Mercoledì 6 marzo 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 marzo 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
La storia dell'umanità in un clic
Il progetto ideato da tre sardi: un portale sul mondo della genetica
Bioclud, motore di ricerca legato all'università: «Un punto di riferimento per lo studio delle malattie»
 
La storia genetica dell'umanità è a portata di mouse. Nell'era di internet anche la scienza più sofisticata sulle cellule umane finisce in rete. Biocloud , il nuovo portale che raccoglie i geni dell'umanità dall'anno zero ai giorni nostri è la risposta moderna e innovativa alle vecchie biblioteche. Si può trovare tanto e subito, con un motore di ricerca affacciato sul mondo affascinante dei cromosomi al servizio di ricercatori e curiosi.
Una trovata geniale tutta sarda, una sorta di Google delle informazioni sulla genetica, con uno spazio temporale che arriva addirittura sino all'inizio della storia dell'umanità. Le menti ideatrici sono tre cagliaritani accomunati dalla passione per la biologia e per l'informatica. Due discipline apparentemente diversissime tra loro, che si fondono in un progetto unico, con un link in grado di aprire su tablet e computer i meccanismi del patrimonio ereditario di uomini e donne di tutti i tempi. L'obiettivo è di semplificare i segreti del genoma umano e del Dna.
La finestra interattiva potrebbe diventare un punto di riferimento, soprattutto nello studio delle malattie, con i tanti meccanismi ancora oscuri legati all'ereditarietà e alla discendenza dei cromosomi. Alcune informazioni sono già immagazzinate nel sistema, altre vengono pescate dalle banche dati più accreditate sparse in giro per il mondo. «Un lavoro utile soprattutto per i ricercatori che si occupano di longevità, della mappatura del genoma e di tutte quelle malattie scatenate dalla presenza o meno di particolari geni», spiega con orgoglio Emanuele Pascariello, 42 anni, cagliaritano, biologo e uno dei tre geni isolani. «La piattaforma è ancora in divenire, ci lavoriamo dai primi di novembre ma stiamo ancora perfezionando il progetto. Per ora siamo soddisfatti».
La scienza deve ancora camminare molto sulla strada della genetica, basti pensare che non si conosce con esattezza il numero dei geni del corpo umano: «Oscillano tra i 22 e i 25 mila», spiega Pascariello. Insieme a lui hanno lavorato Gabriele Milia e Fabrizio Loddo. Il portale biocloud.unica.it è il primo progetto di rilievo giunto al termine del master di secondo livello in Bioinformatica. Istituito dall'ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche, è il terzo in tutta Italia nella categoria e primo nell'Isola. «Biocloud è nato nell'ambito del dipartimento di matematica e informatica, che ha gestito il master insieme al dipartimento di biologia», spiega Gianni Fenu, direttore del Master. «Rappresenta l'equivalente di un motore di ricerca a livello di informatica, semplifica un controllo estremamente ampio e complesso. Il ricercatore ha uno strumento che lo agevola nella qualità e nei tempi». Ed è pronto ad affacciarsi in tutto il mondo.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Regione, Crs4, Università
Bioinformatica, super master per 20 studenti
 
Computer e biologia insieme per gli scienziati del futuro. Si è concluso il primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall'ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche.
Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del project work finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri.
«Siamo alla frontiera dell'innovazione scientifica», ha sottolineato il rettore dell'ateneo cagliaritano Giovanni Melis, «un esempio della capacità degli atenei di svolgere al meglio la terza funzione: migliorare ambiente e formazione del capitale umano. Questo master è collegato con il sistema delle imprese, ci auguriamo che possa essere anche un'occasione di trovare lavoro».
La bioinformatica è una nuova disciplina che integra metodi matematici, statistici e informatici per conservare, organizzare e analizzare i dati biologici, biochimici e biofisici. E si occupa, tra le altre cose, di fornire modelli statistici validi per l'interpretazione dei dati provenienti da esperimenti di biologia molecolare e biochimica al fine di identificare tendenze e leggi numeriche generare nuovi modelli e strumenti matematici per l'analisi di sequenze di Dna, Rna e proteine al fine di creare un corpus di conoscenze relative alla frequenza di sequenze rilevanti, la loro evoluzione ed eventuale funzione.
«È importante il contributo di tutti i partecipanti a questo progetto», ha sottolineato il direttore del master Gianni Fenu. «Abbiamo rispettato, a livello organizzativo, tutti i tempi che ci eravamo prefissi con un ottimo livello di preparazione». Un'occasione di lavoro. «Abbiamo bandito un concorso», ha annunciato il rettore Melis, «per nuove assunzioni per i laboratori alla Cittadella di Monserrato: quattro posti richiedono proprio questo tipo di competenze».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Il caso
Che fine ha fatto l'eccellente SharDna?
 
Anche loro erano un'eccellenza tutta sarda. Esattamente un anno fa li hanno licenziati lasciando che il loro patrimonio di esperienza e di conoscenza venisse in parte disperso. I dieci dipendenti di Shardna, la società nata nel 2000 per effettuare ricerche in campo biogenetico e genealogico avevano ricevuto la lettera di benservito il sei marzo del 2012 dal liquidatore della società, che il giorno precedente aveva ricevuto da Sardegna ricerche, che ospitava Shardna in un edificio del parco scientifico e tecnologico di Pula, una ingiunzione di sfratto, giacché l'azienda fondata da Renato Soru nel 2000 e ceduta alla Fondazione San Raffaele nel 2009 per tre milioni di euro, non pagava l'affitto da molti mesi.
Erano tre amministrativi, tre informatici, i tre biologi molecolari e un genealogista che per oltre undici anni avevano lavorato a un progetto unico al mondo mappando dati clinici, biologici e genealogici delle popolazioni di dieci comuni ogliastrini. Che fine ha fatto la loro professionalità, il loro know, lo straordinario patrimonio di dati? «Il modello che abbiamo creato in questi anni può essere utile a chiunque faccia ricerca, soprattutto per la medicina personalizzata», avevano spiegato. Per 11 anni Shardna aveva raccolto, dell'80 per cento delle popolazioni di Talana, Urzulei, seulo, Triei, Seui, Escalaplano, Ussassai, Baunei, Loceri e Perdasdefogu, dati anagrafici, clinici e genealogici, ricostruendo la mappa genetica di ogni cittadino e l'albero genealogico a partire dal sedicesimo secolo. Un lavoro utile per studiare cure personalizzate partendo dalla storia della famiglia di ogni singolo individuo. Che fine ha fatto SharDna? (f.ma.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Marketing, Premio Ichnusa al via
Quinta edizione della competizione, per il vincitore uno stage retribuito
Gli studenti universitari dovranno presentare un progetto. Previsto un seminario di tre giorni
 
Prende il via la quinta edizione del “Premio Ichnusa”, la competizione che offre agli studenti dell'Università la possibilità di misurarsi nella realizzazione di un progetto di marketing e aggiudicarsi uno stage retribuito di 6 mesi all'interno del team marketing Ichnusa.
Articolato in diverse fasi, il progetto coinvolge gli studenti in un seminario preliminare della durata di tre giorni finalizzato al conseguimento di 3 crediti formativi. Nel corso di una tre giorni a stretto contatto con il team Ichnusa, che mette a disposizione tutta la propria competenza ed esperienza, gli studenti hanno l'opportunità di approfondire, anche attraverso esempi e case histories concrete, la realtà aziendale e le strategie di marketing implementate a supporto dello storico brand.
Terminato il seminario, gli studenti riceveranno il brief necessario per mettere in pratica le nozioni teoriche acquisite e cimentarsi, divisi in gruppi, nell'elaborazione di un progetto che invoglia i ragazzi ad individuare strumenti di contatto originali e creativi per il target giovane di Ichnusa.
Il progetto vincitore sarà individuato ad aprile e scelto sulla base di diversi criteri: originalità, coerenza e fattibilità tecnica della proposta, chiarezza espositiva del gruppo di lavoro e capacità di lavorare in team.
All'interno dei primi tre gruppi classificati sarà selezionato lo studente che potrà svolgere uno stage retribuito di 6 mesi all'interno del team marketing Ichnusa. Nel 2012 gli studenti vincitori della III° edizione hanno avuto l'occasione di vedere la propria idea realizzata: i quattro bicchieri limited edition dedicati alle quattro province sarde sono realmente entrati in produzione e lanciati sul mercato in occasione del centenario di Ichnusa.
«Siamo orgogliosi di aver proseguito anche quest'anno con un'iniziativa in cui crediamo molto e che è giunta alla sua V° edizione. Questo premio è la testimonianza di come Ichnusa continui a investire sui giovani, che rappresentano la risorsa più importante per il territorio e il suo sviluppo - ha dichiarato Valentina Simonetta, group brand manager Ichnusa - Per questo, tengo a ringraziare l'Università di Cagliari e il corpo docenti, la collaborazione dei quali è sempre preziosa e fondamentale».
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Il mago delle impronte digitali
Volto, voce, iride e passo: così si identificano le persone
INTERVISTA. Parla Gian Luca Marcialis, ricercatore universitario esperto in biometria
 
È un maestro nel decifrare le impronte digitali. E con le tecniche che sperimenta si riesce a identificare le persone attraverso l'analisi di tratti fisiologici e comportamentali dell'essere umano.
Gian Luca Marcialis, ricercatore al Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'Università di Cagliari, è considerato un'autorità nel suo campo: la biometria. Componente del gruppo di “Pattern recognition and applications” diretto da Fabio Roli, docente del corso per dottorandi “Tecnologie biometriche per la sicurezza informatica”, Marcialis tiene seminari anche all'estero.
La sua materia a partire dagli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 è al centro dei dispositivi di sicurezza di molti Paesi che temono, in particolare, i furti di identità.
Cos'è la biometria?
«È la scienza che studia metodi ed algoritmi per l'identificazione personale attraverso l'analisi di tratti fisiologici e comportamentali dell'essere umano. Tra i primi abbiamo l'impronta digitale, il volto, l'iride, mentre tra i secondi ci sono la voce, la dinamica della battitura, il passo».
Insomma, si può identificare una persona anche da come cammina?
«È uno degli elementi».
Qual è la tecnica biometrica più comunemente nota?
«Le impronte digitali, fin dalla fine dell'800. Prima erano gli unici elementi per identificare le persone, oggi esistono metodiche completamente automatizzate diffuse non solo a livello di applicazioni per l'ordine pubblico (come la registrazione ed il riconoscimento degli immigrati, per l'identificazione di sospetti e così via), ma anche come meccanismi di protezione di risorse condivise ma non accessibili a tutti, tipicamente sistemi informatici ed aree riservate».
Possono essere falsificate?
«L'argomento è oggetto di un nostro progetto denominato “FP7 Tabula Rasa”. Dal 2006, nel nostro ruolo di “visionari”, esploratori della conoscenza, ci stiamo occupando delle possibili tecniche di falsificazione delle impronte digitali e dell'impatto di tali falsificazioni sui sistemi di riconoscimento automatico. Nella pratica è possibile ingannare un sensore elettronico attraverso materiali artificiali in grado di riprodurre i tratti morfologici tipici delle impronte digitali, in modo da apparire impronte realistiche».
Si è visto in qualche film...
«Attacchi di questo tipo si collocano in un'ottica futuristica ma da qualche anno le aziende che producono sensori per impronte stanno dotando gli stessi di strumenti in grado di riconoscere queste falsificazioni per incrementare la competitività. Il progetto Tabula Rasa estende quanto vale per le impronte digitali a tutte le biometriche finora utilizzate: il volto, la voce, il passo, l'iride ad esempio, e addirittura sistemi a più biometriche».
Su che cosa si basano i sistemi di riconoscimento?
«Su punti caratteristici denotati dal flusso dei solchi e delle creste epidermiche nei polpastrelli. Questi, uniti ad altre misure estratte dalle immagini, consentono un'altissima percentuale di identificazione corretta in molte applicazioni. È chiaro che, riuscendo ad imitare con un falso queste informazioni, si mette a rischio l'affidabilità dei sistemi di identificazione personale automatica, se non si hanno strumenti per riconoscere il falso».
Quali sono stati i risultati ad oggi ottenuti e quali sono quelli attesi?
«I sistemi di identificazione automatica per impronte digitali sono altamente affidabili, ma sulle falsificazioni c'è ancora molto da fare».
Dunque le contromisure non sono ancora completamente efficaci?
«Ad oggi le contromisure, chiamate metodi di “liveness detection”, ovvero di riconoscimento di falsi, non risultano essere ancora efficaci in pieno. Ma sono stati fatti notevoli passi avanti, e si può dire che la strada da percorrere, pur in salita, porterà a grandi soddisfazioni, sia in termini di risultati concreti per la comunità, sia in termini di riconoscimenti internazionali».
Sul fronte giudiziario che uso si fa di queste tecnologie?
«Investigatori e avvocati si sono avvantaggiati dei progressi tecnologici fatti. Basti pensare che i sensori elettronici di impronte digitali sono utilizzati con successo per la registrazione di immigrati, ed i sistemi di identificazione automatica costituiscono oramai una prassi consolidata nel supporto all'identificazione di eventuali sospetti nella scena del crimine».
Con chi collaborate?
«Abbiamo collaborato con i ricercatori del Racis di Cagliari (Raggruppamento Carabinieri investigazioni scientifiche) per i quali abbiamo condotto uno studio sullo stato dell'arte sui metodi e gli algoritmi per l'analisi computerizzata di immagini di impronte digitali e l'identificazione di impronte falsificate, e quanto svolto ha confermato l'enorme importanza delle impronte quale utilissimo strumento di identificazione personale».
Elisabetta Caredda
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
«La città non volle morire»
Le bombe del 1943 rievocate dal Rotary club
Quei giorni drammatici nel dibattito con immagini e testimonianze
 
I bombardamenti che abbatterono Cagliari settant'anni fa sono stati rievocati in un'affollata riunione rotariana nell'hotel Mediterraneo, per iniziativa del Rotary Club Cagliari che ha organizzato una serata assieme agli altri quattro club della città e da quello di Quartu. Vi hanno partecipato le più alte autorità civili, della magistratura, dell'avvocatura, dell'Università e delle forze armate, oltre ai giovani del Rotaract e dell'Interact, i rappresentanti dei Lions Club e dell'Inner Wheel, gli studenti stranieri che sono ospiti nell'ambito dei programmi rotariani di scambio-giovani e altri ospiti.
Il sindaco Massimo Zedda ha rappresentato il lutto dei cagliaritani, ricordando la medaglia d'oro al valor militare che fu attribuita alla città, parlando della ricostruzione del dopoguerra e auspicando che le nuove e future generazioni non debbano mai conoscere analoghe tragedie né alcun conflitto armato.
La serata commemorativa - Cagliari, la città che non volle morire - è stata incentrata sulla proiezione di due filmati storici (le condizioni disastrose di quartieri e monumenti documentate nel febbraio del 1943 dal cineamatore Virgilio Falchi e la mesta processione del primo maggio ripresa da Marino Cao) e di un'altrettanto emozionante serie di fotografie della collezione Cosentino. Le immagini sono state accompagnate dal pianoforte di Elisabetta Steri e Giuseppe Maggiolo Novella, dalla chitarra classica di Luigi Puddu, dal complesso “Cuncordia a launeddas” guidato da Giampaolo Lallai e da testimonianze di Francesco Alziator, Antonio Ballero e Francesco Cocco Ortu (lette da i rotariani Antonella Sarais, Alberto Desogus, Francesca Fiorilla e Giovanni Cocco Ortu).
Le vicende di quell'anno drammatico sono state rievocate da un testimone allora adolescente, il magistrato Marcello Marchi: la guerra nel Mediterraneo, le strategie e le azioni dei governi in conflitto, i ripetuti attacchi alla città, le distruzioni, i morti, il dolore, l'avvilimento, la paura, lo sfollamento e quindi il coraggioso ritorno alla vita di una città gravemente ferita che non volle morire» quando già si prospettava di trasferire il suo ruolo di capitale della Sardegna. «Le difficoltà vennero superate e la nostra Cagliari iniziò allora il cammino della rinascita».
A evidenziare le atrocità della guerra, il presidente del Rotary Club Cagliari, Mauro Manunza, che ha richiamato l'attenzione di una fotografia pubblicata su un giornale statunitense 70 anni fa: mostra un bombardiere diretto a colpire Cagliari, con il suo comandante che firma una grossa bomba sotto la scritta “Questa è per la tua casa”. La lotta armata fa perdere il senso di umanità, rende gli uomini insensibili e impietosi, coinvolge le popolazioni civili inermi e indifese. Con l'assemblea di commemorazione i rotariani hanno inteso sottolineare il loro spirito di costruttori di pace e solidarietà che anima il milione e 250 mila soci sparsi in tutto il mondo.
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Piazza arsenale
“Dipinti dimenticati”, iniziativa in Pinacoteca
 
Domani, alle 17, nei locali della Pinacoteca Nazionale, alla Cittadella dei Musei di piazza Arsenale, Nicoletta Usai, della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, presenta la conferenza “Dipinti dimenticati: il ciclo pittorico di Sant'Antonio Abate a Orosei”. La chiesa intitolata a Sant'Antonio Abate, nell'abitato di Orosei, contiene un ciclo pittorico, già datato al XIV secolo, che risulta di grande interesse sia per la sua estensione sia per i temi che vi sono rappresentati. L'analisi dei dipinti prenderà le mosse dalla storia degli studi, per poi rileggere l'intero ciclo anche alla luce degli importanti restauri di cui è stato oggetto, al fine di precisarne la cronologia e gli ambiti di riferimento. L'appuntamento è il settimo di una serie di incontri che avranno per tema “Solo in Sardegna. Originalità e rarità dell'arte in una terra del Mediterraneo”. Agli studenti del corso di laurea in Beni Culturali della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, presenti ad almeno 10 relazioni, verrà attribuito 1 credito formativo universitario. Per assistere alle conferenze l'ingresso al museo è gratuito.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 18 - Edizione OR)
Seneghe
Archeologia, sabato l'incontro
 
Sabato nella Casa Aragonese, a partire dalle 17, si terrà la conferenza di presentazione del progetto “Paesaggi del Montiferru meridionale e del Campidano di Milis: archeologia e territorio, tra ricerca, tutela e valorizzazione”. L'importante ricerca, che vede in primo piano sia scavi che documentazione, interessa i territori dei comuni di Bonarcado, Milis, Narbolia con Seneghe capofila. La conferenza verrà presentata dal ricercatore universitario Giuseppe Maisola del dipartimento di Storia dell'Università di Sassari che ha già condotto la ricerca sulla ricostruzione dei paesaggi antichi e medievali. All'appuntamento interverrà anche PierGiorgio Spanu, docente universitario di Archeologia tardo antica e medievale del dipartimento di Storia e scienze dell'uomo. ( j. p. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
MASTER DI BIOINFORMATICA
 “Biocloud search engine”, il “Google” della genetica
 
CAGLIARI Proprio come Google. Inserisci il nome di un gene, ad esempio Serpina3. E vengono fuori tutta la sua storia e tutte le sue "parentele". Dall'homo sapiens all'uomo degli anni Zero. Dagli eschimesi ai tuareg, tutti i geni dell'umanità a portata di medici e scienziati. In qualsiasi momento: senza doverli rintracciare in diverse biblioteche informatiche di settore. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo informatico e Gabriele Milia, dottorando in informatica, coordinati da una docente, la professoressa Nicoletta Dessì,hanno creato quello che potrebbe essere definito il Google della genetica. Si chiama Biocloud search engine ed è un motore di ricerca che consente, inserendo ad esempio il nome di un gene, Serpina 3, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni tra quello e gli altri geni. Uno strumento importante per la medicina e la ricerca ad esempio sugli studi per la longevitá. Ma è soltanto uno dei possibili utilizzi. L'applicazione è stata presentata ieri mattina nella sede dell'Universitá nel corso dell'illustrazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall'ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del "project work" finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri. "Con questo master siamo alla frontiera dell'innovazione- ha detto il rettore dell'Universitá di Cagliari Giovanni Melis- sono state formate delle professionalità importanti per il lavoro. La stessa Università di Cagliari sta bandendo il concorso per 4 bioinformatici ai laboratori della cittadella di Monserrato".(st.am.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Ed_Cagliari
pinacoteca
Sant’Antonio Abate a Orosei tema di “Dipinti dimenticati”
 
CAGLIARI Incontri del giovedì in Pinacoteca. Domani, alle 17, nei locali della Pinacoteca Nazionale, in Cittadella dei Musei, Nicoletta Usai, della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, presenta la conferenza: "Dipinti dimenticati: il ciclo pittorico di Sant'Antonio Abate a Orosei". La chiesa intitolata a Sant'Antonio Abate, compresa nell'abitato di Orosei, contiene un ciclo pittorico, già datato al XIV secolo, che risulta di grande interesse sia per la sua estensione sia per i temi che vi sono rappresentati. L'analisi dei dipinti prenderà le mosse dalla storia degli studi, insolitamente avara di contributi, per poi rileggere l'intero ciclo anche alla luce degli importanti restauri di cui è stato oggetto, al fine di precisarne la cronologia e gli ambiti di riferimento. L'appuntamento è il settimo di una serie di incontri che avranno per tema: "Solo in Sardegna. Originalità e rarità dell'arte in una terra del Mediterraneo".
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Ed_Cagliari
SENTENZA DEL TAR
L’Università dovrà dare tre milioni a 25 docenti
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI I medici-professori battono cassa all’Università di Sassari. Una “botta” da 3 milioni di euro a favore dei 25 docenti che, in maniera del tutto legale, si preparano a riscuotere assegni a tre zeri dall’Ateneo per avere ricoperto il ruolo di professore universitario e contemporaneamente avere svolto anche assistenza sanitaria alle cliniche. Per questo doppio lavoro il Tar della Sardegna aveva già riconosciuto loro il diritto a percepire le cosiddette “indennità di esclusività” e “indennità” di posizione”, per i due bienni 2000-2001 e 2002-2003. Un diritto certificato da due sentenze del 2008, finora non rispettate dall’Università. Tanto da costringere i ricorrenti (in tutto 36) a rivolgersi ancora una volta al Tar per far eseguire i verdetti dei giudici. Le nuove sentenze che obbligano l’Ateneo al pagamento delle indennità arretrate per un totale di 2 milioni 988mila 199 euro (più interessi e rivalutazione monetaria), sono state depositate il 28 febbraio scorso. E all’Università, che avrà 45 giorni di tempo per mettersi in regola con i pagamenti, è andata pure bene: non a tutti i ricorrenti, rappresentati davanti al Tar dagli avvocati Raffaele Di Tucci e Giorgio Spanedda, è stato riconosciuto il credito vantato nei confronti dell’amministrazione universitaria. Per 11 di loro i magistrati hanno concluso che l’Ateneo avesse già corrisposto somme maggiori a titolo di indennità perequativa. Fra i venticinque professori che si dovranno dividere i 3 milioni di euro per le indennità mai versate ci sono molti nomi eccellenti del panorama accademico e sanitario sassarese. Questi i vincitori dei ricorsi: Isidoro Aiello, Giulio Rosati, Francesca Cottoni, Andrea Ercole Satta, Pietro Paolo Bacciu, Salvatore Dessole, Fausto Dore, Francesco Carta, Paolo Castiglia, Mario Trignano, Piero Antonio Cappucinelli, Angelo Fausto Dore, Decio Cerimele, Aldo Carcassi, Angelo Deplano, Nicola Glorioso, Antonio Azara, Luisanna Bosincu, Antonio Solinas, Virgilio Agnetti, Giulio Cesare Canalis, Giuseppe Delitala, Giuseppe Dettori, Andrea Costantino Montella, Ida Iolanda Mura. Costituendosi in giudizio davanti al Tar, l’Università sassarese ha chiesto che il ricorso fosse respinto, sostenendo di avere già pagato a tutti i ricorrenti cifre ben più alte di quelle richieste, sotto forma di indennità perequativa. Tesi che i giudici hanno ritenuto valida solo per la posizione di undici dipendenti universitari: Maria Pinna Dore, Rossana Faedda, Antonio Masala, Maria Rita Piras, Pier Paolo Rovasio, Domenico Gallisai, Francesco Meloni, Maria Stella Mura, Maria Adriana Piras, Alberto Porcu, Antonio Mario Scanu. Per questi il tribunale amministrativo ha verificato che a fronte delle cifre richieste all’Università, i ricorrenti hanno già ricevuto somme maggiori a titolo di indennità perequativa, quindi non possono pretendere altro dall’Ateneo. Visto che l’Università ha già ignorato le precedenti sentenze del 2008 con cui veniva riconosciuto ai ricorrenti il diritto a percepire le somme richieste, questa volta i magistrati hanno disposto che «L’esecuzione dovrà avvenire entro il termine di 45 giorni dalla comunicazione della sentenza» e che «In caso di inerzia verrà nominato un Commissario ad acta» per eseguire i pagamenti disposti dal Tar.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Ed_Cagliari
Fondazione Segni, un ciclo di dibattiti su temi centrali dell’isola
 
SASSARI Quattro temi centrali per la Sardegna, è il programma della Fondazione Segni che li affronterà in quattro diversi dibattiti. Il primo, "60 anni di autonomia, le idee di Antonio Segni e la realtà di oggi", si svolgerà venerdì 8 marzo alle 17,30, nell'Aula Magna dell'Università. Segni scrisse negli anni della Costituente una serie di articoli sui caratteri e sui poteri della Regione sarda che stava per essere costituita. I relatori, Valerio Onida e Francesco Pigliaru, partiranno da qui per esaminare luci ed ombre della storia dell'autonomia e della situazione odierna. Venerdì 5 aprile Tito Boeri e Luigi Guiso saranno relatori al convegno che affronta un tema attualissimo: "Finanza e politica in Sardegna: Banco e Fondazione". Venerdì 3 maggio convegno "Mattatoio Sardegna". Sarà relatore Mariano Maugeri, giornalista del Sole 24 Ore che in gennaio ha scritto un documentato articolo sulla gestione regionale Della spesa pubblica. L'articolo non ha avuto risposta, e il convegno riprenderà il tema. Venerdì 7 giugno un convegno sull'eterno problema dell'energia in Sardegna e la vicenda del Galsi il progetto che mira alla realizzazione di un gasdotto destinato all'importazione di gas naturale dall’Algeria.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 22 - Sassari
La crisi taglia le gambe ai ricercatori
Nell’Università è a rischio il turn over per i laureati dell’accademia italiana: grido d’allarme dei dottori sassaresi
di Antonio Meloni
 
SASSARI La previsione è che nel medio periodo l’università attraversi una pericolosa fase di stallo determinata dal blocco del turn over. La rigida cura dimagrante a cui è stata sottoposta, negli ultimi anni, l’accademia italiana ha determinato, infatti, le condizioni dell’emergenza. A lanciare l’allarme sono i dottori di ricerca, riuniti ieri nell’aula Eleonora d’Arborea del Rettorato, per presentare i risultati del terzo rapporto nazionale Adi (Associazione dottori e dottorandi di ricerca italiani). Un quadro desolante che conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, la profonda crisi che da qualche anno investe l’istituzione universitaria nazionale. Il fuoco alle polveri lo ha dato Marco Calaresu quando, in apertura, ha snocciolato alcuni dati che rendono un’immagine impietosa della situazione di profondo disagio vissuta dai dottori di ricerca, come dire l’avanguardia dell’attività di studio portata avanti dall’ateneo. Un dato sconcertante è quello degli oltre duecento milioni di euro sottratti (-24,3 per cento secco), negli ultimi cinque anni, al finanziamento dei dottorati di ricerca e quindi alla ricerca stessa. Un’emorragia massiccia i cui danni potranno essere quantificati solo fra qualche anno, quando il corpo docente ora in servizio dovrà essere sostituito da una nuova generazione di professori che nel frattempo l’università non avrà potuto formare. Una crisi, è ovvio, che non investe solo l’ateneo turritano, ma che a Sassari, come in tutte le università periferiche, avrà ricadute ancora più pesanti. Pesa, e non poco, il destino dei dottori di ricerca se è vero che, per dirla con Marco Calaresu, dei tanti laureati che fra mille sacrifici decidono di imboccare la strada della ricerca, il 93 per cento non potrà proseguire nell’università che li ha formati. «Molti saranno costretti a riparare all’estero - spiega il presidente dell’Adi - e saranno i più fortunati perché gli altri dovranno rassegnarsi a lavorare nel privato o a fare lavori non qualificati e certamente sottopagati». Solo un risicato sette per cento potrà proseguire il percorso accidentato della ricerca e sperare di varcare la soglia della docenza. Fra le schermate del rapporto, presentato a Roma lo scorso febbraio, e riproposto ieri all’università, emerge che negli ultimi tre anni le borse sono passate da 5.045 a 3.804, ma chi ha avuto la "fortuna" di ottenerne una non ha garanzie per il futuro. Il 78 per cento dei dottorandi sarà fuori dal percorso accademico al termine dell'assegno, mentre il 15 per cento uscirà dopo aver ricoperto una posizione da ricercatore a tempo determinato. Notevole anche il gap rispetto alla maggior parte dei paesi europei riguardo al numero dei dottorandi con un desolante 0,6 ogni 1.000 abitanti contro i 3,8 della Finlandia, i 3,4 dell'Austria e l’1,1 della Francia. Anche la borsa-stipendio di 1.035 euro risulta tra le più basse d'Europa. Ma il dato certamente più inquietante - come ha ricordato il rettore Attilio Mastino -, è il calo graduale dell’investimento complessivo dello Stato, se è vero _ come è stato detto ieri _ che l’Italia investe in ricerca lo 0,6 per cento del Pil (prodotto interno lordo) a fronte dell’1,6 della media dei paesi Europei. Una caduta inarrestabile se si calcola che nel 2009, solo 4 anni fa, la percentuale era dello 0,8 per cento. Quali possano essere gli esiti di questa falcidia è facile immaginarlo, a maggior ragione se si considera che l’università, in Sardegna, rappresenta ancora una strategia vincente per far fronte alla grande difficoltà di trovare spazio in un mercato del lavoro sempre più complesso.
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
SABATO CONVEGNO ALL’UNIVERSITà
Dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne
Tema del dibattito la necessità di uscire dal silenzio per combattere gli abusi contro madri, figlie, mogli «Monitorare il fenomeno che va seguito con precisi e concreti provvedimenti»
di Daria Pinna
 
SASSARI La violenza sulle donne è una vergogna, qualcosa di davvero inaccettabile. Eppure continua ad esistere e è ancora resistente la paura di parlarne, la capacità di ammettere di esserne vittima. Per discutere e approfondire questi temi si terrà, sabato 9 marzo, un convegno dal titolo “Dall’abuso sui minori alla violenza sulle donne: combattiamo il silenzio”, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Sassari. Si tratta di un seminario organizzato dall’Ordine dei medici della provincia di Sassari, dal Consiglio dell’ordine Forense e dai quattro Lions Club della Zona A della VII Circoscrizione Distretto Lions 108 (Sassari Host, Sassari Monteoro, Castelsardo e Porto Torres). All’evento, preceduto dai saluti di Mario Marras, presidente del Lions Club Sassari Hos e da quelli del presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari Agostino Sussarellu, interverranno in qualità di relatori, gli avvocati Mariano Mameli ed Elvira Useli, il magistrato Guido Vecchione, Cristiano Depalmas, Noemi Sanna, Salvatore Dessole, Elena Mazzeo e il sostituto procuratore Paolo De Angelis. L’incontro, moderato da Rita Nonnis e dall’avvocato Cristina Sardu, si concluderà con una tavola rotonda a cui parteciperanno alcuni rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni del territorio: il colonnello Pietro Salsano, comandante provinciale dei carabinieri, Antonello Pagliei, questore di Sassari, Maria Giovanna Monte, direttrice del progetto Aurora - Centro Antiviolenza di Sassari, Paola Benedetto e Piera Porcheddu, referenti Spazio Neutro e Sergio Rassu, direttore del pronto soccorso dell’ospedale Civile di Sassari. «Il fenomeno va dunque attentamente monitorato e seguito, all’esito di ricerche ad hoc, da precisi e concreti provvedimenti», si legge in una nota stampa sulla presentazione del convegno. I consultori pubblici, le case di accoglienza, lo psicologo del territorio, sono tutte entità che devono intervenire con prontezza per evitare che dallo stalking, dalla sporadica molestia, dal maltrattamento occasionale si passi al femminicidio vero e proprio. Il convegno di sabato, che inizierà alle 8.30, «sarà l’occasione - spiegano gli organizzatori - per riflettere sulle problematiche affrontate dagli operatori e dagli esperti del settore, attraverso una giornata di approfondimento in cui le esperienze degli addetti ai lavori vengono messe a confronto».
 

15 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 15
Ricerca «Nessuna agonia, il Crs4 è vivo»
LA REPLICA La vicepresidente Corona si difende dalle accuse
«Avanti con i progetti, contro di noi attacchi strumentali»
 
Il Crs4 sarebbe ben lontano dall’intonare – tantomeno dal sentir intonare da chiunque – il De profundis. I soldi per i progetti ci sono, al peggio sono in fase di arrivo e le sinergie con Università e Cnr sardo sono salde. «L’ente che dirigo è impegnato su tanti progetti, alcuni anche internazionali. Il nostro nuovo regolamento apre alle aziende, infatti l’obiettivo è far crescere il sistema produttivo sardo». Questo il riassunto generale dell’intervento di Ketty Corona: ex assessore agli Affari generali nella prima giunta Cappellacci, da dicembre 2010 è presidente di Sardegna ricerche. Corona è anche diventata vice presidente del Crs4, dopo l’abbandono di tutti i soci esterni. Due giorni fa è arrivato l’affondo del capogruppo regionale Pd, Giampaolo Diana: «Il Centro vive una situazione agonizzante, sia sul breve periodo che per il futuro per via dell’incapacità di gestione dei vertici di Sardegna ricerche».
Un’affermazione mal digerita dalla Corona: «Un discorso puramente strumentale per andare contro la gestione attuale. Non abbiamo diminuito nessuna voce », afferma nel doppio ruolo di presidente e vicepresidente, e sciorina una sequela di dati: «Abbiamo vinto, nel 2012, il progetto di frontiera smart cities, del valore di 25 milioni di euro con la nostra quota superiore ai quattro. È stata nostra cura presentare un successivo bando con progetto dove siamo piazzati bene, per agevolare il rapporto tra i centri di ricerca e l’università e stilare progetti insieme a aziende. Non abbiamo mai osteggiato nessun progetto, quest ’anno abbiamo chiesto all’amministrazione regionale di cofinanziare tutti i nostri progetti». Sulla trasformazione del Crs4 in fondazione la Corona chiarisce che «presiedo l’ente da dicembre 2010, la trasformazione doveva avvenire entro il settembre dello stesso anno, quando era presidente Giuliano Murgia».
Dati e replica a parte – arrivati nella conferenza stampa in Rettorato sulla fine del primo master di secondo livello in bioinformatica –Ketty Corona è contenta «dei tanti giovani ricercatori che hanno partecipato, alimentando conoscenze e possibilità per loro di trovare lavoro in aziende specializzate. I ragazzi hanno visto come siamo avanti in questo campo, eccellenza come il sistema Sardegna ».
Ottanta i partecipanti lo scorso maggio, in 20 hanno finito il percorso di studi scientifici. E il Magnifico, Giovanni Melis, informa che «alcuni di loro già lavorano in realtà consone, altri magari potranno mettere a frutto le conoscenze proprio nel polo scientifico di Pula dove si sono formati in questi mesi. Dobbiamo formare ragazzi capaci, così le aziende getteranno basi nell’isola».
P. R.
 

Questionario e social

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