UniCa UniCa News Rassegna stampa Giovedì 22 novembre 2012

Giovedì 22 novembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
22 novembre 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
«Nel 2013 una timida ripresa»
Scettico Deidda (Università di Sassari): crisi strutturale
OLBIA. Banca d'Italia traccia il quadro dell'economia sarda nel 2012: è recessione
 
La recessione si è accentuata: quest'anno l'economia isolana sta conoscendo una fase produttiva devastante, la peggiore da quando è iniziata la crisi. Tutti i settori mostrano un saldo negativo, trascinati verso il basso dal pessimo andamento dell'edilizia e dell'industria. Ieri mattina, a Olbia, i dirigenti regionali della Banca d'Italia hanno presentato la relazione semestrale sull'economia isolana, prendendo in considerazione i dati raccolti nei primi sei mesi del 2012. Il convegno è stato organizzato in collaborazione con Confindustria e Università di Sassari.
I NUMERI Gli analisti dell'istituto di credito, Roberto Rassu e Rosario Ballatore, hanno spiegato quanto è stato duro il colpo inferto dalla crisi: la disoccupazione è salita al 15%, la cassa integrazione è cresciuta del 20% e il 46% delle imprese con più di 20 dipendenti ha registrato una riduzione dei ricavi e nel 2013, una parte di queste imprese, ridurrà gli investimenti. Tuttavia, gli stessi analisti di Banca d'Italia prevedono un leggero miglioramento della situazione per il 2013, in particolare nel settore servizi e in quello manifatturiero, che dovrebbero dare un minimo di impulso positivo anche alle altre realtà produttive.
CRISI STRUTTURALE Una previsione giudicata ottimistica, però, dagli esponenti del mondo accademico: Luca Deidda, professore di economia dell'Università di Sassari, ha dimostrato che la recessione non è dovuta alla negativa congiuntura economica europea, quanto a un problema strutturale italiano e, più in particolare, isolano. Secondo Deidda, la crisi non passerà se non si investirà maggiormente in tecnologia e ricerca, se non si interverrà sulla scolarizzazione e non si migliorerà il sistema infrastrutturale e quello burocratico. «Rispetto al 1995», ha detto Deidda, «il singolo lavoratore produce di più, eppure l'intero sistema produttivo rende molto di meno. Perché è soffocata dalla burocrazia e dalle infrastrutture carenti. Si è assistito a un deprezzamento della forza lavoro e gli investimenti sono stati minimi e per lo più sbagliati. Basti pensare che un'azienda privata sarda investe in ricerca lo 0,05% del proprio reddito, mentre in Italia si raggiunge lo 0,55. Viva l'Italia? Non proprio: in Germania investono l'1,75 e in Inghilterra l'1,1%. Questo comporta una logica arretratezza del sistema. Se si possiede un buon motore funzionante, il territorio potrà uscire dalla recessione, altrimenti sarà molto difficile. Secondo me, la crisi è strutturale e la congiuntura economica europea non è la causa principale dei problemi dell'Italia e della Sardegna».
Claudio Chisu
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
Mossa
“Orientare per il futuro”, via all'iniziativa
 
Nell'istituto superiore “Mossa-Brunelleschi” parte “Orientare per il futuro”. Il progetto Por, dedicato agli studenti diplomandi dei Geometri, del Nautico e delle Commerciali, è finanziato dalla Regione e ha come obiettivo quello di sostenere gli studenti, chiamati a prendere importanti decisioni sul loro futuro. A prender parte all'iniziativa, oltre al Mossa-Brunelleschi, anche le Magistrali e il Liceo “De Castro”. Le attività di orientamento partono questo mese e proseguiranno fino al prossimo marzo.
«Il progetto si propone di favorire e raggiungere come finalità primaria un'azione di orientamento post-diploma efficace e produttiva, che consenta di migliorare la preparazione raggiunta, in prospettiva di un raccordo ottimale tra le istituzioni scolastiche, l'università e il mondo del lavoro», evidenzia in una nota il dirigente Marillina Meloni. Gli studenti, nelle settimane a venire, avranno la possibilità di prendere i primi contatti col mondo del lavoro e delle università sarde. ( f. c. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
Borse di studio per due giovani
Dal Lions club premi all'Atzeni e all'Itc di Mogoro
 
Il bando per l'assegnazione di due borse di studio non solo è scaduto ma da ieri si conoscono anche i vincitori. E l'appuntamento per la consegna dei soldi e per la festa è fissato per domani sera, a partire dalle 20,30, nel ristorante “Da Giovanni” a Torregrande.
Anche quest'anno infatti il Lions club di Oristano ha deciso di assegnare due borse di studio di mille euro ciascuna ai ragazzi dell'Istituto tecnico commerciale “Atzeni” di Oristano e dell'Itc di Terralba con sezioni staccate a Ales e Mogoro, iscritti quest'anno all'università e che hanno superato brillantemente gli esami di maturità.
La commissione (membri del Lions club ma anche insegnanti in pensione) ha analizzato ben venticinque elaborati e alla fine ha deciso di premiare Maria Cristina Lai (ex studente dell'istituto “Atzeni”), iscritta alla Facoltà di Lingua e letteratura straniere a Cagliari, e Alessia Minnai (ex dell'Itc di Mogoro), che quest'anno frequenta il corso universitario di Farmacia a Cagliari. Tre i parametri cui sono stati sottoposti gli elaborati: merito scolastico, elaborato scritto e situazione economica della famiglia dell'alunno. «Per noi è motivo di grande orgoglio aiutare questi giovani ad affrontare le spese degli studi - sottolinea Giampiero Murtas, responsabile service del Lions club - Tanto che pensiamo di ripetere quest'esperienza anche il prossimo anno».
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Ed_Cagliari
La grande depressione, cresce solo il pessimismo
Dal rapporto presentato dalla Banca d’Italia emerge una Sardegna in ginocchio
Tutti gli indicatori negativi, in preoccupante ascesa solo la cassa integrazione
di Luca Rojch
 
OLBIA Un’isola alla deriva economica. La tempesta globale dei mercati inabissa una Sardegna fragilissima, con numeri da grande depressione. Per leggere il rapporto semestrale della Banca d’Italia sulla situazione economica della Sardegna serve una scatola di Prozac. Numeri a picco, a crescere è solo il pessimismo, con tutti i principali indicatori dello stato di salute del mercato che segnano meno. L’unico sorriso arriva dall’export. Più 9 per cento, ma basta un attimo per capire che il dato è dopato. Quattro quinti delle esportazioni sono fatti di petrolio raffinato dalla Saras, che scivolano via senza effetti sull’economia reale della Sardegna. In realtà la macchina produttiva arranca anche in questo settore e segna un meno 4 per cento. Il rapporto presentato in città, dalle sedi di Cagliari e Sassari della Banca d’Italia, dal Dipartimento di scienze economiche e aziendali dell’Università di Sassari, da Confindustria e da Crenos, è un quadro a pennellate nere sul presente e sul futuro della Sardegna. I primi sei mesi del 2012 sono il cuore depresso della crisi, con un calo della domanda interna, un crollo degli investimenti, una picchiata di settori strategici come edilizia, turismo e servizi. Crescono solo il tasso di disoccupazione e le ore di cassa integrazione. L’accesso al credito per le imprese è diventato più complesso, con un calo del credito alle imprese dell'8,7 per cento. Anche le famiglie hanno frenato i loro consumi, con un meno 0,6 per cento del credito messo a disposizione dalle banche. Un’analisi che non lascia grandi prospettive di ripresa per il 2013, anche se c’è qualche spiraglio per la seconda metà dell’anno. Il quadro generale. Il 2012 si conferma come un annus horribilis per la Sardegna. La domanda interna si è indebolita e le imprese hanno tagliato gli investimenti. A soffrire in modo più forte sono le aziende piccole e medie. Il crollo del mercato immobiliare continua a pesare sul settore-traino dell’edilizia e anche l’industria del turismo ha il fiato corto di una stagione nera. Il mercato del lavoro è lo specchio di questa contrazione. Sono aumentati i disoccupati e le persone in cerca di prima occupazione. Il credito alle imprese è in flessione e quello alle famiglie ristagna. Industria. La ricerca portata avanti dalla Banca d’Italia mostra tutta la debolezza del sistema. Il 46 per cento delle imprese ha avuto ricavi inferiori rispetto al 2011, in particolare soffrono le piccole aziende. Il numero delle imprese attive è calato del 2 per cento. Le esportazioni crescono del 9 per cento solo se si considerano quelle petrolifere, non proprio un prodotto tipico della Sardegna. Senza il doping dei dati del petrolio le esportazioni crollano del 4 per cento: soffrono in modo particolare il settore della chimica e i metalli. Facile vedere come questi dati rispecchino la chiusura delle realtà produttive legate a questi settori nel nord e nel sud dell’isola. E anche per le importazioni a tenere su il dato, più 4 per cento, sono solo quelle di petrolio grezzo. Mercato immobiliare. Il crash del sistema, il gigante dai piedi di argilla è l’edilizia. Il mercato immobiliare è crollato del 20 per cento nel 2012. E tutto quello che è legato al pianeta del mattone implode. Le ore lavorate in edilizia sono diminuite dell’11,7 per cento. A calare sono anche i mutui per l’acquisto di abitazioni, nel 2011 erano cresciuti del 3,1 per cento, nel 2012 solo dell'1,1. Commercio. I consumi delle famiglie sono in calo dello 0,7 per cento e cattive notizie arrivano anche dalle immatricolazioni delle auto che sono crollate del 25 per cento. Turismo. È forse la pagina più nota della crisi del sistema economico della Sardegna. Il calo dei flussi turistici viene confermato dallo studio della Banca d’Italia. Con il crollo delle presenze degli italiani e una crescita degli stranieri che compensa solo in parte il tracollo. I passeggeri trasportati dalle navi sono calati del 20 per cento, le giornate di presenza negli hotel del 7 per cento, il traffico aereo dello 0,7. Mercato del lavoro. L’occupazione dà qualche segnale positivo. Crescono le donne, più 2,9%, ma diminuiscono gli uomini, meno 1,5, e quattro quinti delle assunzioni sono a tempo determinato. È boom per la cassa integrazione, cresciuta del 20 per cento. Il credito. Il credito alle famiglie sarde si è contratto dello 0,6 per cento, rallenta anche la concessione dei mutui per l’acquisto della casa: cresce solo dell’1,1 per cento. Flessione per il credito al consumo, meno 3,3 per cento. Più complicata la situazione delle imprese. I prestiti si sono ridotti del 5,5 per cento, con il preoccupante meno 12 per cento per le attività manifatturiere.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Ed_Cagliari
il giudizio degli esperti
«Serve un cambio di passo, ma il peggio non è ancora passato»
 
Intorno al grande malato si danno appuntamento a Olbia i protagonisti della analisi del sistema economico dell’isola. La sintesi proposta dal direttore della Banca d’Italia a Sassari, Dealma Fronzi è precisa, senza troppi giri di parole. «Nella prima metà del 2012 la crisi si è acuita nell’isola con un indebolimento progressivo della domanda interna e degli investimenti». E le soluzioni sembrano sempre più complicate. Anche perché il docente di economia dell’università di Sassari e del Crenos, Luca Deidda non ha dubbi. «La crisi in Sardegna non è legata a questo momento recessivo, ma è strutturale e anche le soluzioni devono essere basate su questo presupposto». Una soluzione pratica arriva da Confindustria. «La crisi va avanti da tre anni e penalizza la Sardegna in modo pesante. Serve un cambio di passo e in questo momento la domanda va sostenuta e non compressa – spiega il presidente di Confindustria nord Sardegna Pierluigi Pinna –. Abbiamo trovato un accordo con il Banco di Sardegna grazie al nostro consorzio fidi. In questo modo anticiperemo alle imprese i crediti che vantano verso lo Stato e le amministrazioni pubbliche. Noi ci troviamo a pagare i ritardi dello Stato. Ma serve un cambio di passo, servono risposte certe su come e quando si uscirà dalla crisi. Il peggio non è passato». L’indagine portata avanti da Roberto Rassi e Rosario Ballatore, dell’ufficio analisi e ricerche economiche della Banca d’Italia dà un quadro preciso della situazione di difficoltà dell’isola. A volere con forza che la presentazione del rapporto avvenisse in città è il presidente del polo universitario di Olbia Francesco Morandi. (l.roj)
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Nuoro
IL ROMANZO
Buiakesos, storia di Sardegna tra servi, soldati e sovrani
 
NUORO Buiakesos, le guardie del giudice. Questo il titolo del libro del giornalista e scrittore Vindice Lecis. Che lunedì sarà presentato dall’autore, insieme al rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino, con la moderazione di Gianfranco Sotgiu dell’associazione Berlinguer. Appuntamento nella libreria Mielemaro alle 18. Lecis, attualmente inviato nazionale all’Agl, è nato a Sassari nel 1957, giornalista del Gruppo l'Espresso dal 1981. Ha lavorato tra l’altro alla Nuova Sardegna (capo cronista a Oristano e Sassari) e, come redattore-capo in vari giornali del gruppo. Ha pubblicato La resa dei conti (2003); Togliatti deve morire (2005); Da una parte della barricata (2007); Le pietre di Nur (2011); Golpe (Corbo, 2011). E i saggi: Un lungo viaggio nella cooperazione ferrarese (2007); 1948 la rivoluzione impossibile. (2007). In questo romanzo la Sardegna del Medioevo rivive tra palazzi, monasteri, condaghes e castelli. Una Sardegna partecipe della grande Storia: con le sue leggi, le sue istituzioni, le sue strutture sociali, e inserita nei rapporti tra gli Stati dell’epoca. Dove sovrani, ecclesiastici, soldati, majorales, oppure semplici servi sono protagonisti di vicende appassionanti, ma anche aspre e violente.

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