Venerdì 7 dicembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 dicembre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Gli ultimi dati drammatici dell'Ocse
I PROFESSORI AL CAPOLINEA MA LA CRISI NON DÀ TREGUA
Beniamino Moro
 
Siamo quasi all'epilogo del governo tecnico. Il ritiro della fiducia da parte del Pdl non lascia molte alternative alle elezioni anticipate, sia pure di qualche mese. Pd e Pdl avevano già preso le distanze dal governo Monti, rinviando, sino al rischio di decadenza, l'approvazione dei provvedimenti in discussione in Parlamento (delega fiscale, riordino delle province e decreti sui costi della politica e sullo sviluppo). Ieri la svolta, con l'annuncio di Berlusconi di ricandidarsi e del Pdl di sostenere il governo solo dall'esterno. Non è ancora la crisi formale, ma poco ci manca.
A questo punto, tutti concordano sul fatto che l'esperienza del governo tecnico, dettata dall'emergenza della crisi finanziaria, abbia esaurito la sua funzione e che dopo le elezioni si debba tornare a un governo politico espressione della maggioranza che si formerà in Parlamento.
Dietro l'apparente concordanza di vedute per il dopo elezioni, tuttavia, si celano profonde differenze tattiche di campagna elettorale tra i due maggiori partiti di centro-destra e di centro-sinistra e lo stesso Monti. Berlusconi e il Pdl hanno dato ieri il preavviso di sfratto al governo, nel tentativo di separare le loro responsabilità nella gestione della crisi da quelle del governo, mentre il Pd di Bersani, pur non arrivando a sconfessarne l'operato, parla tuttavia di andare oltre il governo Monti, dove il significato di quell'oltre non è chiaro e getta l'ombra dell'incertezza sui mercati. Ieri, la capogruppo al Senato ha invitato Monti a recarsi al Quirinale, per concordare col presidente Napolitano i tempi della crisi. Entrambi i due partiti della maggioranza, ormai, sono proiettati in pieno nella campagna elettorale e guardano con indifferenza alle sorti dell'attuale governo e dei suoi provvedimenti in discussione in Parlamento.
Il premier, dal canto suo, deve fronteggiare una situazione di crisi che peggiora di giorno in giorno. Gli ultimi dati Ocse assumono toni quasi drammatici: dopo il -2,3% del 2012, nel 2013 non ci sarà la ripresa sperata, ma un ulteriore calo del Pil dell'1%, contro una previsione di -0,2% del governo. Invece del pareggio di bilancio, l'Ocse prevede un rapporto deficit/Pil del 2,9%, sostanzialmente analogo al 3% di quest'anno, mentre il tasso di disoccupazione aumenterà dal 10,6% di quest'anno all'11,4% nel 2013. Per non parlare del calo dei consumi delle famiglie (-3,2%), il peggiore calo annuale del dopoguerra.
SEGUE A PAGINA 18
 
2 – L’Unione Sarda / Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Dalla prima
I PROFESSORI AL CAPOLINEA, MA LA CRISI NON DÀ TREGUA
(...) Rincara la dose Bankitalia che, dopo avere rilevato che il reddito delle famiglie è sceso del 5% tra il 2008 e il 2011, prevede per il 2012 un calo ancora maggiore del -2,5% registrato nel 2009.
Alla luce di questi dati, pur riconoscendo gli effetti positivi ottenuti dalla politica di rigore e di riforme del governo Monti, da cui non si potrà fare marcia indietro, l'Ocse conclude che nel 2014 potrebbe essere necessaria una nuova manovra di correzione dei conti pubblici.
Entrambi i partiti, Pd e Pdl, interpretano questi dati come la conferma dell'inadeguatezza del governo dei tecnici a fronteggiare la crisi economica in corso e la controprova che le ricette della cosiddetta “agenda Monti” non sarebbero adeguate a combattere efficacemente la recessione. Ma si sbagliano.
La contro-ricetta che essi lasciano intravedere è quella della riproposizione di un aumento della spesa pubblica, formalmente per rilanciare gli investimenti, ma sostanzialmente per salvaguardare le proprie clientele elettorali. Lo hanno dimostrato anche con le modifiche in Parlamento alla legge di stabilità, che è stata fatta lievitare di 8,9 miliardi, passando a 40,2 miliardi di euro.
La riproposizione dopo le elezioni dello stesso modello di spesa pubblica che ci ha portato alla soglia del baratro finanziario non lascia certo ben sperare, perché significa rimettere il nostro Paese nel mirino della speculazione finanziaria.
Perciò, il futuro governo politico, con o senza Monti, non potrà comunque prescindere dall'agenda Monti, a cominciare dalle riforme che oggi il clima elettorale spinge ad accantonare in Parlamento.
Beniamino Moro
 
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Le vittime hanno dagli 11 ai 14 anni, vanno in chat senza controlli
PER NON FINIRE NELLA RETE
Internet, come vengono adescati i ragazzini
 
Ha dai 25 ai 40 anni, ha disturbi mentali ma anche qualche nozione di psicologia. Perverso e immaturo, è il profilo del cyberpredatore sessuale, che al computer cerca di carpire la fiducia attraverso conversazioni online con ragazzini, per poi incontrarli dal vivo. Di questo si è parlato ieri sera all'Ersu al seminario intitolato “Cyberpredatori sessuali, preadolescenza, social network”, organizzato dal Lions club Monte Urpinu.
LE VITTIME Ben chiaro anche il profilo delle vittime: per lo più bambine tra gli 11 e i 14 anni, che spesso tra le mura domestiche non sono controllate: «Online la figura del “terzo”, colui che ti blocca e ti fa riflettere quando stai facendo qualcosa di sbagliato, è distorta - spiega Luca Pisano, psicoterapeuta e direttore del master in criminologia Ifos - in rete c'è chi pensa di poter fare ciò che vuole».
LE FRASI Pisano presenta alcuni esempi di strategie di adescamento, da lui stesso vissute attraverso un profilo falso, con il quale lo psicoterapeuta si è finto un'adolescente e ha raccolto le frasi dei cyberpredatori. Per esempio Maurizio, 37 anni, che prova a far capire alla “vittima” che la ama e la stima più dei suoi reali genitori: «Io ci sono da poco, ma tu mi sembri sincera» . E ancora: «I tuoi genitori ti stimano? Ti fanno uscire di casa?» . Oppure: «Se fossi tuo padre ti farei uscire» . Parole che fanno capire come l'“orco” non sia uno sprovveduto, ma sa come carpire la fiducia del ragazzino.
LA STORIA Un caso realmente accaduto ha visto protagonista un genitore dell'hinterland cagliaritano, padre di una bimba di 10 anni che aveva un profilo su Facebook. Il papà viene a sapere che stanno girando voci su alcune foto compromettenti di sua figlia in rete. A seguito delle indagini, la Polizia viene a sapere che un 50enne lombardo aveva convinto la bambina a farsi mandare delle immagini “spinte”. E non solo, perché era riuscito anche, attraverso la vittima, a far fare la stessa cosa ad alcune compagne di scuola.
I DISAGI Situazioni che si creano anche per colpa della sempre crescente difficoltà a intrattenere rapporti dal vivo: «C'è un uso spesso isolato della rete - spiega Isabella Mastropasqua, direttore del centro giustizia minorile della Sardegna - e i genitori sono quasi sempre impreparati». Roberto Manca, ispettore della PolPost di Cagliari, chiarisce che l'adescamento online non è l'unico reato che si può fare in rete: «Altri fenomeni pericolosi sono il cyberbullismo, lo stalking, il gioco d'azzardo, la vendita della droga online, i ricatti e le frodi».
 
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 50 - Edizione CA)
Viene presentato oggi a Cagliari il libro di Bedini, Tronchetti, Ugas e Zucca
MONTE PRAMA, ECCO LA STORIA DEI GIGANTI DI PIETRA
L'appassionante vicenda delle statue
 
Finalmente tutta la verità sui Giganti di Monte Prama. O almeno quello che sinora è possibile raccontare in attesa che futuri scavi possano aggiungere nuovi particolari sulla vicenda che più di ogni altra ha appassionato gli archeologi nell'ultimo decennio. Messe da parte le polemiche sulla destinazione delle statue di pietra restaurate nel laboratorio di Li Punti a Sassari, oggi la loro storia è raccolta in un bel volume appena pubblicato dalla cagliaritana Fabula. L'editore Enrico Clemente ha chiamato attorno a questa complessa opera i protagonisti della scoperta: quattro illustri archeologi che dal 1974 (il primo ritrovamento risale al maggio di quell'anno quando un contadino scavando con l'aratro trovò alcuni frammenti scultorei) hanno lavorato a più riprese nel sito, recuperato il grosso dei reperti e poi dato un significato alle statue. Oggi possiamo dire di sapere molto su questi clamorosi Guerrieri nuragici, il velo di mistero che li ha circondati per oltre un trentennio è stato tolto, le ipotesi degli studiosi più o meno concordano sulla base di attente valutazioni e confronti stilistici. Nelle 277 pagine patinate scorrono i saggi di Alessandro Bedini, il primo archeologo della Soprintendenza ad arrivare sul sito e a lavorarci negli anni Settanta per poi trasferirsi a Roma e a Firenze; Carlo Tronchetti, ex direttore della Soprintendenza e del museo nazionale di Cagliari; Giovanni Ugas, docente dell'ateneo cittadino e Raimondo Zucca, docente a Sassari e instancabile promotore di mostre e convegni. Arricchiscono il volume le immagini di Massimo Migoni e i disegni ricostruttivi delle statue eseguiti dall'architetto Panaiotis Kruklidis.Un lavoro importante ed esaustivo che consente al lettore, anche non specialista, di capire cosa fossero e rappresentassero quei Giganti di pietra (alti quasi due metri). Il libro, già presentato in anteprima a Sassari, verrà illustrato oggi alle 18 da Clemente e Tronchetti nella libreria Feltrinelli di via Paoli.
LE STATUE I reperti recuperati non hanno consentito di rimettere insieme nella loro interezza una o più statue, restaurate sapientemente dagli esperti di Li Punti, ma lo studio dei pezzi al computer ha permesso, però, agli archeologi e ai disegnatori di fare una ricostruzione quanto mai fedele. Ce li possiamo immaginare così come appaiono nel disegno introduttivo del volume: arcieri, pugilatori, atleti, in fila su un piedistallo lungo la strada che dal Campidano portava al Sinis e al porto fenicio di Tharros (la città punica sarebbe nata qualche secolo dopo). Dietro e a fianco sorgevano modelli di nuraghi in scala maggiore rispetto alle statuine di bronzo che oggi conosciamo nei musei, e di betili votivi. Il tutto faceva parte di un'area monumentale e sacrale (Heeron) in una zona di sepolture, tra i numerosi villaggi popolati dai protosardi che vivevano tra il Sinis, il Grighine e l'attuale Oristanese.
«Lo scavo ha portato alla luce una situazione straordinaria - affermano Bedini e Tronchetti - sia per l'eccezionale presenza della statue, che per il significato culturale dell'intero contesto. Siamo di fronte ad una vasta area adibita a sepolture di cui si può riconoscere con sicurezza il solo limite occidentale che presenta un'articolazione in varie fasi, con funzioni diversificate e caratterizzata da un tracciato viario».
TRE FASI A Monte Prama si possono distinguere tre fasi: la prima di un sepolcreto con tombe a pozzetto (tipo quelle rinvenute ad Antas, Fluminimaggiore); la seconda vede l'area recintata con tombe più importanti coperte da lastroni; una terza fase con la sistemazione della sponda est della strada, la realizzazione del complesso scultoreo e la contestuale monumentalizzazione dell'area sacra.
L'ETÀ DEL FERRO La datazione? Per quanto riguarda la cronologia assoluta delle tre fasi si parla di un arco compreso tra il nono e la fine dell'ottavo secolo. I Giganti sarebbero i simboli grandiosi di una élite aristocratica che governava la popolazione protosarda nel periodo detto del "Ferro". Quella gente laboriosa di contadini e pastori, con a capo clan di guerrieri, era l'erede della precedente civiltà dei costruttori di nuraghi, che viveva e commerciava a contatto con i vicini fenici di Tharros. Solo dopo arriveranno i cartaginesi che trasformeranno quello scalo in una fiorente città punica. Nel frattempo i monumentali Giganti, realizzati con la pietra proveniente da una vicina cava e simbolo di una civiltà indigena, verranno distrutti, ammucchiati e sepolti nella stessa area di Monte Prama.
IL SIGNIFICATO «Allo stato attuale della documentazione - sottolinea Enrico Clemente - molti problemi sul valore e sul significato storico di Monte Prama rimangono aperti. Gli autori hanno presentato le proprie ipotesi che, in particolare sulla cronologia e distruzione dell' Heroon, presentano soluzioni diverse. Bedini e Tronchetti concordano sostanzialmente sulla datazione di costruzione dell'Heroon in base ai loro dati di scavo, mentre per la distruzione evidenziano la mancanza di reperti che permettano certezze. Ugas, al contrario, dissentendo dagli autori degli scavi, retrodata la cronologia (750-740) e indica una periodo preciso per la sua distruzione, non oltre un paio di decenni dopo l'edificazione (720)».
LO STILE Lo stile dei Guerrieri riporta all'ideologia della grande statuaria orientale giunta nell'Isola con i mercanti e con maestranze artigiane. Questo volume rappresenta una base di partenza: scavi ulteriori e la discussione della comunità scientifica potranno gettare nuova luce sulle statue del Sinis e, di riflesso, sulla storia della Sardegna protostorica e su quella del Mediterraneo occidentale. «Purtroppo - conclude Tronchetti - non conosciamo niente dell'antica mitologia sarda se non attraverso notizie assai più tarde giunteci da scrittori di cultura ellenica, ma sicuramente una mitologia esisteva: i Giganti di Monte Prama ne facevano parte».
Carlo Figari
 
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda / Gallura (Pagina 26 - Edizione OL)
Arzachena
GLI ASSESSORI INCONTRANO I “TECNICI” LOCALI
 
Dare vita a nuove alleanze per Arzachena. L'amministrazione comunale chiama a raccolta gli esperti per fornire un contributo alla cultura e allo sviluppo territoriale, attraverso strumenti giuridici e modelli econonomici. L'incontro è fissato per il 12 dicembre, alle 11, all'auditorium. Il modello di sviluppo locale richiede l'integrazione di più filiere di attori, pubblici e privati. Sfida complessa che si basa sulla convergenza tra strumenti giuridici e modelli economici nel campo delle politiche per un'economia trainata dalla cultura e dalla conoscenza. L'incontro è promosso dal Comune, dall'Università di Sassari e dall'Osservatorio diritto ed economia per la cultura e l'arte (Deca). Interverrano: Domenico D'Orsogna, professore di diritto amministrativo, Guido Ferilli, docente di economia della cultura, Francesco Manganaro e Andrea Crismani, professori di diritto, Paolo Coen, ricercatore di storia dell'arte moderna. Concluderà gli interventi Jesus Prieto de Pedro, professore di diritto all'Università di Madrid. ( w. b. )
 
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda / Provincia di Oristano (Pagina 26 - Edizione OR)
TERRALBA. In teatro
COSPIRAZIONE DI PALABANDA, OGGI IL CONVEGNO
 
«Molti, troppi sardi pensano di non avere una storia, semplicemente perché non la conoscono. La nostra invece è una storia straordinaria che deve essere portata alla luce». Ad affermarlo è l'assessore comunale alla Cultura Stefano Siddi che si è fatto promotore dell'organizzazione di un convegno per celebrare il bicentenario della cospirazione di Palabanda, fra i fatti storici più significativi della Sardegna.
L'appuntamento è oggi alle 18 nel Teatro comunale con la presenza di Maria Carmela Soru, docente dell'Università di Cagliari, del sovrintendente Roberto Porrà e dello storico Roberto Francioni di Sassari. «Nel convegno verrà sottolineata l'importanza dei fatti rivoluzionari del triennio 1793 -'96 e della cospirazione di Palabanda del 1812, nella quale un terralbese, il docente Giuseppe Zedda, rivestì un ruolo di primo piano - spiega Soru - Tale tentativo rivoluzionario resta l'espressione più esaltante di una reazione spontanea a una intollerabile condizione di subordinazione e di un consapevole riscatto identitario che un gruppo di spiriti liberi seppe concentrare in una congiura volta a realizzare l'autonomia della Nazione sarda».
«La figura di Zedda, nato nel 1767, assurse a grande notorietà dopo la scoperta da parte delle autorità della congiura di Palabanda del 1812, vale a dire la cospirazione capeggiata da Salvatore Cadeddu - spiega Roberto Porrà - Questa si proponeva una seconda cacciata dei Piemontesi, dopo quella del 1794, compreso il sovrano Vittorio Emanuele I e la sua corte, allora presenti a Cagliari in quanto in esilio dal Piemonte. Zedda ebbe un ruolo molto importante nell'organizzazione della congiura: procurò 2.000 scudi per armare i rivoltosi. Fallita la congiura con due compagni di lotta riuscì a mettersi in salvo rifugiandosi in Corsica. Fu condannato a morte per impiccagione in contumacia mentre tre congiurati, tra i quali Salvatore Cadeddu, furono giustiziati a Cagliari dopo essere stati torturati. Nel 1847 Zedda, ormai anziano, chiese la grazia, che gli fu concessa». A Giuseppe Zedda il Comune dedicherà una piazza. ( a. l. )

 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna / Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Borse di studio
RICORSO AL TAR DI UNICA 2.0 CONTRO LE GRADUATORIE ERSU
 
CAGLIARI La Regione non garantisce i finanziamenti minimi per le borse di studio e gli universitari fanno ricorso al Tar. Non bastava che la Sardegna fosse tra le Regioni con le borse di studio più basse d’Italia. Proprio in queste settimane l’associazione universitaria Unica 2.0 ha presentato ricorso al Tar Sardegna impugnando le graduatorie e il bando per l'attribuzione delle borse di studio pubblicato dall’Ente per il diritto allo studio di Cagliari, perché ritenuti dall’associazione ‘illegittimi’. Alle origini del ricorso il mancato rispetto degli importi minimi delle borse di studio: una ‘violazione del diritto allo studio degli universitari’ per Unica 2.0. Secondo quanto previsto dal decreto ministeriale del 22 maggio scorso infatti tutti gli universitari fuori sede hanno diritto ad una borsa di studio pari o superiore a 4.905,40 euro. Tutti, tranne gli studenti sardi. I fuori sede isolani infatti intascheranno 3.620 euro. Oltre mille euro in meno rispetto ai coetanei della penisola con una differenza del 35 per cento. La mannaia della Regione Sardegna si abbatte anche sulle borse di studio di studenti pendolari e studenti in sede. L’Ersu attribuirà ai pendolari una borsa con 658,27 euro in meno. Agli studenti in sede invece 450,95 euro in meno. C’è inoltre da considerare che quest’anno il 42 per cento degli studenti aventi diritto non riceverà la borsa. La ‘vertenza Sardegna’con il diritto allo studio tra le priorità in realtà è iniziata qualche mese fa. Lo scorso ottobre gli studenti di Unica 2.0 avevano Manifestato davanti alla sede del Consiglio regionale. In quell’occasione si contestava l’atteggiamento della Regione Sardegna che non assicurava i finanziamenti per le borse di studio alle Università ma aveva già finanziato le scuole private. Ora Unica 2.0 fa sapere che è al fianco degli studenti universitari di Cagliari che vedono violato il loro diritto allo studio ed è ‘pronta a fornire tutte le informazioni necessarie al fine di agire in giudizio per veder rispettato il diritto allo studio così come previsto dalla normativa nazionale che disciplina i Livelli Essenziali delle Prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale’. Un invito a tutti gli studenti a presentare ricorso al Tar.
Bettina Camedda
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna / Carbonia (Pagina 29 - Edizione CA)
AIUTI COMUNALI PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI
 
CARBONIA. Il Comune ha stanziato 16 mila euro per il diritto allo studio dei giovani che seguono un percorso universitario e che provengono da famiglie in condizioni economiche disagiate, residenti a Carbonia e con reddito ISEE non superiore ai 9 mila euro. Il contributo è di 1.500 euro per redditi sino a4.500 euro; 1.300 euro per quelli tra 4.500 e 7.000 euro; 1.000 per i redditi da 7000 a 9 mila euro. Lo studente non deve essere fuori corso da più di un anno e avere un numero di crediti formativi del 60%. (gfn)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna / Cagliari e provincia (Pagina 24 - Edizione CA)
COME DIFENDERSI DAI CYBER PREDATORI
Un convegno promosso dal’Ersu e da Student jobs per informare su un fenomeno in continuo aumento
 
L'abuso sui minori utilizza sempre più la sua “evoluzione” digitale attraverso i cyber predatori sessuali: questo il tema del seminario svoltosi ieri nella sede dell' Ersu, organizzato dal Lions club, dallo stesso Ersu e da Student jobs. Dalla feritoia di internet si affacciano dunque i moderni orchi 2.0 protetti dallo schermo. «Gli adolescenti e i preadolescenti navigano in rete praticamente sempre soli – dice Isabella Mastropasqua, direttore del Centro di giustizia minorile Sardegna - senza la protezione dei genitori che in ogni caso hanno minori competenze dei loro figli e dunque si trovano in una posizione di svantaggio». Un mix di curiosità e imprudenza può spingere bambini e adolescenti ad avventurarsi senza la giusta consapevolezza sul web entrando così in contatto con interlocutori sconosciuti che dietro il filtro di nickname e falsi profili sui social network si possono rivelare dei malintenzionati o, ancor peggio, dei pedofili. Questo reato - l' adescamento on line - è oggi identificato con il termine grooming, che indica il comportamento di un animale che provvede a mantenere la pulizia e l’igiene di un suo simile. L’adescamento on line è dunque un lento processo interattivo attraverso il quale il cyber predatore sviluppa una relazione intima e duratura con una giovane vittima, «prendendosi cura» del suo mondo psicologico. «L' attività di grooming può durare anche settimane o mesi - spiega Luca Pisano, psicologo e direttore del master in criminologia Ifos - l’ adescatore tenterà in ogni modo di diventare un vero e proprio confidente del ragazzo, dedicandogli tempo ed attenzioni, con l' obiettivo di ottenere un numero di telefono o di invitarlo in una video chat, confidando nell'anonimato che il web garantisce. A tale scopo, l’adulto può utilizzare i molteplici strumenti messi a disposizione dalla rete come chat, social network, istant messenger e forum; e dai cellulari come sms ed mms, ricorrendo a lusinghe e raggiri, e approfittando dell'ingenuità, dell' inesperienza e dell' immaturità del giovane interlocutore giungere all’adescamento sessuale. Il cyber predatore, sfruttando a questo punto il coinvolgimento emotivo del preadolescente, cercherà di proporsi come un potenziale «fidanzato-amante», scrivendogli che forse un giorno si incontreranno per mostrargli «l’amore che prova». Uno dei casi «risolti positivamente – spiega l' ispettore Roberto Manca della polizia postale -ha riguardato il caso di una bimba di 10 anni dell’hinterland cagliaritano, adescata da un 50enne lombardo che si spacciava per 18enne e che l’ha convinta a commettere atti sessuali espliciti facendosi poi inviare le foto. Per questo è necessario informare della possibilità di adottare programmi di filtraggio che consentono l'accesso solo a determinati siti».

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie