UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 12 dicembre 2012

Mercoledì 12 dicembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
12 dicembre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Vince un concorso: licenziato
Geologo messo alla porta dall'Università, ma oggi deciderà il Tar
L'avvocato: «L'ingiustizia di un altro bando per lo stesso incarico». Il rettore: «Tutto regolare»
 
Vince un concorso per un posto a tempo indeterminato nel Dipartimento di Scienze della Terra ma viene assunto solo a tempo (per due anni). Il suo contratto scade e quasi per magia compare un altro concorso. Stesso incarico nello stesso dipartimento, stessi requisiti - a partire dalla laurea in geologia - stesso inquadramento a tempo indeterminato. La prova del 2006 viene buttata nel cestino e Francesco Muntoni, a 41 anni, si ritrova a rifare un concorso identico accanto ad altri candidati per un posto di fatto già suo, perché l'Università ha deciso di battere un'altra strada.
Il geologo cagliaritano ha deciso di non arrendersi, rivolgendosi al Tar per contrastare gli «atti illegittimi e gravemente pregiudizievoli» per la sua attività lavorativa. I giudici amministrativi si pronunceranno per decidere se disporre la «sospensiva» e quindi bloccare il nuovo concorso. Le accuse del ricorrente: «Violazione e falsa applicazione delle graduatorie dei concorsi pubblici», nonché «eccesso di potere per contraddittorietà, illogicità, irragionevolezza e ingiustizia manifesta».
Muntoni peraltro ha raggiunto risultati di alta specializzazione al Telegis, il laboratorio di fotogeologia e telerilevamento, guidato per quasi trent'anni da Alberto Marini. Ed è proprio il docente appena andato in pensione a intervenire in prima persona per sostenere la linea del geologo, spiazzata dal cambio di rotta dell'Università: «Il professor Muntoni mi ha assistito, in particolare, nella realizzazione dei diversi progetti interni al laboratorio Telegis durante gli ultimi dieci anni, risultando indispensabile nella riuscita degli stessi». Il geologo ha anche svolto settecento ore da docente all'Università, supportate da sedici pubblicazioni. Da qui l'affondo dell'avvocato Daniela Muntoni, sorella del geologo: «Il Consiglio di Stato ha detto chiaramente che negli inquadramenti all'Università bisogna attingere dalle graduatorie esistenti, mentre l'ateneo cagliaritano ha deciso di buttare al vento ogni indicazione». Non solo: «Ha fissato le date del nuovo concorso giusto un paio di giorni fa, nonostante si sapesse dell'imminente decisione del Tar. Quasi a dire: noi siamo più forti di tutto».
Non si fa attendere la replica del rettore Giovanni Melis: «Il dottor Muntoni è risultato idoneo al termine di un concorso bandito nel 2006 per una competenza specificamente determinata, attinente alla cartografia e al telerilevamento». Ma ora l'Ateneo, continua il numero uno dell'Università cagliaritana, «ha bandito il concorso per un tecnico che non riguarda solo quella competenza specifica, ma le attività complessive dell'area di Scienze della Terra». Segue la spiegazione: «Nella prima selezione si cercava una figura con determinate competenze (ed erano infatti richieste alcune tipologie di laurea)», sottolinea il rettore, «ora se ne cerca una con competenze più ampie e diversificate. Il dottor Muntoni potrà - ugualmente e naturalmente - partecipare al concorso». La parola finale passa ai giudici di via Sassari: «L'Ateneo attende serenamente le decisioni del Tar».
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
«I parenti? In altre città»
Nelle facoltà resta l'ombra del nepotismo
 
Parentopoli, per alcuni ricordo del passato, per altri uno spettro che ancor'oggi si aggira tra le aule delle Università. A esorcizzarlo ci ha provato l'ex ministro Gelmini, con una legge che vieta l'assunzione di parenti e affini oltre il quarto grado nello stesso dipartimento. Ma il dubbio resta, a giudicare della frequenza con cui si ripetano alcuni cognomi. Covata di rampolli familiari o semplice casualità? «È innegabile che ci siano cognomi ricorrenti, ma non sempre dietro c'è un rapporto di parentale». Massimo Deiana, preside di Giurisprudenza, difende l'università e il sistema di selezione. Non è un avvocato d'ufficio, con Parentopoli non ha a che fare. Il padre «non è mai entrato in un'aula universitaria». Lui ha studiato, si è laureato a 24 anni, a 36 è diventato professore associato, a 40 ordinario. Ora è il numero uno della sua facoltà. Sembra avere l'antidoto contro la tentazione delle cattedre a conduzione familiare. «Propongo lo stesso metodo dei Carabinieri. Vuoi entrare nell'Arma? Lontano da casa e da possibili conflitti di interessi».
Punta sul «turn over all'americana» il prorettore Paolo Fadda. «Bisognerebbe far girare di più gli universitari. Ma un figlio non può essere privato della libertà di fare la carriera del padre». L'altra faccia della medaglia: «Ho un amico, medico, figlio di medico, chirurgo. Da ragazzo aveva il sogno di emulare l'attività del padre. Anche lui è diventato chirurgo. Il padre professore universitario, il figlio associato. Subiva pressioni, alla fine si e dimesso. È andato in America, ora è un chirurgo di altissimo livello». Anche Fadda non ha parenti all'università, e la sua carriera è brillante. Dopo la laurea in ingegneria, ha vinto una borsa di studio, poi le prime pubblicazioni. Nell'83 il concorso come professore esterno, a 33 anni, quello per associato. Ha iniziato a insegnare a Cagliari. «Fu un concorso lunghissimo». Nel 2000 è diventato ordinario in Economia dei trasporti, adesso è prorettore.
Sa. Ma.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Se un ricercatore non ha più illusioni
Ingegnere precario dal 1997: «Carriera ferma, aspetto il concorso da sempre»
 
Gianluca Gatto, 45 anni, è un ricercatore disilluso. Settantacinque pubblicazioni e quindici anni di anzianità non sono ancora bastati per dargli un futuro sicuro nel mondo dell'Università. «Aspetto da otto anni il concorso per diventare associato. A Cagliari le prove sono ferme dal 2004. Non si fanno più bandi da allora».
CARRIERA FERMA Laurea in Ingegneria nel '94, poi un corso di perfezionamento, nel '95 il dottorato in ingegneria meccanica, interrotto dopo due anni. A ottobre del '97 ha vinto un concorso ed è diventato ricercatore a tempo indeterminato. A distanza di tanti anni la sua carriera è ferma, in stand by, ricopre sempre lo stesso ruolo. Sognava di ottenere una cattedra, ancora non ce l'ha fatta. «Dopo un po' ti metti l'anima in pace. Dieci anni fa la pensavo in modo diverso, ero entusiasta, pieno di sogni. Ora mi sono rassegnato».
L'ATTESA INFINITA Più passano gli anni più la ragione prevale su quel pizzico d'ottimismo che in fondo ancora sopravvive. «Ho sempre fatto il mio lavoro con passione e dedizione. La carriera non è arrivata, ogni tanto ci penso, mi viene rabbia, alcuni miei colleghi sono stati fortunati, mi son passati davanti, ma altri sono fermi come me». Baroni, nepotismo, concorsi truccati? «Sono problemi di tutto il settore pubblico. Anche nei concorsi universitari qualcosa di non lineare c'è, le voci circolano tra i corridoi, sia nel mondo accademico che fuori».
DELUSIONE E PESSIMISMO Il senso di insoddisfazione è comprensibile: «È una bella carriera, ma non so se tornando indietro farei le stesse scelte. A un giovane che aspira a entrare nel mondo universitario direi di pensarci bene». La qualità della ricerca è a rischio. «Il carico didattico è eccessivo. Adesso ci dicono che non c'è più l'obbligo di fare attività formativa. Anche prima non c'era, ma se non la facevi non entravi nel sistema, nel gruppo di chi poteva aspirare a un posto.
RICERCATORI IN CRISI In Ingegneria il carico didattico è al quaranta per cento sulle spalle dei ricercatori, molti corsi sono gestiti da noi». E nelle altre facoltà? «È ancora peggio. I ricercatori fanno molta attività didattica, e non integrativa, come indicato dalle norme. Questo va a discapito dell'attività di ricerca». La sua storia è identica a tante altre, sono 463 i ricercatori nell'Ateneo cagliaritano, 463 a tempo indeterminato, poi ci sono gli altri 74 a tempo determinato, figli della legge Gelmini.
Sa. Ma.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Due matricole su dieci lasciano al primo anno
IL FENOMENO. Ma gli abbandoni universitari sono in calo: 10% in meno
 
Quasi due studenti su dieci abbandonano l'università di Cagliari tra il primo e il secondo anno. Un campanello d'allarme sintomo di un sistema che «non funziona perfettamente». Un dato che segnala un duplice problema: da un lato c'è lo studente che non riesce ad inserirsi, dall'altro un'università che non riesce a coinvolgere le matricole. Lo studente che abbandona la carriera universitaria è per lo più maschio, proviene da un istituto professionale, si è diplomato con un voto basso ed è residente in provincia.
È quanto emerge dagli studi presentati ieri sera a Sa Duchessa durante il seminario “Il drop-out: un'analisi sull'Ateneo cagliaritano”, organizzato da Maria Pietronilla Penna, docente del dipartimento di Filosofia, psicologia e pedagogia e dal direttore del Centro di qualità, Vincenzo Solinas. Lo studio, durato tre anni, ha preso in esame tutti gli studenti immatricolati nell'anno accademico 2007/2008 e ha monitorato la loro carriera universitaria. Su 3.945 studenti esaminati, il 31% ha cominciato a vacillare già al primo anno e circa il 18% ha presentato rinuncia agli studi, mentre il 12% ha chiesto il trasferimento ad un altro corso. Niente di anomalo rispetto al trend nazionale.
Ad arrendersi più facilmente sono gli iscritti alle facoltà umanistiche, il 21% ha mollato al primo anno. Più tenaci gli aspiranti laureandi in materie scientifiche: solo il 14% ha presentato rinuncia. Il fenomeno del “drop- out” (cadere fuori) solleva una serie di interrogativi. Spesso la decisione di non portare avanti gli studi non è dettata esclusivamente dalla pigrizia dei ragazzi. «È necessario - sottolinea Penna - chiedersi in che misura tale scelta può essere attribuita alle caratteristiche delle istituzioni universitarie, in termini di fattori organizzativi, sociali e di scelte didattico educative. Non si dovrebbe addebitare tutta la colpa alla scarsa motivazione dello studente». Più roseo il quadro presentato da Riccardo Demelas, del centro per la qualità dell'ateneo, che dimostra come dal 2005 al 2011 l'abbandono universitario sia diminuito di circa il 10%. Unica macchia nera il numero degli iscritti, diminuito in 6 anni del 30%.
Veronica Nedrini
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Iniziativa
Si parla di valutazione della qualità dell'ateneo
 
Si chiama Anvur l'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario. Dà i voti la qualità dei processi, i risultati e i prodotti delle attività di gestione, formazione e ricerca, compreso il trasferimento tecnologico, delle università e degli enti di ricerca vigilati dal ministero dell'Università e della ricerca. Oggi a partire dalle 10.30 (e fino alle 16) nell'Aula Magna della facoltà di Ingegneria e Architettura, in via Marengo, è in programma la “Giornata di in-Formazione” organizzata dall'Anvur.
Cagliari, peraltro, parteciperà alla sperimentazione della valutazione degli esiti effettivi dell'apprendimento generalista da parte degli studenti. Nei giorni scorsi è arrivato il plauso di Confindustria per il fatto che quello di Cagliari è l'Ateneo italiano con il maggior numero di corsi di laurea che hanno accettato di completare un percorso di valutazione della qualità.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Gli insegnanti? Bocciati
Selezioni troppo dure o i candidati sono impreparati?
TFA. Strage di ammissioni: solo il 20 per cento è arrivato all'ultima prova
 
In questi giorni si stanno svolgendo gli esami orali degli 11 corsi Tfa, Tirocinio formativo attivo, necessario per accedere all'insegnamento di seconda fascia ma per gli aspiranti insegnanti le aspirazioni sono troncate. Secondo i primi dati pubblicati dall'Università, solo il 20% di 2.123 candidati è riuscito ad arrivare all'ultima prova. La maggior parte sono stati esclusi già dopo il primo test ministeriale: solo in 721 hanno avuto accesso alla seconda fase, quella che dipende dai singoli atenei. La colpa è di commissioni troppo severe o chi vuol fare l'insegnante è un asino?
Le preselezioni con i test unici in tutta Italia, predisposti dal Ministero, si sono svolte a luglio, quando scoppiò uno scandalo. Infatti, alcune domande erano sbagliate e dopo la pubblicazione dei risultati arrivarono le proteste e, in alcuni casi, anche i ricorsi al Tar. Si stilò una nuova graduatoria e sulla base di quest'ultima si sono svolti gli scritti, a ottobre, con domande e commissioni scelte autonomamente da ogni ateneo.
Il primo dato che balza agli occhi è la forte diminuzione, in alcune classi di concorso, tra chi ha passato le preselezioni e chi si è presentato agli esami. A parte il caso di Topografia, dove su 22 partecipanti sono arrivati allo scritto in 2 e nessuno all'orale, il risultato più eclatante è per Materie letterarie per gli istituti superiori: su 352 presenti al test ministeriale sono arrivati all'esame scritto dell'ateneo solo in 32. Lo scarto si spiega in parte con l'uscita del concorsone per insegnanti: il bando preclude la partecipazione a chi si è laureato dopo il 2003, mentre chi ha conseguito il titolo prima, ha optato per questo concorso rispetto al Tfa, la cui iscrizione (dopo che si superano tutte le prove) costa 2.514 euro. Non pochi per un posto di supplente chiamato all'incarico dall'Ufficio scolastico provinciale.
Negli esami organizzati dall'Università ci sono stati meno bocciati rispetto ai test ministeriali ma una quota comunque consistente. Su 721 candidati che hanno svolto gli scritti, agli orali è arrivato solo il 47%. «Sono medie abbastanza normali per corsi che rilasceranno un titolo importante», sottolinea il prorettore per la didattica Francesco Atzeni, «le percentuali più significative si registrano in Scienze per le scuole medie (100%), Storia dell'Arte (84,8%), Elettronica (77,8%), Informatica (76,5%) e Materie letterarie (77,4%)». Il dato peggiore è quello di Materie letterarie per i licei, dove solo il 13% ha passato gli scritti. Secondo alcuni candidati, l'alto numero di bocciati è da imputare a commissioni troppo severe.
Mario Gottardi
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Nuoro e Marghine (Pagina 22 - Edizione NU)
Diplomati al bivio
A Macomer, Sorgono, Desulo, Aritzo e Tonara
Università o lavoro? Corso di orientamento in cinque istituti
 
Caratterizzare la scelta del corso di studio universitario di molti ragazzi è l'incertezza la quale ha effetti negativi. Le statistiche, a questo proposito, sono inclementi: nel primo anno di università un quinto degli studenti abbandona gli studi. Per correre ai ripari, negli istituti superiori di Aritzo, Tonara e di Desulo si stanno svolgendo le attività previste dal progetto «Porte aperte all' Università» (Orientamento in uscita), sottoscritto da una rete che include anche lo Scientifico e l'Agrario di Sorgono e il Liceo della Comunicazione e delle Scienze umane di Macomer.
L'iniziativa, finanziata dalla Regione con 90 mila euro, è destinato agli studenti dell'ultimo anno delle superiori e ha come obiettivo non solo quello di potenziare l'orientamento dei futuri diplomati nel passaggio agli studi universitari e al mondo del lavoro. «Puntiamo a sostenere i giovani - hanno detto le insegnanti Pina Ariu e Mariangela Cuccui - nell'intraprendere una scelta consapevole che tenga conto degli interessi e delle aspirazioni individuali e possa al contempo favorire l'accesso ad un'occupazione soddisfacente e coerente rispetto a quanto studiato».
Sono previsti, infatti, percorsi di valutazione con la somministrazione di tre batterie di test di difficoltà crescente suddivisi in quattro ambiti e l'organizzazione di iniziative di orientamento universitario e professionale e di visite presso le università di Cagliari e di Sassari.
Salvatora Mulas
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Gallura (Pagina 21 - Edizione OL)
La Maddalena
Un anno di studi: lecci a rischio
 
Saranno presentati questa mattina alle 9, al Centro di educazione ambientale del Parco a Stagnali, i risultati di un anno di monitoraggio relativi ai popolamenti di leccio presenti sull'Isola di Caprera. L'indagine, frutto di una convenzione tra Ente Parco e Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari, definisce le linee guida per la bonifica fitosanitaria delle leccete presenti sull'isola di Caprera. La presentazione dei risultati della ricerca è stata affidata a Antonio Franceschini, Presidente del corso di laurea in Scienze Forestali e Ambientali di Nuoro, e ai ricercatori Benedetto Linaleddu e Bruno Scanu. Dai sopralluoghi effettuati è emerso che «una vasta superficie di rilevante valenza naturalistica, popolata da alberi di leccio e da specie della macchia mediterranea, è interessata da fenomeni di deperimento».( f.n. )
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
Ghilarza
L'economista Zamagni al Mese della cultura
 
Si chiude giovedì la trentesima edizione del Mese della Cultura organizzato dal Comune con alcune associazioni del territorio. Sarà Stefano Zamagni, economista di fama internazionale e docente all'Università di Bologna, il protagonista dell'ultimo appuntamento della kermesse.
Di mattina, alle 11.30 incontrerà gli studenti all'Istituto d'istruzione superiore mentre di pomeriggio, alle 16, all'Auditorium comunale, terrà un incontro aperto a tutti insieme al ghilarzese Vittorio Pelligra, economista presso l'Università di Cagliari. L'evento, organizzato dalle associazioni parrocchiali, si focalizzerà sul tema “Longevità attiva come forma di solidarietà tra le generazioni”. Un argomento che ben si sposa con il Mese della Cultura 2012 dedicato appunto all'Invecchiamento attivo e solidarietà tra le generazioni. ( a. o. )
 
L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Il dibattito interno al centrosinistra
Il futuro sia basato su equità e crescita
Marco Meloni*
 
Cosa dovrebbe fare il PD perché “le idee e le energie” di Matteo Renzi rafforzino la sua proposta (e vittoria) alle elezioni? Questa, in sintesi, la questione posta da Chicco Porcu. Anzitutto, sottoscrivo quanto egli ritiene “non si debba” fare, ovvero “offrire posti”. Non è questo il tenore del confronto, e l'averlo affermato con chiarezza gli fa onore.
Concordo meno sugli aspetti “generazionali” e di contenuto. Sia negli ultimi anni che durante le primarie, il rinnovamento del PD è stato notevole, maggiore che in qualsiasi altro partito. Oggi accelera, anche grazie a Renzi. La rappresentazione di una vecchia socialdemocrazia “tassa e spendi” contrapposta ai moderni liberal, poi, è macchiettistica. Non siamo più nel secolo scorso, né negli anni 70 né negli anni 90. Il PD ha dimostrato affidabilità sostenendo le riforme di Monti, e intende proseguirle e migliorarle. Ma un punto deve essere chiaro: dopo gli abissi di disuguaglianza del trentennio conservatore, l'idea di futuro dei democratici e dei progressisti si fonda sul binomio “equità e crescita”. Anche alle primarie, il vero confronto è stato tra chi considera la coesione sociale (senza cui la democrazia si dissolve) come risorsa, e chi sottovaluta il tema. Europa politica, lotta alla corruzione, controllo della spesa sono, per noi, la via per investire in settori essenziali per lo sviluppo - a partire da istruzione e innovazione - e per rilanciare il welfare. Il modello sociale europeo vacilla: nel concreto, salute, istruzione, sicurezza rischiano di dipendere solo dal benessere individuale. Non per colpa del destino, ma per scelte politiche: per questo, quando parliamo di tasse, intendiamo per esempio ridurle per gli studenti universitari, mentre Renzi proponeva di aumentarle senza limite; e difendiamo l'efficienza del Servizio sanitario nazionale rispetto ai modelli assicurativi anglosassoni.
Oggi il ritorno di un Berlusconi incartapecorito rende ancor più inaccettabile la favola, cui anche Renzi ha dato credito, per cui nei vent'anni scorsi “siamo stati tutti uguali”. Partiamo da casa nostra: nel 2009 c'erano le telefonate all'amico Putin per Eurallumina. Due temi (purtroppo) ancora attuali, accordo sulle entrate e zone franche urbane, vennero realizzati in pochi mesi dal centrosinistra, e poi totalmente disattesi dalla destra. Se la Sardegna è la regione, insieme alla Calabria, in cui il divario tra Bersani e Renzi è maggiore (73,5% contro 26,5%), non è un caso. La sofferenza sociale è ormai oltre il tollerabile. Chi conosce i problemi, chi dà risposte serie? C'è enorme differenza tra chi considera il Sulcis un'entità fantasma e chi conosce quel sistema industriale e ambientale, e perciò si batte per la “buona battaglia” sarda in Parlamento (ora forse vanificata dall'irresponsabilità del PDL). Bersani parla all'Italia e alla Sardegna che soffrono, senza cedere sugli impegni di governo che impegnano tutta la coalizione. Ha il merito di aver portato fin qui il PD, di cui Renzi, con «le sue idee e la sua energia», è un esponente sempre più importante. Siamo il partito della responsabilità e dell'innovazione, la risorsa fondamentale per un'Italia che guarda al futuro e non merita di tornare al passato.
* Consigliere regionale e responsabile nazionale del Pd Riforme, Università e ricerca
 

LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Ed_Cagliari
Alta formazione, Università e Regione insieme
 
Siglato l’accordo quadro per l’apprendistato di alta formazione e ricerca tra la Regione, l’Università di Sassari e le parti sociali . L’accordo riservato a giovani tra i 18 e i 29 anni, si affianca al Master and back ed al programma Master in Sardegna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Ed_Cagliari
convegno dei ROTARY
Lavoro, l’economista Savona parla di futuro ai giovani
 
SASSARI Paolo Savona ha tenuto la platea incollata alle poltroncine per oltre un’ora. Spiegando quali sono i motivi che hanno portato l’Italia e il mondo all’attuale stato di crisi, manifestando le sue consuete perplessità sulla moneta unica e sostenendo questa sua posizione con elementi che alla fine del suo intervento i tantissimi giovani presenti nel salone della Camera di commercio, avrebbero voluto ulteriormente approfondire. Perchè il futuro spaventa tutti, in particolare gli studenti che stanno per presentarsi nel mondo del lavoro con preoccupazione visti i foschi scenari che s’intravvedono all’orizzonte. Ma l’economista, dopo aver fatto l’analisi della situazione, ha anche dispensato consigli e ricette per superare la crisi, rivolgendosi soprattutto ai giovani. Ha riscosso grande successo il convegno: “Giovani: lavoro e previdenza, quale futuro”, organizzato dai tre Rotary club di Sassari (Silki presieduto da Mario Mastino, Nord da Giovanni Ledda e Centro da Zannino Conoci) in collaborazione con i Rotaract, l’Università e l’Inps, con il patrocinio di Banco di Sardegna e Camera di Commercio. I lavori sono stati aperti dal presidente della Camera, Gavino Sini, poi gli interventi di Pier Luigi Pinna, presidente di Confindustria, del rettore Attilio Mastino, dell’economista Alessandro Trudda di altri esperti. Le conclusioni sono state del direttore centrale di Inps e Inpdap, Giorgio Fiorino. (plp)
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 23 - Ed_Cagliari
AL TEATRO LIRICO
Un centro di eccellenza per le tecniche della cultura
 
CAGLIARI La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Programmazione Giorgio La Spisa ha approvato lo schema di accordo che stanzia nove milioni e mezzo la realizzazione del Progetto “Smart business factory”. Si tratta di un centro di supporto alle start up innovative che vedrà il teatro lirico (nellas foto) di Cagliari centro di eccellenza per la produzione culturale e l’innovazione tecnologica. Gli interventi previsti riguardano il completamento-riqualificazione del «Parco della Musica» (2.250.000 euro) e la realizzazione al teatro lirico del centro di produzione e di innovazione culturale (2.500.000 euro). Tra gli altri interventi anche la realizzazione di un centro servizi per le strutture teatrali e le compagnie isolane (250mila), e la costituzione di un cluster per la digitalizzazione dei contenuti e di un incubatore per le imprese innovative nelle tecnologie applicate alle attivitè culturali.

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie