Domenica 16 giugno 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
16 giugno 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / L'Unione Sarda di Domenica 16 Giugno 2013 Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
L'assessore De Francisci: «Commossa». Il direttore dell'Aou Filigheddu: «Tutto ok»
I PRIMI VAGITI DEL “BLOCCO Q”
Inizia l'era della pediatria al Policlinico di Monserrato
Tiene il pugno chiuso, come se non avesse alcuna intenzione di arrendersi. È piccolissimo, poco più di due mani messe insieme. Ha meno di un mese, eppure ha già scoperto quanto la vita può essere dura. Settecentosettanta grammi che sembrano scomparire dentro l'incubatrice, è intubato, collegato a un macchinario gigante rispetto al suo corpicino fragile. È uno dei 36 piccoli pazienti che ieri hanno iniziato a scrivere la prima pagina della nuova storia pediatrica della Sardegna.
Attorno al Policlinico di Monserrato c'è un'atmosfera particolare: un cordone di forze dell'ordine, protezione civile e volontari vigila su quelle piccole creature protagoniste di una storia più grande di loro. Al piano terra del blocco Q medici, infermieri, tecnici e manutentori aspettano l'arrivo dei pazienti più critici. Sui volti i segni della notte insonne: la maratona della solidarietà è partita nel cuore della notte e ha coinvolto tutta la Sardegna. Sassari ha prestato tre termoculle per il trasporto, Nuoro due, Olbia una. Altre due arrivano da Roma.
La radio gracchia, l'ultima ambulanza è appena partita da Cagliari. Dopo 15 minuti due moto della polizia annunciano l'arrivo al Policlinico. Mancano pochissimo alle undici, i portelloni si aprono, il personale a bordo porta fuori l'incubatrice. Dentro c'è Gabriele, un mese oggi, nato prematuro, non raggiunge il chilo. La mamma è lì accanto, lo guarda, gli sorride e tira un sospiro di sollievo. Viene portato al secondo piano con tutti gli altri bimbi che sino a ieri erano alla Macciotta. È lui l'ultimo. Il più critico. «Sono stanca ma felice ed entusiasta»: Maria Rita Pinna, coordinatrice infermieristica, ha diretto ogni fase dell'accoglienza. «È stata una bellissima esperienza, tutti hanno sentito la necessità di rendersi disponibili, dall'ultimo ausiliario delle pulizie al più titolato».
La struttura di Monserrato prende vita dai respiri affannati dei neonati. Dall'ossigeno di cui alcuni non possono fare a meno. I corridoi sono freschi di pittura, le apparecchiature super moderne. «Qui troviamo una tecnologia neanche comparabile a quella della Macciotta», spiega Ennio Filigheddu, direttore dell'Aou cagliaritana. «È stata un'operazione complessa, ma è andato tutto come speravamo». Soddisfatto anche Tonino Dessì, capo di gabinetto dell'assessorato regionale alla Sanità: «Un'esperienza toccante, un momento fantastico». Il rettore Giovanni Melis mette l'accento sulla «grandissima collaborazione tra tutte le istituzioni», Piero Tamponi, direttore amministrativo dell'Aou, sullo «straordinario senso civico della città». L'assessore regionale alla Sanità Simone De Francisci ha seguito passo passo il trasferimento storico: «Visto con gli occhi di mamma è stata un'esperienza toccante».
Tutto è riuscito alla perfezione, a Monserrato l'emozione pervade ogni androne. Padre Giuseppe Carrucciu, cappellano del Policlinico, non ha dubbi: «Tutti hanno mostrato una solidarietà straordinaria». E Luigi Barberino, medico, non riesce a trattenere le lacrime: «È una sensazione fortissima».
Al secondo piano del Blocco Q i bimbi lottano per la vita nelle loro culle, sono ancora troppo piccoli per capire. Magari tra qualche anno i genitori gli spiegheranno quanto è accaduto quella notte di giugno.
Sara Marci

Cagliari (Pagina 24 - Edizione CA)
Sei ambulanze e circa trecento uomini per il trasferimento dei bimbi
Il primo giorno: arrivati quattro nuovi neonati
Chi decide di venire al mondo non guarda certo alle complicazioni del trasferimento di un ospedale pediatrico, così il nuovo Blocco Q del Policlinico si ritrova subito in clima da routine. Non solo i trentasei piccoli pazienti arrivati dalla Clinica Macciotta: ce ne sono già quattro nuovi, appena nati, due all'Ospedale civile, due al Santissima Trinità. Complicazioni alla nascita, ma nulla di grave, tanto che finiscono nel reparto di puericultura, accanto ai ventiquattro compagnetti di avventura. Sono quaranta in tutto (quindi trentasei quelli arrivati da Cagliari), compresi i dieci considerati critici, attaccati alle macchine dell'ossigeno nel reparto di terapia intensiva.
L'operazione di trasferimento dei piccoli pazienti è durata undici ore. Alle 23.54 di venerdì notte è partita la prima ambulanza da via Porcell ed è arrivata a destinazione dopo 14 minuti. Le operazioni di trasferimento sono poi proseguite ininterrottamente fino alle 11 di ieri mattina (grazie anche a imponenti misure restrittive al traffico), quando è arrivato a Monserrato l'ultimo bambino.
Cinque le ambulanze impiegate nella staffetta per gli otto chilometri di collegamento tra la vecchia clinica di Stampace e il nuovo ospedale accanto alla 554. C'era anche un'ambulanza di scorta, oltre 100 i medici e altro personale dell'Azienda ospedaliero-universitaria, in aggiunta alle forze dell'ordine e ai volontari della Protezione civile della Regione, che hanno lavorato senza sosta. Un imponente dispiegamento e una macchina organizzativa (coordinata dalla cabina di regia della Regione) hanno assicurato che tutte le operazioni si completassero nel migliore dei modi.

Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
Addio alla Clinica Macciotta, la notte infinita dei genitori in attesa di notizie
Ore d'ansia per trentasei creature: «Ma è stata un'operazione perfetta»
Mamma Isa ha gli occhi sbarrati, c'è un'altra notte lunghissima che non passa mai. Cammina da un angolo all'altro della camera da letto, di dormire neanche a parlarne. L'ansia è un groppo in gola, il cuore batte forte. Qualche chilometro più in là la sua piccola è impegnata in un viaggio faticosissimo. Quel corpicino così esile deve arrivare sino a Monserrato. Via dalla clinica Macciotta, comincia l'era del Policlinico. Un chilo e pochi grammi, la voglia di vivere arrivata troppo presto: «Doveva nascere in piena estate, ha scelto di venire al mondo a maggio».
L'ambulanza corre veloce alle prime luci dell'alba, quando la macchina del nuovo ospedale pediatrico dietro la 554 ha già preso vita da qualche ora. Le sirene tagliano il silenzio di un sabato ancora fresco di maestrale. «Con i casi meno gravi abbiamo testato le manovre di trasferimento», racconta Ennio Filigheddu, direttore generale dell'Azienda ospedaliero-universitaria. «Poi è partita l'operazione più delicata, abbiamo trasportato i piccoli pazienti considerati critici». Dieci in tutto, compresa Paola. Doveva nascere in un'altra stagione, doveva nascere da un'altra parte: «Siamo venuti qua in vacanza per una settimana, una gestosi improvvisa ha cambiato tutto», spiega Isa. Vita stravolta in un giorno, quella creatura grande come il palmo di una mano si è ritrovata sotto il vetro opaco dell'incubatrice, con i tubi obbligati a darle ossigeno perché i polmoni non sono ancora pronti.
Papà Pier non nasconde la sua agitazione. Tra le mani quel foglio preso venerdì alla Macciotta: «Ci hanno dato tutte le istruzioni per come comportarci in queste ore». Un saluto alla piccola nel tardo pomeriggio, poi a casa, da parenti, ad aspettare il via libera per Monserrato. Alle dieci il telefono squilla: «È andato tutto bene, potete venire a portare il latte». Le lacrime rigano il volto di Isa: «Anche questa è andata». Subito in macchina per trovare la strada più veloce. «Dovremo abituarci al nuovo percorso, più o meno impiegheremo lo stesso tempo», ragiona Pier. «Ma devo ancora studiare la strada migliore». Due volte al giorno, per accarezzare le guance rosse di Paola, che chiede ancora un po' di tempo prima di poter finire tra le braccia di mamma e papà.
Le trentasei culle trasferite da via Porcell a Monserrato cambiano la storia della pediatria cagliaritana, inizia un capitolo nuovo di quella sarda. La Clinica Macciotta esaurisce il suo compito dopo «decenni attraversati da centinaia di bambini e generazioni di famiglie sarde», ricorda l'assessore alla Sanità Simona De Francisci insieme al presidente della Regione Ugo Cappellacci. «Esprimiamo la gratitudine a tutti coloro che in questa operazione delicatissima sono stati genitori adottivi dei piccoli pazienti». Medici, infermieri, autisti, vigili del fuoco, forze dell'ordine, protezione civile: «Siamo stati tutti padri e madri aggiunti dei “neonatini”, ai quali un giorno sarà raccontato di cosa si sono resi involontari protagonisti».
L'operazione è durata poco meno di undici ore, quasi tutte nella notte tra venerdì e sabato. L'ultimo piccolo paziente è arrivato al Policlinico un po' prima delle undici. Tutto secondo copione, nessun contrattempo. Programmi addirittura anticipati: «L'operazione di trasferimento è stata faticosa ma senza sbavature», conferma Filigheddu. «Siamo entrati nell'ospedale del futuro».
Giulio Zasso
  
 
2 - L'Unione Sarda di Domenica 16 Giugno 2013
Commenti (Pagina 19 - Edizione CA)
La Medicina di genere
Cure diverse per la salute di uomini e donne
di Gianfranco Sabattini*
Sul problema della Medicina di genere sono stati recentemente pubblicati i risultati dell'attività svolta da un'Unità di ricerca dell'Università di Cagliari, collocata all'interno del sottoprogetto “Determinanti della salute della donne, medicina preventiva e qualità di cura”, coordinato da Flavia Franconi, professoressa di Farmacologia Cellulare dell'Università di Sassari e Presidente GISeG (Gruppo Italiano Salute e Genere). Il sottoprogetto si inquadra nel più ampio progetto strategico nazionale: “La Medicina di genere come obiettivo strategico per la sanità pubblica: l'appropriatezza della cura per la tutela della salute della donna”.
Lo sviluppo di una medicina gender oriented , orientata cioè a cogliere le differenze di genere rispetto ai processi di malattia, sta consentendo di evidenziare la causa dei frequenti fallimenti diagnostici e terapeutici nei confronti della salute delle donne. I recenti sviluppi di questa nuova branca di ricerca medica stanno infatti permettendo di rilevare che la diagnostica ha sinora sottovalutato le condizioni di vita delle donne, con grave pregiudizio per la loro salute.
In particolare, la Medicina di genere sta mettendo in luce come l'orientamento terapeutico verso le donne sia stato sempre di tipo prevalentemente naturalistico e sempre condizionato da pesanti deficit nella rilevazione di alcuni stati di malessere che si coniugano soprattutto al femminile, facendo leva in particolare sulle interazioni tra salute delle donne e condizioni di oppressione e violenza familiare.
Il nostro Paese si trova al 74° posto, dopo il Bangladesh, nel Global Gender Gap Report 2011 stilato dal World Economic Forum e occupa questa posizione soprattutto per i ritardi accusati riguardo a due aspetti della vita della donna: opportunità e partecipazione alla vita economica (90a posizione) e salute (75a posizione). La situazione esistente in Italia è aggravata dal fatto che il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione, il cui dettato però non prescrive effettivamente un'equità di cura fra uomini e donne. Ciò perché il corpo maschile ha sempre costituito, fin dall'antichità, la “norma”, nel senso che tutto ciò che veniva stabilito con riferimento allo stato di salute dell'uomo era poi acriticamente generalizzato al femminile, senza tenere conto delle differenze. Solo nel 1991 si è cominciato a riconoscere questo tipo di diversità; e solo ora si tende a valutare importante la “Medicina di genere” da parte dei decisori pubblici e di alcune categorie di specialisti, e a indicare alcune linee di impegno futuro per il potenziamento dei risultati del nuovo approccio allo stato di salute di tutti i cittadini.
Il lavoro dell'Unità di ricerca dell'Università di Cagliari, coordinato da Antonio Sassu, si colloca in questa prospettiva e i risultati con riferimento alla Sardegna confermano lo stato di minorità della donna, sia sul piano della percezione dello stato di salute, sia su quello dei fattori socioeconomici, della complessità dell'intreccio sesso/genere nella diagnostica e nella terapia e del tema del consumo dei servizi sanitari. C'è solo da augurarsi che i decisori politici traggano dai risultati acquisiti i giusti stimoli per adeguare in tempi rapidi l'attuale organizzazione del sistema sanitario nazionale, peraltro molto deficitario riguardo a numerosi aspetti della sua efficacia ed efficienza.
*Università di Cagliari
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 38 - Edizione PC)
BARUMINI. Catalogo al centro Giovanni Lilliu
La Reggia Territorio delle eccellenze

I territori delle eccellenze : è il catalogo presentato per la prima volta in Italia, al Centro culturale “Giovanni Lilliu”. L'opera illustra i monumenti inseriti nella lista del patrimonio dell'Unesco delle Province del Sud Italia, tra cui la Reggia nuragica Su Nuraxi di Barumini, unico monumento sardo presente nel volume. I quattordici siti del Mezzogiorno italiano iscritti al Patrimonio mondiale dell'umanità e inseriti nel catalogo, sono compresi nel territorio di 12 Province facenti parte dell'Associazione.
«Servizi e trasporti sono elementi indispensabili per attirare i turisti in Marmilla. Bisogna creare le condizioni per il soggiorno di alcuni giorni nel territorio, incentivando di fatto l'economia», sostiene Nicola Bono presidente dell'associazione. Mentre Giuseppe Melis dell'Università di Cagliari suggerisce: «È necessario lavorare in modo creativo. Internet, con un sito che attiri le attenzioni, è il sistema su cui si danno le informazioni utili che colpiscono al cuore gli internauti».
Barumini però, come gran parte dei Comuni del Medio Campidano, è carente di servizi ricettivi da offrire ai grandi tour operator nazionali e stranieri. Un input per gli amministratori locali. (ca. fa.)
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 18 - Sassari
Università
Al rettore petizione con 700 firme per la lingua sarda
SASSARI Una delegazione dell'associazione studentesca Su Majolu è stata ricevuta dal rettore Attilio Mastino per discutere dell'utilizzo della lingua sarda all'interno dell'ateneo. Ha consegnato al Rettore una petizione firmata da oltre 700 studenti iscritti al quinto anno delle scuole superiori della Sardegna, con la quale si richiede l'istituzione di un esame di sardo in tutti i corsi di laurea dell'Università di Sassari. La petizione fa seguito a quella presentata nell'aprile del 2012, con la quale mille studenti iscritti all'Università chiedevano l'istituzione di un esame di lingua sarda in ogni corso di laurea di Sassari, e l'introduzione di due nuovi corsi per la formazione degli insegnanti per le scuole primarie, medie e superiori. Il rettore ha preso atto della richiesta dei futuri studenti universitari, che trasmetterà al Centro Linguistico di Ateneo. L’Università è in attesa dell'approvazione da parte della Regione del progetto per formare insegnanti.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 34 - Cultura-Spettacoli
RAI SARDEGNA 
Un film su Lilliu privato Il nonno “Sardus Pater I” 
CAGLIARI Giovanni Lilliu non più professore, politico o archeologo, ma semplicemente uomo. Nonno soprattutto: così lo restituiscono, a un anno dalla scomparsa, le immagini di “Sardus Pater I” , il film- documentario, per la regia di Marilisa Piga, che oggi alle 12,55 andrà in onda sull’emittente Rai Sardegna in questo lavoro di 30 minuti messo in piedi appositamente per la sede regionale della Rai. Uno dei film costruiti per conservare la memoria dei grandi nomi che hanno reso celebre l’isola, presentato ieri nella sede della Cineteca sarda davanti ad amici, colleghi e alle figlie Cecilia e Caterina. «Si tratta di un lavoro nato nel secolo scorso – spiega con una punta d’orgoglio Marilisa Piga – cominciato alla fine degli anni ’90 e ripreso più tardi, nel 2008». In questo documentario l’autrice, che si è avvalsa della collaborazione di Carlo Antonio Borghi e della consulenza di Nicoletta Nesler (le musiche originali sono invece di Mauro Palmas) ha preferito ritrarre Giovanni Lilliu in vesti diverse da quelle che l’hanno reso celebre. Scartata l’ipotesi, forse scontata, dello studioso impegnato in un monologo, il film procede grazie ai dialoghi tra Lilliu e il nipotino Gabriele, che all’inizio delle riprese ha solo nove anni. «In questo modo – continua Marilisa Piga – siamo riusciti ad andare oltre all’uomo di cultura, per indagare sul lato più intimo di Giovanni Lilliu». La versione che andrà in onda domani non è però che quella più sintetica di un lavoro più ampio, della durata di un’ora, che proprio in questi giorni sta affrontando gli ultimi ritocchi prima della presentazione ufficiale il mese prossimo, e che si intitolerà “Lilliu prof. Giovanni”. «Un titolo che è l’esatta dicitura di come l’archeologo figurava nelle pagine dell’elenco telefonico», sorride la regista. Il risultato finale è per le figlie di Lilliu “garbato e delicato”. Dice la figlia Caterina: «Ho sempre avuto l’impressione che mio padre amasse profondamente la Sardegna e che col suo lavoro sia riuscito a trasmettere questo suo amore a tutti i sardi». Certo gli studi lo assorbivano parecchio: «A casa non c’era quasi mai: per lui il lavoro era una parte determinante della vita – continua la figlia –. Eppure aveva per noi un affetto viscerale». Soddisfatto del lavoro è anche Romano Cannas, direttore di Rai Sardegna, che, ricordando l’impegno dell’emittente regionale nelle attività di recupero della memoria sottolinea però con rammarico la perdita di questo ruolo della Rai a livello nazionale: «Una volta la Rai era la più importante impresa culturale del paese. Questo a livello nazionale s’è perso». Da sottolineare, infine, nel film alcuni intramezzi d’animazione realizzati da Matteo Fadda. (S. Z.)


 
6 - La Nuova Sardegna / La Nuova Sardegna / Pagina 17 - Ed. Naz.le
Addio alla clinica Macciotta
Nella foto di Mario Rosas l’ultima culla che ieri mattina ha lasciato la clinica Macciotta diretta verso il Policlinico. Oltre cento persone, tra personale sanitario tecnici e di sicurezza, ha garantito che l’intero, complesso e delicato, trasloco procedesse senza alcun intoppo. 

  


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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