defenestrati. Il Tar invece aveva dato ragione alla giunta, giudicando legittime le nomine dei commissari, che dall’aprile 2011 hanno assunto il ruolo ufficiale di direttori generali. All’azienda Mista, in quota Riformatori, fino a ieri c’era Filigheddu. La sua decisione però non è legata a equilibri politici da rispettare nella gestione della sanità cagliaritana. Il manager ha detto basta, e stop. O almeno questa è la versione ufficiale. Ieri ha protocollato la lettera di dimissioni che ha inviato anche alla presidenza della Regione: ci sono i ringraziamenti di rito per Cappellacci e gli assessori alla Sanità con i quali ha lavorato durante il suo incarico, Antonello Liori e Simona De Francisci. «Ho avuto l’onore di dirigere una grande azienda», scrive l’ormai ex direttore generale, «e in questi anni ho perseguito un progetto finalizzato a riorganizzarne gli assetti, con il quale ho cercato di cambiare il volto dell’azienda e che spero continuerà ad essere completato per la realizzazione del grande polo specialistico universitario, rendendo il Policlinico di Monserrato il più grande e importante ospedale della Sardegna ». Filigheddu spera che il percorso iniziato non si arresti: «Per raggiungere questo obiettivo è però indispensabile il progressivo trasferimento dal San Giovanni di Dio di diversi reparti che troveranno ospitalità presso il Blocco R: la procedura di gara europea è già in stato avanzato, ma una riorganizzazione generale deve essere portata a termine». Ed è passata dall’apertura del Blocco Q a Monserrato «e il trasferimento della Terapia intensiva neonatale e della Puericultura nella notte tra il 14 e il 15 giugno scorso, che proseguirà durante il prossimo autunno con l'arrivo nella nuova struttura del Reparto di Ostetricia e Ginecologia. Questo progetto, che ha visto completata anche una generale ristrutturazione degli uffici amministrativi, andrà sicuramente avanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, restando affidato a chi mi succederà». Filigheddu, nella lettera a Cappellacci, ringrazia tutto il personale dell’ospedale e il suo staff, per poi salutare «cordialmente» e lasciare il posto a chi verrà dopo di lui. In pole per la successione c’è Franco Trincas, Chicchi per tutti, che il direttore generale lo ha già fatto alla Asl di Sanluri. Ha da risolvere un contensioso giudiziario con la Regione ma la sua nomina potrebbe arrivare a breve.
E. F.
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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