Martedì 4 dicembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 dicembre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CASTELLO. Protocollo fra Comune, Università, Isre, Direzione beni culturali e paesaggistici
CITTADELLA DEI MUSEI: AVANTI UNITI
Servizi all’utente e promozione presto sotto un’unica gestione
 
Pochi resteremo, pazzi ci piace esserlo, disuniti non più fosse solo perché non conviene. Come non ha senso, in tempi di vacche smunte, gestire la res pubblica suddividendola in fettine di competenza ma unendosi in squadra. «Un modello», come lo ha definito l’assessore comunale alla Cultura Enrica Puggioni, che ieri «per la prima volta in Italia» - ha sottolineato il soprintendente ai Beni culturali Marco Minoja - viene applicato per il rilancio della Cittadella dei Musei e dei suoi servizi.
L’ACCORDO Ecco così che nel pomeriggio, al Rettorato di via Università, il sindaco Massimo Zedda in rappresentanza del Comune, il magnifico rettore Giovanni Melis a nome dell’Università, Paolo Piquereddu direttore dell’Istituto europeo regionale etnografico e la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna hanno firmato un protocollo d’intesa per valorizzare il complesso di piazza Indipendenza e piazza Arsenale finalizzato all’affidamento congiunto dei servizi. Il tutto attraverso un bando. Lo scopo? Migliorare l’offerta al pubblico, rafforzare la vocazione turistica del Capoluogo e non ultimo testare un nuovo modello d’azione congiunta che economizzi i costi e migliori l’offerta grazie alla gestione unica.
I BENI COMUNI Il “laboratorio Cittadella” nasce da un’ovvietà: all’interno dello stesso perimetro convivono proprietà diverse perché mai non amministrarle sotto un unico modello gestionale? «Cosa che si pensò fin dagli anni Sessanta», ha sottolineato il direttore Piquereddu, e che finisce per essere applicata un secolo dopo. Per la precisione l’Università degli Studi di Cagliari è titolare del complesso immobiliare e del Museo delle Cere anatomiche Clemente Susini e della Sala mostre, le Soprintendenze per i beni archeologici e storico-artistici di Cagliari del Museo nazionale archeologico, della Pinacoteca nazionale e del complesso di San Pancrazio, il Comune del Museo civico d’arte siamese Stefano Cardu e l’Istituto superiore regionale etnografico è infine titolare del Museo etnografico regionale Collezione Cocco.
IL SERVIZIO Quali gli obiettivi immediatamente attivabili? Li ha spiegati Marco Minoja: «Affidamento della gestione di un punto di ristoro, di una zona di vendita libri e oggetti e di una biglietteria unica». Poi i servizi affidabili nel tempo: vendita del biglietto integrato con prenotazione e acquisto in rete, bar-ristorante al museo archeologico, vendita di guide e oggetti sempre al museo archeologico. E ancora servizio di visite guidate, attività didattiche e offerta culturale integrata, produzione editoriale cartacea e informatizzata. Per realizzare tutto questo sarà istituito un tavolo tecnico tra i firmatari del protocollo che dovrà raggiungere gli obbiettivi entro 6 mesi
L’UNIONE Un modus operandi che mette in moto «quei meccanismi virtuosi impossibili da gestire in solitudine», ha detto il sindaco Zedda poco prima della firma, «e che deve essere al più presto replicato». Il pensiero vola all’anfiteatro romano, a Tuvixeddu e a brevissimo all’ospedale civile. In sostanza «si tratta di un sistema che andando oltre il concetto di titolarità di bene», ha spiegato l’assessore Puggioni «crea sinergie senza la costituzione di organismi complessi». Non è un caso che sia il soprintendente Minoja che, in apertura dei lavori, il rettore Melis abbiano sottolineato l’unicità del sistema scelto. «Innovativo a livello nazionale», ha detto Melis. «Unico», è andato oltre Minoja.
L’OPERATIVITÀ Il protocollo sul fronte dell’operatività parla chiaro: “A tale scopo le Amministrazioni si impegnano a costituire un tavolo tecnico col compito di delineare gli strumenti per il raggiungimento degli obbiettivi”. In sostanza ci si impegna a definire un pacchetto di servizi integrati destinati a qualificare l’offerta al pubblico nell’ambito della fruizione dei luoghi della cultura di Cittadella dei Musei.
 
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
MONSERRATO. Il futuro urbanistico delle aree periferiche allo studio degli Atenei di Cagliari e Sassari
L’UNIVERSITÀ DENTRO LA CITTÀ
Sarigu: «Diventeremo un laboratorio sui temi ambientali e della viabilità»
 
La Monserrato del futuro diventa il tema di un corso universitario. Ha preso il via ieri, con un incontro nella sala multimediale del Municipio, la collaborazione tra le Università di Cagliari e Sassari e il Comune. Gli atenei di Architettura e Urbanistica delle due città capoluogo si sono uniti per suggerire nuove destinazioni d’uso alle aree già esistenti.
«All’interno del corso di laurea in Urbanistica abbiamo creato un corso che si occuperà di studiare progetti di trasformazione del territorio monserratino», spiega Massimo Faiferri, docente dell’Università di Sassari. «Offriremo degli spunti che poi il Comune potrà utilizzare anche come idee di progettazione». Solo idee che, però, un domani potrebbero anche diventare realtà. «Oltre a fare un altro passo in più verso la collaborazione di Università e Comune, questa volta allarghiamo gli orizzonti portando le università sarde dentro alla città», dice Ninni Pillai dell’Università di Cagliari: «Monserrato è diventato un laboratorio per studenti che svilupperanno i temi ambientali, di viabilità e di urbanistica». E l’idea di “rubare” i progetti dei giovani studenti sassaresi e cagliaritani non è tanto lontana. «Una collaborazione molto costruttiva per il futuro della pianificazione urbanistica di Monserrato», dice Antonio Sarigu, presidente della commissione comunale Urbanistica e lavori pubblici.
Presenti ieri una quarantina gli studenti del secondo anno dell’Università sassarese di Architettura, indirizzo Urbanistica. Sono coinvolti nel progetto, con idee già concrete: «Il mio gruppo si occuperà di fare un’analisi sul territorio evidenziando criticità o problematiche», spiega Diego Mazzei, studente dell’Università di Urbanistica di Sassari. «Poi passeremo ai progetti che mirano a un riuso delle aree inutilizzate con potenzialità».
Un esempio: far proseguire il parco di Terramaini dando vita non solo a spazi verdi ma anche a luoghi di attrazione per studenti e cittadini. Un altro studente, Fabio Brochetta, spiega: «Noi cercheremo di attirare gli studenti all’interno della città e collegare quindi la cittadella non solo con Monserrato ma anche con Pirri».
Serena Sequi
 
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Salute (Pagina 39 - Edizione CA)
Il grande successo dei farmaci antiretrovirali
ORA L’AIDS FA MENO PAURA
 
Più stranieri, meno donne, aumentano le infezioni contratte attraverso il sesso (78.8%), diminuiscono quelle legate alle iniezioni di eroina. Così è cambiato negli ultimi dieci anni il pianeta Aids. Una metamorfosi avvenuta quasi in silenzio. La malattia non fa più notizia, anche perché, curata sempre meglio, si avvia a una sorta di “normalizzazione”. «Un fatto positivo, quest’ultimo, con risvolto negativo: si abbassa infatti il livello di attenzione al contagio. A farne le spese soprattutto ultraquarantenni vittime di rapporti sessuali non protetti», dice Paolo Emilio Manconi, docente di Medicina interna all’università di Cagliari, da sempre impegnato contro l’Aids.
ANNI ’80 Dopo gli allarmismi (spesso esagerati) e la progressione dell’epidemia negli anni ’80 e ’90, le infezioni da Hiv hanno assunto un andamento costante, in leggera diminuzione fra i tossici, stabile fra etero e omosessuali. Il Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di Sanità ha rilevato, nel 2011, un’incidenza di 5,8 nuovi casi di positività all’Hiv ogni 100 mila residenti (in aumento a Sassari Bolzano, Valle d’Aosta, Umbria e Sicilia, stabile altrove): 3,9 fra gli italiani, 21 fra gli stranieri. Il numero dei maschi (75% del totale) è il triplo rispetto a quello delle femmine.
I DATI Le persone vittime dell’Hiv hanno un’età media di 35 anni (le donne) e 39 (gli uomini) più della metà scopre l’infezione già in fase avanzata, con il sistema immunitario compromesso. Grazie al miglioramento delle terapie basate su farmaci antiretrovirali, aumenta in Italia la sopravvivenza: il numero dei sieropositivi e dei soggetti con Aids conclamato, nel giro di circa 10 anni, è passato da 135 mila e 157 mila casi: «In questi ultimi anni la malattia sta diventando meno grave, c’è stata anche una diminuzione della mortalità, che va quasi azzerandosi in Italia, mentre si riduce molto nel resto del mondo». In Sardegna, la diffusione del virus è sovrapponibile a quella della penisola. Dall’inizio dell’infezione, nel 1982, al 2012, si sono registrati 1841 casi. La provincia in cui ci si è ammalati di più è quella di Cagliari, con 1.124 casi, seguita da quella di Carbonia Iglesias (78), Medio Campidano (89), Nuoro (56), Ogliastra (10), Olbia Tempio (113), Oristano (58) e Sassari (313). Una progressione lenta, se si considera che dal 2008 a oggi si sono registrati 49 casi.
I FARMACI In questi anni l’epidemia è stata fronteggiata grazie a medici esperti «e a una serie di farmaci efficaci. Se un paziente è resistente a un regime terapeutico, se ne trova un’altro che funziona. Il fallimento della cura, un problema fino a 5 anni fa, oggi è meno frequente». Più facile anche prendere i farmaci: «Una volta il paziente doveva assumere anche 10 pillole in un giorno, oggi ne basta una sola, la sera: siamo alla bedside terapy, la terapia del comodino». Purtroppo, bisogna però fare i conti coi costi, come avviene sempre più spesso nella sanità pubblica: «Un problema immenso: ogni paziente costa almeno 50 mila euro l’anno. E se ad esempio, nel caso dell’Epatite C certi farmaci carissimi si devono dare solo a malati in determinate condizioni, con l’Aids funziona diversamente: perché anche i malati in situazioni quasi disperate, se trattati con farmaci appropriati, ne traggono beneficio. Impossibile fare una selezione».
ETICA Problemi etici rischiano di condizionare la guerra contro l’Aids, soprattutto quando si intrecciano con tematiche economiche, che coinvolgono la ricerca e il tentativo di mettere a punto l’arma letale, in particolare il vaccino, «che ha comportato la spendita di centinaia di milioni di euro senza risultati concreti, come nel caso dello studio di Barbara Ensoli, finanziato con denaro pubblico». Sotto questo profilo, Manconi non crede ai miracoli. Posizione che illustra con la metafora della caccia alla volpe: «Tutti vorrebbero stanare e uccidere la volpe (cioè il virus). Ma non abbiamo lo strumento per farlo. Io dico che fino a quando la volpe sta nella tana e non mangia polli, non mi interessa distruggerla. Noi siamo in questa situazione: abbiamo costretto la volpe a starsene ferma e digiuna. Accontentiamoci. Per ora».
Lucio Salis
 
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda / Salute (Pagina 39 - Edizione CA)
QUEI PRIMI CASI NELL’ISOLA
Cagliari 1983: record fra i tossicodipendenti
 
In prima fila nella lotta contro l’Aids, Sergio Del Giacco, già titolare della cattedra di Medicina Interna all’Università di Cagliari, è stato per dieci anni nella Commissione nazionale, l’organo che ha delineato la strategia scientifica, giuridica e culturale contro la malattia.
«Le prime avvisaglie - racconta il professore - si ebbero nell’82 quando negli Usa si registrò una strana epidemia di Sarcoma di Caposi, e Pneumocisti Carini fra i giovani omosessuali di San Francisco. Tant’è che si parlò di malattia dei gay. In Europa l’Aids arrivò più tardi, colpì anche i tossicodipendenti, ma non si riusciva a capirne la causa. Non si sapeva come agire, almeno fino all’84, quando Montagnier e Gallo isolarono il virus. Ben presto, nell’83-84, la malattia arrivò anche a Cagliari, dove i professori Alessandro Tagliamonte e Paolo Emilio Manconi, del centro antidroga di via Cadello, notarono fra i pazienti importanti forme di linfoadenopatia. Proprio a Cagliari, si fecero degli studi sui linfociti T, fra il mio gruppo, Mauro Moroni di Milano e Sergio Romagnani di Firenze».
«Cagliari, all’epoca, era al primo posto in Italia per l’incidenza della malattia fra i tossicodipendenti, che si contagiavano attraverso lo scambio di siringhe. E fra i quali si registrò la percentuale nazionale più alta, in assoluto, di morti».
Con gli anni il progresso: «Una volta individuato il virus, si cominciò a usare l’Azt, un antivirale che però poteva fare ben poco contro l’Hiv. Man mano che si acquisivano maggiori conoscenze, si è arrivati a nuove terapie che agiscono a livello nucleare e riescono a bloccare completamente l’azione del virus. Il malato di Aids è diventato un malato cronico». (l. s.)
 
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda / Salute (Pagina 40 - Edizione CA)
RICERCA. Agomelatina miglior farmaco innovativo secondo il Premio Galeno 2012
NELLA LOTTA ALLA DEPRESSIONE ORA ARRIVA UNA NUOVO AMICO
 
La depressione? Una bestia nera per la maggioranza degli italiani. Eppure è una malattia che per 4 persone su 5 va vissuta da soli, senza parlarne neppure con il medico di famiglia. Uno su 3 la ritiene una patologia che si potrebbe «risolvere con un po’ di volontà». A dirlo è un’indagine condotta dal Centro studi e ricerche in psichiatria della Asl 2 di Torino in collaborazione con Doxa.
UN PREMIO In un momento di grande difficoltà economica che aumenta i rischi di depressione, non mancano però le buone notizie dalla ricerca. Il Premio Galeno 2012, il più importante riconoscimento in ambito biomedico e farmacologico, è andato per la categoria “Innovazione del farmaco” ad agomelatina, medicinale indicato nel trattamento degli episodi di depressione maggiore negli adulti. «La depressione, che colpisce 3,5 milioni di italiani, è una condizione che si aggrava ogni giorno di più, anche alla luce del peggioramento delle condizioni economiche. È prioritario occuparsi della salute mentale dei cittadini se si vuole uscire dalla crisi», commenta Claudio Mencacci, presidente della Sip (Società italiana di psichiatria) e direttore del Dipartimento Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano, nonché membro della commissione del premio. «Questo premio è la conferma che solo attraverso la ricerca è possibile sviluppare innovazione e aumentare, quindi, le possibilità di ottenere esiti positivi, come nel caso di una molecola fortemente innovativa come agomelatina».
FARMACO Il riconoscimento scientifico è legato al particolare profilo del farmaco, che presenta una migliore tollerabilità gastrointestinale e cardiovascolare rispetto ad altri antidepressivi: inoltre il trattamento può essere interrotto in qualunque momento, senza il rischio di sindrome da astinenza. Il farmaco, già testato su oltre tre milioni di persone, risulta attivo per tutti i livelli di gravità della depressione e ben tollerato anche nei pazienti anziani o con comorbidità.
GIOVANNI BIGGIO «Agomelatina, ultimo antidepressivo registrato a livello europeo, ha un meccanismo d’azione che si differenzia radicalmente da tutti gli altri finora utilizzati», spiega Giovanni Biggio, presidente della Sinpf (Società italiana di neuropsicofarmacologia) e ordinario di Neuropsicofarmacologia dell’Università di Cagliari. «Si tratta di una molecola che presenta un meccanismo d’azione peculiare, mostrando di avere un ruolo fondamentale nel normalizzare il ritmo circadiano del cortisolo, permettendo ai neuroni di poter recuperare durante le ore di sonno la loro omeostasi e quindi normalizzare la loro funzione, quando questa risulti troppo attivata. Ciò si traduce anche in un miglioramento del ritmo sonno/veglia. Inoltre, agomelatina induce un’aumentata liberazione di noradrenalina e dopamina a livello della corteccia frontale. Questo meccanismo conferisce alla molecola la possibilità di migliorare il deficit cognitivo, quasi sempre presente nei pazienti depressi. Nel contempo, non attivando la serotonina, il farmaco non induce alterazioni della sfera sessuale».
Federico Mereta
 
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Mostra alla Cittadella
“UNIVERSART”: GLI STUDENTI PROTAGONISTI
 
Cosa fare per gli studenti dell’Università di Cagliari che producono arte? Serviva un’idea e serviva uno spazio tutto loro. Bastava, alla fine, proporsi dall’altra parte della cattedra e realizzare così “UniversArt”, una mostra di arte contemporanea creata per dar vita a una dimensione espositiva tutta degli studenti che si inaugura, oggi alle 17, nella Cittadella dei Musei.
La sala delle mostre temporanee concessa dall’Ateneo è aperta tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 9 alle 13 e dalle ore 16 alle 19 con ingresso libero. Qui saranno esposti sino al 30 dicembre lavori di diverso tipo: dipinti, fotografie e installazioni. E più precisamente il programma prevede, da stasera sino al 16 del mese, l’esposizione di pittura e le installazioni mentre, dal 18 al 30 dicembre, è prevista l’esposizione degli scatti curata da Riccardo Angius, Mattia Casanova e Daniele Mulas. I curatori parteciperanno stasera all’inaugurazione, battezzata da Maria Luisa Frongia, ordinario di Storia dell’arte contemporanea, e da Fabio Pinna, alla cattedra di Archeologia cristiana e medievale.
La manifestazione prevede alcuni forum e dei reading. Giovedì la critica d’arte Alessandra Menesini parlerà del mercato dell’arte. Martedì 18 toccherà al regista Giovanni Coda tenere un forum sul cinema. Quello sulla fotografia è in programma invece sabato 29, a cura di Luisa Siddi dell’associazione culturale S’Umbra.
Non sono pochi gli studenti artisti. Quelli che partecipano all’esposizione sono Riccardo Angius, Nicole Cerrone, Chiara Caredda, Alessandra Corona, Andrea Fenu, Andrea Garau, Stefania Gambella, Valerio Loi, Silvia Mancosu, Sara Mascia, Alessandra Montis, Adelaide Mura, Francesco Pinna, Roberta Pirisi, Fabrizio Piscedda, Antonio Pittau, Stefania Porcu, Antonio Ravenna, Claudio Rosa, Marcello Rosas, Daniele Salvo, Chiara Sardu, Beatrice Schivo e Alice Siddi. (m.va.)

 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna / Sardegna (Pagina 8 - Edizione CA)
FURTEI, È IL MIELE IL NUOVO ORO DELLE MINIERE
Premio al prodotto degli alveari sistemati per monitorare l’ambiente nell’area degli scavi dismessi
di Tigellio Sebis
 
FURTEI Dieci alveari sono stati collocati nello scorso mese di giugno in prossimità delle dismesse miniere d’oro. L’iniziativa fa parte dei progetti Beenet e Biomonitoraggio, mediante alveari, della qualità dell’ambiente nelle aree minerarie del Medio Campidano per la cui realizzazione è coinvolta un’articolata équipe di enti: il dipartimento protezione piante dell’Università di Sassari, la Provincia del Medio Campidano, il Comune di Furtei e l’Igea. Gli alveari non solo sono sopravvissuti in un contesto di grande degrado ambientale, ma hanno anche prodotto del miele che alla sua prima uscita in una sfida nazionale, ha ricevuto il 16 settembre a Castel San Pietro Terme il premio di qualità nel più prestigioso concorso di mieli italiano: il Giulio Piana. Il miele, denominato “Oro di Furtei”, è stato sottoposto anche a una serie di analisi chimico-fisiche e polliniche. Ulteriori approfondimenti analitici hanno indagato la presenza di minerali confermandone la qualità generale. Per celebrare la “costante resistenziale” delle api viene proposto un evento, venerdì 7 dicembre, dal titolo “Api, miele e territorio”, dove il miele, attraverso una disamina scientifica delle sue specificità chimico fisiche, polliniche e organolettiche, sarà un elemento di raccordo per parlare di apiCultura, eccellenze produttive, risorse del territorio, in un’articolata giornata densa di attività che avrà come cornice finale il ristorante S’Apposentu di casa Puddu a Siddi. La giornata, nella mattinata che trascorrerà presso le palazzine Enas di Santu Miali a Furtei, prevede la relazione di Ignazio Floris dell’Università di Sassari e quella di Claudio Porrini, quale referente del progetto Beenet per il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali dell’Università di Bologna. La sessione pomeridiana si svolgerà invece presso il ristorante S’Apposentu a Siddi e sarà aperta dall’intervento dello scrittore e antropologo Giulio Angioni dell’ateneo cagliaritano, seguito dal laboratorio dello chef Roberto Petza, che proporrà un menu-degustazione a base di miele. Poi la presentazione di Maria Elena Ruggerini dell’Università di Cagliari, che inaugurerà la mostra delle 14 acquatinte di Graham Sutherland e, infine, una sessione di storia dell’apicoltura sarda tenuta dal docente dell’ateneo sassarese Ignazio Floris e da Luigi Manias, presidente del Consorzio apicoltori sardi, erede d’una lunga dinastia d’apicoltori, che ebbe nell’alerese Licu Olla il capostipite.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna / Economia Sardegna (Pagina 12 - Edizione CA)
SA POMPIA DOLCISSIMA PER LA START UP ROSA
Il progetto di 4 ricercatrici sarde che utilizzano l’agrume della Baronia è stato giudicato il migliore all’Italia camp di Verona
di Giovanni Bua
 
SINISCOLA Medicine, cosmetici, mangime per animali, compost. E anche la tradizionale aranzata thiniscolesa. Non si butta nulla di sa pompìa, il bitorzoluto (e asprissimo) agrume che cresce endemico in mezza Baronia. E che è diventato lo scorso sabato uno dei protagonisti degli stati generali di Italiacamp, l’associazione di Antonio Catricalà e di Mario Monti (nominato socio a vita dal suo sottosegretario) che ha premiato a Verona le “migliori idee di innovazione sociale” del Paese. Tra queste, il progetto della start-up rosa “Pha.re.co essential oils”, giudicato il migliore dell’isola (il secondo selezionato per la Sardegna è dedicato alla creazione di una rete di case comuni per anziani e arriva da Carbonia) dopo una dura selezione, in Sardegna, poi a Bari, e infine sabato a Verona. Una bella soddisfazione per le quattro donne, tutte sarde e al lavoro a Sassari, guidate da Grazia Fenu, docente di Anatomia nel dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Sassari ed esperta di fitoterapia e medicine naturali. Insieme a lei, la sua dottoranda Marianna Bonesu, l’addetta all’immagine Mavina Scarzella e la commercialista Alessandra Cuccu. Un gruppo che verrà “incubato” proprio dall’università turritana, nel contenitore di nuove imprese che dovrebbe vedere la luce entro il 2013. E che ora potrà contare anche sull’aiuto economico (e soprattutto politico) di Italiacamp. L’associazione di Catricalà (a cui gli agganci col governo non mancano di certo) si è impegnata infatti, oltre a sostenere economicamente i progetti selezionati (26 su 120 presentati con oltre 1500 partecipanti), a elaborare con loro un “idea per il paese” da presentare al Governo Monti a gennaio. Oltre che alle Regioni di origine di ogni iniziativa (per la cronaca, sabato Cappellacci era l’unico governatore assente). A conquistare la giuria, probabilmente, i “residui zero” del progetto della start-up isolana. Che della pompìa riuscirà a usare davvero tutto. A iniziare dai principi attivi scovati proprio nel dipartimento di Scienze biomediche e valorizzati dall’ufficio trasferimento tecnologico dell’università, che seleziona le migliori idee dei suoi ricercatori e le trasforma in start-up. Il non bellissimo agrume infatti ha importanti proprietà antinfiammatorie, antimicotiche, antibatteriche e antivirali. E l’olio essenziale estratto dalla “Pha.re.co” è già stato prenotato da un’azienda di San Marino che metterà in produzione una linea di farmaci naturali. Ma non basta: l’idrolato (sostanzialmente l’acqua della bollitura) che avanzerà dalla lavorazione sarà a sua volta usato per produrre cosmetici e creme, con effetti idratanti ma anche lenitivi e cicatrizzanti. E ancora il “bianco” diventerà mangime per animali e compost. Eil tutto salvando le parti (fino ad ora le uniche utilizzate) che nell’alta Baronia sono l’ingrediente principale della meravigliosa aranzata, fatta di scorza caramellata e mandorle. Dolce tipico dei matrimoni, da servire rigorosamente su una foglia d’arancia. A suggellare ancora di più la bontà del progetto, il protocollo di intesa già siglato dal rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino con l’ Asl, il Comune di Siniscola e l’istituto agrario della cittadina, che verrà aggiornato a breve per inserirvi la giovane azienda. Accordo che garantisce una robusta fornitura di pompìa, stimola gli studenti locali a selezionarne e migliorarne la qualità e le tipologie di coltivazione. E allo stesso tempo diventa terapia per gli ospiti del Centro di salute mentale della zona, che potranno lavorare nei terreni comunali di Siniscola coltivando e raccogliendo l’agrume. Insomma, un progetto che Non lascia nulla al caso. Sfrutta ogni milligrammo del giallissimo limoncione che riempie le campagne di Siniscola. Apre interessanti prospettive sull’utilizzo delle tante piante officinali endemiche della Sardegna. Avvicina i giovani baroniensi alla terra ma anche all’università. E lancia le quattro donne sarde (e anche il progetto start-up dell’università sassarese) alla ribalta nazionale. Con una promettente impresa tutta rosa che interpreta al meglio le parole con cui il premier Monti ha chiuso gli stati generali di Verona: «La cultura del merito è la cultura del futuro».
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna / Provincia di Nuoro (Pagina 44 - Edizione CA)
BOLOTANA PUNTA SULL’EDUCAZIONE AMBIENTALE
 
BOLOTANA Il comune di Bolotana investe nell’educazione ambientale. Lo fa partecipando al bando regionale che prevede il finanziamento dei progetti di educazione all’ambiente e di sostenibilità rivolto ai comuni, agli enti gestori di aree marine protette e parchi nazionali e ai titolari di un Ceas (Centro di educazione ambientale e sostenibilità). Bolotana è sede di u Ceas che opera già da qualche anno mandando avanti iniziative di valorizzazione e conservazione dell’ambiente. Stavolta, il progetto elaborato dal Ceas bolotanese si intitola “Sentinelle di gaia” e prevede una spesa complessiva di 22mila e 700euro da ottenere tramite i fondi regionali. Il centro, che è ospitato nella casa museo Senes, svolge funzioni tecniche e operative nel campo dell’educazione all’ambiente e alla sostenibilità, coinvolgendo le scuole, comuni e associazioni. Il nuovo progetto prevede la costituzione di una rete di partner che, oltre al comune di Bolotana che è il capofila, coinvolge anche i comuni di Nuoro, Lula, Lei, Siniscola e Silanus, la Provincia, l’università di Sassari e numerose associazioni alcune delle quali con sede in altre regioni italiane. La finalità dell’iniziativa è quella di sensibilizzare alla tutela dell’ ambiente le scuole e gli enti del territorio. In particolare, “Sentinelle di gaia” apre un percorso verso la biodiversità. Sono previste tre fasi principali: attività all’aperto per le scuole, workshop per gli operatori ed evento finale con mostre e filmati. (f.s.)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna / Sassari (Pagina 47 - Edizione CA)
LAUREA AD HONOREM ALL’ARCHITETTO BYRNE
 
SASSARI L’Università conferirà la laurea specialistica ad honorem in Architettura a Gonçalo Byrne, architetto portoghese di fama internazionale. La cerimonia si svolgerà domani alle 11 nell’aula magna e si aprirà con il discorso del rettore Mastino e i saluti di Arnaldo Cecchini, direttore del Dipartimento di Architettura. A seguire, il presidente del corso di laurea, Aldo Lino, illustrerà le ragioni della proposta prima di lasciare la parola a Byrne per la lectio doctoralis intitolata “Tempi d’Architettura”.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna / Cultura e società (Pagina 49 - Edizione CA)
POLO DI ECCELLENZA NEL SEGNO DELL’ARTE
Un progetto per il rilancio della struttura cagliaritana
di StefanoAmbu
Un programma che mette insieme Comune, Università, Istituto europeo regionale etnografico e Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici
 
CAGLIARI I corredi funerari preistorici di Cuccuru is Arrius o i reperti della cultura prenuragica di Ozieri saranno sempre le star e rimarranno al loro posto. Ma intorno alle teche che raccontano la storia della Sardegna potrebbero cambiare molte cose. L’obiettivo è valorizzare quei tesori facendoli apprezzare di più e meglio. Magari offrendo ai turisti una visita più comoda con pranzo dal nuovo ristorante con vista su Cagliari. E tutti quei servizi che da tutte le parti del mondo, dal Louvre al British, rendono più piacevole una giornata al museo. Per Cagliari e la sua Cittadella dei musei un’alleanza tra istituzioni come non si era mai vista ( lo conferma anche il Soprintendente ai beni archeologici Marco Minoja) prima in Italia. Comune, Università, Istituto europeo regionale etnografico e direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna insieme hanno firmato ieri un protocollo d’intesa per valorizzare il complesso di piazza Indipendenza e piazza Arsenale. Tutto questo attraverso un bando per migliorare l’offerta al pubblico e rafforzare indirettamente la vocazione turistica. Per la Cittadella la scelta era quasi ovvia. Evidentemente non tanto visto che poi è rimasta congelata per decenni. Sì, perché capita davvero poche volte che in uno spazio concentrato come quello in cima a Castello convivano quattro "condomini" illustri: l’Università è titolare del complesso immobiliare, del museo delle cere e della sala mostre, le Soprintendenze del Museo nazionale, della Pinacoteca e del complesso di San Pancrazio, il Comune del il museo civico d’arte siamese Cardu e l’Isre del museo etnografico "Collezione Cocco". «Ma è giusto – ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune Enrica Puggioni – che si sia arrivati al superamento del concetto di titolarità. Per arrivare a quello di bene comune senza dover essere costretti a far nascere una fondazione». Un modello che può essere replicato o imitato. Lo ha detto il sindaco Massimo Zedda facendo l’elenco dei monumenti, più o meno vicini, per i quali l’unione fa la forza vale di più dell’altrettanto proverbiale «chi fa da sè fa per tre»: Anfiteatro, Orto Botanico, Ospedale Civile. Un sogno anche del Soprintendente Minoja: «Arrivando a Cagliari in aereo – ha detto – si ha un quadro di insieme molto chiaro: Cittadella, Tuvixeddu e Anfiteatro Romano ora finalmente libero di mostrare la sua bellezza». La benedizione al patto è arrivata anche dal rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis, dal direttore dell’Isre Paolo Piquereddu e dal direttore regionale dei beni culturali Maria Assunta Lorrai. Primi obiettivi immediatamente "attivabili": affidamento delle gestione per un punto di ristoro, per punto vendita con libri e oggetti e per una biglietteria unica. Poi ci sono i servizi "affidabili nel tempo": vendita del biglietto integrato con prenotazione e acquisto in rete, bar ristorante al museo archeologico, vendita di libri, guide e oggetti sempre al museo archeologico. E ancora servizio di visite guidate, attività didattiche e offerta culturale integrata, produzione editoriale cartacea e informatizzata come ad esempio guide, anche audio, e cataloghi. Per realizzare tutto questo sarà istituito un tavolo tecnico tra i firmatari del protocollo comprese le Soprintendenze ai beni archeologici e architettonici paesaggistici di Cagliari e Oristano. E intanto arrivano dalla Soprintendenza sul fronte Museo archeologico: la nuova struttura potrebbe essere pronta per il 2014.

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