Domenica 27 gennaio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 gennaio 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

 
L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
Come il fascismo prese il potere: lo storico presenta in Sardegna la sua ricerca
QUELLA SCAMPAGNATA DRITTA AL CUORE DELLO STATO
Gentile: “E fu subito regime”
Verrà presentato domani alle 18 presso l’Archivio Storico Comunale di Sassari il volume di Emilio Gentile “E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma”. Martedì 29 del libro si discuterà la mattina alle 11,30 al Tecnico Ruju di Sassari, di pomeriggio al Tribu di Nuoro dalle 18,30. Mercoledì 30 Emilio Gentile incontrerà sempre a Nuoro dalle 11,30 gli studenti del Liceo Asproni; dalle 18,30 sarà invece ad Ales presso la Sala Convegni del Municipio. Giovedì 31 sarà la volta di Cagliari dalle 16 presso l’Aula Motzo della Facoltà di Studi umanistici.
 
Come spiegare che quella spesso descritta come una goffa kermesse sia stata all’origine di un esperimento totalitario tragico e violento che per un ventennio cancellò la democrazia dall’Italia? Se lo chiede Emilio Gentile, tra i più importanti storici del fascismo, nel suo ultimo lavoro “E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma” (Laterza, pp. 336, € 18).
La risposta è semplice: la Marcia su Roma non fu una buffa scampagnata, come tendono ad accreditare anche certi storici, o una mera reazione contro un’ipotetica rivoluzione bolscevica, prospettiva che nell’ottobre 1922 era da tempo inconsistente, ma rappresentò l’instaurazione di un regime da parte di una forza politica insignificante che nel giro di due anni, unico caso in Europa, divenne un partito-milizia di massa in grado di prendere il potere esautorando le forze costituzionali. A prescindere da Mussolini, il quale assecondò più che ispirare l’evento, dove ebbe un ruolo molto più rilevante un uomo come Michele Bianchi, fu soprattutto grazie alla forza dello squadrismo libero di imperversare su buona parte dell’Italia che il fascismo colse quello che Gentile definisce l’attimo fuggente per conquistare un potere, ovvero il momento in cui la storia converge nella decisione di alcuni uomini, o nella mancanza di decisione di altri, nel riuscire ad orientare il corso della storia in una direzione piuttosto che in un’altra. Una logica che qualche anno prima aveva guidato anche un certo Lenin nella notte tra il 24 e 25 ottobre del 1917 mentre rasato, con una parrucca e un berretto da operaio si aggirava in tram per Pietrogrado per compiere la presa del Palazzo d’Inverno.
In questo senso, sia il bolscevismo che il fascismo sono sicuramente accomunati dall’aver avuto inizio ben diversamente da come sono stati esaltati dalle rispettive mitologie o descritti da storiografie orientate ideologicamente.
Dal 1920 i fascisti si erano identificati di fatto come gli unici rappresentanti della nazione, e come tali concepivano come nemici interni allo Stato italiano tutti coloro che la pensavano in maniera diversa. I socialisti e le organizzazioni dei lavoratori, la cui prospettiva rivoluzionaria era oramai una chimera, ma anche i popolari nella prima parte del 1922, erano così diventati il nemico principale da abbattere con l’uso cieco delle armi, le bastonature, le uccisioni, in un disegno avente un solo obiettivo: la conquista totale del governo e la distruzione della democrazia parlamentare e della politica liberale. Irrazionale e spinto da un attivismo che vedeva nell’azione violenta il fulcro della propria proposta politica, l’uomo “nuovo” fascista avrebbe fatto della violenza il suo credo, sospinto dall’ardore giovanilista di molti dei capi delle squadracce locali, il cui alto tasso di creatività politica si era formato nella guerra contro una classe dirigente liberale impotente. È infatti soltanto in Italia, nota l’autore, che un partito di giovani riuscì in due anni a prendere il potere, fatto mai verificato in nessuno stato parlamentare, passando da poco meno di ottocento aderenti alla fine del 1919, alle dimensioni di massa con migliaia di iscritti al PNF tra il 1921 e l’ottobre 1922.
Il volume è costruito in maniera rigorosa quanto accurata nella lettura, lasciando parlare i protagonisti degli eventi in modo da ricostruire con la massima obiettività possibile i fatti e permettere al lettore di delineare una propria interpretazione della Marcia su Roma. Solo così chi legge può comprendere la particolarità di un evento che in quell’ottobre 1922 vedeva affermarsi un partito armato la cui strategia era in sostanza quella di un esercito occupante.
A cedere non era però lo Stato liberale, ma le indecisioni dei suoi uomini di governo e di un sovrano che non compresero le dimensioni di massa del partito armato e le sue ambizioni di potere assoluto, perdendo così la possibilità di reprimere un tentativo eversivo che poteva essere facilmente arrestato. E i fascisti, vedendo che la loro violenza restava per lo più impunita, si convinsero ben presto che l’imbelle classe dirigente liberale doveva essere sostituita da una ben più vigorosa, destinata però a diventare dominatrice incontrastata. Tutto questo favorito anche dal clima incandescente del dopoguerra e dalla debolezza dei quattro eterogenei governi alternatisi dal 1919 all’ascesa di Mussolini, e dal proliferare di prese di posizioni antidemocratiche e antipartito, con una critica sempre molto serrata contro il giolittismo anche da parte di personaggi che pure sarebbero stati irriducibili antifascisti come Gobetti e Salvemini. Uomini che non ebbero subito la percezione di cosa avevano rappresentato la Marcia e il progetto politico fascista, tranne illuminate eccezioni come quella di Luigi Salvatorelli, e che giudicarono quello mussoliniano più o meno come un nuovo episodio, in prospettiva di breve durata, delle “dittature” parlamentari o, nell’accezione comunista, una controrivoluzione volta a fermare l’ascesa del proletariato. Errori di valutazione pagati caramente.
Ci sarebbero voluti vent’anni di potere assoluto, violento e antidemocratico e una guerra terribile per sconfiggere un regime che all’inizio ben pochi avevano preso sul serio.
Gianluca Scroccu
 
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda / Provincia di Nuoro (Pagina 23 - Edizione NU)
SINISCOLA. Il provvedimento interesserà via Sassari e parte di via Roma
DIETRO L’ANGOLO C’È LA ZTL
Traffico limitato in centro, il piano del Comune
 
Il centro storico di Siniscola presto diventerà una zona a traffico limitato. L’amministrazione guidata dal sindaco Rocco Celentano prepara un provvedimento specifico, facendolo rientrare tra quelli previsti nel nuovo piano traffico che andrà a rivoluzionare la viabilità cittadina. In tal senso gli amministratori comunali intendono indire per il prossimo mese di febbraio alcuni incontri di sensibilizzazione, per illustrare alla cittadinanza i cambiamenti e i benefici che l’iniziativa avrà sulla vivibilità del cuore urbano della città.
ASSEMBLEE E INCONTRI TECNICI Oltre alle assemblee popolari sono in programma anche degli incontri tecnici con le forze dell’ordine e la Prefettura, proprio per affinare in maniera condivisa il complesso degli interventi che si andranno ad applicare. La creazione di una Ztl in effetti, comporta una serie di azioni collegate che consentano di facilitare al massimo la mobilità all’interno del centro abitato, ma sopratutto nelle aree a maggiore tasso di circolazione, attraverso l’interconnessione tra le strade principali e quelle secondarie. Alcuni mesi fa la Giunta municipale si era accordata con l’Università di Sassari per l’elaborazione di uno studio approfondito di tutta la rete viaria in modo da avere un quadro completo della situazione e su come poter intervenire per migliorare lo scorrimento del traffico cittadino.
CAOS TRAFFICO A Siniscola le direttrici più trafficate in assoluto, per quanto riguarda le zone esterne al centro storico sono le vie Conteddu, Matteotti, Gramsci e De Gasperi, per quanto riguarda invece la parte più vecchia della cittadina gli accessi vengono garantiti da via Sassari e da via Roma, che poi ripercorre il tratto di Orientale sarda che spacca in due la cittadina da sud a nord. La Ztl interesserà proprio queste due ultime arterie anche se non è ancora dato sapere quale sarà la sua ampiezza. «Per ora non è stato deciso ancora nulla - spiega Celentano - anche se stiamo lavorando per definire nel suo complesso l’intero piano del traffico».
VIA SASSARI E VIA ROMA «Probabilmente via Sassari sarà interessata per intero, mentre resta da capire quale tratto di via Roma verrà regolamentato. Tra le novità anche una serie di nuovi sensi unici e la realizzazione di alcune rotatorie negli incroci più importanti. In particolare si parla del crocevia tra le vie Conteddu e Matteotti e tra via De Gasperi e Tirreno.
L’AUTOSTAZIONE «0ltre alla viabilità interna - prosegue il sindaco - stiamo operando con la Regione per la creazione di un crocevia dei trasporti pubblici, che permetta a Siniscola di diventare un riferimento per i collegamenti tra le zone interne della provincia con il porto e l’aeroporto di Olbia». Prevista una stazione di pullman nella piazza antistante il cimitero.
Fabrizio Ungredda
 
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Olbia e provincia (Pagina 32 - Edizione NU)
OLBIA. L’invenzione del free lance olbiese Andrea Monaco: un contenitore auto-refrigerante
UNA BOTTIGLIA CHE RAFFREDDA LE BEVANDE
 
Olbiese, freelance, da tempo emigrato in Veneto, ha inventato la bottiglia auto refrigerante. 
Nei giorni scorsi Andrea Monaco ha depositato il suo brevetto e ora è alla ricerca di uno sponsor per produrre quella per anni è stata la sua fissazione.
«Da piccolo, con mio padre andavo a pescare con una piccola barchetta davanti a Tavolara, sveglia molto preso, sistemate le lenze e la merenda con due bibite, partivamo. Tutte le volte che mio padre apriva la birra ed io la mia aranciata sotto il sole cocente (35 gradi minimo) la prima esclamazione dell’ormai defunto genitore era questa: che bello se qualcuno inventasse una bottiglia che si raffredda da sola ». Magari, commentavo io...» e questo pensiero per anni ha frullato nella sua testa. Circa dieci anni fa il desiderio di inventarla «era solo un sogno, poi ho cominciato a lavorarci su e a capire realmente come si poteva fare. Mi sono reso conto su internet che in America qualcuno ci aveva provato ma senza successo».
Anni e anni di esperimenti e ultimamente, grazie anche alla collaborazione con l’università di Cagliari il suo sogno è diventato realtà.
«Ho presentato all’ufficio brevetti di Roma la mia idea depositando l’invenzione, oggi il mio prototipo è pronto e perfettamente funzionale: riesco ad abbatte la temperatura di una bibita da 35 gradi fino a 9 senza bisogno di un frigo, in meno di 3 minuti»
Un’idea che apre orizzonti interessanti «sia per la sua praticità che per problemi legati al risparmio energetico -spiega Monaco - Se solo pensiamo che al mondo si consumano 800 miliardi di bibite che normalmente vengono raffreddate con sistemi tradizionali alimentati con la corrente elettrica, se il mio sistema di auto-refrigerazione dovesse essere applicato solo dal 10 per cento delle bibite raffreddate tradizionalmente, a livello mondiale si potrebbe chiudere una centrale nucleare, quindi anche l’ambiente ne avrebbe dei grossi benefici».
Secondo Monaco dunque la sua invenzione potrebbe cambiare le cose in meglio: «L’invenzione è immediatamente industrializzabile.
Lancio quindi un appello ad eventuali interessati che vogliano sviluppare insieme a me quest’invenzione che in breve tempo potrebbe dare grossissime soddisfazioni».
Il sistema della bottiglia auto-refrigerante prevede due soluzioni: «la prima è progettata per essere riutilizzabile migliaia di volte, la seconda è usa e getta.
Comunque in tutti i due progetti si garantisce il massimo della sicurezza: non esistono rischi di implosioni o esplosioni e la bevanda non entra mai a contatto con il sistema di raffreddamento, tra l’altro è previsto un sistema di smaltimento estremamente all’avanguardia che prevede che anche i minimi scarti liquidi prodotti dalla bottiglia vengano riutilizzati nel settore dell’agricoltura in piena sicurezza».
Chi volesse finanziare o comunque aiutare Andrea Monaco a commercializzare la sua invenzione può contattare l’archimede olbiese scrivendo una e-mail a: bottigliabsc@gmail.com
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna / Sardegna (Pagina 7 - Edizione CA)
Ottana
MARCHIO DOC PER BOES E MERDULES
Concesso l’importante riconoscimento alle maschere tradizionali
di Federico Sedda
 
OTTANA La procedura intrapresa due anni fa dal Comune di Ottana per ottenere il marchio Doc (denominazione di origine controllata) per le maschere etniche del paese, boes, merdules e filonzana, è in dirittura d’arrivo. Manca ancora qualche dettaglio, ma ormai il più è fatto. Al punto che il sindaco Gian Paolo Marras ha fissato per il 10 febbraio, in pieno Carnevale, la presentazione ufficiale del marchio nel corso di una manifestazione che si terrà nell’aula consiliare con inizio alle 10. La presentazione sarà preceduta da un convegno sull’identità, la cultura e le opportunità delle maschere, che si terrà il 7 febbraio alle 10 a Sassari, in via Zanfarino, nella sede del dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione dell’università sassarese. Relatori: i docenti di storia delle tradizioni e di antropologia culturale Mario Atzori e Maria Margherita Satta, il sindaco di Ottana Gian Paolo Marras, il cantautore Piero Marras e gli artigiani ottanesi Gonario Denti e Franco Carotti. Il sigillo culturale dell’università di Sassari, con la quale il Comune ha firmato una convenzione per valorizzare la storia e le tradizioni popolari del paese, darà una sorta di imprimatur al marchio Doc delle “caratzas” (maschere) di Ottana. L’evento sarà immortalato il 10 febbraio con un annullo speciale di Poste italiane che dedicherà un francobollo a boes e merdules.
«L’iniziativa – dice il sindaco Marras – si colloca nell’ambito di una serie di attività che abbiamo messo in campo per valorizzare la nostra storia e la nostra cultura. Un contenitore che vogliamo trasformare in occasione di rilancio economico e sociale». Cultura, storia e identità, insomma, quali tasselli di uno sviluppo destinato a soppiantare quello industriale ormai in decadenza irreversibile. Una strada che parte dal recupero dei simboliche garantiscono originalità alla vera tradizione identitaria ottanese. Il marchio Doc, appunto, che sarà concesso dal Comune agli artigiani di Ottana che intarsiano le maschere. Il logo sarà depositato alla Camera di commercio di Sassari dall’avvocato Rossana Fadda, che ha seguito la complessa pratica per conto dell’amministrazione comunale.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna / Sassari (Pagina 36 - Edizione CA)
SANITÀ Strutture all’avanguardia
TRAPIANTI DI RENE, RIPRENDE L’ATTIVITÀ
Ieri l’inaugurazione della supertecnologica sala operatoria di Neurochirurgia che sarà utilizzata anche dai nefrologi
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Una sala operatoria all’avanguardia per la Neurochirurgia ma anche una nuova opportunità per l’attività di trapianto del rene, interrotta ormai da un anno e mezzo. Ieri la struttura, dotata di apparecchiature sofisticatissime, è stata ufficialmente inaugurata al 3° piano del Santissima Annunziata alla presenza del direttore generale della Asl Marcello Giannico e del sindaco di Sassari Gianfranco Ganau. Potrà essere utilizzata sia dall’equipe guidata da Riccardo Boccaletti che dalla squadra che all’ospedale civile fino a giugno del 2011 ha effettuato espianti e trapianti di rene ininterrottamente dal 1989. Un’attività che costituiva un fiore all’occhiello della sanità sassarese e che, per motivi in parte legati al personale e in parte all’indisponibilità di una sala operatoria adatta, era stata abbandonata.
«Sono particolarmente contento di essere presente a questa inaugurazione – ha detto il manager Giannico –. Perché si tratta di un traguardo raggiunto con grandissime difficoltà. Difficoltà relative ai rapporti con la Regione, alle forniture e a una burocrazia che rende ogni passo in avanti estremamente lento. L’augurio che mi faccio e faccio agli utenti della sanità è che i tempi per realizzare i progetti diventino accettabili ». ll nuovo blocco operatorio ha ricevuto la benedizione dell’arcivescovo di Sassari, Monsignor Paolo Atzei, accompagnato da Don Peppino Simula, parroco della Parrocchia di San Vincenzo e Don Orlando Ragaglia, cappellano dell’ospedale Santissima Annunziata.
La tecnologia. Oltre all’utilizzo della Tecnologia Video 3D, che permette di avere una chirurgia video assistita e di captare l’immagine del cervello con profondità di campo notevole, l’unità operativa dell’ospedale civile di Sassari è dotata del Laser Co2 per la chirurgia intracranica dei tumori. «Si tratta di una tecnica innovativa che utilizza la potenza del laser con il vantaggio di preservare le strutture ad alto contenuto d’acqua come i vasi sanguigni», ha spiegato Boccaletti. La nuova sala operatoria è dotata anche di un’apposita sezione per la formazione che darà forte impulso alla collaborazione, già in essere, con la facoltà di Medicina dell’università di Sassari per la specializzazione dei medici in neurochirurgia. «Sempre nel campo della formazione – ricorda il primario – siamo promotori di un corso di approfondimento nell’ambito di Net.it, una piattaforma digitale del web seminary a cui collaborano altre quattro chirurgie del Centro Nord Italia». L’obiettivo è quello di sviluppare metodiche di valutazione clinico chirurgica per patologie particolarmente complesse. Il prossimo passo sarà adesso l’accreditamento della struttura perché per il momento c’è stata soltanto l’autorizzazione all’esercizio da parte della Regione. Con questo “marchio di qualità” la sala avrà tutte le carte in regola per effettuare i percorsi di cura previsti dalla legge.
I trapianti. Proprio per questa ragione la settimana prossima è attesa la visita di una commissione di tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità che dovrà valutare la presenza delle condizioni anche per le sale sterili post trapianto che si trovano nel reparto di Nefrologia. Con il loro accreditamento infatti potrà essere completato il percorso dal paziente che sarà trapiantato nella sala di Neurochirurgia. La struttura verrà dunque utilizzata da entrambe le equipe (quella dei trapianti è guidata da Giorgio Norcia) e quel momento segnerà la ripresa di un’attività che la Asl aveva perso per strada un anno e mezzo fa. All’inizio a rallentare il lavoro erano stati i problemi di personale determinati dal trasferimento ad altro incarico del responsabile Nicola D’Ovidio e dal pensionamento dell’altro chirurgo Pierpaolo Manca. In seguito, a dare la mazzata finale era stata la chiusura della sala operatoria 6 che era l’unica ad avere le caratteristiche giuste per quel tipo di interventi. Eppure i numeri e la qualità dell’attività non erano per niente male. I trapianti di rene erano stati quasi trecento in oltre vent’anni e si eseguivano interventi anche su pazienti provenienti da diverse regioni italiane. «Sicuramente si accendono nuove speranze – commenta la responsabile dell’Unità complessa di Nefrologia Dialisi e Trapianto Maria Cossu –, e sarebbe ora che potessimo dare risposte ai nostri pazienti. La lista d’attesa è sempre stata tutelata con lo spostamento sui centri di Cagliari ma non appena avremo la disponibilità della sala operatoria potremo ricominciare a ragionare sulle nostre forze».
Ieri all’inaugurazione della nuova struttura di Neurochirurgia (l’equipe effettua circa 500 interventi all’anno) erano presenti il direttore sanitario Cesarino Onnis, il direttore amministrativo Chiara Seazzu e il presidente dell’Ordine dei medici Agostino Sussarellu.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna / Cultura e Spettacoli (Pagina 44 - Edizione CA)
Emilio Gentile presenta il suo libro
IL FASCISMO E LA MARCIA SU ROMA
 
Il nuovo libro dello storico Emilio Gentile “E fu subito regime: il fascismo e la marcia su Roma” (Laterza) sarà presentato in Sardegna in una serie di appuntamenti, a ciascuno dei quali parteciperà l’autore. Prima tappa del tour domani alle 18 a Sassari all’Archivio storico comunale, via dell’Insinuazione: introducono Omar Chessa e Antonello Mattone. Martedì 29 al mattino a Sassari, incontro con gli studenti dell’Itas: introduce il preside Simone Sechi. Martedì 29 al pomeriggio a Nuoro, presentazione al Tribu alle 18,30. Mercoledì 30 al mattino a Nuoro, incontro con gli studenti del Liceo Asproni. Mercoledì 30 al pomeriggio ad Ales, presentazione nella sala convegni del municipio alle 18,30: conversano con l’autore Walter Falgio e Daniele Sanna (organizza la Biblioteca gramsciana Onlus e Il circolo Fitzcarraldo, in collaborazione con il Comune di Ales. Giovedì 31 al pomeriggio a Cagliari, presentazione alle 16 nell’aula magna della facoltà di Studi umanistici: introducono Luciano Marrocu e Valeria Deplano

Questionario e social

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