Domenica 13 gennaio 2013

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 gennaio 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 41 - Edizione CA)
Cerimonia il 22 ad Ales Premio Gramsci
Ecco i vincitori nelle tre sezioni
 
La tredicesima edizione del Premio Gramsci, organizzato dall'associazione Casa natale Gramsci di Ales, arriva alla fase finale. Bruno Settis con il saggio “Il destino del capitalismo. America e americanismo per i comunisti italiani 1917-1939”, Mauro Tetti con la raccolta di racconti “Bestiario” e Debora Katia Melis con la poesia “Arrastu” sono i vincitori delle tre sezioni: saggistica, prosa e poesia in lingua italiana e prosa e poesia in lingua sarda. I secondi premi sono andati a Maria Grazia Leone per la tesi discussa all'Università di Bari “La politica come egemonia. Benedetto Croce e Antonio Gramsci: lo storicismo idealistico-speculativo e la filosofia della prassi”, a Guglielmo Piras per la lirica “La mia terra” e a due autori di Ottana, Agostino Belloni e Francesca Pinna, per la commedia “Sindigu pro una die”. La giuria composta dal presidente Salvatore Zucca, dallo scrittore-antropologo Giulio Angioni, dalla sociologa Lilli Pruna, dalla giornalista Maria Paola Masala e dal poeta Gavino Angius, ha assegnato, inoltre, una menzione speciale al saggio di Maurizio Pretta “I Gramsci a Sorgono: la famiglia, la politica, il processo”. La premiazione si terrà ad Ales il 22 gennaio, ore 17, nella sala conferenze del comune di Ales.
Bruno Settis è un giovane studente di Pisa che dopo la laurea triennale in Storia contemporanea sta specializzandosi nella stessa disciplina approfondendo la storia del movimento operaio tra Europa e Stati Uniti. Nel lavoro presentato al Premio Gramsci affronta un tema che «esula dalla banalità e dai luoghi comuni avventurandosi con successo in una disamina a tutto campo dell'ambivalente valutazione dell'America e dell'americanismo da parte dei Comunisti italiani nell'arco di un ventennio». Mauro Tetti è un giovane studente in Lettere all'Università di Cagliari, è nato a Marrubiu, si occupa di letterature comparata con una spiccata passione per Sergio Atzeni. Debora Katia Melis è nata a Milano e vive a Selargius: laureata in Lettere classiche e in Filosofia con una tesi su Ernesto De Martino, ha al suo attivo numerose pubblicazioni.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 29 - Edizione PC)
Traffico, serve una svolta
Il Comune affida un nuovo studio all'Università
VILLACIDRO. Sensi unici e stradine: si cercano soluzioni per limitare i disagi
 
Villacidro nella morsa del traffico. Il centro storico è ormai l'incubo degli automobilisti costretti ad attraversare in fila un sottile percorso lungo la piazza Zampillo, le viuzze strette di via Sant'Efisio (dove i muri sono ormai completamente danneggiati dal passaggio dei veicoli), via Vittorio Emanuele, via Dei Carceri e via Garibaldi.
LO STUDIO Nel frattempo ci si prepara ad una rivoluzione del traffico. Sta per essere attivato dal Comune uno studio con il Cirem del dipartimento d'ingegneria dei trasporti dell'Università di Cagliari per ridisegnare la viabilità del paese, soprattutto del centro storico, avanzando proposte di modifiche dei sensi unici e delle intersezioni più pericolose. Le vie di sfogo dal baricentro del traffico villacidrese sono poche e i disagi si sommano, come l'interruzione di alcuni tratti di strada per lavori.
PUNTI NEVRALGICI I problemi riguardano le vie Todde, Cagliari, Sassari, Nazionale, anche se in centro ci sono le maggiori difficoltà vista la presenza di sole due arterie principali: la vie Roma e Parrocchia. Basta una modifica del senso di marcia o la chiusura di una strada per mandare tutti in tilt, impedendo l'accesso al centro storico se non dopo giri tortuosi. Nelle piazze, sottovoce, la gente critica alcune scelte delle passate amministrazioni come i lavori sulla piazza Zampillo, che hanno sottratto un pezzo della vecchia strada al traffico, o la chiusura della via che prima conduceva al lavatoio, e ora c'è diffidenza verso le future iniziative. «A giorni sarà firmata la convenzione con l'Università», annuncia il vicesindaco Federico Sollai. «Organizzeremo poi un'assemblea per discutere assieme a commercianti, artigiani, scuole e portatori di interessi un piano che deve nascere dal basso». Lo studio sarà sperimentale: dopo sei mesi si effettuerà un monitoraggio per verificarne l'efficacia. Il comando di polizia locale seguirà tutte le tappe dello studio e ne controllerà l'attuazione.
I COMMERCIANTI Un po' scettici i commercianti, stanchi di promesse sulla valorizzazione del centro storico. Secondo Angelo Secchi, «rispetto al passato abbiamo peggiorato. Credo che basterebbero piccole modifiche per rendere il traffico più snello, come l'acquisizione, ad esempio, di un terreno di via Lavatoio per fare un nuovo sbocco e riaprire la strada. Bisogna fare qualcosa, ogni tanto le auto nella piazza Zampillo si imbottigliano». D'accordo Daniela Usula: «Qualunque intervento si stia pensando può creare ulteriori problemi . Già la chiusura della strada del Lavatoio ci ha danneggiato. Prima di cambiare i sensi unici bisogna effettuare più controlli». Per Ignazio Atzeni «bisogna trovare una soluzione anche per il transito dei mezzi pesanti. La modifica dei sensi unici va fatta con attenzione. Potrebbe segnare la fine del commercio in centro».
Stefania Pusceddu

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Ed_Cagliari
Università, i Tar bocciano il numero chiuso
Riammessi decine di candidati esclusi. Ora si attende la decisione della Corte Costituzionale
 
ROMA Il Tar del Lazio, in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sulla costituzionalità del «numero chiuso» nelle università, ha ammesso con riserva decine di studenti (tutti appartenenti all’Unione degli Universitari) esclusi per non aver raggiunto il punteggio minimo previsto dal concorso di ammissione. «È la fine del numero chiuso italiano», commenta il coordinatore Udu, Michele Orezzi. Secondo gli studenti, le ordinanze che si stanno ripetendo minano alla base i princìpi stessi del numero chiuso all'università e il prossimo governo, con tutta probabilità, dovrà mettere nuovamente mano alla materia. Per il Tar del Lazio sussistono i presupposti per l’ammissione con riserva, di gruppi di studenti di Milano, Firenze, Parma, e Messina esclusi per il punteggio troppo basso, e fuori dai posti messi a concorso, ma che con lo stesso punteggio sarebbero stati ammessi alla Sapienza di Roma. In particolare gli studenti contestavano il decreto ministeriale che limitava il numero degli iscrivibili a livello nazionale a 10.173 e sollecitavano l’abolizione del «numero chiuso» in favore della creazione di una «graduatoria unica nazionale» per le immatricolazioni. Nell’ammettere con riserva decine di studenti, il Tar ha ritenuto di accogliere le richieste dei ricorrenti almeno «sino alla definizione del giudizio da parte della Corte costituzionale». «È stato fatto - ha commentato il coordinatore nazionale Udu, Michele Orezzi - il più grande passo in avanti di sempre verso un’università libera, senza ostacoli d’accesso.Il Tar e il Consiglio di stato hanno già detto una cosa chiara: se dimostri che nella tua stessa facoltà, in un qualsiasi altro ateneo italiano, uno studente è entrato con un punteggio più basso del tuo, tu hai diritto ad essere immatricolato dell'ateneo dove hai sostenuto il test. E' una vera rivoluzione, la fine del numero chiuso». «I Tar italiani - hanno aggiunto i patrocinatori dei ricorsi, gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia - stanno dimostrando sensibilità. Al Tar di Campobasso hanno sospeso tutto il concorso; i Tar Abruzzo, Marche e Sardegna hanno fatto rientrare da Romania, Spagna e Belgio i nostri ricorrenti, tutti costretti ad emigrare all’estero; il Tar di Firenze ha ammesso quasi 200 ricorrenti all’Ateneo di Pisa; qualche giorno fa è saltato il numero chiuso a Scienze della formazione a Cosenza e L’Aquila. Adesso il Tar Lazio conferma che se i posti ci sono vanno occupati anche se i concorrenti non hanno raggiunto la soglia al test di accesso». In tutto, sono più di 20 le ordinanze di sospensiva pronunciate tra fine dicembre e la prima settimana di gennaio.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Ed_Cagliari
CULTURA» GESTIONE INTEGRATA DEI SERVIZI
Il bando dà il via alla resurrezione del vecchio museo
Due anni di lavori nell’edificio di piazza Indipendenza e riallestimento dei locali della cittadella al Regio Arsenale
 
CAGLIARI Pubblicato il bando, l’operazione museo nuovo in piazza Indipendenza comincia il conto alla rovescia per l’apertura stimata possibile ai primi dei 2015, con lavori conclusi alla fine del 2014. Due anni di cantieri aperti che avranno un riflesso anche sul museo archeologico della cittadella: le sale verranno riallestite e quindi una alla volta dovranno restare chiuse per un po’. Alla fine Cagliari avrà un grande museo archeologico che riporterà alla luce pezzi mai esposti o messi in mostra solo temporaneamente che sono parti di collezioni note, ma non trasferite nelle teche della cittadella per una evidente mancanza di spazio. Il nuovo museo viene finanziato con oltre due milioni e mezzo di euro, il resto, per arrivare a quattro milioni, va sul museo Sanna di Sassari. Nei prossimi giorni dalla Regione giungerà la conferma sul prossimo appuntamento con la progettazione dei musei: si parte anche con il progetto di Cabras per la casa dei giganti di Monte Prama, le grandi statue di pietra trovate vicino a Cabras in campagna quasi vent’anni fa, ora restaurate e ferme al centro del restauro di Li Punti a Sassari, visibili soltanto su richiesta perché il centro per il restauro non ha personale che possa garantire la visita in modo costante. A Cagliari è destinata una parte di queste statue in un progetto integrato regionale, l’idea, precisata a suo tempo dal sopritendente Marco Minoja, non è di dividere lo stupefacente parco di statue ma di renderle visibili in più punti della Sardegna secondo le nuove tecniche di allestimento dei musei. Il museo di piazza Indipendenza diventerà una grande vetrina di tutta l’archeologia sarda e darà conto degli scavi più interessanti sparsi per l’isola, uno dei quali è a Bithia, la città fenicio punica in parte sott’acqua in parte sepolta in promontorio a Chia. Lo scavo è cominciato a settembre e sta consegnando grandi informazioni sull’importanza della città che era collegata a Nora da una strada costiera il cui tracciato è ancora visibile e lungo il quale c’è un pezzo dell’antico selciato romano. Il nuovo museo di piazza Indipendenza verrà collegato ai musei di Pula e di Domusdemaria, l’idea è la stessa del progetto per i giganti di Monte Prama: collegare i musei sardi e raccontare i molti aspetti delle civiltà antiche dell’isola con spunti che si possano ampliare a vicenda.Un altro strumento studiato per rilanciare la proposta culturale del museo archeologico e non solo è il protocollo d’intesa firmato a dicembre tra i quattro enti che hanno un’esposizione nella cittadella dei musei: Comune, università, Istituto regionale superiore etnografico e direzione regionale dei beni culturali offriranno un biglietto unico, armonizzeranno gli orari dei musei e della torre di San Pancrazio, si appoggeranno agli stessi servizi ristoro, vendita di oggetti, libreria. In prospettiva c’è anche il raccordo con la Galleria comunale e il Palazzo di Città: la collaborazione col Comune su questo tema è molto serrata. Ci vorranno sei mesi per elaborare il bando e quindi affidare i servizi integrati. Il nuovo impulso alla proposta culturale cittadina produrrà una mostra internazionale alla cittadella dei musei, l’appuntamento è per il 2014, l’occasione è il centenario della nascita dello scomparso archeologo Giovanni Lilliu, accademico dei Lincei, scopritore del nuraghe di Barumini, sostenitore di una tutela del patrimonio storico-artistico dei sardi nel nome di un’autonomia culturale oggi sempre più riconosciuta. Per il Comune un’ulteriore possibilità di alimentare l’idea di Cagliari destinazione turistica.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Ed_Cagliari
società
M2o Radio, diretta con gli studenti universitari
 
CAGLIARI Giovedì, l'Università degli Studi di Cagliari, ospiterà m2o Radio, emittente radiofonica nazionale del gruppo editoriale L’Espresso. Dopo il successo ottenuto nelle precedenti tappe, tra cui, di Salerno, Novara, Perugia e Pisa, giunge a termine il tour che da ottobre ha portato con cadenza settimanale m2o Radio in diretta nazionale da un ateneo italiano. Alle 10, il Magistero di via Is Mirrionis 1, ospiterà la diretta di Mario & the City, condotto da Mariolina Simone, che per due ore darà voce al mondo studentesco coinvolgendo tutti i giovani della città. Interverranno gli studenti e i docenti del Corso di Scienze della Comunicazione e i conduttori e gli autori di Unica Radio, web radio degli studenti universitari di Cagliari, che dallo scorso anno partecipa al progetto m2u, il primo programma interamente dedicato alle università italiane in onda su m2o Radio ogni mattina alle 7. La sera a partire dalle 23, la festa si sposterà al K-LAB (via Cesare Battisti 13).
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Ed_Cagliari
ECONOMIA E POLITICA
 “La democrazia in Europa” il pensiero montiano sul futuro del continente
Il lavoro scritto con l’europarlamentare francese è una analisi “di veduta lunga” propone più coraggio contro i nazionalismi e un sistema di università popolari
Nel libro del Professore e di Sylvie Goulard, domina la figura dell’americano Hamilton e il suo pensiero sulle istituzioni
Il premier cita la guerra tra generazioni, ma parla poco di quella contro la disoccupazione, senza il lavoro sprofonderemo sempre più nella crisi demografica
L’obiettivo è lo stato nazionale Bisogna trasferire competenze a un livello superiore. Ma la Ue esercita politiche senza politica e gli stati membri politica senza politiche
 
di Alessandro Aresu
La storia sa essere ironica: se nel 2003, dopo le manifestazioni europee contro la guerra in Iraq, ci avessero detto che nel 2012 l'Europa avrebbe discusso la sua identità sognando la lezione di un americano, nessuno ci avrebbe creduto. Invece, nel dibattito europeo odierno domina Alexander Hamilton, evocato da storici, politici, economisti. Hamilton, Segretario al Tesoro di Washington, è stato uno statista unico. L'epopea intellettuale della nascita degli Stati Uniti (e forse la loro storia) si può raccontare come la sfida tra Thomas Jefferson, l'uomo della Virginia sospettoso della centralizzazione del potere, amante dell'economia agraria dei piccoli proprietari, basata sulla libertà economica ma anche sugli schiavi, e lo stesso Hamilton, l'immigrato di New York sospettoso della dispersione territoriale del potere, amante della vita urbana, sostenitore di una forte industria manifatturiera e di una banca centrale nazionale. Jefferson volle collocare il busto di Hamilton di fronte al suo nella magione di Monticello, con la motivazione "opposti nella morte, come nella vita". Hamilton è l'autore più citato nel libro pubblicato da Mario Monti con l'europarlamentare francese Sylvie Goulard, "La democrazia in Europa" (Rizzoli), che nel titolo riprende l'opera di Tocqueville sull'America. La lettura del libro è più interessante di quella della famosa "Agenda Monti". Hamilton è citato in particolare per i suoi contributi ai Federalist Papers, con cui cercò di convincere gli Stati americani a ratificare la Costituzione, all'indomani della Convenzione del 1787. L'argomentazione di Monti e Goulard cerca anzitutto di sfatare alcuni miti sull'Unione Europea. Si ricorda, per esempio, che "le amministrazioni europee sono di dimensione modesta". Spesso si sostiene demagogicamente che i "burocrati di Bruxelles" ci prosciughino, ma non è vero. La Commissione Europea ha pubblicato su Internet uno specchietto molto utile in cui si confutano i falsi miti sul budget, tra cui questo. Monti e Goulard esaltano i "sacerdoti della durata" e il pensiero di "veduta lunga" su cui basare le istituzioni e la politica, consigliano l'istituzione di una commissione che guardi al lungo termine nel Parlamento Europeo e di una sezione del College de France a Strasburgo dedicata agli studi europei, a cui affiancare un sistema di università popolari, oltre a maggiori investimenti nello studio delle lingue fin dalla prima infanzia. Il valore aggiunto del progetto europeo, secondo Goulard e Monti, è la presenza e l'indipendenza delle istituzioni comunitarie. Qui si chiarisce anche un obiettivo polemico dell'ideologia del libro: lo stato nazionale. Per rispondere ai cambiamenti del mondo, il potere politico deve essere esercitato in modo diverso, trasferendo certe competenze a un livello superiore: perciò "La democrazia in Europa" considera il metodo intergovernativo inadeguato, a prescindere dal numero degli stati membri, dato che “la Francia praticava la politica della sedia vuota già all'epoca dell'Europa dei Sei”. Monti e Goulard propongono non soltanto un'Europa post-nazionale, ma post-sovrana: «Non sarà certo con l'arma di un'ipotetica sovranità europea che si potranno combattere gli abusi di sovranità». Dopo la caduta del Muro, si è detto per anni che lo stato nazionale sarebbe morto. Invece, è sopravvissuto. È vero che l'UE esercita politiche senza politica, mentre agli stati membri resta spesso la politica senza le politiche, ma agli stati rimane uno spazio, altrimenti non parleremmo mai di riforme. E tutte le politiche, senza politica, muoiono: i governi non sono mai mera amministrazione, soprattutto se devono innovare. Monti e Goulard scrivono che i partiti politici dovrebbero "affrontare a viso aperto i nazionalisti e i populisti, smontando le loro argomentazioni xenofobe e contrastando i loro vaneggiamenti in tema di economia". È corretto, ma serve molto più discernimento: non si può dire che socialisti finlandesi e la CSU siano mero "populismo", né credere che Vendola sia come Alba Dorata. Politici e statisti, inoltre, hanno bisogno anche di affrontare un'altra questione, che interessa i loro elettori non per populismo, ma per civiltà: la disoccupazione. Oltre alla "guerra" con le generazioni future citata da Monti, esiste la "guerra" contro la disoccupazione che si combatte oggi, e che riguarda le generazioni future perché senza il lavoro dei genitori gran parte di loro non potranno essere concepite e alcuni paesi, tra cui l'Italia, sprofonderanno sempre più nella crisi demografica. Nel libro il termine "disoccupazione", così come nella volontà europea, è poco presente: la lezione americana attuale, di Bernanke, mostra che si tratta della strada sbagliata. Stesso discorso per il termine "manifattura", una delle stelle polari di Hamilton: dove sono le politiche industriali dell'UE? Dobbiamo passare anche i prossimi due anni a parlare di crescita mentre decresciamo? Se non si muove nulla sul piano comunitario, gli stati nazionali possono fare qualcosa, come peraltro ha mostrato la Germania con la strategia tecnologica. Stesso discorso su istruzione, cultura e ricerca: è vero che il recente balletto del bilancio sulla pelle dell'Erasmus è stato vergognoso, ma anche la politica nazionale deve smettere di annientare e umiliare il sistema universitario, come avvenuto in Italia nella perfetta continuità tra Berlusconi e Monti su questo tema.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Borse Erasmus per andare lontano
Pubblicato il bando per l’assegnazione dei contributi. Scadenza il 18 febbraio
 
SASSARI L'università di Sassari ha pubblicato il nuovo bando per l'assegnazione delle borse Erasmus for study per l'anno accademico 2013-2014. Anche quest'anno tutti gli iscritti nei corsi di studio dell'Ateneo, purché in regola con il pagamento delle tasse universitarie, avranno la possibilità di partecipare alle selezioni per ottenere una borsa Erasmus che darà loro l'opportunità di trascorrere un periodo di studio in una delle oltre 200 università europee convenzionate con l'ateneo. La candidatura potrà esser presentata tra il 25 gennaio e il 17 febbraio (fino alle 20) con procedura on line (http://www.uniss.it/applicazioni/erasmus.php), ma entro le ore 12 del 18 febbraio la domanda di partecipazione dovrà pervenire anche in formato cartaceo all'Ufficio protocollo dell'università. Gli studenti dell'ateneo che trascorrono un periodo di studio in un'altra università europea sono in costante aumento. «Quest'anno - ricorda il professor Piero Sanna, delegato del rettore per la mobilità internazionale studentesca e per l'Erasmus - l'incremento è stato di oltre il 22 per cento: gli studenti Erasmus in mobilità per motivi di studio erano 310 nel 2011-2012 e quest'anno sono più di 380». Ad essi si aggiungono i circa 180 studenti che partono per i tirocini Erasmus presso imprese, enti e istituzioni di altri Paesi dell'Unione Europea e i circa 50 studenti che si recano in paesi extraeuropei - dalla Cina agli Stati Uniti, dal Nordafrica al Sudamerica - per svolgervi delle esperienze di studio o di tirocinio direttamente sovvenzionate dall'ateneo con i contributi del programma Ulisse. In totale gli iscritti in mobilità all'estero saranno quest'anno più di 600.Parallelamente anche il numero degli studenti stranieri in entrata è sensibilmente cresciuto: quest’anno a Sassari saranno quasi 200.
 
LA NUOVA SARDEGNA
 8 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
La LETTERA
Il rettore Mastino: l’Ateneo contro le discriminazioni
il caso aids Richiederemo un incontro al Garante della privacy per conciliare le norme europee con quelle italiane
 
Caro direttore,
pur tenendo conto della necessità di sintesi, non si può che restare sorpresi e amareggiati di fronte ai contenuti dell'articolo pubblicato su La Nuova del 12 gennaio: l'Università sembra tornata ad essere un bersaglio “a prescindere”, in una forma che rischia di gettare un immeritato discredito su un'istituzione che vuole avere e ha un ruolo importante nel territorio. In un articolo, comparso su queste colonne, l'8 gennaio - dal titolo “Adesso le famiglie debbono arrangiarsi“ - si accusa l'Università di avere scaricato i problemi sulle famiglie, rifiutandosi di assumere i tutor per seguire gli studenti disabili. E invece avevamo deciso di attribuire un sostegno economico fino a 5 mila euro per ciascuno dei disabili, utilizzando una nuova procedura che rispetta le indicazioni dell'Autority. Ora, invece, l'accusa è quella contraria e cioè di non esserci adeguati alle prescrizioni del Garante. In verità la questione è molto semplice: l'Università si è sempre impegnata al massimo nel dare un supporto concreto al problema della disabilità, investendo risorse proprie e, soprattutto, gestendo in prima persona il servizio di tutoraggio, trasmettendo così alle famiglie un messaggio di grande attenzione. Nel fare questo, nel rispetto delle normative che regolamentano i rapporti di lavoro, aveva istituito un'apposita e puntuale procedura per mettere in condizione il tutor di dare il massimo aiuto possibile allo studente disabile, in linea con quanto avviene nel caso della mobilità studentesca in ambito europeo. Sembra dunque necessario fornire ulteriori chiarimenti, ribadendo che gli uffici, la commissione, il delegato non hanno mai - dico mai- disatteso in alcun modo le osservazioni della Lila, la lega italiana per la lotta all'Aids, perché comprendiamo perfettamente la specificità di una realtà che coinvolge alcuni nostri studenti, in modo da evitare che emergano discriminazioni di qualsiasi tipo e che si infliggano mortificazioni e umiliazioni inutili. Voglio quindi dichiarare con forza che l'Ateneo si è sempre attenuto alle prescrizioni, non ha niente da rimproverarsi per il passato, né ha voluto scaricare sulle famiglie. Ribadisco anzi, che si è sempre fatto carico di una situazione di svantaggio sociale. La buona fede e la buona volontà messi in campo per risolvere i problemi sono assolutamente dimostrabili. Certo si può sempre migliorare e, in questo senso, agiremo seguendo procedure che possiamo ulteriormente perfezionare. Richiederemo nei prossimi giorni un'audizione al Garante della Privacy per conciliare la normativa europea (che richiederebbe una classificazione dei dati personali, debitamente protetti, per gli studenti Erasmus in mobilità) e l'interpretazione fin qui prevalente in Italia. Stiamo peraltro valutando la possibilità di stipulare un'apposita convenzione con una cooperativa di servizi per risolvere alcuni aspetti specifici. In conclusione, voglio rassicurare sul fatto che siamo costantemente impegnati nel difendere i nostri studenti in particolare quelli più svantaggiati, tenendo conto della complessità della normativa nazionale, delle possibili interpretazioni che riguardano i diritti individuali, della delicatezza dei temi sollevati e della sensibilità delle persone. Con discrezione e senso di responsabilità, soprattutto con partecipazione non formale ma autentica al disagio delle famiglie e dei nostri studenti.
Attilio Mastino Rettore dell'Università di Sassari
 
Spiace che il rettore consideri denigratorio un articolo che ha semplicemente portato alla luce un problema di cui si sta interessando il Garante della Privacy. Un problema di cui l’Università è consapevole e che ci auguriamo possa risolvere anche con l’aiuto del Garante. Non per rispondere a inesistenti accuse, ma per migliorare, come sempre si può.

Questionario e social

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