Domenica 21 luglio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
21 luglio 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Nella ex clinica un polo per la didattica, la biblioteca e l’archivio storico
LA NUOVA VITA DELLA MACCIOTTA
Dai bambini in pericolo agli studenti, definito il progetto
La neonatologia è già da un mese al “Blocco Q” del Policlinico universitario. La pediatria e la neuropsichiatria infantile dovrebbero trasferirsi a fine luglio, se saranno rispettati i programmi di Regione, Azienda ospedaliero-universitaria e forze dell’ordine.
Dal momento in cui sarà svuotata definitivamente da culle e ambulatori, la clinica Macciotta inizierà a prepararsi per la nuova vita. Secondo l’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci, potrebbe diventare «un polo poliambulatoriale in centro città», secondo l’Università ospiterà un nuovo polo per la didattica, la biblioteca e l’archivio storico dell’Ateneo. Quest’ultima non è una semplice idea: la proposta preliminare per la riqualificazione e il riuso del complesso pediatrico e delle cliniche (anticipata dal settimanale diocesano “Il Portico”) è quasi pronta ed è stata curata dall’ufficio tecnico dell’Ateneo con la consulenza del dipartimento di ingegneria civile, ambientale e architettura coordinato da Antonello Sanna e Carlo Atzeni.
CHE COSA CI SARÀ Gli edifici (la clinica pediatrica e la clinica Macciotta) ospiteranno il polo integrato del nuovo archivio storico d’Ateneo (circa 90 mila volumi) e la biblioteca storica d’Ateneo (60 mila tomi); un polo per la didattica con sette aule da 50 posti e quattro da 100, quattro laboratori informatici da circa 20 posti, sale studio per gli studenti; un polo direzionale-amministrativo con venti uffici; incubatori e un auditorium da 180 posti. Ma siccome si tratta di una riconversione e non di una semplice ristrutturazione, l’obiettivo è anche quello di cambiare il rapporto con la città attraverso la riapertura delle aree verdi sul lato che si affaccia sulla Fossa di San Guglielmo. Lì ci saranno spazi di relazione tra la città “bassa” (clinica “Aresu”) e quella “alta” (cliniche Macciotta e Palazzo delle scienze).
NUOVI SPAZI Nell’idea dei curatori della proposta progettuale c’è una distinzione netta tra il polo per la didattica e la biblioteca-archivio.
Saranno riconfigurati gli spazi interni anche eliminando le cosiddette superfetazioni - cioè le parti, in genere di epoca recente, incongrue all’impianto originario dell’edificio - e i volumi incongrui anche per migliorare la fruibilità degli spazi esterni, saranno riqualificati tutti gli spazi occupati da impianti ingombranti e non più necessari e, proprio nell’ottica del collegamento con i due livelli della città, saranno riqualificati i terrazzamenti che si affacciano sulla Fossa di San Guglielmo.
LA STORIA La clinica pediatrica, che prospetta su via Porcell, è un’architettura degli anni ’30 formata da una “stecca molto” semplice su quattro piani con un’unica fila di ambienti in serie sulla facciata a sud; la clinica Macciotta risale invece agli anni ’50 e si sviluppa su sette livelli con una doppia fila di ambienti e corridoio centrale.
IL TRASFERIMENTO Nella notte tra il 15 e il 16 giugno scorso, 36 neonati erano stati trasferiti da via Porcell al “Blocco Q” di Monserrato (a proposito, quando un nome commestibile?) con un’operazione delicata ma perfettamente riuscita grazie al coinvolgimento di centinaia di persone tra sanitari e forze dell’ordine. Il resto dei reparti andrà al microcitemico, che rafforzerà il suo ruolo di polo pediatrico d’eccellenza nell’Isola.
Fabio Manca


2 - L’UNIONE SARDA / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Una partnership con Bruxelles
BANCHE, CRISI E CONTAGI
Tre docenti sardi danno i numeri all’Ue
Come si gestiscono le crisi bancarie? In che modo si possono evitare i rischi di contagio da un paese all’altro? Come proteggere i risparmiatori in caso di dissesto bancario ed evitare danni al sistema finanziario, com’è avvenuto con gli interventi in soccorso delle banche spagnole o per la ricapitalizzazione del sistema greco? Di tutto questo si sta occupando l’Europa preoccupata di mettere al sicuro la zona euro in modo che non debba rivivere una crisi bancaria come quella del 2008, con tutti i suoi gravissimi effetti sull’economia e quindi sui cittadini.
CUORE EUROPEO, MENTE SARDA Quel che però non si sapeva è che a guidare le mosse di Bruxelles verso l’una o l’altra direzione sono menti sarde, tre “cervelli” dell’Università di Cagliari che hanno messo a punto un modello matematico sulla base del quale l’Europa sta partorendo le norme comunitarie più importanti per gli istituti di credito. Così, a sorpresa, si scopre che sono un po’ cagliaritane tutte le più recenti direttive europee, da quella sui sistemi di tutela dei depositi bancari, attualmente in discussione, a quella sulla capitalizzazione minima bancaria, già in vigore, e l’ultima approvata dall’Ecofin sulla gestione delle crisi delle banche, norma importantissima tesa a minimizzare l’esposizione alle perdite bancarie dei contribuenti, al contrario di quanto è avvenuto nei casi più recenti di salvataggio da parte dei governi.
IL PROGETTO Tutto nasce da un progetto di collaborazione fra tre docenti cagliaritani della facoltà di Economia (Riccardo De Lisa, Francesco Vallascas e Stefano Zedda) e due funzionari della commissione europea, Massimo Marchesi e Francesca Campolongo, in contatto fra loro già prima delle crisi bancarie. Zedda, ricercatore da oltre 13 anni impegnato in questo tipo di attività, ne ha scritto il modello matematico, il “modello Symbol”, quello che lo stesso commissario europeo Barnier, in un discorso ufficiale a Bruges, riconosce «quale metodo che sta alla base della proposta di quadro europeo di risoluzione delle crisi bancarie».
SIMULARE LA REALTÀ In sostanza, grazie al modello matematico inventato a Cagliari, è possibile - come ha riconosciuto Barnier - stimare la probabilità di dissesto di ciascuna banca tenendo conto in particolare dei rischi di contagio. Trasformato in un programma di simulazione permette di rappresentare le possibili evoluzioni del sistema bancario nei diversi paesi europei. Metodo che Zedda, durante i due anni trascorsi nel Centro comune di ricerca, ha poi insegnato ai colleghi europei e che si sta rivelando efficace anche per valutare i rischi delle finanze pubbliche degli Stati membri. «Il nostro successo è aver contribuito a far funzionare meglio il sistema e a far vivere meglio l’Europa». Più semplice di così...orgoglio e modestia sardi.
Carla Raggio
 
 
3 - L’UNIONE SARDA / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
SELARGIUS
Fondazione Onnis, rinnovato il direttivo
La fondazione “Faustino Onnis” di Selargius ha eletto il nuovo direttivo. Al presidente Paolo Pillonca si affianca il vice Luciana Onnis. Il presidente uscente Rita Corda assume invece l’incarico di segretario generale. Tesoriere è Silvia Pisano, revisore dei conti Ilario Contu e presidente onorario Giuseppe Onnis. Il consiglio direttivo, come previsto dallo statuto , è composto dal sindaco Gian Franco Cappai e da due rappresentanti del Comune nominati dal sindaco, da due rappresentanti della famiglia Onnis, e dai rappresentanti dell’università di Cagliari e di Sassari. La “Fondazione Faustino Onnis Onlus” è nata con l’intento di valorizzare l’opera del poeta, di diffondere i valori e la memoria della sua opera e di promuovere le diverse forme di espressione artistica e culturale tra i giovani. (g. da.)
 
 
4 - L’UNIONE SARDA / Provincia di Oristano (Pagina 35 - Edizione CA)
MOGORO
Per il nuraghe Cuccurada un museo archeologico
MOGORO Il nuraghe Cuccurada da oltre un mese è stato aperto ai visitatori. Il rapporto di collaborazione fra l’amministrazione e l’Università prosegue. L’obiettivo rimane la promozione del patrimonio culturale, artistico, archeologico e monumentale della cittadina di concerto con la Soprintendenza. Poco meno di vent’anni fa il primo fra Comune e Ateneo di Cagliari per avviare gli scavi. Adesso l’impegno sarà «mettere a disposizione personale tecnico, scientifico e amministrativo per ideazione, organizzazione di campagne di studio, ricerca e divulgazione, con particolare riferimento alla creazione di un museo civico archeologico ed a un laboratorio museale», ha spiegato il sindaco Sandro Broccia. Il coordinamento scientifico dell’iniziativa è affidato a Riccardo Cicilloni, ricercatore dell’Università di Cagliari, mentre il Comune ha messo a disposizione l’ex convento. ( an.pin. )
 
 
5 - L’UNIONE SARDA / Provincia di Nuoro (Pagina 39 - Edizione CA)
ORGOSOLO. Fondi del Gal Barbagia Mandrolisai a sostegno delle attività
A CACCIA DI NUOVE IMPRESE
B&b e fattorie didattiche in vetta alle proposte
ORGOSOLO Che si tratti di formaggio, gioielli, ristorazione o tessitura, il successo imprenditoriale fa rima con amore. Amore per ciò che si realizza, amore per il territorio, amore per ciò che si è. Esempi di buone pratiche nella stesura del piano di sviluppo locale Gal Barbagia-Mandrolisai per il decollo delle realtà economiche locali. L’iniziativa è stata presentata ieri a Orgosolo con l’intento di raccogliere le idee degli operatori economici locali prima di procedere con la progettazione. Purtroppo la popolazione diserta. E pochi, pur buoni, anche gli imprenditori presenti.
L’INCONTRO A fare gli onori di casa il sindaco Dionigi Deledda. Accanto a lui Bachisio Falconi e Alessandra Etzo, presidente e direttore del Gal, Giovanni Pirisi, segretario della Camera di commercio di Nuoro, Luigi Ledda, direttore di Confindustria, Raimondo Mandis di Sardegna ricerche. Un primo dato: la Barbagia e i suoi dintorni virano verso la diversificazione delle produzioni. Così sempre di più i pastori trasformano l’ovile in agriturismo o fattoria didattica e i proprietari di antiche case mirano a farne dei bed&breakfast. «Lo certificano le 250 domande del bando precedente, la maggior parte delle quali finalizzate a tali riqualificazioni», fa sapere Falconi. Al tavolo anche Giuseppe Melis, Dipartimento scienze economiche dell’Università di Cagliari. «Il punto debole della nostra programmazione di impresa - osserva - è che spesso si parte senza avere in testa e conoscere il cliente al quale rivolgersi. Una buona azione produttiva e di commercializzazione invece non può prescindere da una buona conoscenza del target. Solo a questa condizione si è in grado di offrire al mercato qualcosa di attrattivo». E poi c’è la chiave di volta della rete, mettersi insieme e condividere, ormai si sa, fa la forza. Fuor di slogan lo dimostrano alcune eccellenze.
SINERGIE «Sotto l’ombrello di Confindustria - racconta Massimiliano Meloni di Fonni, settore agroalimentare - con altre sette aziende tra Mamoiada, Nuoro, Ogliastra e Marghine abbiamo creato un’entità sinergica. In questo modo siamo riusciti ad abbattere del 15 per cento i costi di energia e imballaggio. Il fatturato è di 38 milioni di euro».
NUOVE ATTIVITÀ Quando fantasia, innovazione e creatività si innestano nella tradizione capita che un conciatore di pelli come l’orgolese Cosimo Mureddu, 37 anni, lasci la professione di autista per creare borse da donna decorate sulla falsa riga del binomio briglie cavallo, porta cellulari che rievocano i motivi dell’antico costume di Orgosolo e tanti altri accessori. Un piccolo museo dell’arte della seta è il sogno di Maria Corda, depositaria unica dei segreti della metamorfosi del baco da cui si ricava il prezioso filamento. «Al di là della tessitura di su lionzu , o di ciondoli che abbiamo iniziato a realizzare, io produco saper fare. E mi piacerebbe metterlo a disposizione».
Francesca Gungui
 
 
6 - L’UNIONE SARDA / Commenti (Pagina 43 - Edizione CA)
Il Mezzogiorno visto con gli occhi del Nord
L’ALTRA FACCIA DEL SUD ITALIA
di Franco Epifanio Erdas, Università di Cagliari
In un recente articolo, il sociologo Luca Ricolfi ha ricordato che nel Mezzogiorno d’Italia si vive come in un altro mondo, dove «nulla è come nel resto del Paese», dal funzionamento dell’economia a quello delle istituzioni pubbliche, dal volontariato all’istruzione. C’è da chiedersi se l’ottica da cui il sociologo guarda al Sud sia oggi quella giusta. Cioè, se la diversità di una parte del nostro Paese possa essere misurata secondo lo stesso metro con cui si misura la superiorità dello Stato ricco, in un momento in cui la ricchezza ha cominciato anch’essa a dare segni di debolezza. L’essere “a norma” è segno di civiltà, quindi un valore, come anche avere un alto livello di istruzione. Ma il rovescio non ci dà oggi il valore giusto: l’istruzione non produce sempre la saggezza, e sottrarsi a una norma non è sempre segno di immaturità civile, quando la norma non è quella giusta, o non lo è più.
La domanda che il sociologo non si pone è se nello studio del rapporto Nord-Sud, anche il Sud non sia un’ottica da cui guardare al Nord. Nel guardare al Sud solo con gli occhi del Nord, l’analisi di Ricolfi si colloca al punto esatto in cui la scienza, anche quella più seria, può diventare ideologia. Che cosa è in fondo l’ideologia se non giudicare una cosa sulla base del suo inverso? Furio Colombo, docente della Colombia University, ed ex direttore dell’Unità, forse non aveva nessuna intenzione di dare la migliore definizione di ideologia quando si è lasciato sfuggire questa affermazione: «La destra vede qualcosa che non va in Di Pietro, quindi, per me, c’è qualcosa che va in Di Pietro». Cioè, se la destra sa chi è Di Pietro, anche la sinistra sa chi è Di Pietro. L’aspetto più subdolo dell’ideologia è nel suo potere deformante dell’altro, del diverso. Grazie a questo potere, il diverso diventa il nostro esatto contrario, un soggetto che insidia la nostra identità, quindi da tenere a distanza, da emarginare.
Ad appena qualche decennio dalla loro “morte” (in America negli anni 1950-60, in Europa con la caduta del muro di Berlino del 1989), si assiste a un risveglio delle ideologie, anche se c’è chi ritiene che non siano mai morte e siano sempre in agguato. Forse, anche per questo gran parte della cultura contemporanea si muove in un’ottica di dialogo e di riabilitazione delle culture “altre”.
L’ideologia ha poteri nascosti in virtù dei quali può aggirare anche la migliore cultura del dialogo; i diversi possono essere riconosciuti e persino accettati, in quanto funzionali a un disegno a mosaico, fondamentalmente discriminatorio nei loro confronti.
Il potere dell’ideologia è di accumunare, paradossalmente, sia chi accetta il diverso, sia chi lo rifiuta, in nome, magari, di uno stesso ideale di integrazione e di rispetto.
Può accadere così che rimanga del tutto sconosciuto il vero volto del Sud, che non è solo ciò che sfugge agli occhi del ricco Nord. In un film che ha fatto epoca, “L’oro di Napoli”, anche Napoli ha la sua ricchezza. Ma essa non coincide con quella di una qualsiasi città del Nord. Napoli è il luogo dove l’estro e la fantasia superano la ragione, l’amicizia vale più del rispetto di una norma, il sogno vale più della realtà. L’oro di Napoli non è in ciò che manca, ma in ciò che ha in sovrappiù rispetto al Nord. Che però non è solo l’oro di Napoli, bensì dell’intero Sud.


 


QUOTIDIANI NAZIONALI
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