UniCa UniCa News Rassegna stampa Mercoledì 14 novembre 2012

Mercoledì 14 novembre 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
14 novembre 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Ieri in Rettorato a Cagliari il riconoscimento al critico
LA LEZIONE DI DORFLES Cercate sempre il Bello e fermi con le mani
La prima laurea, l’ha presa in medicina. La quarta, in “Lingue moderne per la comunicazione e cooperazione internazionale”, ieri mattina nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Cagliari. Il neo dottore Gillo Dorfles ha discusso con Maria Luisa Frongia, al cospetto del senato accademico, una tesi dal titolo “Comunicare e progettare tra fatti e fattoidi”. In toga nera, coadiuvato dal suo ottimo complice Aldo Colonetti, ha ricevuto la pergamena tra gli applausi dei molti convenuti a quella che più che una cerimonia è sembrata una festa. Ci si rallegra, ascoltando le affermazioni decise e la vena ironica di un monumento della cultura e della ragione critica che a 102 anni ha un cervello giovanissimo.
Secco, elegante, affettuoso con gli amici e coi vecchi colleghi, Gillo Dorfles ha insegnato a Cagliari dal 1969 al 1974 e ne conserva ottimo ricordo. Aveva la cattedra di Estetica e il suo corso era frequentato allora da appena sette, otto studenti. Che mi interessavano, ha detto alla Libreria “Piazza Repubblica” al Corso Vittorio Emanuele in un incontro organizzato la sera prima dell’attribuzione della laurea honoris causa, per le differenze di carattere originate dalle loro provenienze geografiche. «Ho imparato molto, antropologicamente parlando». Ha ribadito un concetto caro a Marcello Serra, «la Sardegna è un continente», magnificato la bontà del Cannonau e delle sebadas, esempio delle molte eccellenze regionali che rientrano, senza sforzi, nel campo dell’estetica. Disciplina che non deve essere lasciata ai teorici ma deve essere coltivata da ognuno nella vita pratica e quotidiana. Anche attraverso l’uso (consapevole) degli oggetti industriali, figli di quel design che negli anni Sessanta nasceva a Milano e ebbe in Dorfles uno dei suoi primi esegeti. «La filosofia dell’arte è la più umana delle scienze». E può aiutare a vivere con maggiore assennatezza, evitando la fretta eccessiva, neutralizzando l’Horror Pleni o la «forsennata» abitudine a gesticolare troppo anche quando si è da soli davanti a un computer o con l’orecchio al cellulare: segno, per il magnifico Gillo, di un’incapacità a farsi capire dal prossimo. Autore di scritti fondamentali, docente magistrale, cofondatore del Mac, Dorfles dice di non ricordarsi le date, di non guardare al passato. Scruta il presente e ne ricava punti di riflessione.
Dice d’avere più interesse per le persone che per le cose dimostrando una qualità semplicissima e rara: pensare con la propria testa. Insofferente ai conformismi che gli provocano “irritazione”, si è espresso a suo tempo contro la figurazione banale ma non risparmia una bella frecciata alla corrente della Transavanguardia: «È durata troppo». Tutto il resto invece - moda, stili, libri - dura troppo poco. E qui si tocca l’argomento consumismo, altra iattura di noi contemporanei . Assieme al Kitsch, il cattivo gusto che nella traduzione dei grandi autori che lo eleggono a soggetto diventa arte. C’è un solo tasto su cui anche il sommo vacilla, la sua attività di pittore. Ha esposto recentemente al Mart di Rovereto come al Palazzo Reale di Milano e ha avuto pagine intere sui giornali. «Come mai, si domanda, nessuno mi ha recensito negativamente? I miei colleghi erano entusiasti, oppure non hanno avuto coraggio. Persino il Presidente della Repubblica mi premiato». Mah! Fatti e Fattoidi, si potrebbe commentare.
Alessandra Menesini


2 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
SESTU. L’assessore provinciale alla Viabilità Mureddu risponde a un’interrogazione di Zuddas (FdS)
«È TUTTO PRONTO PER LA ROTATORIA» L’intervento eliminerà l’imbuto all’altezza della Cittadella universitaria
«La rotatoria sulla strada provinciale è stata tecnicamente definita, la gara è bandita e aggiudicata». Così l’assessore alla Viabilità della Provincia, Paolo Mureddu, ha risposto all’interrogazione del capogruppo di Federazione della Sinistra, Ignazio Zuddas che, nell’ultima seduta dell’assemblea di via Giudice Guglielmo, ha chiesto lumi sullo stato dei lavori per la realizzazione della rotatoria sulla provinciale 8 che collega Sestu con Monserrato, all’altezza degli ingressi del Policlinico. Un intervento indispensabile per eliminare lo svincolo e l’imbuto che si creano all’altezza della Cittadella universitaria. «Abbiamo anche già consegnato i lavori all’impresa», prosegue l’assessore, «ma non sono ancora iniziati perché l’Università vuole verificare la possibilità di realizzare accessi alternativi al Policlinico durante l’esecuzione dell’opera». Mureddu è intervenuto anche sulla via Cesare Cabras che porta ancora i segni dell’alluvione. «Dobbiamo capire come poter operare» sintetizza l’assessore, «Avevamo preventivato una spesa di 58mila euro per realizzare le opere necessarie alla messa in sicurezza all’altezza degli ingressi degli istituti scolastici superiori ma, visti i vincoli imposti dal patto di stabilità, dobbiamo verificare se siamo nelle condizioni di spendere le risorse impegnate».
Sin qui Monserrato. Sul versante opposto della provinciale, quello che porta da Sestu sino ad Elmas, sta finalmente per essere aperta la via Cagliari, dopo l’eliminazione di due tornanti pericolosi dove in passato sono anche morte alcune persone a seguito di incidenti stradali. La strada comunale è stata allargata e sono stati fatti i marciapiedi, ma sono anche stati espropriati i terreni per trasformare in rettilineo quella che prima era una doppia esse. Lavori lunghi, realizzati con vari intoppi che hanno scatenato la protesta di negozianti e residenti: ora, completato il cantiere, si attendono gli ultimi visti legati al collegamento dei due tratti, comunale e provinciale, poi già in settimana i blocchi di cemento che impediscono il passaggio saranno rimossi. Ieri pomeriggio, in Municipio a Sestu, stavano lavorando per decidere il giorno dell’inaugurazione del nuovo tratto, mentre è già avviato l’appalto per la rotatoria tra la provinciale e la via Vittorio Veneto.
Francesco Pinna
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Gli organizzatori: «Così si smantella la scuola».
STUDENTI DI TUTTA L’ISOLA IN CORTEO Previsto un sit-in in piazza del Carmine
Protesta contro i tagli: la manifestazione rischia di bloccare il traffico Anche Cagliari aderisce allo sciopero europeo della scuola. Migliaia di studenti degli istituti superiori della città e dell’hinterland daranno vita questa mattina a un corteo che coinvolgerà anche tanti docenti e genitori. Previsto l’arrivo di pullman carichi di ragazzi provenienti da Macomer, Oristano, Sorgono e Tonara. Lo slogan sarà: “No all’austerity, sì alla lotta a oltranza per cambiare la scuola e l’università e costruire un’altra società in Europa e nel mondo”. Il concentramento degli studenti è previsto per le 8,30 in piazza Repubblica. Un’ora più tardi partirà il corteo che attraverserà le strade del centro fino a raggiungere piazza del Carmine, per unirsi al sit-in della Cgil che coinvolgerà lavoratori di tutti i settori.
IL TRAFFICO La sensazione è che quella di oggi sarà l’ennesima giornata da incubo per la viabilità. Si preannunciano disagi pesanti proprio per via del corteo. Tre i punti chiave della protesta: diritto allo studio, al lavoro e alla cittadinanza attiva. La manifestazione sarà finalizzata a urlare il dissenso contro la legge di stabilità e le politiche all’insegna dell’austerity portate avanti dall’Europa e dal Governo nazionale.
IL SINDACATO In città la mobilitazione sarà coordinata dalla Cgil-scuola di Peppino Loddo, insieme al “Collettivo autonomo studenti Casteddu” e all’Unione degli studenti. Tante le adesioni già pervenute. Anche il Cagliari Social Forum e la Sinistra critica sarda parteciperanno alla manifestazione. «Con il ripresentarsi del Ddl 953 ex Aprea», recita una nota durissima diffusa on line, «si punta a privatizzare le scuole con conseguente trasferimento del potere decisionale ai privati. Ciò comporterà una modifica dei programmi scolastici per preparare lo studente a un futuro lavoro sottopagato già programmato con la riforma Fornero». Non è tutto. «Attraverso la legge di Stabilità, il governo coloniale dei tecnici continua, sulla falsa riga di quelli precedenti, lo smantellamento della scuola come luogo di libera fruizione del sapere, confronto e acquisizione di coscienza critica, imponendo, con un atteggiamento da ventennio fascista, l’insegnamento dell’inno di Mameli nelle scuole».
Paolo Loche
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
MONSERRATO. Cittadella universitaria, intensificati i controlli dei carabinieri
Furti nelle auto, un arresto In manette un giovane, aveva rubato un notebook 
Un mese fa un furto che aveva preoccupato la Cittadella universitaria. Dall’auto di un medico era sparito un computer con notazioni riservate su alcuni pazienti. Erano seguiti altri furti di auto e su auto. Una situazione che recentemente ha convinto Alberto Anedda, (nominato dal rettore responsabile della cittadella frequentata ogni giorno da cinquemila persone) a chiedere un incontro con i carabinieri. Un vertice in caserma a Monserrato che Anedda aveva avuto con il responsabile del Reparto operativo del comando provinciale di Cagliari maggiore Alfredo Saviano, con il comandante della compagnia di Quartu, capitano Raffaele Cossu e con il maresciallo Illuminato Corso, comandante della stazione di Monserrato.
L’ARRESTO Sono state poi le forze dell’ordine a predisporre un piano d’azione all’interno della cittadella che, scattato una decina di giorni fa, ha portato ieri al primo arresto: in cella è finito un cagliaritano, Alberto Palmiotto (29 anni), sorpreso a rubare da una Ford Fiesta un notebook, di proprietà di uno studente universitario.
Palmiotto è stato subito bloccato e arrestato con l’accusa di furto aggravato. Comparso subito dopo di fronte al magistrato, il giovane ha ottenuto, su richiesta del suo legale, i termini a difesa. Il processo è stato rinviato al 21 novembre. Nel frattempo, Palmiotto dovrà stare agli arresti domiciliari.
LE INDAGINI L’indagine dei carabinieri non si è però fermata: l’obiettivo è ora quello di verificare se il giovane sia responsabile o meno anche del furto del computer del medico rubato tempo fa, sempre nella cittadella, e che proprio per la dotazione di spazi riservati su pazienti dell’ospedale, aveva suscitato non poco allarme. Per il momento non c’è alcuna accusa nei confronti di Palmiotto: le forze dell’ordine vogliono però vederci chiaro con nuovi accertamenti, raccolti anche nelle ultime ore.
Sono scattate alcune perquisizioni: in merito non sono trapelate indiscrezioni. «Di sicuro», dice Alberto Anedda, «dai carabinieri abbiamo avuto una risposta immediata con improvvisi blitz nell’area riserva ai parcheggi, dove ogni giorno gravitano cinquemila persone. Siamo soddisfatti di questa risposta che sicuramente ci rende più tranquilli».
I CONTROLLI Una presenza massiccia, quella delle forze dell’ordine, che ieri mattina ha anche consentito di smascherare e denunciare a piede libero un altro giovane, T. F., 25 anni di Villaputzu, notato mentre, con fare sospetto, si aggirava fra le auto in sosta al parcheggio: il ragazzo ha notato i carabinieri e ha tentato la fuga. Subito raggiunto, è stato trovato in possesso di materiale atto allo scasso, compreso un grimaldello. Accompagnato in caserma, a Monserrato, il ragazzo è stato individuato, denunciato e rilasciato.
Raffaele Serreli
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Nuove prospettive senza precedenti: creare un organo da un lembo di pelle può essere possibile
IL CUORE DEI RICERCATORI SARDI Staminali, scoperta fondamentale di un team guidato da una sassarese
Creare un cuore da un lembo di pelle può essere possibile. È una scoperta fondamentale quella fatta da un gruppo di ricercatori delle università di Bologna e Sassari. Una macchina del tempo che consentirà di riparare qualsiasi organo e tessuto a partire dalle cellule della pelle. La scienza darà così una speranza concreta per la medicina rigenerativa e la cura di malattie gravi, spesso intrattabili.
Sarà dunque possibile riportare le cellule staminali e non ad uno stato ancestrale, per consentire ai biologi molecolari di "riprogrammarle" e trasformarle. Si chiama Reac (Radio Electric Asymmetric Conveyer) ed è un convogliatore che produce campi radioelettrici a bassissima intensità.
Lo studio e i risultati prodotti dal team di ricercatori, guidati da Carlo Ventura, professore di biologia molecolare dell’Università di Bologna, sono stati pubblicati su Cell Transplantantion, la rivista americana di medicina rigenerativa e aprono prospettive senza precedenti. La scoperta è frutto della sinergia con il dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Sassari, coordinato da Margherita Maioli e costituito da Sara Santaniello, Gianfranco Pigliaru e Sara Gualini, in collaborazione con i ricercatori bolognesi e dell’istituto "Rinaldi Fontani" di Firenze. «Il tipo di riprogrammazione ottenuto per la prima volta - spiega Margherita Maioli - è una riprogrammazione cellulare diretta. Invece di mandare una cellula adulta non staminale indietro nel tempo, si è riusciti a far prendere a questa cellula adulta una strada specifica, indirizzandola verso più destini cellulari, in questo caso cardiaco, neuronale e muscolare scheletrico, come se si partisse già da una staminale embrionale».
Le staminali offrono una speranza sempre più concreta per la cura e la guarigione in malattie gravi. (a. br.)
 
 
6 - L’Unione Sarda / Sulcis Iglesiente (Pagina 25 - Edizione PC)
In 15 mila cercano impiego con la licenza media; 4 mila fermi alle elementari
TANTI, DISOCCUPATI E SENZA TITOLI Collocamento: 19 mila iscritti non hanno il diploma
Vedi la foto Sono senza lavoro e anche senza titoli di studio: per loro trovare un impiego è doppiamente arduo. L’esercito dei disoccupati nel Sulcis Iglesiente, è caratterizzato da un aspetto allarmante: circa i due terzi dei 31 mila iscritti alle liste di collocamento hanno conseguito solo la licenza media (sono in quindicimila) o quella elementare (quattromila). E c’è anche chi non è neppure mai andato a scuola.
DISPERSIONE SCOLASTICA Si conferma a livelli alti la dispersione scolastica: il 10 per cento dei ragazzi non termina le superiori. Con punte, in alcune scuole, del 20 per cento. Per contro, aumentano progressivamente i laureati che non trovano lavoro: sono 940, alcuni addirittura con master di secondo livello e dottorati di ricerca. Fra questi e quanti hanno abbandonato i libri dopo le elementari e le medie c’è un abisso che la dice lunga sulle insormontabili difficoltà di scovare un’occupazione.
SENZA TITOLI Davanti a questo esercito di uomini e donne senza titoli, riesce difficile anche individuare iniziative tali da arginare il fenomeno. Sono preziosi i cantieri di lavoro, i progetti a tempo, ma va da sé che non bastano. «Occorre adottare soluzioni - spiega l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro Alberto Pili - come l’obbligo di frequenza ai corsi post scuola media con forme di sostegno al reddito: un aiuto economico in cambio del completamento del percorso di qualificazione». L’abbandono scolastico non è problema recente. La banca dati della Provincia, collegata ai Centri servizi per l’impiego, rivela anche l’età media di quanti cercano un lavoro pur non avendo che una licenza elementare o media in tasca: dai 35 ai 44 anni. Ciò sta a significare che in questa condizione si trovano soprattutto coloro che erano adolescenti negli anni Settanta e Ottanta.
L’ASSESSORE «Era il boom degli istituti professionali - spiega l’assessore alla Scuola del Comune di Carbonia, nonché ex insegnante, Lucia Amorino - si contavano tantissimi iscritti ma spesso, per carenze stesse del corpo docente che non curava sino in fondo la sensibilizzazione dei ragazzi, in molti lasciavano dopo neppure un anno: saremmo dovuti essere più attenti e spiegare che quei corsi di studio erano validi come gli altri».
LA SCUOLA Parlare oggi di dispersione scolastica nella scuola dell’obbligo, con il livello di attenzione delle istituzioni e delle forze dell’ordine, non ha molto senso. Sono invece alte le percentuali degli abbandoni nelle scuole superiori: un ragazzo su dieci getta la spugna ben prima del diploma, e in alcune scuole la percentuale è stata anche più alta. «È un problema sociale - afferma l’assessore provinciale alla Scuola Alessandra Pintus - occorre offrire più servizi e mirati: non a caso abbiamo istituito l’Osservatorio scolastico permanente».
Andrea Scano
 
  


LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 35 - Cultura-Spettacoli
LAUREA AD HONOREM 
Gillo Dorfles, «Attenti a pc e telefoni, più che arricchire ci confondono» 
di Sabrina Zedda
CAGLIARI Intervistarlo solo con il taccuino in mano è sconsigliato: chi scrive potrebbe perdere qualche parola, così per evitare il rischio di essere travisati, spiega lui, è meglio parlare davanti a un registratore. A 102 anni su questo Gillo Dorfles non ammette discussioni. Pittore, scultore, grande pensatore e docente di Estetica negli anni Settanta all’Università di Cagliari, ieri è tornato nel suo vecchio ateneo per ricevere la laurea ad honorem in “Lingue moderne per la comunicazione e cooperazione internazionale”. L’occasione per essere circondato dai colleghi di un tempo, ma anche per rincontrare vecchi allievi. «Per l’alta qualità del suo impegno come studioso capace di sviluppare innovative teorie sull’arte e, nello stesso tempo di portare avanti un lavoro creativo caratterizzato da un personale linguaggio espressivo». Sono le motivazioni lette dal Rettore Giovanni Melis, che hanno portato l’Università a consegnare a Dorfles il prezioso riconoscimento. Lui, che dice di aspettare ancora una laurea in musica, la butta sullo scherzo, spiegando: «E’ una laurea in comunicazione senza lingua. Perché pur parlandone alcune, non ne ho mai insegnato». Pignolerie che ben possono essere accettate da uno che, a parte il bisogno che gli si parli a voce alta, i suoi 102 anni li vive come un giovanotto. Un giovane capace ancora, pur in mezzo alla crisi, di vedere il futuro roseo («il rapporto con la politica non è drammatico perché l’arte va per conto suo anche se la politica è sbagliata») ma anche di interpretare la realtà con spietata lucidità. D’altronde il suo rifiuto di parlare se non registrato non è un semplice capriccio: «I nuovi media sono potentissimi e il fatto di esserci immessi senza la propria volontà è estremamente pericoloso». Concetti ripresi durante la lectio magistrale, tutt’altro che formale, dal titolo “Comunicare e progettare tra fatti e fattoidi”, tenuta in forma di dialogo con Aldo Colonetti, direttore della rivista di design Ottagono: «Viviamo in un’epoca di comunicazione forsennata e allo stesso tempo in un’epoca di forsennato consumo _ è il suo pensiero_ Le cose durano un istante. Facciamo attenzione a non consumare troppo presto ciò di cui disponiamo. E non facciamoci sopraffare da pc o telefonini. Perché troppo spesso più che arricchirci ci confondono». Sono i mezzi di comunicazione di massa i nemici del presente, e lo sono anche perché ormai s’è persa la distinzione tra comunicazione e informazione. Da qui la separazione tra fatti (le cose che accadono realmente) e fattoidi (il contrario di fatto, quindi un falso nella traduzione fatta da Dorfles). E la constatazione: «La falsificazione, anche involontaria, di un evento, è ormai costante: vale per i cibi in scatola come per l’amore sentimentale». La cultura può salvarci, conclude, ma guai a pretenderla dalla tv: ha bisogno di seguire le masse, ma un grosso pubblico con trasmissioni elitarie è un risultato molto difficile da ottenere.

 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 29 - Sassari
di Andrea Massidda«Architettura, il sindaco sbaglia» 
La polemica sugli spazi si fa sempre più rovente. Stizzita replica del direttore del dipartimento 
ALGHERO Tra l’amministrazione comunale e la direzione di Architettura è ormai scontro aperto. Com’era prevedibile, infatti, le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Stefano Lubrano hanno scatenato un terremoto. In buona sostanza, il primo cittadino accusa Bibo Cecchini di essere l’unico a voler portar via da Alghero la sede della prestigiosa facoltà. E, a suo avviso, solo perché non viene concessa un’aula magna nell’ex ospedale di Santa Chiara, dove al suo posto il Comune intende sistemare l’archivio storico. In realtà Lubrano dice anche più. Dice, per esempio, che per il centro accademico ci sono «spazi da vendere» e che «Cecchini adduce alle proprie idee motivazioni che paiono quasi pretestuose, spesso incomplete e in alcuni casi non vere». Se non è una dichiarazione di guerra, poco ci manca. Tanto è vero che la risposta del direttore del dipartimento non si fa attendere. E a ben vedere lui e il sindaco non sono d’accordo praticamente su nulla. A cominciare dai metri quadri che si ritiene che il Comune abbia messo a disposizione di studenti e docenti. Per Lubrano sono in tutto 6.000 mentre per Cecchini - al netto dei luoghi inutilizzabili perché malsani o inagibili - sono appena 2.450, distribuiti tra il Pou Salit e l’Asilo Sella. Chissà. Ciò che è certo che la querelle non ha l’aria di essere semplicemente geometrica. Lo si capisce dalla replica del preside, che dopo aver premesso che ha letto con dispiacere quanto affermato dal sindaco, spiega che attende con «grande attenzione che Lubrano indichi quali siano le motivazioni pretestuose, incomplete e non veritiere». Cecchini - che tabella alla mano elenca quali sono esattamente gli spazi disponibili per Architettura - affronta anche la questione del riscaldamento e precisa. «Non è certo una novità che in inverno ci sia freddo - dice -, anzi il problema l’ho sollevato di persona in più di una occasione a partire da quando sono stato eletto». Ma la parte più «calda» della risposta del direttore del dipartimento arriva in fondo. Eccola, in sintesi. «Per amore di verità - continua Cecchini - segnalo che non ho mai detto che le ragioni di un eventuale trasferimento a Sassari riguardassero l’assegnazione dell’aula magna. Se poi devo cogliere i messaggi indiretti del sindaco - aggiunge il direttore - posso assicurare a Lubrano che ne ho colto il significato. Così, se per costruire un buon rapporto con Architettura, lui e alcuni dei suoi assessori ritengono che sia meglio che ci sia un altro direttore, voglio rassicurarlo: la questione è posta. Il nostro consiglio ordinario del 5 dicembre ne discuterà. Ma, è ovvio, sono disponibile a dialogare pacatamente, sempre e in ogni sede pubblica e privata. Se il sindaco ci convoca, accorriamo».
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
Centro ricerca di Li Punti, firmata l’intesa a Roma 
L’accordo siglato ieri tra Regione, Provincia e ministero dei Beni culturali prevede anche l’istituzione di una scuola di alta formazione e restauro 
SASSARI È stata siglata ieri al ministero dei Beni culturali l’intesa per l’istituzione congiunta a Sassari del Centro di ricerca e conservazione dei beni culturali di Li Punti con funzioni anche di scuola di alta formazione e restauro. Finanziati con 6,5 milioni di fondi europei Por Fers, impegnati nell’ottobre 2011 dalla giunta regionale, il centro e la scuola avranno la loro sede in locali per oltre 2mila metri quadrati già concessi in comodato alla Provincia di Sassari. Il ministero si fa carico invece di attivare le procedure tecniche e amministrative finalizzate alla stesura, all’approvazione e all’aggiudicazione dei diversi bandi di gara per l’affidamento di lavori, servizi e forniture necessari alla realizzazione del centro. A firmare il protocollo d’intesa, ieri, c’erano il ministro Lorenzo Ornaghi, l’assessore all’Istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione, Sergio Milia, e il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici. Nato nel 1980 all’interno di un uliveto concesso alla soprintendenza proprio dalla Provincia, il centro si è già occupato in questi anni del delicato restauro dei Giganti di Mont’e Prama, le colossali statue in pietra risalenti all’età del bronzo scoperte nel ’74 da due agricoltori nelle campagne di Cabras. Alcuni esemplari dei giganti, restaurati, sono esposti nel Museo archeologico nazionale di Cagliari. Molti altri pezzi sono rimasti però nel centro in attesa dei fondi necessari per il restauro. Negli ultimi anni in seguito a stanziamenti governativi per circa 1,6 milioni di euro è nata l’idea di valorizzare il centro promuovendo la scuola di alta specializzazione per i restauri, idea sostenuta dalla Regione che ha portato un anno fa allo stanziamento dei 6,5 milioni per il completamento dei lavori e l’avvio dell’attività e oggi alla sigla del protocollo. «La firma di un protocollo d’intesa può sembrare un atto rituale ma in questo caso non lo è – ha detto il ministro Lorenzo Ornaghi – L’istituzione di questo centro era molto attesa e creerà posti di lavoro per i giovani, valorizzando la centralità del Mediterraneo». «Oggi, la Regione Sardegna compie un passo importantissimo», ha affermato dal canto suo Milia auspicando che il protocollo sia «un punto di partenza». Il presidente della Provincia, Alessandra Giudici, ha precisato: «Abbiamo lavorato con grande entusiasmo a questo progetto. Il Centro è il primo in Italia con simili caratteristiche di eccellenza e si propone come occasione di sviluppo per il nostro territorio e come ponte di scambio tra Paesi e culture. Sono già iniziati dei ragionamenti con alcune università del Mediterraneo». La realizzazione del Centro, ha aggiunto il direttore generale all’assessorato della Regione, Antonio Conti, «dovrebbe completarsi entro 35 mesi ma speriamo di accorciare i tempi».
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 33 - Cultura-Spettacoli
Friburgo e Sassari il confronto indica la strada per cambiare 
Una relazione del city manager Wulf Daseking al convegno nazionale di sociologia in corso nell’ateneo turritano 
LA VITA NELLE CITTA’ Lo studioso tedesco «Qui da voi mi sono trovato bene, le persone sono gentili Ma il traffico è folle: troppe auto»
di Fabio Canessa
SASSARI «Qua a Sassari mi sono subito trovato bene perché ho incontrato persone molto gentili, ma il ricordo che mi porterò dietro è il traffico esagerato, le troppe auto. Così si uccide la città». Wulf Daseking, city manager tedesco tra i più importanti d’Europa, non usa mezzi termini. Per chi viene da una città come Friburgo, modello di vivibilità, sostenibilità ed efficienza, Sassari deve apparire al limite dell’obbrobrio urbanistico. Il paragone impietoso tra i due centri lo mette in evidenza perfettamente la relazione che Daseking ha tenuto lunedì sera nell’aula magna dell’università di Sassari nel corso del convegno «La città come bene pubblico: spazi, popolazioni, movimenti» organizzato dal dipartimento di Scienze politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’informazione. Un’iniziativa che si inserisce nel progetto di ricerca nazionale “Spazi pubblici, popolazioni mobili e processi di riorganizzazione urbana” di cui l’università di Sassari è capofila con coordinatrice scientifica la docente Antonietta Mazzette. A conclusione del primo anno di ricerca, i coordinatori di alcune delle équipe scientifiche delle città coinvolte nello studio – Matteo Colleoni dell’università di Milano-Bicocca, Marco Castrignanò dell’università di Bologna, Antida Gazzola dell’università di Genova, Alfredo Mela del Politecnico di Torino, Camillo Tidore dell’università di Sassari – hanno spiegato la metodologia del loro lavoro ed elencato alcuni risultati. Ma gran parte del convegno si è concentrato sull’interessante relazione di Wulf Daseking. Sentire le parole del docente dell’università di Friburgo mentre vengono proiettate alcune immagini della città tedesca, fa venire voglia di trasferirsi immediatamente nel centro della Germania sud-occidentale. La città del futuro esiste già. L’esempio di un felice connubio tra storia e tecnologia, uomo e natura, è lì ai piedi della Foresta Nera, quel centro di origini medievali che oggi conta circa 220mila abitanti. Un piccolo paradiso a misura d’uomo di cui Daseking è uno dei principali artefici avendo iniziato a lavorare per il miglioramento della vivibilità del centro tedesco circa trent’anni fa. «Ho iniziato a operare per il comune di Friburgo nei primi anni Ottanta – racconta il city manager – ma il processo era già iniziato da un po’. Tutto parte dalla crisi petrolifera del 1973 quando ci si è chiesto cosa si potesse fare per ridurre le auto e aumentare il servizio di trasporto urbano. Con il tempo la consapevolezza di dover ridurre l’utilizzo delle risorse energetiche, di proteggere le risorse naturali, si è fatta sempre più forte». Così Friburgo si è trasformata in quel gioiello che è oggi: capitale europea della pianificazione urbana, ecologica e sostenibile. Migliaia di metri quadrati di pannelli solari, costruzioni ad alto risparmio energetico, chilometri di piste ciclabili, tantissime aree verdi, efficacissimo sistema di trasporto pubblico. Elemento centrale e di partenza del processo di riqualificazione è stato proprio il ripensamento della mobilità urbana. Daseking, oltre a ricordare la cruciale importanza della valorizzazione del centro, dell’evitare speculazioni sulle nuove costruzioni in periferia con l’istituzione di regole precise e aree protette, sottolinea più volte il ruolo fondamentale dato alla linea tranviaria, spina dorsale della città, e al ridimensionamento della prospettiva “auto-centrica” che sembra invece inscalfibile nelle nostre città. Questione di comportamenti prima di tutto. Massimo esempio di felice abbandono delle auto è un quartiere della città di cui l’urbanista mostra con orgoglio alcune peculiarità Vauban. Quando dopo le foto di questo incredibile quartiere Daseking mostra delle immagini di Sassari non si può non provare un certo imbarazzo. Il brutto è subito là fuori dall’aula magna, in quella Piazza Università colma di auto che sorprende negativamente l’esperto tedesco. Insomma l’istituzione dell’attuale ztl è solo un primo, piccolo passo verso un miglioramento della vivibilità della città. I tre ingredienti di base per cambiare le cose li sintetizza alla fine Antonietta Mazzette: forte volontà politica (trasversale), coinvolgimento della popolazione, responsabilizzazione dei cittadini.
   
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
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