Giovedì 24 gennaio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 gennaio 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

  
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
TECNOLOGIE. L’idea per smartphone di un gruppo cagliaritano
Un clic per prenotare il tavolo
Premiata a Roma l’App sarda
Una squadra sarda al lavoro per un’App da utilizzare sugli smartphone, un’idea vincente (dimmi dove sei, ti dirò dove mangiare e ti prenoto subito il tavolo) e un premio. In breve questa la storia di AppEatIt giunta seconda alla competizione “Start-up Roma” dedicata alle idee imprenditoriali ad alto contenuto innovativo e tecnologico. Sul podio un gruppo di nove professionalità a maggioranza sarda, che dopo vari studi e lavori ha deciso di mettere in piedi la startup. Al guida ci sono Damiano Congedo (laureato in Scienze della comunicazione all’Università di Cagliari e promotore dell’idea), Stefano Colella (consulente mutui), Marco Clemenza (grafico free lance) e Antonio Mura, dirigente d’azienda.
LA SFIDA Erano cento i team partecipanti alla competizione “Start-up Roma”. Tra le tre arrivate in finale WeTipp,AppEatIt e VMS.me quella sarda non ha conquistato il primo posto solo per un soffio. La gara si è conclusa venerdì scorso con la proclamazione delle idee migliori.
L’IDEA AppEatIt intende realizzare un’applicazione per smartphone che - secondo i suoi ideatori - «rivoluzionerà le abitudini alimentari dei lavoratori, consentendo di prenotare il proprio tavolo e pasto nel ristorante più vicino all’ufficio, per ottimizzare il (poco) tempo a disposizione per tagliare i tempi di attesa di fila e ordinazione e poter mangiare bene nel breve tempo della pausa pranzo». L’ottimo piazzamento al concorso è per AppEatIt un primo passo verso la realizzazione dell’impresa e del sogno dei nove ragazzi, che grazie alla visibilità del premio ed all’apprezzamento di una giuria qualificata sta entrando in contatto con investitori in capitale di rischio che potrebbero aiutarli a trasformare la loro visione in una vera azienda.
IL LUNGO CAMMINO “Start-up Roma” rappresenta un progetto promettente, coordinato dalla Camera di Commercio di Roma al fine di individuare e finanziare nuove aziende tecnologiche, nonché creare opportunità di lavoro per giovani innovatori, carichi di entusiasmo e talento. Dopo una durissima fase di selezione, operata dall’associazione TechGarage, tra 100 candidature sono state selezionate le 20 che hanno avuto accesso alla fase “TechWeek” di formazione; di queste, soltanto 10 iniziative sono arrivate alla fase finale del percorso. (red.cro.)

 
2 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
Pil occidentale, etica da basso impero: il paradosso italiano
Corrotto, il malato che non vuol guarire
Cagliari, giuristi ed economisti a confronto
Smettiamola di dire che “è un cancro”: ne soffriamo da così tanto tempo che se fosse così saremmo morti da un pezzo. Chiamiamola con il suo nome: corruzione. E diciamo subito che se finora non ci ha uccisi, di sicuro ha fatto danni gravissimi al Paese, continua a farne e - salvo colpi di scena o prodigiosi effetti della recente riforma Severino - altri ne farà.
E più che farmaci o vaccini servirebbe un trapianto di mentalità, o una rivoluzione culturale: se è vero che la corruzione affligge più le nazioni povere che quelle ricche, allora noi italiani siamo dei benestanti con un’etica da poveracci.
È uno degli elementi emersi dall’incontro “Corruzione: il potere invisibile” organizzato dall’Elsa (European Law Students’ Association) martedì pomeriggio nell’aula magna della facoltà di Giurisprudenza cagliaritana. Un appuntamento che ha visto a confronto il docente di procedura penale Leonardo Filippi, il sostituto procuratore Paolo De Angelis, l’economista Rinaldo Brau, il filosofo del diritto Giuseppe Lorini, l’ex vicequestore Gianni Pesce e il dirigente industriale Walter Forresu, componente di Transparency International.
Ed è proprio grazie a T.I. che possiamo inquadrarci come dei benestanti eticamente miseri. Nella classifica del prodotto interno lordo pro capite - in sostanza la ricchezza individuale dei cittadini - l’Italia è al 23° posto su 180 nazioni censite. Nella graduatoria di Transparency sulla “corruzione percepita” nei Paesi del mondo, dove al primo posto c’è la limpida Danimarca e all’ultimo l’irrecuperabile Somalia, noi siamo molto più in basso che nell’elenco dei ricchi: galleggiamo al 67° posto, un gradino sotto il Ruanda.
Intendiamoci: se non sapremo limitare la corruzione, il nostro ranking tra i Paesi benestanti andrà ritoccato al ribasso. E non mancheranno le occasioni per rifletterci, come avvenne con l’inchiesta Mani Pulite. La corruzione - spiegava Brau - comporta sempre un severo costo aggiuntivo per gli agenti economici: non è un caso che l’inchiesta su Tangentopoli sia esplosa nel 1992, in un periodo di vacche magrissime, quando l’impoverimento non consentiva più agli imprenditori di sopportare i costi della tangente e il sistema scoppiò. Nulla di strano che la crisi di questi giorni ci porti a una seconda esplosione.
Un danno socio-economico - spiegava Filippi - che la riforma Severino cerca di prevenire, prima che di reprimere: ad esempio prevedendo che in ogni pubblica amministrazione vengano individuate ogni anno le “aree di rischio”. Ma alcune novità come i “corsi di etica” fanno sorridere, chiosava il penalista, e altre come l’inasprimento delle pene lasciano perplessi: «Lo sappiamo dai tempi di Beccaria: la pena spaventa l’onesto, non il delinquente. E aumentare gli anni di carcere è inutile se non li si acchiappa».
In realtà prevedere pene più elevate un’utilità ce l’ha, replica De Angelis: se non altro si allungano i tempi della prescrizione, abbreviati nel 2005 «con un magheggio alla Silvan». Ma il vero danno nella guerra alla mazzetta è stato l’ammorbidimento nella lotta all’abuso d’ufficio e al falso in bilancio, veri e propri reati-spia: dove un amministratore contraddice i doveri del suo ufficio, dove un manager crea un fondo nero, c’è presumibilmente un giro di tangenti. E poter perseguire efficacemente questi reati “sintomatici” sarebbe prezioso, visto che la corruzione in sé difficilmente finisce sulla scrivania di un inquirente. A parte casi come quello di Adone Maltauro: «Lo convocai - ricordava il Pm - perché a Milano aveva raccontato spontaneamente di alcune mazzette, e pensai che se aveva pagato tangenti anche in Sardegna non avrebbe avuto difficoltà a rivelarlo. In effetti andò così, e quando gli chiesi come mai avesse deciso di svelare quegli episodi, mi rispose: “Io sono veneto, e un tempo mi capitava di cenare con un sacerdote che un giorno sarebbe diventato Giovanni XXIII. Quando ho visto tutto quello che avevamo combinato, qui in Italia, ho ripensato a quelle cene. E ho deciso di parlare”. Una bella storia, ma è chiaro che di Maltauro ce n’è uno».
Gli altri, evidentemente, cenavano con Marcinkus.
Celestino Tabasso


3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
SELARGIUS. Apparecchiature troppo costose per lasciarle senza protezione
Campus, un nuovo rinvio Manca la casa del custode, l’Università non ci sta
Il taglio del nastro sembrava imminente, invece per l’apertura del Campus della scienza, della tecnica e dell’ambiente realizzato nell’ex polveriera di Cuccuru Angius , a ridosso della statale 387, bisognerà aspettare ancora. Almeno tre mesi per il trasferimento definitivo delle attrezzature e dei tecnici dell’Osservatorio astronomico di Poggio dei pini, che troveranno spazio in quello che sarà il più grande Planetarium della Sardegna. Il trasloco era previsto per questo mese ma occorrono tempi più lunghi per il trasporto del prezioso materiale. Anche perché il Comune deve ancora completare la sistemazione della casa del custode che fungerà da guardiania. Resta da concludere inoltre l’intervento per la realizzazione della grande cupola mobile dell’osservatorio astronomico, la cui installazione spetta all’Istituto Nazionale di Astrofisica.
IL COMUNE «Siamo a buon punto», assicura l’assessore ai Lavori pubblici Fabrizio Canetto, «la sistemazione della casa del custode è già cominciata e dovrebbe concludersi in breve tempo. L’Osservatorio Astronomico ha bisogno di un guardiano che troverà posto lì. La casa del custode fungerà anche da centro di smistamento del traffico».
Il progetto del Campus è imponente. Al posto delle casermette nell’ex polveriera troveranno spazio, laboratori ultratecnologici dove eseguire sperimentazioni e il museo dell’astronomia. Quando l’attività verrà avviata, saranno previste iniziative rivolte ai visitatori e alle scolaresche.
SECONDA TRANCHE Il Comune ha già ottenuto un finanziamento, circa sette milioni di euro, per il secondo corpo dove troveranno spazio aule didattiche, laboratori e un piccolo anfiteatro incavato tra le rocce. Inoltre l’amministrazione ha assegnato l’appalto per la realizzazione di una cupola digitale, in grado di riprodurre digitalmente la visione del telescopio e che permette di vedere in modo più veloce e dettagliato gli astri. Ad aggiudicarsi la gara è stata una ditta di Vicenza che sta per iniziare i lavori. Il Campus è un’opera da undici milioni di euro, finanziata per la gran parte con fondi europei, poi con fondi regionali e comunali. Ad ottenere i finanziamenti nel 2003 fu la giunta Sau, in seguito il sindaco Gian Franco Cappai, aveva sbloccato il progetto e dato il via all’intervento.
L’OPPOSIZIONE Il futuro del Campus, preoccupa l’opposizione. Il consigliere del gruppo “Selargius Bene Comune”, Rita Corda, è pronta a chiedere una discussione in Consiglio comunale sullo stato dei lavori e della gestione. «C’è da dare attuazione agli accordi presi con i partner delle associazioni culturali del territorio», sostiene Corda, «ci sono associazioni di danza, di teatro e tante altre che avevano partecipato attivamente in fase di progettazione, alle quali era stato promesso spazio nell’ex polveriera. Di questo accordo sembra non ci sia più traccia».
Giorgia Daga
 
 
4 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
LE REAZIONI. Regione e aeroporti
«Quei vettori indispensabili per l’Isola»
Un cambio di rotta, una differente interpretazione delle norme e Bruxelles accende un faro. Dietro l’indagine della Commissione europea sugli aeroporti sardi non c’è (solo) la pressione delle compagnie tradizionali o la volontà, ormai chiara da parte della Ue, di voler cambiare le norme sulle low cost. Tutto è nato da una differente interpretazione delle regole alla base della legge approvata nel 2010 dal Consiglio regionale, in cui si stanziavano appunto contributi per destagionalizzare il turismo nell’Isola. «Una manna per la nostra economia», spiega Mario Peralda, direttore dell’aeroporto di Alghero, «alcune indagini dicono che per ogni euro investito sulle low cost c’è un ritorno economico di venti sul territorio: se spendiamo un milione, ne otteniamo 20 di reddito».
 IL NODO Il meccanismo avviato con la legge 10 del 2010 si è inceppato quando, dopo l’approvazione, si è pensato di notificare la norma a Bruxelles. «Una scelta fatta nonostante non ce ne fosse bisogno», spiega il docente universitario di Diritto della navigazione all’Università di Cagliari, Massimo Deiana, «in quanto il regime alla base della legge 10 era quello che i burocrati di Bruxelles chiamano “Piem”, ossia il principio dell’investitore in economia di mercato». In altri termini, si usano i fondi pubblici per stimolare il mercato. In questo caso, non c’è bisogno di alcuna notifica a Bruxelles e i contributi possono essere anticipati anche subito: solo successivamente, infatti, la Ue può effettuare dei controlli.
Se c’è la notifica, fatta forse per un eccesso di zelo, si rientra invece nel cosiddetto “Sieg” (servizi di interesse economico generale), lo stesso regime della continuità territoriale, per cui è necessario notificare la norma alla Ue, attendere il via libera e fare una gara. Il problema è: se si è partiti con una procedura, perché poi si è pensato di notificare il tutto a Bruxelles? Una domanda a cui devono rispondere i funzionari della Regione. La parte politica, invece, si difende spiegando che ora, una volta per tutte, si saprà «se l’insularità è una condizione da tutelare», spiega l’assessore dei Trasporti Christian Solinas, aggiungendo poi che l’amministrazione regionale non ha erogato fondi e che gli aeroporti «hanno solo ottenuto anticipazioni dalle banche a condizioni di mercato», sulla base delle risorse stanziate, ma mai pagate appunto. Dunque, è la conclusione, non ci sarà procedura d’infrazione. «E se anche ci fosse», aggiunge Peralda, «si può sempre ricorrere. Perché il problema non è se e come evitare gli aiuti, ma come garantire che le low cost arrivino in Sardegna perché noi, ormai è chiaro, non possiamo farne a meno». E l’assessore Solinas rincara la dose: «Può la Sardegna, in attesa del responso della Ue, chiudere i suoi aeroporti?». ( g. d. )
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
PULA. In ritardo l’appalto per l’eliminazione del semaforo di Villa San Pietro
Tre rotatorie sulla Statale
Entro l’estate verranno eliminati gli incroci a raso
Quelle sul tratto che attraversa Pula, verranno realizzate entro l’estate, ma per la rotatoria che prenderà il posto del semaforo di Villa San Pietro sulla Statale 195 ci sarà ancora da aspettare. Sono stati assegnati i lavori per la realizzazione delle tre rotonde che sorgeranno negli incroci delle vie La Marmora, Montesanto e della strada che conduce alla chiesetta di Santa Margherita. Gli interventi se li è aggiudicati un’Associazione temporanea di impresa che fa capo alla Agg. Impianti srl della provincia di Trapani, per un importo di 864 mila euro.
AUMENTA LA SICUREZZA Lo scopo delle tre rotatorie sarà quello di migliorare la sicurezza della circolazione, che rientra tra gli interventi di adeguamento della Statale 195 per i quali il Comune aveva incaricato il Dipartimento di ingegneria strutturale dell’Università di Cagliari affinché redigesse uno studio di fattibilità già nel 2008. «Questo è solo il primo passo verso l’eliminazione degli incroci a raso più pericolosi presenti sul tratto di Sulcitana che attraversa Pula», spiega il sindaco, Walter Cabasino. «Oltre a queste tre rotatorie, che verranno consegnate prima dell’arrivo dell’estate, ce ne sono altre due già finanziate, che renderanno più sicuri gli incroci di Is Molas e dell’ingresso nella borgata di Santa Margherita».
 VIA GLI INCROCI Da strada disseminata di incroci e di rischi per gli automobilisti, la Statale 195 a Pula si trasformerà in un percorso più lento, ma senza dubbio più sicuro. «Anche l’incrocio con via Masenti e quello di Is Morus costituiscono un pericolo per chi percorre la Sulcitana - dice Cabasino - per questo è auspicabile che anche in quelle intersezioni vengano realizzate delle rotatorie. Quando tutti punti più a rischio della Sulcitana saranno messi in sicurezza, il rischio che si verifichino incidenti stradali si ridurrà notevolmente. «Ma se a Pula gli operai stanno già effettuando i rilievi in via Montesanto per cominciare i lavori della prima rotatoria, a Villa San Pietro l’iter burocratico è solo agli inizi. Almeno per la prossima estate, gli automobilisti diretti verso la spiagge di Pula e Chia dovranno rassegnarsi a rimanere incolonnati sull’arteria stradale che unisce il capoluogo alla costa sudoccidentale dell’Isola per colpa del semaforo. Un lungo serpente d’auto sulla strada arroventata, che soprattutto la domenica sera crea parecchi disagi alla viabilità.
VILLA SAN PIETRO «Si è appena conclusa la fase dei carotaggi nell’area in cui verrà realizzata la rotatoria», spiega il sindaco di Villa San Pietro, Matteo Muntoni. «Attendiamo che ci venga consegnato il progetto preliminare per poter deliberare, dopodiché dovremo aspettare quello definitivo ed esecutivo prima di mandare in appalto i lavori. Questo ritardo rispetto a Pula è derivato dal fatto che i circa 500 mila euro messi a disposizione per la rotatoria che prenderà il posto del semaforo, sono stati stanziati un anno».
Ivan Murgana
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
PROFESSIONALE. I docenti scrivono al Ministro Profumo: «La colpa è della riforma Gelmini»
Meucci, in tre anni adesioni crollate
Tra le professioni più ricercate, secondo il ministero del Lavoro e Unioncamere, ci sono i periti meccanici ed elettrotecnici e i tornitori. In futuro, invece, ci sarà molta richiesta di operatori Cad-cam, professionisti specializzati nella progettazione e produzione di contenuti multimediali dedicati al disegno. Tutte figure che, a Cagliari, venivano formate all’istituto professionale Meucci. Prima che la riforma Gelmini cambiasse radicalmente gli indirizzi e sostituisse i profili ambìti dal mercato con quelli più generici di manutentore di cui, nelle offerte di lavoro, c’è scarsa traccia e che valgono quanto un operaio generico. Risultato: le iscrizioni sono crollate in tre anni da 1100 a 450. E sono destinate a diminuire ulteriormente.
LA LETTERA Per questo i docenti del Meucci hanno scritto una lettera aperta al ministero dell’Istruzione uscente, Francesco Profumo. «Appare grottesco», scrivono, «leggere sulle pagine dei giornali, o on-line, che fra i mestieri più ricercati figurano i tornitori (skuola.net) diplomati nel settore meccanico (più di 15000) elettrotecnico (più di 4000) (report sistema informativo Excelsior Unioncamere e Ministero del lavoro), e che fra le professioni del futuro sulle quali puntare nei momenti di crisi economica come quella contingente (Ministero del lavoro), sono quelle di operatori Cad-Cam… esattamente ciò che facevamo precedentemente alla riforma».
DOCENTI A CASACCIO Ci sarebbe da dissertare anche sulle classi di concorso atipiche, spina dorsale dell’impianto di riforma», proseguono gli insegnanti. «Tali classi, istituite con la finalità precipua del risparmio economico, vedono confluire al loro interno le più diverse e disparate competenze, per concludere, ad esempio, che docenti di discipline elettriche, meccaniche, informatiche, possono insegnare tutti le stesse materie. Quanto professionalizzanti è facile immaginare, come è intuitivo capire che lo scopo sia stato quello di raccogliere classi di concorso in esubero e in esaurimento, così da non nominare supplenti e contestualmente ridurre il numero dei docenti a disposizione».
IL RUOLO SOCIALE «Ora» attaccano i docenti, «ci chiediamo: possibile che nessuno dei nostri illuminati quadri dirigenti, che nessun politico, si sia pubblicamente interrogato sul ruolo sociale della scuola professionale? Che tipo di utenza accoglie, che prospettiva offre, e che tenuta sociale assicura? Non avendo dati scientifici per poter argomentare con proprietà di senso sulla sorte dei nostri 450 ragazzi - studenti, non asettici numeri - ipotizzando in modo grossolano che un terzo di questi abbia ulteriormente incrementato la dispersione scolastica e che anche solo una minima parte di questi sia a rischio delinquenziale, come non porsi l’urgenza di rivisitare con maggiore attenzione e lungimiranza tutto l’impianto di riforma dell’istruzione professionale?».
Chissà che fine farà l’appello, visto che Profumo è ancora ministro solo per l’ordinaria amministrazione. E chissà se il prossimo governo proverà a modificare una riforma aspramente criticata da insegnanti e docenti. (f.ma.)
 

7 - L’Unione Sarda / Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
«Informazioni sui concorsi, e poi i dubbi dei cacciatori sulla stagione venatoria»
PER IL MUTUO C’È LA REGIONE
Centralini bersagliati anche per gli ammortizzatori sociali
Mutuo per la prima casa, assegni di merito e bandi per master and back. I cittadini si presentano anche all’Ufficio relazione col pubblico della Regione. «Si va dalle richieste di accesso agli atti, alle informazioni sui concorsi», spiega Michela Melis, responsabile del servizio trasparenza e comunicazione della presidenza. E poi richieste di occupazione, delibere, leggi e contributi, sino ai primi passi da muovere per aprire un’attività.
La rete degli Urp ha fatto registrare quasi 200 mila chiamate nel 2012, con più 106 mila singoli utenti, e 8275 mail. Cinquemila persone si sono presentate personalmente agli sportelli. A ognuno il suo: all’Urp dell’Agenzia regionale del lavoro i cittadini si informano sui tirocini formativi con voucher, sui bandi Master and back e sui percorsi di rientro bando. Chiedono poi notizie sui Piani di inserimento professionali. «C’è anche chi cerca notizie sul calendario venatorio, in questo caso l’assessorato competente è quello della Difesa all’ambiente», precisa la Melis. E ancora: «Contributi agli enti locali per l’acquisto di macelli mobili o per il recupero, la riqualificazione e riuso dell’edificato storico».
In tempi di crisi l’assessorato al Lavoro viene interpellato in continuazione per la mobilità in deroga e la cassa integrazione. Gettonati i corsi di formazione professionale. Sino ai contributi per le cooperative sociali e i sussidi per i lavoratori che non beneficiano di ammortizzatori sociali. La Pubblica istruzione interessa «per erogazione degli assegni di merito, contributi dell’affitto della casa per gli studenti frequentanti corsi di laurea non presenti in Sardegna».
Sa. Ma.
 
 

 
LA NUOVA SARDEGNA

 

8 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
Smartphone, una App sarda vince a Roma 
CAGLIARI Un giovane laureato all’Università di Cagliari, Damiano Congedo, è stato premiato per una nuova App per smartphone nella manifestazione della Camera di commercio di Roma destinata alle migliori start up nazionali. Il progetto sardo, «AppEatit» è arrivato secondo. Erano cento i team partecipanti, ciascuno con un’idea imprenditoriale ad alto contenuto innovativo e tecnologico. Tra le tre arrivate in finale, « AppEatIt» rappresenta il sogno di nove componenti, un gruppo di professionalità a maggioranza sarda, che dopo vari studi e lavori ha deciso di mettere in piedi la startup. Al timone, oltre Congedo, laureato in Scienze della comunicazione all’Università di Cagliari e promotore dell’idea, Stefano Colella (consulente mutui), Marco Clemenza (grafico free lance) e Antonio Mura (dirigente d’azienda). «AppEatIt» intende realizzare un’applicazione per smartphone che - secondo gli ideatori - «rivoluzionerà le abitudini alimentari dei lavoratori, consentendo di prenotare il proprio tavolo e pasto nel ristorante più vicino all’ufficio, per ottimizzare il (poco) tempo a disposizione per tagliare i tempi di attesa di fila e ordinazione e poter mangiare bene nel breve tempo della pausa pranzo». Start-up Roma è un progetto per individuare e finanziare nuove aziende tecnologiche, nonché creare opportunità di lavoro per giovani innovatori, carichi di entusiasmo e talento.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
Accordo sui benefit per i ricercatori che fanno assistenza 
L’Aou si impegna a pagare gli arretrati dal 2011 ma il Tar condanna l’università a colmare altri 11 anni di indennità 
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Un accordo per il pagamento degli arretrati relativi all’indennità dovuta a ricercatori e professori che prestano assistenza ospedaliera è stato raggiunto da università di Sassari e Aou. La prima coinvolta perché quel personale è a tutti gli effetti dipendente dell’ateneo, la seconda perché le spetta per legge l’onere di integrare con l’indennità prevista dal decreto 517 del 1999 la retribuzione di coloro che oltre a svolgere attività di ricerca e di didattica per conto dell’università prestano assistenza in corsia. L’azienda si è impegnata a pagare l’indennità a partire dal 1° gennaio 2011. Il problema infatti è che quel decreto legislativo non è mai stato applicato e da 13 anni a oggi circa duecento tra ricercatori, professori e personale sanitario percepiscono uno stipendio inferiore a quello dei colleghi medici che lavorano nei vari reparti ospedalieri. La sperequazione ha generato fra le altre cose, un ricorso al Tar che si è concluso con una sentenza di condanna nei confronti dell’università, chiamata in causa perchè datore di lavoro degli interessati. In realtà a liquidare materialmente l’indennità (ma si tratta sempre di fondi che dovrebbe mettere a disposizione la Regione) deve essere l’Aou. «Il servizio sanitario regionale - ha detto il rettore Attilio Mastino che ha presieduto la riunione del 22 nella quale è stato raggiunto l’accordo con il direttore generale dell’Aou Alessandro Cattani – ha finora scaricato sull’università tutte le responsabilità rifiutandosi di dare attuazione a una norma di legge. È chiaro che intendiamo rivalerci sull’Aou e, per i periodi precedenti, sulla Asl e sulla Regione, per recuperare le ingenti somme dovute al personale». Si tratta infatti di pagare arretrati per complessivi 11 anni se si sottraggono il 2011 e il 2012 “promessi” dall’Aou. E se si considera che solo per questo periodo l’azienda ospedaliero universitaria dovrà sborsare circa quattro milioni di euro, si parla di parecchi soldi che sia l’università che l’Aou sperano vivamente la Regione si decida a sborsare. A trovare una soluzione al problema si sono impegnati comunque lo stesso assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci e il direttore generale dell’assessorato Gianluca Calabrò. «Trovo che la riunione sia stata molto positiva – ha commentato il manager Cattani –. L’importante adesso è che arrivino i fondi regionali per colmare una differenza che la legge vigente aveva cancellato tanto tempo fa».
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 41 - Cultura-Spettacoli
Scrivere? È facilissimo Basta avere un punto di vista sulla realtà che ci circonda 
Lo scrittore sarà domani a Sassari dove, nell’aula magna dell’Università, terrà una lezione magistrale per l’inaugurazione del Master in scrittura creativa 
di Anna Sanna
LE INTERVISTE »VINCENZO CERAMI 
Allievo e assistente alla regia di Pier Paolo Pasolini, ha avuto una nomination all’Oscar per “La vita è bella”
È difficile insegnare la memoria storica ai ragazzi: il problema è mantenere una sensibilità tale da ricordare momenti storici accaduti quando noi non eravamo nati. Prima di incontrare Benigni ho capito che cosa è il comico e la comicità frequentando Totò durante la lavorazione diel film “ Uccellacci e uccellini”
SASSARI Scrittore, sceneggiatore, poeta. Quella di Vincenzo Cerami è una vita di parole, come la definisce anche il suo sito ufficiale. Allievo di Pierpaolo Pasolini alle scuole medie e suo assistente alla regia, Cerami raggiunge la popolarità con il romanzo “Un borghese piccolo piccolo”, nel 1977 diventato un film diretto da Mario Monicelli e interpretato da Alberto Sordi. Come sceneggiatore ha collaborato con Marco Bellocchio, Gianni Amelio, Ettore Scola, Sergio Citti e Giuseppe Bertolucci. E poi i lavori con Roberto Benigni: tra gli altri, ha firmato “Johnny Stecchino”, “Il piccolo diavolo”, “Il mostro”, “Pinocchio” e “La vita è la bella”, pellicola che gli è valsa un David di Donatello e una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Stamattina alle 11, nell’Aula Magna dell’Università di Sassari, lo scrittore e sceneggiatore terrà la Lectio Magistralis per l’inaugurazione dei corsi del Master in “Scrittura creativa ed editoria”. «Io mi sento un narratore più che uno scrittore, un raccontatore di storie – spiega Cerami - mi guardo intorno, vedo il mondo e il mondo mi dà delle idee, storie che ne raccontano gli aspetti più segreti e invisibili. Ho imparato come funziona il linguaggio del teatro, del cinema, del fumetto; tanti anni di esperienza mi hanno fatto conoscere bene quella che io chiamo la bottega del racconto: così quando ho in mente una storia posso scegliere il mezzo più adatto per raccontarla». Lei nasce come scrittore e poeta. Come si è avvicinato al cinema? «Grazie a Pierpaolo Pasolini, mio professore alle scuole medie. Quando lui ha cominciato a fare film io gli ho fatto da assistente e aiuto regista. Ho fatto esperienza, dal set alle riprese, e quando ha scritto “Teorema” ho potuto vedere come si scrive un copione. Ho imparato la sintesi del cinema. Poi in “Uccellacci e Uccellini”, dove ero sempre aiuto regista, ho lavorato con Totò: lui mi ha fatto conoscere il comico e la comicità, che ho frequentato un po’, già prima di incontrare Benigni» Qual è stato l’insegnamento più importante che ha ricevuto da Pasolini? «Innanzitutto un insegnamento più generale, etico, sul modo di stare al mondo, essere onesti e rispettosi del sapere. Ma anche da un punto di vista più tecnico mi ha insegnato tanto, fin dagli anni della scuola. Ero bravo nei temi liberi e lui aveva scoperto che le cose che scrivevo, che inventavo, erano divertenti. Leggeva in classe i miei temi e io mi emozionavo, mi divertivo e non vedevo l’ora di scriverli. In qualche modo mi ha incoraggiato. Lesse anche il mio primo romanzo, “Un borghese piccolo piccolo”, e mi dette dei consigli. Gli avevo fatto leggere cinque miei racconti sulla piccola borghesia e mi disse: “Gli altri quattro buttali via e sviluppa questo”, che poi è diventato il libro. Doveva scrivere la quarta di copertina ma purtroppo è morto prima di poterlo fare». Qual è la sua concezione della scrittura artistica? «L’artista - e con questo termine intendo lo scrittore, ma anche il musicista, il pittore, il poeta - ha sempre avuto lo stesso ruolo fin da quando è nato, raccontare il mondo circostante. Non farne la cronaca, ma cercare ciò che non si vede e rivelarlo. Raymond Carver ha che detto in fondo scrivere non è cosi difficile, è però difficile avere un punto di vista. Si tratta di rivelare aspetti della realtà che sono di fronte agli occhi di tutti ma non si vedono. Questo è lo scopo dell’artista, raccontare il presente, non fidarsi dell’apparenza perché quello che appare è menzognero, l’artista non si fida. Ci sembra di capire il mondo in cui viviamo, ma questo ha invece degli aspetti oscuri, e gli artisti devono mostrare ciò che sta dietro le cose». Il 27 Gennaio ricorre la Giornata della Memoria. Sono passati diversi anni da “La vita è bella”. Nonostante il dibattito che ne è seguito anche tra i sopravvissuti all’Olocausto, lo rifarebbe allo stesso modo? «Sì, perché dopo averci a lungo pensato lo abbiamo scritto con slancio, con sincerità. Con Benigni ci eravamo confrontati anche con le paure che avevamo di essere poco rispettosi, ma alla fine abbiamo capito che se noi fossimo stati sinceri, il pubblico avrebbe colto questa sincerità. In realtà le opere nascono in un periodo e rimangono legate a quello. Però se riescono a sopravvivere nella storia del cinema è perché dentro contengono qualcosa che rimane eterno. Ecco, io credo che “La vita è bella” conservi una sua attualità, legata al tema della memoria. Memoria in senso vasto, non soltanto quella storica, ma intesa nel rapporto con sapere e conoscenza. Oggi è difficile insegnare la memoria storica ai ragazzi: il problema è quello di mantenere una sensibilità tale da ricordare momenti storici accaduti quando noi non eravamo nati». Nel 1976 ha scritto “Un borghese piccolo piccolo”. La società italiana è cambiata molto da allora. Secondo lei, quali aspetti bisognerebbe approfondire e raccontare? «Adesso rispetto a quell’epoca c’è uno sfaldamento generale, cose che erano, intime, segrete, vengono sbandierate. Non c’è più timidezza né pudore. Il personaggio del piccolo borghese sopravvive, perché l’anima piccolo borghese profonda è rimasta, solo che non si esprime più in quei termini, ancora molto legati alla società contadina chiusa e introversa. Ora sembra di avere molto e non è così. Basta pensare all’eros di quarant’anni fa e a quello di ora, sono due pianeti lontani. Poi è cambiato il rapporto uomo-donna , che andrebbe raccontato con serietà, non con le commediole, non in maniera ridanciana. Perché le violenze che subiscono sempre di più le donne non è una cosa da ridere, siamo a livello di patologia sociale. Questa è una materia di cui dovrebbero interessarsi anche gli scrittori e gli artisti per cercare di capire cosa sta succedendo». Adesso a cosa sta lavorando? «Tra pochi giorni esce un mio libro di poesie nella collana “Lo specchio” di Mondadori, intitolato “Alla luce del sole”. Sto finendo un romanzo che ha al centro un personaggio femminile, una giovane. È una specie di omaggio che voglio fare alla donna sempre per cercare di raccontare come siamo fatti. Ho scritto la sceneggiatura di un docufilm “Nuovi comizi d’amore”, e poi sto lavorando con Marco Chiarini, un giovane regista che mi interessa molto. In questo momento la situazione del cinema italiano è drammatica, si producono troppi pochi film. In Italia abbiamo dei talenti assoluti: il cinema fa parte del nostro dna, ma se non vengono dati gli strumenti, le possibilità, tutto questo patrimonio va sprecato».
 
 
11 -  La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Sardegna
CONVEGNO ad ALGHERO
La distillazione della frutta: un business
ALGHERO Le regioni del Nord Est della penisola hanno trasformato in business la distillazione dei frutti minori del territorio. La Sardegna, da qualche anno , ha imboccato la strada giusta mettendo a punto dei prodotti di alta qualità che incontrano il favore dei consumatori più esigenti. Domani alle ore 11 avrà luogo ad Alghero, presso L’Istituto d’Istruzione Superiore (ex Alberghiero) in piazza Sulis, il convegno "La valorizzazione dei frutti minori della Sardegna attraverso le tecnologie della distillazione". L’obiettivo del convegno organizzato dall’Università di Sassari in collaborazione con l’ Accademia Italiana della cucina (delegazione di Alghero), sarà quello di tracciare una nuova via per valorizzare frutti tipici della Sardegna che finora hanno avuto una scarsa considerazione commerciale. Tale obiettivo può essere raggiunto, come riportato nel titolo del convegno, grazie al sapiente utilizzo delle tecnologie di distillazione . I risultati che saranno presentati (moderatore Francesco. Flumene) fanno riferimento ai distillati di mele Miali ed Appiu, cultivar tipiche del territorio del Nord-Ovest della Sardegna , e a quelli di corbezzolo e pero selvatico (pirastru), frutti presenti in tutto il territorio isolano. Le relazioni tenute dall’imprenditore Pietro Rau della distilleria F.lli Rau di Sassari (titolo : “Vantaggi competitivi aziendali derivanti dall’interazione con il mondo della ricerca”), dai docenti Mario Andrea Franco (“Aspetti generali dei distillati”) e Gavina Manca (“La ricerca di marker caratterizzanti l’origine e la varietà”) dell’Università di Sassari, da Sergio Moser ( “Caratterizzazione della frazione aromatica e sensoriale dei distillati”) della fondazione E. Mach. di San Michele all’Adige-Trento, tracceranno il percorso che ha portato alla nascita di questi nuovi prodotti che potranno contribuire a far riconoscere al turista la cultura e le produzioni tipiche del nostro territorio. L’Istituto Alberghiero ha elaborato nuove ricette che utilizzano come base gli stessi distillati oggetto del Convegno, ricette che saranno presentate dalla docente Anna Ricciardi. 
 
 
13 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Sassari
BONORVA
Pubblicato il bando di concorso per il premio Mossa
BONORVA L’associazione promotrice del premio di letteratura intitolato al poeta bonorvese Paolo Mossa, giunto alla XIX edizione, ha pubblicato il bando di concorso per la partecipazione di poeti e scrittori per le quattro sezioni previste. Il premio si avvale del patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna, presieduta dall’avvocato Antonello Arru, e dall’assessorato della cultura del Comune di Bonorva, guidato dalla dottoressa Giovanna Tedde. Il premio letterario, che nelle ultime tre edizioni era stato dedicato ai poeti di Bonorva Peppe Sozu, Nanninu Marchetti e Barore Testone, prosegue nell’intento di onorare la memoria dei tanti illustri personaggi che hanno contribuito alla dignità linguistica e letteraria della lingua sarda, e per questa edizione sarà dedicato alla memoria di un controverso ma originale personaggio della Bonorva del secolo scorso, Giovanni Antioco Mura, nato nel 1882 e scomparso, a 90 anni, nel 1972, conosciuto come “il primo socialista sardo” e, in paese, come “s’avvocadu”, un attivista politico, sindacalista, scrittore di romanzi e di testi teatrali, poeta, avvocato, e ufficiale al fronte nella Grande Guerra. Come sempre il Premio è suddiviso in quattro sezioni, anch’esse dedicate a quattro famosi bonorvesi: Sezione Angelo Dettori, poesia (sottosezione A, poesia in rima, sottosezione B, poesia senza rima), dedicata al fondatore e per anni direttore della rivista S’Ischiglia, nel dopoguerra grande palestra per tutti i poeti e appassionati di letteratura sarda, Sezione Peppe Sozu, modas, dedicata al grande poeta improvvisatore, scomparso nel 2008, già presidente onorario della Giuria del Premio Paolo Mossa, Sezione Tore Tedde, prosa, dedicata a un appassionato cultore di “sa limba” che, da studioso e instancabile segretario, ha curato le prime dieci edizioni del premio e Sezione Antonio Sanna, saggistica, dedicata all’insigne studioso di lingua e letteratura della Sardegna, primo docente della cattedra di Linguistica sarda all’università di Cagliari. Il tema per ogni sezione è libero e ogni concorrente può partecipare anche per più sezioni, tenendo presente che la sezione Poesia è solo una e che quindi deve scegliere una delle due sottosezioni, rima o senza rima. Ogni lavoro, nel rispetto di quanto previsto nel bando, dovrà essere inviato, in otto copie, entro il 25 febbraio 2013. La Giuria, presieduta da Nicola Tanda, già professore ordinario di letteratura e filologia sarda dell’università di Sassari, sarà composta dal noto scrittore e giornalista Paolo Pillonca, dal poeta e scrittore Tonino Rubattu, fondatore del Premio Romangia, dall’attrice e docente di materie letterarie Clara Farina, dal docente di storia e filosofia Tore Marruncheddu, dal figlio di Peppe Sozu, Angelino Sotgiu e, con funzioni di segretario, di Francesco Falchi, fondatore e presidente dell’associazione Premio Mossa. Per scaricare il bando completo è possibile consultare il sito ufficiale del premio, all’indirizzo www.paulicumossa.org, o richiedere ogni altra informazione con mail inviata all’indirizzo paulicu.mossa@tiscali.it. Emidio Muroni
 
 
14 - La Nuova Sardegna / Pagina 52 - Sport
Fara, atto quinto: il trono del Coni è suo
Maggioranza “bulgara” per la scontata conferma del presidente regionale: 40 preferenze, 8 nulle e nessun voto contrario
ORISTANO Non è stato un plebiscito ma c’è mancato davvero poco. L’assemblea regionale del Coni, infatti, ha eletto alla presidenza per la quinta volta consecutiva il presidente uscente Gianfranco Fara. Nonostante fosse l’unico candidato, nessuno dei 48 aventi diritto al voto s’è schierato apertamente contro Fara. Risultato: quaranta preferenze e otto schede bianche. Un successo ampiamente pronosticato che si è materializzato dopo una lunga operazione di voto. A fare compagnia al nuovo presidente ci saranno i sette componenti della giunta del comitato regionale, eletti ieri sera e proclamati subito dopo il presidente. La nuova giunta sarà composta da tre rappresentanti delle federazioni sportive (Bruno Perra, Antonio Pinna e Salvatore Meloni), un rappresentante degli enti di promozione sportiva (Francesco Ginesu), un portavoce delle discipline sportive associate (Antonello Langiu), un rappresentante dei tecnici (Eduardo Meli) e un’atleta (Luisanna Fodde). A complicare l’elezione dei rappresentanti della giunta è stato il ballottaggio tra Salvatore Meloni e Eliseo Secci, capaci di otto preferenze al primo turno che, al ballottaggio, si sono trasformati in 35 voti per Meloni e 2 per Secci a causa del ridotto numero di votanti che ha atteso in sala fino agli ultimi istanti. Tra gli ultimi ad abbondare l’assemblea, ovviamente, c’era anche il presidente, Gianfranco Fara: «Sono contento del risultato, significa che gli enti e le federazioni hanno avuto fiducia nel mio programma anche se, devo dirlo, nel prossimo quadriennio saranno lacrime e sangue». Il Coni nazionale, infatti, ha azzerato i comitati provinciali e chiuso il rubinetto dei finanziamenti consegnando nelle mani di Fara un calendario che segna l’anno zero della gestione dello sport sardo. «“Il mio programma è in piedi da tempo, ora si tratta solo di superare le ultime difficoltà e di trasformarlo in realtà con la collaborazione della politica isolana e dei delegati che opereranno nel territorio» dice. L’agenda di Gianfranco Fara prevede la costruzione del palazzo del Coni e delle federazioni sportive, un discorso già intavolato con il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che ha promesso una parte dei 20 milioni di euro dei fondi Fas destinati alla Sardegna dal Cipe. Poi, l’istituzione di un liceo sportivo, almeno una sezione per provincia all’interno dei licei scientifici, e la nascita della scuola regionale dello sport, un disegno studiato in collaborazione con le università sarde. Le ultime pagine del programma sono dedicate alla sanità, alla lotta contro il doping e a quella contro l’obesità, oltre a un progetto dedicato all’alimentazione e alla longevità sportiva dedicata agli anziani. Una lunga serie di progetti da realizzare entro la fine del prossimo quadriennio «Perché poi mi ritirerò», ha concluso Fara. Claudio Zoccheddu



 QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie