Sabato 20 luglio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 luglio 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Assegnate borse di studio da mille euro. Altri mille euro ai 12 giovani più bravi in assoluto
UNIVERSITÀ, LA FESTA DEL MERITO
Premiati gli studenti più bravi, sono 148 i super-laureati 
Ha bruciato i tempi, Federico Onnis Cugia, 23 anni, di Poggio dei Pini. Si è laureato in Giurisprudenza in poco più di tre anni invece di cinque. «Non sono un secchione, ripudio categoricamente questa etichetta», dice col sorriso sulle labbra. E non vuole nemmeno essere chiamato genio: «Basta studiare con impegno e i risultati arrivano, io stavo sui libri dalle 8 alle 18, ogni giorno». Nessuna vacanza all’orizzonte: «Ho iniziato la pratica e sto collaborando con alcune cattedre della facoltà». È anche uno sportivo: «Ho sempre fatto nuoto e atletica, adesso preferisco la palestra». Con buona pace di chi affida ai luoghi comuni e parla di giovani poco attivi e annoiati. Cristiana Passiu sogna di lavorare nel campo della ricerca. Ventitré anni, cagliaritana, l’anno scorso ha concluso il corso di laurea triennale in Chimica. «Alla prima sessione, con 110 e lode», sottolinea orgogliosa. «Lo studio per me ha la priorità su tutto, mi impegno molto, sono abituata così dai tempi del liceo». Non fa sport e non è fidanzata. La spina non l’ha ancora staccata, sto facendo la magistrale in Scienze chimiche.
IL GIORNO DEL MERITO L’aula magna del rettorato è affollatissima, è giorno di premiazione. Nelle poltroncine delle prime file ci sono 12 studenti da record: sono i migliori delle loro facoltà, hanno concluso gli studi in anticipo e con voti altissimi. Insieme a loro altri 136 neo dottori, laureati in corso e con la media più alta. Il rettore Giovanni Melis li guarda uno per uno orgoglioso: «È importante dare a questi giovani un riconoscimento per il loro impegno, il lavoro svolto e il risultato ottenuto», premette prima dell’annuncio: Ognuno di loro riceverà una borsa di merito da mille euro, i 12 ne riceveranno ulteriori mille.
BORSE DI STUDIO Gli studenti sorridono. Si avvicinano alla cattedra uno per uno, stringono la mano al rettore e ai rappresentati delle facoltà seduti accanto a lui. Tornano al posto raggianti, con in mano una pergamena chiusa da un nastro rosso. «Per me è un riconoscimento importantissimo, alla mia carriera e ai sacrifici miei e della mia famiglia», racconta Alberto Milia, dottore magistrale in Ingegneria, a 24 anni. «Stavo sui libri quasi ogni giorno dalle 8 a mezzanotte. Facendo una pausa giusto per mangiare. Uscivo solo quando non c’erano esami vicini», quasi si vergogna mentre parla della sua dedizione per lo studio. «Il mio obiettivo era cercare di laurearmi il prima possibile».
LA LAUREA E L’AMORE «Gisella Viano è di Torino, ha 29 anni ed è arrivata a Cagliari tre anni fa «per amore». In tasca la laurea triennale in Lingue e culture europee e extraeuropee, presa con un anno d’anticipo. Media del 29,4, tesi sulla Filologia germanica, voto finale 110 e lode. «È una grandissima soddisfazione, ripaga per i tanti sacrifici fatti e per tutti i week-end bruciati», dice stringendo in mano la pergamena. «Sogno di lavorare nell’editoria», rivela. Per ora è alle prese con il corso magistrale, in teoria di due anni, ma lei è ambiziosa: «Finirò in uno». Accanto a lei c’è il fidanzato, «ci è voluta tanta pazienza», punzecchia. E lei conferma: «Ha ragione, mi è stato molto vicino».
I DODICI STUDENTI AL TOP Nella squadra dei 12 migliori laureati dell’anno accademico 2011-’12, anche Elisabetta Puliga e Martina Loi (facoltà di biologia e Farmacia), Stefano Mais di Ingegneria e Architettura, Rossana Cannas e Francesco Piras (Medicina e chirurgia), Giorgio Marcias, laureato in Informatica. E poi Enrico Pudda (facoltà di Scienze economiche giuridiche e politiche) e Milena Sabattoli (studi umanistici).
Sara Marci
 
 
2 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
L’orgoglio del rettore
«Con il titolo trovare lavoro è più facile»
Il rettore è orgoglioso: «Questi ragazzi sono il fiore all’occhiello del nostro Ateneo». Esempi da imitare: «Bisogna cercare di terminare il percorso di studi il prima possibile e con voti alti. Ci vuole un po’ di sacrificio, ma alla fine ripaga». Trovare lavoro è difficile, ma Giovanni Melis invita gli studenti a non scoraggiarsi: «Entrare nel mondo dei grandi per la generazione di oggi è difficile più che mai. La laurea è fondamentale, è una carta in più da giocare», avverte. «Il tasso di disoccupazione è più basso tra chi esce dall’università». Peccato che per trovare lavoro la corona d’alloro non sempre basti, soprattutto agli avvocati. A tre anni dalla laurea solo il 52,8 per cento trova un impiego. Va meglio agli studenti di medicina: nello stesso arco di tempo 96 su 100 riescono a ottenere un contratto. Bene anche per gli architetti, 88 per cento, chimici e farmacisti (84,9) e per gli ingegneri (83,6):
Laurea in economia, «in corso». In pieno Sessantotto, «era proprio ottobre». Melis ieri quasi si confondeva tra i tanti emozionantissimi studenti giunti al traguardo. Nel suo curriculum c’è il diploma al Martini e ci sono anche due anni da preside. Ora lancia un appello ai giovani: «Studiate, studiate, studiate. L’istruzione è importantissima per raggiungere i propri obiettivi». E poi un consiglio: «Frequentare le lezioni è fondamentale, purtroppo molti studenti le considerano inutili. E sbagliano».
Sa. Ma.
 
 
3 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il Papa arriverà all’aeroporto alle 8.15, poi l’incontro con i lavoratori
FRANCESCO, DIECI ORE IN CITTÀ
Visita del 22 settembre, fissato il programma
Incontrerà i poveri, i detenuti, i malati, oltre a tantissimi giovani. Papa Francesco sarà a Cagliari il 22 settembre, e proprio ieri sono state confermate le notizie trapelate i giorni precedenti sul programma che verrà seguito per la visità del Santo Padre nel capoluogo sardo.
IL PROGRAMMA Praticamente più di dieci ore di visita pastorale, all’interno delle quali ci sarà spazio per tanti incontri: dal mondo del lavoro e della cultura a quello dei giovani, fino alle autorità religiose e i gesuiti. Il Papa sbarcherà a Cagliari per celebrare la Messa e l’Angelus nel sagrato di Nostra Signora di Bonaria, sancendo ancora una volta l’abbraccio spirituale che lega la città capoluogo a Buenos Aires.
IL SOPRALLUOGO Le conferme sono dunque arrivate ieri dopo il sopralluogo degli addetti della Prefettura Vaticana. E anche se ancora non c’è niente di ufficiale in quanto nulla è stato reso pubblico dal Vaticano, pare certo che l’arrivo è previsto per le 8,15 all’aeroporto di Cagliari-Elmas. A quel punto inizierà la visita del Pontefice, che una volta sceso dall’aereo come prima cosa saluterà le massime autorità religiose e civili dell’Isola. Il primo incontro sarà quello di piazza Yenne, dove Papa Francesco avrà modo di parlare con gli operai, i sindacati e gli imprenditori. Un incontro che già si preannuncia denso di significati, vista la disastrosa situazione economica che attanaglia la Sardegna da un po’ di tempo.
BASILICA Subito dopo il Santo Padre si recherà alla Basilica, dove prima delle celebrazioni liturgiche incontrerà i malati. Al termine della mattinata è previsto quindi il pranzo, che si terrà al Seminario Arcivescovile di via Monsignor Giuseppe Cogoni.
Ma già alle 14,30 si riparte. Il Papa si sposterà infatti nel Santuario di Sant’Ignazio da Laconi per incontrare i poveri assistiti dalla Caritas e alcuni detenuti del carcere di Buoncammino.
CATTEDERALE Un incontro che dovrebbe durare, salvo cambiamenti dell’ultimo momento, una mezzoretta circa. Dopo di che il Pontefice si recherà alla Cattedrale per incontrare le massime istituzioni religiose. Non mancherà un passaggio alla facoltà Teologica. Un’occasione imperdibile per docenti e studenti di vedere dal vivo e ascoltare Sua Santità. Saranno presenti, per l’occasione, anche i rettori delle università di Cagliari e Sassari.
I GIOVANI Verso le 17, dunque nel tardo pomeriggio, non mancherà l’incontro con i giovani. Appuntamento ancora una volta in piazza Yenne, che si prennuncia affollatissima. Sarà l’ultima tappa della giornata cagliaritana per il Santo Padre, che lascerà l’Isola alle 18,30. (p.c.c.)
 
 
4 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Il direttore generale non si pronuncia: «Per ora nessun atto ufficiale»
Azienda ospedaliera universitaria, Filigheddu pronto alle dimissioni?
Non si è ancora dimesso. Ma lo farà quasi certamente nei prossimi giorni, forse già nelle prossime ore. Ennio Filigheddu è pronto a lasciare la guida dell’azienda ospedaliera universitaria, di cui è il direttore generale dall’aprile del 2011. L’incarico, in realtà quinquennale, è al capolinea, anche se il diretto interessato smentisce. O meglio: spiega che è «abituato a parlare attraverso atti amministrativi. E per adesso non c’è nessun provvedimento di questo tipo».
È su quel «per adesso» che si potrebbe ricamare, soprattutto se si ascoltano i rumors provenienti dalla Sanità sarda. Non sarebbe la prima volta che Filigheddu ipotizza le proprie dimissioni. E questa volta potrebbero arrivare veramente. Pare che dietro la decisione non ci sia però nessuna ragione di opportunismo politico, legato ai riassetti dei partiti in vista delle prossime elezioni regionali. Semmai, si tratta solo di motivi personali che hanno portato il manager a scegliere di lasciare l’incarico.
Se le dimissioni dovessero arrivare a breve, ci sarebbero comunque già i nomi di chi potrebbe sostituire Filigheddu sulla poltrona dell’azienda mista. Uno è Franco Trincas, “Chicchi” per tutti, ex direttore generale dell’assessorato alla Sanità, da un anno direttore sanitario della Asl 7. L’altro nome arriva sempre dall’azienda sanitaria di Carbonia, ed è quello del direttore generale Maurizio Calamida. In entrambi i casi la nomina causerebbe una reazione a catena, perché rimarrebbe libera una poltrona nella Asl del Sulcis. Il direttore generale dell’azienda universitaria dovrà occuparsi nei prossimi mesi (entro settembre) del trasferimento definitivo della Pediatria della clinica Macciotta.
Michele Ruffi
 
 
5 - L’UNIONE SARDA / Cronaca Regionale (Pagina 8 - Edizione CA)
La ragazza sulcitana dopo il diploma di maturità si iscrive all’Università di Pisa
SILVIA E IL SOGNO DELLA LAUREA
Soffre di atrofia muscolare, studia in videoconferenza

Dal nostro inviato Francesco Pintore
NARCAO Per preparare la tesina da presentare all’esame di maturità ha chiesto aiuto a Masao, un amico conosciuto su internet nella comunità virtuale frequentata da migliaia di navigatori che si dilettano a comporre brani musicali utilizzando voci sintetiche. Silvia Serra, la studentessa di Narcao nata con una forma rara di atrofia muscolare spinale, nel 1997, alla vigilia di Natale, quando lasciò l’ospedale per tornare nel sua casa di Rio Murtas, aveva i giorni contati. Un mese di vita, sentenziarono frettolosamente alcuni medici. Oggi ha 19 anni, si è appena diplomata con 80 centesimi nell’istituto minerario Asproni di Iglesias ed è pronta per affrontare una nuova affascinante sfida: l’Università.
IL MONDO IN UNA STANZA Per Silvia Serra la malattia rappresenta soltanto un aspetto della sua esistenza. Vive i suoi giorni in una cameretta che sembra un’astronave. Sul muro c’è un quadro con incorniciata la maglia di Francesco Totti, intorno al lettino una postazione informatica ad altissimo tasso tecnologico: due monitor e soprattutto un puntatore oculare che consente a Silvia Serra di studiare e restare in contatto con il mondo. In particolare con quello virtuale, dove la ragazza di Narcao ha creato il suo avatar: la cantante ballerina Amai Harukaze. «A dire il vero - dice - ne ho quattro. C’è anche Dorel e altri due». Per loro inventa coreografie, disegna gli abiti e compone canzoni usando basi musicali squisitamente rock. Fa cantare i suoi personaggi in italiano e in giapponese: «In sardo? Non è facile. Ci sono problemi per riprodurre la pronuncia. I fonemi disponibili non lo consentono». Silvia dà voce ad Amai grazie a Utau, uno dei software più diffusi insieme a Vocaloid. La studentessa li conosce entrambi, ma preferisce il primo: «È gratis, l’altro l’ho dovuto comprare».
L’ESAME DI MATURITÀ Nei giorni scorsi Silvia Serra si è diplomata all’istituto minerario Asproni di Iglesias. Indirizzo informatico, ovviamente. Una “maturità” raggiunta grazie all’insegnamento a distanza al termine di un percorso difficile, ma allo stesso tempo entusiasmante. La ragazza di Narcao ha studiato sempre in videoconferenza, spesso insieme ai compagni di classe che a turno hanno seguito le lezioni nella casa di Rio Murtas, dove Silvia vive con il padre Giuseppe (cassintegrato Alcoa) e la mamma Fausta. «Il mio amico Masao - racconta - mi ha aiutato a capire il funzionamento del programma Utau. Poi nella tesina ho inserito anche D’Annunzio, che come me adorava il Giappone, un Paese che mi piacerebbe visitare».
Silvia ama viaggiare. Due anni fa grazie a Meridiana è riuscita a raggiungere Napoli per il festival internazionale del fumetto. «Sogno di vedere anche la rassegna di Lucca, deve essere bellissima».
Da anni la ragazza di Narcao è seguita da medici, infermieri e fisioterapisti della Asl numero 7. Se in questi ultimi quindici anni l’assistenza domiciliare ha fatto passi da gigante il merito è anche di Silvia Serra. Walter Pagano, l’insegnante di sostegno, quando parla della ragazza tradisce a stento una grande emozione: «Per lei credo di essere stato docente, ma allo stesso tempo compagno di banco. Sicuramente dall’esperienza con Silvia ho imparato una cosa: mi ha insegnato il senso della vita. Ci sono stati momenti molto difficili, ma li ha saputi superare con grande forza di volontà e una grinte incredibile». Qualche mese fa, forse preoccupata per l’esame, ha attraversato un periodo di crisi. Cose che capitano anche agli altri ragazzi. «Ma superate le incertezze - raccontano i genitori - ha ripreso a studiare con impegno».
L’UNIVERSITÀ Dopo aver conseguito il diploma ha deciso di iscriversi all’università. «Ho cercato un po’ di informazioni in rete - spiega Silvia - e scambiato mail con ragazzi che studiano informatica. Alla fine la scelta è caduta sulla Normale di Pisa». All’insaputa dei genitori la ragazza si è messa in contatto con gli uffici dell’ateneo toscano. «Nei giorni scorsi - ricorda il padre Giuseppe - abbiamo parlato con un dirigente e ci ha detto che erano disponibili ad accogliere Silvia». Insomma, tutto è pronto per la nuova sfida di questa ragazza, paladina dei diritti civili. Con le sue battaglie (vinte) ha dimostrato che la disabilità spesso è soltanto un ostacolo mentale, un pregiudizio duro a morire. Silvia Serra, in fondo, non chiede la luna, ma una sanità giusta, istruzione di qualità, trasporti accessibili a tutti. E adesso provate a dire che non è una persona normale.
 
 
6 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Ha 25 anni, è sposata e ha una figlia: «Andrò all’Università, ma non so ancora quale»
ELISABETTA, STORICO DIPLOMA
È la prima rom in Sardegna ad aver superato l’esame di Stato
Il sogno di Elisabetta Sulejmanovic si è avverato. La venticinquenne studentessa di etnia Rom impegnata nell’esame di stato ha conseguito il diploma all’istituto professionale Pertini di via Vesalio (indirizzo sociosanitario). Una bella soddisfazione. Voto minimo, 60 su 100, ma non importa. Ha tagliato il traguardo ed è la prima rom nell’Isola ad essersi diplomata. Ora non vuole più fermarsi. Dopo l’estate s’iscriverà all’università. Sposata da quattro anni con un sardo e madre di una splendida bimba, Elisabetta lavora da quasi un anno in una struttura privata. «Faccio l’operatrice sociosanitaria», si presenta, «mi piacerebbe laurearmi in Scienze infermieristiche ma sono ancora un po’ indecisa. Anche la facoltà di Scienze politiche mi attira. Non è facile fare la mamma, la moglie, la studentessa e lavorare». Al Pertini aveva frequentato il triennio, poi era stata costretta a interrompere gli studi. «Motivi personali». Quest’anno ha deciso di concludere da privatista. «Le prove scritte sono state impegnative», racconta, «temevo la matematica, ma alla fine è andata bene. Le materie che preferisco? Italiano, storia e cultura medica». L’ultimo sforzo il 3 luglio, quando ha sostenuto l’orale. «La gente spesso tende a stereotipare noi Rom. Non fatevi un’idea sbagliata per sentito dire, venite a conoscerci». (p.l.)
 
 
7 - L’UNIONE SARDA / Provincia di Sassari (Pagina 33 - Edizione CA)
ALGHERO. Un riconoscimento importante che conferma il lavoro svolto finora
ARCHITETTURA, UN’ECCELLENZA
Il Censis: migliore dei Politecnici di Milano e Torino
ALGHERO Architettura di nuovo in cima alla classifica Censis. L’Università di Sassari, grazie ai corsi di laurea della Riviera del Corallo, sale ancora una volta sul primo gradino del podio nella graduatoria nazionale del prestigioso istituto di ricerca, davanti a realtà più blasonate come i politecnici di Milano e Torino, o lo Iuav di Venezia. Non solo. Il Dipartimento algherese figura pure al secondo e terzo posto nell’elenco dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur). Risultati brillanti che oggi ripagano gli sforzi per cercare di salvare la sede di via Garibaldi.
IL PRESIDE Chi si è impegnato per risollevare la scuola di Architettura algherese, ogni anno costretta ad annaspare tra mille limiti di natura logistica, carenze strutturali e difficoltà economiche, ora può festeggiare per il riconoscimento che conferma la valenza della struttura: «Il primo posto nella classifica del Censis e il podio in quella dell’Anvur, insieme con i grandi risultati nel campo dell’internazionalizzazione e dei rapporti con il territorio - commenta il direttore del Dipartimento Arnaldo Cecchini - sono stati ottenuti in condizioni difficili, quasi disperate». Sa bene che non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia perché le criticità non sono ancora risolte.
SPAZI RIDOTTI «Gravissimi i problemi di spazi, di risorse umane e finanziarie, di disagi per essere in una sede staccata, di servizi carenti o inesistenti che non sembrano destinati a essere risolti in modo certo e tempestivo». Ma le valutazioni del Censis e dell’Anvur oggi danno la carica per continuare a lottare: «Questi risultati dimostrano che non dobbiamo rassegnarci, che non ci siamo rassegnati - aggiunge Cecchini - non dobbiamo rassegnarci alla mediocrità, al disincanto, alla routine, non dobbiamo accettare l’indifferenza, la pigrizia, il provincialismo».
POLO DI RICERCA Il direttore rilancia l’idea di costruire ad Alghero un polo di ricerca, didattica e formazione di livello internazionale: «Possiamo dare vita a spazi che non l’hanno, e che non l’avrebbero con altre scelte, una vita che sarebbe importante economicamente, socialmente e culturalmente». Si può ripartire con un grande auditorium per la città, in funzione tutto l’anno, una biblioteca congiunta aperta full time e uno spazio per il co-working: «Possiamo contribuire a sperimentare e a innovare nell’interesse del nostro Ateneo, come abbiamo fatto in questi anni, costituendo un piccolo vascello che osa esplorare nuovi territori - spiega il professore universitario - possiamo operare nel campo di una formazione di qualità, con un respiro internazionale, come abbiamo fatto con i nostri Master e con le nostre Scuole estive». Il prossimo 26 luglio la cerimonia di consegna delle lauree.
Pierpaola Pisanu
 

8 - L’UNIONE SARDA / Estate (Pagina 5 - Edizione IN)
LA SCOPERTA. La città risalente all’VIII secolo a.C. portata alla luce dai recenti scavi archeologici
IL MISTERO DI SANTA GIUSTA Othoca riemerge dal mito

Dal mito alla storia. Dai libri alla realtà. «Eccola. Dopo trent’anni l’antica città di Othoca è riemersa». Parola dell’archeologo oristanese Raimondo Zucca. «Ormai è evidente. C’è qualcosa per capire e conoscere l’urbanistica di Othoca». È venuta alla luce una struttura in blocchi di basalto e di arenaria, lunga cinque metri e con uno spessore di sessanta centimetri, risalente all’VIII secolo avanti Cristo. Con tutta probabilità si tratta di un elemento murario appartenente a un edifico pubblico dell’antica città punico-fenicia. Ma pochi giorni fa sono stati recuperati anche diversi oggetti domestici di uso quotidiano.
Siamo nel piccolo centro di Santa Giusta, nell’Oristanese. Gli scavi archeologici interrotti negli Ottanta e ripresi lo scorso 17 giugno sono tra via Alfieri e via De Amicis, nel quartiere di Is Olionis, sorto venticinque anni fa poco distante dall’ingresso del paese. Sotto un sole caldissimo, un nastro arancio delimita uno scavo non tanto profondo: si tratta di un vasto terrazzo alluvionale che presenta una scarpata accentuata nei settori settentrionale e occidentale, in corrispondenza con l’antico porto di Othoca. Tremila anni fa lo stagno di Santa Giusta ancora non esisteva e le acque del Golfo di Oristano delimitavano il tozzo rilievo alluvionale dell’abitato di Othoca, circondando l’isolotto di Sant’Elia, dove sorgeva un grande complesso nuragico. In quest’area esisteva già una comunità sarda, e lo dimostra il ritrovamento di uno spillone nuragico in bronzo a testa mobile risalente all’VIII secolo avanti Cristo, assieme a grandi frammenti di una conca in ceramica con il manico a maniglia orizzontale.
Ma c’è un’altra importante scoperta che testimonia la presenza dei Fenici: un piattello con due fasce circolari sul fondo. Verso il 620 avanti Cristo, ad Othoca inizia dunque un processo di formazione urbana: i Fenici e i Sardi costruiscono l’antica città che commercia con l’Etruria, con Cartagine e con la Grecia. Rapporti testimoniati dalle vestigia e dai reperti rinvenuti grazie al lavoro di dieci allievi specializzandi in Beni archeologici del Consorzio Universitario di Oristano, che da circa venti giorni scavano ininterrottamente sotto l’attenta regia dell’archeologo Raimondo Zucca.
«Questo importante risultato è per noi motivo d’orgoglio - tiene a precisare Pupa Tarantini, presidente del Consorzio Uno -. Per noi è una missione fatta con passione». È fiducioso Paolo Bernardini, docente dell’Università di Sassari, che non dimentica che il Golfo di Oristano ospita importanti giacimenti di fondazione fenicia: «Le ricerche appena iniziate qua ad Othoca promettono bene». Oltre la presenza visibile di un edificio monumentale, le mani dei giovani archeologi hanno scoperto materiali punici, in particolare anfore da ricomporre trovate accanto a preziosi oggetti greci come le “kilikes”, le coppe utilizzate per bere il vino, in vernice nera di fabbricazione ateniese risalente al V secolo.
E ancora, lucerne e il più grande esemplare di “askos”, un piccolo contenitore che anticamente veniva utilizzato per versare olio nei lumi, decorato a figure rosse con animali e mai rinvenuto finora in Sardegna. Ma non solo oggetti di uso quotidiano: sono state ritrovate pure monete puniche del IV secolo avanti Cristo. Le ricerche archeologiche proseguiranno, anche se il futuro degli scavi non si presenta facile.
La zona dei recenti ritrovamenti è in pieno centro abitato, proprio nell’area dove sorge il parco giochi comunale. Per questo gli studiosi andranno avanti con indagini mirate grazie all’utilizzo di georadar, strumenti capaci di osservare i frammenti sotto terra, avvistati in tre dimensioni ancor prima di scavare. «I cittadini, sono sicuro, saranno ben felici - commenta il sindaco Angelo Pinna -. Gli archeologi andranno a scavare solo dove il georadar suggerirà». Raimondo Zucca parla chiaro: «Ora che la scoperta è fatta, è giusto che Santa Giusta conviva con le recenti scoperte archeologiche».
Sara Pinna
 
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
9 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 20 - Ed_Cagliari
DIPLOMA E ASSEGNO PER I PIÙ MERITEVOLI
Il rettore premia 12 studenti che si sono distinti negli studi: laureati a tempo di record, per loro un assegno di mille euro
di Stefano Ambu
CAGLIARI Il Rettore lo ha detto e lo ripete spesso. E il messaggio lo ribadiscono i grafici che sintetizzano quello che sta succedendo in questi anni: chi studia bene ha più possibilità di trovare lavoro. Centoquarantotto universitari quella lezione l’hanno fatta propria già da un bel pezzo: dodici di loro si sono laureati anche campioni delle rispettive facoltà aggiudicandosi una borsa di duemila euro arrivando alla tesi in tempi da record e con medie altissime. E altri 136 colleghi hanno fatto più o meno lo stesso: anche se non in cima alla classifica, sono arrivati alla fine del percorso in un battibaleno e con voti che sono l’orgoglio di mamme e papà. Anche per loro una borsa: mille euro. Tornando alla categoria super studenti quasi tutti hanno raggiunto il traguardo con 110 e lode. I magnifici dodici dell’Università 2011-2012 sono stati premiati ieri mattina nell’aula magna del Rettorato: per loro, insieme all’assegno, anche una bella pergamena. Si tratta di due laureati per ciascuna facoltà, un laureato nei corsi di primo livello (laurea triennale) e uno in quelli di secondo livello (laurea magistrale): hanno concluso il loro percorso nel minor tempo, con il più alto voto di laurea (il minimo per essere selezionati era 105/110) o con la media voti più alta all’interno della loro facoltà. Nella top 12 anche un ragazzo di 23 anni, Federico Onnis Cugia, che si è laureato in giurisprudenza in tre anni anziché in cinque. Hanno accorciato i tempi anche Gisella Viano, una triennale in lingue e culture europee ed extraeuropee in ventiquattro mesi anziché in trentasei, e Milena Sabattoli, scienza della formazione primaria, tre anni accademici anziché in quattro. I più giovani hanno tutti ventidue anni e hanno preso tutti 110 e lode: Elisabetta Puliga (biologia), Francesco Piras (scienze delle attività motorie e sportive), Cristiana Passiu (chimica) ed Enrico Pudda (economia e gestione aziendale). Nella lista anche ragazzi tra i 23 e 28 anni, anche loro laureati col massimo dei voti: Martina Loi (biologia cellulare e molecolare), Stefano Mais (scienze architettura), Alberto Milia (ingegneria chimica e di processo), Rossana Cannas (medicina e chirurgia), Giorgio Marcias (informatica). «Sono dei giovani che con ottimi risultati – ha detto il rettore Giovanni Melis nella cerimonia di premiazione – si presentano nel mercato del lavoro: una preparazione eccellenti soprattutto di questi tempi è senz’altro una carta in più da giocare». Le borse di merito sono finanziate con il 10% dei contributi di facoltà versati dagli studenti.
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 5 - Ed_Cagliari
IL PAPA A CAGLIARI, DIECI ORE TRA LA GENTE
Definito il programma della visita del 22 settembre: incontri con gli operai, i giovani e gli ammalati
CAGLIARI Oltre 10 ore di visita pastorale a Cagliari con la conferma degli incontri con il mondo del lavoro e della cultura, i poveri, i detenuti e i giovani, oltre che con le religiose e i gesuiti. È stato confermato ieri, con il sopralluogo degli addetti della Prefettura Vaticana, il programma del 22 settembre quando Papa Francesco sbarcherà a Cagliari per celebrare la Messa e l’Angelus nel sagrato di Nostra Signora di Bonaria, sancendo ancora una volta l’abbraccio spirituale che lega la città capoluogo a Buenos Aires. Il programma però al momento non è ancora ufficiale, in quanto non reso pubblico dal Vaticano. L’arrivo è previsto per le 8.15 all’aeroporto di Cagliari-Elmas, dove il pontefice sarà accolto dalle massime autorità religiose e civili della Sardegna. Poi il primo incontro in piazza Yenne con gli operai, i sindacati e gli imprenditori, quindi il saluto ai malati che verranno ospitati all’interno della Basilica, prima delle celebrazioni liturgiche. Il Santo Padre, dopo il pranzo che si svolgerà nel Seminario arcivescovile, si sposterà, intorno alle 14.30, nel Santuario di Sant’Ignazio da Laconi per incontrare i poveri assistiti dalla Caritas e alcuni detenuti del carcere di Buoncammino. Dopo le 15 è previsto il trasferimento in Cattedrale per l’incontro con le religiose, quindi un passaggio alla Facoltà Teologica per parlare a docenti e studenti e ai rettori delle università di Cagliari e Sassari. Nel tardo pomeriggio, poco dopo le 17, l’incontro tanto atteso con i giovani in piazza Yenne. Durerà poco più di un’ora, subito dopo Papa Francesco lascerà la Sardegna: la partenza del pontefice è prevista verso le 18.30.
 
 
11 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 26 - Ed_Cagliari
Othoca esce dal mito, gli scavi la rivelano sotto un parco giochi
LA SCOPERTA»IL PASSATO CHE RITORNA
Santa Giusta, la scuola di archeologia Nesiotikà di Oristano svela testimonianze della città portuale dell’VIII secolo a.C.
di Caterina Cossu
SANTA GIUSTA Era il 24 gennaio 1985 quando per la prima volta, in via Foscolo, un muratore riportò alla luce i primi tratti di quella che sembrava una struttura muraria arcaica. Oggi sopra quei resti è andata una colata di asfalto, ma Momo Zucca, archeologo direttore della scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Oristano, aveva annotato ogni particolare in un vecchio quadernino a righe. Era lì, la prova della città di Othoca, che aveva immaginato sin da ragazzo. Tremila anni fa Santa Giusta non esisteva. L’acqua arrivava fin dove oggi sorge la cartiera e lo stagno non esisteva, il golfo di Oristano era il limite naturale di una città portuale, centro dei traffici del Mediterraneo che aveva unito la cultura fenicia e punica con quella del popolo indigeno sardo. E tra quelle pagine degli anni Ottanta, un tratto nero di penna disegna ancora il prosieguo ideale del muro che invece adesso guarda verso il cielo estivo. Un ritrovamento a distanza di quasi 30 anni, grazie agli scavi degli archeologi della Scuola di specializzazione del Consorzio Uno, Nesiotikà. «Dal mito di Othoca oggi siamo passati alla Storia, grazie all’archeologia» ha annunciato ieri la presidente del Consorzio Uno Pupa Tarantini, nella conferenza stampa che ha ufficializzato la scoperta. Allo scavo, iniziato il 17 giugno e che si concluderà a fine mese, hanno partecipato 10 studenti, grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale e della Soprintendenza per i Beni archeologici, oltre che le Università di Cagliari e Sassari, con una concessione di ricerca archeologica ottenuta dalla Scuola dal Ministero dei Beni culturali. «Il plauso maggiore va ai giovani archeologi, non ultima Alice Meloni che ha coordinato tutto il lavoro – ha ringraziato il professore Momo Zucca, ormai considerato cittadino onorario – qui c’è un concerto, dove in tanti stiamo contribuendo e riportare alla luce un importantissimo pezzo della nostra Storia». Lo scavo mostra cinque metri di mura, una struttura in blocchi di basalto e arenaria risalente all’ottavo secolo avanti Cristo, che ha uno spessore di 60 centimetri. «Si tratta di un edificio monumentale di natura pubblica, dove abbiamo ritrovato importanti reperti che ricoprono l’arco di almeno un secolo e mezzo – ha spiegato il professor Paolo Bernardini –. Dai piatti fenici e punici alle ceramiche attiche, sono emerso soprattutto moltissime le anfore, che testimoniano la natura portuale della vita di questo centro». Tutto il resto è sepolto sotto il parco giochi comunale di Is Olionis, tra via Alfieri e via De Amiciis e per non procedere alla cieca, si effettuerà una rilevazione stratigrafica con un Georadar, strumentazione unica in tutto il mondo di proprietà dell’Università di Cagliari e che sarà applicata grazie alla scuola di Geofisica del professor Gaetano Ranieri. Bisognerà fare i conti poi con la politica, alla quale sarà infatti lasciata la decisione se decidere di rinunciare al parchetto per lasciare posto alla scoperta. Secondo il sindaco, in queste situazioni «Bisogna fare delle rinunce, come nel caso del parco, ma quel che si acquisisce ha un valore inestimabile per tutta la società».
 
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 29 - Ed_Cagliari
UNIVERSITÁ» I VOTI DEL MINISTERO
Architettura “straccia” i Politecnici
Il dipartimento primo in Italia secondo il Censis. Alti e bassi nella valutazione della ricerca svolta dall’ateneo turritano
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Il boom di Architettura è un fatto conclamato. Lo dice la recente classifica stilata dal Censis che, nell’ambito della didattica, posiziona la facoltà con sede ad Alghero al primo posto in tutta Italia, anche davanti a “mostri sacri” come i Politecnici di Milano e Torino e lo Iuav di Venezia. Ma la scuola per futuri architetti esce a testa alta anche dal rapporto Anvur sulla qualità della ricerca portata avanti dagli atenei italiani. Una fotografia, quest’ultima, utile per capire quale è lo stato di salute delle università e capace, in un immediato futuro, di veicolare i finanziamenti pubblici. Un risultato generale che per quanto riguarda Sassari presenta alti e bassi, punte di eccellenza ma anche abissi di mediocrità: «Nell’insieme – si legge nella relazione dell’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca – la celle “rosse” (sotto la media, ndr) e quelle “azzurre” (sopra la media) si equivalgono. L’area di Scienze economiche e statistiche presenta valori molto alti per quasi tutti gli indicatori di qualità e in diversi di essi (come quelli relativi ai prodotti eccellenti con autore straniero, alla mobilità internazionale e ai finanziamenti dall’Unione Europea) diverse sono le aree che si collocano in cima alle valutazioni». Per la precisione sono otto (su un totale di 14) le aree “promosse” dall’Anvur: Scienze matematiche, Scienze fisiche, Scienze della terra, Architettura, Scienze dell’antichità, filologico-letterarie, e storico-artistiche, Scienze giuridiche e Scienze economiche e statistiche. Ma come si è arrivati a compilare questa sorta di pagelle? Lo spiegano i docenti che all’interno dell’università di Sassari sono delegati dal rettore proprio al controllo della qualità di tutte le attività di ateneo. «L’analisi che viene fatta periodicamente dall’Anvur – ha detto Donatella Spano, prorettore alla ricerca – ha riguardato stavolta il periodo dal 2004 al 2010. La valutazione si basa sui lavori, tre per ciascuno, che i ricercatori sono stati invitati a presentare alle commissioni di esperti. Tra i parametri per definire la qualità il tipo di rivista specializzata, più o meno prestigiosa, sulla quale il lavoro è stato pubblicato ma anche diversi indicatori che riguardano lo scambio internazionale di ricercatori, la partecipazione di autori stranieri e la capacità di attirare risorse». Da Sassari sono partite 1704 ricerche su 1766 attese con una percentuale di “mancato invio” di 3,5 per cento contro il 4,68 nazionale. Gli esperti hanno classificato i lavori con il giudizio di eccellente, buono, accettabile e limitato. «Diciamo che Sassari nel complesso ha tenuto rispetto all’esercizio precedente – ha detto il presidente del Nucleo di valutazione Marco Vannini – ma questa è l’occasione anche per individuare le criticità e lavorare per migliorare gli aspetti carenti». Tra le performance peggiori quelle di Scienze mediche, Scienze chimiche e Scienze storiche e filosofiche dove si riscontra scarsa qualità dei lavori e altrettanta incapacità a reclutare “cervelli”. Ma quale sarà l’effetto finale della valutazione? Gli esperti spiegano che i voti dati dall’Anvur serviranno a stabilire l’entità della parte premiale del fondo di funzionamento ordinario che ogni anno lo Stato assegna alle università. Sarà poi compito dei vertici spartire, anche in base a questi risultati, i finanziamenti tra i vari dipartimenti.
 
Soddisfatto il rettore Mastino: «I risultati ci incoraggiano»
SASSARI Il rettore dell’università Attilio Mastino si dice molto soddisfatto dei risultati delle analisi e delle statistiche che negli ultimi giorni hanno portato alla ribalta, per la loro eccellenza, alcuni dipartimenti dell’ateneo turritano che lui governa dal 2009. «Sono contento per i riconoscimenti ottenuti da ben otto delle nostre aree di ricerca. È un’ulteriore conferma che molto è stato fatto per migliorare gli standard di qualità e oggi ci distinguiamo con dati alla mano dagli altri atenei del Mezzogiorno e non solo». Il riferimento è al clamoroso risultato di Architettura, in cima alla classifica italiana. Ma il rettore ci tiene a sottolineare il successo del corso di laurea magistrale a ciclo unico di Medicina veterinaria che secondo il Censis si posiziona quest’anno al secondo posto fra le ex facoltà di Veterinaria del resto d’Italia. «C’è tanto da fareper migliorare ulteriormente la nostra offerta – conclude il rettore –, ma siamo incoraggiati anche dalla scalata di Sassari, dal quarto al terzo posto, dopo Siena e Trieste, nella classifica degli atenei medi italiani, cioè quelli che contano da 10mila a 20mila iscritti». (g.g.)
 
Il tonfo di Medicina, parla il direttore Andrea Montella
SASSARI Se Scienze economiche e Architettura brillano per la qualità delle loro ricerche, per i rapporti con le altre università europee e anche al di là dell’Atlantico e per la capacità di attirare con i loro progetti finanziamenti da Bruxelles e da enti pubblici e privati c’è grande delusione per i risultati di Medicina, una facoltà (che oggi raggruppa anche diverse altre discipline), dal passato glorioso. L’area Scienze mediche nel rapporto Anvur si classifica all’ultimo posto in Italia come capacità di reclutamento dei ricercatori eccellenti e si posiziona alla 39ª su 49 posizioni per quanto riguarda la qualità delle pubblicazioni scientifiche. Per non parlare dagli introiti (davvero scarsi) relativi ai contratti di consulenza o ricerca con committenza esterna. Insomma Medicina si è beccata uno zero che nel linguaggio Anvur significa area stabile o in calo. «Tra le cause che hanno determinato una performance di questo tipo – commenta il direttore del dipartimento di Scienze biomediche Andrea Montella – l’enorme aumento dell’offerta formativa che ha dirottato nella didattica e nell’assistenza molte delle energie che si sarebbero potute dedicare alla ricerca. La poca dinamicità nel reclutamento degli studiosi è invece da attribuire in parte al meccanismo dei concorsi nazionali che bloccava la mobilità da un ateneo all’altro. Di positivo c’è da dire che i dati sono relativi a un periodo che si ferma al 2010 mentre, con l’introduzione di nuove norme e di nuovi meccanismi concorsuali la mobilità è diventata un fattore positivo. Siamo dunque ottimisti per il futuro». (g.g.)
 
 



SARDEGNA QUOTIDIANO

13 - SARDEGNA QUOTIDIANO / Pagina 12 / Cagliari
INGEGNERIA VENERDI’ TEST D’INGRESSO
ISCRIZIONI APERTE FINO A MARTEDI’

C’è tempo fino martedì per iscriversi al test del 26 luglio per l’accesso ai corsi di laurea in ingegneria dell’università di Cagliari, e potersi immatricolare entro la prima scadenza prevista. Il superamento del test garantirà il posto nel corso di laurea prescelto. Da quest’anno il test d’accesso è on line, sui pc della facoltà di via Marengo, e può essere ripetuto in caso di insuccesso.
 
 
14 - SARDEGNA QUOTIDIANO / Pagina 12 / Cagliari
MACCIOTTA LA CLINICA ANDRA’ AGLI STUDENTI
Il Progetto L’Università si sta preparando per la chiusura delle strutture di via Porcell: riqualificate, ospiteranno l’archivio e la biblioteca d’Ateneo oltre a aule, auditorium e spazi verdi
I neonati non ci sono più, ma il servizio di Pediatria alla Clinica Macciotta è ancora attivo. Ma il futuro delle cliniche è ormai segnato e l’Ufficio tecnico dell’Università ha già pronto un progetto per il futuro. Cambierà l’utenza: al posto dei bambini nella clinica pediatrica e nella clinica Macciotta arriveranno gli studenti universitari. Una parte sarà destinata alla biblioteca e l’altra alla didattica. Nel progetto è previsto anche un maggiore collegamento tra la parte bassa dell’ex Clinica Aresu e quella alta del Palazzo delle Scienze. Quando tutti i servizi ospedalieri saranno trasferiti al Policlinico universitario alla Macciotta sorgeranno due poli. Uno dei palazzi ospiterà 90mila volumi dell’archivio storico dell’Università e i 60mila libri della biblioteca storica. Il resto sarà dedicato all’insegnamento con undici diverse aule, da 50 e da 100 posti, laboratori informatici e sale studio. Ci sarà spazio anche per venti uffici amministrativi e la riconversione di impianti non più necessari. L’ex centrale termina dovrebbe diventare una auditorium da quasi 200 posti e altri interventi sono previsti per collegare la parte bassa dove un tempo andavano gli studenti di Medicina per le lezioni alla clinica Aresu alla parte di via Porcell, con la sistemazione dei grandi gradoni che stanno dietro gli edifici.
IL PROGETTO DELL’UNIVERSITÀ Per un intervento di questo tipo l’ìUniversità non ha certo bisogno di rivolgersi a professionisti esterni e il progetto è interamente curato dall’Ufficio tecnico dell’Ateneo in collaborazione con i docenti Antonello Sanna e Carlo Atzeri del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e Architettura e dalla loro squadra. Tra gli interventi in programma quello dell’eliminazione ditutte le strutture superflue che sono state realizzate nel tempo intorno agli edifici storici, per una loro riqualificazione e valorizzazione. Lo stesso verrà fatto per la grande rete di ingombranti impianti che non saranno più necessari con la nuova vita delle cliniche, anche le coperture antiche saranno ripristinate per valorizzare gli edifici dal punto di vista architettonico. Pure all’esterno ci saranno interventi di rilievo - spiegano gli studiosi - per restituire alla città un sistema di spazi finora sconosciuti. Perché tra via San Giorgio e le cliniche c’è un’area verde attualmente inaccessibile ai cittadini, che invece verrebbe riqualificata anche per consentire l’accesso dalla parte bassa agli edifici. Dopo il trasloco notturno di un mese fa i neonati non vengono più ricoverati nei vecchi locali dela Macciotta ma si trovano in quelli nuovi del Policlinico. Restano ancora aperti la maggior parte dei servizi, ma la dismissione è ormai cominciata e l’Università cerca di non farsi trovare impreparata per poter subito sistemare l’intera area una volta ultimata la chiusura dei reparti pediatrici.
 
 
15 - SARDEGNA QUOTIDIANO / Pagina 13 / Cagliari
ATENEO I LAUREATI BRILLANTI VANNO IN FUGA
UNIVERSITA’ Il Rettore premia dodici studenti che raggiunto in fretta il traguardo. Quasi tutti andranno all’estero
C’è chi pensa al profondo nord dell’Europa, chi allo sconfinato Sudamerica, ma anche alla lontanissima Australia. Altri mondi, dove cercare fortuna, tra studi da perfezionare e, perché no, un primo impiego da trovare. Sogni, desideri e speranze: dodici ragazzi, età media ventitré anni, hanno finito in tempo, o prima del tempo, e con un voto finale elevato l’università. L’ateneo li premia con mille euro, più altri mille di rimborso-tasse (alla lista vanno aggiunti altri 136 studenti che ricevono altrettante borse di merito di mille euro l’una) e loro pensano al futuro da costruire. Lontano da Cagliari e dalla Sardegna, per quasi tutti. Tra qualche anno, forse, si può anche pensare di tornare nella terra natìa. Forse. Il rettore Giovanni Melis stringe la mano a ogni singolo studente-modello, subito dopo fa un discorso già sentito in altre occasioni. «Chi si laurea col massimo dei voti e rispettando i tempi ha una marcia in più nel difficile mondo del lavoro. Col titolo le possibilità aumentano, tanto più se si è giovani». Tutto vero: ma, in un’isola dove il livello di disoccupazione non accenna a diminuire, anche con la coroncina d’alloro sulla testa il rischio di restare con le mani in mano c’è tutto. «Adesso arriva il bello, sfrutterò il mio titolo di studio fuori dalla Sardegna. Qui scarseggiano le aziende dove potermi giocare le mie carte», dice Alberto Milia, 22 anni, fresco di laurea con lode in Ingegneria chimica, «ho usufruito di borse dell’Ersu, ma adesso farò il dottorato nei paesi nordici o in Germania, i miei genitori mi sosterranno economicamente ». Gisella Viano è di Torino, ma il suo ragazzo è sardo: «Vivo qui da quattro anni, mi sono laureata in due soli anni in lingue e culture. Ho dovuto sacrificare vacanze e uscite con gli amici. Mi affascina il campo dell’editoria», racconta la ventottenne, «ma nella nostra nazione è difficile trovare lavoro. Voglio trasferirmi in Sudamerica o in Australia, sono loro i paesi emergenti». Da Poggio dei Pini alla laurea con 108 in Giurisprudenza, ottenuta in soli tre anni anziché cinque: Federico Onnis Cugia ha ventitré anni, il record tra tutti gli studenti è il suo: «Ottenuto tranquillamente, con passione e dedizione verso lo studio. Ora faccio pratica da un avvocato e collaboro con varie cattedre in facoltà. Il mondo degli avvocati è in crisi», riconosce Onnis Cugia, «magari farò un’esperienza fuori, ma poi voglio tornare qui nella mia terra, e dare il mio contributo di conoscenza». Enrico Pudda , 110 e lode in Economia e gestione aziendale, pensa all’estero ma lascia il cuore in Sardegna: «Tra un anno finirò la specialistica, poi andrò fuori dall’Italia per acquisire esperienze e farmi le spalle larghe per tornare qui, dove sono nato, e lavorare serenamente» .
P. R.
 
ENRICO PUDDA 110 e lode, 22 anni, Economia e gestione aziendale
FEDERICO ONNIS CUGIA 108, 23 anni, Giurisprudenza, laurea in tre anni invece che in cinque 
ALBERTO MILIA 110 e lode, 24 anni, Ingegneria Chimica
GISELLA VIANO 110 e lode, 28 anni, Lingue, laurea in due anni invece che in tre

  


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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