UniCa UniCa News Rassegna stampa Martedì 27 novembre 2012

Martedì 27 novembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
27 novembre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Appuntamenti (Pagina 24 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ: gli attestati per la formazione socioeconomica
Saranno consegnati domani alle 17 gli attestati di partecipazione al corso di formazione per rappresentanti del sistema socioeconomico della Sardegna. È prevista la partecipazione del Rettore Giovanni Melis, di Fabrizio Fabrini in rappresentanza della Confindustria nazionale, del direttore generale dell’Ateneo, Aldo Urru, e del direttore del Centro per la Qualità dell’Ateneo, Vincenzo Solinas.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Salute (Pagina 45 - Edizione CA)
Cancro? Nessuna paura
La testimonianza del professor Moro
Vedi la foto Il professor Beniamino Moro, preside di Economia e commercio all’università di Cagliari, ha sperimentato sulla propria pelle l’efficacia dello screening sul tumore dell’intestino. E ne dà testimonianza: «Sono stato molto fortunato. Dopo il primo test, è emerso qualche problemino. Eppure stavo bene, non avevo sintomi: se non avessi partecipato all’indagine, mi sarei accorto troppo tardi del mio male. Non ho parole per apprezzare la campagna organizzata dalla Regione».
Per questo ha accettato di parlarne?
«Voglio far sapere che sono riuscito a evitare il peggio affrontando una situazione che, scoperta nella fase iniziale, è risolvibile con una semplice operazione».
Ha eliminato il guaio?
«Sì, non era minimamente degenerato, quindi niente chemioterapia. Ora devo tenermi sotto controllo».
Si è emozionato di fronte alla lettera che le annunciava quello che lei definisce un problemino?
«Mi ha dato qualche preoccupazione, non più di tanto. Perché mi avvertiva che l’inconveniente - un sanguinamento - poteva essere dovuto anche ad altre cause. Non ho avuto paura».
Che ha fatto?
«Sono andato dal dottor Loriga che mi ha accolto con professionalità e calore umano. Bravissimo nell’eseguire l’endoscopia: non ho sofferto niente. È stato lui a dirmi, con tatto, che uno dei 4 polipi rilevati doveva essere eliminato chirurgicamente».
Come giudica l’organizzazione sanitaria?
«Tutta la struttura è stata molto efficiente, accogliente e comprensiva nel darmi spiegazioni e nel mettermi a mio agio. Voglio esprimere gratitudine non solo a Loriga, ma anche ad dottor Raffaele Sulis, il primario di Chirurgia che mi ha operato». (l. s.)
La dirigente Silvana Tilocca spiega la strategia della Asl sulla salute
«Investendo nella prevenzione salviamo la vita di tanta gente»
Silvana Tilocca dirige il Servizio prevenzione della salute nella Asl di Cagliari. Tre anni fa ha organizzato il primo Screening per la diagnosi precoce del tumore del colon retto, ora ha lanciato la seconda edizione. Operazione che coinvolge circa 155 mila cittadini distribuiti nei 71 paesi di un’area vasta, 400 medici di famiglia e 101 farmacisti, alleati preziosi. Come il reparto di Gastroenterologia del Santissima Trinità, il servizio di Endoscopia digestiva del Businco, la Chirurgia del colon del Policlinico universitario di Cagliari e l’ospedale di Muravera, per il Sarrabus Gerrei.
Mobilitazione imponente. E costosa: 500 mila euro. «Non tanto - spiega Tilocca - se ci considera che prevenire vuol dire salvare vite umane. Inoltre, l’operazione è per i cittadini completamente gratuita. Col dottor Pietro Loriga (primario di Gastroenterologia al Santissima Trinità) abbiamo provato a calcolare quanto costa curare un solo malato di tumore: fra esami, terapie e ricoveri, centinaia di migliaia di euro». Conti sgradevoli, quelli della dottoressa Tilocca, in tempi di spending review, ma lei non ha dubbi: «Quelli per la prevenzione sono soldi spesi bene».
Non solo per il tumore dell’intestino. Oggi il Centro screening ha in corso anche una ricerca sul cancro della cervice uterina e della mammella. Cui si aggiungono quello, appena annunciato, sulla prevenzione cardiovascolare e un altro sul diabete, «con una spesa complessiva che oscilla fra i 2 e i 3 milioni di euro, controllata trimestralmente dalla Regione, sulla base dell’impegno realizzato e degli obiettivi da raggiungere. Un monitoraggio molto stretto e preciso».
Visti i tempi, c’è il rischio che vengano ridimensionate le risorse? «Certo, ma intanto questi screening rappresentano un nuovo modo di proporre salute. Non aspettiamo che le persone chiedano un intervento: siamo noi ad arrivare prima, proponendoci in maniera attiva e pianificando. Su grandi numeri: nei tre screening in corso dobbiamo raggiungere 300 mila persone, negli altri due 220 mila. Tutta gente che dobbiamo contattare più volte: per lettera, telefono e di persona, in caso di approfondimenti degli esiti. Ma anche per informare meglio, tranquillizzare, convincere, richiamare chi non ha risposto. Ed è grazie a questo impegno che, ad esempio, tumori della cervice uterina non ne vediamo più». (l.s.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Salute (Pagina 46 - Edizione CA)
L’ESPERTO. Professor Giovanni Caocci del Binaghi
Due nuove armi per la guerra alla leucemia
Fino a una decina d’anni fa chi era colpito dalla leucemia mieloide cronica aveva come unica speranza il trapianto di midollo. Oggi, grazie ai farmaci intelligenti, il panorama è cambiato. La rivoluzione ha preso il via grazie a cure che hanno la capacità di aggiustare il difetto genetico all’origine della patologia chiamata cromosoma Philadelphia.
«Il capostipite è stato imatinib, il farmaco di prima generazione che all’inizio dei 2000 ha consentito di ottenere risultati ottimi in oltre l’80% dei pazienti», spiega Giovanni Caocci, Dipartimento di Scienze mediche e internistiche dell’università di Cagliari- Centro trapianti di midollo osseo del Binaghi. «È stato emozionante vedere come, nell’80-90% dei casi, questi pazienti, con solo 4 compresse al giorno, potessero condurre una vita normale. A fronte di un 15% dei pazienti che non rispondevano completamente alla terapia e a circa un 30 che era costretto ad abbandonarla perché intollerante agli effetti collaterali, sono stati messi a punto farmaci di seconda generazione, tra cui i più importanti sono dasatinib e nilotinib, ancora più potenti e selettivi rispetto a imatinib. Il primo in particolare può essere assunto in un’unica compressa al giorno, anziché in 4 e non in concomitanza del pasto: un vantaggio per alcuni pazienti, soprattutto in una fascia di popolazione giovanile».
In generale questi medicinali consentono infatti di avere una potenza dalle 30 alle 50 volte superiore rispetto al capostipite e di raggiungere i risultati voluti in minor tempo e con ridotti effetti collaterali.
La parola d’ordine della scienza è la cura su misura per ognuno. «Paradossalmente, non ci accontentiamo più di avere il 90 per cento di pazienti che sopravvive e sta bene, ma li vogliamo guarire completamente: ciò, in un futuro prossimo, potrebbe consentire ad alcuni tipi di pazienti di interrompere definitivamente la cura, perché considerati clinicamente guariti», conferma Caocci. L’approccio a tappe prevede di normalizzare il valore dei globuli bianchi nel sangue: si ottiene, generalmente, entro i primi tre mesi dall’inizio della terapia.
Il secondo gradino è ottenere la risposta citogenetica completa, cioè far sparire completamente il cromosoma Philadelphia dal midollo osseo: obiettivo da raggiungere entro 6-12 mesi dall’inizio della terapia. Il terzo gradino è la risposta molecolare maggiore, cioè arrivare a rilevare solo pochissime tracce molecolari di una proteina che esprime la presenza della malattia nel sangue, e questo è un obiettivo da raggiungere idealmente entro i 18 mesi dall’inizio dalla terapia. «L’obiettivo più importante è il quarto scalino: raggiungere la risposta molecolare completa: non trovare più traccia, con le tecniche a nostra disposizione, della proteina alterata nel sangue e questo attualmente si verifica in un 40 per cento circa dei pazienti».
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 27 - Edizione PC)
Villamar
Centro storico, accordo fra Ateneo e Municipio

Villamar è pronto ad allearsi con gli altri Comuni del territorio per la tutela e la salvaguardia dei centri storici della zona. Se ne occuperà il Consiglio comunale convocato domani alle 19 nella sala consiliare di via Roma. L’assemblea civica autorizzerà il sindaco Pier Sandro Scano alla firma dell’accordo istituzionale fra la Regione, l’Unione dei Comuni “Marmilla”, le diciotto amministrazioni dello stesse ente e l’Università di Cagliari proprio in materia di centri storici. Il progetto era già stato presentato qualche mese fa nella casa maiorchina villamarese. Adesso si entra nella fase operativa. Il Consiglio di Villamar domani approverà anche il regolamento comunale per la concessione di beni mobili e l’assestamento del Bilancio. (an. pin.)

 
5 - L’Unione Sarda / Carbonia (Pagina 22 - Edizione PC)
Museo di Villa Sulcis
Quattro serate per parlare di archeologia
Antropologia, archeologia e storia saranno al centro della manifestazione “Carbonia Studia”, un ciclo di conferenze che prenderà il via venerdì. Il primo appuntamento venerdì alle 17 nel Museo di Villa Sulcis (ingresso da via Campania). La conferenza di Carlo Lugliè, dell’Università di Cagliari si intitolerà “ 11 mila anni fa a Carbonia: nuove scoperte nel riparo di Su Carroppu”.
ARCHEOLOGIA Carlo Lugliè, che da anni dirige le nuove indagini presso il riparo sottoroccia di Su Carroppu, esporrà le ultime novità emerse dagli scavi e dalle analisi dei reperti, fra le quali una datazione ben più antica (9000 a.c. circa) per i primi uomini che hanno abitato la grotta e i nuovi dati sulla frequentazione del sito nel Neolitico Antico (dal 6000 a.c. circa)
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 36 - Edizione CA)
Sinnai
Un seminario su turismo e mobilità sostenibile
Amministratori locali e operatori turistici si confronteranno a Sinnai in un incontro fissato per venerdì nella sede della ex Comunità montana. Organizzano il Comune, l’associazione dei sardi di Verona e il “Cedise”. Si parlerà di turismo e di mobilità sostenibile. Interverranno gli assessori regionali Luigi Crisponi (Turismo) e Christian Solinas (Trasporti), l’assessore provinciale Piero Comandini, l’assessore comunale Franco Matta e il presidente dell’Anci, Cristiano Erriu. Per gli operatori parlerà lo staff di esperti in arrivo da Verona, Maurizio Solinas, Pier Luigi Ercuriali ed Ermanno Sereni.
La parte più accademica del convegno sarà introdotta dal professore di Economia turistica dell’Università di Cagliari, Giuseppe Melis. Il sindaco di Sinnai, Barbara Pusceddu, farà gli onori di casa. Emilietto Mirandola, sindaco di Bovolone, cittadina gemellata con Sinnai, sarà l’ospite d’onore. «Si tratta - dice l’assessore alle Attività produttive del Comune di Sinnai, Franco Matta - di un seminario qualificato dal quale attendiamo risposte per il futuro del territorio». (ant. ser.)
 
mertedì 27 novembre 2012
  


LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
CAGLIARITANO MALATO DI TETRAPARESI SPASTICA 
Parla solo con gli occhi ma è riuscito a laurearsi 
CAGLIARI Si laurea oggi Paolo Puddu, campione di speranza e monito per chi ha pensato anche soltanto per un attimo che avesse senso cancellare il fondo per la non autosufficienza. Paolo ha 27 anni, la tetraparesi spastica lo ha completamente immobilizzato e lui può comunicare in un unico modo: muovendo gli occhi. Tutto ciò che lui ha voluto dire nella sua giovane vita, dalla frase informale rivolta a un amico alla risposta alla domanda di un docente universitario, Paolo ha dovuto dirlo indicando con gli occhi le lettere di una tavoletta. Oggi alle 9.30, nell’aula magna di Sa Duchessa, Paolo si laurea in Lettere con una tesi molto attuale dal titolo “Trasporti aerei e disabilità”. Paolo è socio di Abc, Associazione bambini cerebrolesi Sardegna, che ha diramato un comunicato stampa: «Paolo oggi raggiunge il suo grande obbiettivo: diventare un operatore culturale per il turismo. Tutto il percorso prima scolastico e poi universitario di Paolo – scrive Francesca Palmas per Abc – è un esempio virtuoso di come se i progetti vengono adeguatamente sostenuti (attivando la rete di sostegni) si ottengono risultati strepitosi e si migliora il benessere delle persone e della società. In particolare Paolo ha un’assistenza personalizzata, degli educatori che lo aiutano nella comunicazione e nella sua autonomia personale, permettendogli di frequentare le lezioni all’università, di studiare e di prepararsi e di sostenere gli esami, insomma di vivere una vita indipendente». «Questo anche grazie alla legge 162 del 1998, il piano basato su un intervento coprogettato e personalizzato – sottolinea l’esponente di Abc –, legge che è diventata il modello Sardegna, apprezzato in tutta Italia». L’associazione porta all’attenzione pubblica la vicenda di Paolo perché «rischiare di perdere questi servizi significherebbe rischiare che tanti, anche come Paolo, non riescano più a vivere la loro vita dignitosamente».«In questo contesto la recente battaglia di Salvatore Usala per il rispristino del Fondo per la non autosufficienza con 400 milioni di euro fa capire quanto sia importante lottare per non fare passi indietro – sottolinea con forza Francesca Palmas – e per non perdere diritti così faticosamente ottenuti con tanto impegno e fortemente voluti dalle persone con disabilità, nemmeno in Sardegna. Oggi Paolo – si conclude nella nota – non solo ha potuto coronare il suo sogno ma rappresenta un grande esempio e un forte stimolo per tanti studenti, altri studenti con disabilità che vogliono esercitare il loro pieno diritto allo studio». Marco Espa già presidente dell’associazione Abc: «È una vittoria personale di Paolo Puddu e collettiva di tutti i ragazzi come lui che fanno di tutto per conquistarsi una vita migliore. Ma è la dimostrazione che le politiche adeguate giocano un ruolo immenso nella vita delle persone, se Paolo non avesse potuto disporre di un progetto personalizzato, non sarebbe potuto arrivare a questo».
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
CONCORSI PER RICERCATORI, VELENI SUL WEB 
Bandi per 29 posti: critiche ai criteri di selezione a Sassari.
L’ateneo: abbiamo rispettato le leggi e le richieste della Regione 
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Sospetti e veleni stavolta viaggiano sul web. Con un tam-tam in Rete, l’università sassarese viene chiamata in causa per il bando di 29 posti da ricercatore a tempo determinato. Concorsi in parte già tenuti o destinati a concludersi entro dicembre. I rilievi sono legati all’asserito mancato rispetto di norme nazionali e comunitarie. Riflettori rivolti verso i requisiti previsti per i candidati: «Criteri di valutazione troppo dettagliati e comunque legati a progetti di ricerca eccessivamente specifici», si accusa da più parti. Quasi come se fosse possibile individuare a priori – lasciano intendere i promotori della protesta – il profilo ideale del vincitore. A dare battaglia sono il Coordinamento dei precari in ateneo e diversi concorrenti che evidentemente si sono sentiti esclusi a priori dalla possibilità di competere. Tutti paventano il rischio di ricorsi al Tar. Ma la replica dei vertici accademici è immediata e subito seguita da rassicurazioni: dopo una prima risposta data dal rettore, il direttore generale conferma adesso che «le regole sono state osservate pienamente sia per rispettare la legittimità delle prove sia per ottenere i quasi 5 milioni messi a disposizione dall’Europa attraverso la Regione». Sul caso, a ulteriore precisazione della correttezza dei percorsi tracciati, interviene poi qualche presidente di commissione tirato in ballo nelle contestazioni su internet. Ma chi ha davvero ragione nella querelle? Difficile dirlo con esattezza: molto si gioca sull’interpretazione giuridica di norme e procedure. A ogni modo, un passo indietro permette di comprendere meglio la faccenda. Una questione che nell’isola sta a cuore a diverse centinaia di ricercatori. Gli stessi che da tempo chiedono la valorizzazione del merito individuale e lo stop ai tagli dei finanziamenti per le università. Il via ufficiale ai concorsi viene dato a fine luglio. La durata dei nuovi incarichi, riservati a chi ha svolto un dottorato di ricerca, è stabilità in tre anni. Svariate le materie d’esame. Per il comparto scientifico-sanitario si parla di aree disciplinari come agraria, veterinaria, ingegneria industriale e dell’informazione, architettura, chimica, biologia, medicina. Per le scienze umanistiche e sociali si fa riferimento a economia, statistica e a settori giuridici, storici, letterari, filosofici, pedagogici. I concorrenti hanno avuto tempo sino a settembre per partecipare. Ma già qualche settimana fa, in ottobre, il Coordinamento dei precari ha scritto una prima lettera al rettore segnalando anomalie ed evidenziando aspetti a suo dire poco convincenti. Indice puntato, soprattutto, sulle prove per Zootecnia generale e miglioramento genetico, per Diritto del lavoro, per Sociologia dei processi culturali e comunicativi. Per i quali – si sostiene – esiste una incongruità del bando rispetto a disposizioni secondo cui «la produzione dev’essere valutata in relazione all’intero settore scientifico disciplinare, e non al progetto di ricerca». Ma i massimi rappresentanti dell’ateneo riaffermano la validità delle prassi intraprese. Le quali, conferma il rettore Attilio Mastino, «fanno parte di un piano predisposto dalla Regione nell’ambito del Por 2007-2013 e sono dunque sottoposte a specifiche indicazioni vincolanti ai fini dei finanziamenti». In particolare – specifica il rettore – si richiedono proposte per le quali «i candidati dovranno illustrare i loro progetti di ricerca». Su quest’aspetto della valutazione (così come sui criteri per la composizione delle commissioni, al centro di critiche in parecchi blog per l’asserito reclutamento di esaminatori da settori diversi da quelli di concorso) precisa la propria posizione il direttore di Agraria. «Come presidente di commissione posso assicurare la nostra scrupolosa osservanza delle regole», sostiene Giuseppe Pulina. Che elenca i punti alla base delle sue argomentazioni: «Primo: il parametro dei progetti di ricerca è previsto influisca, come punteggio, in maniera marginale rispetto ad altri, tanto da valere solo per gli ex aequo. Secondo: noi abbiamo avuto tre candidati e tutti sono stati ammessi con un criterio estensivo del loro lavoro, solo uno però si è presentato e ha vinto». «Quindi le contestazioni non possono riguardare noi», rileva il professor Pulina. Altrettanto certo del buon operato dell’amministrazione accademica si dice il direttore generale dell’ateneo sassarese. «Per ottenere i finanziamenti europei e raccordarci alla Regione abbiamo avuto bisogno di un inevitabile aggancio ai progetti di ricerca richiesti ai candidati», spiega Guido Croci. «Ma posso garantire – aggiunge – che non si è trattato di un requisito essenziale: specie per i due terzi dei concorsi, dove ci sono meno di 7 candidati». «E se a volte a fare da esaminatori sono stati scelti docenti provenienti da settori affini è perché con ogni probabilità c’è stata l’impossibilità a partecipare dei titolari chiamati in prima battuta», è la conclusione del direttore.
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Sardegna
GLI ALTRI PRIMATI 
Gallura: reginetta dei bar, maglia nera per i laureati 
di Luca Rojch
OLBIA Primi per bar e ristoranti, ultimi per numero di laureati. La Gallura porta a casa per il terzo anno di seguito il poco lusinghiero primato. Secondo la ricerca del Sole 24 Ore sulla qualità della vita la provincia ha il primato in Italia per numero di bar e ristoranti. Un record che divide con la vicina Sassari. Appena un gradino sotto, ma sul podio, c’è Nuoro, e subito dopo l’Ogliastra. Nell’isola i posti di lavoro non si trovano, ma un bar aperto c’è sempre. Poco lusinghiero anche l’altro primato. Quello del numero di laureati. Anche in questo caso la Gallura da tre anni non riesce ad abbandonare il fondo della classifica. È ultima in Italia anche se a Olbia c’è la sede del polo di economia del turismo. Ma i giovani laureati tra i 25 e i 30 anni sono appena 20 ogni mille abitanti. Contro gli oltre 100 di Isernia, in vetta alla classifica. In passato questo dato veniva interpretato come l’indice di una certa propensione al fare. I ragazzi preferivano lanciarsi nel mondo dell’impresa, magari aprire un bar, più che consumare neuroni e gioventù sui manuali alla ricerca della laurea. Ma la crisi che ha colpito anche la Gallura dovrebbe avere cancellato molte delle possibilità di lavoro che si aprivano a chi usciva dalle scuole con il diploma. La laurea al contrario sembra sempre più un bene rifugio da spendere per trovare lavoro. A confermare una certo fermento imprenditoriale c’è la posizione d’onore di Olbia-Tempio nella classifica per spirito di iniziativa. Seconda dopo Nuoro. Segno che nel territorio le imprese continuano a nascere, anche se la loro vita sembra sempre più breve davanti alla tempesta economica che devasta il tessuto imprenditoriale della Sardegna.
 
 
10 - La Nuova Sardegna /  Pagina 8 - Sardegna
Siccità, una piantina può salvarci
SASSARI Una pianta-modello aiuterà l’isola contro siccità e desertificazione. Ne sono convinti gli studiosi che dopodomani prenderanno parte a un workshop scientifico a Sassari. Obiettivo? Presentare i risultati ottenuti in due anni d’indagini. «L’idea è sfruttare una specie vegetale dai fiori violetti, piuttosto diffusa in Sardegna e davvero interessante per il futuro delle nostre campagne: ha infatti la capacità di adattarsi all’innalzamento delle temperature e alle diminuzioni della disponibilità d’acqua», spiegano gli specialisti. Vantaggi e benefici in settori diversi: nella zootecnia, nel ripristino di un ambiente degradato, in applicazioni farmaceutiche. «La nostra "cavia", una leguminosa, vive spontanea nell’isola: con termine scientifico è conosciuta come Psoralea bituminosa, in sardo la chiamano truvuzzu», informa l’agronomo Claudio Porqueddu, senior researcher al Cnr-Ispaam, istituto tra i motori del progetto. «Durante l’anno, per una stagione prolungata, la Psoralea si presenta verde e ricca di foglie: garantisce così una buona disponibilità di foraggio fresco quando la gran parte delle risorse tradizionali sono secche, mentre all’arrivo delle prime piogge autunnali conosce un’anticipata ripresa vegetativa», prosegue il ricercatore. «Questa pianta è alta al massimo una sessantina di centimetri, ma si rivela utile per riqualificare terreni marginali consentendo il loro consolidamento – dice Porqueddu – Si presta poi ad altri usi: dalla Psorolea si ricavano composti particolari, utilizzati in passato come espettoranti nelle affezioni dell’apparato respiratorio e oggi impiegati nella cura di malattie della pelle, come la psoriasi». Il convegno si svolgerà nella sede del Consiglio nazionale delle ricerche, immediata periferia nord di Sassari, a Baldinca, vicino alla strada che conduce a Porto Torres. L’attività d’indagine ha previsto un lavoro d’équipe. Gli studiosi dell’Ispaam, l’Istituto per il sistema di produzione animale in ambiente mediterraneo, si sono occupati della raccolta e delle specificità sotto il profilo agronomico della Psoralea bituminosa nei campi sperimentali sardi. L’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr si è soffermato sulle analisi dei composti. Il dipartimento di Scienza e natura del territorio dell’università di Sassari sugli aspetti biofarmacologici degli estratti. E infine il Dirpa dell’Agris ha studiato le relazioni tra queste piante e gli animali. I terreni sperimentali saranno visitati dai convegnisti il giorno successivo al workshop. Si trovano nel Centro conservazione della biodiversità vegetale dell’ateneo sassarese, a Surigheddu. E in questi due anni sono stati intensamente utilizzati. Quello appena concluso nella sua prima fase è stato dunque un lavoro multidisciplinare piuttosto complesso. Partito dalla considerazione più generale che da tempo caratterizza l’attività di molti ricercatori nel Mediterraneo: i cambiamenti climatici richiedono un serio ripensamento dei criteri di coltivazione agraria nell’isola. «Le punte di caldo record e le previsioni di riduzione delle risorse idriche per le colture impongono dunque l’individuazione di specie in grado di far fronte alla siccità, come appunto la Psoralea bituminosa», sostiene ancora Claudio Porqueddu. «E questo – aggiunge – vale soprattutto per i pascoli naturali e semi-naturali, oltre che per i sistemi zootecnici su cui si fonda la nostra economia agricola». «Sotto quest’aspetto, la pianta che abbiamo analizzato può essere perciò considerata una sorta di specie-pilota – è la conclusione dello studioso del Cnr-Ispaam – Un domani i risultati ottenuti in quest’occasione potranno infatti riguardare, sul piano del metodo, altre specie virtualmente vantaggiose». (pgp)
 


 

QUOTIDIANI NAZIONALI
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