Sabato 24 novembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 novembre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 33 - Edizione PC)
ARBUS. Lunedì Raccis andrà al Quirinale
Premio di Napolitano allo studente modello
Mario Raccis, giovane studente di Arbus, lunedì al Quirinale verrà insignito dal Presidente della Repubblica del premio “Alfiere del lavoro”. Diplomato a luglio col massimo dei voti presso il liceo classico di Villacidro, è iscritto al primo anno dell’Università di Cagliari, facoltà di medicina. «Non è stato solo uno studente modello negli studi», ricorda di lui il preside, Antonio Macchis, «ma un ragazzo dalle grandi doti umane: semplice, disponibile ed affettuoso con tutti, senza grilli per la testa». Requisiti che hanno permesso a Mario di far parte dei 25 migliori diplomati nelle scuole superiori d’Italia. Ragazzi che ogni anno, in occasione della consegna delle onorificenze, ricevono il premio istituito nel 1961. Per il giovane arburense la selezione ha tenuto conto della media del dieci nel corso dei cinque anni e del cento e lode all’esame finale. (s.r.)



2 - L’unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Bilinguismo, patto con Scozia
Alleanza stretta tra due realtà europee importanti per il bilinguismo dei bambini. L’assessorato della Pubblica Istruzione della Regione e l’Università di Edimburgo hanno firmato nei giorni scorsi un’intesa per diffondere le conoscenze reciproche in merito all’uso contemporaneo di due lingue durante la prima l’infanzia. Il progetto si chiama “Bilinguismu creschet” e sarà presentato martedì alle 10.30 dall’assessore Sergio Milia (nella foto) nei locali della Biblioteca regionale di Cagliari.
 
 
 
3 - L’unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Giustizia
Corte dei conti e legalità, festeggiati i 150 anni

La storia della Corte dei conti e la sua importanza quale garante della legalità sono state al centro delle celebrazioni svolte ieri a Cagliari per il 150/o anniversario dell’istituzione della Corte e per il 30/o dell’istituzione della Sezione giurisdizionale, della Procura regionale e delle Sezioni riunite della Corte in Sardegna.
Il presidente delle Sezioni Riunite e della Sezione Giurisdizionale, Mario Scano, ha parlato della Corte come di «un istituto che fa parte della storia del Paese». Lo stesso presidente regionale della Corte, Giorgio Clemente, ha focalizzato l’attenzione sul ruolo internazionale svolto dall’istituto. Maria Teresa Polito, dell’associazione magistrati della Corte, ha puntato su un «recupero dei valori di legalità» avviando un percorso con le scuole. Concetto ribadito dal giudice della Corte Costituzionale Aldo Carosi. Sono intervenuti anche il pro rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Pigliaru, Annamaria Carbone Prosperetti, presidente della Sezione di controllo, il direttore editoriale de L’Unione Sarda, Gianni Filippini, il presidente degli avvocati amministrativi, Silvana Congiu, il procuratore regionale Donata Cabras e i presidenti Mario Scano ed Enrico Passeroni.
 
 
 
4 - L’unione Sarda / Commenti (Pagina 13 - Edizione CA)
COMMENTI
Cercasi Presidente nel pagliaio

Il difficile compito di trovare il nuovo Napolitano A maggio del prossimo anno scade il mandato dell’attuale Presidente della Repubblica, e il cittadino comune già si chiede chi potrà essere il futuro, probabile successore, il simbolo della nostra identità nazionale, la nostra bandiera nel mondo. Si passano in rassegna i candidati, e il disagio cresce col passare da uno all’altro. A volte è imbarazzo, altre è sofferenza, qualche volta spavento. A chi ancora soffre il crollo di antichi convincimenti e di vecchie appartenenze riesce difficile pensare che un così alto riconoscimento possa cadere su qualcuno a cui la malafede, comprovata, ha tolto ormai quasi del tutto ogni speranza di credibilità. Perché continuare a cercare l’uomo dove non c’è?
Da quando ha iniziato ad affermarsi un’idea diversa di partecipazione, come un “modo di associare una parte sempre maggiore di popolo alle decisioni finali” (Rosanvallon), è andato anche decrescendo l’interesse delle formazioni politiche a incoraggiare le associazioni civili. Diversamente dalla democrazia americana, dove è interesse delle formazioni politiche (secondo l’analisi fatta da Alexis Tocqueville oltre due secoli fa) incoraggiare l’associazionismo civile, in Italia si assiste a un processo inverso, quasi un ritorno alle “folle”. Che cosa è il “grillismo” in politica, o l’auditel in tv, se non un ritorno alle “folle”? Ma la folla non paga. Dove il nuovo presidente va cercato è dove la politica è nata, e dove ancora dovrà ritornare se vuole rinascere, cioè nella “società civile”. C’è stato un tempo in cui la “volontà popolare” era ritenuta un pericolo per la democrazia. Oggi il popolo è cresciuto e da “folla “ è diventato “pubblico”. E che cos’è il “pubblico” se non la stessa società civile che si è ritagliata uno spazio più ampio di potere e guadagnato il diritto a non concedere deleghe in bianco a nessuno?
Franco Epifanio Erdas
(Università di Cagliari)
 
 
5 - L’unione Sarda / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Report della Bicocca: la recessione ha divorato gli sforzi fatti con le tasse
La crisi brucia le manovre Su 49 miliardi complessivi 43 sono andati in fumo Il bilancio è amaro: su 49 miliardi complessivi di manovre 43 se li è già mangiati la recessione. Pagati in nome del Dio spread, che li ha sacrificati sull’altare della crisi. E gli effetti attesi sono andati perduti. Cancellati quasi integralmente, almeno nel primo semestre del 2012, senza neppure un beneficio evidente in termini di crescita economica, abbassamento della pressione fiscale, “sburocratizzazione” reale del sistema-Italia (l’impatto delle varie riforme e decreti messi in piedi, crisi permettendo, si vedrà solo sul medio-lungo periodo).
I NUMERI DEL FOCUS È uno studio dell’Università Bicocca di Milano ad alzare il velo sugli effetti delle correzioni sui conti pubblici. Partendo da quei fatidici 49 miliardi - ottenuti sommando le manovre Tremonti 1, Tremonti 2, Monti - che diventano 76 nel 2013 e 81 nel 2014. E per farlo ripercorre la storia economica più recente. È Ugo Arrigo, docente di economia pubblica e autore del report, a sintetizzarne il risultato. In pratica, spiega l’economista, «l’Italia è riuscita a fare 3 manovre iper recessive che dovevano portare 49 miliardi di benefici ma ne hanno portati appena 6».
CRONISTORIA DI UNA CRISI Il calcolo è stato ottenuto mettendo in fila tutte le previsioni governative sulla finanza pubblica dell’ultimo anno e mezzo. Il report tocca le tappe salienti a partire dal documento di economia e finanza di aprile 2011, quando il Prodotto interno lordo era previsto ancora in aumento dell’1,3%. Pochi conoscevano ancora realmente il significato della parola spread, come mise in risalto una puntata della popolare trasmissione tv Le Iene nella quale si domandava ai parlamentari cosa significasse: pochi lo sapevano. Di lì a poco quella parola avrebbe innescato la miccia. A fine giugno-luglio lo spread ha cominciato a virare verso l’alto ed è scattata la raffica di manovre che ha aggiustato il 2011 e il 2012 prevedendo correzioni fortissime sul 2013-2014, termine entro cui ottenere il pareggio di bilancio. È stato Giulio Tremonti a promettere in sede europea l’anticipo del pareggio al 2013: «Decisione deleteria», incalza Arrigo, perché «si sono create le premesse della recessione ancora in corso». Così facendo, l’impatto sul 2013 è stato quindi anticipato al 2012 con interventi previsti per 28 miliardi. Ma neppure questo è bastato per raffreddare lo spread.
DA TREMONTI A MONTI Ed è arrivato Mario Monti che a dicembre ha varato il suo primo provvedimento di rilievo con effetti sul 2012 per altri 21 miliardi circa. Continua Arrigo: «Tra maggiori tasse e minori spese sono stati raggiunti 49 miliardi, più di 3 punti di Pil di manovre in un anno». A questo punto, spiega l’economista, a distanza di 11 mesi «siamo andati a vedere quanti di quei 49 miliardi di miglioramento sulla finanza pubblica si fossero palesati: gli effetti li avremo dovuti vedere sull’avanzo primario (differenza fra la spesa pubblica e le entrate tributarie e extra-tributarie esclusi gli interessi da pagare sul debito, ndr ). Il Def di settembre lo stima in 45 miliardi, prima delle tre manovre era previsto in 39 miliardi».
LE CONCLUSIONI In sostanza, «i 49 miliardi di aumenti di tasse e riduzioni di spese per il 2012 delle tre manovre 2011 si sono ridotti, nelle stesse previsioni del governo, a soli 6 miliardi di miglioramento dell’avanzo primario». Intanto, spiega Arrigo, «il contribuente che paga l’Imu, che sta facendo il pieno di accise quando riempie il serbatoio della sua auto di benzina o l’impresa che immette nelle casse del fisco livelli record di tasse che altrimenti avrebbe potuto usare per far crescere la sua attività e fare investimenti, si chiede che fine abbiano fatto gli altri 43 miliardi». Ebbene, secondo il calcolo della Bicocca, sono «evaporati». Il Pil nominale è infatti ora stimato, per il 2012, a soli 1.564 miliardi, 78 in meno rispetto ai 1.642 della previsione dello scorso aprile. E su questi 78 miliardi di Pil mancato per effetto della recessione, le imposte che lo Stato non ha incassato sono state coperte con i proventi delle manovre aggiuntive, che quindi non hanno migliorato l’avanzo primario. «La recessione, con i tecnici al Governo, ha praticamente azzerato gli effetti attesi nel 2012 sulla finanza pubblica».
Emanuela Zoncu
 
 
 
6 - L’unione Sarda / Prima pagina
Nuoro
Alla scuola forestale prima lezione per 80 allievi

Dopo un’attesa lunga dieci anni, ieri il via alla scuola forestale regionale con la prima lezione del corso per analista antincendio. La cerimonia nella sede dell’università, a Carta Loi, in attesa dei locali dell’ex vivaio di Su Pinu. Al momento inaugurale, alla presenza di ottanta forestali giunti da tutta la Sardegna, il comandante regionale del Corpo, Carlo Masnata, il sindaco di Nuoro e i rappresentanti dell’università. Intanto, il sindacato dei forestali chiede che la direzione della scuola sia a Nuoro. A PAGINA 20

Cronaca di Nuoro (Pagina 20 - Edizione NU)
FORESTALE. In attesa della sede di Su Pinu, lezione nell’università a Carta Loi
PRIMI PASSI DELLA SCUOLA Ieri l’avvio del corso antincendio per ottanta allievi
Vedi la foto Il battesimo è nell’aula dell’università a Carta Loi. Dopo undici anni di battaglie apre ieri la scuola forestale regionale. Ottanta gli allievi in divisa giunti da tutta l’Isola per la lezione inaugurale e la benedizione ufficiale di una scuola che ancora non ha una sua casa visto che la sede prescelta è l’ex vivaio forestale a Su Pinu, da riadattare con dieci milioni di euro, messi a disposizione dalla Regione. In attesa della progettazione e dei lavori, la scuola parte con il corso per analista anticendio.
LA CERIMONIA «Dimostriamo con i fatti che la scuola non consiste in un pur importante edificio, ma risulta in realtà un servizio interno, la cui efficienza culminerà con la disponibilità delle risorse strutturali», dice il comandante del corpo forestale, Carlo Masnata. Esterna orgoglio per l’avvio del progetto e cerca di rassicurare i più dubbiosi che hanno lottato tanto per avere a Nuoro la sede regionale sognando magari l’ex Esit sul monte Ortobene. «Iniziamo il primo passo di un cammino ambizioso: alla scuola vogliamo affidare compiti ancor più ardui della formazione del nostro personale», dice. Ed esterna altro orgoglio: «La scuola inizia la sua attività con il corso per analisti dell’incendio boschivo. È una risposta istituzionale mirata ad assicurare la massima qualità del coordinamento dell’apparato, specie in occasione dei grandi incendi».
COLLABORAZIONE «Sono previste due giornate nel 2012 e tre nel 2013. Tra i docenti esperti nazionali e internazionali e anche personale del Corpo forestale», annuncia il direttore del Servizio anticendi e scuola forestale, Silvio Cocco. In tanti fanno gli onori di casa e danno sostegno alla scuola, come Pietro Luciano, presidente del corso di laurea in scienze forestali e ambientali a Nuoro. «Dobbiamo collaborare al meglio, qui sono tante le ricchezze paesaggistiche e boschive», sottolinea. Aggiunge il commissario del consorzio universitario Caterina Loi: «La scuola forestale è un tassello importante del progetto di crescita dell’offerta formativa. Chiediamo anche il vostro sostegno». Il sindaco Alessandro Bianchi richiama la collaborazione fondamentale con gli assessori regionali Giorgio Oppi, Nicola Rassu e Angela Nonnis e dice: «Per Nuoro è come la posa della prima pietra. Seguiamo con grande attenzione questo percorso. Ci ospita l’università dando disponibilità a supportare le vostre necessità». La prima lezione è affidata a Vittorio Leone, dell’università della Basilicata.
LA DIREZIONE Il sindacato autonomo dei forestali con il segretario regionale Ignazio Masala auspica che Nuoro abbia la direzione della scuola. «Solo così si può sperare in un decollo serio del progetto formativo. La soluzione attuale, con la testa a Cagliari, appare essere più funzionale alle persone che non all’istituzione». Masala sollecita la convocazione di un tavolo tecnico all’assessore regionale all’Ambiente per definire funzioni e articolazioni. «La scuola deve diventare il luogo deputato all’aggiornamento continuo, di tutto il personale del Corpo e anche dei volontari». (m.o.)
 
 
 
7 - L’unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 19 - Edizione NU)
Apre il centro nazionale
Aziende bio, la città capitale della ricerca
Nasce a Nuoro, nei locali dell’ex convento di via Oggiano, il primo centro nazionale in Sardegna di referenza per le aziende agricole e zootecniche che bandiscono dalle loro produzioni pesticidi e fertilizzanti chimici. Opererà in stretta contiguità con i corsi della facoltà di Scienze forestali. Questi infatti, una volta perfezionato il passaggio da consorzio universitario a fondazione, troveranno dislocazione proprio negli spazi di quello che nel passato fu il monastero del quartiere Nuraghe, poi passato al Comune che ha provveduto a ristrutturarlo.
L’ASSISTENZA E ora, grazie a un accordo sottoscritto due giorni fa da Antonello Usai, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico, e dal sindaco Alessandro Bianchi, si candida a diventare un polo di ricerca bio-applicata. A dirigere il sito sarà Andrea Orrù, al timone di un supporto tecnico-scientifico e di laboratorio finalizzato a garantire assistenza progettuale e operativa a tutti gli agricoltori e allevatori che decidano di intraprendere un percorso di riqualificazione della propria impresa. «L’Istituto zooprofilattico metterà in campo tutte le potenzialità e l’esperienza dei suoi tecnici - fa sapere Usai - punterà sulla sperimentazione e la sinergia con le agenzie Agris e Laore, in un’ottica di filiera dalla campagna alla tavola». Per gli assessori a Università e Lavoro, Paola Demuro e Vincenzo Floris, si tratta di una «iniziativa di grande importanza per il nostro territorio». Il centro sarà in prima linea nella verifica della salubrità dei prodotti e nei controlli sulla sicurezza alimentare. La Sardegna è seconda in Italia per tasso di crescita delle produzioni biologiche, con un aumento del 14,5 per cento tra il 2010 e il 2011.
Francesca Gungui
 
 
 
8 - L’unione Sarda / Oristano e Planargia (Pagina 24 - Edizione OR)
BOSA. Casula accusa i tecnici regionali e convoca il Consiglio a Monte Crispu
PERDITE DALLA DIGA FANTASMA Bloccato il collaudo: infiltrazioni in un corridoio
Vedi la foto Più che una diga uno spettro. «Serebbe meglio che non esistesse», è quanto il Comune si è sentito dire dall’Autorità di distretto che ha risposto picche alle istanze di Bosa sul Piano stralcio delle Fasce fluviali, a proposito della diga di Monte Crispu.
LA PROTESTA «È come se i lavori finora realizzati, costati milioni di euro alla Regione, non fossero mai esistiti», accusa il sindaco Piero Casula, che convocherà nei prossimi giorni una seduta del Consiglio comunale vicino alla diga. Invito esteso a tutte le forze sociali e categorie produttive della città. Anche perché, è stata soprattutto la decisione dell’Autorità di distretto, organo regionale, a spingere Casula al clamoroso gesto di formalizzare le sue dimissioni.
LA REGIONE Il tema era già stato oggetto di un incontro con il presidente Ugo Cappellacci nello scorso luglio, e le parti si erano lasciate con l’impegno di aprire un tavolo tecnico che esaminasse le richieste di Bosa e Terralba. «Invece, ad oggi, quell’impegno non ha avuto seguito - attacca Casula - e ci siamo sentiti dire che sarebbe tutto più semplice se la diga non esistesse». Lo sbarramento di Monte Crispu, anche se dalla sua costruzione ad oggi non ha mai avuto il collaudo statico, in rapporto con la diga a Monte di Monteleone Roccadoria ha salvato la città dalle alluvioni. Uno studio dei primi anni Ottanta, aveva però evidenziato che, nel caso del verificarsi di fenomeni atmosferici particolari, la diga avrebbe potuto laminare solo una parte dell’apporto idrico, mentre il grosso sarebbe rimasto al suo interno, giungendo al fatidico punto di rottura dello sbarramento o, addirittura, tracimando oltre. Per questo la Regione, ha finanziato lavori importanti: dal consolidamento delle spalle della diga, alla realizzazione degli impianti di sicurezza e di allarme, alle opere sugli scarichi di fondo, per consentire l’accumulo di risorse idriche all’interno.
LO STOP Tuttavia non è stato ancora possibile procedere al collaudo statico, perché sono emerse infiltrazioni in un corridoio interno che conduce ad una cabina di manovra. Saranno perciò necessari altri lavori, per trecentomila euro, che la Regione ha già inserito fra gli interventi giudicati prioritari. «La diga è una realtà fondamentale per Bosa - afferma il primo cittadino - Come si fa a dire che sarebbe meglio non esistesse? Fra i nostri consulenti c’è anche l’Università di Cagliari: ma ci siamo sentiti dire dagli interlocutori dell’Autorità di distretto che i nostri tecnici e consulenti non avevano capito il problema. A dirla tutta, abbiamo l’impressione che a Cagliari si siano lasciati suggestionare da un filmato che gira su Youtube, in cui qualcuno riproduce una strana simulazione con tubi e bidoni».
Antonio Naìtana
 
  
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
9 - La Nuova Sardegna / Ed. Naz.le - Pagina 4
Oggi in piazza per il lavoro e lo sviluppo
di Alfredo Franchini
CAGLIARI Una sfida per continuare a vivere. I sardi ritornano in piazza, stavolta non con uno sciopero ma con una “manifestazione di popolo”. Non si poteva chiedere ai lavoratori di scioperare, né alle fabbriche sopravvissute di rinunciare a una giornata di lavoro in un periodo tempestoso come questo: Cgil-Cisl e Uil hanno optato per una “dimostrazione pubblica” condivisa dai sindaci, dai non garantiti, dai giovani che vorrebbero non far parte della “strage degli innocenti” di quel meccanismo che ha tolto ai ragazzi la speranza di un lavoro e quindi di una vita autonoma. La risposta che la Sardegna ha dato ai segretari del sindacato Enzo Costa (Cgil), Mario Medde (Cisl) e Francesca Ticca (Uil), si può riassumere, per ora, in alcuni numeri: stamani arriveranno a Cagliari da tutta la Sardegna più di cento pullman e centinaia di auto; la previsione è che partecipino alla manifestazione ventimila persone. Il corteo si snoderà da Piazza Giovanni al Largo Carlo Felice dove a mezzogiorno ci saranno le conclusioni affidate ai segretari di Cgil-Cisl e Uil e a uno spaccato della società civile: un rappresentante degli studenti, dei pensionati, della scuola e al presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni, Cristiano Erriu. I sardi scendono in piazza nuovamente per denunciare i “ritardi e la superficialità” palesati dal governo nei confronti della Sardegna e per “ribadire l’inerzia della giunta Cappellacci”. L’aumento della povertà e i tagli sempre più profondi al welfare locale hanno suggerito l’adesione alla manifestazione di oggi anche alla Pastorale regionale per i problemi sociali e il lavoro: «Condividiamo le motivazioni dell’iniziativa e vogliamo stare a fianco del nostro popolo», spiega Pietro Borrotzu, direttore della delegazione regionale per i problemi sociali e il lavoro, il quale precisa: «Facciamo questa scelta non a rimorchio delle decisioni sindacali, ma dopo aver visto noi stessi e toccato con mano luoghi e temi delle crisi che attraversano tutta l’isola. Condividiamo con i sindacati la necessità di mettere al primo posto l’emergenza lavoro». Cgil–Cisl e Uil chiedono equità e giustizia per un’isola che non è mai stata messa in condizione di creare benefici permanenti per il suo sistema economico e che rischia di doversi ritrovare tra qualche anno a costruire su macerie: «L’Università di Sassari ha stimato che la popolazione dell’isola potrebbe ridursi di un terzo», afferma Enzo Costa, «e tanti comuni potrebbero andare incontro al completo spopolamento». Se questa è la diagnosi, la terapia non può che essere quella di creare lavoro; e se i privati, per la crisi, sono in posizione d’attesa, la prima mossa deve venire dal settore pubblico. Della manifestazione di oggi colpisce di più la presenza dei sindaci: i Comuni, stretti dai vincoli del patto di stabilità e di norme rivelatesi un boomerang come l’Imu, non hanno soldi da investire e di fronte hanno persone che chiedono loro un lavoro. Le risposte devono arrivare partendo proprio dai piccoli comuni.
 
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Nuoro - Pagina 21
L’ex convento di via Oggiano diventa il santuario del bio
NUORO Cresce la produzione biologica nell’Isola e l’Istituto Zooprofilattico si prepara a sostenere il comparto agricolo e zootecnico con un Centro di referenza nazionale dedicato. L’altro ieri il direttore generale dell’Izs, Antonello Usai, e il sindaco di Nuoro, Alessandro Bianchi, hanno sottoscritto un accordo per la concessione in affitto di alcuni locali nell’ex convento di via Oggiano, dove aprirà la nuova sede del Centro di referenza nazionale per le Produzioni biologiche. Il Centro di referenza offrirà supporto scientifico, ricerca e formazione per gli allevatori e gli operatori del settore biologico in Sardegna. Il Centro, diretto dal dottor Andrea Orrù, si occuperà di supporto tecnico-scientifico e di laboratorio alle aziende del settore e fornirà formazione e assistenza per la messa a punto di modelli di gestione igienico-sanitari degli allevamenti destinati alle produzioni bio. «L’Istituto Zooprofilattico della Sardegna metterà in campo tutte le potenzialità e l’esperienza scientifica dei sui tecnici per sostenere un comparto importante dell’economia regionale - commenta il direttore generale dell’Izs, Antonello Usai – e punterà sulla ricerca e la sinergia con le agenzie Agris e Laore per garantire qualità degli alimenti in un’ottica di filiera: dalle campagne alla tavola."uesta sarà un’occasione di sviluppo per le aziende e per i giovani del territorio perché l’Istituto Zooprofilattico offrirà un supporto tecnico fondamentale e possibilità di formazione a chi vorrà investire nel settore». «L’Amministrazione comunale di Nuoro – spiegano gli Assessori Paola Demuro e Vincenzo Floris – ha aderito immediatamente alla richiesta dell’Istituto Zooprofilattico, perché riteniamo l’iniziativa di grande importanza per il nostro territorio. Essendo Nuoro sede della facoltà di Scienze Forestali siamo certi che si possa creare una importante sinergia fra l’Università e l’Istituto Zooprofilattico". La sede dell’ex Convento verrà consegnata all’Università subito dopo la definizione dell’atto costitutivo della Fondazione.
 
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Nuoro - Pagina 20
Incendi e Canadair, la scuola forestale ha iniziato le lezioni
di Francesco Pirisi
NUORO Una lezione sugli incendi e sulle tecniche per spegnerli ha inaugurato ieri la vita didattica della scuola forestale, che la Regione ha collocato nel capoluogo nuorese. Nella cattedra il professor Vittorio Leone, dell’università della Basilicata, in platea un gruppo dei 1300 forestali della Sardegna, con in testa il comandante Carlo Masnata; con lui Gavino Diana, il capo dell’ispettorato di Nuoro. Il via è stato dato nei locali del consorzio universitario di “Sa terra mala”; la Regione ha però pronti i 5 milioni per la sede definitiva, che sarà costruita a Su pinu, nel principio della vecchia statale per Macomer. All’inaugurazione sono intervenuti il sindaco Sandro Bianchi, il commissario del Consorzio universitario Caterina Loi; tra le autorità il preside di Agraria di Sassari, Pietro Luciano, che ha ribadito l’impegno dell’ateneo turritano nelle attività di formazione della scuola. Da Cagliari le felicitazioni di Giorgio Oppi, l’assessore dell’Ambiente che nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni dall’incarico. Masnata segue la prima con la pacatezza di chi ha messo in tasca l’obiettivo che il Corpo forestale e la città di Nuoro hanno inseguito per anni. Le sue parole d’esordio: «La nostra abitudine è di parlare con i fatti e di parlare ai cittadini; oggi la scuola parte in anticipo rispetto la realizzazione dell’edificio che la dovrà ospitare in forma definitiva». L’istituzione didattica sarà indirizzata innanzitutto agli appartenenti al Corpo di vigilanza ambientale; nei banchi passeranno poi allievi forestali selezionati nei concorsi; non secondaria l’attività di formazione verso i partner (dall’Ente foreste, a Vigili del fuoco e barracelli) che collaborano con i ranger soprattutto nella lotta agli incendi boschivi. Nuoro sarà l’epicentro di tutte le attività di addestramento; le lezioni frontali avranno invece diverse sedi, considerato che spesso saranno curate da organismi esterni alla struttura. Il livello di preparazione degli uomini è l’aspetto su cui il Corpo di vigilanza ambientale punta molte carte; l’ambito in cui si è soliti valutare la crescita è quello degli incendi, dove nell’ultima estate c’è stata una riduzione delle superfici percorse dal fuoco, rispetto alla media dell’ultimo decennio. «Ma a parte questo dato, che è anche condizionato da fattori climatici, io ricorderei che si siamo riusciti a tagliare del 20 per cento le ore di volo dei mezzi aerei proprio perché hanno lavorato meglio i mezzi a terra», sottolinea Masnata. La prima giornata di lezione tratta proprio di questo; il professor Leone parla dell’importanza del controfuoco, quando neppure elicotteri e Canadair riescono ad avere ragione delle fiamme; altro aspetto è quello del corretto uso degli strumenti di analisi del rogo che consentono alle forze in campo di operare al meglio. Carlo Masnata pone la stessa attenzione anche sulla riforma dell’assetto organizzativo, di cui si discute in un tavolo aperto alla Regione; l’obiettivo è di giungere a una composizione di forze e mezzi adeguata ai nuovi compiti: la lotta alle discariche e all’abusivismo edilizio; le verifiche negli impianti di energia alternativa e, insieme, negli agriturismo, a tutela dei prodotti tipici.

Docenti ed esperti arriveranno da tutta Europa
La scuola forestale avvia l’attività di formazione con un corso per analisti degli incendi: 5 giornate di lezioni distribuite da qui a marzo; la didattica prevede lo studio della vegetazione e dei cambiamenti climatici che facilitano lo sviluppo delle fiamme; e poi tutte le tecniche di spegnimento, a iniziare dal fuoco contrario, di cui ha parlato nella prima lezione il docente Vittorio Leone (nella foto); un sistema spesso rifiutato dagli spessi operatori antincendio, e che oggi, ha spiegato Leone, «è considerato alla stessa stregua dell’uso dell’acqua». Ieri la formazione è proseguita con le relazioni di Giancarlo Cesti (Corpo Forestale della Valle d’Aosta) e di Daniela Pani, docente all’università di Cagliari. Il 19 febbraio in cattedra il professore spagnolo Marc Castellnou, che disserterà su prevenzione e soppressione dei roghi. (f.p.) 
 
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Ed. Naz.le - Pagina 22
I legami tra Buenos Aires e Bonaria nel libro di Porrà
TERRALBA Una serata per gli amanti della storia. Oggi alle 18 presso il teatro Civico si terrà la presentazione del saggio di Roberto Porrà “Il culto della Madonna di Bonaria. Note storiche sull’origine sarda del toponimo argentino Buenos Aires” (Arkadia Editore). Presenta la serata la professoressa Maria Carmela Soru, dell’Università di Cagliari. Il saggio rappresenta uno studio esaustivo sui rapporti storici che hanno legato nel passato Cagliari e Buenos Aires, in Argentina. Grazie alle rigorose ricerche d’archivio, Porrà, funzionario della Soprintendenza archivistica per la Sardegna, che in passato ha diretto per diciotto anni, fa luce su un avvenimento di grande importanza dal punto di vista culturale che lega la capitale dell’isola a quella del lontano paese dell’ America del sud. Attraverso documenti poco conosciuti, e alcuni del tutto inediti, l’autore è riuscito a stabilire senza alcun dubbio la derivazione del toponimo Buenos Aires da quello della Madonna di Bonaria di Cagliari. (c.d.) 
  
     

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionario e social

Condividi su:
Impostazioni cookie