Sabato 9 marzo 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 marzo 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Clinica Macciotta, è scontro tra l'assessore e il manager
De Francisci: «Accelerare i tempi». Filigheddu: «Interesse tardivo»
 
L'assessore alla Sanità Simona De Francisci chiede «un cambio di passo nei lavori affinché il reparto di Neonatologia sia trasferito entro aprile, come previsto, dalla clinica Macciotta al “blocco Q” del Policlinico di Monserrato». Il direttore generale dell'azienda mista, Ennio Filigheddu, replica a muso duro dicendosi stupito «per questo improvviso interesse da parte dell'assessorato sui destini del Policlinico». Il rettore dell'Università, Giovanni Melis, si schiera con l'assessore e ribadisce la necessità di accelerare il trasferimento a Monserrato ricordando che si tratta «di una situazione ormai divenuta straordinaria e che quindi le attività necessarie al trasferimento non possono essere affrontate con le modalità proprie della prassi amministrativa ordinaria».
LO SCONTRO Che il tema attorno alla clinica pediatrica fosse caldo si era compreso giovedì quando l'assessore aveva diramato un comunicato stampa in cui aveva definito «non più sicura e non grado di garantire cure e servizi adeguati ai piccoli pazienti» la clinica pediatrica sollecitandone il trasferimento nei tempi stabiliti. Ieri mattina, accompagnata dal rettore, De Francisci ha fatto un blitz al blocco Q per accertarsi di persona dello stato dei lavori della struttura dove a brevissimo saranno trasferiti diversi reparti, e in particolare quello di Neonatologia oggi ospitato alla clinica Macciotta. E dopo aver sollecitato il cambio di passo nei lavori, che evidentemente ritiene procedano più lentamente di quanto dovrebbero, e il rispetto del cronoprogramma stabilito, ha convocato un vertice urgente per la prossima settimana con tutti gli enti che hanno voce in capitolo.
IL DIRETTORE GENERALE «Se l'interesse dell'assessore ci fosse stato da prima, avrebbe di certo avuto un effetto positivo nell'accelerazione dei lavori», ha replicati stizzito Filigheddu. Aggiungendo che «la salute e la tutela dei piccoli pazienti e delle mamme è esattamente ciò che sta a cuore all'Azienda ospedaliero universitaria, che si batte da tempo - tra ostacoli burocratici di ogni tipo e fondi che scarseggiano - per riuscire ad aprire il Blocco Q del Policlinico universitario nei tempi stabiliti, cioè entro questa primavera. Su questo gli utenti possono stare tranquilli. L'assessore», conclude il manager, «del resto conosce perfettamente tutti gli sforzi fatti non da oggi per il raggiungimento di questo obiettivo per noi primario». (f.ma.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Responsabilità dei medici, i dubbi della legge
Affollato convegno ieri a Palazzo di Giustizia sul decreto Balduzzi
 
Sarà più difficile condannare un medico per un errore? E i cittadini vittime della malasanità avranno più o meno armi per far valere i loro diritti? Sono domande che scaturiscono dall'interpretazione della legge 189 del 2012, più comunemente conosciuta come “decreto Balduzzi”. Sull'argomento si sono confrontati docenti, avvocati, medici e magistrati nel convegno “La responsabilità penale del medico dopo il Decreto Sanità”, organizzato dalla Cattedra di Diritto processuale penale dell'Università, dal Comitato sardo degli studiosi del processo penale e dall'Ufficio per la Formazione decentrata del Csm della Corte di appello di Cagliari, celebrato ieri in un'affollatissima aula del Palazzo di giustizia.
«Un meteorite che si è abbattuto sull'ordinamento giuridico italiano». Questo è il decreto Balduzzi secondo Salvatore Dovere, magistrato della Corte d'assise di Napoli, il primo dei relatori invitati dal professor Leonardo Filippi e dal magistrato di Cagliari Carlo Renoldi, che hanno moderato l'incontro. La novità consiste nel fatto che il medico o qualunque altra figura che eserciti la professione sanitaria se «nello svolgimento della propria attività si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve». Tutto, quindi, ruota intorno ai concetti di linee guida e buone pratiche. Secondo il medico e docente Ernesto D'Aloja, le prime sono difficilmente utilizzabili perché non univoche e transitorie. Mentre per Paolo Piras, sostituto procuratore a Sassari, sono comunque utili indicatori nello svolgimento di un processo. Tutti i relatori convergono su un punto: i dubbi sulla legge, compreso quello di costituzionalità verranno sciolti solo dalla giurisprudenza, nei processi futuri. (m. g.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Università
Teatro: seminario
dell'Ersu per studenti
 
Grazie al protocollo d'intesa fra l'Ente regionale per il diritto allo studio e l'associazione teatrale Il crogiuolo, diretta da Mario Faticoni, ha preso il via il primo seminario gratuito di formazione sull'organizzazione teatrale destinato agli universitari. Questa collaborazione - supportata con entusiasmo dall'Ersu - sarà anche l'occasione per far rinascere il teatro universitario all'interno dello storico Nanni Loy della casa dello studente di via Trentino, dove, da marzo a maggio, si svolgerà l'interessante rassegna di spettacoli “UnivErsu teatro 2013” che vede in cartellone, fra le altre produzioni, lo spettacolo “Sottosuoli” di Giorgio Todde, quello di “Elena Ledda Quintetto” e di Rossella Faa, al solo costo di 2 euro a biglietto per gli universitari.
Tutti i dettagli del progetto sono stati illustrati ieri mattina dal presidente dell'Ersu, Daniela Noli, e dall'attrice Rita Atzeri della compagnia Il Crogiuolo durante la conferenza stampa che si è svolta nella sala Presidenza dell'Ente regionale di corso Vittorio Emanuele II, alla presenza di alcuni studenti iscritti al seminario.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione NU)
Ateneo condannato a pagare
SASSARI. Il Tar accoglie il ricorso di venticinque docenti
 
L'Università di Sassari condannata a pagare. Lo ha deciso il Tar Sardegna, accogliendo il ricorso di 25 professori su 36, che hanno chiesto di ricevere le indennità arretrate. In poche parole, il compenso per aver svolto la doppia funzione di docente universitario e medico presso le cliniche gestite dall'Azienda ospedaliero universitaria.
In cifre, un intervento di oltre 5 milioni di euro per sanare gli arretrati dal 2011 a oggi e 45 giorni di tempo per saldare il debito. Intanto, ieri mattina a Sassari, il rettore Attilio Mastino ha presentato il protocollo d'intesa, firmato con l'Aou, che consentirà di onorare i pagamenti e proteggere in futuro l'Ateneo da nuove richieste di pagamento. Alcune delle quali piuttosto elevate: a qualche ricorrente spetterebbero oltre 300 mila euro, per attività professionali a carico del servizio sanitario regionale che, per il rettore Attilio Mastino, rappresenta l'unico debitore. «Siamo felici - ha commentato il Magnifico - perché si tratta di un riconoscimento dei diritti per tanti colleghi, ma ci rivolgeremo alla regione, alla Asl e all'azienda ospedaliera perché sono questi tre enti ad aver beneficiato dell'attività di assistenza dei nostri docenti». Un vero e proprio attacco alle tasche dell'Università, per il quale sarà chiesto il rimborso e pensando che sono rimaste ancora in sospeso le prestazioni relative ai dieci anni precedenti il 2011. «Non lo permetteremo - ha ribadito - e chiederemo nei prossimi giorni un appuntamento con il governatore Ugo Cappellacci e l'assessore regionale alla Sanità».
Durante l'incontro, anche dirigenti, docenti e parti sindacali hanno espresso soddisfazione per questo risultato: «Dopo 14 anni - ha detto Giuseppe Madeddu - il protocollo d'intesa rappresenta un grande risultato». Nei prossimi giorni, il consiglio d'amministrazione deciderà se pagare immediatamente o concordare una rateizzazione.
Antonio Brundu
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Carbonia (Pagina 21 - Edizione PC)
Assunzioni
Otto bandi per diplomati e laureati
 
Otto bandi per ventuno diplomati o laureati: il Comune li assumerà per sei mesi (18 ore settimanali) in una serie di progetti grazie ai fondi regionali degli interventi anticrisi. Saranno selezionati sette istruttori amministrativi (ragionieri) con diploma, quattro geometri e tre istruttori del ramo socio pedagogico sempre con diploma. Quanto ai laureati ne serviranno due per incarichi direttivi amministrativi, poi due ingegneri civili e un istruttore con laurea in informatica. Infine spazio a un laureato in francese e un altro in inglese. I candidati dovranno essere disoccupati o inoccupati, non usufruire di sovvenzioni pubbliche, indennità di disoccupazione o di mobilità. Il termine per presentare le domande scade il 28 marzo. «I bandi - spiega il sindaco Giuseppe Casti - rappresentano una prima fase delle azioni predisposte per dare un aiuto concreto alla drammatica situazione economica, garantendo a ventuno giovani la possibilità di acquisire competenze che potranno poi essere spese sul mercato del lavoro». (a. s.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
SARDEGNA RICERCHE. Progetto
Web più accessibile per i disabili: pronti 400 mila euro
 
Da Sardegna ricerche 400 mila euro per migliorare l'accessibilità dei contenuti del web a beneficio dei disabili con particolare riferimento agli internauti privi della vista. Il progetto è stato presentato ieri dal presidente di Sardegna Ricerche, Maria Paola Corona nell'ambito del workshop “Tecnologie per la disabilità” che si è tenuto nella sala conferenze, gremita, della Biblioteca regionale di viale Trieste. Obiettivo: discutere su come ridurre, tramite la tecnologia, le barriere che impediscono l'integrazione sociale dei disabili. Si è parlato delle carenze dei siti internet, pubblici e privati, e delle difficoltà incontrate dai non vedenti per accedere ai contenuti. «I problemi maggiori riguardano i social network e l'e-commerce», ha sottolineato Corona, «il rapporto tra il mondo delle tecnologie dell'informazione e quello della disabilità non è facile ma vogliamo migliorarlo riducendo le barriere». Il non vedente Pietro Puddu, presidente regionale Fand (Federazione tra le associazioni delle persone con disabilità) ha raccontato la sua esperienza. «Ho 80 anni», si è presentato, «ho poca dimestichezza con la tecnologia ma riesco a navigare con l'ausilio del traduttore vocale. Purtroppo non tutti i siti lo consentono». Al convegno hanno partecipato relatori nazionali e internazionali. Sardegna Ricerche ha presentato il progetto “Ict e disabilità”, articolato in tre linee strategiche di intervento: finanziamenti di progetti di ricerca relativi a nuove tecnologie per migliorare l'accessibilità dei siti delle imprese sarde, formazione specialistica manageriale e inserimento professionale in ambito Ict per i disabili e interventi finalizzati alla ricerca industriale e alle sperimentazioni per trovare soluzioni in grado di migliorare la qualità della vita dei disabili. I bandi saranno pubblicati sul sito di Sardegna Ricerche. A margine la storia di Maria Grazia Zedda, cagliaritana che ha fatto del suo handicap (è audiolesa sin da bambina) un punto di forza per affermarsi come “imprenditrice sociale” pluripremiata. Dopo aver lavorato come segretaria di produzione alla Bbc, ha creato a Londra un'organizzazione che aiuta enti pubblici e aziende private a favorire l'inserimento dei disabili nel mondo del lavoro attraverso corsi e-learning.
Paolo Loche
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
Varato ieri dal governo
Un codice etico per i dipendenti pubblici
 
I dipendenti pubblici che violeranno il nuovo codice di comportamento rischieranno il posto di lavoro. Il Consiglio dei ministri ha approvato un pacchetto di misure, messe a punto dal ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, che prevede un giro di vite su regali, auto, telefoni e introduce norme anti conflitto di interesse per gli statali. Si tratta, sottolinea il ministro, di «un ulteriore tassello per rendere pienamente operativa la lotta al malcostume», una «sfida per una Pubblica Amministrazione sempre più efficiente, competitiva e anche più “giusta” nei rapporti con i cittadini». Slitta invece l'ok alle misure sull'incompatibilità, vale a dire le norme antiparentopoli. Le misure, che puntano il dito contro la corruzione, valgono per tutti i dipendenti pubblici ma anche per collaboratori e consulenti, come nel caso degli staff di ministri e assessori, nonché per le imprese fornitrici di beni o servizi.
BASTA DONI Niente più doni quindi a Natale per i dipendenti della PA: non si potranno infatti ricevere regali, a meno che non siano «occasionali» e non superino un valore pari a 150 euro: «È consentito, invece», si legge nel provvedimento, «accettare, per sé o per altri, regali o altre utilità d'uso di modico valore effettuati occasionalmente nell'ambito delle normali relazioni di cortesia e nell'ambito delle consuetudini internazionali». Stretta in arrivo poi anche su auto e telefoni: tutto il materiale a disposizione negli uffici, nonché internet e il telefono andranno utilizzati «nel rispetto dei vincoli posti dall'amministrazione». Chi poi ha a disposizione un mezzo di trasporto, potrà «utilizzarlo soltanto per lo svolgimento dei compiti d'ufficio e solo a tale titolo», si legge, «può trasportare terzi».
LE NOVITÀ Il nuovo Codice etico interviene poi anche su un fronte finora inesplorato, quello del conflitto di interessi: nel caso in cui si profili il rischio anche solo potenziale di un conflitto di interessi i dipendenti pubblici dovranno «astenersi da qualsiasi atto del proprio ufficio». Ancora più incalzanti le nuove norme per i dirigenti: questi ultimi, «prima di assumere le funzioni», dovranno comunicare «all'amministrazione la propria situazione patrimoniale, le partecipazioni azionarie e gli interessi finanziari che possono porlo in situazioni di conflitto di interessi». Limitazioni e informazioni che valgono anche per il coniuge e i parenti più stretti. D'ora in poi i dipendenti della PA dovranno stare attenti alle associazioni e alle organizzazioni alle quali si iscrivono: saranno obbligati «a comunicare l'adesione o appartenenza» qualora gli ambiti possano «interferire con lo svolgimento dell'attività dell'ufficio». Tutto questo, nel rispetto della Costituzione, non vale per partiti e sindacato.
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
Crs4, caos nel centro ricerche
la Regione spiega i progetti
 
CAGLIARI «Il Crs4 risulta paralizzato e nel più totale caos gestionale; i fondi regionali sono calati da 10 milioni del 2010 a 7,3 milioni nel 2012. Il presidente del Centro, nell’ultima riunione a dicembre 2012, ha annunciato ai dirigenti che i soldi in cassa per i dipendenti e i tanti consulenti stanno per finire». Sulla base di questo scenario cupo per la ricerca in Sardegna, (il Crs4 era nato sotto la presidenza del Nobel Rubbia e doveva essere il centro di calcolo matematico più potente d’Europa), il Pd ha presentato una mozione che sarà discussa dal Consiglio. «È necessario che la giunta definisca linee precise per l’attività di ricerca attraverso un piano strategico che risponda a obiettivi di innovazione e crescita tecnico-scientifica». Diana, a proposito della gestione, ricorda anche le tante consulenze esterne del centro inserito nel parco scientifico e tecnologico.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Policlinico, visita con polemiche dell’assessore alla sanità
 
CAGLIARI Visita ieri mattina dell’assessore regionale della Sanità Simona De Francisci al blocco Q del Policlinico di Monserrato. Obiettivo della visita a sorpresa era accertarsi dello stato dei lavori della struttura dove saranno trasferiti diversi reparti, in particolare quello di Neonatologia oggi alla clinica Macciotta. Nei giorni scorsi lo stesso assessore aveva sollecitato la chiusura entro aprile della vecchia clinica di via Porcell, da tempo non più sicura e non grado di garantire cure e servizi adeguati ai piccoli pazienti e l’accelerazione dei lavori per il trasferimento di Neonatologia, Ostetricia e Ginecologia, per evitare che i neonati ricoverati siano da una parte e le madri dall’altra parte della città. La Regione ha convocato una nuova riunione per definire i tempi del “trasloco” dei reparti. La visita però non è piaciuta, nei modi e nei contenuti al direttore dell’azienda ospedaliero universitaria Ennio Filigheddu, che parla di «improvviso interesse da parte dell'assessorato sui destini del Policlinico e del Blocco Q. Interesse che se ci fosse stato da prima avrebbe di certo avuto un effetto positivo nell'accelerazione dei lavori. La salute e la tutela dei piccoli pazienti e delle mamme è esattamente ciò che sta a cuore all'Azienda ospedaliero universitaria, che si batte da tempo - tra ostacoli burocratici di ogni tipo e fondi che scarseggiano - per riuscire ad aprire il Blocco Q del Policlinico Universitario nei tempi stabiliti entro la primavera. Su questo gli utenti possono stare tranquilli. La Azienda mista e la Asl lavorano perchè tutto quanto previsto dalla riorganizzazione cittadina dell'offerta sanitaria per i pazienti pediatrici sia rispettato, con la creazione dell'Ospedale Pediatrico regionale al Microcitemico entro giugno e l'avvio del trasferimento della Patologia Neonatale a Monserrato a fine aprile. I lavori sono regolari». Non la pensa così il Rettore Melis, che concorda con l’assessore: «a situazione straordinaria si risponde con strumenti amministrativi straordinari».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Ed_Cagliari
università
Seminario sul teatro per gli studenti dell’Ateneo
 
CAGLIARI Dalla collaborazione fra l’Ersu ed Il Crogiuolo nasce un seminario di formazione teatrale per gli studenti. E al Nanni Loy rinasce il teatro universitario, con in cartellone dal 28 marzo al 23 maggio nove spettacoli al costo di 2 euro per gli studenti. Dal progetto Student Jobs dell’Ersu, in collaborazione con l’associazione teatrale Il crogiuolo, nasce «UnivErsu teatro 2013»: un’altra nuova iniziativa destinata agli universitari che vogliono imparare l’arte del teatro, dalla programmazione alla messa in scena degli spettacoli. Questa collaborazione sarà anche l’occasione per far rinascere il teatro universitario all’interno dello storico Nanni Loy della casa dello studente di via Trentino, dove, da marzo a maggio, si svolgerà l’interessante rassegna di spettacoli «UnivErsu teatro 2013» che vede in cartellone, fra le altre produzioni, lo spettacolo «Sottosuoli» di Giorgio Todde, quello di «Elena Ledda Quintetto» e di Rossella Faa, al solo costo di 2 euro a biglietto per gli universitari.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Ed_Cagliari
Segni, un modo attuale di vedere l’autonomia
Ieri a Sassari la giornata di studi dedicata al pensiero del leader Dc sull’assetto delle Regioni all’indomani della Liberazione
di Antonello Mattone
 
Che rapporto si può stabilire tra passato e presente nelle vicende dell'autonomia della Sardegna? Quanto la dimensione storica può incidere nelle prospettive di un'autonomia regionale sempre più collocata nella dimensione europea? A questi problemi la Fondazione Segni di Sassari intende rispondere con un convegno che, partendo proprio dalla riflessione di Antonio Segni sulla nascita della Regione, affronta i nodi emblematici del presente. L'occasione è offerta dalla rilettura di una serie di articoli del grande leader della DC sarda apparsi nella primavera-estate del 1944 sul quotidiano defascistizzato "L'Isola" e sul settimanale antifascista "Riscossa". La guerra in quei mesi era ancora ben lungi da essersi conclusa. L'Italia era spaccata in due: nel nord, occupato militarmente dai tedeschi, era stato creato lo stato fantoccio della RSI; nel Sud e nelle isole, liberati dagli alleati, era stato costituito un governo di unità antifascista presieduto da Badoglio ed era già iniziato il dibattito sulle prospettive della ricostruzione nazionale. Con molta lucidità Segni, intervenendo sulla nascita della Regione, enunciava tesi che sarebbero state al centro del dibattito politico dell'Assemblea Costituente, come quella della abolizione del Senato regio e dell'istituzione, al suo posto, di una Camera delle Regioni: «alla Regione dovrà essere riservata una sfera di affari particolari, nella quale abbia facoltà ordinative ed esecutive; essa dovrà avere un ordinamento democratico. Ma io andrei ancora più oltre - affermava- vedrei la Regione a fondamento della nuova forma istituzionale, dando alle Regioni, come entità autonome propria rappresentanza nella seconda Camera, che dovrà sostituire un Senato che ha fatto il suo tempo». Secondo Segni, che con questa proposta finiva per prefigurare temi che sarebbero emersi solo negli anni novanta del Novecento, in questa seconda Camera tutte le Regioni avrebbero dovuto avere «un pari numero di rappresentanti, insieme a quelli delle categorie economiche organizzate». La posizione di Segni, che proprio nel 1944 era stato nominato membro della Giunta consultiva, espressione del Comitato di Liberazione Nazionale, incaricata di affiancare l'Alto Commissario nel governo dell'isola, si differenziava nettamente da quella dei partiti di sinistra, PSI e PCI, tiepidi o apertamente diffidenti verso il regionalismo, e da quella del Partito Sardo d'Azione che, dopo il ritorno di Lussu, aveva accentuato la sua adesione al federalismo. La Regione, sostiene Segni, è un «ente autarchico (nella sfera dello Stato), con attribuzioni determinate, sia per l'oggetto che per i poteri; ente autarchico organizzato democraticamente, governato cioè dai cittadini compresi nella circoscrizione della Regione». Richiama, a questo proposito, sia le “grandi democrazie anglosassoni” che, col loro self government, avevano dato larghissimo spazio alle autonomie locali, limitando, di conseguenza, i poteri statali, sia il Polizeistaat asburgico, uno Stato "molto bene amministrato" che aveva dato «larga autonomia ai governi delle province». I controlli statali sull'azione della Regione, secondo Segni, dovevano essere ridotti al minimo, «non tutela preventiva, ma solo un controllo contabile (...) sugli atti dell'ente». Nel quadro della "legge costituzionale" dello Stato la Regione avrebbe dovuto avere «poteri ordinativi (legislativi in senso sostanziale) e funzioni amministrative». Più complesso, ovviamente, restava «il determinare il campo di attività della Regione»: se alcuni compiti sarebbero rimasti competenza dello Stato (politica estera, forze armate, magistratura, grandi comunicazioni), altri potevano essere divisi tra Stato e Regione (ordine pubblico, finanze). Per altri, prevedeva un'esclusiva competenza regionale (lavori pubblici, agricoltura, istruzione, lavoro, industria e commercio, beneficienza e igiene). «La questione praticamente più grave - prosegue Segni - è quella delle finanze, poiché alla Regione non può lasciarsi, né il limitato ambito di autonomia fiscale dei comuni e provincie, né può esserle negato sia di far sentire la sua voce nella legislazione fiscale generale, né di aver una partecipazione ai proventi fiscali percepiti dallo Stato». Con l'ordinamento regionale il problema finanziario avrebbe assunto inevitabilmente un'altra portata: «il sistema dovrà essere completamente riveduto - sostiene -, sia per impedire un arricchimento indebito di alcune Regioni di fronte ad altre; sia per ridistribuire il gettito dei dazi, secondo criteri di giustizia». L'avvento dell'ordinamento regionale avrebbe dovuto portare ad una profonda riforma istituzionale, affermava Segni, richiamando i grandi esempi della democrazia americana e degli Stati della Commonwealth britannica. Il dibattito sullo statuto della Regione Autonoma della Sardegna avrebbe preso strade diverse. Dinnanzi alla lentezza con cui i costituenti sardi (Segni era stato intanto chiamato al governo come sottosegretario all'Agricoltura) stavano elaborando il testo statutario, Lussu propose di estendere all'isola quello della Regione Sicilia. La proposta considerata giacobina venne respinta. E il testo della Consulta Regionale Sarda, trasmesso alla Costituente, venne ulteriormente ridimensionato nel nuovo clima politico successivo alla rottura dell'unità antifascista. Quando il 31 gennaio 1948 il testo venne approvato dalla Costituente, Emilio Lussu confessò che «votava a favore per evitare che per un voto solo non venisse approvato neppure così ridotto». La Regione Sarda nasceva dunque nel clima di un neocentralismo statale. Le istanze e le aspirazione del 1944 apparivano ormai decisamente superate nel nuovo clima di scontro politico tra la DC e le forze di sinistra. Eppure la loro rilettura ci permette di considerare oggi sotto una luce diversa quella visione dell'autonomia quale premessa per una profonda riforma dal basso della struttura dello Stato.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Ed_Cagliari
IL CONVEGNO
Una dialettica virtuosa tra Stato ed Enti locali
Antonio Meloni
 
SASSARI Ciò che colpisce maggiormente, rileggendo gli scritti di Antonio Segni, sono l’attualità del pensiero e la lungimiranza politica nell’elaborazione del concetto di autonomia regionale. L’idea di Regione, infatti, non era, per Segni, mera rivendicazione identitaria né embrione di quello stato federalista di recente memoria, ma la realizzazione di un modello amministrativo che concepisse il trasferimento dello stato in periferia nel delicato processo di costruzione di un Paese nuovo dopo il traumatico sconquasso dell’esperienza fascista. Concetto che diviene una sorta di leit motiv nella sua concezione autonomistica, nonché elemento centrale del dibattito attorno al tema “Sessant’anni anni di autonomia, le idee di Antonio Segni e la realtà di oggi” con il quale la Fondazione dedicata alla memoria dell’ex presidente della Repubblica ha aperto, ieri a Sassari, nell’aula magna dell’Università, il primo di quattro incontri dedicati al pensiero del giurista e dello statista sassarese. Lo ha fatto attraverso le relazioni di un costituzionalista, Valerio Onida, e di un economista, Francesco Pigliaru, che, analizzando gli scritti prodotti a cavallo fra gli anni ‘44 e ‘51 del secolo scorso, hanno rievocato la temperie politica e culturale di quegli anni prolifici. Certo è che alle radici del regionalismo italiano il pensiero di Antonio Segni rappresenta l’idea madre a cui il legislatore si è ispirato a più riprese negli anni successivi anche se, per dirla con il costituzionalista Valerio Onida “da quell’attività legislativa non è nata, come auspicava Antonio Segni, una nuova amministrazione, un nuovo modo di fare politica dal basso perché i meccanismi della politica italiana sono sempre stati orientati in senso inverso”. La costruzione di uno stato nuovo che non fosse la culla dei particolarismi, ma il trionfo dell’autonomia locale ha incontrato, negli anni, barriere spesso insormontabili. La piena realizzazione dell’autonomia, infatti, è possibile “a patto che – ha spiegato l’economista Francesco Pigliaru – ci sia uno Stato centrale forte, non debole e propenso a scaricare le responsabilità alle Regioni nel momento critico”. Il primo dei quattro dibattiti, moderato dallo storico Manlio Brigaglia – a cui ha preso parte, fra gli altri, Mario Segni, ex leader dei referendari nonché presidente dell’omonima Fondazione che ha promosso l’iniziativa – è, dunque, un invito al recupero dell’idea originaria di autonomia secondo il modello di regione teorizzato da Antonio Segni per la costruzione di uno Stato nuovo.
 

13 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 3
ALLA MACCIOTTA
Blitz per il trasferimento
lite assessore-manager
 
Struttura vecchia, non più adatta a ospitare i bambini e il personale che si fa in quattro per farla funzionare: la clinica Macciotta deve essere dismessa. E questo si sa da anni. La novità di questi ultimi giorni è la fretta. Quella che ha messo fino a ieri la assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci, ai direttori generali di Asl 8 e Azienda Mista, Emilio Simeone e Ennio Filigheddu. Che giovedì si son visti recapitare nella casella di posta elettronica un comunicato della De Francisci, con un appello: il trasferimento dell’ospedale dei bambini di via Porcell non è più “procrastinabile ”, i manager devono attivarsi al più presto per aprire il blocco Q del Policlinico (Filigheddu) e i reparti dei Microcitemico (Simeone). Che, pare, non l’hanno presa bene, Filigheddu soprattutto. Non tanto per il contenuto, che non può non essere condiviso, quanto per le modalità. Dall’ufficio del direttore generale di via Ospedale è arrivata una replica piccata che sembra dire: cara assessore, te ne accorgi adesso? Come mai tutta questa fretta? E la polemica, tra il manager in quota Riformatori e l’assessore targata Pdl (delega ritirata ieri da Ugo Cappellaci), è servita.
IL BLITZ DELL’ASSESSORE L’urgenza del trasferimento dei reparti della Macciotta sembra arrivata ai limiti di guardia. Ieri mattina la De Francisci, dopo il comunicato stampa recapitato prima nelle redazioni che sul tavolo degli interlocutori, ha effettuato un blitz al blocco Q del Policlinico, la nuova ala dell’ospedale di Monserrato che in futuro dovrà ospitare una parte dei piccoli pazienti della Neonatologia. La chiusura del cantiere è attesa da anni (i finanziamenti sono a disposizione da qualche lustro) e negli ultimi mesi sembra sempre più vicina: «È assolutamente necessario e urgente», ha detto l’ex esponente della giunta alla fine della visita a sorpresa, accompagnata dal rettore Giovanni Melis (la struttura è di competenza anche dell’università), «un cambio di passo nei lavori affinché tra un mese Neonatologia sia trasferito al blocco Q del Policlinico e contestualmente ho chiesto che anche i reparti di Ostetricia e Ginecologia lo seguano, per evitare che i neonati ricoverati siano da una parte e le madri dall’altra parte della città». Per questo è stato convocato un vertice urgente con i direttori generali delle strutture interessate: «Alla riunione ribadirò la necessità di garantire i tempi e un cronoprogramma preciso perché la clinica Macciotta venga chiusa entro aprile e il trasferimento si compia al più presto possibile», ha concluso la De Francisci, che forse spera in una riconferma.
LE REAZIONI DEI MANAGER E se Emilio Simeone, per il Microcitemico, assicura: «Stiamo lavorando al quarto e sesto piano (perdiatria e chirurgia pediatrica) per fare della struttura un punto di riferimento della sanità dei bambini, e saremo pronti entro giugno», Ennio Filigheddu sembra molto, ma molto meno conciliante: «Devo esprimere il mio stupore per questo improvviso interesse da parte dell'assessorato sui destini del Policlinico e del Blocco Q», attacca, «interesse che ci fa piacere e che, se ci fosse stato da prima, avrebbe di certo avuto un effetto positivo nell'accelerazione dei lavori. La salute e la tutela dei piccoli pazienti e delle mamme è esattamente ciò che sta a cuore all'azienda ospedaliero universitaria, che si batte da tempo - tra ostacoli burocratici e fondi scarsi - per riuscire ad aprire il Blocco Q del Policlinico nei tempi stabiliti, cioè entro questa primavera. L’assessore, del resto», continua il direttore genarale dell’azienda mista, «conosce perfettamente tutti gli sforzi fatti non da oggi per il raggiungimento di questo obiettivo per noi primario». Filigheddu punta il dito contro la De Francisci: «Sa delle innumerevoli interlocuzioni che ci sono state tra questa direzione generale e l'assessorato. Dal canto nostro, le strutture dell'Aou e quelle della Asl hanno sempre lavorato per riuscire a dare le risposte che la cittadinanza chiede». E poi arrivano le stilettate: «Le direzioni della Asl e della Aou collaborano operativamente, pur nell'assenza di formali indirizzi in proposito da parte della Giunta e del consiglio regionale, perché la tempistica del processo di riorganizzazione cittadina dell'offerta sanitaria per i pazienti pediatrici sia rispettata». Cioè: noi stiamo lavorando, anche senza le direttive che invece da te non arrivano.
E. F.
 
14 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 3
POLICLINICO LAVORI INFINITI, IL RETTORE: BRAVA DE FRANCISCI
 
Nel 2000 una commissione d’inchiesta del senato, istituita per monitorare lo stato di avanzamento dei lavori negli ospedali italiani, del Policlinico scrisse: «Rischio di perdurante incompiutezza ». Il cantiere era stato aperto dieci anni prima, con un finanziemento di 64 miliardi di vecchie lire: dal 1990 dovevano trascorrere quattro anni, per avere 16 padiglioni e oltre mille posti letto. La storia è andata diversamente: quando i senatori hanno valutato le carte hanno scoperto che i miliardi inghiottiti erano già cento. E nel 2008 arriva l’annuncio dell’allora assessora alla Sanità Nerina Dirindin, con tanto di pubblicazione sul sito: la clinica pediatrica della Macciotta e la Ginecologia del San Giovanni stanno per essere trasferiti al Policlinico di Monserrato. Invece è di questi giorni la polemica, con l’ormai ex assessore De Francisci che pressa e i manager che rispondono. Sulla stessa line dell’assessore il rettore, Giovanni Melis: «Faccio presente», dice, «che si tratta di una situazione divenuta straordinaria e che quindi le attività di trasferimento non possono essere affrontate con le modalità proprie della prassi amministrativa ordinaria.
 

Questionario e social

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