Martedì 9 luglio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 luglio 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 9 - Edizione CA)
Il ministro Lorenzin avverte:
«Stamina non è una cura»
IL CASO. La titolare della Salute interviene sul metodo Vannoni
 
«I pazienti non devono pensare a Stamina come a un metodo di cura perché non lo è». Decisa presa di posizione, ieri mattina, da parte del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ai microfoni della trasmissione di Radio Rai “Prima di Tutto” ha nuovamente affrontato le polemiche che hanno bersagliato la fondazione diretta da Davide Vannoni, in prima linea nella ricerca sul trapianto di cellule staminali, da utilizzare a beneficio di pazienti affetti da malattie neurodegenerative.
«Sbaglia - ha spiegato Lorenzin - chi (ovvero i giudici, ndr ), in deroga alle norme e a alla sospensione del Tar continua ad autorizzare pazienti a sottoporsi a cure che non sono tali». Aggiungendo: «È un grande errore che crea confusione e illusioni nella fascia di popolazione affetta da malattie rare o incurabili». Sempre ieri, il ministro ha aggiornato sull'iter di consegna del protocollo da parte di Vannoni, come da accordi per il proseguimento della sperimentazione autorizzata dal Parlamento con lo stanziamento di 3 milioni di euro. «Sarà presentato a inizio agosto», ha detto Lorenzin, ribadendo che «il trattamento deve ancora essere sperimentato e dunque ancora non è chiaro per quali malattie potrebbe essere efficace». Intanto, continuano le polemiche, rinfocolate da un articolo apparso ieri su La Stampa, dove vengono sottolineati i rapporti tra Stamina e Medestea, una multinazionale farmaceutica che finanzia la Fondazione. Un sodalizio che per molti - sottolinea il quotidiano piemontese - avrebbe come obiettivo «arrivare ad una vera e propria deregulation dell'uso delle cellule mesenchimali facendone passare l'utilizzo non come un farmaco, ma come un trapianto. In questo modo l'uso delle staminali seguirebbe iter meno rigidi, eliminando alcune delle fasi della sperimentazione che sono invece necessarie per approvare un farmaco». A guidare il fronte dei detrattori, Elena Cattaneo, docente all'Università di Milano e direttrice del centro ricerche Unistem. Secondo cui «il coinvolgimento di una multinazionale con Stamina mostra un evidente interesse economico sul metodo di Vannoni». Cosa che non stupisce il ministro Lorenzin. Che rimarca: «Di fronte a vicende come questa che riguardano la sperimentazione di cure per malattie rare con metodologie non ortodosse è evidente che ci possano essere interessi economici in agguato».
Luigi Barnaba Frigoli
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 36 - Edizione CA)
Il Vaticano spadroneggia sull'Italia
L'indifferenza dei politici verso il potere temporale
di Gianfranco Sabattini*
 
Nel suo ultimo libro, “Vaticano rapace”, Massimo Teodori afferma che la «separazione tra Stato e Chiesa, pilastro delle democrazie occidentali, è in Italia ogni giorno di più esile, a causa dell'intreccio perverso tra religione, politica e affari, nato col Concordato del 1929 e sviluppatosi nei sessant'anni di Repubblica con gli ingenti benefici materiali sborsati dall'Italia e incassati dalla Santa Sede». Teodori offre al lettore un esaustivo elenco di tutti i benefici dei quali gode la Chiesa e punta il dito contro la pretesa che si accettino acriticamente perché tutti gli italiani sono credenti.
Le gerarchie ecclesiastiche ottengono così introiti miliardari, nonostante in Italia sia enormemente cresciuta, come mostrano numerose indagini demoscopiche, la divaricazione tra chi professa sentimenti religiosi e chi si sente legato a una Chiesa che pretende di essere finanziata dallo Stato «in nome e per conto dell'intera comunità nazionale». L'anomalia di tutta questa situazione non sta tanto nel fatto che il Vaticano sia riuscito a consolidare tale pretesa. Essa potrebbe anche essere tollerata (seppure non giustificata) se le risorse finanziarie ottenute fossero indirizzate alla copertura delle spese sostenute per opere di bene, come il Dio della Chiesa cattolica comanda; e non, invece, averle utilizzate e continuare a utilizzarle per la costruzione di una complessa organizzazione finanziaria intorno al noto Istituto per le Opere di Religione (IOR), per compiere operazioni che hanno trasformato la Chiesa in un concorrente in tutti i sensi dello Stato che la finanzia. Papa Francesco ha inserito lo IOR tra gli uffici che appaiono necessari fino a un certo punto; per un Papa che si rifà ai valori francescani c'è solo da augurarsi che faccia veramente piazza pulita di un'istituzione il cui ruolo non è mai stato, sin dalla sua nascita, al servizio dell'attività di religione. Per gli italiani sarebbe una liberazione da un incubo che dura da anni.
L'Autorità di vigilanza dell'Ue ha qualificato lo IOR istituto di credito non affidabile. Papa Benedetto XVI, dopo averne consegnato la presidenza a Ettore Gotti Tedeschi, ha deciso nel 2010 che fosse accolta la convenzione monetaria Ue, accettando l'applicazione delle norme antiriciclaggio. Per impedire che il processo di allineamento dello IOR alla convenzione comunitaria fosse radicale, è iniziato un duro scontro tra le massime gerarchie vaticane, al punto che, nel corso del 2012, Gotti Tedeschi ha rassegnato le dimissioni e Papa Benedetto, dopo incredibili vicende, si è dimesso.
Ciò che meraviglia è che, nel nostro Paese, a fronte di una storia così misteriosa e preoccupante come quella dello IOR, la classe politica abbia passato e continui a passare quasi sotto silenzio fatti e azioni di un piccolo Stato (la Città del Vaticano) che, incastrato al centro dell'Italia, delegittima e destabilizza chi lo finanzia; meraviglia soprattutto che la stessa classe politica rimanga inerte di fronte all'anomalo esercizio del potere temporale della Chiesa cattolica, a differenza di quanto è solita fare nel caso di altre organizzazioni considerate giustamente antagoniste dello Stato sul piano istituzionale e su quello politico. Ma meraviglia anche che i talk-show moralizzatori televisivi non portino all'attenzione dei cittadini i pericoli ai quali sono esposti dai comportamenti e dalle azioni di un'istituzione che loro stessi finanziano.
*Università di Cagliari
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sardegna
INNOVAZIONE
Nuoro città poco «smart», è la peggiore nell’isola
 
NUORO Le città della Sardegna sono poco «smart», anche se non si è fermi all’«anno Zero». Tra le performance peggiori, Nuoro è la città che si colloca fra gli ultimi 10 capoluoghi di provincia italiani nella classifica delle città «intelligenti», nel report «Smart City index», curato dalla società Between e pubblicato dal Sole 24 Ore. Il centro barbaricino risulta al 107° posto su 116 nella graduatoria guidata da Bologna, mentre Cagliari si piazza al primo posto fra le città sarde ma comunque è solo al 40° posto,seguita da Tortolì al 59°, Oristano 61° , Sassari 66° e Olbia al 67° posto. A Nuoro non va tutto male però: fra i 153 indicatori utilizzati nella ricerca emerge che è positivo il riscontro sulla rete internet e sul collegamento in rete tra le scuole, un fattore comune a quasi tutti i capoluoghi sardi, mentre molte città restano indietro sulla mobilità e sul pagamento di servizi in modalità mobile. A Cagliari spicca la mobilità intelligente, quella alternativa e l’utilizzo delle rinnovabili, a Tortolì anche uno sguardo in più verso l’efficientamento energetico, mentre a Oristano la punta d’orgoglio è la valorizzazione delle risorse naturali. Villacidro si è fermata al 75° posto, Lanusei al 78°, Sanluri al 93°, Tempio al 98° e Iglesias al 101°.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sardegna
CAGLIARI
Produzioni naturali, nasce un catalogo delle aziende
 
CAGLIARI La creazione di un repertorio di aziende e prodotti e la pubblicazione di un catalogo sulle produzioni naturali e sostenibili in Sardegna con particolare attenzione per i settori lapideo, sugheriero e tessile. È quanto prevede il programma «Cluster materiali» di Sardegna Ricerche che provvederà anche all’organizzazione di un convegno e di una mostra delle produzioni sarde. Il catalogo, sviluppato nella prima fase del progetto, servirà come materiale promozionale per le imprese e come strumento per la scelta delle migliori soluzioni sul mercato per i committenti. Il modulo per la manifestazione d’interesse e l’avviso con le regole di partecipazione sono disponibili sul sito di Sardegna Ricerche (www.sardegnaricerche.it) Le aziende interessate a promuovere i loro prodotti possono inviare il modulo all’indirizzo cluster@sardegnaricerche.it, entro il 30 luglio 2013. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere a: Cluster energie rinnovabili di Sardegna Ricerche (referenti: Marina Masala e Petra Perreca)email: cluster@sardegnaricerche.it tel. 070 9243.1).
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
ERSU
Il direttore generale non c’è
Cda rinviato senza una data
 
CAGLIARI Ersu nel limbo: assente il direttore generale, perché il cda sia convocato deve succedere che arrivi finalmente il verbale della riunione sotto scandalo (del 24 giugno) oppure che ricompaia il direttore generale e partecipi a un cda dove ci sarà molto da chiarire. «La dottoressa è assente» spiega una funzionaria dell’Ersu a proposito della dg Michela Mancuso, impossibile sapere quando rientrerà e tantomeno raggiungerla per telefono. Naturalmente non parla nessun altro: l’unica uscita pubblica è quella del sindacato Css che ha sposato interamente la causa della dottoressa Mancuso contro consiglio di amministrazione e presidente. Css parla di conflitto «presente da qualche anno ma acuitosi recentemente in seguito alla proposta unilaterale del presidente, assunta dal cda e dettata last minute al direttore generale che avrebbe dovuto dare il parere di legittimità alle deliberazioni assunte senza la necessaria istruttoria e l’informativa obbligatoria alle organizzazioni sindacali, riguardante la soppressione di servizi essenziali al funzionamento dell’Ente con l’accorpamento di uffici nevralgici, che attualmente risultano indispensabili per l’espletamento delle funzioni istituzionali. Non avendo rilasciato questo parere, che unitamente a quello della Regione, darebbe esecutività alle deliberazioni, il direttore generale è vittima di un pesante e inusitato attacco da parte del cda e del suo presidenti che, costretti ad annullare le proprie deliberazioni palesemente illegittime, scaricano tutte le responsabilità sul dg». La situazione è grave perchè, dalle indiscrezioni trapelate, la vicenda è carica di particolari che portano anche a una lettura diversa da quella proposta dai sindacati. Il tema riorganizzazione degli uffici era all’ordine del giorno da tempo, in cda il 24 giugno sono arrivate due proposte, una del dg l’altra del presidente, il cda ha votato quella del presidente perché interveniva sull’onda di una spending review richiesta, il punto focale però è che al di là dei contenuti il direttore generale non avrebbe contestato nulla durante la riunione del 24: se aveva dubbi di legittimità secondo la prassi avrebbe potuto chiedere la sospensione della seduta invece ha assistito all’approvazione e solo ore dopo, a seduta chiusa, obbiettava qualcosa che, sempre secondo alcuni, avrebbe dovuto fare lei, il dg, cioè portare la questione ai sindacati. Il tema contestato sarebbe su un passaggio di competenza del dg e non del cda. Servirebbero lumi ufficiali al più presto. (a.s.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Ed_Cagliari
PERDASDEFOGU
Carta: speriamo nel distretto aerospaziale
 
PERDASDEFOGU «Nonostante ci sia stato il commissariamento della Provincia Ogliastra, come Comune di Perdasdefogu, dove ha sede il Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra (Pisq), ci auguriamo che il Distretto aerospaziale Sardegna, che include anche l’Ogliastra, possa divenire realtà operativa al più presto». Il sindaco foghesino Mariano Carta crede molto in questo obiettivo, che si basa sullo sviluppo delle tecnologie duali (civili e militari): «All’interno dell’importante Distretto aerospaziale isolano, come area ogliastrina, fin dall’inizio, abbiamo puntato su quello che riteniamo possa essere un vero e proprio polo di alta tecnologia, che avrà come fulcri il nostro Pisq (Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra, con sede a Perdasdefogu, e Poligono a mare a Capo San Lorenzo, a Villaputzu) e Tortolì-Arbatax». Mariano Carta ricorda che proprio dall’aeroporto di Tortolì, in diverse campagne, fra il 2007 e il 2010, il Cira (Centro italiano ricerche aerospaziali) organizzò due missioni e il lancio dell'Usv (Unmanned space vehicle, velivolo aerospaziale senza pilota), sempre in collaborazione con il Pisq, che mise a disposizione uomini e alta tecnologia. Da sottolineare che la Provincia Ogliastra, con il presidente Bruno Pilia, e il suo vice-assessore all’Ambiente, Roberto Cabiddu, è stata tra i principali promotori del Distretto aerospaziale, con riferimento al territorio. E proprio Cabiddu, che ha preso parte a tutte le riunioni tenutesi fino al commissariamento della Provincia, ha sempre precisato: «Crediamo nello sviluppo della formazione e delle tecnologie duali (civili e militari), con la riconversione del Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra con sede a Perdasdefogu». (l.cu.)

Questionario e social

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