Sabato 13 aprile 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 aprile 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 30 - Edizione NU)
SASSARI. Visita in città e incontro con il sindaco e il rettore dell’Università
CONCERTO PER IL MINISTRO
Profumo inaugurerà i nuovi locali del Conservatorio
Il ministro dell’Istruzione, Università e ricerca, Francesco Profumo, sarà a Sassari lunedì per inaugurare i locali restaurati del Conservatorio “Luigi Canepa” e incontrare gli amministratori comunali e il mondo dell’università.
Il rappresentante del governo ha accolto l’invito del presidente dell’istituzione musicale, Antonio Oggiano, per condividere insieme alla città il completamento di un’opera importante.
La visita prevede l’arrivo in mattinata a Palazzo Ducale, dove incontrerà il sindaco Gianfranco Ganau e i componenti della giunta comunale. Il ministro si sposterà poi al Conservatorio per il taglio del nastro nei nuovi locali, un tempo ex ospizio di San Vincenzo, e riceverà l’omaggio di alcuni studenti che gli offriranno un momento musicale: in sala Sassu, quattro giovani allievi del conservatorio eseguiranno il primo tempo del Quartetto in sol minore per pianoforte, violino, viola e violoncello di Gabriel Fauré.
A seguire, i saluti del presidente e della direttrice del Conservatorio, Antonio Oggiano e Cinzia Sacchetti. Nel pomeriggio, il ministro farà visita all’ateneo turritano: l’evento, alle 16,30, si aprirà con un discorso del rettore Attilio Mastino, l’intervento di uno studente e le conclusioni del ministro Profumo. ( a. br. )


2 - L’Unione Sarda / Olbia e provincia (Pagina 28 - Edizione NU)
OLBIA. Convenzione tra Ordine dei commercialisti e facoltà di Economia
«L’UNIVERSITÀ STIA AL CENTRO»
Balata: dall’aeroporto all’ex sede della Finanza
OLBIA «Sono davvero soddisfatto, e credo lo siano anche i miei colleghi: non è pensabile che una categoria come quella che rappresento sia priva di un collegamento organico con il Polo universitario». Si vede lontano un miglio che Marco Balata, giovane neo presidente dell’Ordine provinciale dei dottori commercialisti ed esperti contabili, intende lasciare il segno nella sua mission (che poi è tutta quella del direttivo) finalizzata a un legame stretto con il territorio e gli enti che vi operano. Balata è ben felice di aver firmato una convenzione con la Facoltà di Economia rappresentata dal professor Francesco Morandi, ma «questo - dice - è solo l’inizio».
 LA SQUADRA «È il primo passo di una svolta - spiega il dottor Balata, figlio di Libero, calangianese trapiantato a Olbia, decano dei dottori commercialisti -, la nostra intenzione è quella di andare avanti». Quando dice «la nostra», il presidente si riferisce alla squadra che lo accompagna in questo mandato e ci tiene a ricordare tutti. E cioè il vicepresidente Elio Moretti e i consiglieri Giuseppe Derosas, Giuseppe Bianco, Nicola Pasella, Monica Longo e Agostina Chiodino.
«L’accordo con l’università - aggiunge Marco Balata - prevede la gestione congiunta di un percorso formativo che consenta di elevare la qualità dell’accesso alla professione, e di collegare gli studi fatti all’attività professionale. Con l’università, l’Ordine si impegna a organizzare seminari e incontri finalizzati a preparare candidati e tirocinanti a sostenere gli esami di Stato, anche attraverso simulazioni della prova».
 L’iniziativa sembra lodevole oltreché innovativa.
 «Sì, ma non dobbiamo fermarci qui: occorre avanzare proposte, fermo restando che la presenza a Olbia di una facoltà universitaria è un valore aggiunto che va preservato, ma anche migliorato».
 Come?
 «Beh, la mia proposta è che si debba lavorare tutti assieme per avere a Olbia l’intero corso di laurea in Economia. La domanda c’è, le strutture non mancano, è notevole poi la capacità di creare indotto in una realtà economica morsa terribilmente dalla crisi».
 Dottor Balata, esca dal generico.
 «Mi piacerebbe ad esempio verificare se esiste la possibilità di trasferire nel centro della città la sede del Polo universitario».
 All’aeroporto, studenti e docenti non stanno male.
 «Non lo metto in dubbio, e infatti i risultati ottenuti fino a oggi sono ottimi. Senza alcuno spirito polemico, però, ritengo che al centro di Olbia esistano degli immobili, da rimettere a posto ovviamente, adatti a ospitare il Polo universitario. Se ciò accadesse, si rivitalizzerebbe il centro storico cittadino che oggi langue».
 Quale soluzione ha in mente?
 «L’ideale sarebbe stato l’attuale palazzo dello Scolastico, ma lì ci andrà a finire il municipio. Non sarebbe male però l’ex caserma della Guardia di Finanza, un immobile centralissimo che sarebbe adattissimo allo scopo».
 I lavori di ristutturazione intanto sono stati bloccati, eppoi costano una fortuna.
 «I denari si possono trovare, basta la volontà politica. In pochi anni, in ogni caso, il costo sarebbe ammortizzato».
 A.Di.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Speciale (Pagina 27 - Edizione PC)
LE REGOLE. Test universitari ravvicinati
Maturità, si cambia
Gli alunni in difficoltà
Le modalità dell’esame di stato per gli studenti delle superiori vengono modificati continuamente e non sempre in maniera condivisa dai principali interessati, gli studenti. Quest’anno, il voto finale della maturità inciderà sull’ammissione all’Università, ma si aggiungerà un’ulteriore preoccupazione per i test per le falcoltà a numero chiuso anticipati a luglio. Gli studenti ritengono la scelta del ministro dell’Istruzione Profumo, sconsiderata in quanto avranno una sola settimana di tempo per prepararsi ai test. Intanto il tanto temuto esame di stato è sempre più vicino. La prova di maturità avrà inizio il 19 giugno con il primo esame scritto, la prova di italiano, uguale per tutti gli istituti. Le materie scelte come seconda prova sono il latino per il liceo classico, la lingua straniera per il linguistico e matematica per lo scientifico. La prova che più intimorisce i maturandi è l’orale. Cristina, dello Scientifico Amaldi, confessa l’ansia «anche per una semplice interrogazione», mentre Stefano, rivela di essere ancora tranquillo. «L’ideale - dice - sarebbe non pensarci troppo».
Sara Mattana
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
L’impegno sulle richieste di Tendas: museo giudicale, punto franco, Sartiglia, pista ciclabile, aeroporto
Cappellacci: un patto per Oristano
«Polo agroalimentare, università e fibra ottica: sono pronti i fondi»
La sfida è aperta. Ora c’è un patto, ufficiale, da onorare. La visita del presidente della Regione Ugo Cappellacci è solo una fase. Lo hanno ben registrato sindaco, autorità e rappresentanti delle istituzioni e delle categorie produttive che ieri hanno segnato punto per punto quanto annunciato dal governatore. Fra un mese, a maggio, la prima tappa: l’istituzione di un tavolo di lavoro coordinato dalla Presidenza della Regione per dare una risposta alle attese di Oristano e del territorio.
 LA VISITA A dispetto delle polemiche della vigilia, la giornata di ieri è filata senza intoppi. Nell’aula consiliare del Comune ieri erano presenti anche il prefetto Giovanni Russo, il presidente della Provincia Massimiliano De Seneen e l’arcivescovo Ignazio Sanna. Il sindaco ha rispolverato l’ormai vecchio protocollo di intesa sottoscritto da Comune, Provincia e Regione, «in gran parte inattuato». Quel documento, ha detto Tendas, «dettava le linee di sviluppo. Molti dei punti contenuti nell’intesa del 2007 sono ancora oggi validi e altri se ne sono aggiunti». Chiarimenti sull’aeroporto, e «l’attivazione della dorsale di fibra ottica che attraversa tutto l’agglomerato industriale». ma anche: il progetto pilota per l’housing sociale nell’area delle case minime da 5 milioni di euro, il finanziamento da 3 milioni di euro del progetto Paesaggio Golfo di Oristano e quello, sempre da 3 milioni per il Museo della Sardegna Giudicale. Claudio Atzori (Legacoop e in rappresentanza del mondo delle imprese) ha sollecitato un utilizzo oculato delle risorse. «Il Patto di stabilità non può colpire solo i pagamenti verso le imprese, e vanno eliminati gli sprechi». Angelo Medde (Uil e in rappresentanza del mondo del lavoro): «I bisogno si conoscono, basterebbe solo un po’ più di considerazione».
 IL PRESIDENTE Cappellacci ha toccato solo di striscio le polemiche che lo hanno preceduto: «La mia visita istituzionale non può essere confusa con un momento di campagna elettorale, soprattutto se si opera per perseguire il bene della comunità e del territorio». Ha quindi concordato sulla necessità di ritrovare uno spirito di collaborazione e di forte alleanza tra le istituzioni per superare la crisi.
 I FONDI STANZIATI Quindi ha ricordato le risorse spese per l’Oristanese in questi anni: i 180 milioni di euro per il territorio, i 10 milioni del fondo per le infrastrutture, i 20 milioni per opere come il potenziamento del porticciolo di Torregrande e la riqualificazione urbana (strade e impianti sportivi), i 6 milioni per le opere cantierabili e i 7 milioni per il polo agroalimentare. «Oristano ha delle eccellenze culturali di cui si deve tenere conto», ha commentato riferendosi alla Sartiglia, al Museo Giudicale e alla Reggia «che saranno oggetto delle riflessioni del tavolo di coordinamento che sarà istituito presso la Presidenza della Giunta regionale». Sulla fibra ottica ha annunciato la prossima approvazione della delibera che consentirà di bandire la gara d’appalto e sul fondo unico per gli enti locali ha spiegato che gli stanziamenti non saranno modificati. Disponibilità anche per la realizzazione a Oristano della Conferenza regionale sull’amianto. Sui temi più generali della crisi, Cappellacci ha spiegato che «il Patto di stabilità è il vero cancro del sistema paese, contro il quale stiamo combattendo una battaglia dura». ( r. r. )



LA NUOVA SARDEGNA
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
«IL CAMPUS? O SI FA LÌ OPPURE NIENTE» 
Il presidente dell’ente Poggiu difende il progetto nelle ex semolerie: «Se non passa darò fuoco ai 40 milioni di euro» 
ERSU » IL CASO MOLINI AZZENA
di Luigi Soriga
SASSARI Quando i sogni non avevano ancora il peso dei soldi, galleggiavano a mezz’aria, in bilico tra l’utopia e il delirio di onnipotenza. Nel 2010 questo nuorese testardo chiamato Gianni Poggiu prese le redini dell’Ersu, e la gente di fronte ai suoi miraggi faceva spallucce. Sin dal primo giorno aveva l’ossessione del campus universitario. Aveva posato gli occhi sulla caserma Gonzaga, e dopo una chiacchierata con Arturo Parisi gli era venuta l’illuminazione: una struttura all’americana, mille posti letto, piscina, campi da calcio e tennis, cinema e automobiline elettriche a sfrecciare silenziose tra il verde. Pensava in grande, immaginando un progetto faraonico di diverse decine di milioni di euro capace di trasformare Sassari in una vera città universitaria. I soldi. L’ipotesi della caserma si dissolse in un amen, ma nel frattempo avvenne un piccolo miracolo: i tecnici del Cipe danno un’occhiata alla cartella dell’Ersu, si convincono che il campus abbia un suo perché, e assegnano all’ente 20 milioni di euro per realizzarlo. Una valanga di soldi, che sommati agli altri 20 milioni già stanziati in passato dalla Regione, fanno una cifra imponente. Ecco che con 40 milioni di euro quel sogno svolazzante acquista improvvisamente gravità, precipita con tutto il suo peso sul mondo reale, e lo fa sussultare. La guerra. Il mercato immobiliare entra in fibrillazione, la politica si attiva. E ora che quelle risorse fanno gola a molti, e si è scatenata una guerra su più fronti, Poggiu ha paura di restare col cerino in mano: «Ma il campus o si fa come dico io – avverte – oppure a quei 40 milioni gli dò fuoco. Ormai è un assalto alla diligenza. All’Università servono soldi per mettere a posto il bilancio. Il Comune li vorrebbe per ristrutturarsi le sue cose. L’interesse è solo per i 40 milioni, degli studenti non frega niente a nessuno. Loro vogliono il campus, gli altri vogliono i soldi». La storia. Ma facciamo un passo indietro. La pioggia di euro precipitata sull’Ersu non è passata inosservata. La voce che l’ente stesse cercando un terreno dove farli attecchire, ha cominciato a correre svelta. L’area doveva essere sufficientemente grande da ospitare un villaggio studenti, almeno 300 posti letto, più tutte le strutture sportive e ricreative previste. Doveva’essere in posizione strategica, all’interno del perimetro cittadino, non doveva presentare problemi sul versante urbanistico. A Palazzo Ducale, in quel periodo, era in corso l’approvazione del Puc, e gli smottamenti si sentivano anche in quelle stanze. Il consigliere di maggioranza Piero Frau puntava i piedi sulla pratica che riguardava l’area ex Fiat di via Verona di proprietà dei costruttori Sanna, mentre il consigliere Pierpaolo Panu difendeva a spada tratta le istanze degli impresari Salis, titolari del lotto di via Budapest. Sono due delle possibili destinazioni del campus universitario, hanno tutte le carte in regola sul profilo dell’estensione, del verde, e dell’ubicazione, ma presentano degli intoppi urbanistici. I tecnici del Puc alla fine li giudicano irrisolvibili, e il mese scorso, quando la commissione dell’Ersu apre le proposte in busta chiusa, scarta via Verona e anche via Budapest. Le alternative. Ma ci sono altre ipotesi nero su bianco: c’è un lotto in via Zanfarino, un terreno a Piandanna, uno a Li Punti, un altro a prezzi stracciati vicino a Usini e poi le ex semolerie Azzena, di fronte al cimitero, di proprietà della famiglia Cavalieri. Anche le istituzioni si fanno avanti: l’Università offre il suo ex Brefotrofio a 6 milioni e mezzo di euro, mentre il Comune cerca di sbolognare l’ex Turritania. L’Ersu declina gentilmente e opta per l’area degli ex molini Azzena, subito dopo il cavalcavia di Santa Maria. Apriti cielo. In verità è una scelta al ribasso, un accontentarsi di ciò che offre la casa, perché il villaggio da mille posti si condensa a 300 e il campus che abitava nel salotto della città deve accontentarsi invece del pianerottolo. Anche il Cda dell’Ersu, al momento di prendere la decisione, si spacca. Il presidente è a favore, Ottaviano Canalis (Udc) non ha dubbi, invece Peppone Masala (Pd) si tappa il naso e dice sì, il rappresentante dei docenti conosce i malumori dell’Università e preferisce astenersi, mentre il delegato degli studenti, Cuccurazzu è l’unico ad opporsi al progetto: «distante dal centro, zona degradata e troppo riduttivo rispetto all’idea originaria». Gli attacchi. Dall’esterno arrivano le bordate. In questa infatuazione del presidente Poggiu verso l’ex semolerie, molti ci sentono puzza di operazione immobiliare preconfezionata: un assist per l’ex direttore dell’Aou Gianni Cavalieri, sempre sponsorizzato da Nanni Campus, in rapporti con il costruttore Nicolino Brotzu che con l’Università aveva già chiuso l’affare Cortesantamaria. Poggiu sorride: «Ai Molini Azzena ci siamo arrivati dopo molte soluzioni scartate. Abbiamo firmato un preliminare di compravendita da 7 milioni blindato utile solo per vincolare le risorse in scadenza. Ma le clausole contrattuali sono queste: Cavalieri prende i soldi solo se il progetto passerà in Comune e in Regione. Altrimenti non si fa niente». L’appalto. Se tutto filerà liscio verrà bandita una gara d’appalto pubblica, e chi se l’aggiudica potrà contare sugli altri 33 milioni di euro per la realizzazione del campus. Ma il progetto deve passare attraverso il Consiglio comunale, dove la maggioranza e lo stesso sindaco non sono particolarmente entusiasti. Diversi esponenti del Pd e di Sel criticano la posizione periferica del villaggio studenti, e preferirebbero delle residenze diffuse nella città, con riqualificazione di edifici del centro storico, come appunto il Turritania. Ganau e altri politici sostengono che i 20 milioni di euro dei fondi Fas destinati al campus possano essere rimodulati e dirottati per altre opere (come è accaduto per i Pit); Poggiu assicura che l’operazione è assolutamente impraticabile. «O campus o niente», ribadisce. Gli intoppi. Ma gli occorre il benestare del Comune per due richieste: la prima è una variante urbanistica al vecchio Piano regolatore ancora vigente in assenza di Puc approvato in Regione. Il Prg classifica le semolerie Azzena come area industriale (D1), mentre per un campus la destinazione d’uso dovrebbe essere diversa. Quella prevista nella scheda norma del nuovo Puc sarebbe perfetta: ci sono i caseggiati con più di 70 anni sui quali intervenire con un restauro conservativo, ma ci sono anche le strutture più recenti da demolire e ricostruire. E lì i posti letto si potrebbero ricavare facilmente. Quindi l’Ersu chiederebbe al Comune solo di confermare nel Prg il contenuto della scheda norma del Puc. E poi un’altra richiesta: un tunnel ciclabile e pedonabile parallelo all’attuale cavalcavia, da realizzare in una striscia di terreno non vincolato. «Non vedo un solo motivo perché l’Università o la politica debbano bocciare il progetto. Dicono che sia troppo faraonico. Ma io sulle loro cose non ho messo bocca, avrei potuto parlare dell’Orto Botanico per il quale mancano ancora 30 milioni, o dell’Auditorium del quale non si sa che fare. Il centro storico è degradato e pericoloso e i ragazzi non ci vogliono andare. Che provino a chiedere davvero agli studenti cosa pensano di un campus per Sassari».
 
 
6 - La Nuova Sardegna Quotidiano / Pagina 24 – Ed. Naz.le
Un direttore e un pool di esperti al museo archeologico
di Tigellio Sebis
MOGORO Il Museo civico archeologico, nell’ex convento del Carmine destinato ad essere la vetrina d’eccellenza dei numerosi e importanti ritrovamenti archeologici, fa un ulteriore passo in avanti per l’inserimento nel Sistema regionale dei beni culturali e si dota di un direttore che sarà affiancato da un comitato scientifico. La giunta comunale guidata dal sindaco Sandro Broccia ha provveduto all’individuazione di un direttore che col comitato scientifico avrà funzioni consultive e organizzative. Il tutto per accrescere il valore e il prestigio della struttura espositiva, ma soprattutto dei reperti, alcuni unici nel suo genere, che andranno a impreziosire le teche dell’antico convento annesso alla chiesa del Carmine. Da qui la nomina a direttore del professore Riccardo Cicilloni dell’università di Cagliari, mentre il Comitato scientifico sarà composto dal dottor Marco Minoja, soprintendente ai Beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano, dall’archeologa responsabile di zona Emerenziana Usai, dal professor Enrico Atzeni, ordinario di Paletnologia e antichità sarde a Cagliari, dalle archeologhe Sandrina Carta e Giuseppina Ragucci per completare con il sindaco Sandro Broccia e l’assessore alla Cultura Maria Cristiana Scanu. Incarichi che, è da sottolineare, non comporteranno alcun onere per l’amministrazione comunale. Insomma, un accelerare i tempi sul fronte dell’inaugurazione ufficiale del museo comunale, considerato come il completamento naturale di un percorso tendente a dare una reale visibilità alle ricchissime risorse culturali del territorio. La scelta della collocazione del museo in un edificio storico originariamente realizzato per altre funzioni, oltre che alla tutela del bene, ha infatti risposto anche alla volontà di dare a esso nuova vita e una nuova funzione: quella di museo. Terminata l’opera e arredati gli spazi espostivi, il museo del Carmine ha ospitato negli scorsi anni diverse mostre, che hanno procurato un notevole flusso turistico e suscitato interesse e apprezzamento del pubblico locale. «Il completamento del progetto rappresenta un obiettivo per il quale l’amministrazione si sta impegnando e la nomina di un direttore e del comitato, composto da docenti, ricercatori e professori di chiara fama, sta a dimostrarlo», dicono all’unisono il sindaco Sandro Broccia e l’assessore Maria Cristiana Scanu.
 



SARDEGNA QUOTIDIANO
 
7 - Sardegna Quotidiano / Pagina 20 – Cultura
RICORDANDO CORONEO
Bisanzio e la sua arte
Mercoledì 17 in Pinacoteca l’associazione Associazione culturale st.ART organizza l’incontro “In viaggio con Roberto Coroneo. Dalle Asturie a Bisanzio”, una giornata di studi dedicata all’arte iberica e bizantina in ricordo del compianto docente cagliaritano. Alle 10 Marcella Serreli, direttore della Pinacoteca, aprirà i lavori.
 
 
8 - Sardegna Quotidiano / Pagina 20 – Cultura
FESTIVAL DELLA FILOSOFIA
In viaggio con Ibsen tra dialoghi e idee per sciogliere l’enigma del nostro essere
PEER GYNT Dal 3 al 6 maggio al Massimo si lavorerà sul tema “L’avventura d’esser sé. Identità, verità e finzione”. BERGONZONI IN APERTURA L’edizione di quest’anno del festival della Filosofa apre i battenti il 3 maggio al teatro Massimo con il dialogo “La stirpe degli Ulìssidi ”, gli “avi ”di Peer Gynt. L’atto re Alessandro Bergonzoni incontrerà Giulio Giorello, filosofo della scienza.
DA CAGLIARI AGLI USA Remo Bodei sarà tra i protagonisti del festival della Filosofia

L’anno scorso “I fratelli Karamazov ”,“La leggenda del Grande Inquisitore”, il vertice del pensiero di Dostoevskij, tema: la Legge, la Libertà, la Grazia. La seconda edizione del festival di filosofia viene varato dal teatro Stabile della Sardegna, in collaborazione con l’Università, con Peer Gynt, il protagonista del dramma di Ibsen, a fare da vaso comunicante. “L’avventura d’esser sé - identità, verità e finzione”, questa la strada tracciata da seguire, dal 3 al 6 maggio, al Teatro Massimo. I curatori: Roberta De Monticelli (filosofa della persona all’Università San Raffaele di Milano) e Pier Luigi Lecis (filosofo della conoscenza nell’Ateneo cagliaritano). Teatro e filosofia, binomio che si ripete, con il drammaturgo norvegese. L’avventura d’esser sé, “Peer: storie di un ladro di storie. Viaggio nel Peer Gynt di Ibsen”, regia di Guido De Monticelli. La sera, dopo i Dialoghi che anche quest’anno animeranno le giornate, lo spettacolo. L’eterno bambino, personaggio per il quale Ibsen nel 1867 si ispirò a una fiaba popolare del suo paese, che passa da un’avventura all’altra, seguendo l’imperativo “sii te stesso”. E tradendo l’insegnamento socratico, “gnòzi seautón”, conosci te stesso, la verità la si trova dentro di sé, non nel mondo delle apparenze. L’a- spirazione di Peer è invece ambigua, lo porta a vivere in un mondo dove fantasia e realtà finiscono per confonder- si. Nel suo peregrinare d’invenzione si cimenta nelle esperienze più stravaganti: difficile sciogliere l’enigma del suo sé. Straordinaria metafora contemporanea. In scena la compagnia dello Stabile, gli studenti della facoltà di Filosofia, progetto visivo dei ragazzi della facoltà di Architettura, musiche e suoni degli allievi del Conservatorio. Il festival si apre il 3 maggio con il dialogo “La stirpe degli Ulìssidi”, gli “avi ” di Peer Gynt. Alessandro Bergonzoni, attore “filosofico”surreale, incontra Giulio Giorello, filosofo della scienza. “Fatti e finzioni versus Poesia e verità” il tema del 4. La mattina dialogo “berkeleyano”(“esse est percipi”, l’essere consiste nel suo venir percepito e nient’altro, inutile cercare altre verità) fra Maurizio Ferraris, docente di filosofia teoretica a Torino, e Achille Varzi, ordinario di Logica e Metafisica a New York. Nel pomeriggio confronto fra un altro “americano” (dell’Università di California, Los Angeles), il cagliaritano Remo Bodei, e Antonio Delogu: discuteranno di verità e poesia del divenir se stessi. “Chi vorrà salvarsi l’anima la perderà?”, è il titolo dei dialoghi domenicali del 5. Roberta De Monticelli e Pier Luigi Lecis affronteranno “La ghianda e la cipolla”, dialogo sull’identità personale, l’immagine forse centrale del Peer Gynt, quella dell’anima che si sfoglia come una cipolla e non trova mai il nocciolo duro. Poi, un neuroscienziato italiano noto in tutto il mondo, Vittorio Gallese, e lo psichiatra Filippo Maria Ferro, esperto massimo di “età gyntiana”, l’adolescenza, parleranno di “Sé e identità tra corpo e mente”. Si chiude il 6 con “La Norvegia, la Sardegna e l’altra metà del cielo”. In mattinata Duilio Caocci e Ignazio Macchiarella, docenti dell’Ateneo cagliaritano, dialogheranno su fiaba, suono e tradizioni. Nel pomeriggio saranno la scrittrice Michela Murgia e Maria Giovanna Piano, dell’Ifold, a ragionare su “Rifare il giro: il discorso dell’Altra”. Confronto e ragionevolezza. Di cui l’Italia di questi tempi ha tanto bisogno.
Massimiliano Messina
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

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