Lunedì 8 luglio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 luglio 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 7 - Edizione IN)
Barumini, venerdì si apre una mostra su Giovanni Lilliu
 
“Stratigrafie di una vita”: è il titolo della mostra sull'archeologo Giovanni Lilliu, che sarà inaugurata venerdì prossimo alle 18,30 al centro culturale di Barumini a lui intitolato. La mostra introduce a un inedito percorso sulla complessa figura dello studioso scomparso poco più di un anno, sulla sua intensa attività, sui numerosi e importanti contributi non solo alla scienza archeologica, ma anche alla storia, alla cultura, alla vita politica e istituzionale. La raccolta di foto e documenti è suddivisa in cinque sezioni: vita privata, archeologica, università e lingua sarda, esperienza politica e istituzionale. Tutto questo materiale costituirà la prima tappa della realizzazione di un Centro di documentazione proprio a Barumini, paese natìo di Lilliu, nel quale troverà adeguata sistemazione la copiosa produzione di atti, testi, documenti e foto d'archivio sulla ultradecennale attività del Professore. La mostra resterà aperta sino al 13 marzo 2014. (ca.fa.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 7 - Edizione IN)
Scoperta a Monte Sirai
Quel sardo malato e assistito
 
E ra stato seguito e curato sino alla fine dei suoi giorni. Accudito a dispetto del luogo comune secondo cui, a quell'epoca, una persona malata era un peso per la società di cui liberarsi il più in fretta possibile. Invece no: l'uomo, un “sardo” fenicio punico vissuto 2600 anni fa sul pianoro di Monte Sirai, a Carbonia, «era morto di tubercolosi ossea all'età grosso modo di 35 anni, ma era stato trattato sino all'ultimo con profondo senso di umanità.
È il risultato dell'analisi eseguita su uno degli scheletri ritrovati un anno fa nel settore intermedio fra le tombe ad ipogeo e il parcheggio dell'importante area archeologica dove sino al 15 luglio proseguiranno gli scavi coordinati dall'archeologo Piero Bartoloni e diretti sul campo da Michele Guirguis. La sepoltura risale alla fine del sesto secolo avanti Cristo. Alcune caratteristiche e il ritrovamento di oggetti come una coppa di tipologia greca avevano destato la curiosità degli esperti al punto che era stata suggerita una verifica osteologica. Il risultato è arrivato: l'uomo era affetto da tubercolosi ossea, un morbo disabilitante che provocò notevoli rigonfiamenti alle articolazioni. Ma ha stupito un altro aspetto: «È stato accudito nonostante la malattia e a dispetto delle ipotesi che descrivono comportamenti poco umani nei confronti dei soggetti non più produttivi», spiega Michele Guirguis.
Che la sua, nonostante l'invalidità divenuta permanente, non fosse una condizione subalterna rispetto agli altri componenti della comunità del pianoro, lo dimostra il ritrovamento nella tomba di un corredo significativo, come la coppa per il consumo del vino, di richiamo grecizzante, e altri oggetti che fanno ritenere che l'uomo sia stato seguito con cura.
È plausibile che nei confronti del malato (e di altri) sia scattato una sorta di piano socio assistenziale molto ante litteram che la dice lunga sul grado di civiltà raggiunta dalla comunità fenicio punica che ha vissuto a monte Sirai sino all'arrivo dei Romani. Intanto, la campagna di scavi e studi 2013 è stata caratterizzata anche stavolta dalla “Summer school” di archeologia fenicio punica, voluta dall'Università di Sassari in accordo con i Comuni di Carbonia e Sant'Antioco.
Andrea Scano
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 9 - Edizione IN)
Incontri
Professor Lilliu alla Cittadella dei Musei
 
Mercoledì 10 luglio, alle 11, alla Cittadella dei Musei di Cagliari (piazza Arsenale), nell'Aula rossa, è in programma la presentazione dei progetti espositivi, organizzati dal Comune di Barumini e dalle soprintendenze ai Beni archeologici per le Province di Cagliari e Oristano e per le Province di Sassari e Nuoro, in collaborazione con l'Istituto superiore regionale etnografico, le università di Sassari e Cagliari, in memoria dell'esimio professor Giovanni Lilliu. Le iniziative, differenti per carattere e tipologia, convergono nella volontà di creare un percorso ideale che celebri la figura dell'uomo, la sua intensa attività intellettuale e i suoi numerosi e importanti contributi non solo alla scienza archeologica, ma anche alla storia, alla cultura, alla vita politica e istituzionale. Per informazioni: 070/9361039 - 346/8084407; www.fondazionebarumini.it; fondazionebarumini@tiscali.it.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Estate (Pagina 9 - Edizione IN)
L'itinerario
Monteponi, tesoro nel sottosuolo
 
Non sole mare, spiagge, boschi. La Sardegna ha un patrimonio di immenso valore anche nel sottosuolo. E le miniere, con i loro pozzi, le laverie, gli edifici di dirigenti e operai, rappresentano un tesoro di archeologia industriale da riscoprire. Iglesias e tutta l'area del Sulcis Iglesiente sono uno dei punti più importanti. Lungo la strada per Sant'Antioco si incontra una deviazione per il grandioso complesso di edifici della miniera di Monteponi, una delle più importanti e dell'Isola e dell'Italia, inattiva dal 1982. Pur non essendo ancora stato istituito il progettato museo minerario e di archeologia industriale, nell'ambito del parco Geominerario della Sardegna, è in parte visitabile. Un settore è utilizzato dall'Università di Cagliari. Percorrendo la strada statale, sono da notare, poco più a ovest, le grandi discariche dei fanghi rossi, gli sterili ottenuti dalla lavorazione del minerale piombo argentifero. Alla periferia di Iglesias, lungo la statale 130 che collega al capoluogo, si incontra la miniera di campo Pisano. Verso ovest la stessa statale, che prosegue per Sant'Antico, si lascia a sinistra (sempre lato sud) la grande miniera di San Giovanni, una delle ultime a interrompere l'attività. Ancora più a meridione, per tortuose e difficili strade di montagna si può salire all'altopiano di San Giorgio, distesa di colline metallifere alte in media 300 metri, dove si possono incontrare le strutture del pozzo Santa Barbara o Sa macchina beccia (la macchina vecchia) nella miniera di San Giorgio risalente alla fine dell'Ottocento, simile a un improbabile castello medievale. A circa due chilometri di distanza ecco il Villaggio Asproni della miniera di Seddas Moddizzis, anch'esso in abbandono. Per raggiungere la zona montana bisogna dirigersi sulla statale 126 per ammirare il magnifico paesaggio pedemontano del massiccio iglesiente (il Marganai, che si estende a est). Oltre il lago Corsi si trova la frazione di Sant'Angelo che ci permette di raggiungere la frazione mineraria di San Benedetto. Attraverso una stradina si sale alla foresta demaniale Marganai-Oridda, una delle più interessanti zone naturalistiche della Sardegna. Dopo aver visitato l'orto botanico Linasia si possono percorrere alcune strade forestali, alcune aperte solo a visitatori a piedi o in mountain bike.
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Stress, l’università indaga su se stessa
Un’inchiesta pilota: servirà da modello per enti e aziende
Finora campionario ristretto di comportamenti negativi
Grandi differenze tra i docenti a tempo indeterminato e gli altri dipendenti
Questionari per scovare possibili deterioramenti nei rapporti personali, mobbing e scorrettezze
di Pier Giorgio Pinna
 
SASSARI Stress da lavoro: l'università studia se stessa. E nell'analizzare stili di vita professionali, disagi, comportamenti e malessere dei dipendenti elabora un modello pilota. Questo sistema per fare outing, parlando delle proprie attività interne senza riserve, sarà un esempio-base che le aziende sarde potranno riprendere. Soprattutto come schema da adattare di volta in volta a situazioni specifiche. «Il nostro studio, per il momento giunto alla fase preliminare, ha un obiettivo preciso: prevenire l'insorgenza di patologie, tensioni, infortuni e affaticamenti», spiega Salvatore Fadda, che per conto del Servizio protezione dell'ateneo turritano conduce la ricerca insieme con uno staff di esperti. Sinora l'inchiesta ha riguardato 4 dei 13 dipartimenti universitari e interessato 426 lavoratori, all'incirca un terzo del totale. Nei prossimi mesi sarà estesa a tutti. Finora sono emersi fattori di pericolo potenziale, tante curiosità e aspetti che possono sembrare singolari solo in apparenza. Come, per esempio, la grande differenza di logorio fisico e mentale che si profila a seconda del ruolo ricoperto in ateneo. Situazione più che evidente nella distinzione tra i professori "strutturati" con contratto stabile, che per legge godono di ampia autonomia e discrezionalità operativa nella didattica come nell'attività scientifica, e i loro colleghi ricercatori con incarichi, tempi e termini d'ingaggio limitati dalle norme, ingabbiati in regole talmente flessibili che nella sostanza si traducono in una precarietà fonte di continui stress. Analogamente, differenze simili sono state riscontrate fra la categoria dei docenti da una parte e impiegati, tecnici, funzionari dall'altra. Allo stato dei fatti, nel rapporto commissionato dall'università su stessa sono stati segnalati in questionari anonimi solo pochi e spesso occasionali comportamenti negativi in aule, laboratori, uffici. Sul percorso seguito per realizzare il report, già pubblicato su una rivista e-book specializzata delle Edizioni Palinsesto , c'è stato prima un confronto tra lo staff sassarese e la direzione nazionale Inail. Scambio di vedute e orientamenti che ha portato a correzioni rispetto allo standard su questi studi indicato per enti e società con più di 50 dipendenti. «Si è infatti convenuto di "pesare" con cura tutte le caratteristiche articolate e le tipologie di attività complessa in una realtà come quella accademica», rimarca Fadda. Così il processo avviato a Sassari rappresenta un'innovazione: sebbene le leggi da anni stabiliscano l'obbligo d'indagini simili da parte delle maggiori aziende, pubbliche e private, l'isola in questi anni ha infatti accumulato ritardi. Ecco perché già oggi queste metodologie potrebbero costituire un punto di riferimento da tenere presente per il futuro. Tanti gli aspetti significativi già messi a nudo. Per quel che riguarda l'ateneo sassarese solo il 36,6% dei dipendenti, nonostante la garanzia dell'anonimato, ha per ora accettato di rispondere alle domande più delicate. In qualche limitata circostanza questo stesso campione ha evidenziato comportamenti non corretti nei rapporti professionali. A quali atteggiamenti ci si riferisce è presto detto: assegnazioni di compiti al di sotto il proprio livello di competenza, sottrazioni d'importanti responsabilità, pettegolezzi e gossip, commenti offensivi, rimproveri aggressivi, intimidazioni.In termini assoluti, se ci si basa solo sui diversi generi di casi negativi e dunque su un'unica “tipologia di scorrettezza”, si parla di un tasso modesto di criticità: stando all'esito dei test predisposti dai ricercatori, non si arriva neppure allo 0,2,-0,5% per ognuna delle 17 configurazioni di casi segnalati dai lavoratori che hanno partecipato al report. Nel complesso, però, se li si somma tutti assieme, si scopre che oltre il 2-3% dei dipendenti ha in passato registrato comportamenti negativi nei suoi confronti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
l’éQUIPE DI RICERCA
Mobilitati per lo studio medici e specialisti
 
SASSARI Assieme a Salvatore Fadda, specialista in psicologia del lavoro, dell'équipe che ha realizzato gli studi fanno parte la docente di Statistica medica Giuliana Solinas e Gianfranco Scano, responsabile del Servizio prevenzione, sicurezza, igiene e protezione dell’ateneo. Nello stesso staff anche quattro "medici competenti", cioè i sanitari incaricati delle normali visite periodiche e della vigilanza clinica sui lavoratori: uno interno, gli altri esterni. Ed è appunto questo il team chiamato dai vertici dell'università sassarese a programmare e coordinare l'intero processo valutativo. Sviluppando - come evidenziato nella mission di gruppo - una strategia comunicativa e di coinvolgimento del personale. Per puntare a identificare gli elementi di rischio, stimare gli indicatori aziendali di stress da lavoro, o "eventi sentinella", e stabilire poi la presenza di criticità «anche in rapporto alla percezione che ne hanno gli stessi dipendenti». Alla fine, sarà messo tutto nero su bianco, in un rapporto conclusivo. Il lavoro richiederà ancora diverso tempo. Ma verrà via via esteso a tutti i dipartimenti, prima dell’esame complessivo dei risultati. «E tutto ciò senza trascurare la possibilità di predisporre in seguito strategie e contromisure opportune, naturalmente sulla base dell'esito raggiunto al termine dell'inchiesta», conclude Salvatore Fadda. (pgp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Sassari
Il senato accademico gela l’Ersu: no al Campus nelle ex semolerie
L’Università conferma il parere negativo espresso dai propri rappresentanti nel Cda dell’ente Il mega progetto da 40 milioni approda in Consiglio comunale. Mozione Sel per soluzioni alternative
Cocco (Sel): «Nessuna società sarda può partecipare al bando Asl»
 
SASSARI. Chiarezza sulla decisione dell’Asl 1 di esternalizzare - per i presidi di Sassari, Alghero e Ozieri - i servizi di ausiliariato (ausiliari e infermieri specializzati) e quelli di sanificazione e movimentazione rifiuti, ora assegnati a tre fornitori diversi, ad un unico fornitore. Lo ha chiesto in una interrogazione il consigliere regionale di Sel Daniele Cocco. Spiegando, soprattutto, che nessuna società sarda potrà concorrere all’aggiudicazione del servizio, in quanto tra i requisiti economici per partecipare all’appalto, occorre avere registrato un fatturato di 75 milioni di euro nell’ultimo triennio. Cocco pone una serie di quesiti, tra i quali il fatto che «verrebbe a calare la qualità del servizio pubblico, dove avremo personale gestito da una società esterna, con conseguenti problemi gestionali e di coordinamento».
di Vincenzo Garofalo wSASSARI No al nuovo campus universitario nelle ex semolerie Azzena, di fronte al cimitero. Il Senato accademico dell’Università ha bocciato ufficialmente il progetto megamilionario dell’Ersu e la stessa posizione potrebbe essere presa anche il Consiglio comunale di Sassari, chiamato domani a discutere e votare una mozione ad hoc presentata dal gruppo di Sel. Una mozione dagli sviluppi incerti che potrebbe aprire più di una crepa nelle file della maggioranza. Il pronunciamento dell’Università non ha valore vincolante e non potrà bloccare di fatto l’ambizioso progetto da 40 milioni di euro dell’Ersu (7 milioni solo per l’acquisto dell’area), mentre la decisione del Comune potrebbe assumere in futuro una valenza decisiva per il futuro del campus: spetterà infatti al Consiglio comunale approvare il Programma integrato di intervento nelle ex semolerie, o la variante urbanistica al Piano regolatore necessaria nel caso il nuovo Puc di Sassari in stallo alla Regione venisse respinto. In aprile l’Ersu aveva illustrato ai senatori il progetto. L’organismo collegiale non si era espresso, guadagnando tempo prima di prendere una posizione ufficiale. Nei giorni scorsi, durante l’ultima riunione, il Senato ha sentito il parere dei rappresentati di ateneo nel Cda dell’Ersu, e davanti alle perplessità di questi, ha deciso di allinearsi sul parere negativo, non alla costruzione di un campus universitario, di cui gli studenti e Sassari avrebbero bisogno come dell’acqua, ma sulla scelta unilaterale dell’Ersu di realizzarlo nell’area degli ex mulini Azzena, all’ingresso della città, proprio davanti al cimitero. D’altronde quando l’Ersu aveva pubblicato un bando per individuare l’area per il campus da trecento posti letto, l’Università aveva presentato una sua proposta, consegnata tre giorni dopo la scadenza dei termini: l’ex brefotrofio di via delle Croci per un prezzo di 6,5 milioni di euro. Ma la scelta dell’Ersu ha seminato malumori anche a Palazzo Ducale. Ora per fare uscire allo scoperto il Consiglio comunale e far prendere una posizione inequivocabile al Comune sull’affaire campus universitario, il gruppo di Sel ha presentato una mozione con cui si chiede appunto all’assemblea comunale di esprimere, «un parere sfavorevole verso la scelta operata dal Consiglio d’amministrazione dell’Ersu nella selezione dell’area da destinare alla realizzazione di nuove strutture per la residenzialità studentesca». I motivi del no? Semplici, «Il sito prescelto appare inadatto a ospitare una residenza destinata agli studenti; si stigmatizza inoltre il processo di formazione della scelta dello spazio e del tipo di struttura progettata, un iter esclusivo della parte della città interessata al progetto e delle istituzioni cittadine ed universitarie», spiega il documento sottoscritto da Sergio Scavio, Raffaele Tetti e Antonio Sanna. «A tal proposito si invita il sindaco e la giunta comunale a chiedere all’Ersu un incontro con la massima urgenza per la creazione di un tavolo di concertazione, con protagonisti, oltre al Comune di Sassari, l’Università di Sassari e le rappresentanze studentesche», si legge nella mozione. Ma non c’è tempo da perdere, «un parere sfavorevole del Consiglio comunale sul Programma Integrato prospettato dall'Ersu espresso tardivamente potrebbe determinare la perdita delle risorse finanziarie messe finora a disposizione per la realizzazione delle residenze studentesche, mentre un parere preliminare pronunciato tempestivamente dal Consiglio potrebbe dare allo stesso Ente il tempo necessario per individuare possibili soluzioni alternative». Ora il dibattito si aprirà in Consiglio, dove non si escludono sorprese, soprattutto in casa Pd. Sul futuro campus, infatti, il Partito democratico non è compatto, e anche nelle file dell’opposizione, dato per certo il no del Psd’Az, potrebbero saltare fuori diverse colombe.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Olbia
ERSU
Troppi tagli ai finanziamenti, stop al servizio di ristorazione
 
OLBIA L’Ersu di Sassari paga in questi giorni la seconda rata delle borse di studio. Ma la situazione non è rosea per via del taglio dei finanziamenti pubblici per il diritto allo studio. Quest'anno è stato impossibile dare risposta a tutte le domande degli studenti risultati idonei. Il fenomeno è dovuto in parte alla diminuzione dei fondi ma anche al notevole incremento del numero degli idonei, passato in quattro anni da 2mila254 a 2mila572. Rimasto quasi invariato il numero degli iscritti all'università di Sassari. Sino allo scorso anno accademico l'Ersu era riuscito a soddisfare le esigenze di tutti gli studenti universitari che ne avevano diritto investendo anche risorse proprie. Ma i grossi tagli subiti negli ultimi due anni anche ai contributi per il funzionamento dell'ente non consentono più margini di manovra come in passato. L'attuale situazione dei tagli non permetterà all'Ersu di garantire nel prossimo anno accademico i servizi di ristorazione nelle sedi di Alghero, Nuoro, Olbia e Oristano e i posti letto a Nuoro.

Questionario e social

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